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Autore: AliF    23/06/2013    8 recensioni
A differenza di tutte le ragazze della sua età, Temari non si preoccupava della sua bellezza. Per niente. Non si truccava, niente smalto sulle unghie, vestiti comodi per combattere in ogni istante della sua vita. Una guerriera sempre.
Eppure, c’era un vizio che la ninja si concedeva, uno solo, che occupava pochi minuti del suo tempo.
[ShikaTem]
[Storia scritta per il Black Day]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Alla mia Taina,
A tutto il Black Parade.


















Tra specchi e riflessi, tra spazzole e carezze.












A differenza di tutte le ragazze della sua età, Temari non si preoccupava della sua bellezza. Per niente. Non si truccava, niente smalto sulle unghie, vestiti comodi per combattere in ogni istante della sua vita. Una guerriera sempre.
Eppure, c’era un vizio che la ninja si concedeva, uno solo, che occupava pochi minuti del suo tempo. Appena sveglia e prima di andare a dormire, Temari si accomodava su uno sgabello di fronte allo specchio di camera sua –uno specchio semplice, con una cornice di legno altrettanto semplice- e, impugnata la spazzola, iniziava a pettinare i suoi capelli color del grano, color della sabbia. Una volta, suo fratello Gaara, venendo ad augurarle la buonanotte, l’aveva trovata assorta in questo suo rito. Era rimasto sulla porta ad osservarla e, dopo aver atteso che la sorella posasse la spazzola, le aveva chiesto il perché di quelle cento pettinate, di quelle cento carezze a quei bellissimi fili biondi, affascinato da tanta delicatezza che era certo non appartenesse alla Temari ninja della Sabbia, ma a un’altra persona. A una Temari donna che si nascondeva dietro ad abiti comodi, alle mani piene di calli e al viso semplice e bello. Lei, in tutta risposta, si era voltata e gli aveva sorriso.
“Per Mamma” aveva detto.
Per la Mamma che, ogni sera e ogni mattina di molti anni prima, spazzolava i capelli alla sua bambina, salvandola dalla vita fatta di armi e combattimenti.
 



Anche a casa di Shikamaru c’era uno specchio, posto esattamente di fronte al letto. A differenza del suo, quello era uno specchio molto bello, senza alcuna cornice, con fili bianchi che si attorcigliavano ai lati, dando vita a complicati disegni –Temari giurò di aver visto un cervo nascosto in quell’intreccio. Il compagno le aveva spiegato che era appartenuto a qualche donna del suo clan, che lo aveva donato alla madre e non si sa bene per qualche strano motivo era finito in camera sua, ma non l’aveva mai tolto perché in fondo gli piaceva. Così, le mattine in cui la ninja si svegliava poco dopo il sorgere del Sole a Konoha -vuoi per missioni diplomatiche, esami dei chunin o per permessi che suo fratello Gaara le concedeva sempre più spesso, ignorando le occhiatacce di Kankuro- Temari si alzava dal letto e, nuda, si osservava in quello specchio, con i lunghi capelli sciolti e un poco arruffati. Afferrando la spazzola del suo compagno, ancora addormentato, iniziava allora il suo rito, contando sommessamente.
Era in quegli istanti, durante quelle cento carezze, che Shikamaru si svegliava e, sbadigliando, si metteva a sedere, osservando poi la donna di fronte a lui. I suoi occhi correvano lungo la schiena nuda e dritta della compagna, lungo le curve del seno e delle spalle e lui desiderava averla al suo fianco, lì, vicino, tra le lenzuola. Temari, per una volta vanitosa, si lasciava ammirare, godendosi a sua volta il riflesso dell’uomo alle sue spalle. Gli occhi dei due si rincorrevano sulla superficie dello specchio, guardando e scoprendo, senza mai incontrarsi fino a quando le labbra della ninja non pronunciavano un “cento” sottovoce e la spazzola veniva nuovamente posata sul mobile. In quel momento, iridi acquamarina e iridi color del fango si catturavano a vicenda, per un lungo, lunghissimo istante, lì, riflessi nello specchio. Poi, Shikamaru appoggiava nuovamente la testa sul cuscino e Temari, dopo essersi rivestita, fuggiva dalla finestra.
Il ninja sorrideva, rabbrividendo per l’aria fresca e raggomitolandosi sotto le coperte, prima di cadere addormentato, con l’immagine di Temari donna, quella donna segreta a tutti e che solo lui conosceva e che solo lui amava, ancora riflessa nello specchio.
 
 
 
 
 
 
 
 











Note dell’autrice.
 
Dopo millemila anni torno a pubblicare qualcosa su questo sito, il che è già una grande gioia.
E ovviamente, torno a pubblicare con una storia nera tutta per voi, il giorno del Black Day.
E ovviamente, come al solito, mi sale il panico, perché, “Ommiodio, quello che ho scritto andrà bene?”. Mi sale il panico perché a questa storia, come a tutte le storie che scrivo, tengo molto, visto che è per Shikamaru e Temari ed è dedicata ad una mia grande, grandissima amica (anche se per la taglia ricorda molto uno Hobbit), che è il motivo del mio non-suicidio durante le ore scolastiche, che è riuscita a tirare fuori dal Cappello Magico (o dal Cappello Parlante) la parola giusta al momento giusto.
La parola era, per l’appunto, Specchio e io non sapevo minimamente che cosa scrivere su quei due adorabiliimbecilli e su uno specchio. Magari Temari che lo distrugge in testa a Shika, ma sarebbero stati sette anni di sfiga e non mi sembrava esattamente il caso. E allora è uscita sta cosa qua, tra una lezione di matematica e una di fisica, o magari di inglese e di italiano, non ricordo.
Una Temari donna e uno Shikamaru che se la gode (intuttiisensi).
Datemi della fissata, ma io amo la Temari donna-soldato, perché mi ricorda molto la Natasha donna-spia della Marvel e io amo anche Natasha. La spazzola e i capelli invece mi ricordano molto me, che evito come la peste vestitini strettissimi, trucchi (eccetto giusto la matita nera) e smalti, ma che passo le giornate a pettinarmi i capelli davanti allo specchio. Poi, ovviamente, avevo voglia di infilarci un po’ di sano amore fraterno e Gaara che va a dare la buonanotte ai fratellini era appunto l’AMMMORE e qui siamo di nuovo io e quel mostriciattolo di Fabio, il brother di dodici anni che per le finali di NBA (Heat <3) mi sveglia alle tre di notte perché “Senza i tuoi commenti su quanto sia figo James, su quanto ami Wade e quanto ti facciano senso i tatuaggi di Birdman mi annoio”. Shikamaru e Temari invece sono un po’ sottintesi, un po’ da leggere tra le righe, visto che a me piace scrivere ShikaTem, ma molto più Tem che Shika e non so per quale stranissimo motivo. MA CI SONO! Sono lì, tra le lenzuola, nella camera, riflessi nello specchio. Basta solo concentrarsi un po’ e si vedono, lo giuro.
E basta, buona notte a tutti e buon BlackDay <3


Alice.
   
 
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