Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Segui la storia  |       
Autore: IlariaJH    22/06/2013    7 recensioni
Appena tirata su, la colazione perde tutta la sua importanza. Non sento più l’odore di brioches e caffè. Non presto nemmeno attenzione al mio stomaco che continua a brontolare dalla fame. Sono seduta davanti all’attore per cui ho una cotta da quando avevo sedici anni. Sono seduta davanti a Josh Hutcherson.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: PWP
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Iris.

And you can’t fight the tears that ain’t coming,
Or the moment of truth in your lies.
When everything feels like the movies,
Yeah you bleed just to know you’re alive.
Goo goo dolls – Iris.

 
 
 

Non mi preoccupo di alzarmi e tornare nella roulotte.
Non mi preoccupo che qualcuno possa uscire e vedermi seduta a terra a piangere.
Non mi preoccupo del freddo.
Non mi preoccupo nemmeno del fatto che Josh si è portato via Cochise.
Lascio semplicemente che i sensi di colpa mi invadano e le lacrime continuino a uscire. In fondo è questo che mi merito. Mi avevano detto che a giocare con il fuoco prima o poi ci si brucia.
Non provo a giustificare le mie azioni, anche se il mio cervello continua a propinarmi scuse su scuse. Rimango ferma a stringermi nella felpa che ha ancora l’odore di Alex e che non fa altro che aumentare i miei sensi di colpa. Il mio sguardo continua a fissare il punto in cui fino a non so quanto tempo prima c’era la macchina che ha portato via Josh.
Quanto tempo sarà passato? Minuti? Ore? Per quanto sono stata seduta qui a piangere?
Non che mi interessi più di tanto.
Chiudo gli occhi mentre finalmente le lacrime smettono di scendere.
Sento gli occhi bruciare, credo sia per il freddo che per il pianto. Li strofino con la manica della felpa. In questo momento non mi importa che dovrò restituirla, dal momento che ho appena deciso che Alex ha chiuso con me.
Non voglio più vederlo. E’ vero che tutta questa situazione me la sono andata a cercare io, ma penso che, se solo provasse ad avvicinarsi un’altra volta, probabilmente si prenderebbe un ceffone. E sarei io a tirarglielo.
Mi alzo lentamente, appoggiandomi con la schiena alla parete della roulotte più vicina. Solo in quel momento mi accorgo di non essere sola.
«A meno che tu non ti stia esercitando per girare, cosa che non mi risulta dal momento che la sceneggiatura non prevede scene di questo tipo, quelle sono lacrime.»
Robin è davanti a me, col suo sorriso amichevole di sempre stampato in faccia.
Vederlo qui riesce quasi a sollevarmi il morale. Quasi.
Non rispondo alla sua affermazione. Non credo abbia bisogno di una risposta. Se ci pensa bene, credo che anche lui possa capire cosa è appena successo.
E lo fa. Lo capisce. Nei suoi occhi si accende la stessa luce che si accendeva quando capiva la traduzione dall’italiano all’inglese di una frase, lamentandosi poi del livello troppo basso di difficoltà.
Mi porge la mano, che io afferro immediatamente, alla ricerca di un porto sicuro tra tutte queste macerie e sensi di colpa che mi invadono.
