Ringraziamenti:
Dreamer21:
Ecco il terzo cappy!! Ed entra in scena un nuovo personaggio!!! Grazie del commy
tesoro, un bacio e Buona Befana!!^^
Roby:
Secondo me non è così male che i fratellini siano vampiri, rende tutto più
divertente!!^^ ( Si per te forse...=.=) Se vuoi ti do la ricetta per ' Sirius
arrosto con patate al forno e un goccino di Barolo' ricetta di mia invenzione!^^
Buon anno anche a te e Buona Befa!!!^__-
Aquarion89:
Grazieeeee sono felice che ti piacciano!!^^ Per sapere tutti i fatti di 5 anni
fa si dovrà aspettare ancora un pò, non voglio svelare tutto subito!
mhuaaaaaaa (Questa è fuori...) Facciamo così tu lo ammazzi e Roby lo cucina -
vedi sopra il nome della mia personalissima ricetta - Buona Befa anche a te!^__-
Laicachan:
ahahah carina quella del rapporto sanguigno, ma da dove le tiri fuori queste
battutine a me non vengono mai! Cmq come già detto per sapere il rapporto che
avevano Apy e Silvy 5 anni fà si dovrà aspettare. Hai un frassino bene! Così
completiamo il tutto per la ricetta del ' Sirius arrosto con patate al forno e
un goccino di Barolo' . Alla prox shore e Buona Befana!^^ (Certo che ci sono
tante Befane quì! ) * Apy viene colpito da tutte le lettrici*
CAPPY 3°
- " JUN LEE " -
Biblioteca
Centrale di Londra.
Jun Lee,
un ragazzo di vent'anni moro e con gli occhiali, lavorava ormai da cinque in
quel posto. Aveva cominciato come addetto alla caldaia per finire come Capo
Bibliotecario. Frequentava l'Università, voleva laurearsi in Scienze. A detta
di tutti era un ragazzo normale, volenteroso e studioso, ma lui non era normale.
Era un mezzo demone! Sua madre, una dolcissima signora sulla quarantina, era
umana e da giovane si innamorò di un demone minore che viveva ormai da anni fra
gli esseri umani. Purtroppo il padre di Jun era morto cinque anni prima e lui
aveva iniziato a lavorare per pagarsi gli studi ed aiutare la madre. Jun aveva
il potere di vedere oltre la materia e di percepire le cose. Ci riusciva grazie
ad un terzo occhio che a suo comando gli compariva in fronte. Jun, da dietro il
suo bancone all'ingresso della biblioteca, ripensò al suo primo incontro con
Apollo. Il rosso era stato appena dimesso dall'ospedale dopo essere stato ferito
alla guancia destra, e lui mendicava un lavoro. Apollo si accorse subito della
sua natura mezza-demoniaca e lo portò da Fudo. Fù proprio grazie al vecchio
Gen che Jun trovò lavoro alla biblioteca. Il Signor Lee, padre di Jun, era in
buoni rapporti con Fudo, per questo il comandante ritenne opportuno aiutare il
volenteroso figlio. E fù così che il piccolo Cinquocchi, come lo chiamava
Apollo, rimase in debito con Gen e adesso era ora di saldarlo.
- Ehi
Cinquocchi! -
Jun si
voltò verso l'ingresso vedendo arrivare i suoi due amici
- Ciao
ragazzi! ^^ Dov'è il terzo moschettiere? -
- Baron è
rimasto alla base. Jun, abbiamo bisogno del tuo aiuto! - disse Apollo serio
- Dai
Apolluccio non essere così teatrale ^^ - scherzò Pierre
- Zitto
idiota! Non abbiamo molto tempo. Jun c'è un posto tranquillo dove possiamo
parlare? -
- Certo!
se aspettate cinque minuti che sistemo queste carte poi ho finito e possiamo
andare a casa mia. -
- Va bene!
Ma tua madre c'è vero?? - chiese speranzoso il rosso
- Sì
certo!^^ Ora scusatemi torno subito. - e si allontanò un attimo
- Evvai!
