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Autore: Sprjng    21/06/2013    8 recensioni
"E' troppo tardi. Sparisci dalla mia vita, ma assicurati di farlo per sempre."
Nei suoi occhi potevo percepire il dolore, ma non potevo provare pena per il ragazzo che aveva ucciso mio fratello.
-
"Ti amo, Sophie."
"Dovresti voltare pagina e dovresti trovare qualcuno che ti ami, Zayn."
"E' proprio qui di fronte a me."
-
Quella mattina, lasciai una cosa in più, vicino alla sua foto.
Una lettera. L'avevo scritta il giorno prima.
“Caro Niall..”
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leggete lo spazio dell’ustore, è importante, riguarda “Starlight.”

How to save a life.
 

Where did I go wrong, I lost a friend. 
Somewhere along in the bitterness.
And I would have stayed up with you all night. 
Had I known how to save a life.

 



Eppure mi affascinavano le goccioline che scivolavano lungo il vetro della mia finestra. Sembravano fare a gara, io tifavo sempre per quelle rimaste indietro. Io ero così, un'amante delle cause perse.

Quel giorno pioveva ed io non ne ero sorpresa. Ormai, il brontolio delle nuvole mi era familiare e non poteva essere altrimenti. Infondo ci ero cresciuta a Londra, la città della pioggia per eccellenza.

Era stato un giorno noioso e quella sera decisi di stendermi sul letto e di ascoltare un pò di musica. Le note di "How to save a life", risuonavo nella mia camera. Canticchiai, insieme allo stereo.

"Sophie." Ruotai la testa sul letto, puntando lo sguardo sulla porta di camera mia. La quale adesso era aperta, a differenza di qualche istante prima.

Liam, il mio coinquilino, mi guardò con il suo solito sorriso dolce. "Hanno suonato alla porta, andresti ad aprire?" mi chiese.

Il mio viso assunse un'espressione sorpresa. Erano le sette e mezza di sera, chi poteva essere?

Forse, Mary, si era finalmente ricordata di riportarmi il vestito che le prestai per uscire con quel ragazzo. Era passato talmente tanto tempo che, i due, si erano messi insieme e lasciati.

"Andrei io, ma.." disse, abbassando lo sguardo sul suo corpo, avvolto solo da un asciugamano. Aveva appena fatto la doccia e con il freddo che era, non era consigliabile uscire in quella maniera.

Annuii, mi alzai e decisi di andare a vedere chi fosse. Stoppai la musica e uscii dalla mia stanza.

Prima di arrivare alla porta principale, passai davanti ad uno specchio, che io e Liam, avevamo deciso di posizionare in corridoio.

Mi diedi uno sguardo, giusto per rendermi conto dello stato in cui ero. Indossavo la tuta, ero rimasta tutto il giorno a casa e non mi ero alzata dal letto.

I capelli castani, mi scivolavano ondulati lungo la schiena, quasi sfiorandone la fine. Le lentiggini sul naso e sulle guance erano più visibili del solito, dato che ero struccata.

Sospirai e percorsi tutto il corridoio, fino ad arrivare alla porta. Faceva freddo, perciò presi la mia giacca verde militare appesa all'attacca panni e la infilai.

Aprii lentamente la porta e lasciai che il freddo si impossessasse del mio corpo, il quale, pochi minuti prima, era avvolto da una coperta calda.

Alzai lo sguardo, appena scesi il primo gradino che portava alla porta del nostro appartamento. Non riuscii a credere ai miei occhi quando lo vidi, a pochi passi da me.

Era bagnato fradicio. Era sempre stato tipico di lui uscire senza ombrello, anche se fuori diluviava. I capelli neri, gocciolanti dalla pioggia, gli occhi color caramello erano stanchi.

Teneva le mani dentro le tasche dei suoi jeans, stringendosi nel suo cappotto, anche'esso bagnato. Aveva sempre avuto la passione per i tatuaggi, ma l'ultima volta che lo avevo visto, non ne aveva così tanti.

