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Autore: schmerz    20/06/2013    3 recensioni
Lo osserva sospirare e guardare con speranza di fronte alla sua freddezza; d'altronde lui la capisce, sa come ci si sente ad essere piantati perché è così che è successo a lui, ed è stato tra i più stupidi per far si che succedesse anche a lei. Se la paura non lo avesse ucciso tanto, allora lui avrebbe preso la sua strada subito. La realtà però è stata ancora più precipitosa della paura di sentirsele dire quelle due parole, tanto che non ha saputo come reagire. Ora però sa e vuole che anche Kath sappia. Lei non lo merita, ma merita il suo amore, ed è per questo che continua a lottare. Lei merita il suo amore perché sente che lui è l’esatta parte del puzzle che gli manca per completarsi, perché quando gli chiedono di esprimere un desiderio, lei rimane sempre la prima cosa a cui pensa. Ed anche se sa che non sarà la persona più perfetta per renderla felice, lui vuole provarci, per il semplice motivo che sente che lei è la scelta giusta –e sempre lo sarà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carpe diem


 

 



 

 

Vento fresco, cielo grigiastro, odore insistente di fumo. La panchina dove è seduta Kath appare così triste e sola, proprio come lei stessa si sente.
La natura intorno a lei sembra rappresentare al meglio ciò che prova e che non avrebbe mai voluto provare. Il fumo la avvolge, creando un involucro intorno a lei di odore fastidioso, odore che si attacca e non ti lascia. Sospira ancora una volta, ricacciando le lacrime che sembrano sull'orlo del precipizio, pronte a scendere copiose e a colpire le sue guance come tsunami. Ma resiste e si ripete che è inutile piangere, l'ha ormai fatto abbastanza nelle ultime ore; lacrime che l'hanno distrutta, che le hanno offuscato la vista durante la sua passeggiata senza una meta, che l'hanno portata a sedere su quella panchina di quel parco pieno di verde e di giostre arrugginite. Di solito dicono che le delusioni fortificano, che passano dopo un po', che si va avanti. Ed è quindi a quel punto che Kath si continua a chiedere 'perché a me non passa?'. La risposta la sa benissimo, ma non vuole ammetterlo a se stessa. Lei vuole sfuggire dai sentimenti, dalla realtà che la circonda e che la rende debole sotto certi aspetti; vuole sfuggire soprattutto dalle persone che sembrano giocare a briscola con i suoi sentimenti, dove poi il premio consiste nell'abbandono. O almeno è questo che lei pensa. Lo pensa perché è ciò che percepisce, ciò che le è stato insegnato dall'esperienza; è tutto ciò che ha imparato da lui, dalla persona che ama e odia contemporaneamente, che l'ha fatta uscire dalla sua realtà e le ha fatto conoscere un universo dove lei non avrebbe mai pensato di entrare.
L'aria è fresca tanto da farle diventare le guance rosse, il naso gelido e le labbra secche; ma il freddo non gela i suoi pensieri, che corrono come un cane libero nel prato, come chi incontra qualcuno dopo tanto tempo, come lei vorrebbe correre da lui. Il fatto è che per una volta vorrebbe sentirsi cercata lei, vorrebbe vedere quei due occhi caramellati che spuntano davanti a lei, quegli occhi grandi che lei ama e non smetterà mai di farlo. Occhi che l'hanno guardata un'ultima volta prima di abbassarsi e voltarsi con il resto del corpo. Occhi spaventati dopo le parole sussurrate; 'Ti amo', gli aveva detto, e se avesse saputo le conseguenze si sarebbe stata zitta, avrebbe continuato a rimuginare quelle due parole nella sua mente e avrebbe continuato ad immaginare un finale diverso da quello. Ecco perché aveva paura dei sentimenti: loro hanno il potere di umiliarti con le parole dettate, accompagnati da volti stupiti, altrettanto spaventati. Scappare è da vigliacchi, ma fa sentire liberi, almeno fino a quando le circostanze lo permettono. 
