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Autore: AxXx    21/06/2013    5 recensioni
Un esperimento fallito porta poteri a diversi ragazzi nel mondo. L'ONU istituisce la I.S.A. (International Security Agency) E, nel presunto tentativo di fermare i nuovi terroristi Omega, cerca di distruggerli, rendendo loro legali l'uso della violenza e dell'uccisione.
In fuga da tutto e tutti, alcuni Omega si ritrovano a combattere contro criminali e forze dell'ordine, spesso anche tra loro tutti con un obbiettivo importante da raggiungere.
Salvarsi, aiutare, sacrificare, combattere: tutto si risolve in una cosa sola; fare una scelta.
Quale prenderanno?
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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                                                UNIONE FORZATA

 

 

 

 

 

 

Il mio alloggio cambiò rapidamente: quel tipo mi sistemò in una piccola stanza in cui potevo godere persino di un piccolo televisore che mi permise di aggiornarmi su ciò che era accaduto nel mondo durante il periodo in cui non potevo informarmi. Fu così che scoprii che, in tutto il mondo stavano facendo pulizia di quelli cime me. Decine di arresti di presunti terroristi, poi, non se ne perdeva traccia. Veniva detto una sola volta, poi, dell’arresto non se ne sapeva più nulla: sparivano e basta. Nessun’intervista a familiari o poliziotti implicati nell’arresto.

‘Sono fortunato a non essere anche io con loro.’ Pensa, mentre osservavo i notiziari.

La cosa più interessante era che, nonostante questa ‘epurazione’ alcuni Omega sembravano intenzionati a perseguire un percorso di giustizia cercando di essere una specie di super eroi. C’era questo tipo, in particolare, che operava a Mosca. Era sfuggito all’arresto e le notizie delle sue imprese non passavano inosservate a nessuno, anche se questo lo portava spesso in pericolo. Lo ammiravo, ma, sinceramente, lo credevo troppo idealista e sicuro di se. Cioè, ammiravo quel suo essere idealista, ma non credevo sarebbe durato a lungo, anche perché presto il rispetto si sarebbe potuto trasformare in paura.

Intanto io continuavo ad accumulare piccoli risparmi, cercando di evitare la curiosità dei miei nuovi colleghi. Spesso, Marco, il tipo per cui lavoravo, mi chiedeva quali fossero i miei piani, ma io rispondevo sempre con un grugnito e me ne andavo. Condividevamo lo stesso piano dello stesso edifico. Il giorno io ricevevo le consegne che gli venivano fatte e la sera facevo il palo per assicurarmi che gli ‘sbirri’ non interrompessero il suo giro. Avevo da poco imparato a teletrasportarmi, un abilità che mi tornava piuttosto bene e, in un mese, avevo sventato ben due arresti per lui e un tre miei inseguimenti.

Avevo messo K.O. almeno dieci agenti e ancora non mi spiegavo perché continuassero a pedinarmi. Perché non chiamassero le loro squadre di ‘epurazione’ e mi facevano fuori. Be’, tanto meglio per me: non ero ancora morto. Ma la cosa era sospetta e non volevo rimanere in zona: troppi agenti mi pedinavano e, dalle menti di quelli che avevo abbattuto appresi che da dieci erano arrivati ad essere almeno sessanta in tutta Roma.

Non avevo detto nulla al mio ‘compagno’… non volevo che mi tradisse… non prima che lo facessi io. In un mese avevo guadagnato duemila euro con quel giro: grazie a me non aveva perso nemmeno una spedizione e gli affari gli andavano bene. Era il 15 dicembre quando, all’improvviso, mi chiamò, mentre ero per strada a cercare giornali per ottenere più informazioni possibile.

“Ehi, amico… il nostro capo vuole parlarci… sembra che ti voglia parlare di qualcosa di importante.” Mi disse, mentre io continuavo a sfogliare il giornale, tenendo il cellulare con la spalla.

“Ci vediamo a casa tua… io devo finire di fare una cosa.” Risposi, mentre ripiegavo la carta cercando di fare il punto della situazione.

