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Autore: _Ly_    17/07/2003    17 recensioni
Com'era Hogwarts e la vita prima di Harry Potter? C'è la rossa Lily, James e i Malandrini al completo! Ecco qui la mia verità!
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Remus stava immobile, incredulo. Le parole di Arabella erano state una coltellata per lui. Ma non ci volle credere. Assolutamente. Non la sua Lys, ne era certo. In fondo era sempre stata dalla loro parte. Li aveva aiutati spesso, anche quella volta del terribile attacco al San Mungo, lei era con loro.

Strinse forte i pugni, bloccando lacrime di rabbia, di dolore e di rifiuto che si affacciavano ai suoi occhi serrati.

“Remus…” Lily gli posò una mano sulla spalla, allarmata, gettando occhiate apprensive all’amico e al suo James, che assieme a Mund si era lanciato in aiuto di Sirius, che pareva in netta minoranza.

Lui si riscosse e scostò il tocco gentile di Lily “Forza, hanno bisogno del nostro aiuto!” disse solo, con voce appena tremante, prima di correre, bacchetta alla mano, nella loro direzione.

Lily trasse un profondo respiro, quindi lo seguì.

“MJ, stai bene?” domandò raggiungendola.

Lei si mise carponi, schiacciando forte le mani al suolo, annuendo “Si! Ma dannazione, Lily aiutami ad uscire di qui!”

La rossa annuì e si apprestò a studiare un controincantesimo per liberarla ma la voce di Sirius la bloccò “Lil, lasciala lì! E’ molto più al sicuro che in qualsiasi altro luogo! Non è in grado di difendersi!”

La ragazza rammentò improvvisamente. Annuì con decisione e fece la cosa contraria, aggiunse un ennesimo incantesimo di sigillo al cerchio magico protettore.

“Accidenti! Lil, dai! Potrei esservi utile!” obbiettò la mora, decisa, premendo con forza contro le invisibili pareti che la circondavano, ma inutilmente. Nessuno le dava ascolto retta.

Erano tutti presi dagli scontri, impegnati nell’ennesimo combattimento che pareva doversi concludere a favore del solito gruppo battagliero, così nessuno notò un’ombra scura avvicinarsi. Proprio innanzi a Mary Jane, comparve allora in tutta la sua terrificante maestria la ormai nota figura oscura e ammantata di Lord Voldemort.

La sua risata malefica gelò il sangue nelle vene a tutti i presenti.

MJ sgranò gli occhi, chinando il capo arresa. Spezzare un incantesimo di blocco e uno di protezione per lui sarebbe stato un giochetto da nulla. Forse era giunto il suo momento, si disse amareggiata. Sarebbe morta per mano di un maledetto mago con cui non avrebbe mai dovuto avere a che fare, tradita da una delle persone di cui avrebbe dovuto fidarsi  e dopo essere stata presa in giro da quella che stava diventando una persona molto importante per lei. Decisamente una brutta fine.

Gli occhi serpentini di Voldemort si posarono su di lei “Ci rivediamo, maledetta traditrice! I tuoi trucchetti mentali non ti salveranno ora, sai?” le ricordò divertito il, quindi alzò la bacchetta verso di lei pronunciando formule sconosciute. Ma una barriera vitrea parve brillare e proteggerla.

MJ spalancò nuovamente gli occhi, questa volta incredula. Come poteva resistere quella semplice barriera di fronte ad un incantesimo del più Oscuro Signore di tutti i tempi?

Poi si voltò alle spalle, dietro di lei, grande e potente, si stagliava la figura di Albus Silente.

Il canuto mago, con la sua bacchetta in mano, si lisciò la barba stringendo appena gli occhi “Ci rivediamo, Tom.” disse guardando senza timore dritto negli occhi rossi del suo nemico.

Voldemort parve infastidirsi, un sussurro roco di indignazione sibilò nell’aria mentre un suo sopracciglio si inarcava appena “Tom Riddle è morto, Silente! E tra poco lo sarai anche tu, sciocco mago… Anche se si, è un vero piacere rivederti. Questo scontro sta proprio prendendo le pieghe di una vecchia rimpatriata…” e il suo sguardo crudele e divertito cadde su Lily poco lontano, Lily che lo fissava senza timore e piena di astio. James, di fianco a lei, le si fece davanti, brandendo la propria arma, nell’atto di schermirla.

Voldemort scosse appena la testa, mormorando in un istante un “Patetico…” piatto, quindi tornò a rivolgere la propria attenzione su Silente.

“Credo sia giunto il momento di uno scontro diretto, Voldemort.” dichiarò l’anziano ma terribilmente potente mago. L’aura di forza e determinazione che emanava era tale che nessuno osò proferire parola sin dal suo arrivo. Nessuno lo aveva mai visto così, gli occhi azzurri di ghiaccio e lo sguardo ‘si tanto determinato.

Il nemico annuì, quasi divertito “Ora ti dimostrerò, sciocco, chi è il più grande mago di tutti i tempi!”. Il cielo alle sue spalle si incupì paurosamente e tuoni rombarono per l’aria pensate, sempre più vicini. Dopo una risata malefica la pioggia prese a cadere copiosa, sopra le loro teste, e il vento iniziò a soffiare gelido.