Il vento continua a soffiare, il giubbotto sembra essere improvvisamente di intralcio alla libertà che Kath sente di provare. La sciarpa la soffoca, ma il suo volto sempre di fronte al suo, ancora di più. Si sistema meglio sulla panchina, spostando i capelli leggermente annodati da un lato, tanto lunghi da sfiorarle i fianchi e ondulati da incorniciare il viso con grazia. Gioca con l'erba distesa sotto i piedi, sporcando le scarpe di tela bianche, non curandosene; butta il mozzicone di sigaretta ormai finito, e respira l'ultima nuvoletta di fumo che si confonde di fronte a lei. Sente lo stomaco ingarbugliato dalle sensazioni e dai sentimenti da cui ha cercato di sfuggire per troppo tempo, ma che ora sembrano essere le compagne e i compagni della sua vita. Sente poi la paura che l'ha sempre distinta e tenuta lontana da tutto, ma che anch'essa ha trovato un compagno in lui, in Zayn, il suo Zayn. Le settimane hanno, però, portato via con sé l'aggettivo possessivo che si è disperso tra i minuti e i secondi passati a piangere per lui. Ora si sente pesante e stanca e le sembra che quella panchina non possa reggerla più. Raccoglie quindi le forze, si stiracchia i muscoli e si aggiusta la sciarpa e i capelli. Riprende a camminare verso casa, certa del tepore caldo che la aspetta e che non la tradirà mai.
Scava le tasche per far riscaldare le mani, chiudendole a pugno per la piega che stanno riprendendo i suoi pensieri. Le strade sono animate dalle persone che conducono una vita frenetica, da macchine e autobus che percorrono le vie gremite di gente; tutto sembra avere vita nonostante il freddo. E lei è felice per coloro che continuano a vivere, immaginandosi un attimo mano nella mano col ragazzo che ama, intenta a scrutare le vetrine dei negozi firmati dove ogni donna desidera acquistare anche la benché minima sciocchezza. E lei ci si ritroverebbe in quella felicità che sente di non starle stretta, che sembra calzarle a pennello, almeno fino a quando la realtà non le viene ricordata da una stretta intorno al braccio; una stretta calda, che sentirebbe anche sotto strati di materiale, e una presa decisa, tipica di chi sta cogliendo il momento e non vedeva l'ora succedesse. Si volta quindi perplessa -almeno è quello che fa trasparire, perché la sua pelle ha già capito a chi appartiene quel gesto- intrufolandosi in un mare caramellato dove rischia di affogare. Le viene tirato un salvagente giusto in tempo, prima che lei possa fuggire via nonostante il suo volere. Labbra morbide cercano labbra fredde, un vento che unisce i sospiri e blocca i pensieri per secondi che vogliono essere prolungati all'infinito; mani che si cercano, si trovano e si stringono. Confusione lasciata dallo schiocco dell'ultimo bacio. Occhi fragili cadono in lacrime non appena lui pronuncia delle parole che mai si sarebbe aspettata di sentire. 
-Mi dispiace.- pronuncia muovendo appena le labbra e guardandola negli occhi per cercare la sicurezza di cui ha bisogno. La trova e la conserva come il bene più caro perché sa quanta fatica lei stia facendo mostrandosi così scoperta a lui, ancora una volta. 
-Mi dispiace per non averti detto o fatto minimamente capire che in realtà lo spiraglio di luce che mi ha fatto uscire da quella paura sei stata tu; sei stata tu con la tua diffidenza iniziale, con il tuo odio verso la mia profonda testardaggine. Sei stata tu che mi hai fatto capire che non esiste nessuna paura nell'amare perché infondo siamo destinati a ciò, o almeno io voglio che sia così.- 
I petti si distaccano per poter respirare, per poter prendere atto di quelle sillabe sparse per aria e radunate intorno la testa di Kath. Lei non vuole vedere, sa che è sbagliato e che fino ad ora ha sofferto più di quanto si sarebbe aspettata. Lui la rassicura con quelle parole, ma Kath sa che se una persona si è allontanata da te una volta, può farlo benissimo altre cento volte; e lei non vuole, non vuole vederlo andare via come ha già visto andare via molte persone nella sua vita, non vuole negare di condividere i loro sentimenti. Il problema è che la testa cerca di farla ragionare, di farle capire che è il caso di non credergli, è il caso di ripensare a tutte le lacrime cadute da quegli occhi color miele, da quei sentimenti che l'hanno distrutta senza pietà. Prende una pausa e si guarda intorno alla ricerca di un suggerimento, di un qualcosa che la faccia uscire dalla confusione. Si riconcentra sui suoi occhi che sanno essere l'unica verità.
