Sono
passati molti giorni da quando ho visto per la prima
volta quella ragazza al parco.
Da
quel giorno ci torno spesso con Jazzy.
Loro
due parlano ed io resto sulla panchina con il
cellulare in mano, a fissare quella foto.
Emma
mi manca terribilmente e ogni giorno che passa mi
rendo conto sempre di più di quanto sia impossibile un
futuro insieme a lei. È
passato troppo tempo e non ho più notizie di lei da quel
maledetto pomeriggio.
Se
solo James non fosse tornato, io adesso sarei accanto
a lei.
Non
sarei partito quattro anni fa.
Non
sarei diventato un cantante famoso.
Non
avrei tutte queste fan in giro per il mondo.
Ma
in fondo, se avessi la mia piccola Emma, non penserei
nemmeno a tutte queste cose.
Invece
niente di tutto ciò è successo.
Sono
partito quattro anni fa.
Sono
diventato un cantante famoso.
Ho
moltissime fan in giro per il mondo.
Non
ho la castana dagli occhi verdi accanto.
Sospiro.
Ho
perso quattro anni in cui avrei potuto amarla senza soffrire.
Ho
perso quattro baci sotto il vischio.
Ho
perso la possibilità di vederla crescere e diventare
una donna.
Adesso
ho solo il suo ricordo che mi accompagna ogni
giorno da quattro anni.
Sorrido
tristemente.
Davvero
mi ero illuso di poterla dimenticare? Solo adesso
mi rendo conto di quanto fosse insensata e stupida quella pretesa.
Continuo
a fissare quella foto.
Eravamo
così felici in quel momento. Mi ricordo che
eravamo appena usciti da casa sua dopo essere stati insieme sul suo
letto.
L'avevo tenuta stretta al mio corpo, quasi come se avessi paura di
perderla.
Per un attimo avevo creduto che ci saremmo baciati, ma sono felice che
il
nostro primo bacio sia stato sotto il vischio, il bacio che lei aveva
tanto
desiderato. Quando le nostre labbra si erano sfiorate per la prima
volta sotto
quel ramo, avevo sentito come la sensazione che io e lei saremmo
rimasti
insieme per sempre, che lei fosse la mia anima gemella. Ma il nostro
"Per
sempre" si è interrotto in quel preciso istante in cui ho
sussurrato
"Ti amo" come un addio.
Appoggio
le mani sul viso e sospiro, frustrato.
Non
so cosa darei per fare l'amore con lei.
Anche
solo una notte mi basterebbe.
Le
accarezzerei i fianchi per poi far scorrere le mani
fino al suo viso.
Strofinerei
il mio naso sul suo collo bianco e profumato.
Bacerei
quella sua voglia sul collo, l'unico spazio di
pelle che non sia bianco come il latte.
Morderei
dolcemente il suo labbro inferiore, leggermente
più grande di quello superiore.
Affonderei
i denti nella sua profonda fossetta sotto la
bocca, come ha fatto lei quattro anni fa con la mia.
Le
direi che la amo da impazzire, che l'ho sempre amata.
E
poi entrerei in lei dolcemente, soffocando i suoi
gemiti di piacere con un bacio pieno di passione.
Datemi
anche solo una notte e sarei la persona più felice
del mondo.
Datemi
una notte per poterla amare senza alcun freno.
Datemi
una notte, non desidero altro.
La
suoneria del mio cellulare mi riscuote dai miei
pensieri. Rispondo senza verificare chi mi stia chiamando.
-Pronto?-
chiedo leggermente scocciato, pensando che
potrebbe essere Nicole.
-Pronto,
sono Scooter- sospiro sollevato.
-Oh,
ciao Scooter, dimmi tutto- mi sistemo meglio gli
occhiali da sole sul naso.
-Volevo
ricordarti che tra un'ora hai un'intervista e un
servizio fotografico. Dove sei ora?- mi dice il mio manager.
Sgrano
gli occhi.
Me
n'ero completamente dimenticato.
-Sono
al parco, dove ci siamo conosciuti. Adesso mi
sbrigo. A dopo, Scooter- lo saluto velocemente e chiudo la
conversazione
telefonica senza aspettare la sua risposta.
