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Autore: ladygleek86    21/06/2013    1 recensioni
Accadde tutto così in fretta e in modo così confusionale,da sembrare uno di quei sogni che dimentichi appena sveglia.C’era qualcosa là fuori,me ne ero accorta dall’odore di sangue che impregnava l’aria e rendeva difficile respirarla senza essere costretta a tenere a bada l’istinto che cercava di avere la meglio sulla parte razionale di me.
Fu allora,proprio allora, che per la prima volta incrociai quegli occhi.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Nuovo personaggio, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana, Puck/Quinn
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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   - Capitolo 4


“Non ci posso credere!” strillò Quinn, non appena entrò nella stanza.

“E’ più furba di quanto pensassimo”.

“Già!” concordò Mark, nero di rabbia.

Speravo proprio di aver fatto la cosa giusta. In effetti, a pensarci bene, avevo agito per l’ennesima volta a vantaggio di Santana. Me ne avrebbe fatto pentire?

Se avessi detto a Mark e agli altri che lei si nascondeva nel bosco, avrei stilato la sua condanna a morte. Ciò che faceva era sbagliato, in fondo non era costretta ad uccidere per nutrirsi, e ciò probabilmente la rendeva ancor più sadica e selvaggia agli occhi degli altri; degli altri, appunto.

Non capivo per quale diavolo di motivo non riuscissi ad odiarla o ad essere disgustata dalle sue azioni; gli altri fremevano per farla fuori ed io invece rimanevo lì, ad ascoltare le loro strategie, assolutamente contrariata dalle loro idee. Era la vampira ad aver torto, gli altri cercavano soltanto di evitare problemi e di proteggere la città, ma nella mia testa i ruoli non erano così netti. Cercavo quante più scuse potessero esistere per non aprire gli occhi alla realtà: lei era la cattiva, e noi i buoni.

“Ve l’avevo detto che dovevamo cercare nelle case!” continuò Quinn, che scuoteva la testa, innervosita dal fatto che non le avessimo dato retta.

“Stiamo calmi!” gridò Puck, sbattendo la cartina della città sul tavolo. “Domani riprenderemo le ricerche e questa volta faremo come dicono Quinn e Kurt”.

“Giusto”.

“Ok, ok”.

“Hai lasciato Jake al Wings?” chiese Noah, prendendo per mano la ragazza che, ancora alterata, sbuffava senza sosta.

“Per forza, avevamo altro da fare”.

“Se vuoi lo sostituiamo io e Quinn, almeno ci distraiamo un po’”.

“Nessun problema, anzi, ci fareste un favore”.

“Veramente io avevo altre idee per la nostra serata, Puckerman…” aggiunse la bionda, ammiccando.

Noah si rattristò momentaneamente per aver già preso impegni, ma Kurt gli toccò amichevolmente la spalla, lasciando intendere che ci avrebbe pensato lui.

“Grazie, Kurt” dissi, sorridendo.

“Figurati”.

Era stata una giornata pesante, e i pensieri sembravano non volermi lasciare in pace.

“Hai fame?” chiese Mark, che si allungò a torso nudo sul divano.

“Un pochino, in effetti”.

Sapevo controllare bene la mia sete, e difficilmente cadevo in tentazioni, ma era innegabile che dopo aver prosciugato un bel cervo mi sarei sentita senza alcun dubbio meglio.

“Domani sera andiamo a caccia con gli altri”.

Mi avvicinai a lui e cominciai a baciargli gli addominali. Mark alzò leggermente il busto e mi misi a cavalcioni su di lui. Ci baciammo a lungo mentre lui scorreva con le mani sui i miei seni; li toccava, li cercava... quando tutto questo non gli bastò più, mi strappò la maglia di dosso e slacciò il reggiseno. Lo spogliai con la velocità che solo un vampiro può avere e poi mi sfilai le mutandine, lentamente, mentre i suoi occhi blu ardevano scorrendo lungo le linee sottili del mio corpo.





*




“Buongiorno, amore mio” sussurrò dolcemente il ragazzo dai capelli raccolti in un codino, che mi stampò le labbra sulla fronte.

“Buongiorno” risposi, assonnata, aprendo gli occhi a fatica.

“Ti porto il caffè oppure lo prendi in cucina?”

“Adesso mi alzo” dissi, sorridendo.

Spostai le lenzuola che avvolgevano la mia pelle pallida e nuda, e indossai una comoda vestaglia.

Non appena mi sedetti al tavolo della cucina, qualcuno bussò alla porta. Mark, che girava per casa con solo degli slip addosso, si apprestò ad indossare velocemente un pantalone grigio della tuta ed una canottiera bianca.

“Buongiorno, bellissimi!” trillò Quinn, che a malapena gli diede il tempo di aprire la porta.

“Buongiorno anche a te” disse Mark, che scuoteva la testa ironicamente.

“Ehi Q, vacci piano, mi sono appena svegliata”.

“Nottata impegnativa?” domandò lei, sfoggiando un sorrisetto pieno di energia.

“Sembri uno di quegli spot pubblicitari di creme per le occhiaie” risposi, finendo di bere il caffè.

“Magari potrei passare la mia eternità ad inventarne una, sarebbe fico”.

“Assolutamente!” risposi, sarcastica.

“Allora, ti sbrighi?”

“E perché mai dovrei sbrigarmi?”

“Andiamo a caccia, fannullona!”

Mi girai verso Mark, che curiosava tra gli scaffali della cucina.