Avevo ancora troppo poco materiale, ma avevo già accumulato qualche risparmiuccio… avrei potuto prendere un una delle navi e battermela, ma, non ero sicuro che sarebbe bastato a depistarli… no… dovevo nascondere le mie tracce. Per farlo avevo bisogno di qualcuno che sapesse come fare e chi meglio della mafia… loro non mi piacevano… ma mi davano una possibilità.

Quando tornai la casa era occupata da tre persone: Luigi, un uomo sulla sessantina con gli occhiali, i capelli bianchi e la faccia rugosa e un uomo di colore, completamente pelato che somigliava ad un bodyguard. Quello più vecchio mi guardò, scrutandomi con attenzione, come se dovesse decidere se fidarsi di me.

“Sembri a posto.” Disse semplicemente dopo qualche secondo, cercando mettendosi più comodo sulla sedia che aveva preso.

Io, dal canto mio, rimasi in silenzio, mentre lo squadravo con altrettanta freddezza. Non mi piaceva per niente, ma dovevo ingoiare il rospo e far finta di niente.

“Cosa devo fare?” Chiesi, cercando di non dare a vedere il mio disappunto.

“Bene… il mio socio qui presente” (Indicando con un cenno del capo Marco) “Mi ha detto che tu sei un tipo affidabile.” Cominciò lui con voluta lentezza: voleva vedere se avevo pazienza, ma volevo stare al suo gioco.
“Se non mi si chiede di uccidere…”

“Non ti chiedo di farlo… solo che ho una faccenda… una consegna. Io ho un socio in Russia e ho bisogno del suo aiuto. Ultimamente un tipo strano sta mettendo in difficoltà le mie… attività, giù al sud. Mi sta causando parecchi grattacapi e io voglio che tu porti questa valigetta a Mosca, all’indirizzo che lascerò su questo tavolo quando me ne sarò andato. Lui mi darà qualcosa per sbarazzarmi della dannata peste che mi affligge.” Spiegò il capoccia, facendosi passare una valigetta di metallo dalla sua guardia.

“E cosa avrò in cambio, io?” Chiesi, mentre cercavo di capire cosa contenesse, usando i miei poteri.

“Mmmmm… cosa vorresti?” Mi chiese l’uomo… questa volta il suo tono era leggermente minaccioso.  Capii che dovevo stare attento a ciò che chiedevo.

“Un passaggio… voglio un passaggio verso il Brasile, senza che nessuno faccia domande.” Risposi. Non c’era un vero motivo per cui avevo scelto quel posto: pensavo che sarebbe stato quello più semplice da raggiungere per poi andare a nord, usando qualche passaggio a terra, invece di una pericolosa attraversata diretta verso gli Stati Uniti.

“Non mi sembra complicato… tra un mese non sarai più in Italia.” Rispose il boss dopo qualche minuto. Era ovvio che mi volesse al suo fianco, ma io non ero un criminale e lui aveva paura di me: sapeva cos’ero in grado di fare e temeva per se stesso… il che giocava a mio vantaggio.

Sarei andato da solo, in treno, così mi preparai, andando nel mio posto segreto dove avevo conservato un mio progetto: la mia spada ad alta tensione. Era un semplice blocco di metallo che io avevo forgiato surriscaldandolo con i miei poteri e rendendolo malleabile e, quindi, lavorabile. L’avevo progettata in modo da condurre fino a 700.000 volt di elettricità. L’avevo già usata ed ero riuscito a farle tagliare un’auto (L’ultimo inseguimento  si era risolto con la macchina dei miei inseguitori tagliata in due.). Aveva la forma di una semplice scimitarra e l’impugnatura era tutt’uno con la lama con la sola differenza che non era affilata. Dopo aver nascosto la spada sotto la mia felpa lunga con cappuccio. Afferrai la valigia e presi il treno..

Non sapevo che WK07 ci avesse spiato.

 

 

 

 

 

[Estratto dal diario si WK07 sull’incontro tra il capo della malavita Laziale Maurizio Coristia e il soggetto WX01]

 

Eccolo, il loro capo. Avevo inseguito le sue tracce per tutto il sud Italia, dopo la mia fuga. Avevo interrogato decine di suoi uomini e raggiunto alla capitale. Stava parlando… di me.

