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Autore: _Angelica__    22/06/2013    4 recensioni
Dicembre 1821: Elizabeth Crane ha appena perso il ragazzo che ama.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bitter Love

 -Prego signorina Crane- il sacerdote mi guarda e indica la pala, io devo essere la prima. Butto il primo cumulo di terra sulla tomba nera di Nick: mi viene da vomitare, vorrei urlare e seppellirmi con lui, ma sono davanti a mia madre e alla famiglia di Nicholas, devo contenermi. Mi allontano in fretta dalla buca e mi nascondo tra le braccia di mia madre, guardo la lapide: Nicholas Wood, 5 maggio 1800- 4 dicembre 1821. Aveva soltanto ventuno anni, era troppo giovane, come era giovane l’amore che ci legava.

- Mi dispiace per la vostra perdita signor Wood- osservo il padre di Nick, è identico a lui: viso squadrato, occhi di ghiaccio, ma lui è solo una versione più anziana del mio Nicholas. Dovevamo sposarci quest’estate, avevo già il vestito pronto… una lacrima mi riga il volto e chiudo gli occhi per trattenere un pianto che di lì a poco mi avrebbe sopraffatto.

-Andiamo cara devi riposare- mia madre mi appoggia la mano sulla spalla e ci dirigiamo alla carrozza. Come pugnalate la mia mente mi riporta indietro ricordi: la proposta di matrimonio, la nostra prima passeggiata mano nella mano… una serie di ricordi troppo dolorosi da sopportare, mi sento le gambe fragili, d’un tratto sento il corpetto troppo stretto, i guanti di pizzo intrisi di sudore.

- O cielo Elizabeth!- mia madre mi tira su dal fango come può e in suo aiuto giungono i fratelli di Nicholas, mi raddrizzano e mi aprono la porta della carrozza.

- Ho bisogno di fare due passi- mia madre mi guarda timorosa per la mia salute che è sempre stata cagionevole, mi ha sempre trattata come un fardello che non si meritava e per questo prega poco e assiste a messa solo per i funerali, la nonna diceva che il diavolo l’aveva infettata.

- Non è prudente…- le prendo le mani fra le mie –Vi prego madre, tornerò presto-.

Entro nella foresta, il fango mi sporca l’abito nero e le scarpe: mi sfilo velocemente i guanti e li getto a terra, slego il nastro della cuffietta e getto anch’essa a terra, non voglio avere nulla che mi consenta di soffocare. Finalmente riesco a togliermi il corpetto, rimango in sottoveste e a piedi scalzi. Infine mi inginocchio per terra e riesco ad esternare tutta la mia sofferenza interiore urlando e affondando le mani nel terreno fangoso. Non doveva finire così, noi ci amavamo. I fili d’erba mi fanno ricordare il colore del mio vestito al ballo in maschera…l’ultimo ricordo prima della malattia di Nick, prima che tutto finisse. Era l’inizio di autunno e i Bale avevano organizzato un ballo in maschera per il compleanno della loro secondogenita, io avevo un lungo vestito verde scuro e il mio viso era celato da una maestosa maschera adornata con piume dello stesso colore dell’abito. Quando nessuno ti riconosce ti senti potente e libera di essere veramente te stessa. Mi ero avvicinata alle poltrone dove delle anziane signore discutevano amabilmente della serata, poi qualcuno si era avvicinato al mio orecchio con una grazia indescrivibile: -Pensi che non riesca a riconoscerti con la maschera Elizabeth Crane?- mi voltai e vidi il suo sorriso e i suoi occhi brillare sotto la maschera blu scuro.

-Desideravo che mi trovassi- ci dirigemmo al centro della sala e cominciammo a ballare: la sua mano sinistra mi cingeva il fianco, mentre la destra mi teneva delicatamente la mano, lui aveva sempre quel sorriso impertinente sul volto.

–Sei incantevole stasera Liz-

-Shh! Potrebbero sentirti!- sorrisi e lui si guardò intorno

-Siete incantevole stasera Miss Crane- lo disse ad alta voce, era solito comportarsi in questo modo, ed io lo amavo per questo. Quella sera ballammo fino a consumarci le scarpe, quella sera mi sembrava troppo lontana, i ricordi della sua polmonite erano impressi nella mia memoria ed erano molto più vividi rispetto ai ricordi spensierati e felici.

-Non dovevi lasciarmi- urlo tra i singhiozzi e una leggera pioggia che comincia a bagnarmi il viso e il corpo.

-Io sono ancora qui! Portami via con te, portami lontano da questo mondo-

-Nicholas io non smetterò mai di amarti, mai!- ho la gola in fiamme e le mani che tremano.

-Liz….- mi guardo intorno, spaventata.

- Nick?- un fruscio tra gli alberi, devo alzarmi e trovare il possessore della voce.

-Liz..- è Nicholas ne sono sicura è la sua voce, ma è morto….

-Liz vieni, viene da me Liz…- finalmente vedo qualcosa: è un’ombra antropomorfa; sta cambiando, ora ha le sembianze di Nick…. L’ombra è Nicholas!

-Nick!- dico quasi soffocata tra le mie stesse lacrime. Non ho idea di come sia possibile una cosa del genere, ma non mi interessa.

-Nicholas sei vivo…- lui si avvicina e mi prende la mano come quando mi voleva portare in un posto segreto, dove l’etichetta poteva essere beatamente dimenticata.

-Mi sei mancato- ho le mani sporche di fango, ma noto che la sua mano è pulita, come è possibile?

- Vieni Liz- cammino con lui nella foresta e mi sento protetta, felice, amata. Mi porta fino ad una radura che termina con un dirupo molto ripido, ci fermiamo.

-Vieni Liz… andiamocene via- mi abbandono tra le sue braccia e voliamo insieme verso l’orizzonte, verso un nuovo inizio, verso il nostro amore.

 

************

-L’ha trovata un contadino, è ancora scioccato- il collega prendeva appunti sul taccuino e osservava il cadavere con compassione.

-La poverina si è buttata da quel dirupo, doveva essere una bellissima ragazza…-

-Io la conoscevo… Si chiamava Elizabeth Crane, il suo fidanzato è morto qualche giorno fa…-

-A volte l’amore può diventare un potere oscuro che ci fa confondere l’immaginazione dalla realtà, gli amori giovanili sono i più pericolosi, ma contemporaneamente i più belli. Lei mi può capire mio caro Smith, lei è ancora giovane e avrà di certo una donna speciale nella sua vita-

Smith si asciugò una lacrima con il fazzoletto da taschino.

-Si…. Era Miss Crane-

  
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