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Autore: beeEnene    20/06/2013    3 recensioni
OS partecipante all’iniziativa AU!Ziall Fest del gruppo Facebook Wanki!Fic
E per quella notte è abbastanza: non sa cosa succederà d'ora in poi ma, mentre bacia Zayn sotto uno degli spettacoli più rari e mozzafiato che la natura offre all'uomo, ringrazia le lettere su cui hanno scritto il loro passato e una foto che forse gli farà scrivere il futuro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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OS partecipante all’iniziativa AU!Ziall Fest del gruppo Facebook Wanki!Fic


I’ve got the ticket to another world

USA, 1994
Zayn fa scivolare le cuffie attorno al collo, spegnendo per un attimo il suo walkman e troncando Michael Jackson nel bel mezzo del ritornello di Triller.
«Mamma che c'è?» chiede con aria annoiata.
«È arrivata una lettera per te» risponde lei, raccogliendo una maglietta da terra e gettandola nel cesto della roba sporca.
«Per me?» l'espressione di Zayn oscilla tra lo stupito e lo scettico.
«Zayn Malik, Bourbon Streat 1619, New Orleans, USA, sei tu?»
È proprio lui.
«Chi la spedisce? C'è scritto?» dice, avvicinandosi.
«Ehm... Un certo Niall Horan, Alaska.»
«Alaska?!» ripete Zayn, sfilandole la busta e aprendola subito.
«Come fai a conoscere un ragazzo che viene dall'Alaska?» domanda sua madre.
«Infatti non lo conosco» dice Zayn, scorrendo velocemente le parole della lettera. È scritta a mano, con una penna blu, le lettere sono tonde e a volte così vicine che deve sforzarsi per capire cosa ci sia scritto, ma nell'insieme la trova estremamente gradevole.
Ciao Zayn,come ti avranno detto io sono il tuo amico di penna. In realtà non so come tu abbia fatto a beccarti l'unico ragazzo che ha aderito all'iniziativa in tutto l'Alaska, eppure eccoci qui!
«È il mio amico di penna» spiega Zayn rivolto alla madre, che lo guarda un po' stranita. «L'anno scorso ho aderito all'iniziativa per i crediti extra, me ne ero dimenticato."
«Capisco, ti lascio solo con la tua lettera.» E così dicendo esce, fischiettando.
Zayn continua a leggere: “In realtà non so bene cosa scriverti, siamo praticamente sconosciuti, quindi ti parlerò in generale di me.” Seguiva un breve resoconto del suo aspetto fisico, una lunga descrizione delle origini Irlandesi di Niall e della sua passione per i pub all'antica e la birra, della sua sfortuna in amore e della sua scarsa attitudine allo sport, del paese in cui viveva e dei suoi rapporti con la scuola.
“Non chiedermi se possiamo sentirci per e-mail, purtroppo in casa non ho il computer, e anche se lo avessi ti chiedo di continuare a scriverci via lettera: rende tutto così vero e, in un certo senso, più intimo.” motteggiava Niall in fondo alla lettera.
Rispondimi appena ti è possibile, dicendomi se vuoi troncare subito l'imbarazzante incombenza di avere a che fare con me, non me la prenderò (anche perchè in fondo non ti conosco, ti ho visto solo in fotografia!)
A proposito, ti ho mandato una mia foto, perché non ho fatto in tempo a spedirla alla tua scuola.
Un saluto,
Niall xx
Zayn posa la lettera sulla scrivania, recuperando la foto da dentro la busta. Si avvicina alla finestra e la guarda: Niall è seduto a gambe incrociate su un divano, indossa jeans e maglietta e sorride spensierato a chiunque abbia scattato la foto; ha un sorriso bellissimo, constata Zayn, risalendo sul suo viso e notando la pelle bianca, gli occhi azzurri limpidi e i capelli biondissimi. Sembra così diverso da lui, esattamente l'opposto. Rimane buona parte del pomeriggio a guardare la foto e scrivere un abbozzo di lettera, che regolarmente finisce nel cestino. Solo sul far della sera riesce a concluderla e, impaziente, corre ad imbucarla.

