Ci sono giorni lieti e gioiosi, in cui la gioia come resina trasuda dalle membra, ma ci sono anche giorni tristi e bui nei quali l'unico tuo desiderio è quello di non aver mai ricevuto la maledizione della vita.

Dicono che essa sia un dono, dicono di rispettare e ringraziare i genitori perchè ti hanno messo al mondo, ma io credo che la vita sia una maledizione, il più grave torto subito e infine, se non si hanno accanto delle persone a cui si vuole bene, è una mostruosa figura deforme e senza gambe che si trascina penosamente: vorrebbe andare avanti, vorrebbe continuare, ma le situazioni sono nefaste, non riesce ad avanzare, non può farlo e si risolve in un gelido lamento e in un sordo grido che lacera il cuore.

Senza una persona che sia il pilastro su cui costruire la propria vita essa crolla, ma se le crepe nel pilastro sono state prodotte da colpi inferti da colui che dal pilastro dipende, allora tutto è ben peggiore: la vita perde il suo colore, si incrina, e si teme il suo crollo, causato dalla propria insensibilità, egoismo e da ultimo dalla propria cecità che non lascia intendere ciò che sta accadendo poichè nasconde le crepe, nasconde con fini decori i muri che crollano, vede la gioia in mezzo alla distruzione e non fa rendere conto di ciò che si sta distruggendo.

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Angolino dell'autrice:
Spero che vi sia piaciuta questa mia riflessione e so che è troppo malinconica, però cercate di capirmi: ero appena stata lasciata dal mio ragazzo (con cui fortunatamente ho risolto e oggi festeggio nove mesi insieme ^_^ ) e avevo un momento di tristezza e, come di solito accade, ho deciso di scrivere.
Non è ai livelli delle mie riflessioni dell'anno scorso che hanno il potere di rattristare se le si leggono, ma spero l'abbiate comunque apprezzata! 
Ora vi risparmio i miei sproloqui e vi ringrazio di aver letto e di essere arrivati fino alla fine! 
Lasciatemi il vostro parere se vi va, un saluto affettuoso,
Cla