Volevano eliminarmi e loro avevano bisogno di aiuto per farlo: un loro contatto Russo, per essere precisi. Quel tipo, quello che avevano inviato in Russia, avevo sentito qualcosa di strano, come se avesse qualcosa di familiare.

Dopo che ebbe lasciato la loro piccola riunione decisi di seguirlo, per capire dove si volesse dirigere, ma, superato un vicolo, lo persi di vista. Ero certo di non essere stato visto, ma era comunque riuscito a seminarmi. L’unica cosa che sapevo era che, entro un ora, sarebbe andato alla stazione.

Così decisi di raggiungerla, in modo da poterlo intercettare.

Sapevo quale treno avrebbe preso, così comprai un biglietto con i soldi che avevo preso alla criminalità e lo aspettai. Non passò molto che lo vidi arrivare: con sé aveva la valigetta che gli era stata affidata, ma dietro la schiena, sotto una pesante felpa nera con cappuccio, intravedevo qualcosa che sembrava un lungo bastone.

Non sapevo cosa fosse, ma  ero certo che aveva qualcosa con se e che non avrei dovuto sottovalutarlo. Non sapevo perché, ma avevo la sensazione che questo sarebbe stato un osso duro.

 

 

 

 

 

[Rapporto del Dottor Wolf inviato al Presidente Obama]

 

Signor Presidente, so che lei ha dei rapporti quotidiani dal generale Ritcher, ma io devo dirle come stanno le cose. Gli Omega non sono quello che sembrano: i campi di contenimento non sono utili, ma li rendono ancora più instabili: essi, in situazioni pericolose o che ne aumentano esponenzialmente le sensazioni li rende più propensi a evolvere i loro poteri. Sì… essi possono evolvere, era  per questo che creammo i loro nominativi: Omega sta per il fatto che sono soggetti esposti all’elemento Omega, la lettera doveva identificare una tipologia di poteri. Sfortunatamente, l’impossibilità di prevedere il loro sviluppo a trasformato queste attribuzioni in semplici nominativi. È sul numero, però, che vorrei concentrare la vostra attenzione. Un mio calcolo precedente aveva diviso i soggetti W in tre gruppi: Gli Omega base, Gli Omega evoluti e i Super Omega.  Primi sono coloro che hanno un numero che va da dieci in su (Si parte dall’undici fino ad arrivare a 100) i secondi sono coloro che stanno tra 01 e 10. Essi sono molto più propensi all’evoluzione. A poco a poco i loro poteri evolvono in maniera esponenziale, fino allo sviluppo di un anno circa, dopodiché, cessano la loro evoluzione. Il peggio, però sono gli 01, i Super Omega. Essi sono così detti perché l’evoluzione dei loro poteri è continua e non si arresta. I nostri scienziati affermano che i loro poteri sono così pericolosi da indurci a sospettare che, se sopravvivessero più di tre anni, uno solo di loro avrebbe le potenzialità di distruggere un intera nazione e, a dieci anni, provocare un estinzione globale dell’uomo. Questo è davvero lo scenario peggiore ed è per questo che la esorto a non imprigionare gli Omega, ma a cercare di farli convivere con noi, in modo da poter contrastare i Super Omega. Nell’ultima settimana uno di loro è fuggito: WJ01, soprannominata Bomber dai suoi carcerieri… lei è in grado di usare le masse circostanti per creare delle micro-esplosioni nucleari. Questo le ha permesso di fuggire, nonostante la sua invalidità e di uccidere tutti coloro che si trovavano all’interno della prigione. Così come tutti gli Omega. Ora sta marciando verso Mosca… tempo il peggio. S01 ci aveva avvertiti: le sue capacità profetiche ci hanno messo in guardia contro le prime due fughe e ha anche lanciato una terribile profezie: cito testualmente: entro quest’anno uno 01 avrà in mano la distruzione e la salvezza dell’umanità. Non è una profezia rassicurante: mettiamo il caso che quello 01 siano A01, o magari Y01… provocherebbero il Caos… io penso che la cosa migliore sia contattare X01, che si è dimostrato il più stabile fino ad adesso e portarlo dalla nostra parte prima che sviluppi i suoi poteri al massimo. Ho calcolato che, entro l’anno, sarà in grado di spostare celle temporalesche usando le forti tensioni di elettroni interni. Egli potrebbe provocare, tornado e alluvioni in ogni parte del globo, raggiunto questo livello di potere.

