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Autore: Vale Write    22/06/2013    1 recensioni
Non avevo mai sudato così tanto come quella notte.
Avevo il cuore che scoppiava, mentre il mio corpo si dimenava nelle lenzuola agitato.
Le urla causate dal pianto, non mi facevano svegliare.
Ero in trappola.
Genere: Horror, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un dolore soffocante mi stava lacerando lo stomaco.
Dovetti piegarmi sulle ginocchia per non cadere a terra.
Non riuscivo a respirare, mi sentivo tagliata in due.
Da lì a poco sarei morta, o almeno era quello che credevo.
Cercai di respirare profondamente, quando capii che era proprio l'ossigino a mancarmi.
Ecco cosa mi mancava: lui.
Lui che era il mio ossigeno.
Ero sola e senza una parte di me.
Aprii gli occhi, cercando di farmi forza.
Dove mi trovavo?

Tutto intorno a me era buio, vuoto, grigio e sporco.
Mi domandavo come fosse potuto accadere, come facessi a trovarmi in questa casa e sprattutto come aveva potuto, lui, abbandormi qui.
Noi che eravamo una cosa sola.
Noi che avevamo già organizzato il nostro futuro.
Noi che eravamo l'esempio per tutte quelle persone che non credevano nell'amore eterno. Le stavamo deludendo.
Che cosa ci era successo?
Piangevo.
Continuavo a piangere, perché il dolore era troppo grande.
Imporvvisamente, mi catapultai in un altro luogo e vidi lui.
Mi guardava negli occhi con rabbia, tanta rabbia.
"Mi sono stufato, non c'è niente tra di noi! Non ti amo più e forse non ti ho mai amato!"
Urlava e quelle urla mi perforavano il cuore.
Riconobbi quella stanza, era camera sua.
Si sedette sul divano e iniziò a guardare la tv come se nulla fosse.
Ora ero io quella che urlava, quella che si dimenava e che piangeva. 
Non mi vedeva più.
Gli parlavo, ma non mi ascoltava, urlavo, ma non mi sentiva.
Poi l'immagine si spostò di nuovo, in quella casa buia e sconosciuta.
Ero di nuovo sola.
Corsi fuori dall'abitazione e mi trovai davanti ad un giardino.
C'erano sedie sparse ovunque, tavoli rotti, erbacce e piante morte.
Cercai nella mia piccola borsa un cellulare, avevo bisogno di sentire la voce di qualcuno e decidi di chiamami mia madre.
Rispose, ma la linea era disturbata da un rumore assordante.
In sottofondo si sentivano urla e risate di divertimento.
"Pronto? Pronto? Mamma mi senti?" cercavo di urlare, mentre il pianto mi strozzava la voce.
"Eh? No, non ti sento! Ti richiamo dopo dai, ciao!"
Nemmeno mia madre mi voleva più. 
Ero sola, mi avevano abbandonata tutti.
Camminai e mi allontanai da quella cupa casa.
Iniziai a correre, avevo paura. 
Senza rendermene conto attraversai un bosco dall'aspetto tenebroso.
Un vento gelido mi graffiava la pelle, gli occhi mi bruciavano e le gambe erano pesanti.
"Eccola.." sussurrai appena intravidi la mia casa.
Suonai il campanello e dopo svariati minuti di attesa, mia nonna mi raggiunse.
"Ciao, allora? Ti sei divertita?" mi chiese sorridente.
L'abbracciai in lacrime e con un filo di voce dissi "Lui mi ha lasciata.."
Sentii pervadermi dal dolore.
Il mio cuore era sempre più debole.
L'immagine di mia nonna svanì come nel nulla ed io decisi di usare le ultime forze, per raggiungere la mia stanza.
Mi sdraiai sul letto esausta e chiusi gli occhi.
Una melodia dolce iniziò a cullarmi, quando un tonfo mi fece sobbalzare dal letto.
Mi portai una mano al cuore per lo spavento e mi accorsi che stavo perdendo sangue.
"Sto per morire.." sorrisi, all'idea di poter raggiungere presto il paradiso.
Poi la porta si aprii ed io rimasi con lo sguardo fisso su di essa, finché non lo vidi entrare.
"Allora sei venuto! Ti manco almeno un po', vero?" andai verso di lui e l'abbracciai forte.
Non parlava, non gesticolava.. niente.
Non dava nessun segno di vita.
Gli accarezzai una guancia e lo baciai senza pensarci due volte.
Le lacrime mi bagnavano il volto, quando lui, finalmente, mi strinse a sé tanto forte, da farmi male.
Poi si staccò di colpo.
"Perché non dici niente?" piansi.
"Non c'è nulla da dire.." rispose.
Mi sedetti sul letto sfinita e incredula di ciò che mi stava capitando.
Lui si avvicinò, mi baciò e incominciammo a fare l'amore. 
Mi addormentai fra le sue braccia e il suo petto bagnato dalle mie lacrime.
Quando mi svegliai non c'era più e il dolore iniziò a pervadermi di nuovo.
Sul comodino trovai un biglietto: "Lo sai anche tu che non possiamo andare avanti così, è stato bello oggi, ma è stata davvero l'ultima volta. Addio."
Scesi le scale di corsa, per vedere se fosse ancora da qualche parte, ma quando arrivai al pianoterra mi trovai spaesata. 
Non era più la mia casa, era tutto buio e si vedeva a malapena ciò che mi circondava.
Un mio urlò spezzò il silenzio creatosi e di scatto mi svegliai.
Fu orribile.
  
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