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Autore: _Becky    20/06/2013    5 recensioni
Barcellona,Spagna.
Mezza città ha un idolo: Pablo Fuentes.
Fortissimo,umile e intelligente,così lo definisce Marisol: ragazza diciottenne appassionata del calcio proprio grazie a lui. Sogna di incontrarlo un giorno,anche se non ne è completamente certa.
Ma cosa succederebbe se lo incontrasse per davvero,e si scontrasse con l'arrogante e presuntuoso fratellino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO DODICI

La cosa più bella che esistesse durante l’anno scolastico era quando decidevi di non andare a scuola e rimanere al calduccio sotto le coperte con tranquillità; Peccato che stavamo in aprile,faceva caldo e le lenzuola le avevo quasi fatto sparire tanto che le avevo tirate indietro e la tranquillità non esisteva dato che il mio cellulare continuava a squillare senza fermarsi.
Mugugnai qualcosa senza aprire gli occhi e allungai il braccio al mio lato sul comodino cercandolo a tentoni. Quando lo trovai risposi senza neanche guardare chi fosse.
“Pronto” risposi con la voce impastata dal sonno e il tono più scocciato del repertorio,fatto appositamente per far capire alla persona dall’altra parte del telefono che stesse profondamente scocciando,soprattutto se sapevo che non era Greta,visto che l’avevo avvisata la sera prima che non sarei andata.
“Vedo che sei sempre contenta di sentirmi!” esclamò e capii subito che fosse Andrés. “Buongiorno comunque.”
“Mmmm..” borbottai,passandomi una mano sul volto e aprendo finalmente gli occhi,guardando fuori la finestra il sole splendente di Barcellona. “Che ore sono?”
“Sono le 9 Marisol,svegliati dai!”
“Cosa?Le 9? E tu hai il coraggio di svegliarmi alle 9 di mattina,soprattutto se decido di non andare a scuola per dormire di più?Sei un idiota!” lo apostrofai e lui rise.
“Sei sempre così carina quando mi fai questi complimenti!”
“Che vuoi Andrés?” arrivai dritta al punto.
“La tua dolcezza mi colpisce sempre di più!Comunque scendi,sono sotto casa tua,devo darti una cosa.”
Aggrottai la fronte.
“Okay.” Acconsentii.
“Perfetto.”
Riattaccai senza dire altro,infilandomi il pantalone della tuta e una maglia a mezze maniche,rimanendo con le mie ciabattine arancioni.
Andai in bagno sciacquandomi il viso e lavando i denti,legando poi i capelli in uno chignon,poi scesi e andai fuori dove Andrés mi stava aspettando appoggiato alla macchina e con le braccia incrociate al petto.
“Hey.” Dissi quando gli fui vicina.
Lui mi guardò dalla testa ai piedi,poi si soffermò sul viso e lo trucidai con lo sguardo.
“Si,sono senza trucco. Si,sono orribile. Non una parola di più.”
“Veramente io..” Cercò di difendersi,ma sollevai la mano interrompendolo.
“Lascia stare e arriva al punto.”
Lui si girò e cercò dal finestrino aperto qualcosa sul sedile.
Quando me la porse vidi che era una busta gialla,solitamente quelle usata dai fotografi quando mettono dentro foto per darle alle persone che le hanno chieste.
Andrés mi spronò ad aprirla con lo sguardo ed io lo accontentai.
Ciò che vidi quasi mi feci venire le lacrime agli occhi e spalancai occhi e bocca.
C’erano tre foto abbastanza grandi come la busta che le conteneva che ritraevano me e lui a casa sua sul divano in vari momenti:
la prima ritraeva me sdraiata con la testa inclinata all’indietro tante dalle risate e Andrés con il ginocchio piegato tra le mie gambe con le mani sui miei fianchi e rideva anche lui;