Un cerchio di fuoco si innalzò perfetto attorno a loro, ardente nonostante l’acqua che scendeva a fiotti e il vento che sibilava minaccioso. Nuvole nere si addensarono sulle loro teste facendo calare prematuramente una notte surreale e terribilmente nera. Quella muraglia rossa e dardeggiante coprì i due duellanti alla vista preoccupata dei presenti.

I Mangiamorte presero a smaterializzarsi uno dopo l’altro, soddisfatti, mentre James e gli altri si accalcavano attorno a quel muro invalicabile.

“Dobbiamo entrare! Dobbiamo aiutarlo!” gridò Sirius ad Arabella, ma la donna pareva su un altro mondo. James, poco distante da lui, annuì all’amico. Si lanciarono correndo verso quella parete, impetuosamente e scioccamente. Lily fece appena in tempo a bloccarli con un banale incantesimo di trattenimento prima che fosse stato troppo tardi. “Sciocchi! –esclamò fuori di sé- Non è un banale fuoco che potete freddare con un incantesimo, né sono fiamme magiche opponibili! Quello… quello è fuoco dell’inferno. Là dentro loro sono in un’altra dimensione…” spiegò agitata. Sirius e James si guardarono sconvolti. Fu solo allora che Sirius notò che Mary Jane era compresa in quella specie di universo parallelo.

“Santo Dio… -mormorò- Anche… anche MJ è là dentro…” poi si passò una mano sul volto, senza sapere che fare.

Lily scosse la testa “Allora dobbiamo andare a prenderla! Per forza! Lui… lui la ucciderà!” strillò istericamente. In fin dei conti, era anche colpa sua se aveva mandato a monte altri piani, per proteggerla, per aiutarla, se si era fatta scoprire. Doveva nascondersi perché si era sporta troppo. Decisamente non l’avrebbe lasciata là dentro a morire.

James le mise le mani sulle spalle, guardandola dritta negli occhi, per quanto possibile in quella strana oscurità che quelle fiamme pallide riuscivano solo a rendere più infima “Lil, calmati! Calmati e pensiamo insieme a qualcosa…”

Lei scrollò velocemente il capo, facendo ondeggiare la chioma rossa “Io… che cosa possiamo fare… un incantesimo di penetramento, dobbiamo trovare un incantesimo di sfondamento delle barriere spazio-temporali!” disse più a sé stessa che a James e Sirius che pendevano dalle sue labbra. Ma la mente, in quella situazione drastica, pareva innaturalmente vuota. Tutti gli incantesimi che stava imparando a padroneggiare, quelli di cui era a conoscenza, i più antichi e potenti… Nulla di nulla pareva rimasto dentro di lei. Era nel panico.

Nel silenzio ovattato che era calato attorno a loro, potenti colpi e scoppi prorompenti rimbombavano dolorosamente per l’udito, spesso la parete dardeggiante tremava, come sotto un potente schiaffo divino e il fuoco si faceva ora più nero e spesso ora più pallido e sottile. Un terribile scontro cui non potevano prendere parte si stava disputando. Silente e Voldemort… I due maghi più potenti degli ultimi secoli erano uno di fronte all’altro, le sorti del mondo erano in gioco e a loro, là fuori, non era concesso nemmeno di sapere che piega stava prendendo lo scontro…

Che cosa potevano fare? Le menti di tutti presero a lavorare incessantemente, alla ricerca di un filo di speranza cui aggrapparsi, su cui camminare coi piedi di piombo, qualcosa da fare, anche vano, per aggirare l’attesa estenuante e carica d’angoscia…

Mund era vicino ad Arabella, la donna non pareva nemmeno più lei. Assente e orfana di quello spirito fiero e combattivo che la contraddistingueva… Remus invece era imperscrutabile. La bacchetta salda in mano e lo sguardo concentrato e fisso sulla barriera fiammeggiante non tradiva alcuna emozione. Ma Lily, Sirius e James potevano ben immaginare, anche se solo flebilmente, come si potesse sentire. Tradito dalla persona che amava…Ma non c’era tempo per piagnistei e consolazione, era il momento di far funzionare i cervelli, di farli correre alla velocità della luce tra le intricate pareti di conoscenza ed esperienza della loro mente, alla ricerca di un’apparentemente efficace e possibile soluzione a quello che stava succedendo… innanzitutto occorreva sapere… ma come? Si chiedeva Lily, smarrita.

Sirius alzò il capo di scatto, come riprendendosi nel giro di un attimo da anni di terribile cecità “Ma certo! MJ! Lil, prova a metterti a contatto con lei… Lei ha… quella strana capacità… Di entrare nei pensieri della gente e parlare direttamente ad essi! Tu… sei in gamba! Puoi riuscire nel contrario! Lei può venirti in contro! Trova qualche incantesimo, Lil!”

James spalancò gli occhi fissando prima Sirius, poi Remus che tutta via non faceva una piega, ed infine Lily. Nessuno di loro pareva essere nuovo a questa notizia.

“No… -rispose in fretta la rossa- Io non saprei… conosco un incantesimo ma deve essere praticato da entrambe le parti… ci vuole concentrazione e pratica…. Non riuscirebbe mai! E poi ci vogliono poteri magici e sai bene che Mary Jane è una Strega-no!”

La bocca di James, per quanto quasi impossibile, si spalancò ancora di più mentre un’espressione di puro stupore si dipingeva sul suo viso incredulo. Prese un respiro e fece per fare una domanda “Lil, tu sapevi che…”

Ma la rossa lo interruppe con un gesto sbrigativo e impaziente della mano, come si fa con le cose da poco conto.