Alaska, 1994
Niall si infila il cappuccio e si tira su la sciarpa, lasciando fuori solo gli occhi: c'è il sole, ma la temperatura è di quasi 20 gradi sotto zero.
Esce di casa, accolto dai suoi due aski, Cal e Lessie - sì come quello del film, amava quel film da bambino- che gli fanno le feste. Lui ride e li accarezza entrambi, andando poi a prendere la posta.
«Bollette, pubblicità, bollette, pubblicità, una cartolina da zia Molly, pubblicità» mormora, scorrendo velocemente il mazzetto di carte irrigidite che tiene tra le mani guantate. Si ferma quando vede una lettera, solitamente non ne ricevono mai, ed è ancora più sorpreso quando vede che viene dall'America, da Zayn! Non ci sperava neanche
più.
Corre in casa, butta alla rinfusa l'altra posta e, senza neanche togliersi il giubbotto, la apre e inizia a leggerla.
Ciao Niall,
devi scusarmi per l'enorme ritardo, ma deve esserci stato un disguido tecnico e la lettera mi è arrivata solo oggi. Hai fatto bene a non spedire la tua foto a scuola, il professore che ha indetto questa attività si è ritirato, quindi la scuola non si occupa più di niente. Ma mi farebbe piacere continuare a scriverti, l'Alaska è lontano ma spero che questo non ci impedirà di conoscerci! Per quanto riguarda la parte in cui mi chiedi di continuare a scriverci lettere e non e-mail sono pienamente d'accordo! (e poi neanche io ho un computer).” Poi Zayn descriveva la sua vita: parlava delle sue tre
sorelle che per Niall avevano nomi impronunciabili, della sua passione per la musica di Michael Jackson, per il disegno e per la pallacanestro, della sua voglia di diventare qualcuno da adulto e di viaggiare.
Sarò felice di continuare a parlare con te, se ne avrai voglia.
Un saluto,
Zayn xx
Ps: guarda nella busta, ho fatto una cosa per te!
Così finiva la lettera e Niall guarda nella busta, trovando un altro foglio che prima non aveva notato: è un disegno, fatto con il carboncino, e lo rappresenta in modo talmente fedele, accovacciato sul divano del suo salotto, come nella foto che gli ha mandato, che si direbbe che lui e Zayn siano amici da sempre.
Niall si alza, deciso a rispondere subito e, arrivato in camera, appende il disegno di Zayn sopra la testiera del letto, in bella mostra.

Oceano Atlantico, 2004
Il passeggero accanto a Zayn russa in maniera indegna; vorrebbe dormire anche lui, almeno un'oretta, ma sembra che la fortuna non sia dalla sua parte.
Si mette le cuffie- il suo nuovo Ipod è molto più pratico del vecchio walkman, anche se gli manca- e si perde nei suoi pensieri. Dalla tasca dello zaino spunta l'ultima lettera di Niall, in cui esprimeva tutta la sua felicità per quel viaggio e dava la massima disponibilità ad ospitarlo in casa sua.
Zay, ormai in questi dieci anni abbiamo imparato a dieci tutto, e io ti dico che ho aspettato così tanto questo momento (potrò vederti in carne ed ossa! Potrò vedere se sei davvero come appari nelle foto!
Potrò sentire il suono della tua voce!) che ora ne ho un po' paura; mi sudano i palmi delle mani e la penna che mi hai spedito per i diciotto anni rischia di cadermi per terra. Credo che non esista persona al mondo che mi conosca meglio di te, che sappia cosa ho passato e cosa ho dovuto fare per arrivare dove sono adesso, ma non per questo mi ritrovo ad essere meno insicuro. Anzi, forse è proprio per questo: tante volte sono riuscito a parlarti di cose così private da non avere il coraggio neanche di pensarle a voce alta, solo perché potevo nascondermi dietro una penna. Ma ora non ci sarà più nessun foglio tra di noi, rimarrai deluso da me? L'idea di me che hai nella tua testa corrisponderà a quello che vedrai?
Siamo uniti da qualche foto e un fiume di parole e, nonostante l'ansia, sono contento come poche volte nella vita! Ti aspetterò all'aeroporto, inviami data e ora di arrivo!
Ormai Zayn conosce a memoria quella parte della lettera e l'idea di vederlo spaventa anche lui. Non avrebbe mai immaginato che Niall sarebbe diventato così importante per lui nè tantomeno che sarebbe accaduto il contrario, e invece era successo. Seppur con i tempi lenti della conversazione epistolare Niall c'era sempre stato in quei dieci
anni in cui si era creato la sua vita: c'era stato quando aveva preso il diploma e aveva deciso di seguire un corso per reporter, più precisamente per diventare un fotografo; c'era stato quando la sua fidanzata storica, Perrie, l'aveva lasciato per andare a studiare in Russia; c'era quando era andato a vivere da solo ma aveva dovuto chiedere, di nuovo, aiuto alla sua famiglia per pagare il mutuo, cosa che l'aveva mortificato; c'era quando aveva vinto il concorso per fare
il fotografo per il National Geographic, per il quale lavorava da più di un anno. Grazie all'ottimo stipendio e ai risparmi di una vita era riuscito a pagarsi il volo per andare a trovarlo: quello delle possibilità finanziarie era l'unico motivo che aveva ritardato così a lungo il loro incontro.
Come lui stesso scriveva, Zayn sapeva tutto di Niall: sapeva della sua lotta contro l'obesità, della perdita di uno degli amici d'infanzia, che l'aveva quasi portato alla depressione, degli scontri con il padre, che voleva che andasse a lavorare nella ditta di famiglia mentre Niall era deciso ad intraprendere la strada dell'astrofisico, traguardo che aveva raggiunto pochi anni prima con il massimo successo. Era facile parlare con Niall, le sue lettere arrivavano sempre nei
momenti in cui ne aveva più bisogno, non si sentiva mai giudicato e lui cercava sempre di confortarlo o incoraggiarlo, a seconda dell'occasione, oppure riusciva a sdrammatizzare, facendo sorridere Zayn anche nei momenti più bui.
Avevano pensato a quel viaggio già da moltissimo tempo: da adolescenti sarebbe stata un'occasione per uscire a far baldoria o magari qualche pazzia, di quelle che si fanno in vacanza e rimangono in vacanza; ora invece Zayn lo sentiva come qualcosa di più serio, come un paletto importante della loro vita, un punto dal quale ricominciare a
scrivere, più uniti di prima.
Era un sentimento anche un po' ambiguo, quello che provava per Niall, anche se non glielo aveva mai detto, provava sempre una stretta alla bocca dello stomaco quando vedeva arrivare le sue lettere.
«Signore, stiamo per atterrare, la preghiamo di spegnere gli apparecchi elettronici» dice la hostess, interrompendo i suoi pensieri; diligente, spegne l'Ipod e si prepara all'atterraggio.