Cerco
con lo sguardo Jazzy e la trovo vicino a uno
scivolo rosso con in braccio la figlia della sua amica.
Afferro
la sua borsa e mi avvicino a lei velocemente.
-Jazzy,
io devo andare ad un'intervista- dico porgendole
la borsa -Stasera, se vuoi, vieni a casa mia con Jaxon- le propongo
dandole un
bacio sulla guancia.
Lei
annuisce e ricambia.
Mi
giro per allontanarmi quando qualcosa mi trattiene
dalla maglietta bianca.
È
una mano minuscola dalla pelle chiarissima.
Sorrido
alla bambina.
-Ciao
piccola- le bacio dolcemente una guancia che al mio
tocco si scalda.
Lei
sorride timidamente. Non sembra nemmeno quella
bambina che l'altro giorno faceva impazzire la sua mamma.
Guardo
i suoi occhi verdi e noto quanto siano familiari.
Striature
gialle intorno alla pupilla e contorno azzurro
dell'iride.
Mi
ricordano terribilmente quelli della mia piccola Emma.
Scuoto
la testa per evitare di perdermi tra i miei
pensieri e prendo la sua mano per poi baciarla delicatamente, proprio
come
farebbe un padre.
Poi
inizio a correre verso casa per prepararmi.
Appena
entro in casa, butto per terra il cappello e
appoggio da qualche parte i miei occhiali da sole. Mentre vado in bagno
per
lavarmi, lascio sul pavimento le scarpe, la maglietta e i pantaloni.
Chiudo la
porta e mi sfilo i boxer.
Devo
assolutamente sbrigarmi!
Non
lascio nemmeno il tempo all'acqua di scaldarsi un po'
e mi metto sotto il getto gelido.
Fortunatamente
è quasi Luglio e il caldo è
insopportabile.
Passo
velocemente il sapone sul mio corpo, ripensando
agli occhi di quella bellissima bambina. Possibile che fossero
così simili a
quella della mia Emma? Forse mi manca talmente tanto da farmi venire le
allucinazioni.
Sospiro
e mi sciacquo un'ultima volta prima di coprirmi
con un asciugamano bianco. Ne prendo un altro e inizio a tamponare i
miei
capelli biondi nel tentativo di asciugarli.
Cosa
mi chiederanno?
Che
cosa dovrei rispondere nel caso mi chiedano qualcosa
su Nicole?
Sono
agitato.
Respiro
profondamente e inizio a vestirmi.
Mi
infilo le scarpe, mi asciugo per bene i capelli e sono
finalmente pronto per l'intervista, mentre per il servizio fotografico
penseranno loro a come sistemarmi.
Afferro
le chiavi di casa, quelle della macchina, il
cellulare e gli occhiali, per poi uscire e chiudere il portone.
Guardo
di sfuggita l'orario.
Mancano
esattamente ventisette minuti.
Ce
la farò? Lo spero.
Salgo
in macchina e mi inoltro nel traffico di Los
Angeles.
Avrei
preferito andare a piedi, ma è troppo tardi.
Arrivo
davanti ad un semaforo rosso. Sbuffo e inizio a
picchiettare le dita sul volante. Scatta il verde ed io premo
sull'acceleratore,
quando un ragazzo in moto mi passa accanto per poi tagliarmi la strada,
facendomi venire un colpo. La rabbia prende il possesso del mio corpo.
Respiro
profondamente -Stai calmo, Justin- mi ripeto nel
tentativo di calmarmi.
Sono
arrivato anche a parlare da solo. Fantastico.
Riesco
finalmente ad arrivare davanti all'hotel in cui si
svolgeranno l'intervista e il servizio fotografico.
Parcheggio
l'auto e scendo per entrare di corsa nella
hall.
Sono
in anticipo di esattamente due minuti, ma so che
Scooter avrebbe preferito che io fossi qui già dieci minuti
fa.
-Eccomi-
avviso il mio manager del mio arrivo.
Appoggio
una mano sul mio petto e respiro profondamente.
Ho
il battito del cuore accelerato.