“Provaci! –insistette tuttavia Sirius- Sei potente! E ok, MJ non ha un granello di magia convenzionale in sé, ma ha questa bizzarra capacità telepatica… Forse… Io lo so che lei è in grado di sentirti… prova a metterti in contatto con lei!” le pregò, esercitando una certa pressione, impaziente.

Lily annuì sospirando, quindi portò una mano alla tempia concentrandosi. Il tutto sempre sotto gli occhi mezzo smarriti e mezzo increduli di James.

Chiuse gli occhi e respirò profondamente quindi si mise a recitare formule sconosciute in una lingua mai udita dai presenti.

A vederla così, inquietante e potente, James ebbe un fremito. Era così potente… Ma positiva e mossa da buoni propositi… Era terribilmente orgoglioso di lei, che diventava ogni giorno il fiore sempre più splendente. Le sue incertezze, i suoi vecchi dubbi e le paure di crescere un nessuno erano sparite dal suo animo, ora ne era consapevole. La sua Lily…

Attorno a lei aleggiava una strana aura mistica, ora che provava a padroneggiare antichi incantesimi dai più rimossi dalla mente e dai testi…

Ma era difficile, la concentrazione più di tutto, contro l’ansia e l’angoscia, le emozioni interferivano sempre. E poi non riusciva, aveva bisogno della stessa magia dalla controparte. Non ci riusciva…

Si lasciò andare “Io… non ce la faccio! Non riesco a concentrarmi abbastanza! Queste stupide emozioni…” si autorimproverò.

“E.. –azzardò Remus, senza tuttavia una gran convinzione- Se invece che con la magia, provassi a parlarle col cuore? In fondo è questo che lei fa, no?”

Lily soppesò attentamente l’idea… Tuttavia quella che pareva una semplice preghiera non ispirava molta fiducia…

“Beh, io non ho ancora capito chi sia né che cosa possa o non possa fare, –questa volta fu James a parlare- ma so che è un essere umano, una nostra amica, e dobbiamo fare qualcosa. Il rischio vale la candela…”

Sirius annuì gravemente, concorde e desideroso di fare qualcosa, qualsiasi cosa purché star lì fermi ad aspettare. Men che meno ora, che le pareti di fuoco si erano fatte più alte e scoppi continui e frenetici le facevano tremare insistentemente, ora che si udivano rochi echi di risate…

“Ma chi o cosa può portarci dall’altra parte? Cosa potremmo fare noi, in fondo?” Arabella parlò di nuovo, dopo un ostinato silenzio, parole di sconforto di un animo straziato. Scosse ripetutamente la testa.

“Io… Forse lo so chi può aiutarci… Qualcuno di grande, dagli immensi poteri, ma ci vuole fedeltà… A Silente. Fiducia. Speranza…”

“E mi pare che ne abbiamo…” aggiunse James, alle parole di Sirius.

Non trascorsero un paio di secondi che nel cielo nero e pesante si diffuse un canto melodioso e vitale, un grido di speranza che riuscì ad aprire un varco di luce nella tenebra calata sopra i loro capi. Accompagnata da un raggio di sole che faceva brillare le sue piume dorate, Fanny, la fenice di Silente, rapida in cielo, volando contro il muro di fuoco…

Lily fece per gridarle di fermarsi, terrorizzata che potesse farsi del male, ma James le mise una mano sulla spalla “Bisogna avere fiducia!”

Senza accennare il minimo rallentamento, seguitando a diffondere nell’aria il suo grido melodioso –bastava quello a far sì che le tenebre si diradassero, ora innumerevoli raggi di sole pomeridiani tornavano a rischiarare tutto quanto- si precipitò contro la barriera.

Appena l’ebbe accarezzata un rumore di cristallo infranto rimbombò nelle orecchie di tutti, unito ad un potente stridio di resistenza. Seguì un boato quindi, innanzi ai loro occhi, ricomparvero i due duellanti. Silente pareva quasi in svantaggio… Voldemort portava un ghigno di soddisfazione sul volto, maschera che si infranse come la barriera alla vista della Fenice, l’uccello leggendario ora volava libera sulle loro teste. Planò prima su MJ, che giaceva a terra, apparentemente priva di coscienza, strofinò la sua testolina rossa contro una guancia bianca della ragazza quindi con un balzo fu sulla spalla di Albus, che la accolse con un sorriso. Il canuto preside le accarezzò debolmente il capo, mormorando qualcosa che sfuggì ai presenti, quindi rivolse uno sguardo carico di gratitudine  ai ragazzi che erano rimasti immobili a guardare ciò che stava succedendo.

Voldemort passava il suo sguardo carico di odio e sconcerto da Silente, alla Fenice ai ragazzi poco lontani. Una smorfia di determinazione unita al più profondo disgusto si dipinse sul suo volto già deformato dall’ira… Brandì la bacchetta a mezz’aria, pronto a sferrare chissà quale incantesimo mortale, quando Fanny si librò in aria emettendo un sibilo acuto e la bacchetta prese a vibrare potente, persino Voldemort era incapace di controllarla, mentre gli occhi rossi di cattiveria si iniettavano d’ira. Anche il suo corpo, cercando di mantenere il controllo della sua arma, era scosso da tremiti diffusi… Ora pareva quasi nel panico.

