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Autore: RamaDFZ    21/06/2013    4 recensioni
“Wammy's House”, questo il nome inciso sulla targa di ottone che affianca la pesante cancellata d'ingresso, “Wammy's House”, speranza e condanna di tante piccole anime perdute...
Apriamo una pagina a caso nella storia della dolce casa di Winchester ed iniziamo a leggere da lì, scorrendo tra le righe di vite diverse eppur troppo simili, assaporando parte della macabra danza di burattini ed invisibili mani...
Another, primo candidato alla successione, muore, apparentemente suicida, alla tenera età di quindici anni. Una serie di indizi e discrepanze spinge tre piccoli geni a credere che dietro la dipartita di "A" ci sia la mano di un assasino. Tra indagini condotte su strade parallele e sentimenti che si mostreranno spesso in maniera goffa e tesa, Mello e Near impareranno molto su se stessi, sulla loro vita nella "House"e sul legame che li unisce.
Chi sopravviverà alla tempesta distruttiva impazzata nel chiuso della House? Chi si salverà dall'effetto domino scatenato dal peso di un nome fin troppo importante?
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beyond Birthday, Matt, Mello, Near, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclosure

 

 

 

 

 


 

L'infermiera Lorence fissava, imperturbabile, le ventole ferme del condizionatore sopra la sua testa, chiedendosi per quale assurdo motivo nessuno si decidesse ad azionarlo. Forse, pensò, costringere gli interrogati a sopportare un caldo infernale era una tecnica utile per farli parlare.

Il detective Collins, un omone di un metro e novanta tutto muscoli e senso del dovere, stava ascoltando da più di due ore il resoconto della sua indiziata reo confessa, ma non riusciva a capacitarsi che una donnina così dolce all'apparenza potesse, in realtà, essere colpevole di omicidio. Omicidio di un minore...


 

 

  • É sicura di aver riferito chiaramente la sua versione dei fatti?
     

  • Sì...
     

  • Ed è sempre dell'idea di non volere un avvocato?
     

  • Sì...


 


 

Collins, ormai, aveva svolto abbondantemente il suo compito e, per quanto desiderasse approfondire ancor di più la questione, sapeva bene che quell'improbabile “Lady di ferro” gli avrebbe propinato per l'ennesima volta lo stesso racconto. Tergendosi il sudore dalla fronte con un fazzoletto di stoffa, uscì dalla sala interrogatori e permise l'accesso alle guardie incaricate di scortare la Lorence in detenzione preventiva.

Giunto nel cortile di fronte al commissariato, il detective prese ad inspirare ampie boccate d'aria fresca, massaggiandosi le tempie per rilassare la mente dopo una mattinata davvero faticosa. Il suo riposo, tuttavia, durò ben poco, perché dopo neppure due minuti di tranquillità, fu raggiunto da Bonnie Dawson, la matricola che gli era stata appioppata come partner.


 


 

  • Signore, signore!
     

  • Sì? Cosa c'è, Dawson?
     

  • Beh, vorrei conoscere la sua opinione sul caso! Ho seguito l'interrogatorio e lei mi è sembrato alquanto perplesso... Forse non si fida molto dell'infermiera?


 


 

L'aspetto peggiore di avere la Dawson sempre alle calcagna era che la ragazza aveva davvero un buon fiuto e, sebbene Collins desiderasse scrollarsela di dosso un minuto sì e l'altro pure, col tempo si era reso conto del potenziale della sua partner.


 


 

  • Ancora una volta hai fatto centro, pivellina!
     

  • Davvero signore?
     

  • Diciamo che ci sono degli aspetti, in tutta questa storia, che mi sembrano poco “trasparenti”, a cominciare dal “collegio per ragazzi dotati” dove lavora l'indiziata...
     

  • Sapevo che vi sareste incuriosito, perciò mi sono permessa di precederla e fare qualche ricerca!
     

  • Dì un po', Dawson, stai cercando di fregarmi il posto?


