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Autore: SerMisty    22/06/2013    2 recensioni
"Era una mattina come tante altre quando Scrooge McDuck fece la sua apparizione nel Blackjack Ballroom."
Una ScroogeXGoldie (ma no!?) completamente fuori programma. Questi due non vogliono darmi un pò di tregua XD
Genere: | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina come tante altre quando Scrooge McDuck fece la sua apparizione nel Blackjack Ballroom.
Glittering Goldie, la Stella del Nord, stava spiando gli avventori da dietro il sipario, scrutando i loro volti per intuire chi avesse più denaro e quindi chi sarebbe stata la sua prossima vittima.
Da quando Soapy Slik era stato abbattuto, arrestato e spedito in Alaska, i clienti erano considerevolmente aumentati: non essendo più costretti a pagare interessi da capogiro a quel viscido truffatore, avevano molto più denaro da conservare e da spendere.
Da spendere, soprattutto.
Com’erano stupidi, com’erano prevedibili! Si ritrovavano con un sacchetto di polvere d’oro in più e la prima cosa a cui pensavano era di venirlo a scialacquare nel suo saloon, per vedere lei ballare e ascoltare la sua voce melodiosa cantare per loro.
La Regina di Ghiaccio di Dawson era peggio di una sirena. Ammaliava, incantava, e poi prendeva. Prendeva con decisione, con aggressività, senza chiedere permesso o perdono. E li lasciava soli e dispersi in mezzo alla strada o alla neve, con in mano solo una preziosa lezione di vita.
Ma stavamo dicendo. Glittering Goldie, la Stella del Nord, stava spiando la folla di cercatori da dietro il sipario quando improvvisamente la porticina del Blackjack Ballroom si spalancò, permettendo l’ingresso a Scrooge McDuck.
Gli uomini si voltarono, uno dopo l’altro, e rapidamente la confusione diminuì fino a sparire, facendo precipitare la sala in un insopportabile silenzio.
Il Re del Klondike in persona! Colui che aveva affondato la barca di Soapy Slik, che lo aveva ridotto a un ammasso di stracci e lividi, quello così diverso da tutti loro, lì, nel saloon più frequentato di Dawson! Alcuni balzarono in piedi, pronti a scappare, altri si irrigidirono come sperando di non farsi vedere.
Scrooge spaziò con lo sguardo in tutto il locale, impassibile. Poi, tranquillamente e con fierezza, attraversò la sala fino a raggiungere uno dei tavoli vuoti più isolati, alla destra del palco, e si sedette.
Goldie – improvvisamente scoprì di non avere occhi che per lui – lo osservò togliersi il grosso zaino dalle spalle e posarlo ai suoi piedi. Si ritrasse dietro al sipario quando lui alzò lo sguardo.
Ricordava bene le sue parole.