Tuttavia mosse abilmente una mano scagliando un incantesimo contro l’uccello che ancora non indugiava; un forte incantesimo di protezione però deviò il colpo.

Da qualche metro lontano James, Lily, Sirius, Remus e Mundungus avevano lanciato prontamente un “Protecto” che era riuscito perfettamente nell’intento. E alle loro spalle si erano uniti i poco numerosi Auror appena giunti in aiuto, tra loro Franck e Amy.

Voldemort esitò un attimo, la bacchetta gli sfuggì quasi di mano. Ora era perfettamente consapevole che, con quell’uccellaccio tra i piedi, non sarebbe riuscito in molto.

Su tutte le furie lanciò un ultimo colpo attorno a , colpo che andò a vuoto, quindi si smaterializzò portandosi tenebre e buio.

Silente crollò sulla ginocchia, esausto, quindi rivolse un ennesimo sguardo carico di gratitudine a Fanny, che era tornata ad accoccolarsi sulla sua spalla e ai ragazzi che stavano accorrendo “Grazie, ragazzi… Avete salvato la situazione…” parlò con voce roca.

Sirius scosse la testa “Merito di Fanny…”

“No, merito vostro. Solo un forte sentimento di positiva fiducia e fedeltà avrebbe potuto chiamarla… Grazie.” spiegò brevemente, rimettendosi in piedi e sistemando sul naso gli occhiali a mezzaluna.

“MJ!” Lily accorse presso la ragazza, che giaceva ancora a terra esanime. Diversi tra i presenti la seguirono.

“Che cosa le è successo, Albus?” domandò Sirius, chinandosi a fianco a lei.

 “Presa di striscio da un’Avada Kedavra…” mormorò.

Tutti spalancarono gli occhi, terrorizzati.

“Ma il vostro ottimo incantesimo di protezione e sigillo pare averla salvata. –la ragazza si mosse appena, seppure senza coscienza-  Però urge portarla a San Mungo.”

Remus la prese in braccio, anticipando la mossa si Sirius, quindi, lasciando gli Auror sul luogo dell’attacco per le consuete formalità, si smaterializzarono uno dopo l’altro fino al famoso ospedale.

 

Lily fu decisamente sorpresa nel constatare come il San Mungo fosse già nuovamente come nuovo, nonostante il potente attacco di poco tempo prima che lo aveva praticamente abbattuto.

MJ fu sottoposta ad un intervento,  eseguito da diversi medimaghi, d’urgenza.

Tutti quanti attendevano impazienti all’esterno della sala d’intervento, in cui era stata portata. Anche Peter, dato per disperso durante l’attacco, li aveva infine raggiunti, scosso e sconvolto.

Erano tutti seduti in silenzio sulle comode poltroncine, alcuni di loro sorseggiavano camomille ‘rubate’ al vassoio volante che era sfrecciato tra le varie teste, nel tentativo di rilassarsi e quietare almeno un poco i nervi, ora a fior di pelle.

Arabella stava sprofondata nella sua grossa poltrona. Immobile e silenziosa, gli occhi chiusi e una maschera di tristezza dipinta sul volto. Si sentiva terribilmente in colpa, era evidente. Lily si sedette sul bracciolo della poltrona, posandole una mano sulla spalla, in segno di comprensione. Non poteva fare null’altro. Tuttavia la donna la scansò, con un gesto del capo. La rossa non ripeté il gesto e probabilmente Mrs Figg gliene fu grata.

Dopo anche diverse ore di attesa, silenziosa e carica di speranza, un medimago emerse dalla sala, ripulendo la bacchetta con uno strofinaccio e riponendola nella tasca interna del mantello bianco. Quindi si schiarì la voce tossendo lievemente nel guanto adagiato sulla mano.

“… Bene, nonostante questa babbana non abbia in sé uno straccio di magia…”

“Badi a come parla! Innanzitutto MJ è Strega-nò, ma se anche fosse babbana non vedo perché ne debba parlare con quell’espressione disgustata!” lo ammonì furioso Remus.

L’uomo in bianco gli riservò un’occhiata bieca carica di risentimento, quindi tornò a parlare lievemente imbarazzato mentre tutti i presenti annuivano alla parole di Remus “Dicevo… ehm, siamo riusciti ad intervenire in tempo… Pare che quella maledizione abbia colpito i centri nervosi, tuttavia non li ha distrutti ma solo assopiti… Con delle particolari pozioni ne guideremo il risveglio, ma potrebbero volerci due giorni come due mesi… E’ il primo caso del genere che ci capita… Stiamo un po’ sperimentando…” ammise.

Albus annuì e prese parola “Bene, abbiamo tuttavia la certezza che riaprirà gli occhi e tornerà come prima?”

Il medico annuì con fermezza “Non è morta e non ci sono danni in nessuna delle zone vitali. E’ solo calata in un sonno profondo. Speriamo che stimolando i centri assopiti, con pozioni ed incantesimi, la si possa svegliare alla svelta… Ma un risveglio ci sarà, anche lasciando fare naturalmente alla ragazza. In quel caso potrebbero anche volerci anni, ma questo è per farvi capire che comunque la situazione è rimediabile. L’unica incognita è rappresentata dai tempi.”