Speriamo che la signora Lee abbia qualche buona leccornia in casa! *ç* "
Cibooooo *ççççççç*" -
- Già!
Apollo hai proprio ragione, ma la signora ha sempre qualcosa di buono fatto in
casa! Quella donna è fenomenale! E' buona, dolce, gentile, cucina divinamente,
ed è anche bellissima! OçO - Pierre sbavò all'ultimo pezzo della frase.
-
Pervertito! ÒÓ- disse dandogli un pugno in testa
- Aihaaaa!Ç
_Ç - ( Ma sti due parlano a suon di pugni???Õ_o???)
Dopo pochi
minuti Jun fù di ritorno e insieme si diressero verso casa sua. Per fortuna non
era molto lontana. Abitavano in quella villettina da circa un anno, sia lui che
sua madre avevano fatto molti sacrifici per comprarla e alla fine il loro sogno
si era realizzato.
- Mamma
sono a casa! Abbiamo visite! - urlò l'occhialuto appena varcata la soglia.
- Ciao
tesoro! Sono in cucina venite! -
I tre si
diressero in cucina
- Salve
signora Lee. - salutarono cordialmente Apollo e Pierre
- Salve
ragazzi! - rispose la donna con un sorriso - Jun fai accomodare i tuoi amici in
salotto. Io arrivo subito con thè e biscotti. ^^ -
- "
Si mangia!! *ç*" -
In salotto
Apollo e Pierre spiegarono la situazione al moro
-
Domattina salpiamo per andare a cercare gli altri membri del gruppo. - concluse
Apollo
- Va bene
accetto! - rispose deciso Jun - Ho un grosso debito con il comandante ed è
giunta l'ora di saldarlo. -
Il resto
della serata fu tranquillo; Apollo e Pierre si fermarono anche a cena dai Lee,
ma non poterono trattenersi a lungo. L'indomani mattina sarebbe iniziata la loro
missione.
- Tesoro
mio, stai attento mi raccomando. - la signora Lee era giustamente preoccupata
per il figlio e una volta che i due ospiti se ne furono andati espose i suoi
timori.
- Non devi
stare in pena mamma! Me la so cavare! ^^-
- Hai
ragione tesoro, per fortuna che ci sono anche Apollo, Pierre e Baron con te!
Saperti accanto a loro mi rende più tranquilla! ^^ Bè buona notte caro. - lo
salutò con un sorriso
- 'Notte
mamma! " Io non sarei così
tranquillo a sapere mio figlio con quei tre pazzi svitati, specialmente con quel
matto di Apollo! " - penso depresso il ragazzo.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Al
quartier Generale della DEAVA Baron Black aspettava in una sala comune della
base che i suoi due amici facessero ritorno. Era un pò preoccupato per Apollo.
Sapeva che avrebbe dovuto rivederla e svolgere la missione con lei; si chiedeva
se era una buona idea affiancare quei due. Cinque anni prima c'era stato quel
casino...Alla base solo lui, Fudo e la dottoressa Sophia erano al corrente di
tutto. Lui era il migliore amico di Apollo e quando ha scoperto tutta Quella
storia rimase un pò deluso sul fatto che il suo migliore amico non gli aveva
confidato niente, ma poi capì che Apollo non poteva permettersi di confidare il
suo segreto a qualcuno, nemmeno a lui.
- Baron. -
il ragazzo si voltò sentendosi chiamare
- Apollo.
Pierre. Finalmente, ma quanto ci avete messo a tornare? -
- Scusa,
ma siamo passati a casa di Jun e sua madre ci ha offerto da mangiare. ^ç^ -
rispose Apollo con la bava alla bocca al solo pensiero del cibo
- Ah ora
capisco! - disse Baron ricordando i mega pranzi, cene e colazioni della signora
Lee. - Comunque ora sarà meglio andare a dormire, dobbiamo essere pronti e
scattanti per domani. -
- Sì hai
ragione - Pierre si stiracchiò sbadigliando - Sono proprio stanco -
- 'Notte
ragazzi. - disse Apollo avviandosi verso la sua camera.