Questo mi fece riflettere su quanto tempo fosse passato. Era più di un anno che non lo vedevo, l'ultima volta era stata la notte dell'incidente.

Le persone che mi volevano bene, me lo avevano detto. Mi avevano detto di stargli alla larga, di non commettere l'errore di conoscerlo. Ma lui mi affascinava. Così riservato e misterioso.

Eppure sapevo che lui mi avrebbe portato solo problemi. Lo avevo capito dalla prima volta che l’avevo visto seduto in quel bar. La sigaretta tra le dita, l’aria strafottente e menefreghista. Sapevo bene che non mi avrebbe portato niente di buono.

La parte peggiore, fu scoprire che avevo ragione. E alla fine di tutto, mi aveva lasciato solo un ricordo amaro, un vuoto incolmabile che mi ero portata dietro per tutti questi mesi.

"Sophie." disse avvicinandosi, procurando in me una reazione istintiva. Cioè quella di allontanarmi, prima che la sua mano potesse sfiorarmi il viso.

Ma ci sono degli occhi da cui non puoi scappare. I suoi erano la mai trappola. Potevo leggerlo come un libro aperto. Era tornato perchè si sentiva in colpa, perchè probabilmente il rimorso lo divorava.

Ciò che non aveva ancora capito è, che se quella sera lui mi avesse ascoltato, Niall sarebbe ancora vivo.

Se c'era una cosa che gli ripetevo fino allo sfinimento, era di non guidare ubriaco. Ma quella sera, era l'unico ad avere la patente. Si, perchè mio fratello Niall, non aveva ancora dato l'esame di guida ed io avevo solo diciassette anni.

"Che ci fai qui?" gli chiesi, con un filo di voce. "Sono tornato in città e ho pensato di.." abbassò lo sguardo.

Accidenti se era cambiato. La sua sfacciataggine e il suo coraggio, sembravano essersi dissolti. Anche fisicamente sembrava un altro. La barba che prima ricopriva il suo viso, era stata rasata da poco. Era molto più muscoloso, notai che però era dimagrito parecchio.

"Hai pensato di?" gli chiesi, quasi nervosa.

Come si permetteva di rifarsi vivo dopo più di un anno? Non si era mai fatto vedere. Mai una chiamata, un messaggio. Non si era neanche fatto vivo al funerale di mio fratello, ma su questo ebbe ragione. Lo avrei ucciso a mani nude se lo avessi avuto davanti, quel giorno.

A quei ricordi, sentii gli occhi pizzicarmi. "Non posso crederci. Hai davvero avuto il coraggio di venire a casa mia? E poi chi ti ha detto che abito qui?"

Dopo la morte di Niall, mi sentivo vuota, come se la mia vita non potesse continuare senza di lui. Ma un giorno decisi che dovevo voltare pagina, dovevo farlo, in parte anche per lui. Così mi trasferii.

Non avevo molti soldi da parte, per questo dovetti cercare qualcuno con cui dividere le spese dell'affitto. In quel periodo conobbi Liam.

"Tuo cugino." disse, a bassa voce. Già, mio cugino. Lui era l'unico che non odiava Zayn, era l'unico che gli era amico, l'unico che gli era sempre rimssto accanto. Nonostante tutto.

Harry me l'avrebbe pagata, non doveva dirgli dove abitavo. Sapeva bene che avevo cercato di dimenticarmi di lui e c'ero anche riuscita. Se non fosse che dopo tutto quel tempo, aveva deciso di rifarsi vivo.

"Sophie, so che mi odi. Non avrei dovuto fare.. quello che ho fatto e ne tanto meno sparire. Mi vergogno di me stesso, ma io non ce la faccio più." disse, guardandomi dritto negli occhi.

Non seppi reggere il suo sguardo, era troppo per me. Abbassai il viso.

"Sono felice che il rimorso ti impedisca di essere felice, Zayn. Ma io sto cercando di andare avanti e dopo stasera, per me sarà ancora più difficile." Feci un passo indietro, decisa a rientrare in casa.

