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Autore: Angele87    17/09/2004    39 recensioni
Weasley, Malfoy? Cosa sono, in fondo? Dei semplicissimi cognomi. Alcune volte, però, questo può determinare quello che una persona può o non può fare. Ma è davvero così? Un Serpeverde e una Grifondoro ci dimostreranno qualcosa di incredibilmente diverso. Un grazie particolare a tutti coloro che hanno recensito l'ultimo chap della mia ffc "Whisper".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Un Malfoy non può

Un Malfoy non può... una Weasley nemmeno

 

 

 

I personaggi di questa one-shot appartengono tutti a J. K. Rowling. Io li ho utilizzati solo per divertirmi e dilettare tutti quelli che leggeranno questo breve racconto auto conclusivo. I fatti narrati di seguito non sono mai accaduti nella saga di Harry Potter.

Questa storia è stata scritta senza nessuna intenzione di lucro, si ritiene, quindi, che nessun diritto di copyright sia stato infranto.

 

AngéleJ

Dedicato alle mie cugine, Claudia e Lucrezia, che apprezzano sempre tutto quello che scrivo.

 

 

 

Draco Malfoy percorreva lento i lunghi corridoi della scuola di Hogwarts. Le grandi finestre gotiche lasciavano entrare fasci di luce lunare a rischiarare quella densa oscurità che aveva inghiottito l’ambiente.

 

Cosa gli era successo quella mattina?

 

Non riusciva ancora a capirlo. Passeggiava per i meandri solitari in cerca di una spiegazione a quell’avvenimento che l’aveva coinvolto. O meglio che l’aveva visto protagonista.

Miriade di domande gli vorticavano nella mente. Solo una però era chiara e martellante.

 

Perché?

 

Perché aveva avuto quello stranissimo comportamento nei confronti di... Non riusciva nemmeno a pronunciare il nome di quella ragazza.

Una sola spiegazione gli saliva alla mente, e quella sola e semplicissima spiegazione gli dava la nausea. Lo faceva star male eppure era la semplice verità.

 

Draco Malfoy si era innamorato.

 

Non era tanto questa la questione che gli dava una discreta nausea, quanto la persona di cui si era decisamente innamorato. Un Malfoy poteva innamorarsi, ma di persone del suo rango, della sua classe... della sua specie! Non certo di quelle ragazzine che appartenevano, a suo parere, ad una classe sociale molto più inferiore. Eppure, era così.

 

Lui, il serpeverde per antonomasia, si era innamorato di una graziosissima ragazzina dai fulvi capelli.

 

Si sarebbe schiaffeggiato da solo pur di non rivelare a nessuno il nome della giovane che gli aveva rubato il cuore, ma da quella mattina era noto ormai a tutti gli allievi di tutte le case, compreso il corpo docenti di Hogwarts.

 

Draco Malfoy si era perdutamente ed irrimediabilmente innamorato di Ginevra Weasley.

 

In realtà, però, quello che era successo quella mattina non era altro che l’esplosione a causa di una serie di avvenimenti che avevano fatto perdere la testa al biondo serpeverde.

 

 

 

Ginny Weasley camminava velocemente sulla neve del parco che si era appena posata. Degli scricchiolii sinistri si levavano ad ogni suo passo.

 

Era in ritardo per quella dannata punizione che la McGranitt, la carissima e giustissima insegnante di trasfigurazioni, le aveva assegnato per un suo comportamento poco garbato nei confronti di un suo compagno che educato nei suoi confronti non lo era mai stato.

Quella mattina era stata la prima volta che aveva reagito come si doveva alle provocazioni insopportabili del furetto-Malfoy, e come tutte le volte che si reagisce per la prima volta dopo tanto tempo, era stata beccata in pieno dalla direttrice della sua casa.

 

Grazie a Dio, la McGranitt, conosceva piuttosto bene entrambi gli elementi che avevano provocato la piccola rissa nel corridoio del secondo piano, così aveva avuto il buon senso di punire entrambi per l’accaduto.

 

La punizione, almeno a parere di Ginny, non era eguale alla colpa. In fondo, aveva solamente puntato la bacchetta alla gola di Draco Malfoy! Non gli aveva torto uno solo dei bellissimi e profumatissimi capelli biondi.

Spalare senza la magia l’intero campo di Quidditch le sembrava proprio cattivo. Almeno per lei.

 

Raggiunse con un piccolo salto -per superare un cumulo di neve troppo alto- le porte di quercia scure e pesanti dello stadio. Le sospinse con forza, aprendole.

 

Immediatamente, un ammasso di colori che andavano dal nero, al verde fino al biondo chiarissimo, l’anticipò, entrando per primo nel campo completamente imbiancato.

 

-Grazie, piccola Weasley.- la prese in giro fermandosi al centro dello stadio.

 

Ginny digrignò i denti per la rabbia.

Come si permetteva quel brutto damerino di chiamarla “piccola Weasley”!

Si avvicinò a lui con un’aria stanca e soprattutto scocciata. Draco Malfoy non era proprio la compagnia che si poteva desiderare per spalare la neve! O meglio Draco Malfoy non era la giusta compagnia per fare qualsiasi cosa...

 

-Non le avevo di certo aperte per fare entrare un piccolo furetto biondo nello Stadio di Quidditch.– gli rispose tagliente aggiustandosi la mantella nera e mettendo ben in vista il distintivo di prefetto.

 

Malfoy la fulminò con lo sguardo. Non ebbe il tempo di ribattere che Madama Bumb era davanti a loro, con due pale tra le mani.

 

-Buon pomeriggio, ragazzi.- li salutò pimpante, porgendogliele.

 

Draco arricciò le labbra mentre afferrava quell’arnese pesante. Ginny alzò gli occhi al cielo notandolo e in quel momento pensò che Draco Malfoy assomigliava ad una signorina capricciosa.

 

-Attento alle unghie...- gli disse in un soffio.

 

Draco la guardò di sottecchi.

 

-Tu non hai bisogno di nessuna raccomandazione. Hai delle mani da boscaiolo!-

 

Ginny sgranò occhi e bocca inviperita. Gonfiò il petto mentre prendeva fiato per ribattere ma Madama Bumb mise fine a quella discussione.

 

-Alt!- esclamò portandosi le mani sui fianchi. –Iniziate a spalare la neve, prima che altri fiocchi vengano giù!-

 

Draco e Ginny si lanciarono uno sguardo carico di veleno mortale ed in silenzio religioso iniziarono quella punizione che li avrebbe portati molto, molto lontano.

 

 

 

 

Ginny spalò l’ultimo strato di neve della sua parte di campo. Rovesciò la massa bianca nel grande cesto e si girò ad osservare Draco.

 

Per la prima volta nella sua vita, Ginny vide sulle guance di Malfoy una leggera colorazione rosa che gli conferiva un’aria salutare. I capelli biondi di solito perfettamente pettinati all’indietro, erano scompigliati.

Sembrava diverso.

 

Draco alzò lo sguardo incrociando per sbaglio gli occhi chiari e limpidi di lei.

 

-Hai già finito, boscaiola?- un sorriso cattivo curvò le labbra sottili di Malfoy.

 

-Io non batto la fiacca come te, ragazzina.- ribatté velenosa rassettandosi i capelli ondulati.

 Malfoy continuò ad avere quell’odioso sorrisetto stampato sul volto.

 

-Cos’hai da sogghignare, Malfoy?-

 

Il biondo si strinse nelle spalle.

 

-Nulla.-

 

Intanto, però, il ghigno non accennava a diminuire. Ginny incrociò le braccia sul petto, imbufalita. Raccolse un po’ di neve dal mucchio che aveva raccolto e la lavorò ottenendo una piccola sfera.

 

-Che cos’hai da ridere?- ripeté nascondendo la palla dietro la schiena.

 

Malfoy si fermò di spalare voltandosi a guardarla. –Se avessi uno specchio rideresti anche tu...-

 

Ginny sentì il sangue ribollirle nelle vene. Odiava quando qualcuno rideva di lei. E sopportava ancora di meno se a farlo fosse stato un Malfoy.

Con estrema calma tirò fuori la sfera, e con un gesto preciso del polso la lanciò senza difficoltà contro la nuca di Draco.

 

Un rumore sordo riempì l’aria fredda e pungente.

