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Autore: Soly_D    21/06/2013    6 recensioni
[AU JiraTsu | 6 flashfics | partecipante all'AU Challenge di ArabellaStark | tabella Piscina]
#01. Idrofobia • «Da piccola ho rischiato di affogare! E sai come si chiama questo? Trauma infantile. Non è da sottovalutare, caro mio!».
#02. Braccioli • «Eppure il tuo enorme seno dovrebbe bastarti per rimanere a galla».
#03. Bagno di notte • «Cosa diavolo ne hai fatto della vera Tsunade, quella che ama il gioco d’azzardo e beve continuamente sakè?».
#04. Bagnino • «Ehi, tu! Stai vedendo tutto questo bendiddio? È solo mio, chiaro?».
#05. Pinne • «Dedico questa vittoria a tutte le mie fan e in particolare ad una persona che mi è sempre stata vicina...».
#06. Doccia • «Ma smettila! Conosci qualcuno che regga l’alcol meglio di me?».
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Tsunade | Coppie: Jiraya/Tsunade
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Autore: Soly Dea
Fandom: Naruto
Titolo:
Vendette su vendette
Pairing:
Jiraya/Tsunade
Genere:
commedia, romantico, comico
Rating:
giallo
Tabella:
Piscina
Note:
questa fanfiction partecipa all’AU Challenge indetta da ArabellaStark.




Vendette su vendette


1. Idrofobia

Tsunade prese un grosso respiro e chiuse gli occhi, in imbarazzo. «Ho paura dell’acqua».
Jiraya scoppiò a ridere talmente forte che dovette piegarsi in due e trattenersi l’addome con entrambe le braccia.
«Spero tu stia scherzando», rispose, asciugandosi una lacrimuccia.
«Baka, smettila di prendermi in giro!», urlò lei, colpendolo nello stomaco con un pugno ben assestato. «Da piccola ho rischiato di affogare! E sai come si chiama questo? Trauma infantile. Non è da sottovalutare, caro mio!».
Il ragazzo sorrise, massaggiandosi la parte lesa. «Sciocchezze, ora ti faccio vedere io!».
Tsunade non ebbe nemmeno il tempo di urlare che l’amico se l’era già caricata in spalla, trascinandola in piscina.
In preda al panico, chiuse gli occhi e allacciò le braccia intorno al collo del ragazzo, stritolandolo in una morsa ferrea.
Solo quando il primo impatto con l’acqua fredda la fece rabbrividire, Tsunade riaprì gli occhi, guardandosi intorno stralunata.
L’acqua le arrivava alle spalle, mentre il ragazzo sorrideva ancora. E lei gliel’avrebbe certamente suonate di santa ragione se solo le sue braccia non fossero state così forti e sicure da tenerla in superficie senza il minimo sforzo e farle passare qualsiasi timore.



2. Braccioli

Tsunade che si dimenava da una parte all’altra della piscina nonostante portasse i braccioli era uno spettacolo indescrivibile. Jiraya non credeva che osservare il modo in cui la stoffa del reggiseno si tirasse e si stirasse ad ogni minimo movimento, lasciando intravedere parte di quella settima abbondante, potesse essere così appagante.
Inconsapevole di quanto risultasse eccitante agli occhi dell’amico, Tsunade continuava a muovere braccia e gambe per non sprofondare e ad annaspare alla ricerca di ossigeno.
«Eppure il tuo enorme seno dovrebbe bastarti per rimanere a galla», commentò Jiraya con aria da intellettuale.
Non l’avesse mai fatto: la bionda sembrava aver dimenticato la sua totale incapacità di nuotare ed ora si dirigeva verso di lui con sguardo furibondo. «Pervertito! Ripetilo sei hai il coraggio!».
Jiraya non potè fare a meno di ridacchiare. «Ho solo detto la verità».
Decisa a fargliela pagare in modo nuovo, Tsunade gli si attaccò al braccio per non affondare e infilò la testa sott’acqua.
Quando Jiraya alzò gli occhi, la bionda era già fuori dalla piscina e sventolava i suoi pantaloncini con aria vittoriosa.
L’uomo sorrise. Occhio per occhio, dente per dente.