la seconda io avevo alzato un po’la schiena e avevo entrambe le mani sul viso di Andrés,i nostri nasi così come le nostri fronti si sfioravano e le nostre espressioni erano serie;
la terza invece stavo un po’ più alzata rispetto a prima,con le braccia legate al suo collo e la testa nell’incavo del suo collo,e lui le mani dietro la mia schiena che mi stringevano; potei notare solo in quel momento che Andrés aveva gli occhi chiusi in quell’abbraccio.
“Ma..è bellissimo..wow,sono senza parole..Grazie!” dissi tutto d’un fiato e l’abbracciai forte.
Lui ricambiò l’abbraccio e rise.
“Colpa di mamma che ha la fissazione per le foto,fotografa qualunque cosa le capiti a tiro e stavolta siamo state noi le vittime,si è nascosta e ci ha fotografati.” Disse facendo spallucce.
Risi.
“Ecco perché portava la macchina fotografica al collo aperta..”
Lui annuì.
“Hai da fare?” domandò.
“No,perché?”
“Vieni agli allenamenti con me?”
Solo in quel momento notai la tuta del Barcellona che indossava e pensandoci decisi di andarci,tanto Daniel era al lavoro e non sarebbe tornato prima del pomeriggio.
“Si,dammi due minuti che mi sistemo.” Gli sorrisi. “Entri?”
Scosse la testa. “Ti aspetto qui,fai presto!”
Gli sorrisi e gli schioccai un bacio sulla guancia,prendendo le foto e correndo dentro,posandole di sopra in camera mia.
Infilai un jeans e una maglia a mezze maniche con le mie fidate converse bianche e rosa,misi un filo di matita e sciolsi i capelli che cadevano mossi sulle spalle,presi una borsetta dove buttai cellulare e chiavi e andai da Andrés che mi sorrise e appena salii in macchina partimmo alla volta degli allenamenti.
Quando arrivammo notai molta più gente della volta precedente; un sacco di bambini e grandi si aggiravano sopra gli spalti,incitando i giocatori che già erano in campo e cantando cori per i loro beniamini che presto sarebbero arrivati nella prima squadra.
Mi guardai intorno mentre Andrés recuperava il borsone dietro,e appurai che avevo una specie di imbarazzo addosso,al pensiero che tutti quanti li sopra mi avrebbero guardato perché ero con Andrés,mi avrebbero classificata come l’ennesima fiamma e a me dava fastidio.
“Ehi,tutto bene?” la voce di Andrés mi riportò alla realtà.
Mi girai a guardarlo e annuii ingoiando il groppo alla gola e la voglia di piangere,guardando di nuovo verso gli spalti pienissimi.
Io non ero la sua nuova fiamma,io non ero una bambola e non era giusto che mi classificassero così.
Andrés mi guardò in modo strano,poi iniziammo a camminare.
Come se mi avesse letto nel pensiero mentre camminavamo mi cinse la vita con un braccio e mi diede un bacio sulla guancia e “Tu sei diversa.” Mi sussurrò e il mio cuore si sciolse come un ghiacciolo al suolo e lasciai che la sua mano già vicina e che sfiorava la mia intrecciasse le nostre dita.
Gli sorrisi e iniziai a camminare a testa alta;ero con lui e niente era più importante.
Appena vidi gli spalti vicinissimi però,e le persone che si erano girate tutte a guardare noi,gridando frasi di apprezzamento ad Andrés e scattandoci foto la paura s’impadronì di me.
“Tranquilla,oggi potrai assistere agli allenamenti direttamente dalla panchina.”
Lo guardai sbalordita ma tirai un sospiro di sollievo.
“Grazie.”
Mi sorrise e mi strinse un po’ più la mano,accompagnandomi fino alla panchina e annunciandomi poi che si sarebbe cambiato e nel giro di pochi minuti sarebbe tornato a fare gli allenamenti.
Nel frattempo presi il cellulare dalla borsa e inviai un messaggio a Greta:

