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Autore: hilarouis    23/06/2013    2 recensioni
"Sorridi perché è solo un brutto giorno, non una brutta vita."
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrivò la bevanda di George, lui ringraziò la cameriera e la squadrò dalla testa ai piedi mentre si allontanava, sembrava quasi che le stesse guardando il culo ma ho preferito lasciar perdere, infine io non potevo dirgli cosa fare e cosa non fare.
-Allora George,  perché mi hai chiesto di uscire?- dissi incuriosita
-Volevo solo vedere come stavi- disse lui tra un sorso e l’altro.
-Ottimo, io sto bene, ora posso andarmene? Sai, ho cose più importanti da fare che stare con uno sconosciuto che mi ha fatto questo- e indicai il mio ematoma sulla fronte
-Io so così tante cose di te invece, non sei una sconosciuta per me- disse asciugandosi le labbra avendo finito di bere
-E cosa sai tu di me? Forse il mio nome?- dissi io dando per scontato che sapesse veramente qualcosa
-So che non ti sono indifferente.- disse ammiccando
-Credo di aver sentito male, cos’hai detto?- dissi io spalancando gli occhi
-Hai capito bene Veronica, non saresti uscita con me oggi- disse mentre rispondeva ad un messaggio
In effetti non aveva tutti i torti, da quando l’avevo visto in ospedale mentre dormiva quel ragazzo è rimasto sempre nei miei pensieri, ma non mi piaceva il suo carattere, quindi più di una conoscenza non sarebbe potuto esserci niente.
-Sono uscita con te solo per dirti che io non voglio conoscerti e poi dovevo fare colazione- mentii
-Allora vado a pagare e me ne vado- disse alzandosi
-Paga anche per me- dissi io alzandomi e dirigendomi dalla parte opposta
Uscii dal bar e un po’ mi pentii di quello che avevo appena fatto, ma come si permetteva di dire che non mi era indifferente? Presi il mio iPod e ascoltai la musica camminando verso casa finché  non trovai un ragazzo con il fiatone seduto su una panchina, assomigliava a George, si teneva la pancia con la mano, pensavo stesse male così mi avvicinai
-Va tutto bene?- dissi spostando la testa di lato per vederlo in faccia, alzò lo sguardo
-No, non è possibile- rimasi a bocca aperta, quello era George, perché era così?
-Ti stavo cercando, ma poi ha cominciato a farmi male la milza e mi sono dovuto sedere- disse lui sistemandosi i capelli
-Uhm, ok, adesso vado- dissi io rimettendomi le cuffiette ma lui mi bloccò, mi prese il braccio e si alzò così da coprire la mia figura con la sua
-Smettila di scappare, ti avevo detto che non ti avrei lasciato fuggire, io sono un ragazzo di parola- disse lui mentre i suoi occhi si facevano più scuri
-Non sto scappando, semplicemente non voglio conoscerti- dissi cercando di liberarmi dalla sua presa, fu inutile, era più forte di me.
-Si che lo vuoi, lo si vede nei tuoi occhi, poi stai tremando- disse lui ridendo leggermente, poi velocemente mi mise una mano sul cuore
-E il tuo cuore batte forte, e non trovare scuse, perché ti ho vista arrivare e stavi camminando, è solo perché sei con me- disse avvicinandosi pericolosamente a me
-Forse perché mi fai paura- dissi io spingendolo via con le mani
-Forse si, o forse no, comunque sia, non ti lascerò andare- disse lui, poi mi diede un bacio sulla guancia, era un bacio così dolce, innocuo, è stato bellissimo, è come se fosse stato uno dei primi baci della mia vita, poi quando tornai alla realtà mi resi conto che ero rimasta sola, così ripresi il mio iPod e tornai a casa.
Ormai era ora di pranzo e i miei genitori non erano ancora tornati così mi preparai una piadina da mangiare, accesi la musica e cominciai a canticchiare mentre preparavo il pranzo. Suonò il campanello e quando andai ad aprire non trovai nessuno, ma per terra c’erano un mazzo di rose, precisamente 14. C’era anche un bigliettino ma era anonimo.
‘’Queste rose sono 14 per un motivo, 14 come le ore che abbiamo passato insieme l’altra notte
 ’’
Cominciavo ad avere paura, sapeva anche dove abitavo, come diavolo faceva a saperlo?
