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Autore: Viola del pensiero    18/09/2004    11 recensioni
Harry, Draco, Pansy...sesto anno, Hogwards. Tre nomi tre personalità diverse. Harry,distrutto dalla morte di Sirius smette di sperare, abbandonandosi a sè stesso. Draco, freddo e impassibile da sempre,rischia a causa del suo comportamento di perdere l'unica persona a cui vuole bene. Pansy, insicura e tremendamente innamorata sa quello che è meglio per lei ma preferisce soffrire in silenzio. Cosa lega questi personaggi l'uno all'altro? Apparentemente niente ma in realtà forse un po' tutto... E' la prima ffc che pubblico, e la trovo decisamente fuori dagli schemi "tradizionali"...spero sia comunque gradita!Se mi fate sapere che ne pensate vi ringrazierò a vita! Buona lettura
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Pansy Parkinson
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Natale. Che festività magnifica il natale. La neve, gli alberi addobbati, le canzoni armoniose e angeliche, le pietanze scquisite e le vacanze rendono il natale l'evento più atteso dell'anno da milioni di persone. E anche nella famosa scuola di magia e stregoneria di Hogwards l'arrivo del natale è accolto con grande entusiasmo da tutti...bè...forse non proprio tutti... In una delle tante torri dell'imponente scuola, infatti, un ragazzo non la pensa propriamente così. In una delle tante torri dell'imponente scuola, infatti, un ragazzo non la pensa propriamente così.
Harry Potter, seduto comodamente alla sua scrivania e con il mento appoggiato al palmo della mano osservava annoiato da una delle finestre della sua stanza il paesaggio circostante.
Aveva da poco ripreso a nevicare. Da giorni grossi fiocchi continuavano a cadere imperterriti senza grosse tregue. I prati della scuola erano ricoperti da un abbondante strato di neve e il lago era rivestito da uno spesso strato di ghiaccio tanto che in quel momento un numeroso gruppetto di ragazzi ci stava tranquillamente pattinando sopra.
Harry sbuffò sonoramente. Non aveva mai amato particolarmente il Natale, ma fin'ora non era mai arrivato al punto di odiarlo. Non capiva l'eccitazione dei suoi compagni per una festa così subdola.
- Dai Harry!- gli aveva detto qualche giorno prima la sua migliore amica Hermione con un sorriso a trentadue denti - Il Natale è magnifico! Ci sono i regali, le vacanze...-
- Il pranzo di Natale- la interruppe Ron fregandosi le mani pregustando già il delizioso banchetto.
- Sì...e poi è un momento di pace e serentità...insomma, a Natale sono tutti più buoni!- aveva concluso la ragazza dalla pronompente chioma leonina.
- Tutti?!?- aveva chiesto sarcastico il bambino sopravvissuto - Si certo, scommetto che anche Voldemort sente lo spirito natalizio...già ce lo vedo a Diagon Alley a comprare i regali per i suoi seguaci...-
Ron e Hermione l'avevano guardato preoccupati facendolo sentire se possibile ancora più irritato di quanto non lo fosse già.
Da quando il suo padrino, Sirius Black era morto Harry si era sentito sempre come una bomba sul punto di esplodere. Tutti lo trattavano come un bambino eccessivamente sfortunato facendogli di continuo stupide domande del tipo " Come stai?", " Tutto bene?" o limitandosi a guardarlo con compassione.
Era stanco di essere squadrato da tutti ogni volta che metteva il naso fuori dalla sua stanza. Persino i professori lo trattavano come se fosse fatto di vetro...bè ovviamente Piton lo trattava sempre come una pezza da piedi, ma questo in un certo senso lo faceva sentire...normale, o per lo meno non lo faceva sentire un perfetto idiota.
Persino Draco Malfoy, il suo peggior nemico (dopo Voldemort, of course) non lo degnava di uno sguardo, non che avesse compassione di lui certo, anzi, lo odiava se si può dire ancora di più dopo che questo gli aveva spedito il padre senza troppi complimenti alla prigione di Azkaban ma il Serpeverde sembrava avere di meglio da fare che tormentare Harry.
In realtà nessuno sapeva cosa veramente sentiva dentro. Aveva trovato in Sirius la famiglia che non aveva mai avuto, e per un po' di tempo aveva creduto che un giorno, finita la scuola, avrebbe potuto andare a vivere con lui per iniziare così una vita normale. Ma a Voldemort l'idea ovviamente non era piaciuta così ha pensato bene di rompere le cosidette "uova nel paniere" ad Harry. Da quella fatidica sera al Ministero della Magia il ragazzo aveva smesso di sperare in un futuro roseo...figuriamoci se adesso credeva nel Natale!
Harry si risvegliò dai suoi pensieri sentendo delle voci allegre provenienti dal corridoio. Come non riconoscerle. Erano Ron ed Hermione.