«Che cosa sta succedendo?»
«Passa quello spilorcio di Scrooge McDuck. Non spende mai nemmeno un centesimo per divertirsi!»
Goldie si sporse sulla strada attraverso le due piccole ante della porta del saloon. Era proprio lui: quel giovanotto così fiero e deciso, quello con il berretto alla Davy Crockett, che doveva dei soldi anche a Soapy Slik e che non l’aveva mai guardata più a lungo di dieci secondi. Proprio lui, Scrooge McDuck, in quel momento stava camminando spedito per la sua via, le mani contratte alle cinghie dello zaino, ignorando gli sguardi curiosi e ostili che gli venivano rivolti.
Giravano strane voci su di lui. Sembrava che stesse trovando molto oro, nella sua concessione di ubicazione ignota. E che fosse uno tosto, di quelli che sanno il fatto proprio, che vincono sempre nelle risse, per quanto non lo avesse mai visto battersi realmente con qualcuno.
«No.» Goldie confermò l’affermazione della compagna con un sorrise accattivante «Non è nel suo stile…»
Lui era diverso.
E quella diversità, in qualche modo, l’attirava.
Il giovane passò davanti al Blackjack Ballroom senza fermarsi. Come ad un segnale convenuto, dalla strada e da alcuni clienti all’interno del saloon cominciarono a piovere insulti.
«Avaro!»
«Tirchiaccio!»
«Fuori dalla città!»
«Non ti vogliamo qui!»
«Vattene!»
Goldie non aprì bocca: era curiosa di vedere la sua reazione, che comunque sembrava tardare ad arrivare. Scrooge McDuck non degnò gli uomini che di uno sguardo infastidito, e continuò la sua strada.
«Spilorcio!»
«Se non hai intenzione di spendere niente, che ci vieni a fare in città?»
«Smettila di farci vedere la tua brutta faccia!»
«Sparisci, taccagno!»
«Ehi, magari l’oro non l’hai trovato nemmeno! Magari passi tutto il giorno a poltrire sotto il sole!»
L’ultima insinuazione fu decisamente di troppo.
Scrooge si bloccò di colpo. Aveva già superato il Blackjack, ma si voltò indietro, ringhiando e mostrando i denti come una belva, e a grandi falcate si diresse furioso verso il saloon.
Gli uomini sotto il portico di legno sbiancarono visibilmente, e si affrettarono ad allontanarsi a distanza di sicurezza a destra e a sinistra. Anche i clienti all’interno impallidirono e si fecero indietro: dicerie o non dicerie, chi avrebbe osato sfidarlo?
Solo Goldie non si mosse. Rimase lì dov’era, dietro la porticina di legno, e non si scompose quando il giovane la raggiunse, per poi non guardarla nemmeno e voltarsi invece verso la folla fuori, adesso taciturna.
Era infuriato. Infuriato per essersi sentito dare del fannullone, insulto che invece risultava quasi un complimento per il resto della popolazione di Dawson.
Rimase zitto per qualche secondo, quindi parlò.
«Un giorno,» scandì con lentezza e rabbia «quando farò il colpaccio, verrò davvero a fare una visitina a questa bettola. E vi consiglio di temere quel giorno, perché darò una bella lezione a tutti» calcò particolarmente sull’ultima parola «quelli che oggi hanno riso di me.»
Silenzio.
«Io non ho riso di te.»
Scrooge si voltò di scatto.
Goldie sorrideva, tranquilla e seducente, separata da lui solo dall’anta di legno della porticina.
La squadrò: si erano incontrati già in tre occasioni, ma ogni volta sembrava stentare a credere che fosse sempre lei. Infine, si soffermò sul suo viso.
Si guardarono per lunghi istanti. Goldie interrogò silenziosamente i suoi occhi, chiedendo loro di parlarle di lui, ma non ottenne risposta. Erano muti e schivi, proprio come i suoi.  
Quando si staccò dal contatto visivo Scrooge McDuck scosse le spalle, sistemandosi lo zaino con un grugnito, e non disse nulla. Poi si allontanò lungo la strada e sparì, senza che nessuno lo trattenesse più a lungo.
Goldie lo guardò andare via, ignorando gli sguardi confusi delle sue compagne.
Per la prima volta forse da sempre, di quel ragazzo non le interessava la quantità di oro nelle tasche. Le interessava lui.
E non riusciva a capire perché.


Il colpaccio, aveva detto. Se avesse fatto il colpaccio, sarebbe venuto al Blackjack Ballroom per dare una bella lezione a quella mandria di ubriachi.
Dunque… Aveva fatto il colpaccio?
I chiacchiericci degli uomini ripresero, piano, ed erano tutti incentrati su Scrooge, che sedeva ritto al tavolo senza ordinare nulla e senza che nessuna delle ragazze si avvicinasse per chiederglielo.
Goldie sentì il pianista cominciare a suonare, si sistemò i capelli rapidamente davanti allo specchietto attaccato al muro e poi si posizionò in mezzo al palco, mentre il sipario si alzava.
Beh, sarebbe stato sicuramente divertente.
Visione paradisiaca! Era incredibile l’effetto che Goldie aveva sugli uomini. Rimasero tutti immobili, come congelati in un attimo eterno, le mani contratte alle carte da gioco o al bicchiere di whisky, gli occhi fissi su di lei, proprio come doveva essere, mentre cominciava a cantare.

 

A little maiden climbed an old man's knee
Begged for a story: "Do, uncle, please!"
Why are you single? Why live alone?
Have you no babies? Have you no home?"



La sua voce era una melodia dolcissima, sembrava quasi visibile mentre si aggirava lentamente fra i cercatori, circondandoli e ammaliandoli. Tutto era stato dimenticato, le birre, l’oro, le risse. Solo Goldie era al centro dell’attenzione.
La ragazza ballava piano, seguendo il ritmo della musica e della canzone, i tacchetti delle scarpe rimbombavano sul palco di legno. Le mani sui fianchi mentre si muoveva a destra e a sinistra, e già gli uomini erano tutti creta nelle sue mani.

 

"I had a sweetheart, years, years ago;
Where she is now, pet, you will soon know.
List to my story, I'll tell it all,
I found her faithless, after the ball."