 

Con lentezza esasperante Malfoy si voltò verso di lei. Aveva ancora il sorriso cattivo disegnato sulle labbra.

 

-Come hai osato?- le chiese fulminandola con la sguardo.

 

Ginny rise. Prese altra neve e gliela lanciò.

 

-Esattamente così!- disse riferendosi alla domanda.

 

Un po’ di neve era finita sul mantello nero e sulla chioma bionda.

 

-Vuoi un’altra punizione, Weasley?- sibilò togliendosi da dosso i piccoli fiocchi bianchi.

 

Ginny si morse il labbro, cercando di trattenere una piccola risatina.

 

-Assolutamente, Malfoy.-

 

Senza aspettare oltre Draco si gettò sul terreno raccogliendo una cospicua quantità di manto candido, l’appallottolò e prima che Ginny potesse scostarsi, la lanciò contro il suo viso, colpendola.

 

-Ehi!- esclamò la rossa sputacchiando pezzetti di ghiaccio.

 

-Forse con la lingua congelata starai un po’ zitta!-

 

Ginevra incurvò un sopraciglio, incrociando le braccia sul petto.

 

-Io non parlo sempre.- affermò con stizza.

 

-Certo, come Tiger non mangia mai.-

 

Ginny non seppe esattamente il motivo ma, all’improvviso, si ritrovò a ridere per una battuta di Malfoy. Draco sentì una strana sensazione.  Nessuno (a parte i suoi compagni serpeverde) aveva mai riso per una sua affermazione simpatica.

 

-Bella questa...- confessò senza rifletterci Ginny.

 

-Io ne dico sempre di belle!-

 

-Beh, adesso non esagerare...-

 

Forse il tono in cui aveva pronunciato quelle parole o l’espressione buffa che aveva assunto quel piccolo viso roseo, ma, all’improvviso, Draco Malfoy rise di cuore.   

 

Non era la solita risata glaciale e schernitrice. Era una vera, semplice, pura risata, divertita e quel suono fece uno strano effetto sul cuore di Ginny. Una piccola sensazione di caldo orgoglio le salì dallo stomaco. Far ridere un Malfoy non era da tutti.

 

Un’altra palla colpì il volto di Ginny.

 

-Non vale ero distratta!- esclamò lei ripulendosi la faccia.

 

-Non puoi permetterti di esserlo in guerra, Weasley.-

 

Ginevra incrociò le braccia sul petto.

 

-Questa non è una battaglia di palle di neve, Malfoy-

 

Un’altra palla colpì la testolina rossa di Ginny.

 

-MALFOY!- sibilò per la paura di svegliare Madama Bumb. –Se è la guerra quella che vuoi, sta tranquillo che l’avrai!- e prima che un’altra sfera morbida la colpisse si lanciò a terra.

 

Draco rise quando notò Ginny stesa sull’erba gelida, con tutti i capelli arruffati e le braccia incrociate sulla testa.

 

-Ehi, Weasley!- gridò afferrando la neve a piene mani –E’ inutile che ti nascondi! Tanto non mi scappi!-

 

E prima che Ginny potesse alzare la testa una serie di palle di neve le piombarono addosso.

 

-Malfoy!- gridò senza più controllarsi.

 

In quel momento, una cruenta battaglia all’ultima palla di neve iniziò nel campo di Quidditch.

Dopo una mezz’ora abbondante, entrambi avevano i vestiti bagnati ed i capelli arruffati. Le guance rosse e il fiatone per la foga.

 

Si guardarono negli occhi per brevi istanti.

 

-Cosa succederebbe se chiedessi un time out?- chiese Ginny a corto di fiato.

 

Draco le sorrise.

 

-Sicuramente non te lo concederei.-

 

Ginny inarcò un sopracciglio.

 

-E se me lo prendessi?-

 

Malfoy si ripulì alla meglio il mantello prima di risponderle.

 

-Te lo lascerei prendere solo perché ne ho bisogno anch’io.-

 

-Bene.-

 

Ginevra sospirò prima di lasciarsi cadere a terra sul prato ancora sporco di neve. Cercò di riprendere il controllo del suo respiro e soprattutto dei suoi pensieri. Giocare e ridere con Malfoy era un’esperienza mistica. Non era facile avere un contatto così ravvicinato con il biondo serpeverde senza rimanere scottati.

 

-Spostati, Weasley...- le disse sdraiandosi accanto a lei.

 

Ginny trattenne il respiro. Cosa diavolo stava facendo Draco Malfoy? Aveva varcato la soglia della sua sfera personale, sedendosi così vicino a lei.

Alzò leggermente il capo lanciando rapide occhiate al bel biondo.

 

-Mi sono sdraiato qui, solo perché non c’è neve. Non farti strane idee, piccola Weasley.- le disse continuando a fissare il cielo plumbeo e carico di neve.

 

Ginny sorrise.

 

- D’accordo.-

 

-Non pronunciare “D’accordo” in quel modo!- la riprese voltandosi a guardarla negli occhi.

 

Fu in quel momento che Draco Malfoy avvertì una piccola scossa all’altezza dello sterno.

Il sorriso dolce e sincero di Ginny, le sue guance morbide e  rosse, quei capelli mossi e vermigli, gli occhi limpidi e penetranti.

 

- D’accordo- gli disse ancora con un tono diverso.

 

Malfoy capì di non poter  più fare a meno della voce di quella ragazzina.

 

 

 

  Entrò in silenzio nella grande sala grande. Tutti i tavoli delle case erano pieni dei loro studenti. Con passo lento e strascicato Draco Malfoy, si diresse verso il centro del tavolo dei serpeverde.

 

Senza rendersene conto fece correre il suo sguardo grigio sulla tavolata oro-rosso.

Risa e chiacchiere si levavano da quella direzione.

Vide Ron ed Hermione battibeccare e lanciarsi strane occhiate languide, di cui tutti avevano capito il significato, tranne loro. Dean e Neville parlare di quale strano argomento... e poi lei.

 

I lunghi capelli rossi ed ondulati si muovevano insieme alla sua testa. Gli occhi chiari ed intelligenti sprizzavano allegria e tranquillità. Le piccole labbra piene erano distese in ampi sorrisi.

 

Draco si ricordò di dover respirare.

 

Non credeva che vederla gli potesse fare quell’effetto.

Spostò mal volentieri i suoi occhi da lei e incontrò il viso roseo e regolare di Harry.

 

La visione che gli si presentò davanti lo fece rabbrividire dalla gelosia.

Lo “sfregiato” aveva allungato una mano appoggiandola con dolcezza su quella di Ginny. Si era chinato verso di lei sfiorandole la guancia con le labbra.

 

In quel momento, Draco Malfoy vide rosso. Boccheggiò come un pesce in cerca di ossigeno e prima di rendersene conto lasciò a passo spedito la sala grande.

 

Ginny si voltò osservando il serpeverde allontanarsi.

Non capì bene il motivo, ma sapere che lui non era più presente in sala comune, le fece uno strano effetto.

 

 

 Ginny percorreva silenziosa i lunghi corridoi della scuola. Aveva una strana sensazione addosso. Mai nella sua vita avrebbe pensato che un giorno Draco Malfoy le avrebbe fatto effetto.

 

O meglio. La sola presenza del biondo serpeverde avrebbe potuto determinare un’emozione particolare nell’animo di Ginevra.

 

Sospirò malinconica quando si fermò davanti la finestra semi aperta. Una piccola folata di vento entrò prepotentemente nel corridoio. Ginny rabbrividì stringendosi nelle spalle minute.

Si appoggiò con un piccolo sospiro alla colonna di alabastro e rimase ad osservare il bellissimo paesaggio, che era la campagna intorno ad Hogwarts, completamente imbiancata.

 

-Siamo malinconiche, in questo periodo?-

 

La voce strascicata e, nell’ultimo periodo a quella parte, estremamente sensuale, di Draco, la fece sobbalzare.

Si voltò velocemente incontrando i suoi freddi occhi di ghiaccio. Ginny ebbe un piccolo fremito all’altezza dello sterno, che si diramò rapidamente in tutto il corpo fino a raggiungere la schiena.  Tentò di nasconderlo muovendosi, per staccarsi dalla colonna.

 

-Assolutamente, Malfoy. Tu, piuttosto. Nell’ultimo periodo ci stiamo vedendo un po’ troppo.-

 

Draco infilò le mani nelle tasche del mantello. Fece un piccolo sorrisetto obliquo.

