Un Malfoy non può... una Weasley nemmeno
I personaggi
di questa one-shot appartengono tutti a J.
K. Rowling. Io li ho utilizzati solo per divertirmi e dilettare tutti
quelli che leggeranno questo breve racconto auto conclusivo. I fatti narrati di
seguito non sono mai accaduti nella saga di Harry Potter.
Questa storia
è stata scritta senza nessuna intenzione di lucro, si ritiene, quindi, che
nessun diritto di copyright sia stato infranto.
AngéleJ
Dedicato alle mie cugine,
Claudia e Lucrezia, che apprezzano sempre tutto quello che scrivo.
Draco Malfoy percorreva lento i lunghi corridoi della scuola
di Hogwarts. Le grandi finestre gotiche lasciavano entrare fasci di luce lunare
a rischiarare quella densa oscurità che aveva inghiottito l’ambiente.
Cosa gli era
successo quella mattina?
Non riusciva ancora
a capirlo. Passeggiava per i meandri solitari in cerca di una spiegazione a
quell’avvenimento che l’aveva coinvolto. O meglio che l’aveva visto
protagonista.
Miriade di domande
gli vorticavano nella mente. Solo una però era chiara e martellante.
Perché?
Perché aveva avuto
quello stranissimo comportamento nei confronti di... Non riusciva nemmeno a
pronunciare il nome di quella ragazza.
Una sola
spiegazione gli saliva alla mente, e quella sola e semplicissima spiegazione
gli dava la nausea. Lo faceva star male eppure era la semplice verità.
Draco Malfoy si era
innamorato.
Non era tanto
questa la questione che gli dava una discreta nausea, quanto la persona di cui
si era decisamente innamorato. Un Malfoy poteva
innamorarsi, ma di persone del suo rango, della sua classe... della sua specie! Non certo di quelle
ragazzine che appartenevano, a suo parere, ad una classe sociale molto più
inferiore. Eppure, era così.
Lui, il serpeverde
per antonomasia, si era innamorato di una graziosissima ragazzina dai fulvi
capelli.
Si sarebbe
schiaffeggiato da solo pur di non rivelare a nessuno il nome della giovane che
gli aveva rubato il cuore, ma da quella mattina era noto ormai a tutti gli
allievi di tutte le case, compreso il corpo docenti di Hogwarts.
Draco Malfoy si era
perdutamente ed irrimediabilmente innamorato di Ginevra Weasley.
In realtà, però,
quello che era successo quella mattina non era altro che l’esplosione a causa
di una serie di avvenimenti che avevano fatto perdere la testa al biondo
serpeverde.
Ginny Weasley
camminava velocemente sulla neve del parco che si era appena posata. Degli
scricchiolii sinistri si levavano ad ogni suo passo.
Era in ritardo per
quella dannata punizione che la McGranitt, la carissima e giustissima
insegnante di trasfigurazioni, le aveva assegnato per un suo comportamento poco
garbato nei confronti di un suo compagno
che educato nei suoi confronti non lo era mai stato.
Quella mattina era
stata la prima volta che aveva reagito come si doveva alle provocazioni
insopportabili del furetto-Malfoy, e
come tutte le volte che si reagisce per la prima volta dopo tanto tempo, era
stata beccata in pieno dalla direttrice della sua casa.
Grazie a Dio, la
McGranitt, conosceva piuttosto bene entrambi gli elementi che avevano provocato
la piccola rissa nel corridoio del secondo piano, così aveva avuto il buon
senso di punire entrambi per l’accaduto.
La punizione,
almeno a parere di Ginny, non era eguale alla colpa. In fondo, aveva solamente
puntato la bacchetta alla gola di Draco Malfoy! Non gli aveva torto uno solo
dei bellissimi e profumatissimi capelli biondi.
Spalare senza la
magia l’intero campo di Quidditch le sembrava proprio cattivo. Almeno per lei.
Raggiunse con un
piccolo salto -per superare un cumulo di neve troppo alto- le porte di quercia
scure e pesanti dello stadio. Le sospinse con forza, aprendole.
Immediatamente, un
ammasso di colori che andavano dal nero, al verde fino al biondo chiarissimo,
l’anticipò, entrando per primo nel campo completamente imbiancato.
-Grazie, piccola
Weasley.- la prese in giro fermandosi al centro dello stadio.
Ginny digrignò i
denti per la rabbia.
Come si permetteva
quel brutto damerino di chiamarla “piccola Weasley”!
Si avvicinò a lui
con un’aria stanca e soprattutto scocciata. Draco Malfoy non era proprio la
compagnia che si poteva desiderare per spalare la neve! O meglio Draco Malfoy
non era la giusta compagnia per fare qualsiasi cosa...
-Non le avevo di
certo aperte per fare entrare un piccolo furetto biondo nello Stadio di
Quidditch.– gli rispose tagliente aggiustandosi la mantella nera e mettendo ben
in vista il distintivo di prefetto.
Malfoy la fulminò
con lo sguardo. Non ebbe il tempo di ribattere che Madama Bumb era davanti a
loro, con due pale tra le mani.
-Buon pomeriggio,
ragazzi.- li salutò pimpante, porgendogliele.
Draco arricciò le
labbra mentre afferrava quell’arnese pesante. Ginny alzò gli occhi al cielo
notandolo e in quel momento pensò che Draco Malfoy assomigliava ad una signorina
capricciosa.
-Attento alle
unghie...- gli disse in un soffio.
Draco la guardò
di sottecchi.
-Tu non hai
bisogno di nessuna raccomandazione. Hai delle mani da boscaiolo!-
Ginny sgranò
occhi e bocca inviperita. Gonfiò il petto mentre prendeva fiato per ribattere
ma Madama Bumb mise fine a quella discussione.
-Alt!- esclamò
portandosi le mani sui fianchi. –Iniziate a spalare la neve, prima che altri
fiocchi vengano giù!-
Draco e Ginny si
lanciarono uno sguardo carico di veleno mortale ed in silenzio religioso
iniziarono quella punizione che li avrebbe portati molto, molto lontano.
Ginny spalò
l’ultimo strato di neve della sua parte di campo. Rovesciò la massa bianca nel
grande cesto e si girò ad osservare Draco.
Per la prima
volta nella sua vita, Ginny vide sulle guance di Malfoy una leggera colorazione
rosa che gli conferiva un’aria salutare. I capelli biondi di solito
perfettamente pettinati all’indietro, erano scompigliati.
Sembrava diverso.
Draco alzò lo
sguardo incrociando per sbaglio gli occhi chiari e limpidi di lei.
-Hai già finito,
boscaiola?- un sorriso cattivo curvò le labbra sottili di Malfoy.
-Io non batto la
fiacca come te, ragazzina.- ribatté
velenosa rassettandosi i capelli ondulati.
Malfoy continuò ad avere quell’odioso
sorrisetto stampato sul volto.
-Cos’hai da
sogghignare, Malfoy?-
Il biondo si
strinse nelle spalle.
-Nulla.-
Intanto, però, il
ghigno non accennava a diminuire. Ginny incrociò le braccia sul petto,
imbufalita. Raccolse un po’ di neve dal mucchio che aveva raccolto e la lavorò
ottenendo una piccola sfera.
-Che cos’hai da
ridere?- ripeté nascondendo la palla dietro la schiena.
Malfoy si fermò
di spalare voltandosi a guardarla. –Se avessi uno specchio rideresti anche
tu...-
Ginny sentì il
sangue ribollirle nelle vene. Odiava quando qualcuno rideva di lei. E
sopportava ancora di meno se a farlo fosse stato un Malfoy.
Con estrema calma
tirò fuori la sfera, e con un gesto preciso del polso la lanciò senza
difficoltà contro la nuca di Draco.
Un rumore sordo
riempì l’aria fredda e pungente.
Con lentezza
esasperante Malfoy si voltò verso di lei. Aveva ancora il sorriso cattivo
disegnato sulle labbra.
-Come hai osato?-
le chiese fulminandola con la sguardo.
Ginny rise. Prese
altra neve e gliela lanciò.
-Esattamente
così!- disse riferendosi alla domanda.
Un po’ di neve
era finita sul mantello nero e sulla chioma bionda.
