Tutti i colori li vedi più forti
{adesso che sai che ci siamo}

Una come te, se chiude gli occhi vede il mare,
senza andar lontano.

Aveva una gelateria in una stradina del centro, di quelle traverse così strette che nemmeno ci si passa, quando si percorre di fretta il corso. L’insegna era dipinta di un vivace color lampone, come il sapore dei suoi macarons preferiti e l’aroma dei ghiaccioli che confezionava personalmente.
Abitava nella mansarda sopra al negozio, trecentocinquanta euro di affitto spese incluse: una somma accettabile per lei che oltre a se stessa possedeva soltanto una bicicletta verde e la scatola di legno profumato che conteneva i suoi manoscritti. Era una scrittrice, lei. Faceva volare una penna sulle pagine bianche dei suoi quaderni e subito sulla carta liscia s’imprimevano come mille farfalle i volti di chi quel giorno aveva varcato l’entrata della gelateria.
Quella sera, però, era stato diverso. Era entrato un ragazzo, nell’ora di pranzo, una cuffietta che gli penzolava sulla maglietta gialla e uno zainetto sulle spalle; i suoi occhi chiari avevano vagato un po’ nella lista dei gusti disponibili, poi aveva chiesto un cono stracciatella e mandorla. C’era stato qualcosa in lui di strano e indecifrabile, e per la prima volta le parole non erano state sufficienti.
Era tornato la mattina successiva, e quando era stato il momento di consegnargli il resto, gli aveva detto:
    « Hai rubato le mie parole. Non mi era mai successo prima »
Chiunque l’avrebbe presa per pazza, ma lui, lui semplicemente sorrise e tirò fuori dal suo zaino un quaderno a spirale con un paesaggio nordico in copertina.
    « Eccole » le disse, porgendoglielo.
Lei lo aprì, e sfogliandolo ci lesse storie, promesse, viaggi e sentimenti. E capì.

Frida’s corner ~

Questa storia è nata per Martina - è a lei che piacciono i macarons e i ghiaccioli al lampone, è lei che dalle sue dita ispirate fa nascere farfalle meravigliose, è a lei che auguro di trovare un lui a cui piaccia il gelato alla mandorla e che riesca a rubarle le parole; e quindi va a lei l’enorme ringraziamento per avermi ispirata per questa cosa che ho scritto. Poi però, a storia terminata, mi sono accorta che questa è anche la mia, di storia, e chissà di quante altre anime come noi che sognano di incontrare un lui che tiri fuori un quaderno dal suo zaino e ci regali le sue parole.
E quindi è iniziato il classico panico da pubblicazione: tra il titolo da dare a questa storia e i generi da attribuirle, mi sembrava di non riuscire a definirla, tante erano le emozioni che portava con sé. Alla fine ho scelto come titolo una frase della meravigliosa “Ti porto via con me” di Jovanotti, e diciamo che esplicita un po’ il finale, in cui la nostra lei si rende conto che ora che non è più da sola le parole verranno molto più semplici, e le sue farfalle saranno coloratissime.
La citazione iniziale è invece tratta da un’altra splendida canzone, “Una come te” di Cesare Cremonini; con questa storia ho anche partecipato al Summer Writing Day indetto da 24 Hours of Fun: il prompt che ho usato è gelato.
Grazie, grazie di vero cuore a te che hai letto questa storia; ti auguro di trovare tutti i colori giusti per la tua vita.

Frida