 

-Già, l’ho notato anch’io. Mi stai forse pedinando?-

 

Ginny rimase a fissarlo, leggermente intontita. Lei che pedina Draco Malfoy? Ma mai nella vita. Certo aveva messo molta più attenzione nell’individuarlo tra la folla, nel capire i suoi spostamenti, le sue tappe giornaliere, le sue abitudini più particolari. Ma da questo ad arrivare a dire che lei lo stava pedinando era davvero troppo.

 

O no?

 

-Io? Pedinare te?- fece Ginny con un’aria alquanto scandalizzata. –Mi sa che prima mi diplomo con i voti più alti della storia in Pozioni.-

 

 Draco inclinò il capo avvicinandosi di qualche passo alla rossa. Scrutò quella figura longilinea. L’assenza del mantello pesante e della sciarpa oro-rossa, lasciava più facilmente individuare quel fisico magro ma rotondo nei punti giusti.

 

Allungò una mano verso il suo viso. Seguì con la punta delle dita il profilo regolare di Ginny.

 

-Non sei tanto male, piccola Weasley.- le accarezzò con il pollice le labbra piene. –Potresti far girare la testa a molti ragazzi se solo volessi.-

 

Ginevra aveva iniziato a respirare male. Il cuore le pompava a mille e l’agitazione le aveva colorato le guance di un orrido e terribile rosso fragola.

 

“Perché pensi che Draco Malfoy sia sexy?” si disse mordendosi le labbra mentre il biondo scendeva con le dita sul suo collo. Si soffermò sulla giugulare che pompava ad un ritmo incessante. “Svegliati Ginny! E’ sempre il solito, bastardo, stronzo, bellissimo, sexy e profumato Malfoy. Cosa c’è da essere così emozionata? Avanti apri gli occhi e spingilo in dietro.”

 

Ginny aprì gli occhi nello stesso istante in cui Draco Malfoy le spostò una ciocca ramata dagli occhi chiari.

Ginevra respirò a fondo prima di afferrare la sua mano e portarla con estrema dolcezza lontano dal suo viso.

 

-Hai detto bene,- iniziò mantenendo i suoi occhi viola in quelli grigi e freddi di Draco. –Se solo volessi. Ma io non voglio, quindi, non si fa niente.-

 

 

Si allontanò da Malfoy e, dopo aver raccolto la borsa dei suoi libri sparì dietro l’angolo più vicino.

 

In quel preciso momento, Draco capì di non poter più fare a meno degli occhi della piccola Weasley.

 

 

Guardò il piccolo villaggio di Hogsmead completamente imbiancato. Anche quell’anno alla vigilia di Natale una grande fiera era stata organizzata nel piccolo villaggio vicino la scuola.

 

Draco Malfoy non vi aveva mai preso parte, però. Lui per Natale aveva sempre preferito tornare a Malfoy Manor, dove sarebbe rimasto solo per la maggior parte del tempo, ma dove avrebbe avuto una miriade di regali da scartare.

Anche lui, però, era cresciuto arrivando a preferire d’incontrare seppur per poco tempo e da molto lontano, la ragazza, di cui mai avrebbe rivelato il nome e che da un po’ di tempo a quella parte popolava i suoi sogni più sensuali, piuttosto che tornare a casa.

 

Quell’anno ad Hogsmead era arrivata persino la giostra babbana chiamata la “Ruota panoramica”. Mai ci avrebbe messo piede eppure in quel preciso momento era in compagnia di alcuni suoi compagni serpeverde sotto quello strano arnese, intento ad osservarlo e a capire il suo strano meccanismo babbano.

 

-Strano, vero?-

 

La voce di Ginny lo riscosse facendolo tremare come una corda estremamente tesa.

 

Si voltò incontrando quel visino tanto delicato.

 

Dovette ricordarsi di respirare e soprattutto di chiudere la bocca.

 

Ginevra Weasley, quella sera era dannatamente bella.

I lunghi capelli rossi erano stati raccolti in due codine basse ed ordinate. Il piccolo corpicino sinuoso era fasciato in un vestitino di lana bianca la cui gonna arrivava sul ginocchio. Le scarpe col tacco a bambola, la slanciavano ancora di più facendola sembrare un po’ più alta. Il mantello nero di Hogwarts, contrastava con i suoi capelli.

Le labbra rosse giocavano maliziosamente con una lecca-lecca alla fragola.

Draco ne poteva distinguere nettamente l’odore.

 

-Weasley.- la salutò voltandosi a guardarla.

 

Ginny inarcò un sopracciglio togliendo dalla bocca il dolce caramelloso e rispondendo. –Malfoy.-

 

-Tuo padre ha svaligiato una banca per potersi permettere il vestito che indossi.- la prese in giro squadrandola apertamente.

 

Ginny fece un sorrisetto antipatico rimettendo in bocca la caramella.

 

-Nessuno ti ha mai detto il proverbio babbano “Ciò che non curo lo calpesto”?- gli rispose avvicinandosi a lui e superandolo.

 

Una folata di fragola seguì la ragazza.

Non era il lecca-lecca a profumare così. Era lei.

 

-Hai fatto il bagno nel profumo, Ginny?-

 

Ginevra si bloccò sentendo il suo nome pronunciato dalla voce di Draco. Le faceva uno strano effetto. Si voltò portando le mani sui fianchi.

 

-Stai bene, vero?-

 

Draco si morse la lingua. Si era accorto della piccola, grande gaffe che aveva commesso.

Sorrise, raddrizzando per bene le spalle.

 

-Certo, Weasley. Mai stato meglio.-

 

Ginny lo guardò sospettosa, prima di sospirare ed avviarsi verso la ruota panoramica.

 

-Sarà.- disse arrivando vicino il tabellone del prezzo del biglietto.

 

Ginny per poco non si congelò quando si accorse del prezzo troppo elevato. 2 falci e 17 zellini era la stessa somma che occorreva a lei per comprare un paio di libri usati.

 

Sbruffò allontanandosi. Non fece neanche un passo che urtò contro Malfoy.

 

-Ahia!- esclamò toccandosi il naso. –Ma che ci facevi dietro di me?-

 

Draco sorrise afferrandole un polso. La trascinò su per l’impalcatura della giostra fino al bigliettaio che continuava a gridare.

 

-Ohi, ohi.- disse quando li vide quasi mano nella mano. –Ma che bella coppia abbiamo qui. Avanti giovanotto due biglietti costano per te solo 4 falci tondi, tondi.- Il signore baffuto afferrò le monete che Draco gli offriva e schiacciò un pedale per far muovere la giostra.

 

Ginny era ancora imbambolato. Non aveva pronunciato una parola.

Non si rendeva ancora conto di essere schiacciata in un sedile volante con Malfoy, che per giunta le aveva offerto il biglietto.

 

-Bel panorama.- esclamò all’improvviso il ragazzo guardando in tutte le direzioni. Ginny si sporse leggermente per guardare e dovette convenire con lui. Hogsmead era molto bella vista da quella notevole altezza.

 

Ginny si voltò verso di lui.

 

-Ti devo 2 falci.- gli disse  iniziando a cercare nella borsa che aveva a tracolla.

 

Draco la bloccò afferrandole un polso.

 

-Non accetto denaro da una ragazza. Anche se questa ragazza sei tu.- le sorrise mentre la giostra riprendeva a salire. Si bloccò nel posto più alto.

 

Ginny si schiacciò contro il sedile. Nemmeno con la sua scopa aveva raggiunto un’altezza simile.

 

-Tutto bene?- le chiese voltandosi per fissarla, staccando le mani dalla balaustra di protezione. Ginevra entrò nel panico quando lo notò.

 

-Ti prego.- gli disse togliendosi il lecca-lecca dalla bocca che in quel momento le stava provocando una certa nausea. –Rimetti le mani qui sopra.- terminò indicando la sbarra che serrava con violenza. Le noche le erano diventate bianche.

 

Draco rise inclinando la testa.

 

-Paura, Weasley?-

 

Ginny si morse le labbra gonfie e scarlatte. Draco non poté fare a meno di pensare a quanto dovevano essere dolci.

 

-Vertigini. Non ho paura.- gli rispose rimanendo incollata allo schienale.

 

Draco guardò in basso poi fece una cosa molto stupida. Infilò la testa sotto l’asta di protezione.