Gettai nervosamente il biglietto cercando di dimenticare chi me l’avesse scritto, mi dispiaceva però buttare via quelle belle rose così le misi in un vaso e le nascosi in camera mia.
Il mio cellulare squillò, immaginavo già chi fosse, infatti avevo ragione, era George
-Piaciute le rose? x
 -Sì, ma non hanno fatto effetto caro
-Mi importa poco, stasera passo a prenderti alle 20.00 vestiti bene ;)
Non volevo uscire con lui per la seconda volta nella giornata, una parte di me già non lo sopportava più, ma l’altra era incuriosita da lui. Dopo mangiato andai a riposarmi, la testa ancora mi faceva male, ma riuscivo a sopportare il dolore, mi svegliai alle 16.00 andai a lavarmi, uscii alle 17.00 amavo le docce lunghe, erano rilassanti, avevo ancora 3 ore per prepararmi, avvolsi intorno al mio corpo un asciugamano che mi copriva fino alle ginocchia, andai in camera e svuotai praticamente tutti gli armadi per trovare un vestito che lo facesse rimanere a bocca aperta, per fargli vedere che quello che comanda solo perché è bello non è lui, perché io potevo dimostrargli tutt’altro. Trovai un abito verde acqua mai messo, arrivava a metà coscia, era perfetto per quell’uscita trovai poi da abbinarci un paio di scarpe con il tacco d’argento che si intonavano con il decoro che aveva il vestito nella parte superiore di color argento. Mi tolsi l’asciugamano e andai a prendere dall’altra parte della camera l’intimo, mi vestii e andai in bagno ad asciugarmi i capelli quando mi arrivò un altro messaggio. Era ovviamente George, ma cosa voleva?
-Di solito quando sono nudo chiudo le finestre o almeno tiro le tende, mi è piaciuto lo spettacolo a dopo x
Mi aveva vista nuda, cazzo. Sentivo le mie guancie bruciare, ero comunque una tipa timida e mi dava fastidio che fosse rimasto sotto casa mia per così tanto tempo. Cercai di dimenticare quel che era appena successo e appena finito di asciugare i capelli mi feci la piastra, nonostante i miei capelli fossero dritti mi facevo sempre la piastra per paura che qualcuno potesse dire qualcosa, i capelli erano l’unica cosa che mi piaceva di me così li curavo molto. Dopo essermi truccata e sistemata i capelli andai in salotto ancora con la maglia del pigiama, tanto erano solo le 19.00 sarebbe arrivato tra un’ora, così mi sedetti sul divano a guardare un po’ di TV giravo i canali senza una meta, pensavo solo a George e al fatto che mi avesse vista nuda, gli piace così tanto darmi fastidio? Invadere la mia privacy? Non sopporto la gente che sa troppo di me. Sentii suonare il campanello così andai ad aprire, pensavo fossero i miei ma questa volta mi sbagliavo, era George, appena aprii la porta lo vidi guardarmi con un fare lussurioso, mi squadrava dalla testa ai piedi, infine avevo solo una maglietta che copriva fino a metà gluteo.
-Sei in anticipo- dissi io un po’ irritata
-Lo so- disse lui
-Vado a vestirmi, aspetta qua- dissi cercando di allungare la maglia il più possibile ma mi prese le mani e le staccò dalla maglia
-Ti ho vista nuda, ricordi?- disse accennando un sorriso, quel suo fare non mi piaceva così gli tirai una sberla, non ne fu molto felice, la sua mascella si tese e mi prese i polsi
-Vatti a cambiare- disse fissandomi
Andai in camera mia, questa volta chiudendo la porta a chiave, mi tolsi la maglietta e indossai il vestito mi piaceva come mi stava, insomma io ero scura di carnagione e con un vestito verde acqua risaltava ancora di più, mi misi le scarpe e uscì dalla camera. Inizialmente George non si accorse di me, si era seduto sul divano di pelle nera a guardare la TV ma facendo finta di tossire attirai la sua attenzione, la sua risposta fu un ‘Wow’. Allungò la sua mano e io la accettai volentieri, la sua guancia era ancora leggermente arrossata a causa della sberla di prima ma gli stava bene, salimmo in macchina e lui fece tutto come fa un bravo ragazzo al primo appuntamento.
  
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