«Ti va di venire da me?» mi sorride, incoraggiante. «Ti offro una tazza di tè, o un caffè, o…»
«Il tè andrà bene. Grazie.»
Mi prende sotto braccio, tenendomi stretta la mano. Così, mi sento più sicura.
La sua roulotte è esattamente di fronte a quella mia e di Josh. Ci preoccupavamo sempre che le tende fossero ben tirate, perché non credo che a Robin sarebbe interessato più di tanto quello che succedeva dall’altro lato della strada.
Al pensiero, sento una fitta alla testa e gli occhi tornano a bruciarmi.
Mi accomodo su una poltrona, mentre aspetto il tè. Rimango in silenzio. Se lui ha capito quello che è successo, non c’è bisogno che io gliene parli. Non voglio che pensi male di me, anche se forse lo sta già facendo, in cuor suo. Eppure non penso che mi avrebbe invitata qui se pensasse male di me. Sono sempre stata convinta, anche prima di conoscerlo, che Robin sia una di quelle persone talmente buone che vogliono solo che la gente attorno a loro sia felice, senza avere interesse di sapere quello che hanno combinato per non esserlo.
«Forse domani mattina dovresti chiamarlo.»
Mi raggiunge, con in mano due tazze fumanti. E le mie convinzioni vengono confermate. Non gli interessa sapere cosa ho combinato, vuole solo che le cose si risolvano per vedermi ancora una volta felice. Felice come mi sentivo quando l’ho conosciuto.
«Forse, sta volta, l’ho combinata un po’ troppo grossa per una chiamata.»
Non era il problema della felpa. Josh ha capito benissimo che ho cominciato a provare qualcosa per Alex. Ma è normale? E’ normale amare una persona alla follia ed essere attratti da un’altra?
Robin sorride. Il sorriso di chi ne ha viste e fatte tante nella sua vita, ma che ricorda benissimo com’è essere giovani.
«Io credo che l’attrazione fisica non si possa controllare.» adesso, sono sicura che abbia capito tutto. «E che sì, forse avresti dovuto capire un po’ prima quali erano i tuoi sentimenti, ma sei ancora in tempo per non fare danni e rimettere a posto tutto, se lo vuoi.»
«Lui…» mi tornano in mente le parole di Josh. «Lui ha detto che me la sarei dovuta far passare, o potevo anche evitare di tornare a casa sua.»
Questa sembra la prova che la sua teoria è esatta.
«Visto? Avevo ragione.»
Abbasso la testa, fissando la mia tazza che ancora fuma. E se…
«Ma c’è qualcosa che ti turba, vero?» la voce di Robin è piena di comprensione.
Mi sembra strano parlare così con la persona che ho sempre desiderato diventasse mio nonno. Rende tutto molto più vero.
«E se non riuscissi a farmela passare? Questa… attrazione. Se non passasse?»
La mia domanda deve essere molto divertente, perché Robin scoppia a ridere, lasciandomi un po’ confusa.
«Domani è l’ultimo giorno di riprese, Ilaria. Probabilmente, non vedrai più Alex fino al giorno della premiere. Se è solo attrazione passerà.» ma, dopo avermi guardato in faccia un po’ più a lungo, il suo sorriso scompare. Credo si legga bene quell’ “E se non fosse solo attrazione? Se ci fosse qualcosa di più?” «Sono sicuro, al cento per cento, che tu sappia cosa fare. Devi solo ricordarti cos’è più importante per te.»
 