 

Ginny serrò gli occhi cercando di calmarsi. Perché diavolo era su una giostra tanto pericolosa insieme a quel demente di Malfoy?

 

-Ti prego!- esclamò la rossa afferrando la mano di Draco.

 

Il biondo si voltò. Sul suo volto albergava un piccolo sorrisetto che presto scomparve non appena vide il viso di Ginny contratto da una smorfia di puro terrore.

 

Si appoggiò allo schienale sbruffando e continuando a serrare forte la mano di Ginny.

 

-Ma quanto sei sciocca, Weasley.- iniziò dandole un piccolo buffetto sulla fronte. –Non possiamo cadere. E Poi siamo maghi. A qualcosa i nostri poteri serviranno!-

 

Ginny annuì.

 

-Lo so. Ma mi sento male, non posso farci niente. Uffa.-

 

Draco rise afferrando dalle mani della rossa il suo lecca-lecca.

 

 

-Questo non lo mangi più?- le domandò annusandolo.

 

Ginevra scosse il capo nascondendosi dietro la spalla del  biondino. Aveva avuto la malsana idea di riaprire gli occhi e guardarsi attorno.

 

-Sei proprio una fifona, Ginevra.-

 

Ginny si riscosse sollevando appena la faccia dalla stoffa nera e pesante del mantello di Malfoy.

 

-Da quando sono Ginevra?- gli chiese mentre la ruota riprendeva a scendere e a fermarsi di nuovo, un po’ più in basso.

 

Draco si strinse nelle spalle.

 

-Da quando ho scoperto che quel bruttissimo nomignolo, corrisponde ad un bel nome.- le spiegò afferrando la sua bacchetta. La puntò contro il lecca-lecca mormorando qualcosa. Immediatamente un piccolo involucro trasparente si arrotolò intorno alla caramella.

 

-Tieni,- le disse porgendoglielo. –Così, potrai mangiarlo più tardi.-

 

Ginny lo afferrò con delicatezza. In quel momento, si ricordò che aveva un altro dolcetto nella borsa.

 

-Tieni,- gli dichiarò allungandogli il lecca-lecca. –Così, anche tu potrai mangiarlo più tardi.-

 

Malfoy le sorrise come quella volta sul campo di Quidditch. Un sorriso dolce, magico. Un sorriso nato solo ed esclusivamente da un’ emozione pura e incontaminata.

 

-Grazie, Ginevra.-

 

Questa volta fu Ginny a sorridere.

 

-Ma ti pare, Draco.-

 

Il biondo inclinò il capo guadandola negli occhi.

 

-E adesso da quando sono Draco per te?-

 

Ginny si strinse nelle spalle. Si mordicchiò il labbro inferiore rendendolo ancora più scarlatto. Draco arrossì impercettibilmente quando si accorse di stare immaginando di baciare Ginevra Weasley.

 

-Da quando ho capito che dietro ad un nome quasi spaventoso, si nasconde una persona quasi piacevole.-

 

Draco rise amaramente mentre la ruota riprendeva a scendere senza più soste.

Arrivarono a terra e velocemente furono liberati dal giostraio.

Si avviarono insieme verso la fine del piccolo paese dove Ginny doveva incontrare i suoi amici.

 

-Beh,- iniziò Ginny voltandosi. –Grazie del biglietto e per avermi accompagnato.-

 

Draco si strinse nelle spalle.

 

-Non farci l’abitudine, Weasley. Non è sempre Natale.-

 

Ginny rise abbassando lo sguardo imbarazzata. Chiunque l’avesse vista in quel momento, avrebbe stentato a riconoscerla.

 

-Beh, allora ci vediamo.- continuò Ginny iniziando ad allontanarsi.

 

Draco la guardò andare via e prima che lei non avesse più potuto sentirlo, le urlò dietro.

 

-Buon Natale, Ginevra!-

 

Ginny si voltò. Lo guardò per qualche minuto prima di sorridere con una dolcezza indescrivibile.

 

Draco sentì un tuffo al cuore. Immediatamente, capì di amare con tutto se stesso quel sorriso, e soprattutto, si rese conto di non poterne più fare a meno.

 

 

  Il freddo di Dicembre era leggermente aumentato fino a trasformarsi in un gelido Gennaio.

 

Da quella volta sulla ruota panoramica Ginny, non aveva avuto più modo d’incontrare Draco. Doveva ammetterlo. Le mancava. Si divertiva a giocare con lui, a stuzzicarlo, a prenderlo in giro. Sapeva che qualunque cosa lei avesse detto lui non se la sarebbe presa più di tanto.

 

-Ginny!- la voce affannata di Colin Canon le raggiunse le orecchie. Si voltò appena in tempo per vedere una piccola furia dai capelli grigio topo, scendere le scalinate fino a percorrere in quattro falcate il corridoio che li separava.

 

Ginny gli sorrise quando Colin si piegò in due per riprendere fiato.

 

-Cosa c’è?- gli chiese quando il ragazzo ebbe abbastanza fiato per rimanere in una posizione eretta.

 

Colin ingoiò il vuoto sparando fuori tutto quello che doveva dirle in meno di 10 secondi.

 

-MalfoyetuoFratellosistannopicchiandonelcorridoiodelsecondopiano!-

 

Ginny inarcò un sopracciglio. Non aveva capito molto.

 

Colin sbruffò afferrandola per un polso e trascinandola veloce su per le scale, i corridoi e vari ritratti, fino ad arrivare al secondo piano vicino al bagno dei ragazzi, dove una piccola folla si era radunata.

 

Ginny e Colin si fecero largo tra i ragazzi.

 

-RITIRA QUELLO CHE HAI DETTO, VISCIDA SERPE!- la rossa udì la voce di suo fratello.

 

-Non ci penso nemmeno, Weasley.-

 

Ginny arrivò giusto in tempo per vedere suo fratello ripartire alla carica prima di essere fermato dalle braccia di Harry ed Hermione.

 

-RON!- esclamò all’improvviso avvicinandosi al fratello. –Che diavolo combini? Vuoi forse una bella strilettera da mamma una volta che la McGranitt l’avviserà che sei stato punito per la seconda volta in una settimana?-

 

Ron sbruffò liberandosi dalla stretta dei suoi amici.

 

-Prenditela col tuo fidanzatino. E’ lui che ha cominciato.-

 

Ginny aprì la bocca.

 

-Il-il mio cosa?-

 

Malfoy intervenne rimanendo nella zona dei Serpeverde.

 

-Ecco brava, piccola Weasley. Diglielo anche tu a quel troll, che io non mi sognerei mai nemmeno di respirare la tua stessa aria.-

 

Ginny si voltò fulminandolo con lo sguardo.

 

-Non preoccuparti, Malfoy, neanche io avrei questo barbaro coraggio!-

 

Ron la guardò soddisfatto. Ginny era strepitosa nel ribattere e zittire quel pallone gonfiato di Malfoy. Ora era chiaro. Quel deficiente di Dean gli aveva detto un’altra scemenza delle sue. Da quando Ginny l’aveva lasciato non faceva altro che inventarsi cose stranissime sul conto di sua sorella. Quella sera avrebbe perso quel brutto viziaccio.

 

-Quindi, non è il tuo fidanzato?-

 

Ginny e Draco scoppiarono a ridere nello stesso momento.

 

-Se mai mi faccio suora.-

 

Ron parve rilassarsi. Sorrise a sua sorella scompigliandole i capelli.

 

-Benissimo. Allora, è tutto a posto.- si voltò verso Hermione e Harry che sorridevano sornioni, entrambi con le braccia incrociate sul petto. –Beh, voi due cosa avete da ridere! Andiamo o faremo tardi agli allenamenti. Hermione tu vieni a vederci, vero?- e con un sorriso che andava da un orecchio all’altro si allontanò, come se nulla fosse successo.

 

Ginny rimase ferma e silenziosa. Restò in quel corridoio per un po’. Non si accorse nemmeno che il piccolo pubblico si stava allontanando. Colin la salutò ma a stento gli rispose.

 

Quella sarebbe stata dunque la reazione di Ron, se avesse saputo che in realtà lei stava iniziando a vedere Malfoy sotto un altro aspetto.

 

Strinse forte i volumi che portava tra le braccia, cercando nella loro consistenza, un’ancora o un appiglio, per non essere trascinata via dalla strana sensazione di vuoto che la stava attanagliando.