-Sei
in ritardo, Bieber- mi ammonisce lui guardando le
lancette del suo orologio.
Alzo
un sopracciglio -No, Scooter. Sono in anticipo di
ben due minuti- affermo sicuro.
Lui
prende in mano il suo cellulare e controlla l'orario.
Annuisce
-Hai ragione. Cazzo, due minuti! Un vero record
per te- dice ironico.
Fingo
di spolverarmi la spalla -Modestamente- concludo
fiero di essere riuscito a fare tutto in poco tempo.
Scooter
alza gli occhi al cielo scherzosamente. Io rido.
-Ora
andiamo, Bieber- con due dita afferra il mio
orecchio destro e mi trascina in una stanza sotto lo sguardo divertito
dei
presenti.
Appena
entrati nella stanza, mi guardo intorno. È pieno
di vestiti, scarpe e vari accessori. Non vedo l'ora di scoprire come mi
vestiranno. Mi siedo davanti ad uno specchio e, dopo pochi minuti,
arriva una
donna sui venticinque anni. Probabilmente è la stylist.
Senza degnarmi di un
saluto, mi afferra per un braccio e mi alza. Poi mi squadra da capo a
piedi
prima di annuire a se stessa. Si volta verso i vestiti e afferra un
indumento
nero. Me lo lascia tra le mani.
-Cambiati-
ordina uscendo dal camerino.
Mi
chiedo come faccia certa gente a lavorare.
Scuoto
la testa prima di verificare cosa io debba
indossare.
Corrugo
la fronte.
Me
lo rigiro tra le mani.
Sì,
è proprio un costume.
Strano,
di solito mi fanno vestire con T-shirts, giacche,
jeans, sneakers, e oggi solo un costume.
Lo
infilo velocemente, appoggiando i miei vestiti in un
angolo, piegati.
Esco
e davanti alla porta trovo un uomo abbastanza
giovane e calvo ad aspettarmi. Mi trascina fino a una porta dell'hotel.
La apre
e ci ritroviamo nel giardino. Intravedo una piscina.
Ho
un brutto presentimento.
L'uomo
continua a trascinarmi fino a quando, senza che io
me ne renda conto, mi ritrovo fradicio.
Sputo
l'acqua che mi è entrata in bocca e tossisco per
quella che ho ingoiato.
Un
attimo.
Io
mi sono lavato, asciugato e profumato, cercando di
essere veloce, per poi essere buttato dentro una piscina?
Wow.
Sospiro
e lascio che mi sistemino i capelli bagnati. Che
io avevo già lavato e asciugato.
Justin,
stai calmo.
Bene,
sto parlando di nuovo da solo...
Dopo
pochi minuti arriva il fotografo.
-Allora,
Justin. Voglio delle pose che siano molto
naturali. Quindi, guarda il meno possibile l'obiettivo. Tutto chiaro?-
mi
chiede l'uomo.
Annuisco
e subito dopo i flash iniziano ad accecarmi.
Sbatto
velocemente le palpebre e inizio a fare alcune
pose.
Seguo
i consigli del fotografo e non guardo l'obiettivo,
ma rivolgo lo sguardo altrove.
-Perfetto,
ora scelgo le migliori- dice dopo l'ultimo
flash. Schiocca le dita e qualcuno mi lancia addosso un asciugamano
bianco per
coprirmi.
-Bravo,
Justin- si congratula Scooter -Ora c'è
l'intervista, quindi sbrigati- conclude il mio manager.
Annuisco
e mi appoggio l'asciugamano sulle spalle. Scuoto
la testa per sistemare meglio i miei capelli e seguo Scooter fino a un
tavolino
bianco situato sotto un ombrellone del medesimo colore. Una donna sulla
trentina è seduta con un tablet in mano, ma, appena ci nota,
si alza per
stringerci la mano.
-Ciao,
sono Julie e ti farò qualche domanda- si presenta.
-Ciao-
la saluto con un sorriso prima di sederci per
iniziare l'intervista.
Scooter
mi dà una pacca sulla spalla, per poi lasciarci
soli.
Mentre
lei è presa dal suo tablet, io mi guardo un po'
intorno.