Tutti sono un po’ tristi, e i loro sorrisi non raggiungono mai completamente gli occhi.
L’ultimo giorno di riprese sembra essere quasi un funerale.
Perfino Brad, che trova sempre qualunque scusa per sgridarmi, oggi è silenzioso. Tutte queste persone, ne hanno già visti tanti di ultimi giorni. Anche se credo che non importi più di tanto quanti tu ne abbia visti. Rimane sempre una cosa triste dover dire addio a gente con cui sei stato a stretto contatto per più di tre mesi.
Tutti si fanno foto con tutti. Ovunque ci sono telefoni o macchine fotografiche che scattano. Twitter si riempie di foto. Instagram pure.
E, sotto il velo leggero di tristezza, ci sono sorrisi felici per i ricordi che tutti porteremo per sempre con noi.
In fondo, non è un vero addio. Chissà, magari ci incontreremo in un altro film.
Un altro film…
Il pensiero mi riporta al contratto che ho firmato. Se con Josh andasse male, cosa succederebbe? Farebbero firmare il contratto ad un’altra attrice?
Credo che, molto probabilmente, sarei io a rifiutare il lavoro. Un contratto si può sempre distruggere. Ma, ripensando al discorso di ieri sera con Robin, non voglio prendere in considerazione questa idea. Andrà tutto benissimo. A me passerà l’attrazione. Io e Josh torneremo a essere felici come prima. E il suo film sarà un successone.
Sì, andrà sicuramente in questo modo.
Così, mentre la troupe si prepara a girare le ultime due scene, tiro fuori il telefono e cerco in rubrica il numero di Josh.
Non sono completamente sicura di volerlo chiamare. Mi sento ancora tanto in colpa. Ma sento che è la cosa giusta da fare.
Prendo un respiro profondo e avvio la chiamata.
Squillo.
Squillo.
Squillo.
Squillo.
Segreteria telefonica.
Mi prende il panico. Perché non risponde al telefono? Lui ha sempre con se il telefono, perché per qualsiasi motivo di lavoro deve rispondere sempre. E allora perché continua a squillare a vuoto?
Riprovo. Magari è solo in doccia e non sente il telefono.
Squillo.
Squillo.
Squillo.
Squillo.
Segreteria telefonica.
Che non voglia più parlarmi? E’ davvero così tanto arrabbiato con me da lasciar squillare il telefono senza degnarsi di rispondermi, sapendo che sono io?
Riprovo un’altra volta. Niente.
Passo così un quarto d’ora e, ne sono sicura, c’è qualcosa che non va. Nemmeno le docce lunghe di Josh durano più di un quarto d’ora.
Così chiamo Janet. Il telefono non squilla nemmeno una volta.
«Pronto?»
Grazie al cielo. «Janet! Sai dov’è Josh? Non mi risponde al telefono.»
Lei non si lascia scomporre dalla mia preoccupazione. Mi risponde con il suo tono professionale di sempre.
«E’ a pranzo con i produttori.»
Una lampadina si accende. Ero così preoccupata che volesse rompere, che mi sono dimenticata il motivo della sua prematura partenza. Il pranzo con i produttori.
«Ah, già. Grazie.»
«Figurati.»
Chiudo la chiamata e richiamo Josh. Posso comunque lasciare un messaggio alla segreteria.
Risponde la segreteria telefonica di Josh Hutcherson. Se avete bisogno, lasciate un messaggio dopo il bip.
«Ciao Josh, sono Ila.» in quel momento mi rendo conto di non sapere cosa dire.
Devo trovare delle giustificazioni al mio comportamento? Non credo proprio. Devo scusarmi? Forse sì, ma dovrei anche fare un discorso sensato.
Sono quasi tentata di chiudere la chiamata, ma poi farei la figura dell’idiota. Perciò lascio che le parole escano così come vengono. Prive di senso e filo logico.   
 