-Vuoi un’altra
punizione, Weasley?- sibilò togliendosi da dosso i piccoli fiocchi bianchi.
Ginny si morse il
labbro, cercando di trattenere una piccola risatina.
-Assolutamente,
Malfoy.-
Senza aspettare
oltre Draco si gettò sul terreno raccogliendo una cospicua quantità di manto
candido, l’appallottolò e prima che Ginny potesse scostarsi, la lanciò contro
il suo viso, colpendola.
-Ehi!- esclamò la
rossa sputacchiando pezzetti di ghiaccio.
-Forse con la
lingua congelata starai un po’ zitta!-
Ginevra incurvò
un sopraciglio, incrociando le braccia sul petto.
-Io non parlo
sempre.- affermò con stizza.
-Certo, come
Tiger non mangia mai.-
Ginny non seppe
esattamente il motivo ma, all’improvviso, si ritrovò a ridere per una battuta
di Malfoy. Draco sentì una strana sensazione.
Nessuno (a parte i suoi compagni serpeverde) aveva mai riso per una sua
affermazione simpatica.
-Bella questa...-
confessò senza rifletterci Ginny.
-Io ne dico
sempre di belle!-
-Beh, adesso non
esagerare...-
Forse il tono in
cui aveva pronunciato quelle parole o l’espressione buffa che aveva assunto
quel piccolo viso roseo, ma, all’improvviso, Draco Malfoy rise di cuore.
Non era la solita
risata glaciale e schernitrice. Era una vera, semplice, pura risata, divertita
e quel suono fece uno strano effetto sul cuore di Ginny. Una piccola sensazione
di caldo orgoglio le salì dallo stomaco. Far ridere un Malfoy non era da tutti.
Un’altra palla
colpì il volto di Ginny.
-Non vale ero
distratta!- esclamò lei ripulendosi la faccia.
-Non puoi
permetterti di esserlo in guerra, Weasley.-
Ginevra incrociò
le braccia sul petto.
-Questa non è una
battaglia di palle di neve, Malfoy-
Un’altra palla
colpì la testolina rossa di Ginny.
-MALFOY!- sibilò
per la paura di svegliare Madama Bumb. –Se è la guerra quella che vuoi, sta
tranquillo che l’avrai!- e prima che un’altra sfera morbida la colpisse si
lanciò a terra.
Draco rise quando
notò Ginny stesa sull’erba gelida, con tutti i capelli arruffati e le braccia
incrociate sulla testa.
-Ehi, Weasley!-
gridò afferrando la neve a piene mani –E’ inutile che ti nascondi! Tanto non mi
scappi!-
E prima che Ginny
potesse alzare la testa una serie di palle di neve le piombarono addosso.
-Malfoy!- gridò
senza più controllarsi.
In quel momento,
una cruenta battaglia all’ultima palla di neve iniziò nel campo di Quidditch.
Dopo una mezz’ora
abbondante, entrambi avevano i vestiti bagnati ed i capelli arruffati. Le
guance rosse e il fiatone per la foga.
Si guardarono
negli occhi per brevi istanti.
-Cosa
succederebbe se chiedessi un time out?- chiese Ginny a corto di fiato.
Draco le sorrise.
-Sicuramente non
te lo concederei.-
Ginny inarcò un
sopracciglio.
-E se me lo
prendessi?-
Malfoy si ripulì
alla meglio il mantello prima di risponderle.
-Te lo lascerei
prendere solo perché ne ho bisogno anch’io.-
-Bene.-
Ginevra sospirò
prima di lasciarsi cadere a terra sul prato ancora sporco di neve. Cercò di
riprendere il controllo del suo respiro e soprattutto dei suoi pensieri.
Giocare e ridere con Malfoy era un’esperienza mistica. Non era facile avere un
contatto così ravvicinato con il biondo serpeverde senza rimanere scottati.
-Spostati,
Weasley...- le disse sdraiandosi accanto a lei.
Ginny trattenne
il respiro. Cosa diavolo stava facendo Draco Malfoy? Aveva varcato la soglia
della sua sfera personale, sedendosi così vicino a lei.
Alzò leggermente
il capo lanciando rapide occhiate al bel biondo.
-Mi sono sdraiato
qui, solo perché non c’è neve. Non farti strane idee, piccola Weasley.- le
disse continuando a fissare il cielo plumbeo e carico di neve.
Ginny sorrise.
- D’accordo.-
-Non pronunciare
“D’accordo” in quel modo!- la riprese voltandosi a guardarla negli occhi.
Fu in quel
momento che Draco Malfoy avvertì una piccola scossa all’altezza dello sterno.
Il sorriso dolce
e sincero di Ginny, le sue guance morbide e
rosse, quei capelli mossi e vermigli, gli occhi limpidi e penetranti.
- D’accordo- gli
disse ancora con un tono diverso.
Malfoy capì di
non poter più fare a meno della voce di
quella ragazzina.
Entrò in silenzio nella grande sala grande.
Tutti i tavoli delle case erano pieni dei loro studenti. Con passo lento e
strascicato Draco Malfoy, si diresse verso il centro del tavolo dei serpeverde.
Senza rendersene
conto fece correre il suo sguardo grigio sulla tavolata oro-rosso.
Risa e
chiacchiere si levavano da quella direzione.
Vide Ron ed
Hermione battibeccare e lanciarsi strane occhiate languide, di cui tutti
avevano capito il significato, tranne loro. Dean e Neville parlare di quale
strano argomento... e poi lei.
I lunghi capelli
rossi ed ondulati si muovevano insieme alla sua testa. Gli occhi chiari ed
intelligenti sprizzavano allegria e tranquillità. Le piccole labbra piene erano
distese in ampi sorrisi.
Draco si ricordò
di dover respirare.
Non credeva che
vederla gli potesse fare quell’effetto.
Spostò mal
volentieri i suoi occhi da lei e incontrò il viso roseo e regolare di Harry.
La visione che
gli si presentò davanti lo fece rabbrividire dalla gelosia.
Lo “sfregiato”
aveva allungato una mano appoggiandola con dolcezza su quella di Ginny. Si era
chinato verso di lei sfiorandole la guancia con le labbra.
In quel momento,
Draco Malfoy vide rosso. Boccheggiò come un pesce in cerca di ossigeno e prima
di rendersene conto lasciò a passo spedito la sala grande.
Ginny si voltò
osservando il serpeverde allontanarsi.
Non capì bene il
motivo, ma sapere che lui non era più presente in sala comune, le fece uno
strano effetto.
Ginny percorreva silenziosa i lunghi corridoi
della scuola. Aveva una strana sensazione addosso. Mai nella sua vita avrebbe
pensato che un giorno Draco Malfoy le avrebbe fatto effetto.
O meglio. La sola
presenza del biondo serpeverde avrebbe potuto determinare un’emozione
particolare nell’animo di Ginevra.
Sospirò
malinconica quando si fermò davanti la finestra semi aperta. Una piccola folata
di vento entrò prepotentemente nel corridoio. Ginny rabbrividì stringendosi
nelle spalle minute.
Si appoggiò con
un piccolo sospiro alla colonna di alabastro e rimase ad osservare il
bellissimo paesaggio, che era la campagna intorno ad Hogwarts, completamente
imbiancata.
-Siamo
malinconiche, in questo periodo?-
La voce
strascicata e, nell’ultimo periodo a quella parte, estremamente sensuale, di
Draco, la fece sobbalzare.
Si voltò
velocemente incontrando i suoi freddi occhi di ghiaccio. Ginny ebbe un piccolo
fremito all’altezza dello sterno, che si diramò rapidamente in tutto il corpo
fino a raggiungere la schiena. Tentò di
nasconderlo muovendosi, per staccarsi dalla colonna.
-Assolutamente,
Malfoy. Tu, piuttosto. Nell’ultimo periodo ci stiamo vedendo un po’ troppo.-
Draco infilò le
mani nelle tasche del mantello. Fece un piccolo sorrisetto obliquo.
-Già, l’ho notato
anch’io. Mi stai forse pedinando?-
Ginny rimase a
fissarlo, leggermente intontita. Lei che pedina Draco Malfoy? Ma mai nella
vita. Certo aveva messo molta più attenzione nell’individuarlo tra la folla,
nel capire i suoi spostamenti, le sue tappe giornaliere, le sue abitudini più
particolari. Ma da questo ad arrivare a dire che lei lo stava pedinando era
davvero troppo.