- Non dirmi che sei stato qui tutto il pomeriggio?!- chiese Ron pur conoscendo già la risposta dell'amico.
Harry si limitò a scrollare le spalle stiracchiandosi le braccia e le gambe. Ron, le cui guance erano di un intenso color porpora per il gran freddo, alzò gli occhi al cielo.
- Ma insomma Harry...- lo rimproverò Hermione scrollandosi la neve dai capelli umidicci -...non puoi passare tutte le vacanze chiuso in questa stanza! -
- Tu dici?- chiese sarcastico tornando a fissare il monotono paesaggio. Ora la neve scendeva più fitta anche se sempre con estrema lentezza. Sapeva bene che i due amici alle sue spalle si stavano lanciando un occhiata imbarazzata, e questo lo rese ancora più indifferente e distaccato.
- Bè d'accordo se non vuoi uscire almeno scendi nella comune!- tentò Ron cercano di attirare su di sè l'attenzione dell'amico - Seamus sta organizzando una specie di torneo di gobiglie, sarebbe carino se...-
- Non mi va- sbottò in fretta il ragazzo prima che l'amico finisse la frase.
- Allora facciamo qualcosa noi! Che sò...i compiti?- intervenne pronta Hermione che dopo aver pronunciato queste parole si beccò un occhiata truce da parte di entrambi.
I compiti? Solo ad Hermione poteva venire in mente di fare i compiti durante le vacanze di Natale! E comunque, Harry non aveva voglia di far niente, figuriamoci le lezioni...
Il ragazzo fissò per un istante le espressioni dei due. Si vedeva lontano un miglio che si stavano scervellando per trovare qualcosa di divertente da proporgli. Possibile che non capissero che voleva semplicemente essere lasciato in pace?
- Vado a fare un giro...da solo - disse all'improvviso alzandosi e afferrando mantello e sciarpa. Preferiva uscire piuttosto che vedere le loro facce inutilmente preoccupate.
E senza aspettare una qualche risposta da parte loro uscì dalla stanza.

Harry camminò senza una meta precisa su e giù per i corridoi semi deserti. Ormai era quasi ora di cena e gran parte degli studenti erano tornati nei loro dormitoi giusto il tempo per una ripulita veloce. Al ragazzo quella situazione non dispiaceva affatto, anzi, era contento di non essere continuamente scrutato dall'alto in basso.
Per l'ennesima volta si ritrovò di fronte all'enorme portone della sala grande. Incerto si guardò intorno. Se fosse tornato su avrebbe incontrato sicuramente qualche suo compagno che avrebbe cercato di attaccare bottone con lui, quindi bocciò subito l'idea di risalire le scale verso i piani superiori. Avrebbe potuto scendere nei sotterranei oppure uscire in giardino. Guardò oltre la grande vetrata che dava alle serre di erbologia e vide che il cielo si era fatto scuro e le punte degli alberi della foresta proibita oscillavano paurosamente. "No, non è il caso di uscire" pensò vedendo grossi fiocchi di neve sfracellarsi con violenza contro la finestra già mezza ricoperta di ghiaccio.
" Bè per lo meno nei sotterranei non troverò nessuno..." pensò mentre imboccava le scale che portavano al laboratorio di pozioni. I sotterranei erano uno dei posti più brutti di Hogwards. Le pareti erano grigie e spoglie di qualsiasi quadro, solo fiaccole di un'intensa luce arancione ricoprivano quelle mura totalmente prive di finestre gettando strane ombre sul soffitto ammuffito, poi il pavimento di fredda pietra nera rendeva il corridoio ancora più tetro. Ma ad Harry stranamente non importava in quel momento si sentiva proprio come quel corridoio: vuoto e freddo. Camminò per un tempo indefinito finchè una voce di ragazza, piuttosto arrabbiata, gli giunse alle orecchie.
- E va bene! ARRANGIATI! Per quel che mi importa di uno stupido egoista come te!-
Sentì un botto come di una porta chiusa di scatto, e una serie di borbottii.
Harry che per un attimo era rimasto impalato come un troll si riscosse quando sentì che la persona che aveva gridato si stava dirigendo proprio nella sua direzione. Inizialmente pensò di nascondersi da qualche parte ma poi vedendo che nulla nello stretto corridoio offriva un nascondiglio decente decise di voltarsi e tornare sui propri passi ma...troppo tardi.
- E tu Potter che diavolo ci fai qui???- chiese scorbutica la ragazza che poco fa aveva urlato senza ritegno.
Harry si voltò trovandosi davanti l'ultima persona che avrebbe voluto vedere...Pansy Parkinson. La Serpeverde aveva l'aria imbronciata, gli occhi verde scuro le brillavano d'ira, i capelli neri, sempre impeccabili questa volta erano leggermente arruffati e le guance di solito pallide erano accese di un bel colore rosa.