 


 

La ragazza si ritrasse scandalizzata, rischiando quasi d'inciampare in una siepe decorativa.


 


 

  • Ma no! Certo che no, signore! Io non potrei mai pensare di...
     

  • Ehi, ehi, sta' calma pivellina! Lasciami scherzare un po', ho la testa che mi fuma!
     

  • Oh sì, hahaha... Certo, mi scusi.
     

  • Bene, allora, queste ricerche?
     

  • Confesso che non è stato semplice trovare notizie sulla “Wammy's House”... Il direttore è un tal Roger Ruvie, famoso entomologo, ma il vero “proprietario” dell'istituto è Quillish Wammy.
     

  • Quillish Wammy l'inventore? Uhm... Avrei dovuto aspettarmelo, quel filantropo usa i proventi delle sue scoperte per fondare orfanotrofi in tutto il mondo. Non ho pensato immediatamente a lui per il semplice fatto che gli altri istituti a suo nome accolgono tutti i bambini senza famiglia, a prescindere dalle loro facoltà intellettive. Questa “Wammy's House”, invece, sembra quasi una “fabbrica di geni”.
     

  • In effetti, ma credo non lo sapremo mai... tutti i file degli studenti e dei dipendenti sono secretati. Ci sono troppe, troppe stranezze... Un ragazzino muore, apparentemente suicida, tra le mura della “House”, ma nessuno si preoccupa di svolgere indagini ufficiali ed ora, a distanza di un anno, l'infermiera dell'istituto confessa di averlo ucciso inscenando il suicido. In marzo, una suora che lavora alla“House” viene accoltellata da un borseggiatore ed anche questo caso finisce presto nel dimenticatoio, con il colpevole ancora a piede libero. Sembra che ogni persona collegata all'orfanotrofio sia destinata, in un modo o nell'altro, a svanire nel nulla...
     

  • Già... Dietro questa “dolce casa” c'è sicuramente qualcosa di grosso, tanto più che il comandante Rottenwood ha vietato di varcare i confini dell'orfanotrofio per raccogliere prove. A suo parere, la riesumazione del cadavere della vittima e la presenza di segni di strangolamento su di esso bastano a supportare la versione della Lorence. Ma io mi chiedo, quale medico legale potrebbe, a più di un anno dalla morte di quel povero ragazzo, trovare sul suo collo segni di strangolamento? Ed se anche i suddetti segni fossero davvero ancora evidenti, perché impedire alle forze dell'ordine di scoprire maggiori dettagli?? L'orfanotrofio nasconde un segreto ed immagino che i piani altri vogliano preservarlo a tutti i costi.


 


 

Collis sospirò, o meglio, grugnì e, poi, si accese una sigaretta. Aveva tentato così tante volte di smettere da averne perso il conto, ma il suo lavoro era davvero troppo difficile da digerire senza una piccola valvola di sfogo. Bonnie guardava il suo capo con aria ammirata e pensierosa al tempo stesso. Quell'uomo così grosso ed anche un po' rude era il suo mentore e, grazie a lui, avrebbe imparato ad essere una detective degna di rispetto. Con questo profondo senso di responsabilità, la ragazza si avvicinò a Collins e gli sfiorò la manica della giacca. Fu un tocco leggero, ma sufficiente a riportare il detective alla realtà.


 


 

  • Sa capo, anche il movente dell'infermiera non mi convince per niente... A suo dire, avrebbe ucciso il ragazzino “per salvare la sua anima perché la competizione lo aveva allontanato da Dio” e stava per commettere altri due omicidi in nome della stessa “missione salvifica”. Insomma, sembra voglia dar di sé l'immagine della fanatica religiosa, ma in quella sala interrogatori era lucida e mi sembrava tutt'altro che un'invasata...


 

  • Sono d'accordo con te, ma resta il fatto che la Lorence ha confessato spontaneamente e che Rottenwood vuole chiudere il caso alla svelta... Abbiamo le mani legate!
     

