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Autore: Katia R    23/06/2013    11 recensioni
Pre-5x19. SPOILER per chi sta vedendo la serie in italiano, su Sky.
Il weekend di Castle e Beckett sulla neve, interrotto dal "piccolo" incidente di Castle.
-Io e Castle staremo fuori per il week-end- disse a bassa voce.
-Oh oh!- esclamò Lanie sorridendo maliziosa scambiandosi uno sguardo divertito con Espo -E quando pensavi di dirmelo?- chiese scrutando l’amica che intanto era diventata leggermente più rossa -Lanie, Castle ha deciso tutto all’improvviso. Lo conosci!- esclamò sistemando altri fogli nel frattempo.
-E dove ti porta di bello?- chiese Lanie sorridente.
-Aspen. Andiamo a sciare- disse Kate senza riuscire a nascondere il sorriso che le si formò sul viso. Quando Castle glielo aveva proposto aveva subito accettato. Era da tempo che non sciava e poi voleva proprio rilassarsi insieme a lui.
Genere: | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Os - Caskett - None of them were you Ok, voi non sapete che parto con questa one-shot che poi non è tanto shot! XD ahahah
Allora, doveva essere il regalo di compleanno di Sofy [Sofy_m], che ha compiuto 17 anni il 28 aprile. Ovviamente io l'ho finita solo ieri sera! Periodo abbastanza nero per la scrittura...
Ad ogni modo...
Avevo detto a Sofy di scegliere tutto... Trama, scene che avrebbe voluto vedere e tutto... e inizialmente doveva essere una rossa, ma poi mi son detta "forse è meglio non farla rossa. Troppe rosse!", al che ho deciso di buttarmi sull'arancione, visto qualche scena più piccante, e che FORSE, e ripeto FORSE, più avanti potrei fare una "Missing moment" rossa, con tutti i momenti mancanti.
Ritornando alla storia, è uscito qualcosa più divertente/romantico che "piccante" : D
E' una pre-5x19, e parla del weekend di Castle e Beckett, quando vanno a sciare e Castle si rompre una rotula!
Penso che il titolo sia azzeccato per certe scene...
Un enorme grazie ad Elena! [LaniePaciock] Si è sorbita la storia in anteprima e mi ha dato un sacco di consigli utili! Grazie tesoro! :D Ti voglio bene!

Spero vi piaccia! Fatemi sapere! : )
Buona lettura!

AH! Quasi dimenticavo: c'è un "piccolo" omaggio a "I Puffi" :P adoro quegli omini blu! E Tontolone è il mio alter-ego! Così, quando leggerete di Castle, ci sarà un pezzetto di me in lui! :P ahahah





A Sofy,
scusa il ritardo.
Spero riuscirai a perdonarmi :P
Ti voglio bene, Sniper!


Kate Beckett da mezz’ora digitava velocemente sulla tastiera del suo computer. Era ormai sera e avevano da poco concluso un caso, e lei era alla sua scrivania, cercando di finire il rapporto. Dava continue occhiate all’orologio in basso sullo schermo, motivo per cui si ritrovava a dover correggere frasi che non avevano senso.
Lanie aveva appena finito il turno e stava andando da Esposito, per andare a cena insieme. Uscì dall’ascensore e si avvicinò alla scrivania del suo uomo -Ehi!- lo salutò.
-Ehi, chica!- esclamò lui stampandole un bacio sulla guancia.
-Lanie- disse Ryan sorridente, accennando un segno di saluto.
-Che cos’ha Kate?- chiese Lanie, accorgendosi del casino che aveva l’amica sulla scrivania e del fatto che si muoveva freneticamente.
-Non lo so! È da mezz’ora che fa così… scrive, cancella, mischia i fogli… sembra vada di fretta- disse Esposito facendo spallucce, afferrando la sua giacca.
Nel frattempo Lanie si avvicinò alla scrivania di Beckett -Ehi!-
Kate rialzò immediatamente lo sguardo -Lanie! Ciao… non ti avevo vista!- esclamò.
-Si, ho notato…- disse l’amica sorridente -Che succede?-
Beckett sospirò e distese le spalle -È che devo scrivere troppe cose e mettere in ordine e sono in ritardo! Tra circa tre ore ho l’aereo e…-
-Aereo?- chiese Esposito avvicinandosi.
-Si…- poi si guardò intorno -Io e Castle staremo fuori per il weekend- disse a bassa voce.
-Oh oh!- esclamò Lanie sorridendo maliziosa scambiandosi uno sguardo divertito con Espo -E quando pensavi di dirmelo?- chiese scrutando l’amica che intanto era diventata leggermente più rossa -Lanie, Castle ha deciso tutto all’improvviso. Lo conosci!- esclamò sistemando altri fogli nel frattempo.
-E dove ti porta di bello?- chiese Lanie sorridente.
-Aspen. Andiamo a sciare- disse Kate senza riuscire a nascondere il sorriso che le si formò sul viso. Quando Castle glielo aveva proposto aveva subito accettato. Era da tempo che non sciava e poi voleva proprio rilassarsi insieme a lui.