- Passeggiavo- rispose vago il ragazzo dandosi mentalmente dello stupido per aver dimenticato che la Casa di Serpeverde si trovava proprio nei sotterranei.
- Bè passeggia altrove e...cinque punti in meno al Grifondoro!- sbottò dandogli una spinta per riuscire a passare.
- Cosa?? Cinque punti in meno? ma non ho fatto niente! E poi tu non puoi togliere punti!- ringhiò Harry seguendola per il corridoio che portava alla sala grande.
- Certo che posso togliere punti! Si dà il caso che io sia un Prefetto!- ribattè senza nemmeno voltarsi a guardarlo. Pansy aveva sottolineato molto " l'io" in quest'ultima frase tanto per ricordare ad Harry che lei era un gradino sopra di lui.
- Sentimi bene sarai anche un Prefetto ma questo non ti autorizza a togliere punti così a caso!- in una situazione normale Harry avrebbe lasciato perdere, tanto per cinque punti non valeva la pena di arrabbiarsi, ma da giorni cercava un pretesto per sbollire la rabbia e la ragazza in quel momento gli stava offrendo un buon motivo per attaccar briga.
- Oh piantala Potter!- sbraitò questa interrompendo la sua marcia per voltarsi e guardare in faccia il Grifondoro - Sono stanca di sentire marmocchi piagnucolosi che non fanno altro che lamentarsi!-
Marmocchio? Harry sentii il sangue ribollirgli nelle vene. Come osava quella vipera dargli del marmocchio piagnucolone!
La ragazza lo scrutava dall'alto in basso con espressione disgustata come se fosse stato uno Schioppodo Sparacoda particolarmente schifoso.
- Per tua informazione io non sono un marmocchio piagnucolone- sibilò il ragazzo trattenendo a stento l'impulso di schiaffeggiarla.
Stranamente la ragazza sorrise, o per meglio dire, curvò le labbra in un ghigno crudele.
- Ah no?- disse in tono di sfida inarcando un sopracciglio - Se non sbaglio sei tu quello che non fa altro che lamentarsi perchè...poverino...a perso il suo adorato padrino...-
Harry strinse convulsivamente i pugni. Pansy aveva toccato un nervo scoperto. Questa sembrò non accorgersene perchè continuò imperterrita.
- Tutti ti compatiscono Potter, ad ogni angolo c'è chi dice "Oh povero, povero Harry!"...patetico no? -
- STA ZITTA!- gridò quest'ultimo che senza rendersene conto aveva colpito il volto della ragazza con un poderoso ceffone che la fece barcollare per un attimo. Harry ci mise qualche secondo per mettere a fuoco quello che aveva fatto. Aveva picchiato una ragazza.
Pansy si era portata la mano dove pochi istanti prima il giovane l'aveva colpita. Aveva sgranato gli occhi non tanto per il dolore tanto più per la sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata che Potter potesse prendersela con una ragazza, anche se questa ragazza era lei.
- Io...io...- balbettò Harry nel disperato tentativo di riparare al danno fatto. D'accordo era arrabbiato, molto arrabbiato, ma questo non lo autorizzava a picchiare la gente e specialemente una ragazza che, per quanto odiosa, non l'avrebbe mai attaccato.
- Che succede qui?- chiese una voce strascicata, fin troppo familiare, alle loro spalle. Draco Malfoy era in piedi davanti a loro e stranamente non aveva il suo solito ghigno stampato in faccia.
- Non sono affari tuoi!- sbottò la Serpeverde riacquistando il tono arrabbiato di pochi minuti prima. Harry capì in quel momento contro chi la ragazza avesse urlato uscendo dalla sua sala comune.
Draco la scrutò per qualche secondo, come volesse esaminare fosse tutta intera. Quando il suo sguardo caddè sulla guancia rossa della compagna i suoi occhi gelidi guizzarono per un millesimo di secondo per poi fissare la figura di Harry, che ancora scioccato per quello che aveva fatto, era come paralizzato.
- L'hai presa a schiaffi?- scandì il biondo con estrema lentezza fissando il nemico tanto odiato negli occhi.
Harry si risvegliò dalla trance in cui era caduto. Lo sguardo del Serpeverde aveva un non sò chè di tremendamente fastidioso.
- Sì, se l'è meritato- rispose piatto Harry. In realtà sapeva benissimo di aver sbagliato, ma l'orgoglio gli impediva di ammetterlo.
- Non ti hanno isegnato Potter che le ragazze non vanno picchiate?- chiese Malfoy impassibile.
La calma e il sangue freddo di quest'ultimo fece irritare ancor di più il Grifondoro.