Passano
alcuni minuti e, non sapendo cosa fare, inizio a
canticchiare una melodia.
Mi
mordo subito il labbro inferiore perché è proprio
la
canzone della mia piccola Emma.
Julie
sorride e passa varie volte il dito sullo schermo.
Sento un suono e capisco che è iniziata la registrazione.
-Allora,
Justin... Come procede la tua carriera?- ecco la
prima domanda.
Sorrido
-Beh, credo stia andando tutto molto bene.
Insomma, le mie Beliebers mi sostengono sempre e spero che
apprezzeranno anche
il nuovo disco che sto incidendo- risposta abbastanza diplomatica. O
almeno lo
spero.
Lei
spalanca gli occhi -Questa è una notizia bomba! Care
Beliebers, preparatevi perché tra poco potrete ascoltare
nuove canzoni- dice eccitata
per aver scoperto questa informazione. Poi non capisco
perché durante questa
registrazione parli come se le mie fans l'ascolteranno.
Quest'intervista finirà
su un giornale, che le persone leggeranno...
-Vuoi
darci qualche anticipazione del nuovo album?-
chiede.
Sorrido
-Preferisco che sia una sorpresa- rispondo.
Julie
però sembra non voglia cedere così facilmente.
-Dai, Justin. Solo un piccolo dettaglio- cerca ancora di convincermi
-Per
esempio, potresti dirci se la melodia di qualche minuto fa sia una
traccia del
nuovo CD- propone.
Spalanco
gli occhi. L’ha sentita?
Cerco
di riassumere un'espressione normale -Ehm... no...
insomma- non so proprio
cosa dirle.
-Quindi
è così?- chiede sorridendo.
-No,
è una canzone che ha scritto una mia... amica-
spiego balbettando.
Vorrei
che Emma fosse la mia fidanzata, invece ormai non
siamo più nemmeno amici. Ma di certo non potrei dire a Julie
tutta questa
storia.
-Oh,
va bene- dice non molto convinta -Cambiamo
argomento...- propone.
Grazie.
-Allora,
parliamo di amore. Come va con Nicole?- chiede
con un sorriso malizioso.
Bene,
avrei preferito continuare a parlare del nuovo
album.
-Ecco,
non penso ci sia molto da dire. Insomma, i
giornali ne parlano già molto e penso che ormai le persone
ne abbiano
abbastanza della mia vita sentimentale- rispondo senza lasciar
trapelare
informazioni.
Lei
annuisce.
Bravo,
Justin. Se solo non ci fosse Julie di fronte a me,
mi farei un applauso.
L'intervista
finisce dopo pochi minuti e il fotografo mi
porge le foto scelte.
Le
guardo attentamente.
-Vanno
bene- dico semplicemente.
Lui
annuisce per poi sparire da qualche parte.
Spero
che le mie Beliebers le apprezzeranno, anche se mi
dispiace che ormai io mi ritrovi costretto a fare solo foto a torso
nudo.
Insomma,
le mie vere fans mi amano anche senza bisogno di
queste immagini, no?
EHI!
Sì,
ho cambiato colore… sinceramente preferisco
l’altro, ma in
questo momento non ho nemmeno voglia di respirare, figuriamoci
schiacciare due
tasti per cambiare colore… cioè, è
troppo stancante… forse è colpa di questo
caldo… BOH!
Vabbè,
tralasciando le mie stronzate, spero vi piaccia questo
capitolo, anche se so che in questi capitoli la storia è
noiosa, ma sono di
passaggio e mi servono.
Vi
ringrazio come sempre tutte, dalla prima all’ultima (o dal
primo
all’ultimo, non so se ci siano maschi a seguire questa
storia) siete
fantastiche/fantastici o_O
Sì,
esatto, non ho nemmeno le forze per scrivere che ringrazio come
al solito chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate,
chi ha
recensito e chi ha semplicemente letto… e alla fine
l’ho scritto… vabbè, me ne
vado!
Un
abbraccio very coccoloso,
la
vostra Morena (^.^)
p.s.
buona estate e che Heartbreaker sia con voi (??)