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Autore: hilarouis    23/06/2013    2 recensioni
"Sorridi perché è solo un brutto giorno, non una brutta vita."
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, George Shelley, Jaymi Hensley, JJ Hamblett, Josh Cuthbert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Non ti preoccupare, le cose non sarebbero mai andate avanti senza qualche imprevisto, me l’aspettavo, stai tranquilla piccola- mi scoccò un bacio sulla fronte, adoro tutte quelle sue parole rassicuranti, mi tranquillizzavano sempre, mi aveva fatto segno di sedermi vicino a lui, mi accarezzò i capelli, ormai sapeva che questo mi tranquillizzava
-Se vuoi puoi venire a stare con me, almeno per un po’- disse George bagnandosi le labbra, i suoi occhi brillavano, erano pieni di speranza, come se sperasse in unsi come risposta.
-Io non lo so George, sono ancora minorenne, come faccio con i miei genitori?- dissi io abbassando lo sguardo
-Oh dai, non dirmi che sono i tuoi genitori il problema, mi pare che tu non sia un gran problema per loro, insomma sei via da praticamente due giorni e non ti hanno nemmeno mai chiamata.- disse George gesticolando come un cretino, era agitato, forse pensava che i miei genitori fossero una scusa, ma non era così, erano comunque le persone che mi avevano messo in vita, non potevo abbandonarli, ma allo stesso tempo avevo tanta paura e sapevo che da George non sarebbe potuto succedere niente.
-E va bene George, aiutami a preparare le borse- dissi io prendendogli la mano e portandolo verso le scale
-Scelgo io cosa ti devi portare via- disse lui facendomi l’occhiolino
-Cretino- dissi io dandogli una leggera pacca sulla spalla. Entrai prima io in camera, era completamente sotto sopra, le tende erano strappate, il letto disfatto, i libri buttati per terra e tutti i miei vestiti gettati in tutta la mia camera.
-George, forse è meglio se non entri- dissi io abbassando gli occhi, delle lacrime stavano minacciando di scendere sul mio viso. Chi diavolo poteva aver distrutto la mia camera? E cosa voleva? Se era stato Harry cosa stava cercando? Gli avevo già ridato indietro tutto quello che mi aveva regalato. Ladri non ne potevano essere entrati perché non avevano rubato niente. Non capivo.
-Perché? Dai fammi entrare, non mi importa se c’è disordine, voglio solo preparare la valigia con te così poi puoi venire da me- mi sorpassò e aprì la porta, si girò verso di me, cercando disperatamente una risposta che non arrivò, le lacrime cominciarono a scendere ininterrottamente sul mio viso, mi accasciai a terra e George rimasi in piedi a guardarmi, entrò in camera ma non lo seguii, rimasi fuori a piangere, dopo un po’ di minuti che George era dentro decisi di vedere cosa stava facendo.
-George, ma hai sistemato quasi tutto- dissi io rimanendo scioccata da quella sorpresa, i libri erano al loro posto, il letto era rifatto e i vestiti erano tutti sopra esso sistemati per bene.
-Allora, ora che almeno i vestiti sono in ordine scegliamo?- disse lui porgendomi la mano, la accettai e mi avvicinai a lui, gli diedi un bacio al lato della bocca.
-Sei un angelo- dissi io appoggiando la mia testa sul suo petto.
-Ma cosa dici, vai a prendere una borsa- disse ridendo, mentre mi allontanavo mi diede un leggero schiaffo sul sedere, mi girai con una faccia tipo ‘George mi deludi’.
Tornai con un borsone enorme, di solito con quello andavo in viaggio con la mia squadra di pallavolo.
-Perfetto, io ho già scelto cosa ti porterai via, sei un po’ lentina- ammise lui accennando un sorriso
-Oh uff, ho solo cercato una borsa grande- dissi io buttando la borsa a terra
-Bene, ora piega queste maglie mentre io piego i pantaloni- disse lui porgendomi una pila di magliette, era così bravo e gentile, ogni tanto si avvicinava alle magliette piegate che appoggiavo sul letto e me le riapriva per dispetto, adoravo vederlo giocare con me, era proprio un bimbo.
-Abbiamo finitoooo- annunciò lui soddisfatto del suo lavoro
-Ora andiamo- dissi io cercando di andarmene il prima possibile da quella casa. George prese il borsone mentre io chiudevo le finestre e la porta
-Ora sei mia per davvero- disse lui senza guardarmi, era troppo impegnato a guidare
-E tu sei mio- dissi guardandolo, era così bello quand’era concentrato, era bello sempre, ma vederlo concentrato in qualcosa lo rendeva ancora più grande, era responsabile, sapeva quello che faceva e questo mi piaceva. A quella affermazione George sorrise ma non rispose. Arrivammo poco dopo all’appartamento di George.
-Casa dolce casa- dissi io scherzando mentre scendevo dalla macchina. George mi lanciò le chiavi di casa e andai ad aprire mentre lui andava a prendere il mio borsone che aveva messo nel porta bagagli.
Entrata in casa salutai i ragazzi che stavano giocando alla play e andai in camera, mi distesi sul letto e poi pensai di mandare un messaggio a Harry chiedendogli perché aveva ridotto la mia stanza così, mi rispose poco dopo.
-Stavo scopando e la mia biondina era un po’ aggressiva, ha fatto lei tutto quello, è stata una bella esperienza, dovresti farlo anche tu con quel frocio x- 
Questa fu la risposta di Harry, bastardo. Evitai di rispondergli, avrei fatto solo più casino, le lacrime cominciarono a scendere di nuovo, sembrava non volessero smettere, quelle parole mi avevano fatto male, la mia camera era sempre stata un posto dove io e Harry giocavamo, ci scambiavamo baci e stavamo insieme, non significava niente per lui quel posto? George arrivò, e vedendomi piangere gettò a terra il borsone e corse verso di me, mi prese in braccio e mi fece sedere sopra di lui.
-Che succede ancora?- disse lui guardando verso di me, non dissi niente, semplicemente gli mostrai il messaggio che Harry mi aveva appena mandato
-Bastardo- disse lui, mi prese il cellulare e cancellò il messaggio
-Tu non meriti tutto questo, non ti farà soffrire ancora- disse lui baciandomi il collo.
-Grazie, ora andiamo un po’ di la, voglio dimenticare questa giornata- dissi io alzandomi ed invitandolo a seguirmi.
  
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