Alaska, 2004
Niall si sta letteralmente mangiando le mani: era così impaziente che tre ore prima dell'orario di arrivo che gli aveva indicato Zayn, lui era già in macchina.
«Guiderò piano» si era ripromesso mettendo in moto, e invece non era riuscito a scendere sotto il 60 km/h.
Come prevedibile, era arrivato con due ore di anticipo, che aveva trascorso a vagare per l'aeroporto senza trovare un attimo di posa.
Ora però di trova davanti agli arrivi internazionali, allungando il collo ogni volta che le porte scorrevoli si aprono. Tira fuori il cellulare dalla tasca, guardando l'ora, e ne approfitta per rispondere a un messaggio del fratello Greg, che gli chiede se stasera lui e il suo amico verranno a cena da lui.
Troppo impegnato a digitare un «no, stiamo a casa" non si accorge del ragazzo che si è fermato davanti a lui.
«Niall» sente sussurrare. Solleva di scatto la testa, facendo quasi cadere per terra il cellulare, e vede Zayn, che lo guarda con un'espressione incerta ma felice.
Niall non ha neanche il tempo di pensarci, perché è troppo bello, troppo atteso, troppo importante, troppo emozionante, e si getta tra le sue braccia, stringendolo forte, sentendolo ricambiare il gesto mentre una risata, con cui vogliono sfogare l'ansia per quell'incontro, sgorga spontanea dalle loro gole.
«Zayn!» esclama, allontanandosi solo il tanto necessario per guardarlo in viso: è ancora più bello che nelle foto.
«Niall» ripete lui, tornando a nascondere il visi contro il suo petto.
Rimangono così a lungo, sussurrandosi brandelli di lettere nelle orecchie, ridendo e a tratti piangendo, sempre abbracciati, mentre le persone attorno a loro li guardano o semplicemente li ignorano.