 

Sentì una presenza dietro di lei. Un profumo famigliare.

 

-Bello spettacolino, Ginevra.-

 

Ginny non poté evitare di sorridere prima di voltarsi verso di lui.

 

-Grazie, Draco.-

 

Si girò di nuovo e prese a camminare con dei passi lenti e misurati.  Era quasi arrivata alla fine del corridoio quando una mano sul suo braccio, l’obbligò a voltarsi.

 

-Davvero preferiresti diventare suora piuttosto che la mia ragazza?- la guardò negli occhi sentendosi immediatamente attratto da loro. Quel colore azzurro così particolarmente tendente al viola, quei cappelli rossi così morbidi ed ondulati.

 

Ginny si sentì fremere dalla voglia di issarsi sulla punta dei piedi e chiudere una volta nella sua vita quelle labbra sottili ma ben disegnate. Il profumo pungente di pulito che emanava la faceva sentire tranquilla.

 

-Tu cosa pensi?- gli disse in un soffio a pochi centimetri dalla sua bocca.

 

Draco continuava a far saettare i suoi occhi sul viso di Ginny. Come aveva fatto a non accorgersi di quanto quella ragazza fosse bella.

 

-Io penso di no.-

 

Ginny gli sorrise trovando finalmente la forza di distaccarsi da lui.

 

-Bene, allora è così.- si voltò per andarsene ma Draco la fermò.

 

-Devo di nuovo picchiare tuo fratello per poterti rivedere, Ginevra?-

 

Ginny si voltò con un’espressione scandalizzata.

 

-L’hai fatto a posta?-

 

Draco fece un piccolo sorriso che lo rese ancora più sexy.

 

-Tu cosa pensi?-

 

Ginny strinse i libri al petto inclinando leggermente il capo.

 

-Non puoi usare le mie stesse domande.-

 

-E chi lo dice?-

 

La rossa si mordicchiò il labbro sistemandosi la frangia con una mano.

 

-Lo dico Io!- e sorridendogli sorniona riprese ad allontanarsi. Arrivò al principio della scalinata bloccandosi.

 

-Non c’è alcun bisogno di picchiare mio fratello per rivedermi. Io adoro passeggiare al tramonto in riva al lago.- e con un piccolo cenno della mano si avviò veloce giù per i gradini.

 

 Draco sopirò, infilandosi le mani nelle tasche del mantello. Serrò forte le dita intorno al lecca-lecca e disse.

 

-Ci rivedremo molto prima questa volta, Ginevra.-

 

 

 

Draco guardò la riva del lago. Il tramonto era quasi vicino ed il cielo aveva iniziato a dipingersi di quel bellissimo colore arancio-rosa.

 

La neve di Gennaio aveva dei riflessi particolarmente belli in quel momento della giornata, il manto candido brillava di luce riflessa.

 

I suoi occhi grigi avevano assunto una piccola ombra scura, in quel momento tendevano al blue.

 

La vide seduta su una radice che sporgeva dal terreno. I suoi capelli rossi catturavano gli ultimi raggi del sole rendendoli di un rosso vino molto esotico.

Indossava la sciarpa ed il mantello. Aveva abbandonato poco più in là, la borsa dei libri.

Aveva un’aria concentrata, era immersa in una lettura all’apparenza molto interessante.

 

-Avevi detto di amare passeggiare al tramonto. Non di leggere.- le disse non appena la raggiunse.

 

Ginny sorrise alle pagine ingiallite. Sollevò il capo fissando i suoi occhi in quelli di lui.

 

-Draco.- lo salutò chiudendo con uno scatto il libro.

 

Il biondino inclinò il capo sorridendo sarcasticamente.

 

-Ginevra.- le rispose appoggiando un braccio sul tronco, un po’ più in alto della testa della giovane.

 

-Non sono tenuta a dirti tutte le mia abitudini. Io amo fare tante cose alla luce del tramonto.-

 

Draco sorrise maliziosamente chinandosi su di lei.

 

-Tante cose?- le chiese inginocchiandosi per arrivare all’altezza del suo viso.

 

Ginny inarcò un sopraciglio avvicinandosi a lui, quasi a sfiorargli le labbra.

 

-Sì, tante cose.-

 

Si tirò in dietro, scostandolo per alzarsi. Rimise il libro nella borsa caricandosela sulle spalle.

 

-Cosa fai?- le chiese alzandosi ed appoggiandosi al tronco rugoso.

 

Ginny si voltò aggiustandosi i capelli che erano rimasti sotto la fascia della borsa.

 

-Passeggio al tramonto.-

 

Draco sorrise avvicinandosi.

 

-Vuoi compagnia?- le domandò aiutandola a sistemarsi quella borsa sulle spalle.

 

Ginny si morse il labbro inferiore guardandolo sorniona.

 

-Sì. Perché no.-

 

 

 -Non so tu, ma io inizio a sentire un piccolo brivido di freddo.- irruppe Ginny dopo una lunga passeggiata. Il tramonto era ormai finito e il manto scuro della sera era sceso a ricoprire tutto. Le prime stelle iniziavano a brillare in cielo.

 

-Non hai sangue nelle vene?- le domandò virando la sua andatura e avviandosi verso il castello.

 

Ginny lo guardò con un’espressione di pura sfida.

 

-Chiunque ci vedesse non riuscirebbe mai a pensare che io non abbia sangue mentre tu sì.-

 

Draco si fermò all’improvviso cogliendola di soprassalto.

 

-Questo perché la gente non va mai oltre le apparenze, Ginevra.-

 

-Perché tu lo fai, vero?- gli ribatté fermandosi a pochi passi dal portone di Hogwarts.

 

Malfoy le si avvicinò scostandole una ciocca dalle labbra.

 

-Sì.-

 

Ginny si inumidì la bocca.

 

-Io non ne sarei così sicura. Che prova mi dai per sostenere la tua tesi?-

 

Malfoy si chinò ancora arrivando a pochi millimetri da lei. Era così vicino da poter osservare le piccole efelidi presenti sul suo nasino.

 

-Beh, ho intenzione di baciare una Weasley.-

 

E senza aggiungere altro entrambi si mossero per cancellare l’esigua distanza rimasta tra loro.

Si stupirono della facilità con cui le loro labbra si incastrarono. O della naturalezza in cui le loro lingue trovarono il giusto ritmo in quella danza.

A quanto pareva entrambi avevano una discreta esperienza in quel campo, poiché tutti e due sapevano come muovere aritmicamente la propria bocca su quella dell’altro.

Draco le passò presto le braccia intorno alla vita attirandola maggiormente, mentre Ginevra si era issata così tanto in punta di piedi, che quasi non toccava più il terreno. Aveva le braccia premuto contro il petto del giovane e mai si era sentita più tranquilla.

Avevano perso la cognizione del tempo e dello spazio. Quando si staccarono, entrambi con gli occhi chiusi ed ansanti,  ebbero l’immediato impulso di riperdersi nuovamente nelle braccia dell’altro.

 

-Credo che dovresti rimettermi giù.- sussurrò Ginny aprendo di malavoglia gli occhi e riprendendo contatto con la realtà.

 

Draco sorrise continuando a stringerla a sé. Ginny gli trasmetteva calore, tenerezza, simpatia...

 

-No,- incominciò appoggiando la sua fronte su quella di lei. –Sto bene così.-

 

Ginny arrossì prima di baciargli di nuovo le labbra. Questa volta molto più velocemente.

 

-Certo, anch’io.- gli rispose la accarezzandogli il petto. –Ma vorrei ritoccare la terra.-

 

In quel momento, Draco si accorse di averla sollevata.

 

-Sei troppo piccolina.- le disse lasciandola andare.

Ginny mise su un piccolo broncio. Si caricò nuovamente i libri sulle spalle ed entrò nella scuola.

Draco la seguì a ruota ponendo una certa attenzione al movimento che il bacino di Ginny faceva mentre camminava.

 

Arrivarono all’entrata dei sotterranei, dove finiva la loro strada in comune.

 

-Buonanotte.- gli disse sbrigativamente lei senza voltarsi a guardarlo.

 

Draco rise prima di afferrarla per un polso e trascinarla nel corridoio scuro che conduceva ai sotterranei, dietro la statua di Mirto Lungavita.

La baciò appassionatamente.