O no?
-Io? Pedinare
te?- fece Ginny con un’aria alquanto scandalizzata. –Mi sa che prima mi diplomo
con i voti più alti della storia in Pozioni.-
Draco inclinò il capo avvicinandosi di qualche
passo alla rossa. Scrutò quella figura longilinea. L’assenza del mantello
pesante e della sciarpa oro-rossa, lasciava più facilmente individuare quel
fisico magro ma rotondo nei punti giusti.
Allungò una mano
verso il suo viso. Seguì con la punta delle dita il profilo regolare di Ginny.
-Non sei tanto
male, piccola Weasley.- le accarezzò con il pollice le labbra piene. –Potresti
far girare la testa a molti ragazzi se solo volessi.-
Ginevra aveva
iniziato a respirare male. Il cuore le pompava a mille e l’agitazione le aveva
colorato le guance di un orrido e terribile rosso fragola.
“Perché pensi che
Draco Malfoy sia sexy?” si disse mordendosi le labbra mentre il biondo scendeva
con le dita sul suo collo. Si soffermò sulla giugulare che pompava ad un ritmo
incessante. “Svegliati Ginny! E’ sempre il solito, bastardo, stronzo,
bellissimo, sexy e profumato Malfoy. Cosa c’è da essere così emozionata? Avanti
apri gli occhi e spingilo in dietro.”
Ginny aprì gli
occhi nello stesso istante in cui Draco Malfoy le spostò una ciocca ramata
dagli occhi chiari.
Ginevra respirò a
fondo prima di afferrare la sua mano e portarla con estrema dolcezza lontano
dal suo viso.
-Hai detto bene,-
iniziò mantenendo i suoi occhi viola in quelli grigi e freddi di Draco. –Se
solo volessi. Ma io non voglio, quindi, non si fa niente.-
Si allontanò da
Malfoy e, dopo aver raccolto la borsa dei suoi libri sparì dietro l’angolo più
vicino.
In quel preciso
momento, Draco capì di non poter più fare a meno degli occhi della piccola
Weasley.
Guardò il piccolo
villaggio di Hogsmead completamente imbiancato. Anche quell’anno alla vigilia
di Natale una grande fiera era stata organizzata nel piccolo villaggio vicino
la scuola.
Draco Malfoy non
vi aveva mai preso parte, però. Lui per Natale aveva sempre preferito tornare a
Malfoy Manor, dove sarebbe rimasto solo per la maggior parte del tempo, ma dove
avrebbe avuto una miriade di regali da scartare.
Anche lui, però,
era cresciuto arrivando a preferire d’incontrare seppur per poco tempo e da
molto lontano, la ragazza, di cui mai avrebbe rivelato il nome e che da un po’
di tempo a quella parte popolava i suoi sogni più sensuali, piuttosto che
tornare a casa.
Quell’anno ad
Hogsmead era arrivata persino la giostra babbana chiamata la “Ruota
panoramica”. Mai ci avrebbe messo piede eppure in quel preciso momento era in
compagnia di alcuni suoi compagni serpeverde sotto quello strano arnese,
intento ad osservarlo e a capire il suo strano meccanismo babbano.
-Strano, vero?-
La voce di Ginny
lo riscosse facendolo tremare come una corda estremamente tesa.
Si voltò
incontrando quel visino tanto delicato.
Dovette
ricordarsi di respirare e soprattutto di chiudere la bocca.
Ginevra Weasley,
quella sera era dannatamente bella.
I lunghi capelli rossi
erano stati raccolti in due codine basse ed ordinate. Il piccolo corpicino
sinuoso era fasciato in un vestitino di lana bianca la cui gonna arrivava sul
ginocchio. Le scarpe col tacco a bambola, la slanciavano ancora di più
facendola sembrare un po’ più alta. Il mantello nero di Hogwarts, contrastava
con i suoi capelli.
Le labbra rosse
giocavano maliziosamente con una lecca-lecca alla fragola.
Draco ne poteva
distinguere nettamente l’odore.
-Weasley.- la
salutò voltandosi a guardarla.
Ginny inarcò un
sopracciglio togliendo dalla bocca il dolce caramelloso e rispondendo.
–Malfoy.-
-Tuo padre ha
svaligiato una banca per potersi permettere il vestito che indossi.- la prese
in giro squadrandola apertamente.
Ginny fece un
sorrisetto antipatico rimettendo in bocca la caramella.
-Nessuno ti ha
mai detto il proverbio babbano “Ciò che non curo lo calpesto”?- gli rispose
avvicinandosi a lui e superandolo.
Una folata di
fragola seguì la ragazza.
Non era il
lecca-lecca a profumare così. Era lei.
-Hai fatto il
bagno nel profumo, Ginny?-
Ginevra si bloccò
sentendo il suo nome pronunciato dalla voce di Draco. Le faceva uno strano
effetto. Si voltò portando le mani sui fianchi.
-Stai bene,
vero?-
Draco si morse la
lingua. Si era accorto della piccola, grande gaffe che aveva commesso.
Sorrise,
raddrizzando per bene le spalle.
-Certo, Weasley.
Mai stato meglio.-
Ginny lo guardò
sospettosa, prima di sospirare ed avviarsi verso la ruota panoramica.
-Sarà.- disse
arrivando vicino il tabellone del prezzo del biglietto.
Ginny per poco
non si congelò quando si accorse del prezzo troppo elevato. 2 falci e 17
zellini era la stessa somma che occorreva a lei per comprare un paio di libri
usati.
Sbruffò allontanandosi.
Non fece neanche un passo che urtò contro Malfoy.
-Ahia!- esclamò
toccandosi il naso. –Ma che ci facevi dietro di me?-
Draco sorrise
afferrandole un polso. La trascinò su per l’impalcatura della giostra fino al
bigliettaio che continuava a gridare.
-Ohi, ohi.- disse
quando li vide quasi mano nella mano. –Ma che bella coppia abbiamo qui. Avanti
giovanotto due biglietti costano per te solo 4 falci tondi, tondi.- Il signore
baffuto afferrò le monete che Draco gli offriva e schiacciò un pedale per far
muovere la giostra.
Ginny era ancora
imbambolato. Non aveva pronunciato una parola.
Non si rendeva
ancora conto di essere schiacciata in un sedile volante con Malfoy, che per
giunta le aveva offerto il biglietto.
-Bel panorama.- esclamò
all’improvviso il ragazzo guardando in tutte le direzioni. Ginny si sporse
leggermente per guardare e dovette convenire con lui. Hogsmead era molto bella
vista da quella notevole altezza.
Ginny si voltò
verso di lui.
-Ti devo 2
falci.- gli disse iniziando a cercare
nella borsa che aveva a tracolla.
Draco la bloccò
afferrandole un polso.
-Non accetto
denaro da una ragazza. Anche se questa ragazza sei tu.- le sorrise mentre la
giostra riprendeva a salire. Si bloccò nel posto più alto.
Ginny si
schiacciò contro il sedile. Nemmeno con la sua scopa aveva raggiunto un’altezza
simile.
-Tutto bene?- le
chiese voltandosi per fissarla, staccando le mani dalla balaustra di
protezione. Ginevra entrò nel panico quando lo notò.
-Ti prego.- gli
disse togliendosi il lecca-lecca dalla bocca che in quel momento le stava
provocando una certa nausea. –Rimetti le mani qui sopra.- terminò indicando la
sbarra che serrava con violenza. Le noche le erano diventate bianche.
Draco rise
inclinando la testa.
-Paura, Weasley?-
Ginny si morse le
labbra gonfie e scarlatte. Draco non poté fare a meno di pensare a quanto
dovevano essere dolci.
-Vertigini. Non
ho paura.- gli rispose rimanendo incollata allo schienale.
Draco guardò in basso
poi fece una cosa molto stupida. Infilò la testa sotto l’asta di protezione.
Ginny serrò gli
occhi cercando di calmarsi. Perché diavolo era su una giostra tanto pericolosa
insieme a quel demente di Malfoy?