Nel tardo pomeriggio, finite le ultime riprese, veniamo tutti chiamati sul set.
E’ stato montato uno schermo e un impianto audio davanti a sei file di sedie. Non credevo che lo staff fosse così numeroso. A quanto pare, mi devo ricredere.
Come sempre, sono in ritardo. Cerco tra la folla Robin, che mi aveva detto che avrebbe tenuto un posto libero per me. I miei occhi scrutano tutte le file, alla ricerca della sua testa e, invece, si posano sulla faccia di Alex. Il mio corpo si irrigidisce mentre lui cerca di stabilire un contatto visivo, ma io passo avanti. La sua presenza mi infastidisce. In più, dopo il messaggio che ho lasciato a Josh, sono fermamente intenzionata a girargli alla larga.
La mia attenzione viene attirata da un braccio che si muove e vedo Jaden che, sorridendo, si sbraccia cercando di farmi capire che mi ha tenuto un posto accanto a lui. Mi avvio a passo di marcia e, quando mi siedo, abbraccio forte l’undicenne accanto a me. Anche se sono arrabbiata con Alex e la mia relazione con Josh è decisamente in bilico, non ho nessuna intenzione di farmi rovinare il mio ultimo giorno di riprese.
«Mi mancherai, ragazzino.» gli scompiglio i capelli.
Sto cercando di trattenere le lacrime. E’ davvero finita. Una delle esperienze più belle della mia vita è davvero finita.
«Non piangerai, vero?» mi sorride con il suo solito sorriso allegro, anche se sta volta sembra un po’ malinconico.
«Io? Piangere? Pff, roba da femminucce.»
Mi tende la mano.
«Quanto scommettiamo che piangerai?»
«Io non scommetto con i marmocchi.»
Lui si lascia andare a una piccola risata, che contagia anche me.
«Vuol dire che sai già che perderai.» mi fa la linguaccia.
Gli punto il dito contro, come per rimproverarlo. Anche se il mio tono direbbe tutto il contrario.
«Vuol dire che se non chiudi subito quella bocca ti faccio il solletico!»
Lui si alza in piedi davanti a me e si mette le mani sui fianchi.
«Io non soffro il solletico..!»
«Ah no?»
«No.»
Mi metto a ridere, lo afferro per il braccio e prendo a fargli il solletico. Lui scoppia a ridere e la sua risata riesce a mettermi di buon umore. A cancellare tutti i pensieri che mi stavano buttando giù. Credo che la risata di Jaden sia magica, perché ha un modo tutto suo di renderti felice. Anche quando credi che niente possa farlo.
Faccio sedere l’undicenne sulle mie gambe, e il suo posto viene occupato da Robin che mi sorride.
«Come stai?» è bello saperlo preoccupato per me.
Sono ancora sotto l’effetto della risata di Jaden, perciò non mento quando gli dico che sono felice. Lui annuisce e fa per dire qualcosa, ma la nostra attenzione viene attirata dall’inizio del video.
Appare Brad davanti alla telecamera.
«Come ti senti? Stai per dirigere un altro “Journey”.» gli chiede la giornalista da dietro alla telecamera.
Lui sorride. «Tranquillo, come sempre. Faremo un buon lavoro.»
E il suo sorriso rispecchia proprio la sua tranquillità leggendaria che solo io sono riuscita a trasformare in atteggiamento da donna mestruata.
Poi vengono mandate in sequenza le nostre prime impressioni.
«Siamo qui alle Hawaii. La troupe è meravigliosa, il cast è fantastico e io sto mi sto abbronzando come non ho mai fatto in vita mia!»Robin sorride alla telecamera.
«Sono il più piccolo! E’ fantastico, insomma, mi coccolano tutti.» Jaden ride.
«Sono arrivato da nemmeno due giorni e mi fanno già sgobbare come un matto.» Josh sbuffa e si allontana correndo verso il set.
«Che devo dire? E’ tutto fantastico e… cosa vuoi sapere?» Alex viene inquadrato mentre si stropiccia l’orlo della maglietta.
«Wow! Insomma, wow! Questo è il paradiso!» rido delle mie stesse perle di saggezza.
«Adoro girare senza maglietta!»qualche posto più in là rispetto a dove sono seduta, Dwayne ride fragorosamente di se stesso.
E finalmente, inizia il vero video.
Brad che scappa, inseguito da Cochise che gli corre dietro abbaiando e scodinzolando.
Alex che, preparandosi a girare, corre sul posto, come me dietro che gli faccio l’imitazione.
Josh e Dwayne che fanno la lotta.
Jaden che ride.
Un montaggio di Brad nella prima settimana, tranquillo e serafico. E Brad nell’ultima settimana, che si nasconde dietro il suo assistente intimandomi di tenere lontano da lui il mio cane.