Lui si avvicinò a me, cercando di prendermi la mano. Ma io la ritirai. Non ero davvero pronta a toccarlo e non lo sarei mai stata. "Vai via, ti prego." Trattenni un singhiozzo.

"Sophie, parliamo." mi implorò. Scossi la testa. "E' troppo tardi. Sparisci dalla mia vita, ma assicurati di farlo per sempre."

Mi guardò dispiaciuto. Nei suoi occhi potevo percepire il dolore, ma non potevo provare pena per il ragazzo che aveva ucciso mi fratello e in parte, anche me.

La porta si aprì alle mie spalle. Liam si affacciò. Il suo solito sorriso sparì quando vide la mia faccia. Mi voltai verso Zayn., il quale mi guardò scioccato.

Sapevo che aveva scambiato Liam per il mio fidanzato, ma non feci niente per smentire i suoi dubbi. Volevo che pensasse che quando parlavo di voltare pagina, dicevo sul serio.

"Mi dispiace, Zayn." dissi, prima di voltarmi, dandogli le spalle. Liam mi guardò confuso, poi indietreggiò, lasciandomi passare e chiuse la porta.

"Sophie, chi era quel ragazzo?" mi chiese Liam, sedendosi a tavola.

Aveva cucinato lui quella sera. Era decisamente più bravo di me in questo campo. Mi sedetti di fronte a lui. Cercavo di non darlo a vedere, ma dentro mi sentivo nel più totale panico.

Rivederlo, per me, era stata una spiacevole sopresa. Non pensavo a lui da un pò, ed ero sulla buona strada per dimenticarmelo del tutto. Ma adesso aveva buttato tutti i miei tentativi all'aria. Come se tutto questo tempo non fosse passato e io mi ritrovai di nuovo al punto di partenza.

"Lui.." Alzai lo sguardo dal piatto, incrociando gli occhi di Liam. Cosa dovevo dirgli? Come potevo spiegargli cos'era stato per me Zayn? Come gli dicevo che era stato il mio primo amore, ma anche il mio primo odio? Mi sorrise dolcemente.

"Va bene, se non ti va di parlarne. Non è importante per me saperlo." Ecco perchè adoravo questo ragazzo. Perchè con me era sempre comprensivo, non pretendeva niente.

Ricambiai il sorriso e mi sorpresi di averne uno, dopo aver rivissuto la parte più oscura del mio passato. "Grazie." gli sussurrai, davvero grata.

 

 

Bussai più volte. Credevo che dormendoci sopra, la rabbia mi sarebbe passata, invece no. Ero ancora più furiosa della sera prima.

La porta si aprì lentamente. Mio cugino si affacciò. Capii, dallo stato in cui era, che ero stata io a svegliarlo. Si grattò la testa sbadigliando. Dovette sbattere più volte le palpebre per mettermi bene a fuoco.

"Sophie, ma sono le sette del mattino. Cosa vuoi?" mi chiese, con voce assonnata. "Sei uno stronzo, Harry." arrivai subito al punto. Avevo sognato tutta la notte il momento in cui glielo avrei detto.

"Sei ancora arrabbiata per la storia della bambola? Mi dispiace di avertela rotta, avevamo solo cinque anni. Ma se vuoi, te la ricompro." disse ridendo. Lo superai, entrando in casa sua.

"Quanto sei idiota." dissi, lanciando la mia borsa su una sedia a caso. Lui chiuse la porta e poi si voltò a guardarmi.

"Come ti è venuto in mente di digli dove abito?" gli chiesi furiosa.

Finalmente la sua espressione si fece seria. "Sophie, aveva bisogno di parlare con te."

"Adesso? Dopo un anno e mezzo, si è ricordato che aveva bisogno di parlare con me?" Si avvicinò a me. "Prima non ne ha avuto il coraggio, mettiti nei suoi panni." lo difese.

"Cazzo Harry, mettiti nei miei. L'ha ucciso a me il fratello." Una lacrima mi percorse il viso.