- Ragazza? Tu quella la chiami ragazza? A me sembra un demonio -. Harry non avrebbe voluto essere così perfido, ma ormai si sentiva lanciato non gli importava più di nulla.
Draco si avvicinò di qualche passo ad entrambi massaggiandosi le nocche delle mani.
- Di un po' Potter le vuoi prendere? Perchè vedi se le vuoi prendere io non chiedo di meglio- disse questo abbandonando completamente il tono di sufficienza che aveva mantenuto fin'ora.
Erano esattamente le parole che Harry voleva sentirsi dire. Fare a botte. Questo l'avrebbe aiutato a sfogarsi e per lo più l'idea di pestare Malfoy non gli sembrava neanche tanto male.
- Perchè no? Vediamo che sai fare senza quei due gorilla di Tiger e Goyle- lo sfidò Harry che già pregustava l'idea di spaccare la faccia di quel bell'in busto. I due stavano per scagliarsi l'uno contro l'altro quando Pansy, che se n'era stata in disparte per tutto questo tempo, si posizionò tra di loro.
- La volete smettere?!?- il suo tono era deciso ma il panico traspariva dai suoi occhi che saettavano dall'uno all'altro.
Harry aveva preso in seria considerazione l'idea di ignorarla e anche Draco sembrava dello stesso identico parere.
Pansy notò le espressioni indifferenti dei due. Era sicura che non l'avrebbero ascoltata ma non avrebbe permesso che i due si azzuffassero per i corridoi come due comuni babbani. Estrasse quindi dalla tasca dei pantaloni la bacchetta e la punto contro il petto di Harry.
- Ora tu ti sposti e ci lasci passare...- intimò al ragazzo che l'aveva schiaffeggiata -...e tu vieni con me- disse poi afferrando con la mano libera il braccio del suo compagno di casa.
La voglia di fare a pugni di Harry svanì in un lampo. Era come se all'improvviso avesse riacquistato lucidità. Se avesse picchiato Malfoy si sarebbe abbassato al suo livello e...che cosa avrebbero pensato tutti di lui? che oltre a piangersi a dosso (perchè era quello che stava facendo) era pure violento? No, non l'avrebbe permesso.
Quindi di buon grado eseguì gli ordini della ragazza spostandosi di lato quel tanto che bastava per farli passare.
- Adesso ti fai intimorire da una ragazza?- lo provocò Draco che al contrario di Harry non aveva affatto cambiato idea.
- Draco piantala!- esclamò Pansy voltandosi per incontrare lo sguardo del ragazzo. Perchè mai doveva essere sempre così arrogante?
Harry ignorando le provocazioni del Serpeverde si voltò riprendendo il suo cammino verso la sala grande.
- Per tua informazione Malfoy...io non mi abbasso al tuo livello- disse a voce alta e senza aspettare risposta sparì dietro l'angolo.

Quando Potter sparì dietro l'angolo dello stretto corridoio Pansy tirò un silenzioso sospiro di sollievo. Non credeva possibile una simile fortuna, per un pelo Draco e Harry non si erano picchiati davanti al suo naso, e tutto perchè il suo ragazzo non teneva mai la bocca chiusa. Sì, da un anno a questa parte tra alti e bassi Pansy e Draco stavano insieme. A dir la verità la Serpeverde si chiedeva come mai fossero ancora insieme dopo tutto questo tempo. Litigavano spesso, molto spesso, praticamente sempre. Lui la trattava come una bambina, la ignorava, a stento l'ascoltava, la teneva costantemente sulle spine, e si divertiva a farle saltare i nervi in continuazione. Aveva litigato anche quel giorno con lui e per un motivo stupidissimo tra le altre cose...il ragazzo era in difficoltà con l'ultimo tema di Storia della Magia: rivoluzioni dell'ultimo secolo, cause e conseguenze. e lei che in storia, modestamente, non se la cavava male gli aveva offerto il suo aiuto.
- Figurati se mi faccio aiutare da te!- aveva esclamato il biondo appallottolando la decima pergamena e gettandola nel camino della comune dei Serpeverde - Per quel che ne puoi sapere tu delle rivoluzioni...-
L'aveva trattata come se fosse un'estranea oltretutto stupida senza nemmeno degnarla di uno sguardo. Pansy si era sentita ferita e umiliata, ma visto che non era certo una ragazza che lascia passare così le offese l'aveva stuzzicato e offeso a sua volta danto vita ad un'altro straziante e inutile litigio.
Quando si sentì sfiorare la guancia ancora rossa per lo schiaffone di Potter ritornò alla realtà e allontanò non poco bruscamente la mano del ragazzo dal suo viso.
- E' questo il modo di ringraziarmi per averti difesa?- chiese dolcemente il biondo voltandola per guardarla in faccia.