Io che corro verso l’acqua urlando: «Liberaaaaaaaaaaaaaaaaaa!»
Josh che improvvisa un reggaeton.
Io, Robin e Bob che parliamo animatamente della “Foresta magica di Bob”.
Tutta la troupe che si nasconde nella foresta, mentre io mi aggiro sul set desolato mettendomi ad urlare quando mi avvicino troppo alla foresta, per poi vederli uscire tutti assieme e mandarli a stendere.
Brad e Robin seduti atterra tre le telecamere che ridono come bambini.
«Coraggio, so che puoi sorridere!»Robin si avvicina tenendo la telecamera e inquadrandomi mentre gli faccio il broncio. «Sorridi!» io rimango seria. «Questa roba andrà su internet prima o poi e tu non avrai sorriso…» mi alzo e gli spengo la telecamera.
La mia intervista con Alex sulla spiaggia, mentre io parlo di Brad e dei suoi periodi.
Brad che parla al telefono, chiedendo un divieto per la troupe e il cast di portare animali sul set. 
Brad che mi urla dietro di sbrigarmi e il mio solito commento. «Gli sono arrivate.»
Jaden che sbaglia una battuta e si mette a saltellare gridando per tutto il set.
Io che passo dietro a Dwayne mentre lui parla e mi metto a gridare: «Soffro di Dwyne-fobia!» facendo ridere l’omone.
Alcuni della troupe che si fanno gli scherzi con l’acqua mentre allestiscono la scena.
Dwayne che improvvisa la “danza dei pettorali”.
Jaden che si porta in giro per il set Will, il fratellino, che sorride raggiante alla telecamera.
Io che: «Sei un pappamolle, Josh!» e Josh che mi prende e mi butta nella sabbia. Il risultato: dopo rotolamenti nella sabbia, lui mi prende in braccio, mi porta in acqua e mi lascia lì.
Alex e Robin che sotterrano Dwayne sotto una montagna di sabbia.
Dwayne che si porta in giro Jaden sulle spalle.  
Io e Alex che ci prendiamo a pugni, fissando la telecamera seduti su un muretto.
Tutta la troupe davanti alla telecamera che saluta la telecamera gridando:«Ciao Ila!» probabilmente quando io ero tornata a casa per gli esami.
Il compleanno di Josh.
Durante tutto il video non faccio altro che sorridere. I muscoli del viso iniziano a tirare, ma non smetto. Tutto è stato fantastico. Ogni giorno. Ogni momento. Ogni secondo passato con questa gente. Tutto. Trattengo le lacrime per tutto il tempo. Mi ero chiesta un sacco di volte cosa sarebbe successo l’ultimo giorno di riprese e adesso eccomi qui, con Jaden seduto sulle mie gambe e Robin che ride al mio fianco. E mi sento felice. Perché ho accettato di fare il provino. Perché mi sono aperta con tutti. Perché avevo proprio bisogno di tutto questo.
Nelle ultime scene del video, scorrono immagini di tutte le persone che hanno lavorato a questo film mentre sorridono e salutano. Ognuno dice una piccola frase.
«Mi hanno fatto diventare pazzo!»
«E’ stato bello fare il nonno anche sul set.»
«Non ho mai riso così tanto.»
«Credo che ogni film sia un’avventura. Un’avventura tutta da scoprire.»
«Beh, che dire… E’ stato divertente.»
«Voglio tornare alle Hawaii. Qui fa troppo freddo per girare senza maglietta!»
Io dico solo:«Grazie. Soltanto… grazie.»
Poi il video finisce e io scoppio a piangere. Seguono abbracci, saluti, strette di mano e pacche sulla schiena. Jaden è il primo ad abbracciarmi e, quando si stacca, scoppia a piangere anche lui. Robin mi mette un braccio sulle spalle e mi posa un bacio sulla fronte. Poi mi guarda un momento, divertito dalle lacrime. Non riesco a scoccargli un’occhiataccia solo perché quasi mi soffoco con un singhiozzo e allora lui mi abbraccia. Dwayne mi prende in braccio come se davvero fossimo la bambina e il gigante buono. E pensare che ero terrorizzata da lui. Anche Bob mi abbraccia, facendomi promettere di chiamarlo per qualunque cosa. Saluto i miei make-up artist. Perfino Brad si avvicina e fa per stringermi la mano, ma io lo stringo in un abbraccio forte.
«Grazie, Brad. Grazie per aver avuto fiducia in me.»
Lui ride. «Non credo che lo farò un’altra volta se porti ancora quel tuo demonio sul set!»
Scuoto la testa e faccio per ribattere, ma poi noto che Alex si sta avvicinando lentamente e allora, con un scusa, mi allontano ad abbracciare qualcun altro.
Sarò anche felice, ma il pensiero di Josh continua ad essere presente, e non ho nessuna intenzione di parlare con il biondo.
 