3. Bagno di notte

Seduta a bordo piscina, Tsunade osservava l’amico spogliarsi frettolosamente.
«Jiraya, non credo che sia una buona idea. Questo è troppo perfino per me!».
A quelle parole, il ragazzo si bloccò improvvisamente con le braccia verso l’alto e la testa ancora infilata nella maglia. Riemergendo da quel groviglio di stoffa, si inginocchiò di fronte alla bionda e la afferrò per le spalle.
«Tu», la additò, «cosa diavolo ne hai fatto della vera Tsunade, quella che ama il gioco d’azzardo e beve continuamente sakè senza pensare alle conseguenze?».
La ragazza non potè fare a meno di ridere, mentre Jiraya si immergeva in acqua.
«Ti rendi conto che se ci scoprono, passiamo guai veramente grossi?», continuò lei, imperterrita.
«Oh, come la fai lunga...», sbuffò lui, stendendosi sulla superficie dell’acqua e mettendo le mani dietro la testa. Sorrise rilassato e Tsunade si convinse che, per una volta, anche lei avrebbe potuto trasgredire alle regole, così lo raggiunse in piscina.
«Ora, però, devi spiegarmi perché stiamo facendo tutto questo».
Jiraya la osservò: era bella con i capelli bagnati e l’aria indispettita. E l’amava, oh se l’amava.
Le si avvicinò, passandole un braccio intorno alla vita, e sorrise dolcemente. «Tsunade, io... non so come dirtelo».
Tsunade sbatté le palpebre, fingendo di essere perplessa. Sapeva che stava per dichiararsi, ne era certa. E lei non aspettava altro che rifiutarlo per l’ennesima volta. Sarebbe stato troppo soddisfacente, oltre che estremamente esilarante.
«Ormai è arrivato il momento di confessarti che io... be’... io ti...».
Prima che il ragazzo potesse terminare, la bionda sentì i lacci del suo costume allentarsi e la stoffa cedere al peso del suo seno. Il naso di Jiraya minacciava di sanguinare copiosamente – Dio, erano anche più grosse di quanto avesse sempre immaginato! – ma alla fine prevalse il suo desiderio di vendetta. E la sua perversione, ovviamente.
«Chi la fa, l’aspetti!», esclamò lui, subito dopo, alludendo alla volta in cui lei lo aveva denudato davanti a tutti i bagnanti e allontanandosi verso il bordo piscina con il suo reggiseno stretto tra le mani.
Tsunade arrossì, incrociando le braccia al petto. E pensare che, solo per un attimo, aveva ammesso a se stessa di provare qualcosa per lui e aveva perfino pensato che accettare la sua dichiarazione non sarebbe stata una brutta idea... ma in fondo si trattava pur sempre di Jiraya.



4. Bagnino

Non che Tsunade ci fosse rimasta male per la storia della mancata dichiarazione, semplicemente il suo orgoglio femminile le impediva di stare ferma a guardare Jiraya contagiare tutti con la sua allegria, mentre lei lo fissava inviperita dal bordo piscina.
Si ravvivò i capelli con un veloce gesto della mano, si sistemò il costume in modo da mettere ancora più in risalto la sua settima naturale – non lo dava a vedere, ma ne era davvero orgogliosa – e si immerse in acqua. Una volta lontana dal bordo piscina, cominciò a dimenare braccia e gambe, e ad infilare ritmicamente la testa sott’acqua. «Aiuto! Qualcuno mi salvi!».
Il primo a voltarsi fu Jiraya, il quale ormai dava per scontato che Tsunade avesse imparato a nuotare. Ma, vedendola a rischio, si scusò con le ragazze con le quali stava flirtando e fece per tuffarsi in piscina.
Peccato che qualcuno fosse stato più veloce di lui... Il bagnino, classico biondo palestrato con l’aria poco intelligente e un’autostima smisurata, ora sosteneva Tsunade per le spalle e la guardava sinceramente preoccupato.
«Tutto bene, signorina?», le chiese con aria gentile. Tsunade annuì debolmente, fingendo un’aria stanca e sofferente.
L’uomo la accompagnò fuori dalla piscina e insieme si avviarono al chiosco per prendere qualcosa da bere.
Jiraya osservava la scena con discreto interesse: Tsunade sorrideva fin troppo entusiasta, il bagnino le offriva una bibita fresca, lei lo ringraziava con aria sognante, lui le raccontava qualcosa della sua vita, lei annuiva e accavallava le gambe in modo seducente.
Jiraya strinse i pugni lungo i fianchi. Non che la gelosia lo stesse divorando, ma quando la mano di lui finì per caso sulla coscia della bionda, impulsi omicidi mai provati lo assalirono improvvisamente.
«Ehi, tu!», disse al bagnino, una volta raggiunto il chiosco. «Stai vedendo tutto questo bendiddio?», gli chiese, indicando Tsunade e il suo corpo perfetto. «È solo mio, chiaro?».
La bionda arrossì vistosamente: afferrare la mano del bagnino e posizionarla sulla propria coscia aveva avuto gli effetti sperati.
L’uomo, dal canto suo, sorrise tranquillamente. «Oh, non si preoccupi: io sono gay. Anzi, se le va, io e lei potremmo bere qualcosa insieme una di queste sere...», poi gli fece un occhiolino tutt’altro che casto.
Tsunade si tappò la bocca con le mani per non ridere. A Jiraya per poco non cascò la mascella.



