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Autore: Distance_    22/06/2013    0 recensioni
“No, non ci penso molto..Giusto qualche ora. Ho paura Jade.”
“Paura?Di cosa?”
“Paura di sentire lo stomaco sottosopra, paura di parlare, paura di sudare, paura di sentire il mio cuore battere a duemila!”
“Non ti seguo..” Dice lei confusa. “Di preciso, di cosa hai paura?”
“Ho paura di innamorarmi Jade, ho paura dell’amore”.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Caitlin , Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Chapter 2
“Paura dell’amore?” E’ abbastanza confusa, non sta capendo il mio ragionamento. Piega la testa di lato, facendomi capire che non comprende ciò che ho detto.
“Mi ha già ucciso l’amore, è stata un’esperienza orribile per me e ho paura, ho paura di rivivere tutto questo.” Mille ricordi raffiorano nella mia mente, così distratta e confusa. Io e lui eravamo indescrivibili, unici. Il nostro amore era invidiato da tutti anche se avevamo solo 15 anni. Litigavamo e ci proteggevamo come fratelli, scherzavamo come migliori amici e ci amavamo come marito e moglie. Ma non ero abbastanza, non lo rendevo abbastanza felice evidentemente, così un bel giorno di piena estate il mio cuore si frantumò in milioni di pezzettini inutili per la prima volta.
 
*flashback*
“L’appuntamento è alle 4 p.m al parco. Ci credi? Il nostro anniversario, il primo. Ti amo piccola. “
Mi ha chiamata piccola, davvero? Lo amo così tanto. Un anno di noi, noi due insieme. Cosa posso indossare? Elegante? Casual? Moderno? Naturale..si.
Apro l’armadio e dopo aver deciso cosa indossare guardo l’orologio: 3.30 p.m Mezz’ora, solo mezz’ora. L’attesa è troppa, per cui inizio ad incamminarmi verso il parco in periferia. Il cielo è limpido, fa caldo, l’erba è verde e le margherite tutte belle fiorite. E su una panchina ci sono due ragazzi che si scambiano dolci coccole e teneri baci. Staccando le loro labbra, il ragazzo guarda il mio volto. Non può essere. E’ un incubo. Il mio cuore, lo sento cadere, cedere, morire. Morire come me in questo istante. I miei occhi stanno per scatenare uno tsunami, e il mio cuore…Lui ha subito un terremoto troppo forte da far crollare tutto. Le lacrime scendono e sento le mie gambe cedere e tremare. Ma devo andare via, scappare di qui, da questa scena horror.
 
*fine flashback*
“C-Cait t-ti senti bene?” E’ così spaventata, chissà cos’avrò detto ripensando a tutto l’accaduto.
“N-no. I-io devo andare.” Mi alzo velocemente dallo sgabello e corro fuori portando le mani agli occhi per fermare le lacrime che iniziano a scorrere velocemente. La bella giornata si è trasformata in una brutta, bruttissima giornata da segnare sul calendario dei giorni andati male. Apro la porta furiosa e dopo averla sbattuta salgo in camera mia buttandomi sul letto con la faccia affondata nel cuscino, lasciando uscire i miei lamenti strazianti.
Perché? Perché a me? Cos’ho fatto di male? Presa dal dolore, dalla voglia di lasciare il passato alle spalle, cado addormentata.
***
“Cait, sei qui?” Battendo più volte le ciglia cercando di mettere a fuoco la mia visuale, mi ritrovo una bella ragazza davanti ai miei occhi. E’ Jade.
“Che ci fai qui Jade?” Prima che finisca la frase uno sbadiglio copre le ultime lettere del suo nome facendole uscire una piccola risatina.
“Sono venuta a riportarti lo skate, l’avevi lasciato in caffetteria”. Cavolo, è vero. Ero così presa da quella storia che il mio cervello è andato in modalità offline. Facendo spallucce inclino la mia testa di lato e osservando meglio intravedo l’orologio sul comodino: 8 p.m.
“Merda. Ho dormito fino ad ora senza mai svegliarmi!” Perlomeno ho recuperato le ore di sonno di tutti quelle notti senza chiudere occhio.