Tra tre ore parto. Lascio definitivamente il set. Prenderò l’aereo per Los Angeles e inizierò la mia nuova vita tra il set di qualche film e gli studi alla facoltà di medicina. Perché è questo che voglio fare. Adesso che l’ho capito, non ho nessuna intenzione di cambiare i miei piani. Poco fa ho chiamato Janet per avvisarla, e lei per poco non ha perso il suo solito contegno talmente era felice. Mi chiedo se anche Josh lo sarà…
Il suo ultimatum mi rimbomba ancora nella testa, e io ho deciso cosa fare.
Robin aveva ragione. Devo solo ricordare cosa per me è davvero importante. E Josh lo è. E’ la cosa più importante che ho.
Mentre preparo la valigia e mi assicuro di non aver lasciato niente nella roulotte, appesa all’attaccapanni dove l’avevo lasciata questa mattina, vedo la felpa di Alex. La prendo e la guardo con diffidenza. Prima o poi la dovrò restituire, perciò…
Esco al freddo e mi avvio a passo di marcia verso la sua roulotte. Il piano è semplice: bussare, dargli la maglietta e tornarmene al calduccio a finire di preparare le valige. Nessuna parola. Nessun sorriso. E’ così che ho deciso di chiudere la nostra amicizia. Anche se, ormai, non era più amicizia per nessuno dei due.
Busso forte ma nessuno mi apre. Così busso un’altra volta, giurando a me stessa che, se non mi apre, lascio la felpa a terra e me ne vado.
Poi la porta si apre e la sua testa sbuca da dietro. Allungo l’indumento senza guardare il ragazzo negli occhi.
«Ti ho riportato…»
«Scusa, puoi aspettare un momento.» lui apre un po’ più la porta, come a volermi invitare ad entrare. «Sono appena uscito dalla doccia. Entra. Mi infilo qualcosa e arrivo.»
Sbuffo. Vorrei quasi aspettarlo fuori, ma il caldo che asce dalla roulotte è troppo invitante. Così entro. Lui si allontana e noto che indossa solo un asciugamano stretto in vita. Si chiude in quella che credo sia una camera, e io mi siedo sul divano, aspettando. Una voce nella mia testa mi dice che non dovrei assolutamente essere qui, ma la chiudo in un angolo. Alex ha capito benissimo che non ho intenzione di fermarmi.
«Vuoi un caffè?»
Il biondo esce dalla camera con indosso una tuta e infilandosi una maglia a maniche corte con un profondo scollo a V che lascia intravedere i muscoli.
Sento improvvisamente troppo caldo.
«No, grazie. Sono soltanto venuta a…»
«Perché non ti levi il giubbotto?»
«Io… No. Sono solo venuta a portarti la felpa.» dico con decisione. Devo uscire da questa roulotte. «Devo andare a finire di fare i bagagli.»
Lui sembra dispiaciuto. «Ce l’hai con me, vero?»
La decisione con cui pronuncia la domanda mi lascia un po’ scombussolata. Ma lui è stato diretto, perciò decido di esserlo anche io. Dopotutto, gli devo una spiegazione.
«Sì.»
«Perché?»
«Io e Josh abbiamo litigato. Lui era geloso e io passavo troppo tempo con te. Indossare la tua felpa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e adesso se questa fissa stupida per te non mi passa, il ragazzo che amo mi lascerà. Quindi, se non ti dispiace, me ne vado.»
Mi alzo e raggiungo la porta, ma lui mi prende per un polso. Brividi mi percorrono tutta la schiena.
«Hai detto che hai una fissa per me?» la sua voce si rompe sull’ultima parola.
Mi mordo la lingua. Non ho nessuna intenzione di rispondere.
Senza mollare la presa, si posiziona nel mio campo visivo e mi afferra anche l’altro polso.
«Alex, devo andare.» rimango immobile, cercando di contenere i brividi.
