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Autore: Rexam    22/06/2013    2 recensioni
Sette persone, frequentanti un forum di appassionati di gialli, decidono di incontrarsi per conoscersi di persona in una villa che non ha nulla da invidiare ad alcune descrizioni di sherlockiana memoria. Qualcosa di inaspettato e incredibile li attende. Chi si nasconde dietro al nickname di "Re del Mistero"? Quali segreti nascondono queste sette persone? E chi è che sta tentando di ucciderle tutte?
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Milene Depalma osservava il Dottor Silvestri con sconcerto. Le sembrava incredibile di trovarsi in una situazione a lei così familiare per i tanti gialli letti in passato.
«Andiamo con ordine allora», disse Silvestri, «innanzi tutto, cosa ha fatto a saltare la corrente? Maddalena, lei è andata a controllare. Ci dica, si trovava in piedi quando si sono spente le luci vero?»
«Si, signore», rispose lei prontamente, «ero vicino al tavolo, come ricorda. Eravamo tutti in questa stanza. Quando si sono spente le luci le ho detto che sarei andata a controllare. Il generatore si trova in cantina vicino alla toilette, per arrivarci bisogna attraversare la porta che si trova sotto le scale che conducono al piano di sopra. A quanto pare era stato manomesso per far si che si spegnesse proprio in quel momento.»
«Questo ci porta a pensare che tutto questo fosse stato programmato.»
Silvestri fece un attimo di pausa.
«Professore, lei si è assentato per qualche minuto prima di venire a cena in Sala da Pranzo per andare alla toilette. Avrebbe avuto il tempo di manomettere il generatore e tornare da noi come se niente fosse. Inoltre lei è stato l’ultimo ad arrivare qui, il suo ritardo potrebbe essere stato solo una scusa per avere il tempo di piazzare, per esempio, delle bombe sotto le nostre auto e precluderci così ogni via di fuga.»
«Ci vada piano con le accuse!!», rispose Biancardi, adirato, «io ero seduto vicino alla signorina Depalma e a Delio. Dal mio posto come avrei fatto a mirare alla signorina Irene in quel buio? Per ucciderla mi sarei dovuto alzare, sarei dovuto arrivare vicino Irene e colpirla. Ma in quel caso il colpo sarebbe arrivato da dietro, mentre, come lei ha precisato, la signorina presenta un colpo di pistola sulla fronte. Il più sospetto non sono io, sono quel ragazzo laggiù e il signor Torre, secondo me, che erano seduti vicino la vittima», disse indicando anche Delio.
«Ma tutti abbiamo sentito rumore di sedie, quando si è spenta la luce. Io, non lo nasconderò: mi sono alzato improvvisamente. Mi capita di cercare di prendere in mano le situazioni quando c’è qualcosa che non va.»
«Lo abbiamo notato, dottore», disse Milene ironica.
«Ma non l’ho uccisa io. Mi sono seduto subito dopo che Maddalena ha detto di voler andare a controllare il generatore.»
«Per quanto mi riguarda», iniziò Torre, «sono rimasto seduto tutto il tempo. Io e la signorina Irene eravamo arrivati insieme alla villa. Ci eravamo incontrati sul treno, ricordate? Nessuno di noi due avrebbe potuto piazzare le bombe sotto le auto.»
«Chissà, magari c’è sotto un qualche trucco», intervenne Delio, convinto, «ognuno di noi sappiamo che è andato in bagno almeno una volta da solo, quindi ognuno di noi avrebbe potuto manomettere il generatore. Ma piazzare una bomba sotto un’auto non è cosa da poco.»
«Infatti», disse Biancardi, «ricapitoliamo un istante. Se ho ben capito, l’ordine in cui siamo arrivati alla villa è Delio, Silvestri, Depalma,  Torre e Irene, e infine io. Lei Silvestri sarebbe potuto arrivare con una bella bomba già pronta ad esplodere nella sua auto. So che è una follia viaggiare su un’auto con un ordigno del genere, ma per quanto ne sappiamo, lei potrebbe benissimo essere un pazzo, o, che so, un serial killer.»
Silvestri fece un’impercettibile smorfia contrariata.
«Io non avrei mai potuto mettere delle bombe in auto che ancora non c’erano, quindi ho un alibi», disse Delio.
«Lei non è mai più uscito dalla villa?»
«Certo che no, perché avrei dovuto?»
«Beh, magari quando ci ha detto di andare alla toilette invece è uscito fuori, ha sistemato le bombe, poi ha manomesso il generatore ed infine è tornato.»
«Questo vale per tutti allora.»
«In realtà», intervenne Maddalena, «io stavo preparando la Sala da Pranzo. E avevo la porta aperta. E’ vero che mi sono assentata un paio di volte per andare in cucina, ma se fosse passato qualcuno l’avrei visto.»
«Capisco…», disse Silvestri.