-Ti prego!-
esclamò la rossa afferrando la mano di Draco.
Il biondo si
voltò. Sul suo volto albergava un piccolo sorrisetto che presto scomparve non
appena vide il viso di Ginny contratto da una smorfia di puro terrore.
Si appoggiò allo
schienale sbruffando e continuando a serrare forte la mano di Ginny.
-Ma quanto sei
sciocca, Weasley.- iniziò dandole un piccolo buffetto sulla fronte. –Non
possiamo cadere. E Poi siamo maghi. A qualcosa i nostri poteri serviranno!-
Ginny annuì.
-Lo so. Ma mi
sento male, non posso farci niente. Uffa.-
Draco rise
afferrando dalle mani della rossa il suo lecca-lecca.
-Questo non lo mangi
più?- le domandò annusandolo.
Ginevra scosse il
capo nascondendosi dietro la spalla del
biondino. Aveva avuto la malsana idea di riaprire gli occhi e guardarsi
attorno.
-Sei proprio una
fifona, Ginevra.-
Ginny si riscosse
sollevando appena la faccia dalla stoffa nera e pesante del mantello di Malfoy.
-Da quando sono
Ginevra?- gli chiese mentre la ruota riprendeva a scendere e a fermarsi di
nuovo, un po’ più in basso.
Draco si strinse
nelle spalle.
-Da quando ho
scoperto che quel bruttissimo nomignolo, corrisponde ad un bel nome.- le spiegò
afferrando la sua bacchetta. La puntò contro il lecca-lecca mormorando
qualcosa. Immediatamente un piccolo involucro trasparente si arrotolò intorno
alla caramella.
-Tieni,- le disse
porgendoglielo. –Così, potrai mangiarlo più tardi.-
Ginny lo afferrò
con delicatezza. In quel momento, si ricordò che aveva un altro dolcetto nella
borsa.
-Tieni,- gli
dichiarò allungandogli il lecca-lecca. –Così, anche tu potrai mangiarlo più
tardi.-
Malfoy le sorrise
come quella volta sul campo di Quidditch. Un sorriso dolce, magico. Un sorriso
nato solo ed esclusivamente da un’ emozione pura e incontaminata.
-Grazie,
Ginevra.-
Questa volta fu
Ginny a sorridere.
-Ma ti pare,
Draco.-
Il biondo inclinò
il capo guadandola negli occhi.
-E adesso da
quando sono Draco per te?-
Ginny si strinse
nelle spalle. Si mordicchiò il labbro inferiore rendendolo ancora più
scarlatto. Draco arrossì impercettibilmente quando si accorse di stare
immaginando di baciare Ginevra Weasley.
-Da quando ho
capito che dietro ad un nome quasi spaventoso, si nasconde una persona quasi
piacevole.-
Draco rise
amaramente mentre la ruota riprendeva a scendere senza più soste.
Arrivarono a
terra e velocemente furono liberati dal giostraio.
Si avviarono
insieme verso la fine del piccolo paese dove Ginny doveva incontrare i suoi
amici.
-Beh,- iniziò
Ginny voltandosi. –Grazie del biglietto e per avermi accompagnato.-
Draco si strinse
nelle spalle.
-Non farci
l’abitudine, Weasley. Non è sempre Natale.-
Ginny rise
abbassando lo sguardo imbarazzata. Chiunque l’avesse vista in quel momento,
avrebbe stentato a riconoscerla.
-Beh, allora ci
vediamo.- continuò Ginny iniziando ad allontanarsi.
Draco la guardò
andare via e prima che lei non avesse più potuto sentirlo, le urlò dietro.
-Buon Natale,
Ginevra!-
Ginny si voltò.
Lo guardò per qualche minuto prima di sorridere con una dolcezza
indescrivibile.
Draco sentì un
tuffo al cuore. Immediatamente, capì di amare con tutto se stesso quel sorriso,
e soprattutto, si rese conto di non poterne più fare a meno.
Il freddo di Dicembre era leggermente
aumentato fino a trasformarsi in un gelido Gennaio.
Da quella volta
sulla ruota panoramica Ginny, non aveva avuto più modo d’incontrare Draco.
Doveva ammetterlo. Le mancava. Si divertiva a giocare con lui, a stuzzicarlo, a
prenderlo in giro. Sapeva che qualunque cosa lei avesse detto lui non se la
sarebbe presa più di tanto.
-Ginny!- la voce
affannata di Colin Canon le raggiunse le orecchie. Si voltò appena in tempo per
vedere una piccola furia dai capelli grigio topo, scendere le scalinate fino a
percorrere in quattro falcate il corridoio che li separava.
Ginny gli sorrise
quando Colin si piegò in due per riprendere fiato.
-Cosa c’è?- gli
chiese quando il ragazzo ebbe abbastanza fiato per rimanere in una posizione
eretta.
Colin ingoiò il
vuoto sparando fuori tutto quello che doveva dirle in meno di 10 secondi.
-MalfoyetuoFratellosistannopicchiandonelcorridoiodelsecondopiano!-
Ginny inarcò un
sopracciglio. Non aveva capito molto.
Colin sbruffò
afferrandola per un polso e trascinandola veloce su per le scale, i corridoi e
vari ritratti, fino ad arrivare al secondo piano vicino al bagno dei ragazzi,
dove una piccola folla si era radunata.
Ginny e Colin si
fecero largo tra i ragazzi.
-RITIRA QUELLO
CHE HAI DETTO, VISCIDA SERPE!- la rossa udì la voce di suo fratello.
-Non ci penso
nemmeno, Weasley.-
Ginny arrivò
giusto in tempo per vedere suo fratello ripartire alla carica prima di essere
fermato dalle braccia di Harry ed Hermione.
-RON!- esclamò
all’improvviso avvicinandosi al fratello. –Che diavolo combini? Vuoi forse una
bella strilettera da mamma una volta che la McGranitt l’avviserà che sei stato
punito per la seconda volta in una settimana?-
Ron sbruffò
liberandosi dalla stretta dei suoi amici.
-Prenditela col
tuo fidanzatino. E’ lui che ha cominciato.-
Ginny aprì la
bocca.
-Il-il mio cosa?-
Malfoy intervenne
rimanendo nella zona dei Serpeverde.
-Ecco brava,
piccola Weasley. Diglielo anche tu a quel troll, che io non mi sognerei mai
nemmeno di respirare la tua stessa aria.-
Ginny si voltò
fulminandolo con lo sguardo.
-Non
preoccuparti, Malfoy, neanche io avrei questo barbaro coraggio!-
Ron la guardò
soddisfatto. Ginny era strepitosa nel ribattere e zittire quel pallone gonfiato
di Malfoy. Ora era chiaro. Quel deficiente di Dean gli aveva detto un’altra
scemenza delle sue. Da quando Ginny l’aveva lasciato non faceva altro che
inventarsi cose stranissime sul conto di sua sorella. Quella sera avrebbe perso
quel brutto viziaccio.
-Quindi, non è il
tuo fidanzato?-
Ginny e Draco
scoppiarono a ridere nello stesso momento.
-Se mai mi faccio
suora.-
Ron parve
rilassarsi. Sorrise a sua sorella scompigliandole i capelli.
-Benissimo.
Allora, è tutto a posto.- si voltò verso Hermione e Harry che sorridevano
sornioni, entrambi con le braccia incrociate sul petto. –Beh, voi due cosa
avete da ridere! Andiamo o faremo tardi agli allenamenti. Hermione tu vieni a
vederci, vero?- e con un sorriso che andava da un orecchio all’altro si
allontanò, come se nulla fosse successo.
Ginny rimase
ferma e silenziosa. Restò in quel corridoio per un po’. Non si accorse nemmeno
che il piccolo pubblico si stava allontanando. Colin la salutò ma a stento gli
rispose.
Quella sarebbe
stata dunque la reazione di Ron, se avesse saputo che in realtà lei stava
iniziando a vedere Malfoy sotto un altro aspetto.
Strinse forte i
volumi che portava tra le braccia, cercando nella loro consistenza, un’ancora o
un appiglio, per non essere trascinata via dalla strana sensazione di vuoto che
la stava attanagliando.
Sentì una
presenza dietro di lei. Un profumo famigliare.