-Ma guardati!- esclamò Lanie con un sorriso ancora più grande -Sorridi come una ragazzina al primo appuntamento, non vedi l’ora di finire il tuo lavoro per passare il weekend con il tuo ragazzo, e nonostante la stanchezza sprizzi felicità da ogni poro! Quasi non ti riconosco più!- Kate la guardò e abbassò lo sguardo, sorridente -Beh, Lanie… Le persone cambiano- disse scrollando le spalle per poi guardare l’amica dritta negli occhi. Lanie ce li aveva lucidi. Si sentiva come la testimone di un miracolo. La sua migliore amica aveva finalmente ripreso la sua vita in mano, e questo grazie a Castle. Se ripensava alle discussioni avute per lui, a tutto quello che quei due avevano dovuto superare prima di riuscire a stare finalmente insieme, quasi si emozionava. Quella davanti a lei non era più Kate Beckett, la detective che non si fermava mai, che l’unica cosa che voleva era lavorare e trovare l’assassino della madre. No, adesso davanti a lei c’era solo Kate, la donna che aveva capito che nella vita il lavoro non è l’unica priorità, che il caso della madre un giorno riuscirà a chiuderlo definitivamente, non da sola, e che ha capito che doveva essere felice. E insieme a Castle lo è veramente.
-Becks!?- la voce di Ryan fece girare tutti e tre.
-Dimmi Kevin- disse guardandolo mentre si alzava.
-Jenny è con sua madre, farà tardi… e io non ho niente da fare. Posso occuparmene io di questo- disse indicando i vari fogli sparsi sulla scrivania. Kate schiuse leggermente la bocca -Davvero?-
-Si! Vai, Beckett! Goditi il tuo weekend e occhio a Castle… Lo sai, sarebbe capace di mettersi nei guai ovunque- disse facendo ridacchiare il partner -Si, infatti! Me lo immagino a rotolare in mezzo alla neve imbranato com’è!- esclamò Esposito guadagnandosi un’occhiataccia di Beckett mentre indossava il cappotto. Si sistemò e mentre Ryan stava per dire altro, Beckett lo ammonì con un dito -Ti ringrazio per il tuo immenso favore, ma se fate anche solo un altro commento sul mio ragazzo vi farete un doppio turno e lavorerete anche di notte!- esclamò soddisfatta.
-Uh uh! Il “mio ragazzo”! Che tenera Beckett!- la prese in giro Espo, ricevendo uno schiaffo dietro la nuca da parte di Lanie -Piantatela di fare i ragazzini!- esclamò per poi girarsi verso la sua migliore amica e sorriderle -Va' pure, tesoro. Buon divertimento!- esclamò facendole l’occhiolino. Kate scosse la testa divertita e si allontanò.
Lanie rimase a fissarla fino a quando non scomparve dietro le porte dell’ascensore -Tutto bene?- chiese Esposito vedendola assorta.
-Ma l’hai vista!? Non sembra nemmeno lei…- disse scuotendo leggermente la testa.
-Già. Beckett che molla il lavoro per farsi un weekend romantico con Castle. Dio, ma ci pensate!? Quattro anni fa lo avrebbe fatto fuori in ogni modo, e adesso stanno insieme- disse Esposito indossando la giacca, mentre Ryan si posizionava al posto di Beckett e continuava il lavoro lasciato a metà.
-Già! E io sono molto felice per loro. Da quando stanno insieme Beckett sorride più spesso e Castle è sereno, in forma!- disse Ryan.
-Ok, bro, noi andiamo! Buona serata!-
-Buona serata, Kev- disse Lanie sorridente.
-Grazie, anche a voi ragazzi- disse l’irlandese tornando a lavoro.

---
Kate arrivò nel suo appartamento circa mezz’oretta dopo. Finì di preparare la valigia e si infilò in doccia. Castle sarebbe passato a prenderla tra un’ora per andare all’aeroporto. Doveva ammettere che aveva un po’ paura. L’ultima volta che era andata a sciare era con i suoi genitori, prima dell’assassinio di Johanna. Kate non amava molto sciare, preferiva di gran lunga trovare un laghetto ghiacciato nei pressi e pattinare mentre la madre la guardava e la riprendeva con la telecamera. Aveva ancora in testa la sua risata quando, dopo una giravolta, lei era caduta sul ghiaccio, scivolando col sedere. Johanna aveva riso per cinque minuti buoni, mentre Kate riprendeva a pattinare, con il broncio. Da qualche parte doveva ancora avere il video…
Uscì dalla doccia e si avvolse un asciugamano attorno, tornando in camera da letto. Prese dall’armadio un maglioncino e un jeans. L’aria serale era un po’ fredda, nonostante la primavera fosse alle porte.
Puntuale come un orologio svizzero, Castle si presentò al suo appartamento, pronto a darle una mano con le valigie.
-Salve detective! Ti sono mancato, oggi?- chiese stringendola per la vita e stampandole un bacio.
-Uhm, ammetto che le tue strambe teorie mi sono mancate…- disse lei sorridente, riprendendo a baciarlo.