Negli ultimi tempi, sorridevo pensando a lui. Si, cercavo di andare avanti e di ricordarmi solo dei momenti felici che avevamo passato insieme.

Come quando ruppe il letto saltandoci sopra e diede la colpa a me. O come quando, durante il suo primo appuntamento, andò in bagno e mi chiamò, chiedendomi come si baciava una ragazza.

Perchè questo era Niall, un ragazzo timido, sempre allegro, che amava la vita e sprizzava positività da tutti i pori. Era un angelo, il mio angelo.

E rivedere Zayn, mi fece venire in mente che lui s'era andato. Che lui non c'era più. Ed io non potevo più abbracciarlo, non potevo più farlo arrabbiare. Non potevo passare la mano tra i suoi capelli biondi e prenderlo in giro, perchè non erano naturali.

Non potevo più. Ed era colpa sua.

"Sophie, lo so. Anche a me manca Niall." disse, venendo di fronte a me e accarezzandomi le braccia. "E allora per quale fottuto motivo lo difendi?" gli chiesi.

"Perchè lui era incosciente, non l'ha fatto di proposito. Lui voleva bene a tuo fratello, si odia per quello che gli ha fatto. Sophie, sta cercando di farsi perdonare. E' vero, è una richiesta assurda, ma tutti meritano una seconda possibilità." mi disse, più pacatamente possibile.

Ma se il suo scopo era calmarmi, non ci era ancora riuscito.

"Non lui, Harry. Dopo tutto, mi ha anche abbandonata. Mi ha lasciata sola a piangere una morte che lui stesso aveva procurato. E' sparito, senza pensare a me." Cercai di asciugare le lacrime sulle mie guance, ma sapevo che altre minacciavano di uscire.

"Ho avuto paura."

Mi gelai al suono della sua voce. Mi voltai, era in piedi, vicino alla cucina di Harry. Non fui neanche capace di chiedermi cosa ci facesse li. Ma era immaginabile. Non avendo più un posto dove stare, Harry era l'unico che lo avrebbe ospitato.

"Non volevo abbandonarti, volevo starti vicino. Ma come potevo, se ero io il motivo del tuo dolore? Adesso dici così, ma non mi avresti mai voluto al tuo fianco. Mi odiavi, Sophie, come potevo tornare?"

"E ora, perchè sei tornato?" La mia voce era spezzata dal pianto che avevo respinto durante tutto questo tempo.

"Perchè sapevo che era la cosa giusta da fare. Non potevo semplicemente ignorare il fatto di averti fatto del male. Io.. avrei dovuto ascoltarti, non dovevo bere, non dovevo guidare." vidi i suoi occhi diventare sempre più lucidi.

"Non me ne faccio niente delle tue scuse, non mi riporteranno mio fratello. Va via Zayn, torna nel posto in cui ti sei nascosto tutto questo tempo." Mi voltai, scansai Harry e raggiunsi la porta.

 

 

Camminavo da circa due ore. La verità è che non mi capacitavo di come tutti miei sforzi per riuscire ad essere felice, erano stati distrutti nel momento in cui avevo aperto quella porta e avevo incrociato i suoi occhi.

Il problema era che quegli occhi non appartenevano solo alla persona che mi aveva tolto mio fratello, appartenevano al ragazzo che amavo.

Perchè io Zayn lo avevo amato, con tutta me stessa. Ma come potevo solo guardarlo negli occhi dopo quello che aveva fatto?

Attraversai il cancello in ferro battuto. La gocciolina che mi cadde sulla mano mi fece sorridere amaramente. Tra poco sarebbe piovuto e io non avevo l'ombrello.

Attraversai il marciapiede. Ormai conoscevo quella strada, la facevo praticamente ogni giorno. Ogni giorno andavo a trovare mio fratello.

Mi chinai sulle ginocchia, accarezzando soddisfatta i bellissimi fiori che avevano resistito alla pioggia. Alzai lo sguardo.