-Bello
spettacolino, Ginevra.-
Ginny non poté
evitare di sorridere prima di voltarsi verso di lui.
-Grazie, Draco.-
Si girò di nuovo
e prese a camminare con dei passi lenti e misurati. Era quasi arrivata alla fine del corridoio
quando una mano sul suo braccio, l’obbligò a voltarsi.
-Davvero
preferiresti diventare suora piuttosto che la mia ragazza?- la guardò negli
occhi sentendosi immediatamente attratto da loro. Quel colore azzurro così
particolarmente tendente al viola, quei cappelli rossi così morbidi ed
ondulati.
Ginny si sentì
fremere dalla voglia di issarsi sulla punta dei piedi e chiudere una volta
nella sua vita quelle labbra sottili ma ben disegnate. Il profumo pungente di
pulito che emanava la faceva sentire tranquilla.
-Tu cosa pensi?-
gli disse in un soffio a pochi centimetri dalla sua bocca.
Draco continuava
a far saettare i suoi occhi sul viso di Ginny. Come aveva fatto a non
accorgersi di quanto quella ragazza fosse bella.
-Io penso di no.-
Ginny gli sorrise
trovando finalmente la forza di distaccarsi da lui.
-Bene, allora è
così.- si voltò per andarsene ma Draco la fermò.
-Devo di nuovo
picchiare tuo fratello per poterti rivedere, Ginevra?-
Ginny si voltò
con un’espressione scandalizzata.
-L’hai fatto a
posta?-
Draco fece un
piccolo sorriso che lo rese ancora più sexy.
-Tu cosa pensi?-
Ginny strinse i
libri al petto inclinando leggermente il capo.
-Non puoi usare
le mie stesse domande.-
-E chi lo dice?-
La rossa si
mordicchiò il labbro sistemandosi la frangia con una mano.
-Lo dico Io!- e
sorridendogli sorniona riprese ad allontanarsi. Arrivò al principio della
scalinata bloccandosi.
-Non c’è alcun
bisogno di picchiare mio fratello per rivedermi. Io adoro passeggiare al
tramonto in riva al lago.- e con un piccolo cenno della mano si avviò veloce
giù per i gradini.
Draco sopirò, infilandosi le mani nelle tasche
del mantello. Serrò forte le dita intorno al lecca-lecca e disse.
-Ci rivedremo
molto prima questa volta, Ginevra.-
Draco guardò la
riva del lago. Il tramonto era quasi vicino ed il cielo aveva iniziato a
dipingersi di quel bellissimo colore arancio-rosa.
La neve di
Gennaio aveva dei riflessi particolarmente belli in quel momento della
giornata, il manto candido brillava di luce riflessa.
I suoi occhi
grigi avevano assunto una piccola ombra scura, in quel momento tendevano al
blue.
La vide seduta su
una radice che sporgeva dal terreno. I suoi capelli rossi catturavano gli
ultimi raggi del sole rendendoli di un rosso vino molto esotico.
Indossava la
sciarpa ed il mantello. Aveva abbandonato poco più in là, la borsa dei libri.
Aveva un’aria
concentrata, era immersa in una lettura all’apparenza molto interessante.
-Avevi detto di
amare passeggiare al tramonto. Non di leggere.- le disse non appena la
raggiunse.
Ginny sorrise
alle pagine ingiallite. Sollevò il capo fissando i suoi occhi in quelli di lui.
-Draco.- lo
salutò chiudendo con uno scatto il libro.
Il biondino
inclinò il capo sorridendo sarcasticamente.
-Ginevra.- le
rispose appoggiando un braccio sul tronco, un po’ più in alto della testa della
giovane.
-Non sono tenuta
a dirti tutte le mia abitudini. Io amo fare tante cose alla luce del tramonto.-
Draco sorrise
maliziosamente chinandosi su di lei.
-Tante cose?- le
chiese inginocchiandosi per arrivare all’altezza del suo viso.
Ginny inarcò un
sopraciglio avvicinandosi a lui, quasi a sfiorargli le labbra.
-Sì, tante cose.-
Si tirò in
dietro, scostandolo per alzarsi. Rimise il libro nella borsa caricandosela
sulle spalle.
-Cosa fai?- le
chiese alzandosi ed appoggiandosi al tronco rugoso.
Ginny si voltò
aggiustandosi i capelli che erano rimasti sotto la fascia della borsa.
-Passeggio al
tramonto.-
Draco sorrise
avvicinandosi.
-Vuoi compagnia?-
le domandò aiutandola a sistemarsi quella borsa sulle spalle.
Ginny si morse il
labbro inferiore guardandolo sorniona.
-Sì. Perché no.-
-Non so tu, ma io inizio a sentire un piccolo
brivido di freddo.- irruppe Ginny dopo una lunga passeggiata. Il tramonto era
ormai finito e il manto scuro della sera era sceso a ricoprire tutto. Le prime
stelle iniziavano a brillare in cielo.
-Non hai sangue
nelle vene?- le domandò virando la sua andatura e avviandosi verso il castello.
Ginny lo guardò
con un’espressione di pura sfida.
-Chiunque ci
vedesse non riuscirebbe mai a pensare che io non abbia sangue mentre tu sì.-
Draco si fermò
all’improvviso cogliendola di soprassalto.
-Questo perché la
gente non va mai oltre le apparenze, Ginevra.-
-Perché tu lo
fai, vero?- gli ribatté fermandosi a pochi passi dal portone di Hogwarts.
Malfoy le si
avvicinò scostandole una ciocca dalle labbra.
-Sì.-
Ginny si inumidì
la bocca.
-Io non ne sarei
così sicura. Che prova mi dai per sostenere la tua tesi?-
Malfoy si chinò
ancora arrivando a pochi millimetri da lei. Era così vicino da poter osservare
le piccole efelidi presenti sul suo nasino.
-Beh, ho
intenzione di baciare una Weasley.-
E senza
aggiungere altro entrambi si mossero per cancellare l’esigua distanza rimasta
tra loro.
Si stupirono
della facilità con cui le loro labbra si incastrarono. O della naturalezza in
cui le loro lingue trovarono il giusto ritmo in quella danza.
A quanto pareva
entrambi avevano una discreta esperienza in quel campo, poiché tutti e due
sapevano come muovere aritmicamente la propria bocca su quella dell’altro.
Draco le passò
presto le braccia intorno alla vita attirandola maggiormente, mentre Ginevra si
era issata così tanto in punta di piedi, che quasi non toccava più il terreno.
Aveva le braccia premuto contro il petto del giovane e mai si era sentita più
tranquilla.
Avevano perso la
cognizione del tempo e dello spazio. Quando si staccarono, entrambi con gli
occhi chiusi ed ansanti, ebbero
l’immediato impulso di riperdersi nuovamente nelle braccia dell’altro.
-Credo che
dovresti rimettermi giù.- sussurrò Ginny aprendo di malavoglia gli occhi e
riprendendo contatto con la realtà.
Draco sorrise
continuando a stringerla a sé. Ginny gli trasmetteva calore, tenerezza,
simpatia...
-No,- incominciò
appoggiando la sua fronte su quella di lei. –Sto bene così.-
Ginny arrossì
prima di baciargli di nuovo le labbra. Questa volta molto più velocemente.
-Certo, anch’io.-
gli rispose la accarezzandogli il petto. –Ma vorrei ritoccare la terra.-
In quel momento,
Draco si accorse di averla sollevata.
-Sei troppo
piccolina.- le disse lasciandola andare.
Ginny mise su un
piccolo broncio. Si caricò nuovamente i libri sulle spalle ed entrò nella
scuola.
Draco la seguì a
ruota ponendo una certa attenzione al movimento che il bacino di Ginny faceva
mentre camminava.
Arrivarono
all’entrata dei sotterranei, dove finiva la loro strada in comune.
-Buonanotte.- gli
disse sbrigativamente lei senza voltarsi a guardarlo.
Draco rise prima
di afferrarla per un polso e trascinarla nel corridoio scuro che conduceva ai
sotterranei, dietro la statua di Mirto Lungavita.
La baciò
appassionatamente.
-Questa era una
buonanotte.- le sussurrò dandole dei piccoli baci sulle labbra rosse e gonfie.
