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Autore: myscandalousromance    04/01/2008    4 recensioni
Alice fugge poco prima del suo matrimonio e la sua vita cambierà in meglio grazie all'incontro con i My Chemical Romance.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You don't know what it's like

E’ sera. Sono passate dieci ore dal mio addio a Pete. Non dico una parola. Non ho voglia, non ho nulla da dire in realtà. Rose cerca di tirarmi su di morale. E un po’ ce la fa. “Dai, Alice, stai per conoscere i My Chemical Romance!” sembra così felice per me. Forse in un altro momento avrei fatto i salti di gioia, ma oggi non mi va proprio. Se penso a tutto il tempo che ho sprecato con Pete, se penso a tutti gli amici che ho perso, a tutte le occasioni importanti che ho perso, mi viene da piangere. Ed eccole che ritornano a scendere. “Oh dai tesoro.” Rose mi accarezza la testa. Tiro su col naso cercando di ricacciare indietro le lacrime. Devo essere forte, Pete non si merita tutta questa importanza. Però infondo non sto piangendo per lui, piango perché mi vergogno di me stessa. Sono stata una stupida ad infatuarmi così tanto di lui a tal punto di rinunciare alla mia stessa libertà.
Dopo qualche ora arriviamo a destinazione. Ho ancora quel vestito orrendo addosso. “Muovetevi, siete in ritardo” ci dice un ragazzo, probabilmente un suo collega, ops, nostro. Posa il suo sguardo su di me, sul mio vestito. Arrossisco imbarazzata. “La macchina te la porto io a casa” dice a Rose prendendo le chiavi dalla sua mano. “Mi sa che devi presentarti così Alice. Non hai vestiti, oltre questo. Domani ti accompagno a fare shopping, tanto ci fermeremo a Chicago” Caspita che sfiga. Sto per incontrare i miei idoli e mi presento in questo modo. Ho paura di sapere ciò che penseranno.

Camminiamo alla ricerca di qualcosa, di qualcuno, di loro, non so cosa abbia in mente Rose.
Sento la musica.
Gerard sta cantando quella canzone.

Sometimes I cry so hard from pleading
So sick and tired of all the needless beating

“Corri!” mi dice Rose prendendomi per mano e trascinandomi con se. Arriviamo al lato del palco. Si avvicina ad un ragazzo con dei piercing, e dei tatuaggi. Lo riconosco. E’ Brian.
“Ciao, io sono Brian” mi porge la mano che mi affretto a stringere. “Alice” gli rispondo quasi sussurrando. Non nota il mio abbigliamento, è troppo impegnato a controllare che vada tutto bene, per fortuna. “Passate” ci dice spostando una ringhiera. Mi ritrovo di fronte a loro. Immobile e incantata ad ascoltarli. Chiudo gli occhi e mi perdo in quella canzone. Non so se mi hanno vista, e non mi importa. Mi aspetto che qualcuno mi porti via scambiandomi per una pazza, ma non è un mio problema in questo momento.