  • Sì, lo so bene, ma non è possibile che la Lorence venga condannata così! Se è davvero colpevole, dovranno essere le prove a confermarlo!


 


 

Collins si voltò verso la matricola e le sorrise condiscendente, come farebbe un padre con un figlio ancora ingenuo e capace di sognare. Lui non aveva figli...


 


 

  • Sono diventato poliziotto perché odio le ingiustizie e, credimi, ho conservato lo stesso spirito di quando avevo vent'anni. Vedrai Bonnie, insieme faremo saltar fuori la verità, qualunque essa sia!


 


 

Lo sguardo della Dawson s'illuminò all'istante... Per la prima volta il suo mentore l'aveva chiamata per nome.


 


 

§§§


 


 

Nel giardino della House, devastato da grida e risa fragorose, un gruppetto di cinque bambini stava giocando una partita di calcio.


 


 

  • Melloooo, Melloo!! passa a me!


 


 

Mello continuava a palleggiare da solo, senza guardare nessuno dei suoi compagni e senza rispondere ai loro continui richiami. Ad un tratto Matt, stanco di aspettare come un allocco, si avvicinò all'amico e gli prese il pallone con un gesto stizzito -cosa che nessuno degli altri avrebbe mai osato fare-. Mello non disse nulla, fece spallucce e si diresse verso l'ingresso dell'istituto, abbandonando la partita. Quel comportamento anomalo non sorprese nessuno. Ci si poteva aspettare ben altro dal “blond blitz*” della House.

Mello camminava lungo il corridoio principale con la testa fra le nuvole... il passo spedito e lo sguardo chino suggerivano le tinte scure del suo umore. Era stato proprio lui a denunciare Lorry, la sua Lorry, la donna che considerava più vicina ad una figura materna ed ora chissà dove l'avevano portata.


 

Me l'hanno arrestata... B ha parlato con L ed un attimo dopo due poliziotti sono venuti a prenderla. Dannazione! Forse sono sfigato sul serio... Trovo un' adulta di cui fidarmi e, guarda caso, sono proprio io a scoprire che è una pazza omicida! Non è giusto... Non è giusto!!


 

Il biondino era talmente assorbito dai suoi pensieri tormentosi che si accorse di aver urtato qualcosa- o qualcuno- solo quando si ritrovò col sedere per terra.


 


 

  • Ahì! Emme, accidenti!


 


 

Non appena Mihael realizzò di aver travolto proprio Faith, il suo cuore iniziò a palpitare violentemente. Dal loro ultimo “incontro ravvicinato”, non avevano ancora avuto modo di parlare e confrontarsi sull'accaduto.


 


 

  • Ef... Effe, ciao... S-scusa, non stavo...


 


 

Faith si rialzò con eleganza ed aiutò anche Mello. Il suo viso era bello e dolce come sempre, le lentiggini sparpagliate sembravano semi di una piccola fragola, resa ancor più rossa dall'imbarazzo del momento.


 


 

  • Non preoccuparti emme... Va... Va tutto bene... è stata solo un'innocua caduta... Hehehe...


 


 

Il silenzio precipitò pesantemente tra i due compagni, rischiando di protrarsi pericolosamente oltre la soglia del “a costo di non star zitto, dico la prima scempiaggine che mi viene in mente”. Per fortuna, Faith prese in mano la situazione e propose a Mello di andare in un posto tranquillo per parlare. Mello la seguì come un fantoccio privo di volontà. In un certo senso, l'idea di dover affrontare una conversazione del tutto estranea al caso del “maniaco del blackout” lo rassicurava.


 


 

  • Eccoci qui...


 


 

Mello osservava le cime degli alberi più alti che facevano capolino oltre la ringhiera della terrazza della House, chiedendosi perché tutti sembrassero considerare quel luogo “un posto tranquillo per parlare”. A lui, invece, anche la natura dava fastidio, così prodiga di vita e di orecchie indiscrete, come quelle di migliaia di insetti pronti ad ascoltare qualsiasi segreto senza timore d'esser visti.