Appena ebbe finito di parlare le porte alle sue spalle si spalancarono e ne emerse il corpo muto e immobile di MJ, coperta da lenzuola candide, adagiato su un materasso incantato che volteggiava a mezz’aria. Presto tutti le furono attorno, riservandole occhiate preoccupate e sguardi speranzosi. Poi furono allontanati mentre una gentile infermiera scortava la branda fino in quella che sarebbe stata la sua nuova stanza.

Arabella, che si era alzata come tutti gli altri, emise un profondo sospiro.

“Albus, considerami definitivamente fuori dal gruppo…” mormorò.

Tutti quanti si voltarono stupefatti, senza credere a quello che era uscito dalla sua bocca.

La donna si passò una mano stanca sul viso. Silente le riservò un’occhiata perplessa “Sei sicura di quello che dici, Arabella?”

Lei annuì di nuovo, con convinzione “Io… Innanzitutto sappi che potrai sempre contare sulla mia discrezione, niente di quello che so uscirà mai dalla mia bocca con le persone sbagliate-”

“Questo l’ho dato per scontato…” la interruppe il mago.

Arabella annuì ancora, grata “Tuttavia non sono riuscita a mantenere a lungo il posto di insegnante, per dedicarmi a questo gruppo, infine ho fallito. Ho confessato tutto a Lysandra. IO le ho messo in bocca la verità su MJ, credevo di potermi fidare di lei, non avrei dovuto farlo… E lei ci ha traditi… ma è stata innanzitutto una mia colpa. Una mia debolezza. Non sono così forte, non valgo la metà del valore che mi attribuite erroneamente… E non ci sarà parola che mi farà cambiare idea… Ho chiuso… Credo che la vita babbana, in fondo, non sia tanto male. Grazie per quello che avete fatto per me, ragazzi. Mi spiace di avervi deluso… Mi spiace di aver messo in pericolo la vita di MJ…Non pensavo che proprio mia nipote, la mia prediletta, potesse tradirci… Lysandra seguace di Voldemort, e io sciocca le ho confessato tutto…” riservò loro un ultimo sorriso triste, poi girò i tacchi e si smaterializzò prima che alcuno di loro potesse proferire verbo o potesse fermarla.

Quella fu l’ultima volta che la maggior parte di loro rivide Arabella.

Solo Peter, per dove se ne stava, era riuscito a scorgere una figura femminile conosciuta che avvolta in uno scuro mantello portava una mano alla bocca scotendo il capo incredula e lasciando scendere una lacrima sulla giovane e candida guancia prima di smaterializzarsi.

Lily si guardò attorno sconcertata, era successo tutto così in fretta che non riusciva a capacitarsene. Cercò gli occhi di James e li trovò, carichi di interrogativi che non avrebbero ottenuto risposta, come i suoi. Remus sospirò pesantemente, senza però lasciare scappare la lacrime che, i suoi amici ne erano certi, premeva dietro quegli occhi nocciola. Pareva invecchiato di diversi anni, dopo quello che era successo… Lysandra li aveva traditi tutti, anche lui.

“Come vuoi tu, Arabella. Buona vita…” mormorò silente al nulla, con una nota nostalgica nelle voce greve.

 

Poche ore più tardi Lily e i quattro ragazzi stavano seduti attorno al letto di Mary Jane che non accennava a svegliarsi. Ogni tanto un’infermiera giovane e gentile entrava somministrandole una dose curata di una pozione a loro sconosciuta. Tutti e cinque giacevano in un religioso silenzio, l’unico rumore nella stanza era l’orologio a cucù che si faceva sentire ogni quarto d’ora. Finché Sirius non provvide a zittirlo con un colpo di bacchetta. Ora la fenice di ceramica che spuntava dal nido apriva il becco senza emettere alcun suono.

“Mi stava dando ai nervi…” spiegò agli sguardi sbigottiti dei compagni.

Lily non riuscì a trattenere una risata “Scusate, ma la situazione era troppo buffa…”

Questo banale episodio servì ad allentare la tensione di tutti i presenti. Quella di Peter in particolare, che si torturava le mani senza tregua.

“Pete, dacci un taglio anche tu, tra sospiri e schiocchi di ossa…” lo ammonì Sirius, sempre piuttosto nervoso.

Peter annuì obbediente, chinando il capo, tirando un profondo sospiro.

“Se anche ci fossi stato non saresti riuscito a cambiare la situazione…” gli ricordò James.

Il piccolo ragazzotto annuì di nuovo. “Ma perché… lo ha fatto? Lysandra?”

Remus distolse lo sguardo, Sirius invece gli rifilò una gomitata “Tu perché lo faresti?”

Quello sgranò gli occhi, scotendo il capo “I-io--- n-non lo farei di certo… Non lo so il perché.”

Il moro annuì sbuffando di nuovo “Nemmeno noi, quindi non fare domande idiote!” e con un breve cenno del capo indicò Remus.

Seguì un profondo silenzio, pesante e quasi insostenibile, James fu grato a Peter, quando con uno scatto avventato rovesciò un vasetto di fiori sul comodino. Cercò di rimediare con un paio di incantesimi.

“Non dovete muovervi sulla bambagia per me, eh…” disse in un sussurro Remus, sempre evitando di guardarli in volto.

Sirius gli batté un paio di pacche sulle spalle, in sostegno.

“Ehi, amico, non c’è bisogno di fare il duro o l’indifferente con noi…” gli ricordò James.