Ma lui non mi ascolta. I suoi occhi mi osservano, come se volesse imprimersi nella mente ogni particolare del mio viso.
«Mi piaci da quando hai rifiutato di baciarmi al provino.» esordisce, avvicinandosi di un passo. «Così insicura e allo stesso tempo sicura di te stessa. Ho sperato tanto che venissi scelta per il ruolo e quando ti ho vista sul set ho pensato che qualcuno la su mi avesse ascoltato. Il mio interesse per te cresceva ogni giorno di più e, quando il tuo ragazzo è comparso sul set, ho pensato che fosse la giusta punizione per aver voluto una ragazza impegnata. Ma tu continuavi a cercarmi.» fa un altro passo, ma io non mi allontano, sfidandolo con gli occhi. Il suo racconto non mi farà cadere tra le sue braccia come qualsiasi altra stupida ragazza. E mentre parla, l’unica cosa a cui riesco a pensare è a quanto Josh avesse ragione. «Ho preso in considerazione l’idea di non parlarti più. Di fare finta che non esistessi. Ma ogni volta che mi venivi a cercare mi sembrava uno sforzo troppo difficile da compiere…»
«Quindi sarebbe colpa mia?» cerco di liberarmi dalla sua stretta, ma lui non mi lascia andare anche se rimane interdetto dal mio commento.
«No, ma in realtà sì.» lascia la presa sui miei polsi solo per intrecciare le mani alle mie. «Tu non sapevi cosa provavo e non eri ancora consapevole di cosa tu provassi…»
«Io non provo niente.»
«Non è vero. L’hai detto tu stessa.» Alex accenna un mezzo sorriso.
Il mio cervello cerca una via d’uscita. «Ho detto fissa.»
Ora è lui che non sa più cosa dire. Quindi prendo in mano le redini della situazione.
«Senti, Alex, tra me e te non ci sarà mai niente. Io amo Josh e non ho nessuna intenzione di rovinare…»
Ma non mi fa finire.
Prima che io possa rendermi conto di quello che è successo, mi ritrovo schiacciata tra il muro e il corpo di Alex, le sue labbra premute sulle mie in un bacio appassionato e le mie braccia strette attorno al suo collo.
Mi sembra di andare a fuoco. La mia testa non ragiona più.
Le sue mani seminano fiamme lungo il mio corpo fino a fermarsi sui fianchi. Le sue labbra scendono sul mio collo per poi risalire e coprire di nuovo le mie. Ogni punto in cui il suo corpo sfiora il mio mi procura brividi sulla schiena. Senza che io me ne renda conto le mie mani corrono a levargli la t-shirt per poi andare a sfiorare i suoi pettorali che, mi ritrovo a pensare, ho sempre voluto sfiorare. Chiudo gli occhi e non vedo nero, vedo fiamme. Sento i miei sospiri. Poi le sue mani scendono lungo le mie cosce. Mi tira su, per avermi alla sua altezza e io gli allaccio le gambe alla vita. Senza volerlo, inarco la schiena mentre lui lascia una scia di fuoco sul collo. Si muove fino al divano per poi farmi sdraiare e sovrastarmi col suo corpo. Mi toglie il giubbotto e la felpa in pochi gesti veloci e infila le mani sotto la maglietta sottile che ho ancora addosso. A differenza dei baci affamati che continuiamo a scambiarci, il tocco delle sue mani e leggero e gentile, quasi timoroso. Il che mi manda ancora più in estasi. Conficco le unghie nella sua schiena lasciando segni rossi e sentendo il suo respiro affannato sul collo. Mi toglie la maglietta e i suoi baci scendono. Labbra. Collo. Spalla. Petto. Incavo del seno. E mi ritrovo a sospirare un po’ troppo forte.
Tutto questo, il fuoco che mi invade ogni volta che mi tocca, mi sembra così diverso da quel fuoco che mi divorava dentro quando facevo l’amore con Josh. Forse perché questo non è amore. Questa è semplice attrazione fisica. Il fuoco che mi provocava Josh era giusto. Questo è… sbagliato.
