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Autore: _Aislinn_    22/06/2013    0 recensioni
Piccoli schizzi di vita, raccolta di diapositive di momenti di coppia.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Clean the dishes



 
 
“Si che lo farai”.
“Ma devo proprio?”
“Me l'hai promesso”
“Domani...”
“Ma se domani neppure ci vedremo! Questa sera, me l'hai promesso”.
A ben poco servirono gli sguardi di supplica di lui. Quegli occhi scuri, così profondi e nostalgici, la pregavano di cedere, ancora una volta. E avrebbe davvero voluto... Oh se voleva cedere, perdersi in quello sguardo sincero e colmo di promesse delicate ed emozionanti, ma non poteva, non questa volta.
Avevano fatto una scommessa, e lui aveva perso. Avrebbe dovuto lavare i piatti dopo la cena e si era ripromessa di non scontargli nulla. E così stava facendo, anche se le costava una fatica immensa resistere a quel sorriso adorabile e all'espressione innocente che ostentava senza alcuna vergogna. E la cosa sconvolgente era che lui non doveva neppure sforzarsi di apparire tale; il fatto che probabilmente si rendesse conto di quale potere aveva quel comportamento su di lei e se ne servisse appositamente le creava però quella sorta di lieve irritazione utile a non cedere.
“Ma io volevo vedere Mulan...” tentò ancora una volta, mettendo il broncio come un bambino.
Ci risiamo, pensò lei.
“Lo vedremo dopo” rispose però senza il minimo cedimento.
“Ma si farà tardi”.
“Non se la smetti di lamentarti e ti sbrighi” gli rispose, incrociando le braccia sotto al seno, con la posa tipica di chi sta chiaramente avvertendo: “Con me non attacca”.
Lui esitò, guardo il cofanetto del dvd sul tavolo, poi gettò un'occhiata ai pochi piatti impilati sul lavello. Era ovvio fosse combattuto, ma infine alzò gli occhi al cielo, sbuffò e, prendendola per mano e trascinandola con sè, si avviò al lavello.
Lei non oppose resistenza, anzi lo seguì silenziosa, ma una volta davanti al rubinetto lo guardò con il dubbio ben stampato sul viso, incrociando lo sguardo di lui con una muta domanda negli occhi.
“Se io devo lavare i piatti, tu devi farmi compagnia” spiegò semplicemente, per poi continuare anticipando eventuali proteste, “così puoi controllare”.
Lo osservò in silenzio per qualche istante, studiandolo in attesa di qualche tiro mancino. Ma lui continuava a guardarla con quel sorriso rassicurante e tenero senza lasciarle la mano, tanto che infine lei si aprì in un sorriso divertito.
“Va bene!” concesse, salendo a sedere sul bancone della cucina proprio di fianco al lavello. Da quella posizione privilegiata avrebbe potuto vedere bene il suo operato, prenderlo in giro, dargli indicazioni e godersi la vista di lui alle prese con i piatti... Sarebbe stato divertente.
Quella concessione sembrò sollevarlo, il sorriso si allargò e gli illuminò il volto. Fu talmente improvviso ed abbagliante che lei rischiò di dimenticarsi di respirare.
Forse non era stata una buona idea mettersi ad osservarlo così da vicino...
Lo sguardo le cadeva continuamente sui capelli un poco scomposti che scendevano ad accarezzargli la base del collo, lì dove iniziava lo scollo del maglioncino che gli aderiva alle spalle disegnandone i contorni in maniera fin troppo precisa. Per non parlare delle braccia... E le mani, che lavoravano con la spugnetta sulla superficie del piatto.
“Mi raccomando sfrega bene” la voce non le era uscita proprio come aveva immaginato, più che un'indicazione severa era parsa un suggerimento sospirato.
Ma seguire la linea del polso e poi su, lungo l'avambraccio, perdendosi nelle trame del maglione era stranamente piacevole e le suggeriva cose che nel momento stesso in cui si affacciavano alla sua mente scacciava rapidamente.
“Ma davvero non posso farlo un'altra volta?” la voce di lui la distolse dalle sue fantasie.
Sospirò alzando lo sguardo verso il viso maschile.
“No” si sentì ripetere per l'ennesima volta.
“Ma è stancante” lamentò lui, guardandola con un broncio che doveva nascondere il mezzo sorriso che gli brillava negli occhi. Immerse nuovamente le mani nell'acqua e prima ancora che potesse comprendere cosa stava architettando si trovò un paio di schizzi sulla semplice t-shirt che indossava.