 


 

  • Okay Effe... parliamo... ma... esattamente... di cosa vorresti parlare?


 

  • Beh... m-mi sembra ovvio...


 


 

Mello sospirò pesantemente. Aveva pensato molto a cosa avrebbe detto a Fiath quando finalmente avesse avuto occasione di parlarle ed era certo che tra loro non potesse esserci che amicizia. Il rapporto sincero e profondo che aveva instaurato con Matt doveva venire prima di qualunque altra cosa, l'aveva promesso solennemente a se stesso e all'amico. Non c'era posto per altro.


 


 

  • Faith, prima che tu dica qualunque cosa, voglio farti sapere che non ho intenzione di baciarti ancora. Matt ne soffrirebbe troppo...


 


 

Faith sollevò un sopracciglio, lievemente stizzita. Certo, aveva intenzione di dire a Mello la stessa identica cosa, ma lui l'aveva battuta sul tempo e le sembrava quasi d'esser stata rifiutata. A causa del suo passato, quella sensazione le faceva sempre un effetto strano e cercava in tutti i modi di evitarla. L'ultima volta che si era sentita respinta, c'aveva quasi rimesso la pelle...


 


 

  • Mi sembra giusto e, infatti, volevo dirti anch'io di non vederci più in orari poco consoni. Ora vado...


 


 

Faith girò i tacchi e fece per andarsene con la massima fierezza che riuscì ad ostentare, ma Mello la trattenne.


 


 

  • E-ehi, Faith, aspetta!


 


 

Neanche lui sapeva bene cosa lo avesse spinto a richiamare la compagna, ma, in fondo, sentiva il bisogno di sfogarsi con qualcuno che potesse comprendere il suo stato d'animo. Faith meditò qualche secondo, poi sorrise abbandonando ogni parvenza di superbia e sedette accanto a Mello sul pavimento immacolato del terrazzo.


 


 

  • C'è qualcosa che ti turba, non è vero Emme?
     

  • Già...
     

  • E vorresti parlarne con me perché sono la persona più depressa che conosci...
     

  • Hahahaha... Che scema! Tu sei... mia amica, no?
     

  • Certamente.
     

  • Bene, allora dovresti aver già una vaga idea di quale sia il mio problema...


 


 

Faith estrasse dalla tasca dei pantaloncini a fiori un pacchetto di mentine e ne mangiò nove di fila. Poi, come se niente fosse, rivolse a Mello uno sguardo vago, pensoso.


 


 

  • Credo proprio che “il tuo problema” sia l'infermiera Lorence. So che avevi davvero un bel rapporto con lei, considerando anche tutte le ferite che ti ha medicato. Il suo arresto, così su due piedi e senza alcuna spiegazione, dev'essere stato un brutto colpo per te...


 


 

Senza alcuna spiegazione... Già, si suppone che Faith non sappia nulla del maniaco, o meglio, quella notte sono stato proprio io a dirle che qualcuno attentava alla vita degli studenti, ma non sono certo che mi abbia creduto, anche se la sua reazione esagerata mi fa pensare di sì... Roger non ha divulgato nessuna informazione riguardo l'arresto di Lorry, eppure... eppure sono convinto che anche Faith sia stata aggredita più volte. Gli occhi non mentono mai!


 


 

  • Beh, in effetti Lorry è un bel tipo... Mi spiace molto che sia stata arrestata, tuttavia Faith, anche tu le sei molto legata... o sbaglio?


 


 

Faith ebbe un lieve sussulto, impercettibile ad occhi “normodotati”, ma chiaramente distinguibile per gli occhi attenti di Mello.


 


 

  • S-sì... L'infermiera Lorence sapeva del mio... vagare notturno e mi hai aiutata a risolvere il problema con delle gocce. Ma non si tratta solo di questo... Lei è una donna molto buona, infinitamente buona, direi...