 

 

Niall James Horan.

21 Maggio 2012.

19 anni.
 

 

Sospirai, guardandolo nella foto incastonata nella lapide.

Ricordo bene quando fu scattata. Era il suo diciassettesimo compleanno ed io ero li, proprio al suo fianco.

Sentii dei passi avvicinarsi. La figura di una persona si chinò al mio fianco. La riconobbi, quando posò la sua mano sulla mia. Non mi mossi.

Zayn strinse la mia mano e si alzò, obbligandomi a seguirlo. Rimasi in silenzio e lasciai che mi guidasse fino ad una panchina, ci sedemmo.

Forse aveva ragione Harry, dovevo ascoltarlo. Perlomeno, dovevo provarci.

Lo sentii schiarirsi la voce, prima di cominciare a parlare. "So che mi odi, non posso darti torto." cominciò. "Ma adesso voglio che mi ascolti. Ho trovato il coraggio di parlarti, lascia almeno che ci provi." mi disse.

Io non rimasi in silenzio, aspettando che continuasse. E dato che non ricevette obiezioni da parte mia, lo fece. Rise amaramente.

"Ci sono milioni di cose che avrei voluto dirti, ma ora nulla sembra abbastanza giusto. Ma la verità è che la vita è troppo breve, per lasciare le parole importanti, non dette." disse.

"Sophie, sono consapevole di quello che ho fatto. Me ne pento giorno e notte. So anche che non merito il tuo perdono e che non posso tornare indietro nel tempo e impedire di commettere quell'errore. Non posso neanche sistemare le cose fra noi, ma posso e devo dirti la verità." Sospirò.

"Ti amo, Sophie."

In quel momento ebbi una fitta al cuore. Lui mi amava ancora ed io? Io lo amavo ancora? Anche dopo tutto quello che era successo?

"Non penso che tu provi nei miei confronti, gli stessi sentimenti che provavi prima dell'incidente. Ed è comprensibile. Ma io non so che fare. Ti amo e ho bisogno di te. Non credo esista una remota speranza che tu mi perdoni, ma senza di te, non ce la faccio più."

Mi voltai. Grande errore quello di guardarlo negli occhi. La risposta ce l'avevo. Si che lo amavo. Potevo mentire a lui, ma non a me stessa. La rabbia mi aveva impedito di ricordarmi ciò che provavo per lui.

"Dovresti avere almeno il coraggio.. -iniziai, con voce tremante- , dopo tutto quello che mi hai fatto, di provare a capire ciò che penso e ad ascoltare tutto ciò che non sono riuscita a dirti, perchè te ne sei andato."

"Dimmelo adesso, siamo qui."

"Se avessi provato la metà di quello che io ho provato in questo periodo, capiresti come mi sento ora."

"Mi dispiace così tanto, Sophie."

Gli permisi di asciugarmi una lacrima che scivolò lentamente lungo la mia guancia.

"Ma adesso credo, che dovremmo lasciarci tutto alle spalle, per sempre. Dovresti voltare pagina, come ho cercato di fare io e dovresti trovare qualcuno che ti ami, Zayn." riuscii a dirgli.

"E' proprio qui di fronte a me." disse, cercando di guardarmi negli occhi.

Ma io abbassai lo sguardo, sapendo che aveva ragione.

"Se io ti perdessi lo rimpiangerei per il resto della mia vita." disse poi.

"Zayn, mi hai già persa e non hai fatto niente per cercare di riavermi."

"No Sophie, non ti azzardare a dirmi che non ci ho provato. L'ho fatto. Ogni notte mi sono torturato, cercando di trovare il coraggio di chiamarti, di tornare. Ma come potevo ripresentarmi dopo quello che vi ho fatto? Sophie, mi manca fottutamente tanto Niall. Era la persona più bella che conoscessi, sempre allegro, sempre disponibile con tutti. Mi odio per quello che gli ho fatto, lui non lo meritava. Ho pensato spesso di uccidermi, sai? Dovrei morire per quello che ho fatto. Ma a volte penso che merito di più di vivere con il rimorso di aver messo fine alla vita di un amico." disse, con le lacrime agli occhi.