Con vivissimi saluti e con tutto il rispetto.

Dottor Wolf.

 

 

Volete sapere se posso farlo davvero, ora che è passato una anno? Be’ vi basti sapere che potrei, teoricamente, creare un temporale e una tempesta di fulmini che riverserebbe un energia che, al confronto, la bomba su Iroshima era niente. Ma ho i miei limiti… non potrei farlo senza che il mio… problema peggiori, quindi, per la mia stessa incolumità, non lo farò.

 

 

 

 

 

[Registrazione della chiamata del Sergente sul campo Ramirez al generale Ritcher.]

 

 

S.R.: Signore… gli Omega sono ancora in fuga e J01 è fuggita… temiamo il peggio, stiamo inviando là molte delle nostre divisioni.

G.R.: Non credo sia necessario… un paio basteranno.

S.R.: Signore… secondo i nostri rapporti, diversi Omega, tra i quali due 01, più precisamente WX01 e WJ01 stanno procedendo in quella direzione… inoltre crediamo che WH02, l’Omega di Mosca, agirà se si trovassero in zona, potremmo catturarli tutti… in un colpo solo.

G.R.: Buona idea… prima fermiamo quegli animali, meglio è… schierate anche le forze robotiche…

S.R.: Sissignore… un’altra cosa, signore. Alcuni dei Robot sono state equipaggiati con spade ad Alta Tensione’.

G.R.: Davvero?… ho già visto quell’arma nelle mani di X01, nella registrazione… fa parecchi danni.

S.R.: Secondo i nostri rapporti, la lama, attraversata da una massa compatta di elettroni, provoca sulla lama, uno strato di particelle elettriche ad alto voltaggio, in grado di recidere i legami molecolari, indipendentemente dalla massa. Sarebbe l’arma perfetta contro H02… inoltre crediamo che possa interferire con i poteri di J01. Potremmo eliminarli tutti.

G.R.: Buona idea… autorizzo lo spostamento… che sia un lavoro pulito: il governo Russo è già poco contento del fatto che abbiamo spostato lì una nostra forza per il campo di contenimento… non accetterà che i nostri si mettano a sparare per le vie di Mosca.

 

 

 

 

 

[Estratto dal Diario di WK43]

 

Avevamo deciso… dopo avermi liberata, mia mamma e Tiziano, il mio fidanzato, mi hanno portata in montagna in una vecchia baita scalcinata, convinti che io fossi in pericolo. Be’ lo ero.

Non riesco ancora a togliermi dalla testa l’immagine di quei soldati che entravano in casa mia e, senza dire una parola, mi ammanettavano e mi trascinavano dentro una specie di furgone blindato… molto blindato, sembrava che non mi dovessero fare più uscire.

Sentii mia madre urlare proteste da dietro la spessa porta in acciaio e, poco dopo, il motore che si avviava. Lei era stata così buona con me… quando inizia a far levitare gli oggetti ebbi paura e non volli dirglielo… andai dal mio fidanzato, speranzosa e lui, sempre pronto a proteggermi, mi lasciò sfogare, consolandomi dicendo che a lui non importava.

Mi convinse a parlarne e riuscii a restare in famiglia. Sembrava che tutto stesse andando per il meglio, ma avrei dovuto immaginare che certa gente si sarebbe interessata. Infatti, nemmeno a dirlo apposta, il giorno dopo arrivarono quei soldati.

Dicevano che io ero un pericolo, che dovevo essere ‘epurata’… che mucchio di stronzate.

Mentre ero lì dentro la paura mi paralizzava e non avevo idea di cosa fare, finché il furgone non si fermò bruscamente. Sentii delle imprecazioni, le portiere che si abbassavano e il rumori di spari… poi altre urla e, dopo meno di un minuto, sentii la serratura apririsi.