- Nessuno te l'ha chiesto- fu la brusca risposta. Lo odiava quando faceva così, prima la insultava poi tornava da lei tutto dolce e carino come se nulla fosse successo.
- Non dirmi che sei ancora arrabbiata per quella sciocchezza del tema...- disse il bel Serpeverde con tono di superiorità.
Pansy lo guardò truce. Quel suo tono sprezzante le dava sui nervi come niente al mondo. Certamente lui non credeva di averle detto niente di male, visto che ora se ne stava lì in piedi bello come non mai a fissarla come un padre guarda la figlia capricciosa.
- Sì, sono ancora arrabbiata qualcosa in contrario?- lo sfidò la mora con i nervi a fior di pelle.
Lui resse il suo sguardo e con un sorriso le circondò la vita con le braccia stringendola a sè.
- E dai Pansy, piccola...- le sussurrò in quel modo che sapeva farla impazzire.
Ma Pansy questa volta non sembrava decisa a perdonarlo facilmente. Si liberò dall'abbraccio del biondo arretrando di qualche passo.
- Dai Pansy un corno! Sono stanca di essere il tuo zerbino! E poi non mi chiamare "piccola"!!!- sbraitò a denti stretti
- E non mi guardare così tanto non attacca! Mi sono fatta prendere in giro abbastanza da te! Basta con te ho chiuso!-. Tremava dalla testa ai piedi. Avrebbe voluto picchiarlo, sputargli addosso e allo stesso tempo stringerlo e baciarlo. Perchè era questo il problema. Nonostante tutto Pansy lo amava, lo amava immensamente ed era per questo motivo che in tutto questo tempo non l'aveva ancora lasciato.
Con queste parole, incapace di rimanere oltre a guardare quel lupo vestito da agnello, girò sui tacchi e a passo veloce si avviò verso la sala grande che a poco a poco si stava affollando di studenti affamati.
Sentiva dei passi alle sue spalle. Sapeva che era lui, ma non le importava, o per lo meno fingeva che non le importasse.
Stava per salire le scale, tutta intenta a fissare un punto indefinito davanti a sè quando Draco l'afferrò per un braccio trascinandola nello sgabuzino dove Gazza, il bidello, teneva i suoi arnesi da lavoro che si trovava proprio ai piedi della scalinata.
Pansy un po' dalla sorpresa un po' per paura non riuscì a proferire parola. Lo sgabuzino era debolmente illuminato e un forte odore di detersivo alleggiava nell'aria. Il ragazzo le stringeva ancora saldamente il braccio inpedendole di divincolarsi.
- Lasciami stare!- esclamò la mora riacquistando l'uso della parola - Ti odio! Lasciami stare!-
Draco non la lasciò andare, anzi, la strinse ancor più a sè. Pansy sentiva il suo profumo invaderle le narici e per un attimo si sentì mancare. Le girava la testa, voleva piangere voleva che quell'essere mostruoso che amava così tanto la lasciasse in pace e la smettesse di farla soffrire. Ma non avrebbe pianto, non gli avrebbe dato quella soddisfazione. Lui non l'aveva mai vista piangere...non che non l'avesse mai fatto. Quante lacrime aveva versato ma nessuno doveva sapere, tantomeno lui.
Draco le sollevo il mento. Per un istante i due rimasero a guardarsi poi all'improvviso la baciò. Il cuore della Serpeverde smise di battere. Le labbra del ragazzo così morbide ed esperte premute contro le sue le fecero dimenticare per un attimo tutte le sue sofferenze. Ma fu solo un attimo. Non avrebbe ceduto. Non di nuovo. Non ancora. Non rispose a quel bacio ma rimase immobile, realizzando che neanche volendo sarebbe riuscita a staccarsi da lui. Ma quando il biondo fece scivolare la sua lingua sulla sua un brivido le corse lungo la schiena. Draco se ne accorse perchè rese quel contatto più profondo.
Pansy non si sentiva più le gambe, o per meglio dire non sentiva altro che quel bacio. Quel bacio dolcissimo che la trascinava sempre più nella disperazione. Continuava a ripetersi di dover rimanere impassibile di non dover ricambiare quel bacio, ma a poco a poco quella voce si affievolì nella sua testa diventando non più che un sussurro. Ormai era persa. Lo sapeva, lo sentiva...non avrebbe resistito a lungo. Quando il ragazzo le sfiorò la schiena sentì il bisogno di rispondere a quel bacio. Prima che la sua mente avesse il tempo di obbiettare il suo corpo già stava agendo. Le sue mani risalirono delicatamente il torace del ragazzo per stringersi poi alle sue spalle. Draco le passò una mano tra i capelli lisci e lucenti spingendo leggermente la nucca della ragazza contro la sua. La mora, ormai, completamente in brodo di giuggiole rispose a quel bacio. Aveva ceduto...un'altra volta.
