Harry Potter e tutti i personaggi della saga sono di
proprietà di J.K.Rowling e di chiunque ne possieda i diritti. Questa storia non ha alcun
fine di lucro, né intende infrangere alcuna legge su diritti di
pubblicazione e copyright. Tutti i personaggi di questa storia sono immaginari e non
hanno alcun legame con la realtà. Qualsiasi nome e riferimento a fatti o
persone reali è da ritenersi assolutamente
casuale.
***
La linea
sottile
La
piccola cella era gelida, umida e sporca, l’aria era viziata e impregnata
dell’odore di sangue, sudore ed escrementi e la nuda pietra era, a stento, illuminata dalla tremula luce di una torcia
appesa in un angolo. Harry respirava a fatica, bloccato al muro da pesanti
catene che gli laceravano i polsi facendo colare rivoli rossi lungo le braccia
e costringendolo ad una posizione completamente
esposta a qualsiasi tortura. I suoi aguzzini gli avevano tolto ogni cosa: dalla
bacchetta, che giaceva spezzata a poco più di un metro da lui, ai
vestiti; solo i boxer gli erano stati lasciati e il suo corpo, visibilmente
provato e sofferente, era scosso da brividi continui per il freddo e il dolore.
Si sentiva la gola in fiamme per le troppe urla emesse e la barba, vecchia di
qualche giorno, gli graffiava il petto poiché non aveva più
nemmeno la forza di tenere la testa sollevata per guardare negli occhi i suoi
carcerieri. Non c’era un solo muscolo del corpo che non gli dolesse,
probabilmente aveva anche diverse ossa rotte e la
pelle, lacerata e scorticata praticamente dovunque, era imbrattata del suo
stesso sangue raggrumato e intriso del sudiciume di quel posto maleodorante.
Come una colata d’olio bollente, sentiva ancora bruciare su tutto il corpo la magia residua delle maledizioni che gli avevano
lanciato e la cicatrice, completamente infuocata, non aveva cessato un attimo
di fargli martellare il cranio. In piedi davanti a lui, ad
una manciata di passi, una figura incappucciata dalla postura rigida e altera
stava lì, avvolta da un mantello nero, a fissarlo silenziosa e
meditabonda.
Come hai potuto? All’inizio
è stata questa la domanda che non riuscivo a togliermi dalla mente. Non
riuscivo a dare una risposta a questo interrogativo che mi logorava l’anima.
Non riuscivo a darmi pace. Come tu, la persona che
diceva di amarmi e di conoscermi più di chiunque altro al mondo, avessi
potuto farmi proprio questo. A me. Non che io sia una persona speciale a cui riservare il trattamento con i guanti, sono solo una
persona che ti ha dato tutto se stesso, senza riserve, mettendosi contro tutti
e contro tutto per stare con te. Mio padre mi ha sbattuto fuori di casa. Ho
perso tutti i miei “amici”, se così si potevano definire.
Sono stato fortunato a non essere ammazzato dai Mangiamorte, poiché,
come tu ben sai, ero stato “promesso” al
Signore Oscuro, come suo servo fedele. Ed ecco come sono stato ripagato. Mi hai
tradito. E lo hai fatto nel modo più “completo” in cui
potessi farlo. Avevo chiesto a te, il mio unico, grande e vero amore, solo due
“cose”: sincerità e rispetto. Hai ragione, non sono cose da
poco. Ma io ne avevo bisogno. Ne avevo un bisogno
disperato. Ho passato tutta la mia vita tra bugie e soprusi. E tu lo sapevi.
Mio padre, alla mia nascita, aveva già deciso tutto per me: scuola,
amici, lavoro al ministero e
servire il Signore Oscuro. Tutto già prestabilito.
E mi hanno illuso di poter scegliere cosa fare per anni. Fino a sedici anni,
quando mi hanno avvisato che il tale giorno alla tale ora mi sarei
dovuto presentare al Suo cospetto per diventarne servitore. E tu eri lì con
me. E io mi sono scoperto e mostrato a te in tutta la
mia fragilità, aprendomi come non credevo avrei mai fatto con nessuno.
Hai vissuto ogni mio più intimo e profondo sentimento. Tutta la mia
rabbia. Tutto il mio dolore. Tutta la mia paura. E mi hai
detto “Non ti tratterò mai così! Mai!”.
Cazzate! Erano solo belle parole buttate lì! Per far bella figura! Tu,
con le tue manie da “grande eroe” dovevi sempre dire la cosa giusta
al momento giusto! Poi, invece, ti sei comportato come
loro, se non peggio! Mi hai mentito per due anni! Due anni su tre che siamo
stati insieme! E in questi due anni hai condotto una vita parallela! Con un’altra
persona! Tornavi a casa da me, ogni sacrosanta sera! Facevi l’amore con
me, mi guardavi dritto negli occhi e mi dicevi che mi amavi! Sospiravi il mio
nome, mentre ero fra le tue braccia, come se fosse una cosa rara e preziosa e io, stupido, mi illudevo di essere altrettanto prezioso
per te! Ma come hai fatto?! Io ti ho dato tutto!