Mi mancò il respiro quando vidi il mio fidanzato ferito, con una pistola in mano che mi veniva a liberare: mi sembrava davvero un principe azzurro, mentre correvo ad abbracciarlo. Lui mi consolò e disse che mia mamma aveva preso la sua macchina per intercettare il furgone. Lui era intervenuto disarmando uno dei soldati minacciando l’altro. (è proprio vero che il Judo aiuta)

In quel momento ci ritrovavamo in quella vecchia baita scalcinata… mi sentivo una specie di partigiano.

Sempre a guardarmi le spalle. Mia mamma e il mio fidanzato, mi hanno sempre guardato le spalle e non mi fiderei di nessun altro oltre loro.

Era passato quasi un mese quando mia mamma viene a sapere che c’è un treno che, partendo da Roma, si ferma a Pisa e va ad est. Per noi era l’occasione per andarcene, magari in un posto con pochi soldati per capire meglio cosa stesse succedendo. Non avevamo prove concrete, ma Tiziano era convinto che ci fossero altri come me.

Alla fine, nonostante fossi contraria, riuscirono a convincermi. Mi camuffarono meglio che potevano e ci dirigemmo in città, sperando di non essere scoperti… sapevamo che il rischio era alto, ma ultimamente gli spostamenti si erano fatti difficili per noi. Tiziano diceva che c’erano dei tipi sospetti nei paesi circostanti e che, a quanto pareva, cercavano proprio me.

L’unica cosa era fuggire da un’altra parte.

Così ci decidemmo e partimmo verso sera. Mia mamma si era già procurata i biglietti e non avemmo problemi a salire a bordo.

“Strano… non ho visto nessuno che ci seguisse… possibile che sia così facile?” Mi sussurrò il mio fidanzato, mentre salivamo a bordo.

Mentre salivo avevo una strana sensazione: difficile dire se fosse positiva o negativa, ma di certo questa sensazione aumentò quando, mentre prendevamo posto nella nostra cabina, incrociai un ragazzo incappucciato. Mi superò con noncuranza, non mi degnò nemmeno di uno sguardo e teneva la testa bassa. Io non riuscii nemmeno a vederlo bene in faccia, ma ebbi una sensazione di familiarità e mi parve che anche lui si fosse irrigidito un attimo, prima di riprendere la sua marcia verso la sua cabina.

 

 

 

 

 

Be’ tornando a me, è vero quello che ha detto Greta, o meglio, WK43. Anche io avevo percepito qualcosa. Non lo sapevo ancora, ma gli Omega, anche se forse potrei usare un termine errato, possono ‘percepirsi’, ma non in senso vero e proprio. Quando siamo vicino noi non è che sentiamo l’altro e lo identifichiamo subito come Omega, ma c’è come una risonanza. Il nostro cervello ci mette in allarme, ricordandoci che non siamo da soli e che c’è qualcun altro. Il fatto è che non possiamo ne dire dove sia ne chi sia, quindi è un po’ generico come avvertimento.

K43 mi colpì subito. Era una ragazza un po’ minuta con i capelli ricci e gli occhi molto espressivi. La prima volta che la incontrai quella sua aria malinconica fu una specie di segnale e, nonostante avessi intuito che era già ‘impegnata’, nei giorni seguenti non riuscii proprio a non farmela piacere.

Anche perché fummo costretto a rivelare molto presto i nostri segreti.

Era notte, ormai. Il treno faceva scalo a Pisa, che avevamo appena superato, e Milano, per poi fare un altro paio di scali nelle principali città dell’est Europa. Il viaggio sarebbe stato lungo, così decisi di riposare un po’. Mi sembrò che non fosse passato nemmeno un minuto che i miei sensi (che avevo preventivamente potenziato) mi avvertirono di un pericolo.

Mi sveglia appena in tempo per evitare un pugno che mi avrebbe colpito alla nuca. Invece il mio misterioso aggressore si trovò a sfondare il rigido tessuto delle poltroncine del treno.

“A cosa devo questa visita?” Chiesi, caricando le mie braccia di elettricità.