Ed è lì che lei ci si perde come nel più complicato dei labirinti. Lo osserva sospirare e guardare con speranza di fronte alla sua freddezza; d'altronde lui la capisce, sa come ci si sente ad essere piantati perché è così che è successo a lui, ed è stato tra i più stupidi per far si che succedesse anche a lei. Se la paura non lo avesse ucciso tanto, allora lui avrebbe preso la sua strada subito. La realtà però è stata ancora più precipitosa della paura di sentirsele dire quelle due parole, tanto che non ha saputo come reagire. Ora però sa e vuole che anche Kath sappia. Lei non lo merita, ma merita il suo amore, ed è per questo che continua a lottare. Lei merita il suo amore perché sente che lui è l’esatta parte del puzzle che gli manca per completarsi, perché quando gli chiedono di esprimere un desiderio, lei rimane sempre la prima cosa a cui pensa. Ed anche se sa che non sarà la persona più perfetta per renderla felice, lui vuole provarci, per il semplice motivo che sente che lei è la scelta giusta –e sempre lo sarà.
 Kath si accosta al muro in attesa di un suo movimento. Curiosa come mai, confusa come sempre.
Lui parla e fa intendere una paura finita, ma nella mente gli risuonano bene le parole 'cogli l'attimo'. E decide di farlo, di buttarsi nel freddo sguardo che si abbassa al marciapiede consumato, calpestato anch'esso senza alcuna colpa. 
-La risposta a tutte le nostre domande è una, ed è esattamente: anche io ti amo.-
Un attimo e le gambe le tremano, la bocca le si asciuga come se la saliva fosse stata portata via dal vento. Un attimo, e il cuore gioisce e batte frenetico a ritmo di quella musica persa e ritrovato lì, tra le braccia del ragazzo che ama. Pensa di avere anche lei le risposte alle sue continue domande di insicurezza, perché alla fine tutti deludono, ma chi ci tiene torna, ed anche se tutto quello che provano può sembrare un rebus, lei vuole risolvere tutto insieme a lui. Sa che il suo posto è tra le sue braccia e sa che lui è l'unico che può asciugare le sue lacrime anche se è il primo ad avergliele causate. 
Lui la guarda, lei lo osserva. Poi continua. 
-Ti amo perché ho capito che io sono il buio e tu la mia luce; ti amo perché non potrei fare a meno del tuo accento francese, delle tue manie di protagonismo e dei tuoi momenti di acidità; ti amo perché i nostri abbracci mi riscaldano il cuore, l'anima e ravvivano ogni cellula del mio corpo. Ti amo perché ho capito che non ho niente di meglio da fare se non ascoltare te mentre canti sotto la doccia o ti concentri su qualcosa a cui tieni. Ti amo perché sei tu, e non vorrei fosse diversamente.- 
Le lacrime scendono ormai come lo tsunami di emozioni che si è scatenato in lei al sentire ogni singola parola. Le imprime tutte bene quelle frasi perché lei ci crede davvero, perché sono le stesse cose che prova lei stessa. E sente che questo finale che si era immaginata può forse diventare la realtà tanto agognata da settimane, può diventare ciò che tutti e due hanno sempre temuto. Può diventare amore, perché non potrebbe esserci parola migliore per racchiudere un sentimento tanto grande quanto il loro orgoglio nel non mostrarsi fragili. 
Ora decide di cogliere lei l'attimo, assicurandosi che ne vale la pena ogni tanto di rischiare e che non deve continuare a soffrire. Decide di raccogliere la fiducia che lui le trasmette con le parole e con gli occhi. Decide che vale la pena cogliere l'attimo e sentirsi bene ogni tanto. Per questo sorride, entusiasta della piega che quel momento sta prendendo, entusiasta di avere la vita davanti a lei. Lui è felice di vederla felice per quelle parole, sa che le aspettava da troppo tempo. Si avvicina cauto, portando le braccia a circondarle la vita, e le asciuga le lacrime che hanno segnato percorsi su quel viso che agli occhi suoi appare tanto bello. Sono percorsi che vanno cancellati perché ora ne scriveranno uno nuovo, tutto loro. Un percorso che inizia con un 'ti amo' sussurrato da Kath mentre gli accarezza la guancia, e un sorriso splendente di lui che si perde quando le loro labbra si incontrano, felici di essersi trovate e sicure che non si abbandoneranno per un tempo illimitato.









Mycorner.
Buonasera gjfodg premetto che ero molto insicura sul fatto di pubblicare questa one shot, poiché l'ho scritta stanotte e di getto, quindi spero sia uscito qualcosa di decente lol ci tengo molto, e spero piaccia anche a voi gjofgj ringrazio Martina ed Alessia per i complimenti e perché leggono sempre ciò che scrivo. 
Fatemi sapere cosa ne pensate, ve ne sarei grata (: 
Kuss,
 Elle


I crediti per il banner e un grazie speciale, vanno a Zaynstrength  <3

   
 
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