Ne avevo abbastanza di tutto quel dolore. Era stato un incidente. Zayn non era perfetto, ma non era un assassino. Poggiai la mia mano sulla sua.

"Sono sicura che lui non è arrabbiato con te, sa che non lo volevi." dissi, sinceramente.

Alzò lo sguardo, incrociando il mio.

"Come può essere arrabbiato? Niall, non si arrabbiava mai, con nessuno. Ti perdonò anche quella volta che gli sgraffiasti il CD di Justin Bieber." disse, riuscendo a farmi sorridere a quel ricordo.

"Sophie, so che non basterà mai, ma mi dispiace." disse, tornando serio.

Appoggiai la testa sulla sua spalla. "Lo so Zayn, lo so."

 

 

Un anno dopo.

Percorsi la strada che ormai facevo ogni giorno da tre anni. Mi chinai su quella struttura di marmo e misi nel vaso dei fiori freschi, appena colti.

Quella mattina però, lasciai una cosa in più, vicino alla sua foto. Una lettera. L'avevo scritta il giorno prima.

Non aveva molto senso a pensarci bene, ma se avevo sentito il bisogno.
 

 

Caro Niall,

sono passati tre anni dall'ultima voltai in cui ti ho visto.

Nessuno capisce quanto mi manchi. Mi manca parlare con te e mi mancano tutte le cose che eravamo abituati a fare insieme. Nessuno sa che continuo a svegliarmi, pensando a te, ogni giorno. Mi manchi davvero. Vorrei rinunciare a tutto ciò che ho solo per essere tutto ciò che non siamo più.

Perchè noi saremmo dovuti stare insieme per sempre e sempre. Così a lungo da dire 'sempre' due volte. Ricordi? Da piccolo me lo dicevi spesso.

E ricordi quando avevamo le labbra screpolate con un taglio proprio al centro e mi chiedevi di non farti ridere perché ti faceva male? Ed io mi inventavo di tutto per farti ridere, perchè ero una sorella dispettosa. Ma ti amavo tanto.

A proposito di ricordi, scusami per il CD di Justin, spero che in paradiso tu ne abbia a valanghe, so che senza la sua musica non ti addormenti. Si, in paradiso. Perchè tu devi essere per forza li. Un angelo così puro d'animo come te, non può che finire in un posto come quello.

E' difficile pensare che non potrò vederti o abbracciarti quando più ne avrò bisogno e lo è anche vivere in un mondo dove tu non esisti. Ma non puoi sempre alzarti e correre dalla persona che ti manca. A volte puoi solo fartela mancare.

Qua mi dicono di continuare a restare forte. Ma la verità è, che io, fote, non lo sono mai stata.

Sai, per me è stata dura perdonare Zayn, ma ci sono riuscita. Adesso siamo felici insieme, so che tu lo desideri.

Vorrei solo poterti stringere a me un ultima volta, ma posso solo continuare a vivere nei ricordi. Sei e sarai sempre, il fratello migliore del mondo.

Con amore,

tua sorella Sophie xx


P.s: Sono incinta, se nascerà maschio, si chiamerà come te. Niall.
 

Sarei rimasta in piedi con te tutta la notte, se avessi saputo come salvare una vita.

 

 


Benvenute alla mia prima os, un pò deprimente come inizio eh? Mi è venuta così, spero almeno che abbia un senso e che vi sia piaciuta.

Sarei felice di leggere alcune vostre recensioni, tanto per sapere se posso scriverne altre o se devo cancellarla e darmi all’ippica.

Per quanto riguarda, “Starlight”, la mia long, spero di riuscire ad aggiornare entro domani, se questo non dovesse accade, sappiate che sabato mattina partirò per l’Austria e tornerò dopo una settimana.

Quindi non potrò aggionare.

Un bacio,

Michi x

   
 
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