5. Pinne

«Com’era quella storia del bendiddio?», chiese Tsunade con aria indifferente. Poi si schiarì la gola, cercando di imitare la voce di Jiraya. «È solo mio, chiaro?».
Il ragazzo, intento a raggiungere la piscina con le pinne ai piedi, scivolò su una pozzanghera e cadde con la faccia spiaccicata per terra. Tsunade si limitò a ridacchiare – quante volte era stramazzato al suolo per colpa dei suoi micidiali pugni? – poi gli si avvicinò e gli afferrò il viso con entrambe le mani. «Allora?», gli chiese, sollevando un sopracciglio.
Jiraya si alzò a fatica da terra, ignorando il dolore alla testa e sforzandosi di non arrossire. Diamine, il seno di Tsunade ballonzolava a due centimetri dai suoi occhi... Che visione paradisiaca.
«L’ho fatto per te», rispose, facendo spallucce. «Sembrava volesse saltarti addosso».
Tsunade abbozzò un sorriso intenerito. «Quindi?», lo incoraggiò, attendendo quella dichiarazione che da troppo tempo ormai Jiraya si portava dentro.
«Quindi ora devo andare a vincere la gara di nuoto!».
Tsunade non ebbe nemmeno il tempo di protestare: Jiraya era già in piscina e conversava con gli altri partecipanti.
Al segnale della partenza, la piscina vibrò di entusiasmo e competizione: un attimo prima dell’arrivo, Jiraya fu sul punto di cedere e farsi sorpassare, ma alla fine riuscì a vincere la gara come aveva promesso.
«Ha qualcosa da dire, Jiraya?», chiese alla fine il presentatore.
«Dedico questa vittoria a tutte le mie fan», rispose l’interpellato, «e in particolare ad una persona che mi è sempre stata vicina e alla quale tengo molto...». A quel punto rivolse lo sguardo su Tsunade che ricambiò con un sorriso speranzoso.
«...al mio migliore amico Orochimaru!».
La vena sulla tempia della bionda prese a pulsare violentemente. Quello era veramente troppo.



6. Doccia

Più Jiraya le sfuggiva, più Tsunade si accorgeva di quanto in realtà le stesse a cuore quello scrittore pervertito che da anni le faceva la corte e che ora sembrava aver perso tutta l’audacia di un tempo. Quell’estate uno strano presentimento aveva cominciato a divorarle il cuore: e se lui si fosse stancato di lei e dei suoi continui rifiuti? Non riusciva a credere che, proprio ora che lei si era accorta di amarlo, Jiraya finiva per allontanarsi.
Quest’ultimo, una sera, raggiunse i bagni maschili con l’intenzione di darsi una rinfrescata, quando notò due bottiglie di sakè vicino alla porta di quelli femminili. Incuriosito, entrò nel piccolo locale e tese l’orecchio: una donna canticchiava un motivetto orecchiabile.
Quando Tsunade fece per uscire dalla doccia, Jiraya sgranò gli occhi in preda al panico e si nascose in un angolo del locale dove lei non avrebbe potuto vederlo. La bionda, munita solo di un asciugamano che la copriva dal seno fino a metà coscia, si diresse davanti allo specchio e con un altro asciugamano cominciò ad asciugarsi i capelli.
Jiraya non seppe dire quanto tempo fosse rimasto lì, immobile, ad osservarla, ma era certo che avrebbe potuto passarci anche tutta la vita in quel bagno quando la bionda si sfilò l’asciugamano e lo appoggiò sul ripiano del lavandino. Le conseguenze del suo comportamento sarebbero state disastrose se solo l’avesse scoperto, ma fu più forte di lui: si attaccò alla parete che li divideva e piegò la testa da un lato, intravedendo l’immagine di Tsunade nuda riflessa nello specchio.
«Quando ti deciderai a venire fuori, Jiraya?».
Al ragazzo salì il cuore in gola, le mani presero a sudargli.
Si sentiva immobilizzato e, nel momento in cui Tsunade si voltò e lo raggiunse, non gli rimase altro da fare che godersi un’ultima volta quella visione angelica e sperare in una morte veloce e indolore.
Invece non ci fu nessuna vendetta, nessuna scazzottata, nessuno spargimento di sangue.
La bionda, al contrario, gli afferrò entrambe le braccia e lo costrinse a stringerla forte a sé, mentre lei gli allacciava le braccia intorno al collo e affondava la testa nel suo petto nudo. Avvertendo il seno di lei premere sul suo torace, Jiraya si sciolse immediatamente e la abbracciò un po’ più forte.
«Dillo, avanti», lo incoraggiò Tsunade, senza staccarsi.
«A cosa serve che te lo dica? Tanto lo sai già».
«Voglio sentirmelo dire in faccia, baka!».
Lui sospirò. «Ti amo».
Lo aveva ammesso, alla fine. E Tsunade avrebbe voluto urlargli che anche lei lo amava.
«Fai l’amore con me, Jiraya», si limitò a chiedergli.
Lui la guardò in viso: era rossa e aveva gli occhi mezzi sbarrati. «Sei ubriaca, non voglio approfittare di te».
«Ma smettila! Conosci qualcuno che regga l’alcol meglio di me?».
Non ci fu bisogno di altre parole. Jiraya la afferrò per la nuca e la baciò con passione, come aveva sempre desiderato fare.
Il resto potete immaginarlo.














Note dell'autrice:
Non avevo mai scritto su questa coppia, eppure mi piace molto... sarà perchè la trovo estremamente simile al NaruSaku!
Mi rendo conto che Tsunade potrebbe risultare OOC nell'ultima flash, ma considerate che è innamorata e anche ubriaca XD
Spero che vi sia piaciuta, mi fate sapere cosa ne pensate? Grazie *___* alla prossima!

  
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