 

-Questa era una buonanotte.- le sussurrò dandole dei piccoli baci sulle labbra rosse e gonfie.

 

-Sì, ma è pericoloso.- rispose la rossa ribattendo a quegli atti di affetto a stampo.

 

Draco si chinò su di lei, pressandola nuovamente contro il freddo muro di alabastro.

 

-Non mi interessa.-

 

E senza darle il tempo di replicare la baciò ancora, e ancora, e ancora.

 

Nessuno dei due si accorse dalla figura che nell’ombra di un’armatura aveva visto tutta la scena.

 

 

La mattina dopo Ginny si alzò molto presto. Aveva una strana sensazione all’altezza dello stomaco. Si sentiva bene. Eppure aveva anche un brutto presentimento.

Come sarebbe andata a finire quella storia?

 

Aveva visto perfettamente come aveva reagito Ron alla notizia che Ginny si fosse presa una cotta per Malfoy. Era solo una voce, eppure suo fratello aveva scatenato il putiferio.

 

Ginny si vestì velocemente, prese la sua borsa dei libri e scivolò veloce fuori dalla stanza.

 

Percorse con flemma annoiata la scalinata a chiocciola fino ad arrivare nella sala Comune.

 

Era già discretamente affollata pur trattandosi di mattina presto.

 

Si sedette nella sua poltrona preferita e con tranquillità tirò fuori il libro che stava leggendo la sera precedente. Prima che Draco la interrompesse.

Si immerse, come succedeva sempre, nel mondo fatato e romantico di quella storia babbana.

 

- E’ lei?- una ragazza del 4° anno di Grifondoro la indicò senza tentare troppo di nascondersi.

 

-Sì. E’ la sorella di Ron Weasley, il portiere della nostra squadra di Quidditch.-

 

La brunetta che aveva parlato per prima la fissò a lungo.

 

-Insomma, non è questo gran che. Malfoy è un Serpeverde, ma è terribilmente affascinante. Cosa ci avrà trovato in lei?-

 

Ginny chiuse di scatto il libro facendo sobbalzare le due ochette. Cosa diavolo stava succedendo? Fissò i suoi occhi verdi sui visi rosei delle due ragazze sfidandole con lo sguardo a continuare a parlare di lei.

 

Le due si azzittirono. Per poco, però.

 

-Secondo te, ci ha sentito?- chiese una delle due coprendosi la bocca con la mano.

L’altra scrollò il capo riprendendo a parlare.

 

-Pensa che li hanno visti pomiciare, nel corridoi dei sotterranei, accanto la statua di Mirto Lungavita! Sono stati proprio sciocchi.- rivelò all’amica mentre si iniziavano ad alzare dal tavolo.

 

Ginny sentiva la vena del collo pulsarle in una maniera indecente. Chi li aveva spiati?

 

Guardò le due ochette continuare a cianciare fino a quando non scomparvero dietro il buco del ritratto. Conosceva benissimo quel tipo di ragazze. Ne era sicura. Entro mezzogiorno tutta la scuola avrebbe saputo di loro.

 

Con malagrazia ripose il libro nella borsa e con l’umore sotto le scarpe si avviò in Sala Grande per la colazione.

 

 

 Ginny si era sbagliata.

La notizia non fece il giro della scuola entro le 12,00 ma bensì prima di pranzo tutti, ma proprio tutti sapevano già di lei e Draco.

Si sentiva osservata ed additata da tutti, era peggio di quella volta del Basilisco, della camera dei Segreti, di Voldemort e compagnia bella.

In quell’occasione la notizia aveva impiegato molto più tempo a diffondersi. 

 

Sbruffò quando persino una ragazzina del primo anno di Tassorosso, sorrise quando la vide.

 

Era davvero troppo. Non osava immaginare cosa sarebbe successo una volta che persino Ron, la persona più distratta e meno incline al pettegolezzo della scuola, avrebbe scoperto quella nuova voce su di lei.

 

Arrivò vicino al bagno dei prefetti fiondandosi dentro. Sperava che almeno lì, in cui potevano entrare solo i prefetti, potesse essere al sicuro.

 

-Da cosa fuggi, Ginevra?-

 

La voce divertita di Draco la fece sobbalzare.

 

-Dio!- esclamò voltandosi ed appoggiandosi al lavandino di ceramica. –Cosa diavolo ci facevi qui?-

 

Draco sorrise avvicinandosi a lei. La incastrò tra il lavello ed il suo torace. Si chinò fino ad arrivare a sfiorare le labbra.

 

-Ti aspettavo.-

 

Ginny rise prima che Draco la baciasse delicatamente.

 

-Bugiardo.- disse la rossa guardandolo negli occhi. –Cosa ci facevi qui, tu non sei prefetto, se non sbaglio? Non hai alcun diritto di usufruire di questo bagno.-

 

Draco la guardò maliziosamente rubandole un altro bacio.

 

-Sei troppo intelligente, piccola Weasley.-

 

Ginny lo allontanò un po’ incrociando le braccia. –Allora?-

 

Il serpeverde sospirò posando le sue mani sui fianchi di lei attirandola un po’ a sé.

 

-Mi nascondo.-

 

Ginny inarcò un sopraciglio.

 

-Da chi?- chiese assumendo una smorfia scandalizzata.

 

-Da tuo fratello. Credo voglia uccidermi, l’ho visto venire da questa parte insieme alla Granger che gli ripeteva di calmarsi. Ho trovato questo posto e visto che quest’anno tuo fratello non è un prefetto ho pensato che fosse un posto sicuro.-

 

Ginny sorrise passandosi le dita tra i capelli.

 

-Ora capisco perché non sei a Grifondoro.-

 

Draco prese il suo viso tra le mani.

 

-Io non sono a Grifondoro perché ho tante, troppe caratteristiche di un Serpeverde, piccola Ginevra.-

 

Si interruppe bruscamente quando la porta del bagno si riaprì di nuovo. Afferrò Ginny e la trascinò di peso nel primo cubicolo sulla loro destra, chiuse la porta a chiave, pressando una mano sulle labbra della ragazza che a stento respirava.

 

-Ron, ti prego!- la voce di Hermione irruppe nell’ambiente silenzioso del bel bagno.

 

-Shhh!- la zittì il rosso entrando. –Non c’è nessuno. Scommetto che quel damerino si è imboscato da qualche parte. Spero vivamente da solo.-

 

Hermione sbruffò sedendosi su uno dei tanti sgabelli presenti nel bagno. Accavallò le gambe sbruffando.

 

-Ron,- disse la bruna con un tono di voce al quanto annoiato. –Non saltare a conclusioni affrettate. Non abbiamo ancora sentito la diretta interessata, quindi finiscila di pensare male di tua sorella.-

 

Ci fu un breve silenzio.

 

Ginny era così pressata vicino il muro di quel bagno che riusciva a vedere attraverso le fessure della porta.

 

-Ron, io ho fame.- esclamò all’improvviso Hermione alzandosi e dirigendosi verso di lui. –Perché non scendiamo a pranzo e riprendiamo le ricerche più tardi.-

 

Si era avvicinata molto a Ron per i canoni di Hermione che Ginny conosceva.

Il suo naso toccava quasi il petto del rosso.

 

Ginny vide suo fratello inghiottire il vuoto mentre con un po’ di goffaggine portava una mano sulla guancia di Hermione.

Gliela accarezzò con dolcezza prima di abbassarsi un po’. Fu un momento solo.

Hermione si sollevò in punta di piedi e le loro labbra si sfiorarono delicatamente prima di incastrarsi a regola d’arte.

 

Vide la bruna posargli le braccia intorno al collo mentre lui la stringeva per la vita.

 

Erano davvero belli assieme.

 

Ginny trattenne a stento un piccolo urlò di puro stupore. Draco invece mal celò una risatina.

Le tolse la mano dalle labbra chiedendole in un soffio.

-Lo sapevi?-

 

Ginny scosse il capo. Le dispiaceva pensare che suo fratello e la sua migliore amica le avessero nascosto un avvenimento così bello ed importante.

 

Dopo un paio di minuti i due si allontanarono arrossendo.

 

-A-andiamo?- balbettò Ron afferrando la mano di Hermione.

 

Lei annuì seguendolo verso l’uscita del bagno. Si baciarono ancora una volta prima di lasciare quel luogo, rimescolarsi tra gli altri studenti ed indossare quella maschera di indifferenza tra di loro.