Remus si alzò e posò il proprio sguardo verso cielo che correva limpido e roseo, lasciando il posto alla sera , dietro i vetri della finestra. Posò con un colpo le mani sul davanzale, restando immobile. Dopo qualche attimo il suo corpo magro fu scosso dai singhiozzi. La testa ciondolava in avanti, con le lacrime che gli ricadevano sulle mani e sulla pietra nuda e fredda sotto di esse “Io… Non avrei mai pensato… Lys, lei… Come ha potuto fare questo a tutti noi? Lei non sembrava… Eppure ci ha traditi tutti… Guarda cosa ha fatto… Mary Jane, chissà quando si sveglierà… Arabella, andata per sempre… La castrone sfiorata oggi… Ci ha traditi… Mi ha tradito…” mormorò stringendo i pugni bagnati a mezz’aria.

“Forse è inutile, ma… Potresti parlarle, o no?” azzardò James.

Remus scosse il capo, asciugandosi il viso con un lembo della manica, tirando su col naso “No, non rivolgo parola ai traditori, per me lei è morta…Ora la cosa più importante è lei… Dobbiamo starle vicino, ha detto l’infermiera, no?” ed indicò con cenno Mary Jane, sforzandosi di sembrare meno sconvolto di quanto fosse in realtà. Inutilmente.

Gli altri quattro annuirono, Peter sentì il bisogno di lasciare la stanza alla ricerca di un bagno…Fu anche il primo ad andarsene quella sera.

Gli altri quattro lasciarono la stanza solo a notte inoltrata, col buio.

Rinfrescati dall’aria fredda della notte si aggiravano per le vie buie della Londra babbana, in silenzio. Si fermarono solo nei pressi di un parco giochi, per mettersi, come bambini spauriti, a dondolare silenziosamente su quattro cigolanti altalene.

Il buio e il cielo particolarmente gremito di stelle, l’aria fresca che portava con sé il profumo inusuale e forte dell’erba tagliata, i respiri leggeri e i cigolii ritmici delle altalene assieme alle voci festose di una casa lontana illuminata e viva contribuivano a rendere tutto quanto piuttosto surreale, quasi come si trattasse di un sogno…

“Voi… non mi tradirete mai, vero?” domandò ad un certo punto Remus, la voce giungeva leggermente lontana, ovattata dal suono del vento, come un flebile ricordo d’infanzia, come la voce del bambino che fu.

Sirius annuì deciso “Mai…” rispose con tutta la sicurezza che aveva in corpo. E lo stesso fecero James e Lily, scambiando due sorrisi sinceri e rilassati.

Remus annuì sollevato, sforzandosi di sorridere appena. Era consapevole che non ci sarebbe stato nemmeno da chiederlo, che loro ci sarebbero stati sempre l’uno per l’altro, come era sempre stato in passato e sarebbe continuato in futuro. Una promessa fu rinnovata quella notte, sotto la testimonianza delle stelle più belle del cielo. Una promessa non vincolata dalle loro parole, bensì da quel sentimento di lealtà e affetto radicato dentro di loro. Una parola che non avrebbe mai tradito sé stessa, a costo della vita

“Ma c’è una cosa che non ho capito, Sirius –intervenne ad un certo punto il ragazzo- che cosa facevi lì da solo, quando noi siamo arrivati? Come potevi già essere lì?”

Tre occhi curiosi lo puntarono, in attesa di una risposta esaustiva.

Il moro si grattò un attimo il capo, incerto, poi sospirò “Bè… ero già lì quando hanno attaccato… Cioè, Felpato era lì!” precisò storcendo il naso.

Tutti sgranarono gli occhi “Ma… lo sapevi?” domandò incredula e sorpresa Lily.

Sirius annuì “Bè, diciamo che a MJ, Felpato piace un sacco, al contrario del sottoscritto, e un giorno ha deciso di portarlo con se al suo nascondiglio…” spiegò sorridendo e dondolandosi ancora di più.

“Se non ci fossi stato tu, stasera…” Remus scosse il capo, non volendo pensare a come sarebbe potuta andare per la ragazza.

Sirius sospirò “Dite che ci vorrà molto? Per riprendersi, intendo… Tra l’altro, credo che pensi che io l’ho tradita… per quello che mi ha gridato quando sono arrivati tutti quei Mangiamorte e ho riacquistato le mie sembianze…” la sua voce suonava parecchio mortificata e abbacchiata.

“Si riprenderà, è forte, molto forte! E scommetto che le basterà sfiorarti per essere consapevole del fatto che mai e poi mai l’avresti tradita…” lo rincuorò Lily, annuendo sicura.

James sospirò all’improvviso “Tutto quello che sapevate su di lei… e non mi avete detto nulla!” fece con fare accusatorio.

Lily si accigliò quando il ragazzo posò il proprio sguardo su di lei “Io… non potevo… Cioè, avrei dovuto ma non era una cosa che riguardava espressamente me… cerca di capire…”

Lui non rispose.

Gli altri due ragazzi si scambiarono uno sguardo e annuirono, poi balzarono giù dai proprio sedili e salutando si allontanarono.

Lily e James se ne stavano in silenzio, gli sguardi fissi a terra.

“Scusami, James… magari avrei dovuto ditelo…” parlò per prima, lei.

Lui sbuffò ancora “Magari… Ultimamente parli di più con Sirius e Remus che con il sottoscritto…” si lamentò con fare infantile.