-Sei pronta?-
-Si, possiamo andare!-
-Cosa? Una sola valigia?- chiese sorpreso guardando prima il bagaglio della donna e poi lei. Kate inarcò un sopracciglio -Dobbiamo stare via solo un fine settimana, Castle!- esclamò.
-Pensavo che voi donne, anche per un fine settimana vi portaste dietro mezzo armadio!-
-Forse le tue ex, Castle. Ma io porto solo l’essenziale- disse lei sorridente. Castle sorrise di rimando e la baciò -La mia schiena te ne sarà grata!- esclamò facendola ridere. Lo scrittore afferrò la valigia e uscì dall’appartamento, seguito da Kate che si chiuse la porta alle spalle e girò la chiave nella serratura.
Una volta usciti dall’ascensore, Castle mise la valigia nel portabagagli mentre Kate salì dal lato del passeggero. Era una cosa che abitualmente non amava. Ma con Castle era diverso. Sentiva di poter essere semplicemente Kate, e lasciare che fosse lui a guidare. Tranne a lavoro. Era una cosa abitudinaria, ormai.
Quando Castle salì e mise in moto, Kate accese la radio e si rilassò lungo il sedile, sperando che nessuno li avrebbe riconosciuti. Non era ancora pronta a condividere la loro relazione con il resto del mondo.
Tre quarti d’ora dopo, più in ritardo del previsto a causa del traffico trovato per strada, arrivarono all’aeroporto.
-Castle, ti sei ricordato i biglietti, vero?- chiese la detective, preoccupata.
-Tranquilla! Ho tutto qui- disse lui sorridente, tirando fuori le valigie. Kate prese la sua e la trascinò.
Fecero il check-in e imbarcarono i bagagli, dopodiché si accinsero a raggiungere i controlli.
-Spero tu non abbia portato pistola e manette!- esclamò lui rivolgendosi a Kate. La donna corrucciò la fronte e scosse la testa -Per quale motivo avrei dovuto portarle?-
-Non so… per le manette avrei qualche idea- Kate gli diede una manata e gli lanciò un’occhiataccia. Nonostante tutto non riuscì a nascondere un sorrisino divertita.
-E poi pensavo che la pistola la portassi sempre con te!-
-Perché Castle? D’altronde conosco diversi altri modi per ucciderti…- disse mordendosi il labbro inferiore e lanciandogli quello sguardo malizioso che lo faceva impazzire, iniziando a togliersi la giacca di pelle, la catenina, il bracciale, l’orologio e le scarpe. Castle la guardò muoversi davanti ai suoi occhi e strinse il pugno tra i denti. Quella donna lo avrebbe ucciso. Anche senza una pistola.
Subito dopo i controlli, e dopo essersi nuovamente sistemati, raggiunsero il loro “gate”. Kate si sedette, in attesa, mentre Castle andò al bar. Ritornò dieci minuti dopo, con un giornale sotto il braccio e due bicchieroni di caffé nelle mani. Ne porse uno a Kate che gli sorrise -Grazie- disse iniziando a bere quel liquido caldo che tanto amava.
Castle si sedette accanto a lei e inizio a leggere il giornale, mentre lei tirò fuori un libro che teneva in borsa.
Trentacinque minuti dopo, in ritardo di qualche minuto, erano pronti all’imbarco. Kate posò il libro in borsa, mentre Castle le prese il bagaglio a mano e le diede il giornale per metterlo in borsa. Erano anche queste piccole cose che facevano felice Kate. Di condividere momenti come quelli di assoluta normalità di coppia.
Ringraziarono che nel sedile accanto a loro trovarono un simpatico vecchietto, e che dall’altra parte c’era una famiglia straniera. Kate allacciò la cintura e si rilassò. Chiuse gli occhi, appoggiandosi allo schienale. Castle la guardò e sorrise. Era il primo viaggio, non contando gli Hamptons, che avrebbero fatto insieme. Le prese la mano e lei riaprì gli occhi, guardando prima le loro dita intrecciate e poi il suo volto, sciogliendosi in un gioioso sorriso.
Scherzarono e parlarono sottovoce per quasi tutto il viaggio. Qualche tempo fa, la detective l’avrebbe trovato insopportabile, ma adesso era persa a guardarlo, con gli occhi che esprimevano solo un’immensa felicità. Chiunque li avesse visti poteva confermare l’amore che scaturiva anche da un solo sguardo.
Qualche ora dopo, arrivarono all’aeroporto di Aspen, dove ad aspettarli c’era già una Mercedes.
-Salve signor Castle, sono il vostro autista, Billy. Mr Kindle mi ha incaricato per accompagnarvi!- esclamò un uomo sulla quarantina, capelli brizzolati, barba incolta e baffi.
-Salve! Piacere- disse stringendogli la mano -Richard Castle e lei è Kate Beckett!-
-Piacere mio! Prego, accomodatevi!- esclamò aprendo la portiera posteriore. Kate salì per prima, seguita da Castle, mentre l’autista si offrì di mettere le valigie nel portabagagli.