Ginny trovò tutto molto, troppo triste. Decise che lei non avrebbe mai voluto che la storia tra lei e Draco andasse a finire così.

Cero forse nel primo periodo le starebbe stato bene. Ma a lungo andare, sapeva benissimo che quella situazione l’avrebbe intristita.

 

Si voltò verso Draco che era ancora pressato su di lei. Gli diede un bacio a fior di labbra e gli sussurrò.

 

-Io non voglio nascondermi da nessuno.-

 

Si divincolò con facilità dalla sua presa e senza voltarsi indietro corse lungo il corridoio del secondo piano, scese di corsa le scale dell’entrata principale e varcò la soglia del castello di Hogwarts perdendosi nel freddo di un grigio mattino invernale.

 

 

 Ginny riuscì con un invidiabile maestria ad evitare di incontrare per quasi una settimana suo fratello Ron.  Cercava sempre di svegliarsi prima e scendere prestissimo a colazione. A pranzo preferiva mangiare un panino veloce in riva a lago, in quel bellissimo angolo nascosto,  in compagnia di Draco o di un bel libro.

La cena la saltava spesso e continuamente, correndo a rifugiarsi nella sua camera, prima delle 21,00 di sera.

 

Le persone continuavano a parlare di lei e Draco, ad indicarla nei corridoi, ma nulla di più. Odiava quella strana atmosfera di pace. Era decisamente quella che si definiva la calma prima della tempesta.

 

-Si può sapere dove corri sempre?- le chiese venerdì, all’ora di pranzo Draco. –Non riesco a vederti per più di 10 min. quando riusciamo a trovare questo posto libero. Ti vedo sempre filare per i corridoi e non riesco più nemmeno a prenderti un po’ in giro. Mi mancano i nostri battibecchi amorosi tra tutti.-

 

Ginny gli sorrise baciandolo delicatamente. Non credeva che un Malfoy potesse essere così dolce.

 

-Scusami Draco, ma ho avuto da fare nel cercare di evitare mio fratello. –

 

Il biondo rimase in silenzio. Abbassò il suo sguardo grigio sentendosi triste.

 

-Avevi detto che non volevi nasconderti da nessuno, Ginevra. Perché lo fai?-

 

Ginny sospirò sentendosi in colpa. Sapeva che Draco aveva ragione. Quelle che lui le aveva detto erano suo parole di qualche giorno prima. Certo che lei non voleva nascondersi!  Ma Ron era e sarebbe sempre stato il suo fratello preferito e la sua opinione insieme alla sua benedizione, erano troppo importanti per lei.

 

-Certo che sì.- rispose prendendogli le mani nelle sue. –Lo faccio solo perché non sono ancora abbastanza coraggiosa da affrontarlo da sola, Draco.-

 

Il serpeverde alzò lo sguardo puntandolo negli occhi verdi di lei. Le baciò le labbra rosse assaporandole con dolcezza.

 

-Non saresti sola.-

 

E in quel momento, Ginny si ritrovò a pensare di essere completamente ed irrimediabilmente innamorata di Draco Malfoy.

 

 

Quel freddo mattino invernale di sabato, iniziò in maniera alquanto strana per la piccola Ginny. Non riuscì a svegliarsi prima come gli altri giorni. Quando scese a colazione l’intera tavolata dei Grifondoro era stracolma.

 

Vide i suoi amici e suo fratello raggruppati, nel lato del tavolo, da cui si poteva guardare i Serpeverde.

 

Cercò con lo sguardo un posto libero lontano da loro ma non lo trovò.

 

In quel momento, Ron le fece cenno di avvicinarsi. Ginny sentì il cuore fermarsi e prima che il suo cervello recepisse il messaggio, inghiottì inconsciamente il vuoto, avviandosi verso di loro.

 

Arrivò con lentezza, cercando di allungare quanto più poteva il suo tragitto.

 

-Ginny!- la salutò Hermione quando le si sedette  di fronte. Quindi, molto vicina anche a Ron, che sedava tra Harry e la bruna. –Tutto bene?-

 

Ginny annuì iniziando a servirsi la colazione.

 

-Non ti abbiamo visto molto in quest’ultimo periodo.- la riprese suo fratello incrociando le braccia sul tavolo.

 

-Ho, ho avuto da fare.- balbettò incerta togliendosi una ciocca rossa dagli occhi.

 

-Oh, certo.- le rispose Ron con un tono di voce poco convinto. –E precisamente cosa?-

 

Ginny alzò lo sguardo dal piatto.

 

-Cosa cosa?- chiese mordendosi le labbra.

 

-Cosa hai avuto da fare di così importante da non poter dedicare 10 minuti del tuo tempo a salutare tuo fratello ed i tuoi amici?-

 

-Oh,- Ginny si sforzò di sorridere. –Solo un po’ di studio extra, nulla di che.-

 

Hermione le venne in aiuto.

 

-Brava Ginny!- disse pizzicando con dolcezza la mano di Ron. –Dovresti prendere esempio da tua sorella.-

 

Ginevra vedendoli battibeccare come al solito non poté fare a meno di ripensare a quello che aveva visto nel bagno dei prefetti. Come riuscivano a farlo?

 

-Dai, Hermione non darmi fastidio!- esclamò Ron, sfiorandole appena le dita e tornando a concentrarsi sulla sorella.

 

-Scommetto che non sai nulla di quello che si dice in giro, vero Gin?- chiese senza troppi giri di parola Ron. Lui aveva sempre odiato i preamboli.

 

-Eh?- fece pensando di fregare suo fratello che la conosceva da tantissimo tempo, utilizzando quel visino da santarellina che si ritrovava. - No. Dovrei?!-

 

Ginny vide la sopracciglia di Ron tremare dal nervosismo.

 

-Sì.- disse secco ignorando l’occhiataccia di Hermione. Aveva alzato così tanto la voce che Harry si era voltato un attimo. Aveva salutato Ginny con un grande sorriso prima che Dean lo richiamasse per un’altra noiosissima discussione sul Quidditch.  –Dovresti, visto che la Star di tutto, sei tu!-

 

Ginny cercò di scoppiare in una risata sarcastica.

 

-Davvero?!-

 

Ron aveva la punta delle orecchie leggermente arrossata. Brutto segno. Stava quasi per esplodere.

 

-Non fare la finta tonta, con me. So benissimo che non sei stupida. Tutti, persino Neville, hanno saputo questa storia! Quindi anche tu, dovresti esserne a conoscenza.-

 

Il tono con cui Ron le disse tutto, all’inizio la fece tremare un po’, però alla fine qualcosa le scattò dentro. Come si permetteva di trattarla così!

 

-Perché non me lo dici tu! Così facciamo prima.-

 

Ron strinse i pugni sul tavolo. La vena del collo aveva preso a pulsargli incredibilmente. In quel momento, le orecchie erano completamente rosse fragola.

 

-Bene.- disse Ron alzando la voce. –Si dice che tu e un certo quanto anonimo personaggio di nome Draco Malfoy e ripeto, Malfoy, site in rapporti che vanno molto più in là del semplice battibecco nel corridoio.  E’ vero?-

 

Ginny rimase zitta. Guardò negli occhi suo fratello cercando in tutti i modi di non sbattere mai le palpebre.

 

-Anche se fosse vero, Ron. Non sono affari che ti riguardano.-

 

Ginny vide il fumo uscirgli dalle orecchie.

 

-PORCO CANE, GINNY!- l’intera sala Grande si ammutolì in quel momento.

 

Draco che stava osservando la scena dall’inizio non si spaventò come molti altri, invece.  Sentiva una strana sensazione che gli stava nascendo dentro. Era nuova non l’aveva mai provata per nessuno.

Continuò in silenzio ad osservare i due fratelli litigare.

 

-CERTO CHE MI RGUARDA!- stava urlando Ron avvicinandosi sempre di più al viso di Ginny. –SEI MIA SORELLA. LA TUA VITA MI RIGUARDA.-

 

Ginevra strinse i pugni.

 

-LA MIA VITA TI RIGUARDA, RON! MA DI CRTO NON TI APPARTIENE. E’ LA MIA VITA! SARò LIBERA DI DECIDERE COSA FARE ALMENO IN QUETSO CAMPO?-

 

Ron boccheggiò in cerca di ossigeno.