Una campanella comincia a suonare fastidiosa in un angolo della mia testa, e il mio cervello riprende a funzionare. Adesso mi rendo conto di quello che sta succedendo. Sento davvero le mani di Alex che mi abbassano i jeans, mentre la sua bocca è scesa a seminare fiamme sul mio basso ventre. Sento le mie mani stringere il tessuto del divano e la mia schiena inarcata. Sento l’eccitazione invadermi il corpo. E, quando i miei jeans raggiungono il resto degli indumenti atterra, mi accorgo che il biondo sopra di me è rimasto in boxer. Il mio corpo si irrigidisce e reagisco di scatto. Pudicamente, mi copro il seno con le braccia, che stranamente è ancora fasciato nel reggiseno, e mi allontano da Alex. Tento di afferrare degli abiti a terra per coprirmi, ma tanto ormai è inutile.
Lui mi guarda, nei suoi occhi la sorpresa provocata dalla mia reazione. Ma ha capito cosa è successo. Non è stupido e, ormai, sa leggermi abbastanza bene. Infatti, abbassa lo sguardo, sul volto non più la sorpresa ma la tristezza.
Vorrei dire qualcosa ma non credo che in queste situazioni ci sia qualcosa da dire. In fretta, mi rivesto, anche se sento ancora il fuoco su tutto il corpo. Quando sono completamente rivestita, allungo la mano come a volergli accarezzare i capelli, ma capisco che peggiorerei solo le cose. E ho già combinato abbastanza danni. Mi dirigo verso la porta. Nella testa il pensiero di Josh che mi spezza quasi il cuore, sul corpo i tocchi di Alex che ancora mi mandano in fiamme.
«Mi sono preso la mia vittoria.» la sua voce mi fa fermare di botto.
Non mi volto a guardarlo, perché già il suono mi fa capire che cosa vedrei. La tristezza di non essere riuscito a tirare fuori completamente la parte di me che si è presa una cotta per lui, e il senso di vittoria, perché, anche se per poco, sono stata sua.
Cerco di erigere una barriera mentale per tenere lontani tutti i pensieri finché non entro nella mia roulotte. E poi crollo.
La consapevolezza di aver tradito Josh. Di aver distrutto tutto quello che amavo. Perché non riuscirò mai a tornare da lui sapendo quello che ho fatto. Perché anche se ci riuscissi, non riuscirei mai a tenere un segreto così a lungo. Prima o poi crollerei e allora sarebbe ancora peggio.
«L’hai voluto tu, Ila. Ti sei scavata la fossa da sola.»
Non so se è un pensiero o se l’ho detto ad alta voce. L’unica cosa che so è che non ho più lacrime da versare.

 

 
 

SPAZIO AUTRICE.

 

Ok… ehm… Hola! *finge un sorriso a trentadue denti*
 
No, eh? No. Ok, ho capito.
E’ meglio se me ne torno nel mio angolino e non commento questo capitolo.
Anche perché non avrei molto da dire >.< (ultimamente sono un po’ a corto di commenti! e.e)
 
Voglio solo farvi due piccoli
#spoiler.
1. Nel prossimo capitolo scoprirete cosa ha detto Ila a Josh nel messaggio lasciatogli in segreteria telefonica!
2. Il prossimo capitolo non sarà scritto dal punto di vista di Ilaria, ma sarà scritto in terza persona e dal punto di vista di Josh, il padre di Ila e… il terzo è una sorpresa! :P (non posso dirvi proprio tutto! v.v)
 
Vi consiglio di riflettere bene sul commento di Ila: «L’hai voluto tu, Ila. Ti sei scavata la fossa da sola.»
 
Vi ricordo la mia pagina Facebook - - - >Ilaria.
 
Un bacione e tanto ammmore, Ila. 

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: IlariaJH