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Autore: LilyEv    21/06/2013    2 recensioni
Ecco come Remus e Tonks si sono incontrati e parlati per la prima volta.
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Salve a tutti!

Grazie a tutti per essere qui.

Già da un po' volevo scrivere su queste meravigliose persone... Remus e Dora mi sono rimasti nel cuore perchè hanno sostituito James e Lily, che adoro ugualmente.

Non se lo meritavano ma penso anche che l'autrice abbia fatto centro con la loro morte. Era dovuta, me ne sono resa conto quando l'ho letta.

Ecco dei momenti della loro vita che non abbiamo mai avuto il piacere di leggere nelle pagine della saga.

Spero vi piaccia! Se volete recensirmi, ve ne sarò grata.

Leggete anche qualcos'altro di mio se vi va! E a chi mi segue sempre, vi adoro :D

 

Sara

 

 

 

Un giovane uomo si svegliò di soprassalto.

Era tardo pomeriggio e il boschetto intorno a lui, brulicava di suoni e odori familiari.

Il mal di testa lo pervadeva e sapeva perchè: era stata una di quelle notti.

Erano passati anni da quando la sua vita era cambiata per sempre e in modo irreparabile. Si era abituato ma questo non voleva dire che non soffrisse ogni singolo giorno.

Cercava di non pensarci mai, voleva sembrare sempre razionale, calmo e disinvolto. Soprattutto con i suoi amici. I suoi migliori amici che lo avevano accettato così come era, cercando di confortarlo come potevano sotto forma di animali.

Sorrise amaramente pensando a questo.

 

*Già... i miei amici. Quali amici, Remus? Sono morti o in una prigione di massima sicurezza. Sei solo; solo al mondo.*

 

Erano passati quasi dieci anni da quella notte in cui ancora tutto cambiò.

Si alzò da sotto l'albero in cui aveva cercato di consolare il suo istinto animale quella notte, sconsolato, confuso e.... e nudo!

 

“O no! Il solito!”, disse tra sé.

 

Con un semplice POP si smaterializzò nel suo piccolo appartamento a Diangon Alley.

Silente gli trovò quel posticino.

Certo, era accogliente ma a lui non piacevano i favori; e proprio per questo motivo, anche se erano passati ben due anni dal trasloco, storceva ancora il naso quando entrava in casa e ci passava il meno tempo possibile.

Per lo più, nei giorni buoni si intende, girovagava per il Ghirighoro alla ricerca di qualche libro che non avesse ancora letto riguardo la sua “particolare” condizione.

Ormai la libreria in salotto ne era piena e titoli inquietanti quanto stupidi come “Lupi mannari, la feccia della società magica?”, dominavano decine e decine di scaffali.

Aveva smesso di leggere libri che avessero una trama per lo più perché nessuno era più solito condividerli con lui.

E se mai lo avesse fatto, gli sarebbero tornati in mente ricordi riguardo il passato che sarebbero stati difficili da affrontare e rimettere nel dimenticatoio per non soffrire ancora e ancora.

 

Era ancora nudo come un verme quando si accorse del rumore che aleggiava sotto casa.

 

*Deve essere già ora di compere*

 

In effetti era un, anche troppo per quelle parti, caldo Agosto e le famiglie si precipitavano nel piccolo quartiere magico per le spese scolastiche.

Decise, perciò, di aspettare che la massa si calmasse un po' prima di scendere in libreria per il suo controllo giornaliero e di farsi un bagno.

 

Il pomeriggio si trasformò in fretta in sera e indossato un cardigan a quadri sopra il suo solito anonimo completo si diresse verso il Ghirigoro.

Il bello di quel posto era che la dolce signora che lo gestiva era estremamente discreta, ideale per uno che non vuole attirare l'attenzione su di sé.

Ecco perché era il posto preferito di Remus.

Lei ignorava lui e lui ignorava lei e il rapporto filava liscio come l'olio. Senza pretese o domande su cosa lui stesse cercando o meno.

Entrò e fece un leggero sorriso alla libraia e si diresse come suo solito nel reparto tanto conosciuto oramai.