- Se è un sogno svegliami,Grè. Sembra che viva in un film americano.-

La risposta non tardò ad arrivare; mi chiese cosa stesse succedendo e gli raccontai dalla famiglia,alle foto,alla frase che mi aveva sussurrato poco prima,alle foto che ci avevano scattato,alle nostre mani intrecciate e lei aveva fatto i salti di gioia,metaforicamente,e si era detta felice per me.
Lei invece aveva sentito mio fratello poco prima e lui le aveva chiesto se quando tornava dal lavoro potessero incontrarsi. Era preoccupata ed io insieme a lei,potevo immaginare che mio fratello le avrebbe detto qualche cazzata sul fatto di non volerla illudere,che fosse troppo piccola,ma perché non si arrendeva e ammetteva che era fottutamente innamorato di lei e che era ora di finirla con le cazzate sull’età?!
L’urlo della folla si levò dagli spalti quando Andrés entrò insieme ad altri giocatori.
Posai il cellulare e mi persi nel vederlo giocare; si vedeva che era capace e in alcuni tratti del gioco uguale a Pablo. Era bravissimo.
“Ciao.”
Una voce fin troppo vicina a me mi fece sussultare; seduto sul seggiolino vicino al mio c’era un ragazzo,moro e occhi scuri,carinissimo e sull’età di Andrés sicuramente; era tutto sudato e notai che era un giocatore della primavera in squadra con Andrés.
“Ciao.” Borbottai impacciata e insicura.
“Tu devi essere Marisol,giusto?”
Aggrottai la fronte.
“Giusto,e tu..?” lasciai la frase cadere nel vuoto,un po’ imbarazzata.
“Io sono Nacho, un caro amico di Andrés,piacere.”
Appena sentii il nome capii subito chi fosse: il ragazzo che quando incontrai,o meglio,quando mi scontrai per la prima volta con Andrés prendendolo a parole,con cui era al telefono.
“Piacere mio” dissi stringendo la mano che mi aveva porto.
Volse lo sguardo verso il campo ed io seguii a ruota i suoi occhi che si andarono a posare su Andrés che continuava gli allenamenti con il pallone tra i piedi.
“E’ bravo,vero?” disse poi indicandolo col capo e sorridendomi.
Annuii.
“Molto.”
“Devi essere molto importante per Andrés,sai?”
Il mio cuore sussultò a quelle parole.
“P..Perchè?” cercai di dire.
“Mi ha detto di averti portata dalla sua famiglia,ora ti ha portata qui agli allenamenti e non si è dileguato quando la gente vi ha visti insieme.”
Deglutii.
“Cosa vuoi dire?”
Sorrise consapevole.
“Beh sai,Andrés non ha mai portato nessuna a casa sua,dai genitori anzi,perché lui vive da solo e qualche volta va da loro..Non ha mai portato una ragazza agli allenamenti..Anzi,a dirla tutta,una volta una ragazza insistette per venire; Andrés sfinito non potè che accettare,ma appena scesero dalla macchina quasi corse verso gli spogliatoi dicendole solo un ‘va’sugli spalti’ e lasciandola da sola. Invece con te non è così..Nonostante oggi l’allenamento fosse a porte aperte,e quindi lui sapeva che c’erano tante persone,non solo ti ha stretto e baciato una guancia e detto chissà cosa…”
Spalancai la bocca.
Come faceva quel tizio a sapere tutto?
“Ma tu ci hai ..?”
“Si,vi ho visti.” Rise. “E comunque dicevo,non solo ti ha stretta a sé,ti ha preso anche per mano,si è fatto scattare foto con te,e ci sono anche dei giornalisti qui..E’ consapevole che domani finirete su tutti i tabloid ma non si è nascosto,ha voluto farsi vedere..Ah,voglio che sappi una cosa..Andrés è il mio migliore amico e lo conosco da sempre ed io voglio avvertirti; sei consapevole di ciò che scriveranno i giornali domattina di te,no?” annuii. “Sappi solo che non è così,tu per lui non sei come le altre..Tu sei qualcosa di..più,Marisol…non dar retta ai giornali!”
Annuii sorpresa.
“Ma tu come fai ad esserne certo?”
“Ti ho appena detto che è il mio migliore amico Marisol,io so tutto di lui!” rise strizzandomi l’occhio.
Evitai quel gesto e annuii ancora.
“Ehi,cosa state facendo?”
Alzai la testa guardando Andrés che aveva fatto spostare Nacho di un posto e si era messo lui tra noi due.
Feci spallucce.
“Niente di che” dissi.
“Mostro!” si rivolse a Nacho e mi appoggiò una mano sulla gamba. “Cosa le stai facendo? Il lavaggio del cervello?”
Nacho sollevò le mani in segno di difesa.
“Assolutamente no,stavo solo facendo la sua conoscenza!”
“Attento amico,se so che le hai detto qualcosa di brutto è meglio che non ti fai più vedere!” disse Andrés tra lo scherzoso e l’ammonimento.
“Te lo può dire anche Marisol!” mi tirò in causa Nacho e Andrés mi guardò.
Annuii.
“E’ la verità,stavamo solo chiacchierando!” dissi e lui annuì fiducioso.
Risi e lo attirai a me per dargli un abbraccio che lui prontamente ricambiò.
“Ehi femminuccia,al posto di fare lo sdolcinato con la tua dolce metà,stai a vedere come si gioca per davvero!” intervenne Nacho,alzato davanti a noi con la bottiglietta di acqua in mano,aspettando che noi ci staccassimo.
Andrés tolse un braccio dalla mia schiena e colpì la gamba a Nacho che sghignazzò.
“L’allenamento è quasi finito,tra cinque minuti vado a farmi una doccia e poi andiamo via,eh?” disse alzandosi e prendendomi la mano,intrecciandola alla sua.
“Ma io non voglio stare qui da sola mentre tu non ci sei!” piagnucolai.
“No piccola,non se ne parla di farti venire nello spogliatoio con tutti quei ragazzi. Se ci fossi stato solo io allora sai..”
Sollevai la mano a mezz’aria.
“Non lo voglio sapere e non intendevo quello,pervertito!”
Rise e si sporse verso di me lasciandomi un bacio sulla fronte.
“Ci vediamo tra poco.” Disse e poi si allontanò con Nacho,colui che mi aveva fatto rendere conto che non ero l’unica a provare qualcosa nei suoi confronti.
 
 
 
Scusatemi per l’immenso ritardo,questa volta sono ingiustificabile.
A mia discolpa posso solo dire che da adesso in poi avrò più tempo per questa storia e per aggiornarla regolarmente –salvo imprevisti- ogni settimana.
Ringrazio le persone che nonostante la mia scarsa forza di volontà e pigrezza mi aspettano sempre.
Un abbraccio grande come il mondo.
Becky.
  
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