Una volta entrato in auto, notò Kate che strofinava le mani su e giù per le braccia. Anche Castle se ne accorse e, prontamente, passò un braccio dietro le spalle della detective, attirandola più vicina. Lei gli sorrise e si strinse a lui.
-Non siete abituati a queste temperature, eh!? Accendo l’aria calda- disse per poi mettere in moto.
Dopo un quarto d’ora Kate cominciò a vedere una fila di chalet, distanti l’uno dall’altro e divisi da una “muraglia” di alberi maestosi.
L’auto si fermò pochi istanti dopo, davanti ad una specie di pensioncina. Castle scese per primo e porse la mano a Kate. Lei si guardò intorno e sorrise sentendo la neve sotto gli scarponcini. A New York aveva nevicato a dicembre, nel periodo di Natale, ma adesso era diverso. Amava l’aria di montagna. La cabina di suo padre in montagna era stata il suo rifugio per diverso tempo.
-Kate!?- Castle la distolse dai suoi pensieri. Lei si avvicinò a lui, dopo aver salutato Billy. Varcarono la porta insieme, e il vecchietto alla reception si alzò subito, raggiungendoli -Oh, Richard!- esclamò l’uomo abbracciandolo.
-George! Che piacere rivederti!- esclamò sorridente.
-Già! È una vita che non ci si vede- disse dandogli una pacca.
-Ho avuto parecchio da fare- disse lui scrollando le spalle.
-Oh, ma che maleducato!- esclamò l’uomo rivolgendosi a Kate -Piacere George Kindle!- esclamò. Kate allungò la mano, sorridente -Piacere mio, Kate Beckett!- Kate vide il vecchietto sulla sessantina girarsi di nuovo verso Castle -Quella Kate Beckett? La famosa Kate Beckett?- chiese.
-Ehm, si…- disse Castle e Kate non poté non notare il filo di rossore che gli aveva colorato le guance -Famosa?- chiese lei curiosa.
-Oh si! Richard è venuto qui circa un anno fa, l’ultima volta, e mi ha sempre parlato di te e…-
-Ok, stop! Basta George, non dire più nulla- disse Castle bloccandolo. Conosceva George e sapeva che sarebbe stato peggio di un fiume in piena se non lo avesse fermato.
-No, perché, Castle? Si stava facendo interessante- disse Kate sorridendo, divertita, per l’imbarazzo del suo scrittore.
-Quando vuole, detective!- esclamò George facendole l’occhiolino. Poi tirò fuori una chiave e la porse a Castle -Lo abbiamo tenuto come un gioiellino io e Caroline- disse.
-A proposito! Dov’è la tua splendida consorte?- chiese Castle.
-Oh, è dovuta andare a fare compere, ma tornerà a breve!-
-Beh, allora salutamela! Tanto prima di ripartire la vedremo sicuro- disse sorridente.
-Certamente! Divertitevi!- esclamò nuovamente l’uomo. La coppia lo ringraziò, gli rivolse un ultimo saluto e poi si allontanò.
-Dove stiamo andando? Non alloggiamo qui?- chiese Kate corrucciando la fronte, seguendolo. Castle le sorrise -Si, in un certo senso… ma nello chalet dei Castle- disse facendole l’occhiolino. Kate alzò gli occhi al cielo -Sei megalomane a tratti, lo sai!?- disse la detective, facendolo ridacchiare. Arrivarono due minuti dopo davanti ad un bellissimo chalet, illuminato da piccole lucine, quasi uguali a quelle dell’albero di Natale. Castle salì quei tre scalini che li divideva dalla porta e tirò fuori una chiave, dopo aver poggiato le valigie. Quando la porta si aprì, allungò una mano all’interno cercando l’interruttore. Le luci si accesero, dando all’ambiente un’atmosfera calda e accogliente. Kate si guardò intorno mentre Castle si inginocchio davanti al camino, per accenderlo. Quando si voltò a guardarla la trovò concentrata sulle pareti, sui mobili, dove vi erano delle foto di lui, di Alexis, di Martha, di lui e le sue due rosse preferite. Kate tornò per un attimo seria, pensando alle donne che avevano condiviso con lui anche questo chalet. Sapeva che per Castle stare con lei era diverso, ma a tratti era doloroso pensare di essere in un luogo dove già c’erano state altre donne insieme a lui.
-Tu sei la prima- disse lui, quasi a leggerle nel pensiero. Kate si voltò di scatto e corrucciò la fronte. Aveva espresso i suoi pensieri a voce alta? Ma poi sorrise. Era Castle. Lui sapeva come leggerle dentro.
-Le mie ex preferivano avere la colazione in camera, avere il trattamento di benessere. Insomma, essere servite e riverite- disse lui facendo una smorfia -E quando ti ho chiesto di partire, avevo già parlato con George, per chiedergli se era possibile stare qui, se ci fosse qualche problema. E poi te l’ho chiesto e ho pensato che tu non avresti voluto tutte quelle cose… a te non piace essere servita, ti piace renderti utile e non ami stare con le mani in mano così…- si fermò a guardarla. Kate lo stavo fissando con la bocca schiusa, stupita da quella rivelazione -Che c’è? Vuoi anche tu essere servita e tutto? Perché non ci sono problemi, posso far…-
-Va benissimo così, Castle- disse lei interrompendolo. Si guardarono per un istante e poi lei sorrise -Grazie- disse semplicemente, per poi avvicinarsi e abbracciarlo. Castle l’avvolse con le sue enormi braccia, facendole chiudere gli occhi, facendola sentire al sicuro, lontano dalle ingiustizie del mondo.