 


 

Faith si strinse le gambe al petto posando il mento sulle ginocchia lievemente escoriate. La conversazione con Mello stava iniziando a turbarla non poco e sparava finisse in fretta, tuttavia, non poteva essere lei a troncarla fuggendo a gambe levate come al solito. Doveva diventare più forte, per se stessa, e, soprattutto, per il suo amore, Backup...


 


 

  • A quanto pare, non è così buona come pensavamo noi...
     

  • B-beh, potrebbe essere stata arrestata per qualunque motivo, no? Magari la polizia ha preso un abbaglio e, alla fine, si scopre che lei non c'entrava niente...
     

  • Faith, andiamo! Smettila con la commedia! Ti ho spiegato ciò che sta accadendo in questo istituto e non ci vuole un genio per capire che Lorry è stata arrestata per omicidio! Sono stato io a trovare qualche indizio a suo carico, ma i miei risultati non erano certo sufficienti ad accusarla... Quindi, se proprio vuoi saperla tutta, è stata lei a confessare, non appena due agenti sono venuti a prelevarla per l'interrogatorio formale... Non ha aspettato neppure di raggiungere il commissariato, ha spifferato tutto davanti a noi! Davanti a me, Roger, Backup e i due poliziotti!
     

  • Ha conf... Ha confessato?!!


 


 

Faith scattò in piedi con una mano premuta sulla labbra. Tremava come una foglia e sulla sua fronte comparvero stille di sudore freddo. Era visibilmente scossa da qualcosa che Mello non riusciva a cogliere, nonostante fosse bravo a comprendere le persone e le loro intenzioni anche solo guardandole negl'occhi.


 


 

  • No... no... perché...
     

  • Faith...


 


 

Quando Mello vide la compagna accasciarsi in preda ad un pianto isterico, si pentì d'essere stato così indelicato. Non aveva alcun diritto di scaricare la sua rabbia ed i suoi sensi di colpa sugli altri, ma, a volte, non riusciva a farne a meno. Anzi, pensò, con Near certe esternazioni gli erano quasi inevitabili, anche perché il piccolo albino sembrava quasi una carta assorbente per le sue frustrazioni.


 

Ma che mi prende?! Mettermi a pensare a Near in un momento simile!


 

Mello scattò verso Faith e le prese il viso tra le mani. I grandi occhi nocciola della ragazza, umidi di lacrime, sembravano ancora più belli ed espressivi, tanto che Mello dovette serrare i suoi per non cedere alla tentazione di fare ciò che aveva solennemente giurato di evitare.


 


 

  • Faith... Io... Mi dispiace, Okay?!
     

  • Tra... Tranquillo. É solo che...
     

  • É solo che?
     

  • Dannazione! Ma perché cazzo deve andarmi sempre tutto storto?!!


 


 

Come una furia, Faith si strappò il fermaglio di plastica che aveva tra i capelli e lo scagliò con forza sul pavimento, distruggendolo in mille pezzi. Mello osservò la scena senza un minimo di stupore. Dopotutto, fracassare le cose era anche la sua specialità ed, in fondo, era divertente vedere, per una volta, qualcun altro perdere le staffe.

Faith ansimava pesantemente, stringendo i pugni lungo i fianchi. In quel momento, avrebbe devastato l'intero istituto se ne avesse avuto la forza e la possibilità. Ad un tratto, una risata cristallina la fece ritornare in sé.


 


 

  • Cos'hai da ridere, Mello?!
     

  • Hahahahahaha! Oh, Effe, sembri incazzata nera! Scusa, ma quando vedo i tipi tranquilli come te sbroccare di brutto, mi viene sempre da ridere! Non so, sarà perché, alla fine, come si dice? “Le acque chete rompono i ponti”.... Hahahaha!
     

  • Davvero pensi che io sia un tipo tranquillo, Mello?
     

  • Beh, credo di si... In fondo, non hai mai dato problemi e Roger non ti ha ancora inserito nella sua lista nera che, come presumo, ha solo il mio nome scritto in lettere scarlatte...
     

