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Autore: JovaDepp    23/06/2013    2 recensioni
Sono stata ispirata a questa storia da un sogno che ho avuto la notte scorsa con protagonista Nate Ruess. Se volete sapere di più, entrate :)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Though I know it I’m not
All that you got
I guess that I, I just thought
Maybe we could find a way to solve the crime
But our friend isn’t back
So let’s raise the tab
‘Cause I found someone to carry me home
We are young.

 
 
III Capitolo
Guardo Nate e con le lacrime agli occhi dico: ‘se n’è andata, Nate, per sempre. Se n’è andata’ e scoppio a piangere. Nate lascia Cloe e viene accanto a me, mi abbraccia, cominciando a piangere anche lui.
Poco dopo arriva anche l’ambulanza. I medici si avvicinano a noi e comincio ad urlare ‘Perché siete arrivati solo adesso? Dov’eravate? Abbiamo chiamato mezz’ora fa, l’avete fatta morire!’
Nate mi tira su, togliendomi da vicino a Cloe. Io comincio a piangere ancora più forte, non voglio staccarmi dalla mia amica. I medici la prendono da terra e la mettono sul lettino, poi la portano dentro e prima di partire chiedono una cosa a Nate. Si allontanano e intanto io continuo a fissare il punto dove prima c’era Cloe. È successo tutto in un attimo. Stavamo ridendo, giocando insieme e poi, in un solo secondo, è svanito tutto. Come può accadere una cosa del genere? Come si fa a perdere una persona importante così, in pochi minuti?
Poco dopo torna Nate e insieme andiamo a casa. Durante il tragitto gli chiedo ‘cosa volevano quelli?’
Na: ‘il numero dei genitori di Cloe’
Io: ‘perché?, non potevamo avvisarli noi che la loro figlia è…’
Na: ‘devono farlo per forza loro, perché noi abbiamo chiamato l’ambulanza.’
Resto in silenzio. Arriviamo a casa a mi tolgo quel vestitino, zuppo di sangue, e lo butto, non voglio più vederlo, non voglio più vedere niente che in qualche modo mi faccia pensare a Cloe, nemmeno questa casa. Prendo un pigiama e vado a farmi una doccia. Poi torno nel mio letto e prendo il cellulare. Sopra tutte le mie foto con Cloe, poi, non so perché, vado nella sezione “segreteria telefonica” e trovo tutti i messaggi che mi lasciava Cloe. Inizio ad ascoltarli, mentre piango. È passata poco più di un’ora dalla sua morte, ma già la sua voce mi manca. Quella voce così acuta, avrei sempre voluto farla stare zitta e invece adesso, adesso mi manca. Si sente già la sua mancanza in questa casa. Lei dava vita a questa casa e adesso è totalmente silenziosa. La odio!
Vengo distratta da questi pensieri da Nate che mi toglie il telefono di mano.
Na: ‘dormi un po’, starai meglio’
Io: ‘non starò meglio, Nate. Cloe non c’è e io mi sento morire. Una parte di me se n’è andata insieme a lei e io non ce la faccio a stare così’
Nate non dice niente, mi abbraccia solo. Si mette accanto a me sul letto. Sono tra le sue braccia e nonostante tutto riesco a dormire.
 
IL GIORNO SUCCESSIVO
Na: ‘Mary svegliati su, dobbiamo andare’
Mi sveglio con un sorriso, come se nulla fosse accaduto, ma quando ripenso alla sera prima mi vengono i brividi e gli occhi mi diventano lucidi.
Mi vesto in fretta, mettendo qualcosa di nero. Non metto trucco, ne aggiusto particolarmente i miei capelli, non riesco a fare tutto ciò. Prendo gli occhiali da sole di Nate, tutti neri, e insieme scendiamo.
Siamo in macchina, di fronte al cimitero.
Na: ‘pronta’
Lo guardo e faccio ‘no’ con la testa. Scende dalla macchina e arrivando alla mia portiera la apre per farmi scendere. Scendo e comincio a piangere, i miei occhi sono coperti dagli occhiali e così nessuno riesce a vedere che sono gonfi.
Il funerale comincia e Nate è sempre accanto a me. Vicino a Nate c’è la madre di Cloe, la signora Isabelle. Lei piange, come quasi tutti qui, ma non capisco le sue lacrime, dato che odiava così tanto sua figlia, tanto che le ha chiuso la porta in faccia quando lei, Cloe, aveva più bisogno di sua madre.
Appena finito il funerale tutti si dirigono a casa della madre di Cloe. Io guardo Nate e come quasi una supplica gli chiedo: ‘non andiamo ti prego, voglio tornare a casa’
Lui mi ascolta e insieme torniamo a casa.
 