Dopo un rapido giro dello chalet, Castle aprì il frigo e si voltò verso Kate -George e Caroline hanno fatto anche la spesa! Tu preferisci cenare fuori, o...?-
-Direi di approfittarne e goderci questi due giorni completamente da soli, senza sguardi intorno- disse lei sorridente -Cuciniamo insieme?-
-Oh, detective! Lo sai che adoro cucinare insieme…- disse lui tirando fuori alcune cose. Kate fece il giro, raggiungendolo dietro il bancone, lo cinse per la vita e sorrise -Allora mettiamoci all’opera, chef!- esclamò schioccandogli un bacio sulle labbra e prendendo una teglia.
Iniziarono a cucinare, con la loro solita sincronizzazione. Erano rimasti increduli quando avevano cucinato per la prima volta insieme. Si muovevano così velocemente e perfettamente coordinati da rimanerne completamente spiazzati. Si sorrisero. Quella era solo la conferma che non solo avevano una buona “connection” sul lavoro, ma anche nelle piccole cose della vita di tutti i giorni.
Finirono di preparare la cena e misero la teglia in forno.
Castle prese da bere mentre Kate apparecchiò il piccolo tavolino di fronte al divano. Si sedette a terra, sui cuscini e sul tappeto mentre Castle si avvicinò con una bottiglia di vino rosso e glielo versò nel bicchiere, per poi sedersi anche lui accanto a lei.
-A noi due- disse lui facendo sbattere delicatamente il bicchiere con quello di Kate.
-A noi due- ripeté lei, per poi bere un sorso di quel liquido frizzantino.
-Sai, questo posto mi era mancato- disse lui poggiando il bicchiere sul tavolino e poggiando un braccio sul divano, alle spalle di Kate.
-Mi è sembrato di capire che non venivi da un bel po’- disse lei guardandolo.
-Già. L’ultima volta è stata due settimane prima che tu…- Castle si fermò, abbassando lo sguardo.
-Prima che io, cosa?- chiese lei, deglutendo.
-Prima che tu tornassi a lavoro. Tornassi da me…- Kate annuì silenziosamente, senza riuscire a dire niente. Sapeva che in quei tre mesi in cui erano stati lontani, in cui lei lo aveva allontanato, lui era stato male. Dal racconto avuto da Alexis, in un momento di confidenza, sapeva che si era ridotto uno straccio. Per settimane non aveva fatto altro che bere, rimanere in pigiama, seduto sul divano o coricato. Senza la voglia di scrivere o di fare altro. Solo quando Alexis e Martha lo pregarono, quasi in lacrime, che era arrivato il momento di andare avanti, lui aveva provato e ci era riuscito. Non avevano mai parlato di questo. Era stato un periodo buio per entrambi. Lei si era rifugiata nella cabina del padre, l’unico da cui accettava qualche aiuto in quel periodo.
-Kate!?- la richiamò Castle, destandola dai suoi pensieri -Tutto ok?- chiese vedendola assorta.
-Si. Si…- disse lei sospirando -È solo che ripensavo a quel periodo, al dolore che ti ho procurato non chiamandoti e…-
-Kate, è tutto ok- disse lui appoggiandole il braccio sulle spalle, e stringendola a sé -Non pensarci. L’importante è che adesso siamo qui, insieme…- disse lui accennando un dolce sorriso. Lei ricambiò e si avvicinò per stampargli un bacio sulle labbra.
Castle la tenne stretta a sé e cercò di approfondire il bacio. Lei lo lasciò fare e poggiò una mano sulla sua guancia, accarezzandogli la nuca con le dita.
Il timer del forno suonò proprio il quel momento, facendoli staccare malvolentieri. Castle sbuffò e si alzò -Se non c’è mia madre, Espo o Ryan, o il tuo cellulare… c’è sempre il timer del forno che può interromperci!- esclamò lui andando verso la cucina, mentre Kate ridacchiò. Castle preparò le porzioni e ritornò con i piatti in mano.
La cena passò tranquillamente, e senza interruzioni.
-Non vedo l’ora che arrivi il mio compleanno. Io, te e un bungalow con un vista spettacolare- disse Castle con lo sguardo sognante. Kate sorrise e bevve un altro sorso di vino -E un anno in più addosso- disse sfottendolo. Castle storse il muso, per poi mettere su quell’adorabile broncio che lei tanto amava. Gli prese il viso tra le mani e lo baciò dolcemente. Si inginocchiò per poi mettersi a cavalcioni su di lui, approfondendo il bacio. Castle si lasciò scappare un gemito di apprezzamento, mentre metteva le mani sopra i fianchi della donna.