I don’t love you, like I did yesterday

Ci ho ripensato a lungo, ma ormai ogni istante è perso. Lui ha ignorato ogni cosa, mi ha soffocata. Non è stato semplice per me rinunciare a vivere, lui ha cancellato ogni ricordo, ha ridotto la mia vita in cenere. Una lacrima fredda mi vela il viso. Sono stanca di soffrire, sono stanca di piangere. Vorrei solo chiudere gli occhi e non svegliarmi mai più.
“Ehi” Rosalie mi sveglia. Mi volto verso il palco, Gerard canta a squarciagola sulle note di Cemetery Drive. Trovo il coraggio di guardarli tutti, uno per uno. Bob è troppo impegnato a suonare la batteria, e lo fa divinamente. Ray scuote i suoi capelli come se anch’essi nel loro muoversi, producessero musica. Mikey è tranquillo. E’ l’unico che non si muove più di tanto. E’ strano vederlo fermo insieme a tutti gli altri che si muovono. Mi guarda, vede i miei occhi gonfi, il mio vestito sporco. Chissà che idea si è fatto. Poi nota Rose e le fa l’occhiolino. Mi volto verso di lei. E’ completamente partita per quel ragazzo. Gerard è dall’altra parte del palco. Poso il mio sguardo su Frank e vedo che anche lui mi guarda. Abbasso lo sguardo, imbarazzata. Mi sento così fuori luogo.
Il live termina poco dopo. I ragazzi scendono dal palco, dileguandosi nel backstage.
“Dai, andiamo nel bus, ti presento gli altri.”
Rose mi trascina con se.
Arriviamo in uno spiazzo dove ci sono due autobus.
“Guarda, quello è il bus dove dormo io, con gli altri dello staff. Siamo sette in tutto. Non c’è posto per te nel nostro bus, quindi dobbiamo chiedere a Brian dove possiamo sistemarti.”
Entriamo nel bus e tutti gli occhi dei presenti puntano su di me. Dico un ciao timido. Mi rispondono abbozzando un sorriso. Rose mi presenta, uno per uno dicono il loro nome, come se fossimo al primo giorno di scuola. Sono certa che non ne ricorderò nemmeno uno.
“Ehi sono tornati” dice una ragazza affacciandosi ad un finestrino. “Ciao ragazzi!” riconosco la voce di Gerard che ricambia il saluto.
Vado un attimo nel bagno.
Mi lavo la faccia. Non mi va di farmi vedere così da loro. E’ già abbastanza vedermi con questo straccio addosso.
Esco.
Nel bus non c’è più nessuno. Sono rimasta sola. Sento delle voci provenire dall’esterno. Mi avvicino alla porta dell’autobus e guardo fuori. “Ehi Alice, vieni!” mi urla Rose. Stava affianco a loro, c’erano tutti, tranne i due chitarristi.
Feci un respiro profondo, presi coraggio e scesi i gradini. Arrivai di fronte a lei, di fronte a loro.
“Mikey, Gerard, Bob, questa è Alice!” li guardo.
Li vedo sorridere ma non sono stupida, so che si stanno scervellando per sapere cosa mi sia successo. Infondo siamo tutti un po’ pettegoli. “Bel concerto” gli dico.
“Grazie Alice!” mi dice Bob sorridendo. Mi ispira tranquillità il suo viso.
“Alice” Mikey mi si avvicina a me e mi mette le mani sulle spalle. “come cavolo fai a sopportare Rosalie?” si pente subito di ciò che ha detto. Rose gli da uno scappellotto in testa.
“Ehi attento a come parli!” tutti hanno già capito di che pasta è fatta. Testarda, schietta, stronza a volte, ma dolce, disponibile, una vera amica.
Arrossisce un po’ quando Mikey la guarda. Poi si volta verso di me, facendomi capire tutto. Le piace. “Ciao io sono Ray” mi dice il capellone arrivando alle mie spalle.

Sorrido.