Tutto! Cos’è, ti facevo pena?! L’hai
fatto per pietà?! Per il tuo spirito da buon
samaritano!?! Eh?! Sarebbe
bastato dirmelo. E io sarei sparito dalla tua vita.
Certo ci sarei stato male, è più corretto dire che avrei sofferto
come un cane, ma ti assicuro: nulla rispetto a ciò che sto provando ora.
Io mi fidavo di te. Eri l’unica persona a cui avessi
mai aperto il mio cuore! Te lo avevo donato senza riserve! E tu l’hai
gettato via. Per sempre.
Ma
non preoccuparti. Sopravvivrò. Non amerò mai più nessuno.
Solo me stesso. L’unica persona di cui posso fidarmi. E di questo sai, sembra stano, ma devo ringraziarti. Ero uno
stupido ragazzino presuntuoso e boccalone: mi hai detto “Ti amo” e
a me non sembrava vero, ero al settimo cielo. Ma ora sono
cresciuto. Anche grazie a te. Mi conosco di più. Conosco di più
il mondo che mi circonda. Sono più consapevole di me, dei miei
sentimenti e della linea sottile che divide l’amore dall’odio. Sono
più consapevole delle mie scelte.
Ma
non posso dimenticare. E non riesco a perdonarti tutto il male che mi hai
fatto. Non sono abbastanza forte, forse. Ma non
m’importa. Non posso cancellare dalla mia mente quel giorno maledetto,
quando l’ho scoperto. Avrei spaccato il mondo! Esattamente come il mio,
di mondo, che era appena andato in frantumi per colpa tua e soltanto tua. E
dalla tua bocca è uscito solo un semplice e banale “Mi
dispiace”. Ti giuro, ti avrei
ammazzato! Ti dispiace?! Di cosa?!
Di avermi distrutto?! Di avermi strappato via il cuore
dal petto?! Delle bugie?! Di
avermi tradito e preso per il culo per due terzi della
nostra storia?! O di esserti messo con me?! Di cosa
cazzo ti dispiace?!!
Ma
ora non voglio più perdere tempo. Ne ho già perso fin troppo con
te.
Draco
avrebbe potuto sputare tutto ciò addosso a Harry. Dolore, rabbia,
disprezzo, indifferenza? Ma non ne valeva neppure la pena.
Gli aveva già dato troppo. Nonostante le parole di scuse che il moro
continuava a rivolgergli, il biondo non aprì bocca. Si limitò ad incatenare lo sguardo col suo per qualche secondo.
La
piccola porta di legno massiccio cigolò sui cardini, annunciando
l’ingresso di una decina di individui, vestiti
come quello al centro della stanza, che si disposero lungo le pareti in modo da
lasciare libero il passaggio dall’entrata. Pochi istanti dopo apparve il Signore Oscuro con un sorriso maligno e soddisfatto che gli
increspava a malapena le labbra bianche.
-Spero
tu abbia finito, Draco.- disse il Lord con voce serafica poggiando una mano
sulla spalla del giovane.
-Sì.
Un’ultima cosa.-
Draco
tirò fuori dalla tasca del mantello una collanina d’oro con la chiusura
spezzata e un ciondolo recante un’incisione: Per
sempre. Gli era stata regalata dal moro per il loro primo anniversario
e Draco non voleva sapere se, quel giorno, la loro storia fosse già
diventata a tre o meno. Non avrebbe reso la situazione molto più grave
di così. L’unica cosa che sentiva, dentro di sé, era che
non aveva più senso ora, sempre che ne avesse mai avuto uno. Quando
aveva scoperto il suo tradimento, aveva avuto la sensazione che il filo di
metallo bruciasse la sua pelle come l’umiliazione lo bruciava da dentro e
si era strappato la catenina dal collo.
La
strinse fortissimo nel pugno destro, facendo sbiancare le nocche, poi la
lanciò in faccia ad Harry incurante del suo sguardo supplichevole. Si
voltò e con passo deciso si diresse verso la porta.
-Non
ti fermi a goderti lo spettacolo?- gli chiese sfacciato
uno dei Mangiamorte, facendolo arrestare per un istante.
-No. Grazie. Per me è già morto parecchio tempo fa.-
Fissò
per alcuni secondi gli occhi rossi di Voldemort, in
una sorta di sguardo complice, poi uscì dalla stanza e si
allontanò da quel buio sotterraneo ignorando i richiami di Harry. Non si
voltò mai indietro. Nemmeno quando un bagliore verde proveniente dalla
cella illuminò il corridoio alle sue spalle e spense per sempre le urla
dell’uomo che lo aveva cambiato per sempre.
Nota dell’autrice.
Ciao
a tutti!
Sono
di nuovo Stellina! In questi giorni sono stata particolarmente produttiva ^.^
Ecco
qui un’altra fanfic… questa volta un
po’ più cattivella! Spero vi sia piaciuta!
Ogni
commento è assolutamente ben accetto e molto gradito!
A
presto spero…
Buona
domenica!
Titti
^__^