Com’era solita fare durante i suoi spettacoli, Goldie giocava con i clienti. Li indicava, gli sorrideva, strizzava loro l’occhio, si chinava verso quelli più vicini per poi rialzarsi di scatto e lasciarli a bocca asciutta.
Del resto era il suo compito: stuzzicare le loro fantasie.
La musica la accompagnò verso le scalette al lato del palco, e Goldie scese, notando con soddisfazione che la maggior parte degli uomini si sistemava meglio sulle sedie sperando che sarebbe passata di lì.
La maggior parte, tranne Scrooge.

 

 "Bright lights were flashing in the grand ballroom,
Softly the music, playing sweet tunes.
There came my sweetheart, my love, my own: 
'I wish some water, leave me alone.'



La ragazza girava fra i tavoli, senza dimenticarsene nessuno. Accarezzava le spalle degli uomini a cui passava accanto, e continuava a provocarli, indicandoli e sorridendogli e chinandosi. Qualcuno ridacchiava, qualcuno borbottava della troppo poca attenzione, qualcun altro le offriva da bere o da sedersi, magari buttando a terra il suo vicino di posto, ma nessuno parlava. Nessuno si reputava degno di aprir bocca per un motivo che non fosse la paralisi stupefatta dei muscoli della mascella.
Loro non dovevano parlare, né toccare. Dovevano solo guardare.

 

When I returned, dear, there stood a man, 
Kissing my sweetheart, as lovers can. 
Down fell the glass, dear, broken, that's all. 
Just as my heart was, after the ball." 



Goldie si divertiva a vederli così tormentati. Si avvicinava terribilmente al volto di qualcuno per poi afferrare il loro cappello e allontanandosi premendoglielo in faccia, e sapeva di eccitarli e torturarli nello stesso tempo.
Il silenzio era padrone quando Glittering Goldie usciva in scena. Solo un ubriaco lanciò a terra un bicchiere, e fu immediatamente zittito e punito da una sonora manata sulla schiena da un suo compagno che quasi lo fece cadere sul pavimento.
Goldie continuava a girare fra i tavoli, avanti e indietro per il locale. Ma questa volta, per la prima volta, aveva una meta ben precisa: quel tavolo vuoto, lì, dove Scrooge McDuck faceva altezzosamente finta di non essere per niente interessato a quello che stava succedendo.
Mentiva. Anche i suoi occhi erano su di lei.
Goldie lo sapeva, perché si sentiva bruciare.

 

"Long years have passed dear, I've never wed 
True to my lost love, though she is dead. 
She tried to tell me, tried to explain; 
I would not listen, pleadings were vain. 



Scrooge era là, appoggiato ritto e impassibile allo schienale, ma adesso che era così vicina non poteva più nascondere che la stesse guardando.
C’era qualcosa di strano nel suo sguardo. Goldie rifletté mentre cantava, finché non giunse alla realizzazione, così ovvia eppure così incredibile.
La stava solo guardando.
Perché lo sapeva: gli altri uomini fissavano lei, ma soprattutto fissavano l’immagine di lei nelle loro fantasie. Era una cosa a cui era abituata e in tutta sincerità non aveva mai creduto potesse accadere il contrario, nemmeno una volta.
Eppure lo sguardo di Scrooge era per la maggior parte del tempo fisso sul suo viso, e se gli capitava di scendere, non cercava di spiare al di sotto del vestito. 
Perché? Quale uomo avrebbe potuto reprimere in tal modo gli istinti? Forse un uomo folle, o non interessato… O magari interessato semplicemente a lei, a lei come persona, e non alle sue fantasie. Magari un uomo troppo fiero per perdere tempo in fantasie.
Continuando a cantare, Goldie raggiunse lentamente il suo tavolo.

 

One day a letter came from that man, 
He was her brother - the letter ran. 
That's why I'm lonely, no home at all; 
I broke her heart, dear, after the ball."