Fu il ragazzo a staccarsi da lei qualche istante dopo. L'allontanò leggermente da sè quel tanto che bastava per guardarla in faccia. Sorridendo le scostò alcuni ciuffi corvini dal viso.
- Mi odi ancora?- chiese senza smettere di giocherellare con i suoi capelli.
Pansy lo guardò negli occhi. Nonostante la penombra notò che brillavano come diamanti alla luce del sole. Perchè doveva sempre finire così??? Perchè per una volta, una sola maledettissima volta, non era lei a vincere???
- Perchè fai domande di cui già conosci le risposte- rispose rassegnata la ragazza abbassando lo sguardo.
- Quindi...mi vuoi ancora bene?-
Pansy alzò nuovamente lo sguardo per incontrare il suo. L'espressione del ragazzo era tremendamente dolce, sembrava un cucciolo abbandonato...sembrava. Ormai la ragazza lo conosceva, sapeva bene che dietro quel viso d'angelo si nascondeva un diavolo.
- Potrei farti la stessa domanda- disse reggendo il suo sguardo. Lui la guardò enigmatico. Dopo anni che si conoscevano ancora non riusciva a leggere in quegli occhi freddi come il ghiaccio.
- Lo sai che ti voglio bene... - disse ad un tratto stringendola nuovamente a sè.
- Allora se lo so perchè mi è così difficile crederti- sussurrò la mora appoggiando la testa sul torace del ragazzo. Non lo capiva, non riusciva a capire cosa provasse per lei. O forse non lo voleva sapere. Le bruciava ammetterlo ma se avesse scoperto che per lui era qualcosa pari a poco più che niente sarebbe morta.
- Ti diverte tanto farmi sentire come una pezza da piedi ogni giorno?- continuò cercando di mantenere un tono di voce normale mentre ricacciava indiero le lacrime che prepotenti reclamavano di essere versate.
Lui la strinse più forte e dopo qualche secondo, che per Pansy sembrò un eternità, borbottò qualcosa di molto simile ad un " mi dispiace".
La ragazza si scostò da lui cercando di incontrare il suo sguardo, cosa non facile perchè Draco sembrava estremamente concentrato nell'osservare un punto oltre la sua testa.
- Bè è meglio che andiamo a cena...- disse ad un tratto il bel Serpeverde uscendo in fretta dallo sgabuzino. Pansy si affrettò a seguirlo e quando gli fu accanto con noncuranza fece scivolare la sua mano tra quella del ragazzo.
Lei gli lanciò un'occhiata sfuggente. Lui continuava ancora ad evitare il suo sguardo, ma questa volta non le importava Draco Malfoy si era tradito. Per la prima volta da quando si conoscevano lui le aveva scusa.

" Ma che diavolo mi è saltato in mente???" pensò Draco mentre Pansy si allontanava da lui per raggiungere le sue amiche che già pregustavano la cena. " Le ho detto mi dispice robe da matti!"
Questi erano i pensieri che frullavano nella testa del biondo mentre i suoi due "amici" Vincent Tiger e Gregory Goyle si sbracciavano per attirare la sua attenzione.
- Dov'eri finito?- chiese Goyle senza degnarlo di uno sguardo perchè intento a ripulire il suo piatto stracolmo di pietanze prelibate.
- Ero con Pansy- rispose meccanicamente Draco mentre prendeva posto accanto a Tiger anche lui intento a mangiare come un dannato. Sua madre per tutta l'estate l'aveva tenuto a dieta e da quando era tornato ad Hogwards, Vincent non faceva altro che mangiare, lui diceva che doveva recuperare tutto ciò che si era perso...cioè niente perchè di nascosto si intrufolava in cucina rubando panini e dolci.
- Ah...- fece Goyle lasciando perdere il pollo per guardare l'amico - Avete fatto pace?-
Ovviamente le litigate di Draco e Pansy erano di dominio pubblico tra i Serpeverde che, nanche a dirlo, si divertivano un sacco a fare congetture sulla loro storia.
- Naturalmente - fu la vaga risposta. Il ragazzo odiava dare spiegazioni sul suo rapporto con Pansy, ma non dare alcuna spiegazione significava ammettere che lui teneva veramente a quella ragazza, perciò si limitava a dare risposte allusive.
- Ma come fai? - chiesero ammirati i due amici che in tutta la loro vita non erano mai stati con una ragazza.
Draco sorrise conpiaciuto. Sapeva di avere fascino e oltretutto ci sapeva fare con le ragazze, se solo avesse voluto avrebbe potuto avere qualsiasi ragazza della scuola, sì, persino la Granger...ma il punto era che lui non voleva le altre, lui voleva solo Pansy Parkinson. Quella ragazza l'aveva affascinato sin dal suo arrivo ad Hogwards: era simpatica, carina, ma soprattutto aveva grinta. Tutte le ragazze della scuola erano troppo noiose per uno come lui...ma lei no.