  • Mmm... Vediamo se posso farti ricredere...
     

  • Uh?


 


 

Prima che Mello riuscisse anche solo formulare un'ipotesi che potesse spiegare l'affermazione sibillina di Faith, la ragazza prese a fargli il solletico sulla pancia. Lui odiava il solletico, o meglio, lo soffriva praticamente ovunque e, di solito, quelli che si azzardavano a farglielo finivano dritti in infermeria. Quel pomeriggio, però, l'irruento biondino non pestò nessuno, anzi, si divertì ad inseguire una rossa altrettanto irruenta per tutto il terrazzo, ridendo a squarciagola e dimenticando, almeno per un paio d'ore, tutti i suoi problemi.


 


 

§§§


 

Nelle seguenti quattro settimane Mello e Faith si videro molto spesso, ovviamente senza farne parola con Matt. I due diventavano sempre più amici ed amavano discutere di qualsiasi cosa. Il loro punto di vista sulla vita e sul mondo, del resto, era incredibilmente simile, tanto che, se l'età non li avesse divisi, si sarebbe potuto pensare che fossero gemelli separati alla nascita.


 


 

  • Senti Emme, hai più pensato a quel discorso che ti feci sull'amore e la sua importanza?
     

  • Per caso ci stai provando, Effe?
     

  • Va' al diavolo, Nancy Drew**!
     

  • Hahaha... Non fare errori stupidi Faith, Nancy Drew è una rossa!
     

  • Scusa, non volevo urtare di il tuo orgoglio di bionda naturale!
     

  • Sei morta pomodora!


 


 

Ogni volta che Mello e Faith stavano insieme, si sentivano, in un certo senso, a casa, perché l'uno si riconosceva nell'altra e viceversa. Tra loro non c'erano tensioni, giudizi sottesi e pensieri nascosti. Ogni opinione veniva espressa naturalmente, alla luce del sole, senza timore, senza calcolo.

Mello sperava davvero che il delicato mondo costruito con la sua nuova amica non venisse mai sconvolto da influenze esterne. Nella sua vita c'erano tante cose che richiedevano uno spazio immane, a cominciare dalla successione sino ad arrivare a Matt e Near. Matt rimaneva sempre il suo affetto più caro, ma parlare con lui non era così semplice come con Faith. Per quanto riguardava Near, beh, Near era... Near, punto. In un modo o nell'altro, Mello non riusciva ad evitare di pensare a lui ed ogni volta che succedeva, una strana morsa allo stomaco lo coglieva di sorpresa. Con Faith, invece, la pace regnava sovrana... Lei era una camomilla calda in una notte tempestosa, un balsamo, una medicina, un viso familiare in mezzo a tante facce inquietanti...


 


 

  • Pomodora...
     

  • Che c'è Barbie?
     

  • Oggi escono i quadri...
     

  • Ma davvero!? Pensavo andassimo tutti in gita, vista l'atmosfera rilassante che aleggia in giro!
     

  • Non essere sarcastica...
     

  • Lasciami almeno il sarcasmo... per favore!
     

  • Non fraintendermi, io sono il re del sarcasmo, ma oggi non ci servirà, vedrai!
     

  • Che vuoi dire?
     

  • Di solito l'ironia e, soprattutto, il nostro tipo d'ironia, si usa per mascherare qualcosa di spiacevole... Oggi, invece, non avremo nulla di cui dispiacerci!
     

  • Ne sei sicuro?
     

  • Certo che sì! Abbiamo studiato sodo... Ce la faremo!
     

  • Uhm... A questo punto, non ci resta che andare a vedere se hanno già affisso il tabellone...

     

  • Ci separiamo come sempre per non dare nell'occhio?

     

  • Ovviamente...
     

  • Bene, a dopo!
     

  • A dopo!