Ore 19:27. In Sala Lettura ognuno era immerso nei propri pensieri.
«Credo che non faccia bene a nessuno di noi continuare a rimuginare su questi pensieri. Credo che mi ritirerò nella mia camera», disse Milene, «sono piuttosto stanca.»
«Allora mi unirò a lei», disse Silvestri, «consiglio a tutti di chiudere a chiave la porta della propria camera e di non aprire per nessun motivo.»
I presenti annuirono. La signorina Depalma e il dottore uscirono dalla sala lettura. Una volta rimasti soli, gli altri non riuscirono a spiccicare parola. Erano come imbarazzati gli uni di fronte agli altri, sospettandosi a vicenda.
«Volete che prepari del tè, magari?», propose Maddalena, titubante.
«Si, credo che ci farebbe bene», rispose il professore a nome di tutti.
«Aspetti, vengo a darle una mano», disse Torre.
I due si spostarono verso la cucina.
«Che brutta storia, non è vero?», stava commentando Torre.
«Già… non riesco a credere che qualcuno possa fare una cosa del genere… e per quale motivo poi?»
«Eh chi lo sa, Maddalena, chi lo sa… l’animo umano è formato da tantissime emozioni. Finché si tratta di amore o amicizia non c’è nessun problema, ma se per qualche scherzo del destino si trasformano in rabbia o gelosia ecco che lì nasce il desiderio di fare del male. E’ una cosa che ho imparato col tempo.»
«Credo che abbia ragione, ma compiere un omicidio è comunque un gesto imperdonabile. Povera signorina Irene…»
Quando l’acqua fu abbastanza calda, Maddalena la tirò via dal bollitore e la versò il diverse tazzine aggiungendo ad essa zucchero e un’infusione di tè. Infine i due tornarono nella Sala Lettura. L’atmosfera era ancora tesa. Ruben aveva iniziato a tormentarsi le mani come Biancardi.
«Secondo voi “Re del Mistero” è veramente uno di noi?», disse Biancardi all’improvviso, rompendo il silenzio.
«Non lo so… potrebbe anche essere…», rispose Delio, «io l’ho sempre trovato il più strano di tutti sul Forum. È stato l’ultimo ad iscriversi giusto? Ha iniziato a postare una serie di rompicapi ed enigmi da risolvere accompagnati sempre da frasi enigmatiche… credevo che stesse cercando di calarsi in un qualche ruolo, ma a quanto pare potrebbe davvero essere uno psicopatico fuori di testa.»
«Ma perché Irene?! Perché l’avrebbe uccisa?»
«Bisognerebbe rivedere le conversazioni che hanno avuto on line per cercare qualche indizio, ma dal momento che qui non c’è campo per i telefoni cellulari, dubito che ci sia rete», disse Torre.
«Già… proprio non capisco…».

Ore 21:00. Il gruppo nella Sala Lettura si sciolse, e tutti andarono nella propria camera. Maddalena aveva una stanza a piano terra. Disse che se gli ospiti avessero avuto bisogno di lei durante la notte era stato predisposto un interruttore collegato ad un campanello in tutte le stanze. Sarebbe bastato suonarlo e Maddalena sarebbe accorsa.

Ore 1:19. Le stelle illuminavano il secondo piano della villa con una macabra luce biancastra. Re del Mistero era sul pianerottolo, perfettamente compiaciuto. In mano stringeva una ben nota rivoltella.


L'Angolo dell'Autore

Mi scuso per la lunga assenza, ma sono stato parecchio impegnato in questo periodo e non è stato facile concentrarsi per scrivere un altro capitolo, ma sembra che ce l'abbia fatta. Dalla prossima settimana dovrei tornare a pubblicare regolarmente i capitoli. Ringrazio tutti voi lettori per la pazienza che avete nell'aspettare le pubblicazioni e grazie anche per tutti i commenti che pubblicate. Come potete vedere, questo è un capitolo "di transizione", i personaggi fanno il punto della situazione, mentre un misterioso figuro si prepara nuovamente a colpire. La domanda sorge spontanea: chi è Re del Mistero?
  
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