Lily non riuscì a trattenere una fragorosa risata, argentina e naturale. Arrivando alle sue spalle lo abbracciò affondando il viso nel suo collo “Mi piaci anche quando fai i capricci…” gli confessò.

Lui grugnì ancora un poco, ma quando le labbra di lei sfiorarono la sua pelle, esplose in un sorriso.

“Non è che non mi fidi di te, non pensare assurdità del genere, solo… Volevo esserle complice. In fondo non ero nemmeno sicura che Sirius e Remus lo sapessero, l’ho scoperto solo oggi, io non ho detto nulla a loro. E’ bello aver ritrovato un’amica, sai? –lui le scompigliò affettuosamente i capelli, girandosi per baciarle la fonte- Anche se mi saresti bastato tu…”

E alla fine lui catturò le sue labbra.

Tornarono a casa camminando avvolti dal buio, mano nella mano, con il cuore pieno di speranza. MJ si sarebbe svegliata. E quel giorno avevano saputo tenere testa a Voldemort… Non tutto era perduto… anche la notte più buia può essere rischiarata da numerose stelle fedeli.

 

La mattina seguente Lily passeggiava per le vie di Londra, diretta al San Mungo, in compagnia di Peter. Una piccola visita a MJ, loro due soli. Sirius era sparito chissà dove mentre Remus non se l’era sentita di uscire quel giorno e James era rimasto con lui, un amico è sempre la cura migliore.  Così chiacchierando avanzavano fianco a fianco.

“Che ne dici di questo fiori, Pete?” la rossa porse un mazzo di margherite colorate, comprate in un grazioso negozietto di Diagon Alley.

Il ragazzo al suo fianco annuì entusiasta “Ottima scelta!” confermò.

Lei sorrise osservandoli “Quella camera è così spoglia… quando si sveglierà dovrà trovare un po’ di colore, no?”

Peter fece di nuovo cenno di sì con il capo “Si sveglierà?”, chiese poi esitante.

Lily gli riservò uno sguardo fermo e glaciale “Non devi nemmeno dubitarlo! Tranquillo, la riavremo presto!” e gli sorrise, ignara della lotta interiore che lo stava logorando.

“Tu pensi… che lui… Tu-sai-chi… la attaccherà ancora?” proseguì con un fil di voce, provando improvviso interesse per l’asfalto sotto i suoi piedi, su cui aveva fissato lo sguardo.

La rossa sospirò e alzò le spalle “Non lo so… immagino di sì… Ma sapremo tenergli testa, ne sono sicura. Sempre che qualcun altro non decida di tradirci… Chissà quante cose avrà rivelato su di noi, su tutti i nostri piani e le nostre conoscenze…” scosse la testa affranta e delusa.

Peter deglutì a fatica “Ma… em, tu dici che è stata lei?” e lo sguardo si fece ancora più interessato, seguendo ora le linee della pavimentazione della strada lastricata che avevano appena imboccato.

Lily strinse la presa sul mazzo di fiori che aveva tra le mani “Bè, non vedo che altro… Certo Sirius lo sapeva, ma era con lei al momento dell’attacco e ha rischiato la sua vita per salvarla… Non dubiterei neanche un istante di lui… Anche Arabella era fidata, la nostra cara Belle… E nessun altro a parte Lysandra sapeva… Povero Remus, il suo cuore deve essere martoriato.. Speriamo che James riesca a tirarlo un po’ su… quella maledetta! Io… se l’avessi accanto ora… Una maledizione senza perdono non gliela toglierebbe nessuno!” serrò le mascelle, poi con un sospiro si lasciò andare, rivolse uno sguardo a Peter, che le parve sbigottito, e scoppiò una risata argentina.

“Avanti, Peter! Parlavo per rabbia! Non ucciderei nessuno, lo sai! Non mi guardare come se fossi un demonio!”

Anche Peter si concesse una risata nervosa e per tutto il resto della mattina evitò accuratamente di ritornare sull’argomento ‘tradimento’.

Stesa nel suo letto, MJ non accennava miglioramenti. Era pallida come un cencio, non che il suo colore naturale fosse poi più marcato, ma fortunatamente la sua pelle e le sue mani erano calde come quelle di una persona normale. Lily le spazzolò diverse volte i bei capelli scuri e lunghi, rinfrescandole il viso e sistemando la stanza spoglia e leggermente triste.

Le faceva male vederla lì, distesa inerme in un letto, ma sapeva che si sarebbe ripresa, ne era sicura.

Per tutti i giorni seguenti i ragazzi si divisero equamente in turni, per poterle stare sempre accanto. Orami era diventata parte di loro, Qualche ora al giorno, ognuno passava a farle visita, si occupava di lei.

Ed erano passate già quasi tre settimane, l’autunno era orami alle porte e settembre stava per finire, portato via come le foglie secche dal vento fattosi orami più gelido.

 

“Sono a casa…” James varcò la consueta porta d’ingresso, Lily se ne stava accoccolata sul divano apparentemente immersa nella lettura di un grosso librone di incantesimi. Le lanciò uno sguardo da lontano, e lì, fermo sull’uscio con le mani in tasca, rimase a contemplarla come si fa con le cose meravigliose. I Piedi nudi che sbucavano dai pantaloni della tuta che indossava, i capelli che ricadevano di lato… Poi si accorse degli occhi chiusi e del respiro leggero. Si era addormentata. Si avvicinò e le sfilò dalle mani il pesane volume ingiallito, scostando una ciocca di capelli rossi dietro le orecchie con una tenera carezza e baciandole la fronte. Lily si mosse appena e aprì lentamente gli occhi, trovandoselo davanti.