La luce era spenta e, chiunque fosse, avevo quella sensazione che avevo percepito quando ero arrivato sul treno: disagio, ma anche familiarità.

“Al fatto che non consegnerai la tua valigetta… dammela e non ti farò del male.” Mi intimò l’altro mettendosi in una posizione simile a quella di un pugile.

“Fammi pensare… no!” Risposi con decisione colpendolo con un fulmine così forte da farlo sbattere contro la parete alle sue spalle.

Mi aspettai che svenisse, ma, al contrario, si rialzò quasi subito e si lanciò verso di me, cogliendomi di sorpresa. Non avevo la spada (l’avevo poggiata a terra perché mi rendeva scomodo sdraiarmi) e dovetti arrangiarmi. Mi rifilò un pugno e poi un altro: la loro forza era tale che ero sicuro mi avesse già rotto un paio di costole se non di più, poi mi sollevò con forza inaudita e mi lanciò contro il finestrino, con l’intento di farmi volare di sotto. Io volai fuori dalla finestra, ma non prima di essere riuscito ad aggrapparmi ad una sporgenza sul tetto del treno.

‘Bene… ora facciamo come in un film d’azione!’ Pensai, mentre mi arrampicavo, benedicendo la mia capacità di potenziare i riflessi che, a quanto pareva, mi aveva salvato la vita.

In quel momento il tetto fu sfondato e il mio aggressore emerse dal metallo con furia inaudita: l’aveva squarciato come se fosse cartapesta. Si lanciò di nuovo verso di me cercando di colpirmi più volte, ma grazie ai riflessi potenziati, riuscii ad evitare gli attacchi e a respingerlo con un fulmine che lo fece volare per due metri all’indietro. Mentre si rialzava gli lanciai contro almeno altri dieci fulmini, ma, prima che lo colpissero lui si era già rialzato ed era pronto a schivarli. Ne evito nove anche se il decimo gli fece quasi perdere l’equilibrio, quando lo colpì alla spalla. Mi lanciai su di lui caricando le braccia di elettricità per renderle più forti e lo colpii al viso un paio di volte, ma fui sorpreso dal fatto che lui incassasse così facilmente i miei colpi. Al terzo si abbassò evitandolo per rifilarmi un cazzotto in pieno petto facendomi volare dall’altra parte del vagone. Mancò poco che cadessi di sotto.

“Sei forte lo ammetto… ma non mi farò battere tanto facilmente.” Dissi, preparandomi ad attaccare di nuovo.

In quel momento sentii il rumore delle eliche di un elicottero e ne vidi quattro di quelli grossi che trasportavano truppe.

‘Grandioso… ci mancava solo questo!’ Pensai, mentre vedevo degli uomini con il passamontagna che si preparavano ad abbordare il treno.

 

 

 

 

 

 

 

[Registrazione chiamata dal soggetto WA01 a agente della C.A.O.S. Iurowsky]

 

WA01: Ho intercettato una chiamata dal Q.G. dell’ I.S.A. alcuni Omega sono diretti a Mosca, su un treno in Italia… mandate i nostri uomini a catturarli… gli ultimi Omega sono stati tutti assimilati. Gettate i loro cadaveri.

A.I.: Sissignore… ho notizie: Y01 è ancora latitante, la nostra ultima squadra è stata massacrata e i nostri mezzi distrutti.

WA01: non è importante… abbiamo perso più di trenta uomini contro di lui… i miei obiettivi sono gli altri 01, e in questo momento X01 è su quel treno con altri due Omega, catturateli, tutti. Lui va preso vivo… gli altri, solo se si arrendono.

A.I.: Sissignore, sarà fatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rieccomi, finalmente. Ora, vediamo molti Omega riunirsi nella stessa città e il cattivone principale pronto a prendersela con gli altri Omega. Inoltre sono svelate le ‘tracce principali’ che spingono la maggior parte dei personaggi.

Chi sono i misteriosi S01 e J01? Qual è il loro obbiettivo?

Presto ci sarà una lotta tra gli Omega e non sarà facile darsela a gambe.

AxXx  


  
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