Ricordava perfettamente come si erano conosciuti. Lei era entrata altezzosa nello scopartimento del treno sedendosi davanti a lui senza degnarlo di uno sguardo. Gli era piaciuta subito con quell'aria da "non-mi-toccare-o-ti-spezzo-le-dita", i capelli nerissimi che le svolazzavano qua e là, gli occhi verdi freddi e distaccati come i suoi l'avevano completamente ammaliato. Era stato lui a rompere il silenzio convinto che la ragazza sarebbe caduta ai suoi piedi nel giro di cinque minuti (già ad undici anni Draco era popolare tra le ragazzine) e invece questa l'aveva appena guardato e con sufficienza gli aveva detto...
- E così tu sei Draco Malfoy, ho sentito parlare molto di te...però, sai, ti credevo meglio...- Le parole della ragazza lo avevano colpito come un getto di acqua fredda...nessuna mai lo aveva trattato così! Neanche a dirlo avevano già iniziato a litigare e avrebbero continuato per tutto il viaggio se Tiger e Goyle non fossero venuti a chiamarlo per venire a vedere il famoso Harry Potter.
Mai avrebbe creduto che un giorno quella ragazzina pestifera si sarebbe innamorata di lui. Perchè lui sapeva che Pansy lo amava...altrimenti perchè l'avrebbe sempre perdonato?
- Che ci volete fare...sono molto persuasivo- rispose il biondo bevendo con disinvoltura dal suo calice.
I due amici ridacchiarono come dei deficienti per poi tornare a concentrarsi sui loro piatti.
Draco tornò a pensare a quel che era successo neache mezz'ora fa. Si era tradito. Le aveva sbiascicato per la prima volta delle scuse...ma come aveva potuto? Un Malfoy che dice "mi dispiace" è innaudito...però, se non l'avesse fatto avrebbe perso la ragazza che amava. Sì, l'amava...ma non gliel'aveva e forse non glielo avrebbe mai detto. Si sentiva uno stronzo tutte le volte che vedeva quei suoi occhioni verdi tristi per causa sua, ma era più forte di lui doveva trattarla male. Era fatto così, non c'era niente da fare gli veniva tremendamente spontaneo farla arrabbiare come gli veniva poi spontaneo correrle dietro e farsi perdonare. Ovviamente però non era sempre un coglione con lei...quando erano soli, ad esempio, non riusciva neanche a starle lontano. Pansy era sempre stata dolce con lui (tranne quando litigavano, of course) anche quando suo padre, Lucius Malfoy, era stato arrestato lei gli era rimasta vicina nonostante lui in quel periodo fosse più irrascibile del solito, aveva portato pazienza confortandolo anche quando lui le gridava frasi orrende.
Una poderosa pacca sulla spalla lo fece ritornare alla realtà. Adrian Puccey uno dei tre cacciatori di Serpeverde con un ampio sorriso gli si sedette accanto.
- Allora tu e Pansy vi siete mollati?- chiese con finta aria di indifferenza il brufoloso ragazzo.
Draco lo guardò storto. Non era un segreto che Adrian sbavasse dietro alla sua ragazza, come non era un segreto che la sua ragazza avrebbe preferito un soggiorno ad Azkaban piutosto che uscire con lui.
- No- rispose secco il biondo che per ovvi motivi trovava il ragazzo insopportabile.
- Sarà per un'altra volta...-
" Si si aspetta e spera" pensò Draco giocherellando con gli avanzi della cena. Il ragazzo fece scorrere lo sguardo lungo la tavolata dei Serpeverde fino ad individuare la sua bella.
Stava parlando con Millicent Buldstrode o per meglio dire Millicent parlava e Pansy fingeva di ascoltarla.
" Ora la salvo" pensò mentre salutando con un distratto cenno della mano i compagni si dirigeva verso di lei. Pansy non l'aveva notato, aveva lo sguardo fisso sul suo piatto, segno che non stava ascoltando una parola di quello che Millicent continuava a dirle.
- Ciao Draco!- disse Tracey un'altra Serpeverde dai lunghi capelli biondi che da sempre aveva una cotta per lui. Pansy sollevò lo sguardò per incrociare quello del ragazzo. Non lo salutò.
- Salve ragazze...Pansy io vado nella comune, vieni con me?- chiese notando con piacere che le altre guardavano la sua ragazza con una certa invidia.
- Perchè?- ribattè questa che evidentemente serbava ancora un po' di rancore per la sfuriata di prima.
Le altre la guardarono storto...avrebbero fatto carte false per essere al suo posto e lei chiedeva perchè???
Il biondo non si demoralizzò, anzi...