“Pensavo che dovessimo andarci tutti insieme”.

“Meglio se ci alterniamo, non mi fido a lasciare Jake troppo tempo al locale…” disse lui, facendo spallucce.

“Dai, su! Vatti a vestire” mi incitò Quinn.

“Sarebbe questo il tuo abbigliamento da caccia?” chiesi, squadrandola con gli occhi sgranati.

Indossava un comodo vestitino bianco candido, con un coprispalle dello stesso identico colore e dei sandali col tacco di sughero.

“Già” rispose lei secca, puntando il dito verso la camera.

“Ok, ok. Vado!”

A differenza sua, indossai cose assolutamente comode. Un paio di pantacollant neri, delle scarpe da ginnastica e una maglia semplice a maniche corte, poi mi legai i capelli e tornai in cucina.

“Pronta per andare nel bosco?”

Aveva detto la parola bosco?  Merda!

Avevo dimenticato un piccolo dettaglio: si cacciava nel bosco. Esattamente nello stesso bosco in cui, il giorno prima, avevo visto la vampira che tutti i miei amici volevano uccidere. Mi bloccai sul posto e smisi di respirare.


“Che ho detto?” chiese Quinn, confusa dalla mia improvvisa e inaspettata reazione.

“N-niente! Assolutamente niente”.

“Ok, allora andiamo.”

E se, nonostante il mio avvertimento, non se ne fosse mai andata via da lì? Sarebbe stato un bel problema se Quinn fosse incappata nella scia che il giorno prima avevo seguito minuziosamente, o se, peggio ancora, ce la fossimo ritrovata improvvisamente alle nostre spalle. Dio, quel solo pensiero mi caricò di un’ansia indescrivibile. Non solo tutti quanti avrebbero capito che avevo mentito, ma Santana avrebbe anche fatto una pessima fine. Sperai veramente con tutta me stessa che la tizia avesse abbandonato ogni tipo di orgoglio e spavalderia,e avesse preso il mio avvertimento in seria considerazione.




*




Quando io e Quinn giungemmo nell’esatto punto in cui avremmo cacciato, l’ansia che avevo provato per tutto il tragitto si trasformò in paura.

“La sostituzione di Kurt è valsa la pena?” chiese la vampira bionda, mentre scrutava e toccava attentamente il terreno.

“Che?” risposi, grattandomi la testa.

“Quando fai così ti ucciderei…” rispose, scuotendo il capo ancora chino sul suolo umido.

“E cioè?”

“Sei distratta, Britt! Sei sempre con la testa tra le nuvole. Io ti parlo e tu capisci a malapena l’ultima parola di quel che ho detto…”

“Non è vero!” ribattei, infastidita.

“Oh, sì che è vero!” disse lei, ridacchiando.

“Ti ho detto di no!”

“Allora dimmi, che ti ho chiesto?”

Quinn avanzò di una decina di metri e inspirò a pieno l’aria del sottobosco. Quando fece quel gesto, mi immobilizzai di nuovo, in attesa di un responso che speravo fosse privo di disastrosi problemi.

“Allora?” chiese, tranquilla. Nessuna traccia di Santana!

“Ehmm… mi hai chiesto di Kurt al locale”.

“Ovviamente” rispose, lanciandomi un’occhiata eloquente.

Sbuffai. Speravo di aver azzeccato almeno parte dell’argomento, ma non mi diede modo di capirlo.

“Dammi una mano, mi sa che è meglio!”

Seguimmo velocemente la scia che, come era previsto, ci portò sulle sponde del ruscello. Sull’altra sponda c’era un bellissimo cervo non molto grande e probabilmente molto giovane. Immergeva la delicata e rosea lingua nell’acqua, completamente ignaro del pericolo che gli si avvicinava.

“Dai, prendilo tu, così forse il tuo livello di concentrazione salirà” disse, ridacchiando.

Stavo quasi per lanciarmi su di lui, ma poi pensai una cosa. Se avessi preso quel cervo, Quinn sarebbe andata alla ricerca di un altro senza di me; e se avesse rintracciato l’odore della vampira?

“Non lo voglio” risposi, secca.

“E perché mai?” chiese, aggrottando le sopracciglia. “Guarda quanto è bello!”.

“E’ tutto tuo, ne cercherò uno più grande”.

“Stupida ingorda” rispose, scuotendo la testa.

In una frazione di secondo le urla dell’animale si scatenarono, per poi affievolirsi e cessare poco dopo.

Saltai dall’altra sponda del ruscello e, grazie al potente olfatto, in breve tempo trovai un altro cervo, ma non molto più grande dell’altro. Mi avventai sul caldo collo dell’animale che, all’impatto con il mio corpo, stramazzò a terra. Sentivo il sangue sulla mia lingua, sulle mie labbra, e da esse colarmi lungo il collo, che si muoveva irregolarmente ad ogni sorso del quale godevo.

Per quanto le vite di noi altri potessero essere viste quasi parallelamente a quelle umane, nessuno era in grado di soffocare il desiderio che ci rendeva, appunto, “diversi”.


 


Ed eccoci qui con il quarto capitolo! :D Scusate se l'ho pubblicato con un po' di ritardo...spero che vi sia piaciuto,anche se,rispetto a quelli che verranno,non è niente di che...Il bello deve ancora venire!!

Ciao a tutti,ed alla prossima!


Ladygleek86







 

BETATO DA  HSwall

  
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