Le sfuggì un'esclamazione stupita mentre sbatteva le lunghe ciglia incredula. Che mascalzone!
E stava per rifarlo.
“Non ci provare neppure!” lo avvertì puntandogli l'indice proprio sotto il naso e fingendosi estremamente contrariata, quando in verità avrebbe voluto scoppiare a ridere. Ma quell'uomo talvolta si comportava proprio come un bambino e come tale si doveva disciplinarlo.
La guardò con un luccichio birichino negli occhi scuri non sforzandosi neppure di celare il sorriso soddisfatto che gli piegava le labbra.
“No” disse solo lei, di nuovo.
E lui sbuffò, ma gli occhi non smisero di sorridere.
“Ma è noioso!”
“Lavare i piatti non deve essere per forza divertente!” gli spiegò controllando i danni alla t-shirt e tamponandosi con un tovagliolo.
Quando rialzò lo sguardo lui la stava osservando nuovamente con il broncio.
Lei si trovò a sospirare e sbuffare alzando gli occhi al cielo.
“Facciamo così: per ogni piatto che laverai bene, un premio” si sentì proporre usando tattiche che solitamente avrebbe usato con i bambini. Ma se lui si comportava come tale...
“Che premio?”.
Lei lo guardò, vicini tanto da potersi sfiorare, e prima ancora di rendersi conto di ciò che faceva si sporse verso di lui e gli soffiò un delicato bacio su una guancia. Di certo riuscì a stupirlo, al momento, ma questo sembrò sufficiente per incentivarlo a riprendere il lavoro.
Un piatto, un bacio sulla guancia.
Due posate, un bacio leggero sulla punta del naso.
Una pentola, un altro bacio posato delicatamente in fronte.
I bicchieri, e lei si preparò ad un bacio ancora. Si sporse un poco in avanti, le mani poggiati ai lati dei fianchi sopra il bancone così da non sbilanciarsi, puntando al mento. Ma lui si voltò all'ultimo momento ed anziché la linea della mascella le labbra di lei incontrarono altre labbra. E fu un riconoscimento immediato. Si sfiorarono, premettero le une contro le altre, indugiarono nel contatto reciproco.
Qualcosa finì nel lavello, dentro l'acqua – probabilmente la spugna – , ma nessuno dei due se ne curò. Lui si spostò, scivolando fino a trovarsi davanti a lei, in una posizione ideale per avvicinarla a sé. Le posò le mani bagnate sui fianchi e l'acqua oltrepassò la maglietta facendola rabbrividire. Ma stavolta non protestò per gli abiti bagnati, anzi accolse la carezza di lui sulla schiena e gli poggiò le mani sulle spalle, percependo il suo calore e assaporando la sensazione del tessuto del suo maglione sotto i polpastrelli.
E quando si distanziarono, un soffio a separare le labbra, gli sguardi che si incrociarono erano colmi di un sentimento dolce e profondo che spingeva al sorriso.
“Finisci il lavoro” sussurrò lei.
“Mmm...” fu l'unico commento di lui prima che lei prendesse l'iniziativa annullando nuovamente la distanza tra le loro labbra. Ricercò un contatto conosciuto il calore umido, il sapore familiare e la sensazione di vuoto allo stomaco che sentiva ogni volta e che si accentuava ad ogni nuovo bacio, ad ogni nuova sperimentazione.
Lo sedusse, lo spronò a rispondere e lasciò a lui le redini del gioco. Si perse e si donò, chiedendo e ricambiando in ugual misura. Poi, quando il calore divenne insopportabile ed il respiro affannoso, con struggente lentezza si allontanò, aprendo nuovamente gli occhi e annegando in quello sguardo bruciante d'amore.
“Finisci” gli sussurrò contro le labbra, arrendevole.
“Poi guardiamo Mulan?”.
Il candore di quella domanda, unita all'espressione persa sul viso di lui, la fece scoppiare a ridere di un'allegria sincera e piena.
“Si, poi guardiamo Mulan”.


Nota dell'autrice
Altro appuntamento con questa piccola raccolta di immagini. Gli aggiornamenti sono molto distanziati l'uno dall'altro, e di questo mi scuso poichè da lettrice so che la lunga attesa non è esattamente piacevole, ma gli impegni lavorativi sempre maggiori non mi permettono di fare altrimenti. Sperto di avervi comunque regalato emozioni, almeno un pochino.
 
   
 
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