La faccia di Jade è un misto tra stupita, divertita, senza spiegazioni, spaventata.
“Tu, Caitlin Beadles, sei una ragazza unica e inimitabile. Ora prendi questo e indossalo, fra un’ora ci divertiamo.” Nemmeno il tempo di finire la sua frase che mi getta in testa un vestitino davvero molto bello.
E’ bianco e di pizzo nella parte copra, fin sotto il seno; poi scivola morbido il sotto del vestito, in seta e nero. E’ davvero meraviglioso, così delicato ma allo stesso tempo aggressivo e sexy. Mi ci vorrebbe proprio una bella serata passata con la mia migliore amica, in una bella villa con della musica e bei ragazzi. Devo distrarmi da quel pensiero fisso, da lui. Devo cominciare una nuova vita, Caitlin Beadles deve rinascere, più forte che mai. E se stavolta l’amore entrerà in me, io lotterò.
Alzandomi frettolosamente dal letto vado in bagno per indossare quel meraviglioso abito, leggero e meravigliosamente stupendo. Prima di sentire il giudizio di Jade mi osservo attentamente nel lungo specchio che mi riflette. Non è fatto per me, io sono stata creata per indossare pantaloni, non so nemmeno indossarli i vestiti. Un continuo bussare alla porta del bagno mi fa risvegliare dai mille pensieri girovaganti per la mia testa.
“Andiamo Cait, tra poco inizia la festa!” Quasi spazientita mi invoglia ad uscire.
“Devo proprio venire?” Dico io guardandomi ancora allo specchio, confusa e indecisa.
“Si devi. Andiamo apri, so che ti stai specchiando, sei bellissima in ogni momento.” Mi dirigo verso la porta di legno bianco e afferrando la maniglia color oro la apro e lascio che Jade entri. Nel vedermi, la sua bocca diventa a forma di ‘o’.
“Oh porca puttana Cait, sei uno splendore!” E’ sempre un po’ sfacciata, ha sempre questo modo di parlare così…Suo. Ma è sincera, ed è questo che conta. Mi fa segno di girare su me stessa, alzando il suo braccio e facendo roteare il suo polso. Così faccio. Mi fermo di nuovo davanti a quello specchio e lei, poggiando le sue delicate mani sulle mie spalle mi sussurra: “guardati, ce la farai. Basta che ti diverti e non ci pensi. Sei una guerriera, non puoi farti battere dall’amore”. Girandomi verso di lei, le sorrido sinceramente in segno di ringraziamento, stringendola poi tra le mie braccia. Prende la mia mano trascinandomi per le scale, ma dopo aver notato che ogni due scalini faccio una storta, rallenta il passo. Sono una ragazza semplice, che indossa sempre pantaloni e scarpe da ginnastica, non vestitini graziosi e tacchi vertiginosi. Afferrando la maniglia del portone, il mio cuore fa un balzo quando quella porta si apre e da dietro esce mio fratello.
“Santo Dio Chris, mi hai fatto prendere un colpo!”
“Scusa Cait. Sono venuto per dirti che..Un momento, dove stai andando?”
“Io? Uhm…”
Jade prende il comando, parandomi le spalle come sempre.
“Stiamo andando ad una festa.”
“Oh, ciao Jade, non ti avevo notata.” Dice lui squadrandola da capo a piedi. Jade è innamorata di mio fratello da un bel po’, ma lui non sembra accorgersene.
“In realtà non mi noti mai…” La ragazza abbassa il capo per qualche secondo, alzandolo poi di nuovo sfoggiando un meraviglioso sorriso da guerriera, ma falso.
“Beh, divertitevi, io resterò qui”.
 
***
E’ una festa pazzesca, non conosco quasi nessuno e non credo che a questi drogati di ballo interessi chiacchierare con qualcuno. Perlomeno mi sto gustando la bella musica presente in questa casa, enorme casa.
“Hey, ciao.” Un bel ragazzo moro con gli occhi azzurri fa uscire queste parole in modo sexy, accompagnandole con un sorriso.
