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Autore: Vanny2003    23/06/2013    1 recensioni
Il suo cuore li avrebbe saputi riconoscere tra mille, ne era certa, anche se si assomigliavano tutti tantissimo visti dal punto in cui si trovava, ma il cuore non le avrebbe mentito.
Vide un bambino cadere sul terreno mentre cercava di acchiappare un suo fratellino. Sakura sporse il braccio in un gesto materno come se fosse stata al suo fianco, e non rinchiusa in quella stanza.
Genere: Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie, Contesto generale/vago
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NON MI FUNZIONA L' EDITOR Era una splendida giornata di primavera. Una splendida giornata, si. Sakura si mosse lentamente, come intorpidita da dolore, in direzione della finestra. Ancora barcollava, ma era comprensibile date le sue condizioni. Comunque doveva essere forte, non sapeva se avrebbe avuto un' altra occasione, nè quando lui sarebbe rientrato nella stanza. Non osò appoggiarsi al vetro nemmeno sotto la minaccia del suo equilibrio precario, ma era meglio così. Niente impronte. Sospirò e chiuse gli occhi, preparandosi alla gioia che avrebbe provato guardandoli. Sorrise teneramente tra sè lasciandosi pervadere da ogni genere di sensazione, un turbine di emozioni che sconvolgevano tutti i sensi, così reali e pressanti da farla star male. La stanza in cui alloggiava era al secondo piano di un edificio immerso nel verde. Alberi e tranquillità a perdita d'occhio, e un parco giochi per bambini dove un numeroso gruppetto di marmocchi si disputavano le giostre e le altalene. Sakura cercò di trattenersi il più possibile, ma il suo stato emotivo era diventato molto fragile. Una lacrima solitaria le corse lungo la gota imporporata dalla febbre mentre gli angoli della bocca si torcevano in un sorriso deformato dal pianto. - Piccoli miei - sussurrò. Da lontano sembravano così felici, così in salute... Si portò la mano sulle labbra per nascondere un gemito e cercò di aguzzare la vista verso di loro per notare un particolare, un segno qualsiasi che facesse fare al suo cuore la famosissima capriola nel petto. Il suo cuore li avrebbe saputi riconoscere tra mille, ne era certa, anche se si assomigliavano tutti tantissimo visti dal punto in cui si trovava, ma il cuore non le avrebbe mentito. Vide un bambino cadere sul terreno mentre cercava di acchiappare un suo fratellino. Sakura sporse il braccio di slancio eseguendo un gesto materno come se fosse stata al suo fianco, e non rinchiusa in quella stanza. Le dita urtarono il vetro tirato a lucido lasciando piccole macchie opache. La donna fremette tutta. - Non dovevi guardare fuori - La voce le giunse melliflua e fredda dietro di lei. Non aveva bisogno di girarsi, sapeva già che era lui. - Non ho saputo.... - Le parole le morirono in gola. Si sentì stupida e inutile. Di che cosa si stava scusando? Di cercare con lo sguardo i figli che le erano stati strappati al compimento del secondo anno di vita? Era forse troppo chiedergli che sapessero chi era la loro madre ? Sakura si girò in lacrime, nessuno ostacolo poteva più arginare il suo dolore. - Sasuke ti prego... ti prego... - lo supplicò affranta cadendo in ginocchio ai suoi piedi. - Ti prego... - singhiozzò apertamente. L' uomo si inchinò alla sua altezza , affondandole amorevolmente le mani tra i capelli e accarezzandoli come se fosse una bambina. - Schh,buona, non fare così. Stanno bene,lo sai che non farei mai loro del male. - le sussurrava amorevole instillandole nell' animo la certezza che li aveva perduti per sempre. Sakura sollevò il viso e lo fissò con odio. - Non mentirmi, tu li sacrificherai sull' altare del tuo orgoglio ! Non sono altro che pedine sacrificabili per te ! Io ti odio! Ti odio ! - gridò scagliandoglisi contro. Sasuke le bloccò con cattiveria le mani che aveva alzato contro di lui per colpirlo , e con un gesto fluido la prese in braccio cercando di contenere i suoi sforzi per divincolarsi. - No ! Lasciami! - Lui non diede segno di volerle dare retta, la condusse verso la vetrata della finestra più lontana e la obbligò a guardare di nuovo verso quei bambini. Sakura lottò ancora più apertamente quando si sentì premere contro la parete liscia e immobilizzare senza sforzo. - Hai ancora il fuoco dentro , per questo mi piaci tanto. - sussurrò al suo orecchio pericoloso e provocatore. -E ti dirò di più, mi piaci così tanto che voglio svelarti una cosa. Guarda bene Sakura , guarda bene quel bambino sotto l' albero , lo riconosci ? E' il figlio di Hinata .- La donna smise immediatamente di muoversi a quella affermazione. Sasuke fece scorrere la mano fredda sul suo viso per toglierle le lacrime silenziose che stavano scendendo senza sosta a quelle parole. -Lo so , non assomiglia molto a Naruto, ma ti garantisco che il carattere è identico - le spiegò con cattiveria. - Voi avete sterminato il mio clan. Adesso saranno i vostri figli a pagare per voi. - sussurrò letale. Sakura non osò muoversi, un dolore devastante le aveva tolto anche la forza di respirare. - Sasuke... ci sono anche i nostri figli lì in mezzo.... - sussurrò In risposta lui le baciò languido il collo, preludendo a quello che sarebbe avvenuto tra poco tra di loro. - Saranno sicuramente ottimi ninja - la rassicurò. - Adesso, andiamo ? - fece con impazienza. Sakura lo squadrò spaventata con lo sguardo nuovamente consapevole. - Aspetta... non e' ancora il momento, e' passata appena... ho appena avuto un figlio... - cercò di controbattere. - Karin ti ha visitata, e ha detto che sei di nuovo fertile - tagliò corto. Rimase gongolante a guardarla, ferita e vulnerabile mentre con orrore cercava di abituarsi ancora una volta all' idea. Gli Uchiha avevano vinto la guerra. Il mondo era in loro dominio, il genere umano era in loro dominio, e le donne erano tenute in vita unicamente per rifornire ogni centimetro di terra calpestabile con il frutto della loro progenie. Che altro importava dopotutto? - Non ci dovrebbero essere problemi, sai che se ti comporti bene non hai nulla da temere da me - cerco' di consolarla. - Non sono mai stato violento con te, cerca di calmarti - continuò accarezzandola piano per incoraggiarla mentre la sentiva tremare senza sosta . Vedendosela ancora tesa e impalata davanti quasi si fosse trasformata in una improbabile statua di sale, si lasciò sfuggire un sospiro di finto disappunto. - Sakura, Sakura - cantilenò pigramente. -Dopotutto sei stata tu a dirmi di amarmi
  
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