Passò dietro la sua sedia, sfiorandogli le spalle possenti attraverso la giacca logora. Si chinò leggermente alla sua sinistra, cantando con dolcezza poco sopra il suo orecchio, poi tornò sui suoi passi e si sedette con una mossa suadente sulla sedia libera accanto a lui.
Gli altri uomini li fissavano, invidiosi dell’attenzione che lei gli stava offrendo, ma nessuno osò parlare, considerandola una sorta di premio riservato al Re del Klondike. Non potevano sapere – nessuno avrebbe mai dovuto sapere – che Goldie sperava in questo modo di capirlo e conoscerlo un po’ meglio.
Scrooge era certamente a disagio, mentre la ragazza gli scostava appena appena la giacca per accarezzargli il petto aitante attraverso la maglia. Eppure non sembrava in difficoltà per via di un tentativo disperato di controllarsi, pareva semplicemente imbarazzato. Avrebbe perfino potuto giurare di vedere un pizzico di rossore sulle sue guance.
Lui! Il Re del Klondike! Quello che aveva abbattuto Soapy Slik, che metteva paura a tutta Dawson, che sicuramente era abbastanza forte da scagliare quel tavolo, se avesse voluto, dall’altra parte del saloon con una mano sola! Lui! Insomma, non si aspettava esattamente che le saltasse addosso, ma come minimo che avrebbe tenuto il gioco.
Goldie gli girò il viso verso di lei con due dita. Poi accostò il proprio volto al suo, vicinissimo, inclinando il capo leggermente per evitare che i nasi si sfiorassero. Vedeva i propri occhi riflessi nei suoi e le labbra rischiavano di toccarsi da un momento all’altro.
Cosa nascondeva Scrooge McDuck? Chi era davvero? E perché, ogni volta che lo guardava, sentiva quel fuoco all’interno, quelle scintille attraversare i loro sguardi, quel sentore che solo e soltanto lui avrebbe potuto comprenderla completamente, perché così simile a lei stessa?
Cantò gli ultimi versi quasi senza ascoltarsi, e si riscosse appena in tempo, alzandosi di scatto e salvandosi all’ultimo con una mossa ammaliante, per poi allontanarsi verso il palco.
Si sentiva in fiamme.


After the ball is over, after the break of morn 
After the dancers' leaving, after the stars are gone; 
Many a heart is aching, if you could read them all; 
Many the hopes that have vanished after the ball.



Goldie risalì sul palcoscenico con movenze suadenti, e riprese a stuzzicare gli uomini in prima fila, come se nulla fosse accaduto.
Eppure faticava molto a non lasciar scorrere lo sguardo verso Scrooge. Era la prima volta che la concentrazione le sfuggiva.
Gli occhi di lui adesso non si nascondevano più. Ogni volta che lei si voltava, si incrociavano.
E bruciava.
Un trillo rapido sui tasti indicò che si stava avvicinando la fine della canzone.


Many the hopes that have vanished after the ball.



La sala si riempì di applausi, fischi, e commenti di apprezzamento. Sacchetti in pelle pieni di monete o polvere d’oro furono lanciati sul palco, ma Goldie, per la prima volta, non ci badò. Sparì dietro il sipario, in preda a uno strano calore che somigliava all’ansia.
Scrooge batté un paio di volte le mani, così piano che sarebbe stato impossibile distinguere il suo lieve appaluso in mezzo a quella confusione. Non lo fece per mancanza di interesse, ma per mancanza di forze. Sembrava che quel mezzo minuto accanto alla Stella del Nord lo avesse stremato. Scosse la testa, e si alzò per ordinare un caffè.
Goldie si passò una mano sulle pieghe del vestito. Sollevò il volto verso lo specchio e a quel punto si bloccò a metà del gesto, sgranando gli occhi.
Improvvisamente si rese conto del perché si sentiva tanto in fiamme.
Era arrossita.












Angolino dell'autrice: Ora, le domande che nascono spontanee sono due.
Uno, perché scrivo questa robaccia quando ho altre quattro storie su Scrooge e Goldie da terminare.
Due, perché la scrivo all'una e ventisette. Di notte.
I grandi misteri del cosmo...
Comunque! Ci rivediamo presto, eh? Ebbene sì, e io mi presento con questo orrore che si spaccia per songfic ma non lo è per niente, in realtà.
Da dove è nata, vi chiederete? Dal fatto che ho scoperto (benché degli scan non se ne veda manco l'ombra, maledizione) che Goldie sta cantando "After the Ball" quando Scrooge entra nel Blackjack la prima volta. Sono andata a sentire "After the Ball" e caro Barks, tu hai scelto la canzone migliore del mondo per questi due. Complienti vivissimi. (no davvero, mi sono talmente fissata con questa canzone che ho fatto perfino un video su Scrooge e Goldie ispirato a questa stessa shot - yeah, prima il video, poi la shot XD - usando dei disegni fatti da me, meno male che rimane sul mio pc, è orribile XDD)
Ok, quindi è nata questa spazzatura che spero abbia un sacchetto a parte per la raccolta differenziata delle fanfic. E' assolutamente mostruosa, non ha nessun senso, forse si salvano dall'OOC per il rotto della cuffia ed è pure la più lunga che abbia mai scritto qui in questo fandom, cosa che vi avverte sulle mie prossime storie, non sono molto brava a ridurre l'ispirazione quando mi viene ^^''''''
Ah, ok, umm... Non mi sembra di avere altro da dire. Lasciate una recensione, per favore?
Un bacio, e grazie per aver sopportato questa schifezza fino alla fine! Alla prossima!
Ser <3
  
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