“Hey.”
“Piacere, sono Austin” I suoi occhi azzurri brillano anche al buio.
“Piacere mio, sono Caitlin, ma puoi chiamarmi Cait”
“Cait, bel nome! Allora, ti va se prendo qualcosa da bere e torno qui per fare due chiacchiere con te?” E’ la prima persona che questa sera si interessa a me. Ed inoltre è un ragazzo, perlopiù carino e dolce all’apparenza.
“Mi sembra una bellissima idea.”
“Perfetto, torno subito”. Allontanandosi sorridente, mi lascia qui seduta su questa poltroncina azzurra a pensare. Pensare che oltre ad essere un bellissimo ragazzo, sembra simpatico e gentile. Uno di quei ragazzi rari da trovare. Rari come le edizioni speciali delle Vans, quelle che si trovano solo in determinati negozi in un preciso periodo. Per sgranchire un po’ le gambe mi alzo, andando alla ricerca di Austin, pensando che magari avesse bisogno di una mano. Entro nella mischia di ballerini sudati e puzzolenti di alcool, giungendo alla fine sana e salva…O quasi.
“Ahi cazzo!” Devo dire di essere stata molto esplicita in questo momento, ma dopo aver visto che il tacco destro è andato e il ragazzo che era vicino a me ha scontrato la sua testa con la mia, è il minimo che potessi dire.
“Stai attenta, guarda cosa fai!” Tono aggressivo, iniziamo male.
“Scusami, scusami tanto, ma-“
“Scusami un corno, guarda a dove metti i piedi ragazzina”. Voltandosi dall’altro lato, fa sfoggiare le sue belle scarpe oro.
“Come scusa? Prima cosa, ragazzina lo dici a qualcun’altra e seconda cosa, si è rotto il tacco e credo che oltre a quello mi stia rompendo anche i coglioni a parlarti.” Beh in realtà anch’io sono esplicita in certi momenti. Il ragazzo dalle scarpe oro si gira verso di me, facendomi notare i suoi occhi accattivanti e pieni di rabbia. La paura prende il sopravvento su di me; inizio a tremare e il mio cuore batte così forte da poter sentire le vibrazioni nel collo.
“Come scusa?” La sua voce roca esce in tono molto basso, ma riesco a sentirlo per il suo timbro profondo e sexy.
“Mi hai sentita bene, razza di idiota.” Fottuta demente. Continuo ad insultarlo quando la paura si sta impossessando di me sempre più, quasi da togliermi il respiro. Il ragazzo infuriato si avvicina a me con sguardo spaventoso, che di colpo diventa preoccupato così tanto da far fermare il passo del ragazzo, lasciandolo scandalizzato su un qualcosa.
“O-oddio. T-tu stai sanguinando.” Il ragazzo spaventato indica il mio piede vicino alla scarpa rotta. Abbasso lo sguardo e noto il mio piede sanguinante, con tagli fatti da pezzi di vetro. Ecco cos’era il dolore che sentivo prima, pensavo che fosse il suo sguardo a trafiggermi. Con uno scatto veloce mi prende a mo’ di principessa e mi porta fuori. Il giardino è davvero magnifico, tutto verde con una fontana bianca al centro, molto grande e graziosa. Mi poggia al suo bordo e sfilando un fazzoletto di cotone dai suoi pantaloni, lo mette nell’acqua tenendolo in mano e successivamente lo poggia sulle mie ferite. Fa abbastanza male, ma non voglio farglielo capire, in fondo è stato gentile a soccorrermi. Ancora non ho visto il suo volto, ho solo notato il suo perfetto ciuffo color grano all’insù. Sento alberi muoversi, sassolini sbattere contro altri sassolini. Mi rannicchio spaventata.
“Bro’, che ci fai qui con…Lei!” E’ Christian!
“Christian! Che ci fai qui con una ragazza? Bro’..?! Quindi tu sei-“ Si è lui. Non può essere. Questa doveva essere una di quelle sere che dovevano distrarmi da lui, non farmelo piombare davanti.
  
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