 

-IO NON VOGLIO DECIDERE QUALCOSA. VOGLIO SOLO EVITARTI DI FARE SCELTE AVVENTATE E DETTATE SOLAMENTE DALLA FOGA DEL MOMENTO!- continuava ad urlare diventando sempre più rosso.

 

-IO NON HO FATTO NESSUNA SCELT AVVENTATA!-

 

Ron si alzò in piedi sovrastandola in tutta la sua altezza.

 

-CERTO! PERCHE’ BACIRE UN MALFOY NON E’ UNA SCELTA AVVENTATA! E’ NORMALE AMMINISTAZIONE PER UN WEASLEY, VERO?-

 

Ginny trattenne a stento le lacrime che pressavano per uscirle dagli occhi.

 

-IO NON DEVO DARE CERTO CONTO A TE DELLE PERSONE CHE DECIDO DI BACIARE E POI...-

 

Non riuscì a finire la frase. Una mano morbida e gentile la fece voltare. Qualcuno, dal profumo estremamente famigliare l’aveva presa tra le braccia, baciandola con passione.

 

Senza accorgersene Ginny aveva risposto a quel contatto così dolce e travolgente.

Quando si staccarono, Ginevra lo guardò negli occhi riconoscendo immediatamente quello sguardo freddo che riusciva a trasmetterle un calore incredibile.

 

-Io sono innamorato di lei, Weasley. Adesso come la mettiamo?-

 

Ron era rimasto allibito la bocca socchiusa.

 

-Ma tu sei un Malfoy e...e un Malfoy non può ...e una Weasley nemmeno... Poi lei è una bambina...-

 

Ginny sorrise prendendo per mano Draco.

 

-Io non sono una bambina, Ron.-

 

Il grifondoro sembrò risvegliarsi dal leggero intorpidimento in cui era caduto.

 

-Ora GRAZIE A LUI NON LO SEI Più DI CERTO!-

 

-RON!- esclamò Ginny scandalizzata mentre il fratello iniziava a farsi scrocchiare le dita.

 

-Ora Gin, spostati devo insegnare un po’ di buone maniere a questo damerino.-

 

Draco rise scostandosi da Ginny.

 

-Quando vuoi, Weasley.-

 

Ron sorrise salendo sulla panca dove era seduto e oltrepassando con un passo il grande tavolo.  Hermione gemette cercando di fermarlo.

 

-Ron, non essere sciocco!-

 

Il rosso si voltò facendole un occhiolino.

 

-Faccio in un attimo, piccola.-

 

Hermione non seppe l’esatto motivo ma quello strano atteggiamento di Ron, la fece arrossire, mentre il suo cuore aveva avuto un piccolo salto.

 

Ron non fece in tempo neanche a voltarsi che  già si era scagliato contro il serpeverde.

 

Harry era saltato in piedi attraversando il tavolo e parandosi immediatamente dietro il suo migliore amico.

 

-SEI HAI BISOGNO, FAI UN FISCHIO!- gli gridò. Tutti avrebbero voluto avere la soddisfazione di picchiare Malfoy.

 

 In quel momento, Ron rappresentava tutte quelle persone che erano state trattate male da lui.

Tutto intorno ai due disputanti si era creato un piccolo ammasso di gente. Ginny ed Hermione gridavano per fermarli.

 

All’improvviso quando entrambi avevano già qualche livido ed un bel po’ di graffi la McGranitt interruppe quello spettacolo.

 

-MALFOY! WEASLEY!-

 

Quelle due parole riecheggiarono spesso nei corridoi quella mattina. Entrambi rischiarono l’espulsione, ma fortunatamente Silente, il grande preside della scuola, aveva trovato la storia alquanto divertente e con un sorriso bonario li aveva condannati a tre mesi di punizioni.

 

Quando uscirono dall’ufficio del direttore, trovarono ad aspettarli due sorprese graditissime.

 

Ginny ed Hermione.

 

Per la prima volta, Hermione e Ron si lasciarono andare in atteggiamenti alquanto dolci di fronte a due testimoni e mai come in quel momento Ginny li trovò perfetti assieme. Hermione afferrò con delicatezza il braccio sano di Ron e, baciandogli una guancia, lo scortò fino alla sala comune dei Grifondoro.

 

Ginny si voltò verso Draco, che era rimasto affacciato alla finestra chiusa. La neve continuava a scendere copiosa sul parco.

 

-Grazie.- gli disse avvicinandosi a lui e sfiorandogli tremante una mano.

 

Draco si voltò a guardarla. Aveva un’espressione così dolce che stentava a riconoscerlo.

 

-Non era necessario, però. Me a sarei cavata da sola.-

 

Draco le accarezzò una guancia.

 

-Io non l’ho fatto apposta.- affermò soffermandosi a guardarla. –E’ stato un... sì, credo sia stato un istinto di protezione, nei tuoi confronti. Mentre tuo fratello gridava, ti ho vista così piccola ed indifesa. Ho pensato che solo io avrei potuto proteggerti e senza accorgermene, ero arrivato dietro di te.-

 

Ginny gli sorrise prima di saltargli al collo, abbracciandolo forte.

 

Draco la strinse a sé, incurante del dolore che aveva alla spalla. Il profumo di fragole era troppo buono ed invitante per resistergli. Affondò il naso nei suoi capelli arrivando accanto all’orecchio.

 

-Io ti amo, Ginny-

 

Ginevra si ritrasse guardandolo con dolcezza.

 

-Ti amo anch’io, Draco.-

 

E senza aggiungere nessun’altra parola si scambiarono un piccolo e dolcissimo bacio sulle labbra.

 

 

 

Draco Malfoy percorreva lento i lunghi corridoi della scuola di Hogwarts. Le grandi finestre gotiche lasciavano entrare fasci di luce lunare a rischiarare quella densa oscurità che aveva inghiottito l’ambiente.

 

Cosa gli era successo quella mattina?

 

Non riusciva ancora a capirlo. Passeggiava per i meandri solitari in cerca di una spiegazione a quell’avvenimento che l’aveva coinvolto. O meglio che l’aveva visto protagonista.

Miriade di domande gli vorticavano nella mente. Solo una però era chiara e martellante.

 

Perché?

 

Perché aveva avuto quello stranissimo comportamento nei confronti di... Non riusciva nemmeno a pronunciare il nome di quella ragazza.

Una sola spiegazione gli saliva alla mente, e quella sola e semplicissima spiegazione gli dava la nausea. Lo faceva star male eppure era la semplice verità.

 

Draco Malfoy si era innamorato.

 

Era vero, Draco Malfoy si era irrimediabilmente e perdutamente innamorato della piccola Ginevra Weasley. E quello che aveva fatto quella mattina lo aveva reso inquieto ma estremamente felice e soddisfatto.

 

Arrivò nella stanza in cui avrebbe dovuto scontare la pena. Aprì la pesante porta di legno, sospirando.

 

-Sei in ritardo, Malfoy.- la voce allegra del suo compagno di sventura, lo salutò.

 

Draco sorrise, annuendo col capo.

 

-Cosa ci tocca fare?- chiese avvicinandosi a Ron Weasley.

 

Il rosso gli passò una pala.

 

-Spalare.-

 

-Come scusa?- ribatté Draco iniziando a ridere.

 

-Dobbiamo spalare il campo di Quidditch. Sbrigati.-

 

Ron si fermò a guardare Draco Malfoy scompisciarsi dalle risate. Era uno spettacolo insolito, quasi impossibile da vedere.

 

-Perché ridi?-

 

Draco si fermò, asciugandosi con un dito le lacrime agli occhi.

 

-Mi fai un favore Weasley, da buoni nemici?-

 

Ron incrociò le braccia sul petto. –Cosa vuoi?-

 

Draco lo superò voltandosi appena prima di uscire dalla porta.

 

-Evita di parlare con me, se non vuoi diventare il mio migliore amico...-

 

Ron inarcò un sopracciglio guardandolo strano.

 

-EH?!-

 

 ________________________________________________________________________________

 

Cou-cou!

Siete ancora con me? Se siete ancora con me, vuol dire che questa storia non è stata soporifera. Bene, sono contenta.

 

Spero che anche questa piccola storiella vi abbia divertito.

 

Un bacio grandissimo.

 

AngéleJ

 

p.s.

 

Da Auror a Babbani sta arrivando.

 

p.s. 2

 

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