*

 
Sono sul divano e continuo a fissare il vuoto quando sento bussare alla porta. Va Nate ad aprire e, quasi disgustato, dice: ‘sei tu’
Capisco, dal suo tono di voce, che è John, così mi alzo e vado da lui.
Jo: ‘mi dispiace per Cloe’
Io: ‘già’
Jo: ‘perché sei così fredda?’
E me lo chiede? Mi chiede perché tanta freddezza? Non solo non mi ha risposto per tre giorni interi, ma adesso viene anche qui e mi chiede perché sono fredda!
Comincio ad urlargli tutto questo quando lui mi interrompe e, quasi urlando, dice: ‘ehi calma, ho avuto da fare, non potevo risponderti’
Io: ‘c’era qualcosa di più importante della tua ragazza che aveva bisogno di te? C’era qualcosa di più importante della tua ragazza? Spiegami’
John non risponde e questo mi manda ancora di più in bestia!
Io: ‘senti John, finiamole qui,ok? Non mi va di continuare questa barzelletta. Cloe aveva ragione, Nate ha ragione, sei solo un buono annulla che non può mai e poi mai avere una storia seria!’
Jo: ‘dillo che mi stai scaricando perché hai un altro’
Ecco che gira la frittata e comincia a dire cose senza senso.
Io: ‘ma che stai dicendo? Come ti viene in mente che io stia con un altro. Non mi chiamo John Carter, mi chiamo Mary Smith e non sono una che tradisce a destra e a manca!’
Jo: ‘non ho detto che mi tradivi a destra e a manca, semplicemente che mi tradisci, anzi mi tradivi con una persona in particolare’
Io: ‘e chi sarebbe?’
John guarda Nate che intanto era entrato in stanza.
Jo: ‘lui!’
Io: ‘Nate?’
Na: ‘io? Guarda che ti sbagli amico, lei non è innamorata di me e non abbiamo fatto mai nulla, siamo amici’
Io: ‘guarda Nate che non ti devi scusare con questo verme, non devi dargli nessuna giustificazione! Pensi che io ti tradisca, o meglio ti tradivo?, bene! Continua a pensarlo, però fuori da casa mia, non farti più vedere!’
Jo: ‘bene!’
John se ne va e io sprofondo nel divano.
Na: ‘ehi, mi dispiace’
Io: ‘no Nate, non ti dispiace affatto, lo so. John non ti è mai piaciuto e in fondo sei contento che io e lui ci siamo lasciati.’
Na: ‘mi dispiace per come ti ha trattata, ti ha data della poco di buono.’
Io: ‘ah per questo ti dispiace!’
Na: ‘e già’
Sorridiamo, il mio primo sorriso dalla morte di Cloe. Nate mi da un bacio sulla fronte e mi dice ‘che ne dici di rispolverare la proposta che feci a te e Cloe?’
Io: ‘quale?’
Na: ‘quella di venire al prossimo tour con me!’
Io: ‘beh ma c’è tempo, ci vuole ancora un’altra settimana’
Na: ‘tu dammi la risposta adesso!’
Ci penso. In fondo potrebbe farmi bene staccare un po’ la spina e andare via con Nate, con la persona che di più amo al mondo. Quella per cui darei la mia vita.
Io: ‘sì’
Glielo dico con un sorriso stampato sulle labbra che è inevitabile che lui cominci a saltare per tutta la stanza e urlare ‘ha detto si, ha detto si’
Io: ‘ehi ehi calma, ho detto sì, che vengo con te in tour, non ho accettato di sposarti’
Lui si blocca, mi guarda strano, come non mi ha mai guardato in questi anni.
Na: ‘e se ti chiedessi di sposarmi? Accetteresti?’
Io: ‘tu non mi chiederesti mai di sposarti’
Na: ‘davvero? Vediamo!’
Arriva di fronte a me, si inginocchia e mi chiede ‘Mary Smith, vuoi diventare mia moglie?’
Comincio a ridere ‘tu sei matto’
Na: ‘però non mi hai risposto’
Io: ‘no, perché non hai l’anello di fidanzamento’
Na: ‘oh…’
Si rialza e mi dice: ‘un giorno avrò anche quello e ti chiederò di sposarmi come si deve’
Ci abbracciamo e poi andiamo a cena insieme, per distrarci un po’.
 