*

«Niall perché non mi hai mai parlato di tuo fratello? È simpaticissimo!» dice Zayn, abbassando gli occhi quando una macchina gli viene incontro senza abbassare i fendinebbia.
«Sei caduto anche tu nella sua trappola. Perché non volevo che preferissi lui a me» sospira Niall, continuando a guidare. Zayn aveva dormito per buona parte del primo giorno, causa jat lag, mentre il secondo l'avevano trascorso a parlare davanti al camino acceso, finendo per addormentarsi sotto la stessa coperta. Quella sera invece i suoi genitori avevano invitato tutta la famiglia, Zayn compreso, a cena. Era stata una serata piacevole: Zayn sedeva composto sul divano della sua prima foto -che aveva subito riconosciuto- parlando del nucleare con suo padre, di Hollywood con la madre e della seconda guerra mondiale con sua nonna, ripetendo quello che aveva già detto quando la vecchina non capiva. Suo fratello si era messo in mostra, come sempre, incastrandoli in un torneo di poker dopo cena, solo perché sapeva che Niall sarebbe uscito al primo turno e avrebbe potuto parlare con Zayn; Niall aveva provato una tremenda fitta allo stomaco per tutto il torneo, vedendoli ridere e scherzare senza coinvolgerlo.
Niall lo fa scendere sul vialetto, per andare a parcheggiare e Zayn, prima di richiudersi la portina alle spalle, gli dice «Non potrei mai preferire nessuno a te.»
È certo di aver sentito male, ma Zayn ha davvero detto quelle parole e lui ha la gola secca e il cuore che batte all'impazzata, facendogli fischiare le orecchie.
Non prende una decisione, segue soltanto l'istinto - o il cuore- e tira il freno a mano, sfilando le chiavi dal cruscotto.
«Zayn!» lui si volta, le chiavi in mano mentre cerca di trovare quella giusta, e Niall è già di fronte a lui.
«Scusa se non te l'ho scritto" sussurra, prima di afferrare il bavero della sua giacca e tirarlo contro di sè, posando le labbra sulle sue.
Non le muove, mentre le sue palpebre si socchiudono inconsapevolmente al contatto con le sue labbra un po' screpolate e fredde, ma morbide come pensava.
Zayn si scosta e Niall vorrebbe morire, perché è stato un colpo di testa e deve cercare di salvare il salvabile.
«No, ecco... Io non...» prova, senza davvero riuscire a concludere, perché Zayn gli circonda i fianchi, attirandolo più vicino.
«Stai zitto» soffia infine, unendo di nuovo le loro labbra e baciandolo, questa volta con più foga; Niall si sente scoppiare di felicità, quel piccolo pezzo del puzzle che gli mancava va al suo posto e lui non si stupisce che sia stato Zayn a ritrovarlo.

Sono passate due settimane, e lui e Zayn stanno scoprendo un nuovo lato di se, uno che non si può mettere per iscritto su un foglio con una penna bic raccattata in fondo all'astuccio, ma bisogna vivere.
Zayn è appena uscito dalla doccia – non sente più l'acqua scorrere- mentre lui prepara il caffè, il sottofondo del telegiornale a fargli compagnia.
«Buongiorno» dice Zayn, entrando in cucina, aggiustandosi i pantaloni neri della tuta.
«Quei pantaloni non sono i miei?» chiede Niall, versandogli il caffè.
«E la maglietta che indossi non è mia?» risponde lui, ignorando la tazzina e tirandolo per farlo sedere sul suo grembo.
«Tecnicamente me l'hai regalata l'anno scorso» motteggia Niall, evitando il suo bacio con una risata. Zayn sbuffa, poi diventa improvvisamente serio, chiedendogli «Ni, ti ricordi perché sono qui? Hai saputo qualcosa?»
Niall annuisce «Sì, secondo i miei calcoli il posto migliore per fotografare quel tipo di aurora è il Bear Lake. Possiamo arrivarci in macchina, anche se dovremo fermarci li fino a quando il fenomeno non raggiungerà il suo culmine, in modo da ottenere degli scatti migliori.»
«E quanto ci vorrà?»
«Giorni o ore, non so dirtelo» risponde Niall, un'espressione di scuse sul viso. «L'aurora boreale è il risultato dell'interazione tra il vento solare, cioè protoni e elettroni di origine solare con la ionosfera terrestre, ma solo le aurore prodotte dagli elettroni sono visibili ad occhio nudo. Per di più, l'aurora che stai cercando tu, rossa, si verifica una volta ogni dieci anni o più, e questa scarsa frequenza limita il materiale si cui posso studiare» conclude. Zayn lo
guarda leggermente stordito, cercando di assimilare tutte quelle nozioni.
«Quindi ci aspetta una bella posta all'aurora!» desume alla fine.
Niall ride e gli posa un piccolo bacio sulle labbra.
«Sì" dice, alzandosi e finendo il suo caffè «Partiamo questo pomeriggio.»

