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Autore: Lucash99    21/06/2013    0 recensioni
Un divano sputafuoco e un tifoso che espelle l'arbitro, tutto e' strano nel mondo improbabile.
Una raccolta di esilaranti Nonsense, unite da due personaggi comuni: Bill e il suo amico Bob.
Il racconto si divide in due scenari, il primo é quello del mondo reale e il secondo é quello del mondo improbabile, ideato da Bill.
Iniziai a scrivere questa storia nel novembre 2012, ma la interruppi dopo alcuni capitoli, da oggi ho deciso di riprenderla e di cominciare anche a pubblicarla, spero vi piaccia!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Bill, 14 anni, aveva inventato il mondo improbabile, ma a quanto pare Bob non ne era molto interessato. Anche se era consapevole del fatto che fosse solo frutto della sua immaginazione, si immedesimava totalmente in quelle avventure, Bob invece si dimostrava più interessato alla vita reale, non che Bill non ne avesse.

«Come vi permettete di studiare per così tanto tempo e di stare zitti? Gridate e lanciate banchi in aria, e poi quei cellulari spenti? Con quello che li avete pagati, dovreste usarli per tutto l'orario scolastico!»

I bambini risposero tutti nella stessa maniera :

«Scusate, professore.»

Il professore rimase basito:

«Vi scusate? Mandatemi a quel paese!»

I bambini, un po' costretti, accontentarono il professore:

«Andate a quel paese!»

Il professore alzò la voce:

«Si usano termini così moderati? Vorrei sapere chi vi ha educati così bene, é stato un ottimo genitore... che cosa orribile. Vai a quel paese é da bambini delle elementari.»

«Ma noi siamo bambini delle elementari, per questo non abbiamo un cellulare e ci comportiamo educatamente.»

Il professore cominciava a dare di matto:

«Educati? Voi dovete essere maleducatissimi, pazzi e incontrollabili!»

 

Il giorno dopo aveva luogo il colloquio scuola-famiglia., queste furono le parole dei genitori di un bambino di quella classe:

«Nostro figlio ci ha chiamati e ci ha riferito che ultimamente sta avendo una brutta condotta, ieri lei gli ha vietato di essere educato e studioso.»

«Ma... si era permesso di scusarsi.»

«Niente ma, sospensione per tre giorni, così la prossima volta imparerà a comportarsi.»

Concluse la donna.

«Vi prometto che non lo farò più, datemi un'altra possibilità.»

Il padre fu irremovibile:

«E' inutile fare la faccia del pentito, servono i fatti qui. Abbiamo avuto tanti altri professori ed abbiamo capito che l'unica via efficace é quella della sospensione, altrimenti non imparerete mai nulla.»

«Vi prometto che sarò buono.»

«Non fare il cane bastonato, non fai che peggiorare la situazione, quindi zitto o aumenteremo il numero di giorni!»

Terminò così il colloquio.

 

Il giorno dopo...

Il professore iniziò a parlare:

«Allora, bambini...»

Ma un alunno lo interruppe così:

«Zitto, devi parlare solo quando vieni chiamato... professore.»

«Sì, scusa.»

Il bambino si arrabbiò molto:

«Che maleducato, che indisponente! Come ti permetti di rivolgerti a me in questo modo, mi devi dare del lei, non sono mica un tuo collega. Si dice scusate, impara le buone maniere, soprattutto quando parli con qualcuno che é più piccolo e meno esperto di te, impara a portarmi rispetto.»

Il professore si dimostrò molto dispiaciuto e anche un po' impaurito:

«Avete ragione, scusate, non lo farò più.»

«E che non si ripeta mai più.»

Il bambino ripartì a parlare, sempre rivolto verso il suo professore:

«A proposito, hai studiato?»

L'adulto era titubante:

«Beh, io...»

«Tu?»

«Io...»

«Dici la verità, non hai studiato?»

«In pratica...»

L'alunno, arrabbiatosi, urlò come un forsennato:

«Perché non hai studiato?»

«Ma io...»

«E' già la seconda volta, cosa credi che io sono uno stupido?»

«No...»

Il bambino non placò la sua rabbia, quindi affermò questo:

«Come ti sei permesso? Adesso avrai una nota, ma la prossima volta sarà un due, che farà media.»

Il professore intimorito tentò di parlare:

«Posso spiegarvi...»

«Non voglio nessuna spiegazione, pensa solo a studiare per la prossima volta, oppure mi sa che quest'anno rimarrai qui, sarai bocciato! Inizia a studiare e ora non parlare.»

«Va bene...»

Urlò più forte che mai:

«Ho detto non parlare!»

«Va bene...»

«Per colpa tua perderò la voce, te lo dico per l'ultima volta... dopo di che avrai un'altra bella nota. Non parlare!»”

  
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