Sono pronta (http://www.polyvore.com/merlin/set?id=86683987). Nate ha prenotato per un ristorante dove si possono trovare solo coppiette. Vuole farmi distrarre e lo sta facendo bene.
Siamo al ristorante e la serata procede bene, tutto per il verso giusto. Quando finiamo di cenare Nate mi dice ‘vogliamo andare a prendere un gelato?’
Io: ‘a quest’ora? È quasi mezzanotte!’
Na: ‘e allora?’
Entriamo in macchina e ci dirigiamo verso la nostra gelateria preferita. Siamo di fronte alla gelateria e allora mi slaccio la cintura di sicurezza, convinta che ci saremmo fermati, ma Nate non lo fa, non si ferma.
Io: ‘Nate che fai? La gelateria è lì’
Na: ‘lo so!’
Io: ‘e allora perché non ti fermi?’
Na: ‘perché non è lì che dobbiamo andare’
Io: ‘e dove?’
Na: ‘ma perché fai sempre domande?’
Io: ‘te lo ripeto, sono una giornalista, è il mio lavoro fare domande!’
Na: ‘guarda che con me non sei al lavoro, quindi puoi anche evitare di fare domande’
Io: ‘ma io voglio sapere’
Na: ‘saprai, ma non adesso’
Mi arrendo, tanto so che dalla sua bocca non avrò alcuna notizia, anche se cercassi di togliergli le parole con le pinze.
Continua a camminare e io sono sempre più disorientata, fino a quando imbocchiamo l’autostrada e vedo scritto, dopo alcuni kilometri, il cartello “Aeroporto”
Io: ‘Aeroporto?’
Na: ‘vedo che sai leggere! Complimenti!’
Io: ‘non prendermi in giro. Perché stiamo andando in aeroporto?’
Na: ‘tu volevi venire con me in tour?’
Io: ‘e questo che c’entra con l’aeroporto?’
Na: ‘scusa come ci vai in tour tu? A piedi?’
Io: ‘scusa non sono una rockstar e non sono mai stata in tour’
Na: ‘scuse accettate’
Io: ‘adesso mi dici che dobbiamo fare?’
Na: ‘Dio come sei insistente! E va bene’
Io: ‘Alleluja’
Na: ‘abbiamo anticipato il tour di una settimana e quindi dobbiamo partire tra poco’
Io: ‘aspetta, aspetta, aspetta! Cosa?! E i miei vestiti? I miei libri? Il mio lavoro? Come faccio, me lo dici?’
Na: ‘ho sistemato tutto io, tranquilla. Le tue valige sono nel portabagagli, i libri lo stesso, con il lavoro ho sistemato tutto io. Ho detto che gli davi degli scoop sui Fun., però dovevi venire con noi in tour’
Io: ‘scusa mi dici dove lo trovo io un vostro scoop? L’unico scoop che potrei scrivere è: “Nate Ruess, il frontman dei Fun. è gay’
Nate scoppia a ridere!
Na: ‘lo scoop lo troveremo, tranquilla. Per il momento goditi il viaggio, al resto penseremo dopo!’
Non riesco a non ridere, anche se sono incazzata nera con lui. Poteva almeno dirmelo!
 
Siamo in aeroporto e stiamo facendo tutte le pratiche prima di salire sull’aereo, fino a quando ci troviamo vicini, io e Nate, seduti sui sedili dell’aereo che decolla, mentre insieme, fuori dal finestrino dell’aereo, vediamo le stelle e la luna che creano un meraviglioso spettacolo.
Na: ‘la vedi quella stella vicino alla luna, quella poco più luminosa di Lucifero, la stella che brilla di più?’
Eccola, la vedo!
Faccio di ‘si’ con la testa e lui tira fuori dalla tasca un pezzo di carta, lo apre e dentro c’è una costellazione.
Na: ‘ecco, quella si chiama Cloe.’
Scoppio a piangere. Sono lacrime di dolore, per la perdita di Cloe, unite a lacrime di gioia, per quella bellissima sorpresa.
Na: ‘così adesso tutti sapranno che in cielo c’è una stella di nome Cloe’
Lo guardo con gli occhi lucidi. Anche lui alza gli occhi per incontrare i miei, mi sorride. Il solito meraviglioso sorriso che mi ha sempre scosso.
Mi avvicino a lui e in pochi secondo la mia bocca è sulla sua. Ci baciamo. Non so perché l’ho fatto ma ne sentivo il bisogno di farlo. Una parte di me sentiva che doveva farlo. Forse, una parte di me pensava di essere innamorata di Nate.
 
Spazio per me.
Ecco a voi il terzo capitolo della mia storia. Ovviamente spero che questo capitolo vi piaccia. Ovvio non so nemmeno se gli altri due vi siano piaciuti, dato che nessuno ha recensito. Ma non per questo io smetto di scrivere. Speriamo che questa volta mi scriviate una piccola recensione, anche una critica mi va benissimo. 
Ciao :)

JovaDepp

  
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