Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Yomi22    22/06/2013    1 recensioni
Un semplice oneshot incentrata su alcuni pensieri di Annie
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Leonhardt
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Guerriero


Alzarsi ogni mattina pensando che forse sarebbe stata l'ultima non aiutava la sua già scarsa voglia di vivere, ma c'era di peggio: c'era la colazione alla mensa comune, un ottimo modo per farsi degli amici. Peccato che lei non potesse. Era una guerriera, non poteva permettersi distrazioni.
Né sarebbe stata capace di farseli, gli amici, visto il suo comportamento freddo e antisociale. Da bambina non era stata così, anzi, era sempre stata piuttosto socievole finché non era iniziato l'allenamento con suo padre. Da quel momento, tutto era diventato estraneo, nemico.
Lei era diventata, forse, il vero nemico. Si sentiva un mostro.
Non voleva, ma doveva esserlo per il bene comune. Era stata addestrata per questo, e avebbe assolto la sua missione.
Alla mensa tutti i ragazzi sembravano amici, tutti a ridere e scherzare, senza pensare che da un momento all'altro sarebbe potuto accadere il peggio. I Titani avrebbero potuto attaccare in ogni momento, e loro lì a ridere come degli sciocchi.
Non c'era niente da ridere, in quel mondo di terrore e distruzione.
Ovunque ci si girasse, c'era qualcuno che aveva perso i propri cari, la propria casa, la propria vita. In un mondo così pieno di crudeltà, non c'era spazio per il divertimento.
Ormai l'aveva capito.
Non conosceva neanche più il suo corpo, da anni ormai. Questa era la cosa che faceva più male.
Lei non era più solo una ragazza. Era un mostro, dentro e fuori.
Un mostro creato per un solo, unico obiettivo: sconfiggere il nemico.
I mostri non possono provare pietà, gioia, dolore.. solo senso del dovere.
Per questo Annie Leonhardt viveva: per il dovere.
Aveva tentato un approccio, qualche volta, spinta dalla più intima emozione umana che ancora le rimaneva, ma presto si era accorta che provare qualcosa di più che indifferenza poteva causare ancor più mali di quanti non erano già stati causati in passato.
Non c'era spazio per la sofferenza, nel suo cuore. Portare avanti qualcosa di simile ad un'amicizia avrebbe costretto Annie a creare un buco per far spazio all'angoscia.
Un guerriero non conosceva angoscia.
Durante i primi allenamenti, era riuscita ad evitare di parlare con gli altri, ma poi era arrivato quell'Eren Jaeger che, assieme a Reiner, aveva deciso di sfidarla. In ben che non si dica erano finiti a gambe all'aria e questo l'aveva divertita.
L'inizio del declino.
In un solo minuto, era riuscita a ditruggere tutto ciò che aveva tentato di costruire per anni. Aveva perso.
Il tentativo di chiudere quella crepa tanto profonda c'era stato, ma era stato vano. Aveva iniziato invece ad allargarsi sempre di più. Più aiutava i suoi compagni, più quella voragine cresceva.
Cresceva e cresceva, finché non ruppe tutto definitivamente.

Cercò di staccarsi da quelle persone cui ormai voleva addirittura bene, con un disperato, ultimo tentativo. Mentre i più coraggiosi avevano scelto la squadra di ricognizione, lei si era tenuta alla larga dal gruppo, scegliendo la più sicura polizia militare.
Lì aveva incontrato un ragazzo che desiderava soltanto proteggere la gente e fare il giusto. Lo ammirava. Ammirava le persone in grado di scegliere ciò che è giusto fare senza pensare a loro stessi. Persone coraggiose che seguono il cuore, per quanto stupido. Che vogliono salvare l'umanità.
Non come lei, che ha scelto la polizia per stare al sicuro. Che l'ha fatto per tornaconto personale. Che ha fatto come le veniva più comodo.
Lei lo aveva fatto così da non dover vedere i suoi compagni morire. Per non provare niente. Così da potersi proteggere. Non poteva morire per mano dei Titani. Lei aveva una missione.
Eppure, aveva fallito. Non aveva ucciso un obiettivo ed era stata scoperta. Si era fatta scoprire come una sciocca. Aveva messo la vita di un compagno al primo posto, preferendola al dovere.
E con quello stupido, piccolo errore, si era giocata la vita.
Non poteva morire, però. L'aveva promesso a suo padre e non avrebbe deluso un'altra persona a lei così imporante.
Non sarebbe morta ora. Avrebbe combattuto, per sempre. Perché Annie Leonhardt era un guerriero.

  
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