E proprio quando trovò un nuovo libro su cui non aveva ancora messo le mani un forte colpo, proveniente da sotto il settore in cui si trovava, lo distrasse dal suo interesse.

 

“Ahi! Per Merlino imbufalito e grasso!”, urlò una ragazzina dai capelli giallo canarino sommersa da una montagna di libri.

 

Sporse solo la testa e la vide, ma decise di non intervenire né di chiedere se stesse bene o meno- non gli importava granché- e tornò al suo inedito.

 

“Ehi, tu! Tu! Tu lassù! Che fai sei sordo o cosa? Grazie per l'aiuto!”, disse lei.

Evidentemente lo aveva visto anche lei.

 

Remus decise di ignorarla comunque, ma buttò un occhio per vedere coda stesse facendo lì sotto. Questa volta, sperò, senza farsi notare.

Perché gli stava prestando interesse?

 

“Wingardium Leviosa!”, pronunciò lei irritata con l'unica mano libera e tutti i libri levitarono improvvisamnete, lasciandola libera da quella trappola.

 

Ora però si precipitava nella scale verso di lui.

Arrivata in cima gli punzecchiò la schiena con la bacchetta per attirare la sua attenzione.

Remus sapeva che era dietro di lui e, sorpreso di sé stesso, sorrideva nell'immaginarla irritata.

 

“Non me ne andrò finchè non mi chiederai scusa, ti avverto.”

 

Ma lui non si girò.

 

Passarono dieci minuti buoni prima che lei parlasse ancora.

“Senti, la tua indifferenza mi sta alquanto irritando e a me le cose che mi fanno irritare sono ben poche pe....”.

 

La buffa ragazzina, che intanto aveva cambiato colore di capelli in viola scuro, si ammutolì quando l'uomo davanti a lei si girò finalmente.

Era bellissimo. Di una bellezza unica e... e vissuta. Infatti, enormi cicatrici ricoprivano il suo ancora giovane viso e aveva uno sguardo spento e stanco, come se avesse visto tutto dalla vita e non gli interessasse più nulla.

 

“Mi sono voltato. Cosa vorresti? Sentiamo.”, disse lui con una calma allarmante per uno che avrebbe dovuto sentirsi innervosito in quel momento.

 

“Io... Io! Volevo, ecco...”, arrossì e cambiò ancora colore di capelli così tante volte da far divertire Remus che però rimase impassibile.

 

Ma una donna mora con lunghi capelli ricci e arruffati si dirigeva verso di loro, esattamente come la figlia aveva fatto poco prima.

 

“Nymphadora! NYMPHADORA TONKS! Ti sto cercando da ore! Spiegami ora, per quale motivo non sei rimasta da Madama Malkin come ti avev... Oh! Salve.”, si interruppe.

 

“Salve.”, fece lui.

 

“Non mi chiamare Nymphadora, mamma!”, rispose lei infuriata.

 

“Beh è così che ti chiami, che ti piaccia o no.Forza andiamo.”, disse decisa la madre prima di dirigersi verso le scale a chiocciola, non preoccupandosi minimamente di come avesse messo sua figlia in imbarazzo.

Dora era rossa come se avesse bevuto del quisky incendiario.

Remus si stava divertendo parecchio, anche se non lo dava a vedere. I battibecchi familiari gli ricordavano tanto quelli con i suoi...

 

“Meglio che vai.”, disse poi.

 

“MA IO NON TI HO ANCORA...ARGH!”, rispose lei infuriata.

 

“Alla prossima, Nymphadora!”, scherzò Remus.

 

“Dora, per piacere! O Tonks, che è anche meglio.”, rispose lei inciampando nelle scale.

 

“Ahahah! Va bene!”, fece e riprese a consultare quel volume.

 

 

Quando la ragazza uscì dal negozio, Remus si stupì del fatto che... stesse ancora pensando a lei e per la prima volta dopo anni andò in un diverso reparto del Ghirigoro dove trovò quello che cercava.

Già...lei era una Metamorfomagus e questo gli piaceva.

   
 
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