-Sì, ma è
pericoloso.- rispose la rossa ribattendo a quegli atti di affetto a stampo.
Draco si chinò su
di lei, pressandola nuovamente contro il freddo muro di alabastro.
-Non mi
interessa.-
E senza darle il
tempo di replicare la baciò ancora, e ancora, e ancora.
Nessuno dei due
si accorse dalla figura che nell’ombra di un’armatura aveva visto tutta la scena.
La mattina dopo
Ginny si alzò molto presto. Aveva una strana sensazione all’altezza dello
stomaco. Si sentiva bene. Eppure aveva anche un brutto presentimento.
Come sarebbe
andata a finire quella storia?
Aveva visto
perfettamente come aveva reagito Ron alla notizia che Ginny si fosse presa una
cotta per Malfoy. Era solo una voce, eppure suo fratello aveva scatenato il
putiferio.
Ginny si vestì
velocemente, prese la sua borsa dei libri e scivolò veloce fuori dalla stanza.
Percorse con
flemma annoiata la scalinata a chiocciola fino ad arrivare nella sala Comune.
Era già
discretamente affollata pur trattandosi di mattina presto.
Si sedette nella
sua poltrona preferita e con tranquillità tirò fuori il libro che stava
leggendo la sera precedente. Prima che Draco la interrompesse.
Si immerse, come
succedeva sempre, nel mondo fatato e romantico di quella storia babbana.
- E’ lei?- una
ragazza del 4° anno di Grifondoro la indicò senza tentare troppo di
nascondersi.
-Sì. E’ la
sorella di Ron Weasley, il portiere della nostra squadra di Quidditch.-
La brunetta che
aveva parlato per prima la fissò a lungo.
-Insomma, non è
questo gran che. Malfoy è un Serpeverde, ma è terribilmente affascinante. Cosa
ci avrà trovato in lei?-
Ginny chiuse di
scatto il libro facendo sobbalzare le due ochette. Cosa diavolo stava
succedendo? Fissò i suoi occhi verdi sui visi rosei delle due ragazze
sfidandole con lo sguardo a continuare a parlare di lei.
Le due si
azzittirono. Per poco, però.
-Secondo te, ci
ha sentito?- chiese una delle due coprendosi la bocca con la mano.
L’altra scrollò
il capo riprendendo a parlare.
-Pensa che li
hanno visti pomiciare, nel corridoi dei sotterranei, accanto la statua di Mirto
Lungavita! Sono stati proprio sciocchi.- rivelò all’amica mentre si iniziavano
ad alzare dal tavolo.
Ginny sentiva la
vena del collo pulsarle in una maniera indecente. Chi li aveva spiati?
Guardò le due
ochette continuare a cianciare fino a quando non scomparvero dietro il buco del
ritratto. Conosceva benissimo quel tipo di ragazze. Ne era sicura. Entro
mezzogiorno tutta la scuola avrebbe saputo di loro.
Con malagrazia
ripose il libro nella borsa e con l’umore sotto le scarpe si avviò in Sala
Grande per la colazione.
Ginny si era sbagliata.
La notizia non
fece il giro della scuola entro le 12,00 ma bensì prima di pranzo tutti, ma
proprio tutti sapevano già di lei e Draco.
Si sentiva
osservata ed additata da tutti, era peggio di quella volta del Basilisco, della
camera dei Segreti, di Voldemort e compagnia bella.
In
quell’occasione la notizia aveva impiegato molto più tempo a diffondersi.
Sbruffò quando
persino una ragazzina del primo anno di Tassorosso, sorrise quando la vide.
Era davvero
troppo. Non osava immaginare cosa sarebbe successo una volta che persino Ron,
la persona più distratta e meno incline al pettegolezzo della scuola, avrebbe
scoperto quella nuova voce su di lei.
Arrivò vicino al
bagno dei prefetti fiondandosi dentro. Sperava che almeno lì, in cui potevano
entrare solo i prefetti, potesse essere al sicuro.
-Da cosa fuggi,
Ginevra?-
La voce divertita
di Draco la fece sobbalzare.
-Dio!- esclamò
voltandosi ed appoggiandosi al lavandino di ceramica. –Cosa diavolo ci facevi
qui?-
Draco sorrise
avvicinandosi a lei. La incastrò tra il lavello ed il suo torace. Si chinò fino
ad arrivare a sfiorare le labbra.
-Ti aspettavo.-
Ginny rise prima
che Draco la baciasse delicatamente.
-Bugiardo.- disse
la rossa guardandolo negli occhi. –Cosa ci facevi qui, tu non sei prefetto, se
non sbaglio? Non hai alcun diritto di usufruire di questo bagno.-
Draco la guardò
maliziosamente rubandole un altro bacio.
-Sei troppo
intelligente, piccola Weasley.-
Ginny lo
allontanò un po’ incrociando le braccia. –Allora?-
Il serpeverde
sospirò posando le sue mani sui fianchi di lei attirandola un po’ a sé.
-Mi nascondo.-
Ginny inarcò un
sopraciglio.
-Da chi?- chiese
assumendo una smorfia scandalizzata.
-Da tuo fratello.
Credo voglia uccidermi, l’ho visto venire da questa parte insieme alla Granger
che gli ripeteva di calmarsi. Ho trovato questo posto e visto che quest’anno
tuo fratello non è un prefetto ho pensato che fosse un posto sicuro.-
Ginny sorrise
passandosi le dita tra i capelli.
-Ora capisco
perché non sei a Grifondoro.-
Draco prese il
suo viso tra le mani.
-Io non sono a Grifondoro
perché ho tante, troppe caratteristiche di un Serpeverde, piccola Ginevra.-
Si interruppe
bruscamente quando la porta del bagno si riaprì di nuovo. Afferrò Ginny e la
trascinò di peso nel primo cubicolo sulla loro destra, chiuse la porta a chiave,
pressando una mano sulle labbra della ragazza che a stento respirava.
-Ron, ti prego!-
la voce di Hermione irruppe nell’ambiente silenzioso del bel bagno.
-Shhh!- la zittì
il rosso entrando. –Non c’è nessuno. Scommetto che quel damerino si è imboscato
da qualche parte. Spero vivamente da solo.-
Hermione sbruffò
sedendosi su uno dei tanti sgabelli presenti nel bagno. Accavallò le gambe
sbruffando.
-Ron,- disse la
bruna con un tono di voce al quanto annoiato. –Non saltare a conclusioni
affrettate. Non abbiamo ancora sentito la diretta interessata, quindi finiscila
di pensare male di tua sorella.-
Ci fu un breve
silenzio.
Ginny era così
pressata vicino il muro di quel bagno che riusciva a vedere attraverso le
fessure della porta.
-Ron, io ho
fame.- esclamò all’improvviso Hermione alzandosi e dirigendosi verso di lui.
–Perché non scendiamo a pranzo e riprendiamo le ricerche più tardi.-
Si era avvicinata
molto a Ron per i canoni di Hermione che Ginny conosceva.
Il suo naso
toccava quasi il petto del rosso.
Ginny vide suo
fratello inghiottire il vuoto mentre con un po’ di goffaggine portava una mano
sulla guancia di Hermione.
Gliela accarezzò
con dolcezza prima di abbassarsi un po’. Fu un momento solo.
Hermione si
sollevò in punta di piedi e le loro labbra si sfiorarono delicatamente prima di
incastrarsi a regola d’arte.
Vide la bruna
posargli le braccia intorno al collo mentre lui la stringeva per la vita.
Erano davvero
belli assieme.
Ginny trattenne a
stento un piccolo urlò di puro stupore. Draco invece mal celò una risatina.
Le tolse la mano
dalle labbra chiedendole in un soffio.
-Lo sapevi?-
Ginny scosse il
capo. Le dispiaceva pensare che suo fratello e la sua migliore amica le
avessero nascosto un avvenimento così bello ed importante.
Dopo un paio di
minuti i due si allontanarono arrossendo.
-A-andiamo?-
balbettò Ron afferrando la mano di Hermione.
Lei annuì seguendolo
verso l’uscita del bagno. Si baciarono ancora una volta prima di lasciare quel
luogo, rimescolarsi tra gli altri studenti ed indossare quella maschera di
indifferenza tra di loro.