Apollo
entrò in camera. Era una stanza relativamente grande, con bagno privato,
grandicello anche quello. Dando le spalle alla porta, sulla destra c'era un
letto matrimoniale. Davanti alla pota c'erano, una accanto all'altra una
porta-finestra e una finestra.
Il rosso
non accese nemmeno la luce, iniziando a spogliarsi. Si tolse il mantello, sfilò
la spada dal suo fianco e si tolse gli stivali. Iniziò a slacciarsi la camicia
tirandola fuori dai pantaloni, finchè una voce lo bloccò.
- Hai
cambiato camera. Non riuscivo più a trovarti. -
Apollo si
girò verso la porta-finestra. Una ragazza dai lunghi capelli biondi e un
vestito lungo nero era lì di fronte a lui.
- Non
pensavo che saresti tornata in camera mia un giorno. - fece quello sorpreso
- Nemmeno
io. -
- Che ci
fai quì Silvia? - chiese lui
-
Veramente non lo so nemmeno io. - rispose quella avvicinandosi al ragazzo,
notando solo ora i muscoli del petto ben definiti del ragazzo non riuscendo a
distogliere lo sguardo
- No! Non
avvicinarti così tanto a me! - disse lui agitando le mani in avanti
- Di che
hai paura?Di me? - chiese lei divertita dalla reazione del ragazzo, mentre
continuava ad avvicinarsi e lui ad arretrare.
- S-silvia...As-aspetta
se ti scoprono...- ormai lui era arrivato con le spalle al muro
- Ti
preoccupi per me? Non sei cambiato affatto, Apollo. - disse la bionda con un
dolce sorriso avvicinandosi sempre di più a lui
- Però -
continuò lei più maliziosa - fisicamente sei parecchio cambiato. Una volta
avevi un fisico niente male per un tredicenne, ma non avevi tutti questi
muscoli. - concluse passando l'indice destro sul petto del ragazzo. Lui non ci
vide più. Afferrò la ragazza per il polso attirandola a se e baciandola. Lei
rimase un pò stupita, ma ricambiò quel bacio che da tanto aspettava. Apollo la
strinse per i fianchi, mentre lei gli passava le mani attorno al collo
insinuando la lingua nella bocca del ragazzo.
Silvia fece scivolare le mani sul petto del ragazzo iniziando ad
eccitarsi; lo aveva desiderato così a lungo in tutti quegli anni. La bionda gli
sfilò dolcemente la camicia lasciandola cadere sul pavimento. Lui portò le
mani sul fondoschiena della giovane, intanto passava dalla sua bocca al collo,
ma lì si bloccò, ebbe come un flash. Un giovane ragazzo steso a terra in fin
di vita, una ragazza più o meno della stessa età in lacrime e poi...
Apollo si
staccò di scatto dalla ragazza - No! - disse col fiato corto
- Perchè
no? -chiese lei con gli occhi un pò socchiusi e pieni di desiderio
- Ci siamo
già passati, lo sai. Finirà come l'altra volta e lo sai anche tu. - la ragazza
ci pensò un secondo: lui aveva ragione. Avrebbero fatto un altro disastro, ma
questa volta oltre a loro due c'era un'altra persona, una persona pari ad
importanza solo ad Apollo per Silvia, una persona tanto importante per lei.
Davanti agli occhi della ragazza apparve un viso: occhi azzurri come i suoi, ma
dal taglio diverso e un nome passo nella sua testa " Mathew "
- Hai
ragione. Scusami. - disse lei allontanandosi da lui - Dimentica tutto.
Perdonami. -
- No, è
stata anche colpa mia. Scusa. -
- Niente.
-
Tentarono
di sorridersi entrambi. - Allora a domani. - lo salutò lei
- A
domani. -
Silvia uscì
dalla stanza passando dalla porta-finestra (Si sono invertiti i ruoli. ^^
Nell'anime è lui che usa le finestre, o le sfonda dipende dai casi. XD)
Apollo non
dormì quasi niente quella notte, così come Silvia, pensando a quello che era
successo e maledicendosi per esserci ricascato. Ma non sarebbe più capitato,
non l'avrebbe più permesso.
fine 3° cappy