Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Meli Misso    23/06/2013    1 recensioni
“Praticavo stregoneria!” Dissi esaltata, lei si mise a ridere così forte che il cartellone che aveva appena raccolto le scivolò di mano e io assunsi un’aria contrariata.
Lanciai uno sguardo a Gress che, nonostante fosse stata presa alla sprovvista dal mio cambio di rotta, mi sorrise e si adeguò.
“Con la magia non devi scherzare, McMillan, io riesco a leggerti sai?” lei smise di ridere “eh?” a quel punto mi avvicinai leggermente a lei “riesco a leggere le tue emozioni” dissi.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lì, quella stanza angusta era il posto perfetto per prenderla in un po’ giro.

 Lo so, sono un persona orribile: egoista, approfittatrice, manipolatrice... ne avrei tanti altri di difetti da elencarvi ma questi sono quelli che le persone conoscono meglio di me (se girando per i corridoi della scuola si parla di “quella strana”allora sono io!).

Entrai con lei nella stanzetta che serviva da dietro le quinte per il teatro scolastico. Io e Gress (una delle poche persone al mondo a cui tengo) la seguimmo fino a quando si chinò per raccogliere un cartellone scivolato dal muro a quel punto, senza farmi vedere, io le sgusciai davanti.

Quando si alzò, alla mia vista, lanciò uno strillo.

Natasha McMillan era la ragazza più odiosa dell’intero istituto ma non era cattiva, per questo chiunque si divertiva a farle degli scherzi.

“Scusa, non volevo spaventarti.” Dissi e con la coda dell’occhio notai Gress tentare di nascondere un risolino.

La stanza era buia, la lampadina era saltata settimane prima ma quella stanza era inutilizzata da quando il teatro era stato classificato ‘inagibile’ perciò nessuno si era curato di cambiarla. La poca luce proveniva dal cellulare di Natasha che era rimasto acceso nella tasca.

“Cosa ci fai qui?” Chiese con quella sua voce insopportabile che mi fece venire voglia di aumentare la malvagità dello scherzo che io e Gress avevamo pianificato.
“Praticavo stregoneria!” Dissi esaltata, lei si mise a ridere così forte che il cartellone che aveva appena raccolto le scivolò di mano e io assunsi un’aria contrariata.

Lanciai uno sguardo a Gress che, nonostante fosse stata presa alla sprovvista dal mio cambio di rotta, mi sorrise e si adeguò.

“Con la magia non devi scherzare, McMillan, io riesco a leggerti sai?” lei smise di ridere “eh?” a quel punto mi avvicinai leggermente a lei “riesco a leggere le tue emozioni” dissi.

Lei non ricominciò a ridere, boccheggiò invano qualche parola, l’esile corpo bianco sembrava aver cominciato a tremare.

Socchiusi le palpebre per continuare a tenerla d’occhio e alzai un dito puntandolo oltre la sua spalla “Paura.” Lei mi fissò “cosa? Io non ho affatto paura!” Aprii gli occhi e con un uno sguardo vuoto cercai di simulare una trance. Fissai lo stesso punto oltre la sua spalla che indicavo col dito.

Sussurrai parole incomprensibili facendole il più possibile per farle somigliare ad incantesimi e aprii ancora di più gli occhi questa volta però li fissai nei suoi, a qualche centimetro di distanza.

Gress, imitando alla perfezione la mia voce, disse “Che c’è? Non credi nella magia McMillan?” Natasha, vedendomi li davanti a lei ma sentendo la mia voce provenire da dietro si voltò di scatto e io ne approfittai.

Proprio dietro alle sue spalle infatti, c’era la porta aperta, mentre era voltata allungai un piede e diedi un silenzioso calcio alla porta che si chiuse di scatto senza effettivamente essere stata toccata “Ah!” strillò Natasha.

Gress poi, ebbe un’idea fantastica: Il telefono di Natasha, che era l’unica fonte di luce, era in silenzioso e senza vibrazione. Gress chiamò e lo sfondo venne sostituito dalla schermata ‘chiamata in corso’ che era completamente nera a parte per la cornetta verde, quella rossa e il nome.

Al buio più totale  Gress sarebbe potuta uscire senza nemmeno essere vista, lo fece. Sgusciò di fianco a me e, tenendosi a debita distanza dalla mia faccia, accese un accendino e inclinò il polso in modo che la fiamma non illuminasse nulla di lei e rimase invisibile.

La fioca luce rossastra ora mi illuminava da sotto, danzando nei miei occhi vermigli. Pensando che il fuoco fosse opera mia Natasha si mise a urlare e si fiondò sulla maniglia della porta ma io avevo appoggiato il piede sull’altro lato per tenerla chiusa così lei lasciò andare la presa e cominciò a dare pugni “AIUTO!Aiuto!”  Da dietro strinsi il suo polso, lei si voltò di scatto e si dimenò ma io la immobilizzai e continuai a fissarla negli occhi, tenni la bocca visibilmente chiusa e Gress parlò in un angolo alle spalle di Natasha “Ci credi ora? La magia non è uno scherzo, McMillan, ora tu sei mia” disse con la mia voce.

Natasha cominciò a guardarsi intorno come per cercare una via di fuga, io le appoggiai le mani sulle spalle in modo che riconoscesse la mia presenza. Ormai era completamente convinta che io fossi una strega e tremava di paura, per questo quando Gress sbucò dal suo angolino e le afferrò le caviglie lei emise uno strillo e cadde con un tonfo sul pavimento.

“Svenuta... non è che abbiamo esagerato?” chiese Gress per nulla preoccupata “Nhaa!” feci io con un’alzata di spalle.

“Avanti, andiamocene” continuai “Non dobbiamo portarla in infermeria?” chiese la mia amica senza staccare gli occhi dalla faccia pallida di Natasha “Sta benissimo, ha solo avuto un po’ di paura, si riprenderà tra qualche minuto e quando dirà che l’ultima cosa che ha visto ero io che accendevo fiammelle nell’aria nessuno le crederà e sarà tutto a posto! Riflettici, anche se la portassimo di peso in infermeria cosa diremmo alla Montarelli? Che abbiamo trovato per caso un ragazza svenuta di paura in una stanza in cui sarebbe dovuta essere sola?”
Gress annuì dandomi ragione e insieme lasciammo la stanza, io mi permisi anche di chiudere la porta...
 

 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Meli Misso