Ginny trovò tutto
molto, troppo triste. Decise che lei non avrebbe mai voluto che la storia tra
lei e Draco andasse a finire così.
Cero forse nel
primo periodo le starebbe stato bene. Ma a lungo andare, sapeva benissimo che
quella situazione l’avrebbe intristita.
Si voltò verso
Draco che era ancora pressato su di lei. Gli diede un bacio a fior di labbra e
gli sussurrò.
-Io non voglio
nascondermi da nessuno.-
Si divincolò con
facilità dalla sua presa e senza voltarsi indietro corse lungo il corridoio del
secondo piano, scese di corsa le scale dell’entrata principale e varcò la
soglia del castello di Hogwarts perdendosi nel freddo di un grigio mattino
invernale.
Ginny riuscì con un invidiabile maestria ad
evitare di incontrare per quasi una settimana suo fratello Ron. Cercava sempre di svegliarsi prima e scendere
prestissimo a colazione. A pranzo preferiva mangiare un panino veloce in riva a
lago, in quel bellissimo angolo nascosto, in compagnia di Draco o di un bel libro.
La cena la
saltava spesso e continuamente, correndo a rifugiarsi nella sua camera, prima
delle 21,00 di sera.
Le persone
continuavano a parlare di lei e Draco, ad indicarla nei corridoi, ma nulla di
più. Odiava quella strana atmosfera di pace. Era decisamente quella che si
definiva la calma prima della tempesta.
-Si può sapere
dove corri sempre?- le chiese venerdì, all’ora di pranzo Draco. –Non riesco a
vederti per più di 10 min. quando riusciamo a trovare questo posto libero. Ti vedo
sempre filare per i corridoi e non riesco più nemmeno a prenderti un po’ in
giro. Mi mancano i nostri battibecchi amorosi tra tutti.-
Ginny gli sorrise
baciandolo delicatamente. Non credeva che un Malfoy potesse essere così dolce.
-Scusami Draco,
ma ho avuto da fare nel cercare di evitare mio fratello. –
Il biondo rimase
in silenzio. Abbassò il suo sguardo grigio sentendosi triste.
-Avevi detto che
non volevi nasconderti da nessuno, Ginevra. Perché lo fai?-
Ginny sospirò
sentendosi in colpa. Sapeva che Draco aveva ragione. Quelle che lui le aveva
detto erano suo parole di qualche giorno prima. Certo che lei non voleva
nascondersi! Ma Ron era e sarebbe sempre
stato il suo fratello preferito e la sua opinione insieme alla sua benedizione,
erano troppo importanti per lei.
-Certo che sì.-
rispose prendendogli le mani nelle sue. –Lo faccio solo perché non sono ancora
abbastanza coraggiosa da affrontarlo da sola, Draco.-
Il serpeverde
alzò lo sguardo puntandolo negli occhi verdi di lei. Le baciò le labbra rosse
assaporandole con dolcezza.
-Non saresti
sola.-
E in quel
momento, Ginny si ritrovò a pensare di essere completamente ed
irrimediabilmente innamorata di Draco Malfoy.
Quel freddo
mattino invernale di sabato, iniziò in maniera alquanto strana per la piccola
Ginny. Non riuscì a svegliarsi prima come gli altri giorni. Quando scese a
colazione l’intera tavolata dei Grifondoro era stracolma.
Vide i suoi amici
e suo fratello raggruppati, nel lato del tavolo, da cui si poteva guardare i
Serpeverde.
Cercò con lo
sguardo un posto libero lontano da loro ma non lo trovò.
In quel momento,
Ron le fece cenno di avvicinarsi. Ginny sentì il cuore fermarsi e prima che il
suo cervello recepisse il messaggio, inghiottì inconsciamente il vuoto,
avviandosi verso di loro.
Arrivò con
lentezza, cercando di allungare quanto più poteva il suo tragitto.
-Ginny!- la
salutò Hermione quando le si sedette di
fronte. Quindi, molto vicina anche a Ron, che sedava tra Harry e la bruna.
–Tutto bene?-
Ginny annuì
iniziando a servirsi la colazione.
-Non ti abbiamo
visto molto in quest’ultimo periodo.- la riprese suo fratello incrociando le
braccia sul tavolo.
-Ho, ho avuto da
fare.- balbettò incerta togliendosi una ciocca rossa dagli occhi.
-Oh, certo.- le
rispose Ron con un tono di voce poco convinto. –E precisamente cosa?-
Ginny alzò lo
sguardo dal piatto.
-Cosa cosa?-
chiese mordendosi le labbra.
-Cosa hai avuto
da fare di così importante da non poter dedicare 10 minuti del tuo tempo a
salutare tuo fratello ed i tuoi amici?-
-Oh,- Ginny si
sforzò di sorridere. –Solo un po’ di studio extra, nulla di che.-
Hermione le venne
in aiuto.
-Brava Ginny!-
disse pizzicando con dolcezza la mano di Ron. –Dovresti prendere esempio da tua
sorella.-
Ginevra vedendoli
battibeccare come al solito non poté fare a meno di ripensare a quello che
aveva visto nel bagno dei prefetti. Come riuscivano a farlo?
-Dai, Hermione
non darmi fastidio!- esclamò Ron, sfiorandole appena le dita e tornando a
concentrarsi sulla sorella.
-Scommetto che
non sai nulla di quello che si dice in giro, vero Gin?- chiese senza troppi
giri di parola Ron. Lui aveva sempre odiato i preamboli.
-Eh?- fece
pensando di fregare suo fratello che la conosceva da tantissimo tempo,
utilizzando quel visino da santarellina che si ritrovava. - No. Dovrei?!-
Ginny vide la
sopracciglia di Ron tremare dal nervosismo.
-Sì.- disse secco
ignorando l’occhiataccia di Hermione. Aveva alzato così tanto la voce che Harry
si era voltato un attimo. Aveva salutato Ginny con un grande sorriso prima che
Dean lo richiamasse per un’altra noiosissima discussione sul Quidditch. –Dovresti, visto che la Star di tutto, sei
tu!-
Ginny cercò di
scoppiare in una risata sarcastica.
-Davvero?!-
Ron aveva la
punta delle orecchie leggermente arrossata. Brutto segno. Stava quasi per
esplodere.
-Non fare la
finta tonta, con me. So benissimo che non sei stupida. Tutti, persino Neville,
hanno saputo questa storia! Quindi anche tu, dovresti esserne a conoscenza.-
Il tono con cui
Ron le disse tutto, all’inizio la fece tremare un po’, però alla fine qualcosa
le scattò dentro. Come si permetteva di trattarla così!
-Perché non me lo
dici tu! Così facciamo prima.-
Ron strinse i
pugni sul tavolo. La vena del collo aveva preso a pulsargli incredibilmente. In
quel momento, le orecchie erano completamente rosse fragola.
-Bene.- disse Ron
alzando la voce. –Si dice che tu e un certo quanto anonimo personaggio di nome
Draco Malfoy e ripeto, Malfoy, site in rapporti che vanno molto più in là del
semplice battibecco nel corridoio. E’
vero?-
Ginny rimase
zitta. Guardò negli occhi suo fratello cercando in tutti i modi di non sbattere
mai le palpebre.
-Anche se fosse
vero, Ron. Non sono affari che ti riguardano.-
Ginny vide il
fumo uscirgli dalle orecchie.
-PORCO CANE,
GINNY!- l’intera sala Grande si ammutolì in quel momento.
Draco che stava
osservando la scena dall’inizio non si spaventò come molti altri, invece. Sentiva una strana sensazione che gli stava
nascendo dentro. Era nuova non l’aveva mai provata per nessuno.
Continuò in
silenzio ad osservare i due fratelli litigare.
-CERTO CHE MI
RGUARDA!- stava urlando Ron avvicinandosi sempre di più al viso di Ginny. –SEI
MIA SORELLA. LA TUA VITA MI RIGUARDA.-
Ginevra strinse i
pugni.
-LA MIA VITA TI
RIGUARDA, RON! MA DI CRTO NON TI APPARTIENE. E’ LA MIA VITA! SARò LIBERA DI
DECIDERE COSA FARE ALMENO IN QUETSO CAMPO?-
Ron boccheggiò in
cerca di ossigeno.