 


 

§§§


 


 

Mello uscì di soppiatto dalla stanza di Faith e, dopo aver sceso a rotta di collo un'ampia rampa di scale, corse verso i dormitori maschili. Molto probabilmente Matt stava ancora dormendo, ma, per sicurezza, il biondo dissimulatore decise di passare dal lato opposto alla sua camera. Appena svoltato l'angolo, s'imbatté in una figura bianca quasi perfettamente mimetizzata con le candide pareti del corridoio.


 


 

  • Near...
     

  • Buongiorno, Mello.


 


 

I due compagni rimasero immobili a fissarsi per qualche secondo. Le ferite di Near si erano quasi completamente rimarginate ed al posto delle fasciature, applicate inizialmente, ora c'erano dei semplici cerotti. Mello forzò un sorriso e si avvicinò maggiormente all'albino. Era trascorso parecchio tempo, quasi un mese, dall'ultima volta che gli aveva parlato e si sentiva leggermente in colpa. In effetti il loro ultimo incontro era stato decisamente intenso e, spesso, il ricordo di quell'intimità così improvvisa turbava Mello. L'albino gli aveva detto delle cose che mai si sarebbe aspettato di sentire da lui e certe frasi lo avevano spinto a riflettere con attenzione anche su sé stesso e sulle sensazioni contrastanti che gli capitava di provare.


 

Ci sono limiti... che ti fanno capire... chi sei in realtà... Limiti... invalicabili...

 

 

  • Near, sono contento che stai meglio.
     

  • Sì, i tagli si sono rimarginati.
     

  • Meno male. Beh... Ehm... dove... dove stavi andando?
     

  • Credo dove stessi andando anche tu... a vedere il tabellone.
     

  • Perfetto, allora... allora possiamo proseguire insieme, se ti va...
     

  • D'accordo.

 

 

Durante il tragitto i due prodigi non si scambiarono neanche una parola, poi, ad un tratto, proprio prima che la graduatoria affissa al muro fosse perfettamente visibile, Near afferrò la maglietta di Mello e gli parlò con voce fioca.

 

 

  • Mello, grazie... grazie di tutto.

 

 

Mello arrossì fino alla punta delle orecchie, stranamente felice, ma un secondo dopo sbiancò come se in corpo non avesse più una sola goccia di sangue...

 

 

 

 

 

 

 

Graduatoria di fine anno:

 

 

 

                    1. Backup

 

                    1. Near

 

                    1. Mello-Faith

 

                    1. Matt

 

                    1. Linda

 

                    1. End...

 

 

 

 

 

Note:

 

Ed eccomi qui per servirvi, miei cari lettori! Ok, smetto di sclerare e mi concentro sulle note...

 

  1. blond blitz” = fulmine biondo ( dal tedesco blitz=fulmine ), soprannome dato a Mello dai suoi compagni per sottolinearne l'indole energica ed impulsiva...

  2. Nancy Drew = famosa investigatrice di una collana di gialli per ragazzi, pubblicata in Italia nei mitici Anni Settanta. Come ci ricorda Mello, Nancy ha i capelli rossi, non biondi.

 

Mi rendo conto che le note a fondo del capitolo spesso possono risultare superflue, ma vorrei precisare che non è per presunzione che le aggiungo. Personalmente, mi piace conoscere cose nuove e se mi capita di leggere qualcosa che non capisco del tutto sono portata ad informarmi per puro diletto. Ed è sempre per il diletto dei miei lettori che mi permetto di scrivere qualche riga in questo piccolo spazio :)

 

Angolo dei ringraziamenti:

ringrazio tutti i miei lettori visibili ed invisibili e, come sempre, Synapsis, Donixmadness e le Mihael_River. So che mi dite di non ringraziarvi, che non serve ecc... ecc... ma io non posso proprio evirarlo! Quando scrivo un nuovo capitolo, mi chiedo immediatamente cosa ne penserete voi, se vi piacerà e cosa mi scriverete. Mi tranquillizzo solo quando leggo i vostri commenti, per cui spero che anche “disclosure” sia di vostro gradimento!

Bacioniiii!


 

  
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