Zayn dorme nella tenda, avvolto nelle pesanti coperte che per fortuna si sono portati dietro; Niall è fuori, una sigaretta che ha trovato nel cruscotto dell'auto accesa tra le dita, intento a scrutare il cielo nero illuminato dagli archi e dai brillanti raggi di luce dell'aurora.
Quando sono arrivati le bande erano quasi immobili, di un colore verde che virava verso il giallo nei lati ma con il passare delle ore, per il contatto con i raggi del sole, il colore era diventato sempre più caldo, tingendo la neve fresca attorno a loro di sfumature aranciate.
Zayn aveva montato tutta la sua attrezzatura, puntando l'obbiettivo in modo da abbracciare un ampio panorama, mentre Niall lo guardava dalla tenda.
«Quanto ci metterà?» aveva chiesto Zayn, ricevendo in risposta solo una scrollata di spalle. «Abbiamo un po' di tempo per noi?» aveva mormorato, spingendolo dentro e chiudendo la zip della tenda.
Si erano presi molto più che un po' di tempo.
Niall sospira, appagato, mentre il colore è così intenso che il cielo sembra aver preso fuoco.
«Zay? Ehi Zay svegliati, ci siamo!» dice, scuotendolo dolcemente e posando un bacio tra i capelli scuri. Lui si sveglia, chiedendo di passargli i vestiti e pochi minuti dopo sono entrambi fuori; Zayn avvia l'autoscatto, impostando la macchina fotografica per fare venti foto al minuto.
Il fiato si condensa in tiepide nuvolette di vapore, mentre, con il naso all'insù guardano i raggi di luce diventare rosso sangue. Improvvisamente, come se qualcuno avesse passato una mano su una lunga tenda, l'aurora inizia a torcersi, muovendosi senza un apparente motivo.
«È meravigliosa» sussurra Zayn, con una nota quasi reverenziale nei confronti della potenza della natura.
«Lo so» dice Niall, circondandogli i fianchi con le braccia e facendo aderire il petto contro la sua schiena.
Un sibilo, che sembra provenire dal cielo, fa voltare Zayn, vagamente allarmato.
«Sono dei suoni elettrofonici, forse causati da delle perturbazioni del campo magnetico terreste. Se prendi un oggetto metallico in mano il sibilo dovrebbe risultare più forte» spiega Niall, mentre Zayn raccoglie il pentolino in cui hanno cotto la cena e, effettivamente, il sibilo aumenta.
«Ni, devo dirti una cosa» mormora Zayn, posando la padella e voltandosi verso di lui; sui loro visi danzano i riflessi sanguigni dell'aurora.
«Io...» Niall lo guarda, pieno di aspettativa ma anche vagamente preoccupato. «In realtà queste foto non sono per il giornale. Cioè si, lo sono, ma non solo. Ho fatto domanda per un trasferimento qui, visto che vogliono fare un documentario proprio sulle aurore boreali, ma per poter partecipare devo vincere un concorso, con una di quelle
foto» accenna alla macchina fotografica, che continua indisturbata a immortalare lo spettacolo attorno a loro.
Niall non vi crede: aveva già pensato a come sarebbe stato duro lasciarsi, ma se lui dovesse ottenere il trasferimento potrebbero continuare a vedersi. Esprime tutto il suo entusiasmo, le parole che escono come un fiume in piena, mentre sul volto di Zayn si va allargando un sorriso.
«Pensavo ti saresti arrabbiato perché non te ne avevo parlato e, insomma, ora stiamo insieme quindi avresti potuto pensare che stessi correndo troppo» anche Zayn parla veloce, mangiucchiando le parole, ma Niall ha un tuffo al cuore, di nuovo, quando sente le parole “adesso stiamo insieme”.
«Stiamo insieme?» ripete, l'espressione sicuramente un po' ebete.
«Certo!» dice Zayn, sicuro.
E per quella notte è abbastanza: non sa cosa succederà d'ora in poi ma, mentre bacia Zayn sotto uno degli spettacoli più rari e mozzafiato che la natura offre all'uomo, ringrazia le lettere su cui hanno scritto il loro passato e una foto che forse gli farà scrivere il futuro.

Note Finali:
Oddio, che dire? Mi scuso (a nome di entrambe) nel caso ci siano scritti orrori a proposito della descrizione dell’Aurora Boreale sotto il punto di vista scientifico! Ci siamo informate su varie enciclopedie e spero non ci siano sorprese.
Per il resto, il titolo è una frase di “Beside you” dei 5 Second of Summer, che mi ossessiona da un po’ e Ire è stata così gentile da farmela mettere come titolo (<3)  e l’ho scelta perché Zayn, grazie a quel biglietto aereo, ha trovato un altro mondo, quello accanto a Niall. *rotola nel fluff*
Questa è la foto che ha ispirato l’OS: Aurora Boreale Rossa.
Grazie a tutti, beeEnene
  
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