-IO NON VOGLIO
DECIDERE QUALCOSA. VOGLIO SOLO EVITARTI DI FARE SCELTE AVVENTATE E DETTATE
SOLAMENTE DALLA FOGA DEL MOMENTO!- continuava ad urlare diventando sempre più
rosso.
-IO NON HO FATTO
NESSUNA SCELT AVVENTATA!-
Ron si alzò in
piedi sovrastandola in tutta la sua altezza.
-CERTO! PERCHE’
BACIRE UN MALFOY NON E’ UNA SCELTA AVVENTATA! E’ NORMALE AMMINISTAZIONE PER UN
WEASLEY, VERO?-
Ginny trattenne a
stento le lacrime che pressavano per uscirle dagli occhi.
-IO NON DEVO DARE
CERTO CONTO A TE DELLE PERSONE CHE DECIDO DI BACIARE E POI...-
Non riuscì a
finire la frase. Una mano morbida e gentile la fece voltare. Qualcuno, dal
profumo estremamente famigliare l’aveva presa tra le braccia, baciandola con
passione.
Senza accorgersene
Ginny aveva risposto a quel contatto così dolce e travolgente.
Quando si
staccarono, Ginevra lo guardò negli occhi riconoscendo immediatamente quello
sguardo freddo che riusciva a trasmetterle un calore incredibile.
-Io sono
innamorato di lei, Weasley. Adesso come la mettiamo?-
Ron era rimasto
allibito la bocca socchiusa.
-Ma tu sei un
Malfoy e...e un Malfoy non può ...e una Weasley nemmeno... Poi lei è una
bambina...-
Ginny sorrise
prendendo per mano Draco.
-Io non sono una
bambina, Ron.-
Il grifondoro
sembrò risvegliarsi dal leggero intorpidimento in cui era caduto.
-Ora GRAZIE A LUI
NON LO SEI Più DI CERTO!-
-RON!- esclamò
Ginny scandalizzata mentre il fratello iniziava a farsi scrocchiare le dita.
-Ora Gin,
spostati devo insegnare un po’ di buone maniere a questo damerino.-
Draco rise
scostandosi da Ginny.
-Quando vuoi,
Weasley.-
Ron sorrise
salendo sulla panca dove era seduto e oltrepassando con un passo il grande
tavolo. Hermione gemette cercando di
fermarlo.
-Ron, non essere
sciocco!-
Il rosso si voltò
facendole un occhiolino.
-Faccio in un
attimo, piccola.-
Hermione non
seppe l’esatto motivo ma quello strano atteggiamento di Ron, la fece arrossire,
mentre il suo cuore aveva avuto un piccolo salto.
Ron non fece in
tempo neanche a voltarsi che già si era
scagliato contro il serpeverde.
Harry era saltato
in piedi attraversando il tavolo e parandosi immediatamente dietro il suo
migliore amico.
-SEI HAI BISOGNO,
FAI UN FISCHIO!- gli gridò. Tutti avrebbero voluto avere la soddisfazione di
picchiare Malfoy.
In quel momento, Ron rappresentava tutte
quelle persone che erano state trattate male da lui.
Tutto intorno ai
due disputanti si era creato un piccolo ammasso di gente. Ginny ed Hermione
gridavano per fermarli.
All’improvviso
quando entrambi avevano già qualche livido ed un bel po’ di graffi la McGranitt
interruppe quello spettacolo.
-MALFOY!
WEASLEY!-
Quelle due parole
riecheggiarono spesso nei corridoi quella mattina. Entrambi rischiarono
l’espulsione, ma fortunatamente Silente, il grande preside della scuola, aveva
trovato la storia alquanto divertente e con un sorriso bonario li aveva
condannati a tre mesi di punizioni.
Quando uscirono
dall’ufficio del direttore, trovarono ad aspettarli due sorprese graditissime.
Ginny ed
Hermione.
Per la prima
volta, Hermione e Ron si lasciarono andare in atteggiamenti alquanto dolci di
fronte a due testimoni e mai come in quel momento Ginny li trovò perfetti
assieme. Hermione afferrò con delicatezza il braccio sano di Ron e, baciandogli
una guancia, lo scortò fino alla sala comune dei Grifondoro.
Ginny si voltò
verso Draco, che era rimasto affacciato alla finestra chiusa. La neve
continuava a scendere copiosa sul parco.
-Grazie.- gli
disse avvicinandosi a lui e sfiorandogli tremante una mano.
Draco si voltò a
guardarla. Aveva un’espressione così dolce che stentava a riconoscerlo.
-Non era
necessario, però. Me a sarei cavata da sola.-
Draco le
accarezzò una guancia.
-Io non l’ho
fatto apposta.- affermò soffermandosi a guardarla. –E’ stato un... sì, credo
sia stato un istinto di protezione, nei tuoi confronti. Mentre tuo fratello
gridava, ti ho vista così piccola ed indifesa. Ho pensato che solo io avrei
potuto proteggerti e senza accorgermene, ero arrivato dietro di te.-
Ginny gli sorrise
prima di saltargli al collo, abbracciandolo forte.
Draco la strinse
a sé, incurante del dolore che aveva alla spalla. Il profumo di fragole era
troppo buono ed invitante per resistergli. Affondò il naso nei suoi capelli
arrivando accanto all’orecchio.
-Io ti amo,
Ginny-
Ginevra si
ritrasse guardandolo con dolcezza.
-Ti amo anch’io,
Draco.-
E senza
aggiungere nessun’altra parola si scambiarono un piccolo e dolcissimo bacio
sulle labbra.
Draco Malfoy percorreva lento i lunghi corridoi della scuola
di Hogwarts. Le grandi finestre gotiche lasciavano entrare fasci di luce lunare
a rischiarare quella densa oscurità che aveva inghiottito l’ambiente.
Cosa gli era
successo quella mattina?
Non riusciva ancora
a capirlo. Passeggiava per i meandri solitari in cerca di una spiegazione a
quell’avvenimento che l’aveva coinvolto. O meglio che l’aveva visto
protagonista.
Miriade di domande
gli vorticavano nella mente. Solo una però era chiara e martellante.
Perché?
Perché aveva avuto
quello stranissimo comportamento nei confronti di... Non riusciva nemmeno a
pronunciare il nome di quella ragazza.
Una sola
spiegazione gli saliva alla mente, e quella sola e semplicissima spiegazione
gli dava la nausea. Lo faceva star male eppure era la semplice verità.
Draco Malfoy si era
innamorato.
Era vero, Draco
Malfoy si era irrimediabilmente e perdutamente innamorato della piccola Ginevra
Weasley. E quello che aveva fatto quella mattina lo aveva reso inquieto ma
estremamente felice e soddisfatto.
Arrivò nella stanza
in cui avrebbe dovuto scontare la pena. Aprì la pesante porta di legno,
sospirando.
-Sei in ritardo,
Malfoy.- la voce allegra del suo compagno di sventura, lo salutò.
Draco sorrise,
annuendo col capo.
-Cosa ci tocca
fare?- chiese avvicinandosi a Ron Weasley.
Il rosso gli passò
una pala.
-Spalare.-
-Come scusa?-
ribatté Draco iniziando a ridere.
-Dobbiamo spalare
il campo di Quidditch. Sbrigati.-
Ron si fermò a
guardare Draco Malfoy scompisciarsi dalle risate. Era uno spettacolo insolito,
quasi impossibile da vedere.
-Perché ridi?-
Draco si fermò,
asciugandosi con un dito le lacrime agli occhi.
-Mi fai un favore
Weasley, da buoni nemici?-
Ron incrociò le
braccia sul petto. –Cosa vuoi?-
Draco lo superò
voltandosi appena prima di uscire dalla porta.
-Evita di parlare
con me, se non vuoi diventare il mio migliore amico...-
Ron inarcò un
sopracciglio guardandolo strano.
-EH?!-
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Cou-cou!
Siete ancora con me? Se
siete ancora con me, vuol dire che questa storia non è stata soporifera. Bene,
sono contenta.
Spero che anche questa
piccola storiella vi abbia divertito.
Un bacio grandissimo.
AngéleJ
p.s.
Da Auror a Babbani sta
arrivando.
p.s. 2
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