-Che dici se…- Kate lo baciò dolcemente lungo la mascella -… se andassimo a fare una passeggiata?- Castle si staccò e la guardò -Cosa?- la guardò incredulo.
-Fa bene una bella passeggiata dopo cena…- disse lei alzandosi.
-Ma… anche fare attività fisica fa bene!- esclamò facendola ridacchiare. Gli allungò una mano e lui, sconsolato, l’afferrò, alzandosi -E va bene…-
-Dai, Castle… se fai il bravo al ritorno troverò il modo per riscaldarti…- disse lei maliziosamente, stampandogli un altro piccolo bacio sulle labbra, per poi indossare il cappotto, sotto lo sguardo sorridente e completamente innamorato del suo scrittore.
Una volta fuori, Kate notò che Castle cercò di prenderle la mano più di una volta nel breve tragitto percorso. Sapeva che erano piccole cose che una coppia faceva di norma, tenersi per mano, camminare abbracciati. Cose che loro dovevano fare di nascosto. Lontani da occhi indiscreti. Ma in quel momento, non le importava di nulla. Fece sfiorare le loro mani e poi gliela afferrò, facendolo voltare di scatto. Lo scrittore guardò le mani unite e poi rialzò lo sguardo, sorpreso, incontrandolo con quei due profondi occhi castano-verdi. Kate gli sorrise e strinse di più la mano, cercando di ridestarlo. Lui sorrise, con uno strano luccichio negli occhi e fece intrecciare le loro mani ancora più saldamente, riprendendo a camminare.
-E se qualcuno dovesse vederci?- chiese timoroso. Sperava che ricordandole che avrebbero potuto vederli non si tirasse indietro.
-Non importa, Castle. Voglio godermi il weekend e non pensare al resto- disse lei scrollando le spalle. L’attirò a sé e la baciò -Detective, riesci sempre a sorprendermi- disse, quasi con orgoglio.
-Penso che dovremmo andare a ringraziare George e Caroline per le splendide condizioni in cui ci hanno fatto trovare lo chalet e per la spesa- disse Kate una volta ripreso il cammino.
-Sono d’accordo con te. Andiamo!- esclamò lui salendo gli scalini.
-Oh mio Dio, Richard!- esclamò una donna un po’ paffuta, anche lei sulla sessantina come il signor Kindle, abbracciandolo.
-Caroline!- esclamò lo scrittore, ricambiando l’abbraccio caloroso. La donna si staccò -Fatti vedere! Sei dimagrito dall’ultima volta che ci siamo visti!- esclamò sorridente, per poi guardare Kate -E credo di capire anche chi è che ti mantiene così in forma- disse avvicinandosi -Tu sei Kate, vero?- chiese lasciando la detective basita -Si, sono io…- si voltò verso Castle -Non mi avevi detto che fossi così famosa da queste parti!- esclamò socchiudendo gli occhi. George e la moglie ridacchiarono.
-È un piacere conoscerti!- esclamò la donna, stringendole la mano. Kate ricambiò sorridente -Il piacere è tutto mio, signora Kindle!- esclamò lei.
-Oh, per carità! Chiamami Caroline!- e le fece l’occhiolino.
-Ok, Caroline- disse la donna sorridente. Castle osservò la scenetta sorridente, per poi riprendere a parlare -Volevamo ringraziarvi per la spesa e per l’ottimo lavoro nel tenere pulito lo chalet! Grazie…- disse lo scrittore.
-Si, davvero, siete stati molto gentili- disse Kate annuendo.
-Oh, ma figuratevi!- esclamò la donna -Accomodatevi!- e si sedette accanto al marito.
Piuttosto, Rick… c’è qualcosa che dovresti dirmi?- chiese la donna, alludendo a Kate. Lui ridacchiò e si sedette, girandosi a guardare Kate accanto a lui.
-Beh, stiamo insieme da quasi otto mesi…-
-Otto mesi? Wow! Ce ne avete messo di tempo allora, eh!- esclamò la donna.
-Si, ma ne è valsa la pena- disse lui, scambiandosi un altro sguardo con Kate.
-Siete un piacere per gli occhi! Siete così belli insieme!- esclamò Caroline, quasi emozionata -Sai Kate, l’ultima volta che lo vidi sembrava uno zombie. Sorrideva a stento, aveva sempre lo sguardo stanco, triste e…-
-Caroline, penso sia meglio non parlarne…- disse Castle tornando serio. Kate lo guardò per un attimo e poi si rivolse alla donna -No, Caroline, tranquilla. La storia la conosco già- disse mentre lo scrittore la fissava -Purtroppo ci siamo fatti del male a vicenda. E dopo che mi hanno sparato ho… faticato a lasciarmi andare- disse mentre si torturava le mani -Castle… Rick- disse usando il suo nome, come non succedeva spesso -Mi è rimasto accanto in ogni momento difficile- si morse il labbro e abbassò lo sguardo -In poche parole: si, ci è voluto del tempo ma… alla fine ho capito che valeva la pena tentare. E ho fatto bene. Adesso… stiamo bene- disse guardandolo negli occhi. L’espressione di Castle si distese in un dolce sorriso che gli increspò la pelle agli angoli degli occhi, cosa che lei amava. Poi lo scrittore allungò la mano e strinse quella della detective.