“Scusa, non volevo svegliarti… ma non ho resistito alla tentazione di concederti una coccola…” le confessò con fare colpevole.

Lei sorrise contro le sue labbra baciandolo appena, poi si tirò leggermente su, facendogli spazio accanto a lei.

“Sei appena tornato?” domandò stropicciandosi gli occhi e lanciando uno sguardo all’orologio.

Si, è rimasto Remus ora con lei.” spiegò mettendosi comodo.

Lily si stiracchiò accoccolandosi contro di lui “E come sta?”

James alzò le spalle appena prima di stringerla in un abbraccio “Come al solito, non c’è il minimo cambiamento.”

“Oh, ma io parlavo di Remus… e’ stato così sfuggente nell’ultimo periodo…” gli fece notare.

L’altro annuì, in effetti era diventato un vero e proprio lupo solitario, sfuggente, si. Ma era convinto di una cosa “Credo che stia solo aspettando che si risvegli, sentendosi in parte in colpa per lei… Se MJ si sveglierà si leverà un piccolo peso dal cuore, ne sono sicuro.”

Lily annuì, strofinando la testa suo petto di James “Lui e anche Sirius, non me la racconta giusta… Tu ne sai qualcosa?”

James ridacchiò “Secondo me lei gli piace!”

Lily si accigliò “Oh… Ho paura che dovrà soffrire allora, pare che MJ non si lasci avvicinare così facilmente…”

Ma James scosse il capo, in fondo era sicuro che tra quei due sarebbe nato qualcosa, sarebbe stato divertente vederli assieme, e almeno Sirius avrebbe smesso di avere una donna diversa per ogni giorno della settimana.

Lily inarcò la schiena cricchiando le dita sopra la testa “Oh, bè! Affar loro! No?”, quindi  si girò verso il ragazzo, passando una mano leggera tra i suoi capelli “Non stanno mai a posto… Ma trovo che su di te sano perfetti!” quindi gli schioccò un bacio, il primo duna lunga serie.

A interrompere la lunga serie di effusioni giunse la chiamata da parte di Sirius. Nella fiammetta traballante accesa sulla bacchetta di James il suo volto sorridente e radioso portava, finalmente, una buona notizia “Ehi, ragazzi! Si è svegliata! Ora! Mi ha appena chiamato Remus! Forza, forza! Ci vediamo al San Mungo!” quindi scomparve.

Lily esplose in un sorriso radioso e buttò le braccia al collo di James “Finalemente!”

 

Continua…

 

Ma salve a tutti! ^^ Come potete vedere sono ancora VIVA! E soprattutto mi scuso per il solito ritardo clamoroso… Aha! Sono incorreggibile! Però… *ecco Ly che si lancia nelle solite scuse trite e ritrite* Esami! Ho finito esattamente una settimana fa (Quattro esami in un mese, un’idonea con l’80%, un 28, un 30 e una LODE! ^o^ Me feliceeee!!!) e ora eccomi qui, libera e felice! Cioè, insomma, ho iniziato a fare baby sitting, ho una vita sociale, devo finire il quinto libro, mi resta poco tempo libero alla fine! ToT *Me lamentosa*

Lo so che il capitolo è corto, però volevo concentrarmi sul fattore “tradimento”… *Balle, in realtà non ho tempo di scrivere, visto che domani vado dalla Kia (Ma questo non dovete leggerlo, se no lei dice che poi ve la prendete con lei – Kia suonata, eh?)*

Cmq, il prossimo capitolo… no, non vo dico niente! Aha! Se recensite (E mi regalate del tempo libero) arriverà prima… ^^

Ah, quasi mi dimentico, grazie a Ran che mi ha fatto da betareader (Aha! Addio errori di distrazione!!! Alcune cose le ho mantenute, ma ti spiegherò meglio in una mail appena ritorno!) e poi… Dedicata come sempre alla mia Kiaretta, my precioussss! ^3^ MA cosa farebbe Eli sensa Kia?  E anche alla Pan, che è davvero un piccolo tesoro! E poi tutti coloro che hai recensito di nuovo… GRAZIE DI CUORE! I vostri pareri sono importanti davvero! ^^ Siete dei tesori!

Recensite sempre, eh! Mi raccomando! *Ly si compra i commenti*, vi ringrazierei come al solito uno per uno, ma ho poco tempo, e se volete l’aggiornamento… Vi accontentate!

D’ora in poi sarò più tempestiva, promesso!

Un bacio enorme a tutti ed a presto,

La vostra Ly

 

RIPETO: L’ho scritto anche nello scorso capitolo, ma non fa male ripeterlo: NIENTE SPOILER QUINTO LIBRO, GRAZIE! Io lo devo ancora finire, per cui siete pregati di non guastarmi il divertimento. Da parte mia vi prometto di non fare nessun accenno alla storia, e niente di quello che leggerete è collegato a quello che io trovo e troverò leggendo L’ordine della Fenice. Non cambierò nulla e andrò avanti per la mia strada, quindi, in questa fic e nelle sue recensioni… NIENTE SPOILER!

Un po’ di rispetto, mi raccomando…

 

  
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