- Volevo chiederti se hai ancora voglia di aiutarmi per quel tema di Storia...- disse con noncuranza. La mora lo scrutò interrogativa, non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere.
- Ok...- disse dopo alcuni secondi - Ci vediamo dopo ragazze...-
- Si certo, come no, ma ti ricordi ancora dov'è la tua stanza?- la prese in giro Eloise una sua compagna di stanza.
Pansy fece finta di non sentirla afferrò Draco per un polso e lo strascinò fuori dall'affollata sala grande.
- Simpatiche le tue amiche- disse il ragazzo mentre divertito scendeva le scale per i sotterranei.
In effetti da un mese a questa parte non c'era notte che i due ragazzi non passassero assieme. Da quando Pansy si era decisa a compiere "il grande passo" Draco l'aveva voluta accanto a sè sempre...non tanto per il sesso, si bè, anche per quello, ma più per la piacevole sensazione che provava ogni mattino svegliandosi tra le braccia della sua amata.
- Si come no- disse la ragazza alzando gli occhi al cielo.
- Allora per quel tema?- chiese quest'ultima entrando nella sala comune dei Serpeverde completamente deserta visto che tutti erano ancora a cena.
- E' di sopra, in camera mia...- rispose il biondo indicando con un cenno del capo le scale che davano al dormitorio dei ragazzi.
La Pansy lo seguì tranquillamente verso la sua stanza se il ragazzo avesse voluto farlo sarebbe stato molto più esplicito...di solito non si faceva molti problemi a chiederglielo.
La stanza di Draco le piaceva molto. Al contrario degli altri ragazzi il biondo aveva una grossa camera singola tutta per sè...suo padre ancora una volta si era assicurato che il figlio avesse il meglio. Anche a Draco la sua stanza piaceva, e provava un certo orgoglio ogni volta che la ragazza gli diceva che avrebbe dato un braccio per una camera come quella.
Pansy si avvicinò alla scrivania del ragazzo rovistò un po' tra i suoi libri finchè non trovò quello di Storia della Magia. Fece scorrere velocemente le pagine del voluminoso librone finchè non arrivò al capitolo che le interessava, con sorpresa notò che all'inizio del capitolo Rivoluzioni Gobliniane c'erano una serie di fogli di pergamena, gli afferrò, lesse il titolo e...
- Ma tu l'hai già fatto il tema!!- esclamò voltandosi per mostrare la sua scoperta - Dove hai trovato il tempo? Per quel che so dovresti aver scritto tre fogli nel giro di dieci minuti o giù di lì, ma...è impossibile!-
- Infatti non l'ho fatto io...Ruf, ha propinato lo stesso tema a quelli dell'anno scorso, quindi mi è bastato chiederlo in presito a Marcus - spiegò con semplicità.
- Solo a te possono venire in mente certe idee...- disse Pansy scuotendo la testa mentre con cura riponeva il tema al suo posto.
- Certo, non sono mica stupido -
- Si, infatti sei un'idiota...comunque se il tema l'hai già fatto perchè mi hai fatto venire qui?- chiese la mora pur immaginando l'evidente risposta.
Draco le si avvicinò, la strinse possessivamente a sè iniziando a baciarle il collo.
- Secondo te?- le sussurrò dolcemente all'orecchio per poi rituffarsi sul suo collo. Si stava perdendo nell'intenso profumo di pesca della ragazza, la sua pelle liscia e perfetta sembrava lo invitasse a posare le sue labbra su di essa. Pansy gli prese la testa fra le mani costringendolo ad alzare il viso verso di lei.
- Ehi piano vampiro...quanto corri...- disse questa puntando i suoi magnifici occhi color cobalto in quelli azzurri del ragazzo.
Draco ci rimase un po' male, anzi, ci rimase male di brutto, ma non lo diede a vedere, se avesse giocato bene le sue carte avrebbe convinto la ragazza a rimanere.
- Ok...se non ti va...- disse il biondo con finta indifferenza liberandola dal suo abbraccio per andarsi a sedere sul soffice letto a baldacchino. Contrariamente alle sue previsioni la ragazza lo raggiunse sedendoglisi in braccio. Draco rimase impassibile nonostante avvertisse un certo formicolio alle parti basse.
- Getti la spugna così facilmente? Lo sai no che mi piace stuzzicarti...- disse la mora con voce sensuale sfiorandogli con un dito le labbra.
Il biondo non se lo fece ripetere due volte, con facilità sollevò la ragazza e con delicatezza la stese sul letto. Pansy sorridendo maliziosa lo afferrò per il colletto della camicia costringendolo a baciarla.
Draco dal canto suo rispose con passione a quel bacio tentando contemporaneamente di sbottonarle la camicetta.
" Anche domattina ti avrò con me" pensò raggiante mentre iniziava a perdersi nella bellezza del suo angelo.
  
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