I signori Kindle rimasero qualche secondo a guardarli, testimoni anche loro adesso, di quell’amore che finalmente era sbocciato.
-Ma torniamo a cose più divertenti!- esclamò George battendo le mani e attirando l’attenzione -Dovresti sapere certi aneddoti divertenti di Richard!- esclamò.
-Oh, bene!- esclamò Kate mettendosi comoda, attenta alla storia.
-Oh, no. Ti prego, George!- disse Castle con una smorfia.
-Era Natale. Alexis aveva circa otto anni. Lei e Martha erano uscite per andare a fare un po’ di shopping, la conoscete Martha, no!?- dice strappando dei sorrisi ai presenti -Beh, aveva nevicato parecchio in quel periodo, ma Rick decise ugualmente di salire sul tetto per mettere delle lampadine. Voleva fare una sorpresa ad Alexis… Devo ammettere che ci riuscì benisimo!- esclamò ridacchiando -Lo ritrovarono penzoloni che chiedeva aiuto! Sono accorso a dare una mano e quando è sceso ricordo che le sue uniche parole furono ‘Devo andare a scongelarmi’. Era un ghiacciolo!- scosse la testa divertito al ricordo, la moglie ridacchiò e Kate guardò Castle scuotendo la testa. Al solito non sarebbe mai cambiato. Lui scrollò le spalle e sorrise. In cuor suo, Kate, sperava non cambiasse mai.
-Ebbe la febbre per diversi giorni, ma quando vide che Alexis era triste per via della madre, Rick si coprì per bene e la portò pattinare sul ghiaccio. Non era un professionista, e si capiva dalle diverse “ammaccature” dei giorni dopo, ma voleva far passare un pomeriggio felice alla sua bambina. Le insegnò a pattinare, con qualche difficoltà, si… ma a fine giornata Alexis era felice e a Rick bastava quello… è un padre meraviglioso e lo è sempre stato- disse infine il signor Kindle. Beckett sorrise e annuì -Lo so- disse guardandolo dolcemente.
-Oh, per non parlare di quando…-
-Ok, stop!- esclamò Castle sorridente alzandosi -Kate, non volevi fare una passeggiata!?- disse guardandola. Kate sorrise -Non so, Castle… trovo che questa discussione si faccia sempre più interessante!- esclamò divertita ricevendo in cambio una mezza occhiataccia da parte dello scrittore. Ridacchiò e si alzò anche lei, guardando i due coniugi -Ma credo che avremo altre occasioni- disse facendo l’occhiolino verso di loro, per poi girarsi verso Castle -Andiamo…-
-Ok. A presto! E smettetela di tirare fuori storie imbarazzanti su di me!- esclamò afferrando la mano di Beckett.
-Non ci contare troppo, figliolo- disse il signor Kindle quando stavano per uscire.
-A presto!- salutò Kate.
-A presto cara!- urlarono in coro i due coniugi. Quando uscirono, il marito si voltò verso la moglie che gli sorrise emozionata -Stavolta è quella giusta- disse prendendogli la mano. Il marito annuì soltanto e girò la testa dall’altro lato, intravedendo i due fuori dalla finestra.

-Simpatici!- esclamò Kate mentre avevano ripreso a camminare mano nella mano.
-Già! Soprattutto perché ti hanno raccontato aneddoti del mio passato, vero?- chiese divertito. Kate ridacchiò e si strinse al suo braccio -Beh si, anche per quello!- esclamò -Più che altro sono rimasta sorpresa dal fatto che sai pattinare sul ghiaccio- disse Kate -Non me lo hai mai detto- sorrise.
-Perché in realtà non so farlo! Ci avevo provato due, tre volte prima di all’ora. Ma non sapevo come consolare Alexis e portarla a sciare mi sembrava pericoloso per la sua età. Lo sai, sono un tipo apprensivo. Così ho fatto la prima cosa che mi passava per la testa… In realtà sono un disastro!- esclamò facendola ridere -Niente a che vedere con la campionessa che penso tu sia!-
-Oh, no. Non sono affatto una campionessa. Anche io prendevo le mie buone dosi di cadute! Una volta mi sono fratturata una spalla. Non chiedermi come perché non te lo saprei neanche spiegare… Però mi piaceva tanto- disse con lo sguardo perso in quei lontani ricordi. Castle se ne accorse e rimase in silenzio per qualche secondo.
-Ma sono bravo a sciare e a fare il “Tail grab”!- esclamò lui sorridente.
-Cos’è? Qualche salto spericolato?- chiese perplessa.
-Si. Ma non è proprio spericolato…- disse lui gesticolando -Te lo mostrerò- sorrise e lei ricambiò.
-L’importante è che non sia troppo spericolato! Ti voglio intero- disse lei stringendosi a lui.