Gerard guarda oltre le mie spalle. Penso stia cercando qualcuno. “Arnold, vieni qua!” si sta rivolgendo a qualcuno alle mie spalle. Gli fa anche un cenno di mano. Sento la presenza di qualcuno alle mie spalle. “Arnold, finalmente!” Gerard parla ancora con qualcuno alle mie spalle. Chi sarà mai questo Arnold? Mi volto, curiosa e finalmente riesco a sorridere veramente, quando capisco che Arnlod non è altro che Frank. “Non chiamarmi Arnlod” si difende “lui è più scuro di me e non sono così basso.” Si avvicina sempre di più a me.
“Ciao sposina.” Mi porge la mano. Se sapesse quello che ha passato la “sposina” non mi chiamerebbe in questo modo. “Frank, lei è Alice, la mia migliore amica, e da questo istante anche la tua” si interrompe un attimo e guarda anche gli altri “anzi la vostra responsabile dei vestiti, comunemente detta sarta, stilista, un po’ come vi pare. Non è fidanzata e l’abito non fa il monaco. Quindi non è sposata” caspita, ero due mesi senza sentire la sua parlantina.
“Bene, allora non sei più sposina” mi disse Frank sorridendo. Mi chiede anche scusa. Imbarazzata gli dico che non c’è problema. “No fa niente, non sapete cosa mi è successo, quindi suppongo che vi sarete chiedendo perché sono vestita con questo straccio.” Ho gli occhi lucidi. Sto per piangere, di nuovo. Che lagna che sono. Mi mordo il labbro inferiore, gesto che faccio quando sto per piangere. Cerco di trattenermi, i ragazzi mi guardano, in attesa che io continui, ma non ci riesco, è troppo per me. “Scusate” dico allontanandomi per sedermi su un muretto non molto distante da loro. Riesco a sentire la voce di Rose, che racconta ciò che mi è successo. Non mi da fastidio, sapevo che l’avrebbe fatto. Dopo la ringrazierò.
“Praticamente due mesi fa ha conosciuto Pete Wentz…” Sento Gerard bofonchiare qualcosa come un “che stronzo…” poi torno a concentrarmi sulla voce della mia amica. Sta raccontando la mia storia. Ed ogni parola mi fa ricordare ogni singolo momento, ogni singola sensazione passata in questi due mesi.
Ricordo ancora il giorno che l’ho incontrato. Ero in un club con delle mie amiche che ora non frequento più per colpa di Pete, loro erano completamente ubriache. Io ero quella che aveva bevuto solo un bicchiere di birra, ero la più sobria, quando ad un tratto si avvicina Pete, che dopo essersi presentato mi offre da bere insistentemente. Io accetto. Non ricordo cosa successe poi, ricordo solo di essermi svegliata in un altro letto che non era il mio, vestita. Pete aveva detto che mi aveva salvato la vita, che qualcuno mi aveva drogata. Ed io ci crebbi. Quando venni a sapere, per caso, che a drogarmi era stato lui era troppo tardi, mi aveva già chiesto di sposarlo. Mia madre diceva che quando si trova una persona che ti ama devi sposarla, perché chi ti ama potrà darti tutto l’amore di cui hai bisogno.
Ed ecco come è andata a finire.

“No, mi dispiace piccola” sento le parole di Gerard alle mie spalle seguite da un caloroso abbraccio. Mi sento una stupida. E glielo dico. “Gerard non voglio fare pena a nessuno.”
Mi guarda, ha lo sguardo triste. Non sa cosa rispondermi. Tutti quanti, compresa Rose, si avvicinano a me. “Questa che vedete qua non è altro che Alice Hale versione sposa cadavere. Fra un po’ si sveglia, e saranno guai” Rose è fantastica. Riesce a fare dell’ironia anche in momenti tristissimi e imbarazzanti. E’ soddisfatta nel vedermi sorridere. Brian si avvicina a noi.
Alice, tu stai nel bus con i My Chem.” Sghignazzo. Dopo un giorno intero di lacrime sghignazzo. Mi volto verso Rose che sibila un “stronza”. “Vedo che ti sta tornando il buon umore!” dice poi facendomi sorridere ancora di più. Tutti mi guardano e capiscono. Capiscono che sono una loro fan anche io. “Guarda che se vuoi stare con la tua amica c’è un altro lettino libero!” Mikey pronuncia queste parole con troppa enfasi, troppa malizia. Si vede che lo sta facendo più per lui che per chiunque altro. Lei incredula lo abbraccia. “Ecco, perché non stai sempre così calma e tranquilla?” Rose gli fa rimangiare l’ultima frase. Ridiamo tutti.

Ho paura a pensarlo, a crederlo, ma non riesco a nascondere a me stessa che finalmente mi sento bene.

  
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