-Che ne dici se… rientriamo?- chiese Castle fermandosi e girandosi verso di lei, cingendola per i fianchi -Avevo in mente un bel bagno caldo e poi di andare a letto. Sei stata tutto il giorno al distretto, sarai esausta- disse carezzandole la schiena con una mano.
-Si, è vero. Ma posso ancora resistere se vuoi continuare la passeggiata- disse lei sorridendogli dolcemente.
-Avremo tempo nei prossimi due giorni. Andiamo...- le prese la mano e in silenzio ritornarono allo chalet.
-Preparo il bagno- disse Castle dopo essersi tolto il cappotto.
-Io prendo il vino- disse lei.


Castle accese le candele profumate, poi aggiunse i sali all'acqua e aspettò che lei arrivasse.
Qualche secondo dopo, eccola con due bicchieri in una mano e una bottiglia di vino rosso nell'altra.
Lui si avvicinò subito prendendole i bicchieri e la bottiglia dalle mani, appoggiandoli su un tavolino accanto alla vasca. Ritornò da lei e la baciò -Vado a sistemare la cucina- disse lui lasciandole un altro bacio.
-Ci ho già pensato io. Piuttosto raggiungimi dentro la vasca- disse con voce maliziosa togliendosi il maglioncino. Si slacciò il bottone del jeans e li lasciò cadere ai suoi piedi. Castle ci mise qualche secondo per riprendersi dalla visione, dopodiché iniziò a togliersi i vestiti anche lui, un po' goffamente.
Kate si tolse gli ultimi indumenti e delicatamente entrò dentro la vasca, aspettando l'arrivo del suo scrittore.
Castle la guardò incantato per qualche secondo. Nonostante fossero passati mesi, gli risultava difficile abituarsi alla vista di Kate completamente nuda, davanti a lui. Sospirò, sorridendo, e poi entrò anche lui nella vasca, dietro di lei. Lei si spostò, permettendogli di mettersi comodo. Dopodiché si appoggiò al suo ampio petto e sospirò mentre lui l'avvolgeva con le sue enormi braccia.
-Cosa mi dici del caso?- chiese accarezzandola.
-Ti sarebbe piaciuto! La colpevole era la colf- disse lei sorridente, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa sulla spalla, nell'incavo del collo.
-Oh, no! Mi sono perso un caso interessante, vero!?- esclamò lui facendo una smorfia.
Lei ridacchiò e gli stampò un bacio sul collo -Uhm, forse...- disse infine facendolo sbuffare leggermente -Ma io stavo programmando il nostro viaggio!- esclamò in tono lamentevole. Kate non smetteva di sorridere. Improvvisamente, dopo una lunga giornata di lavoro, la stanchezza sembrava essere sparita. Si rilassò completamente tre le braccia di Castle, sotto il suo tocco delicato. Sospirò e chiuse gli occhi.
-Stavo pensando al nostro viaggio a Bora Bora- disse Castle.
-Cosa stavi pensando esattamente?- chiese Kate.
-Noi due, da soli, lontani dal resto del mondo. Un bungalow, un'atmosfera tropicale, una pace paradisiaca, sole, mare. Io che ti spalmo la crema solare dopo che tu l'hai passata a me, e poi...- si fermò, Kate alzò lo sguardo -E poi?-
-E poi... mettono il succo di cocco dentro una vera noce di cocco!- esclamò eccitato come un bambino a Natale. Kate scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi all'espressione di Castle -Oh mio Dio- continuò a ridere senza fermarsi e Castle sorrise completamente rapito dalla sua risata.
-Sai, Castle... mi avevi quasi convinta che sarà un viaggio fantastico... ma ci sto ripensando dopo questa cosa delle noci di cocco...- disse lei sorridente.
-Mi dispiace, ma ormai i biglietti sono fatti! E poi... c'è un altro scenario che sono sicuro che ti farà cambiare idea...-
-Ah si!? Quale?-
-Io e te- una mano di Castle iniziò a carezzarle il bacino -In acqua- Kate chiuse gli occhi sentendo la mano scendere più giù -Al chiaro di luna- Castle iniziò a lasciarle una scia di baci lungo tutta la spalla, il collo -Senza vestiti...- disse ancora, mordendole il lobo dell'orecchio, facendole emettere un gemito gutturale -A fare l'amore sotto le stelle- un altro bacio sul collo e la mano tra le sue pieghe -Con te aggrappata a me, che ti stringo forte e...- Castle non riuscì mai a finire quella frase, perché Kate gli catturò le labbra in un bacio appassionato che stava riscaldando l'acqua, ormai tiepida. Castle cercò di approfondire il bacio e Kate glielo permise, mentre le dita di Castle le procuravano piacere. Dopo l'ennesimo gemito, si staccò e si alzò, uscendo dalla vasca, per poi girarsi verso Castle e allungargli una mano -Te l'ho mai detto che... nella mia lista di cose da fare c'è “fare l'amore davanti al camino”!?-
-No, detective. Ma... sono ben felice di esaudire uno dei tuoi “desideri”- disse prendendole la mano e uscire anche lui, gocciolante. Kate si morse il labbro, godendosi la vista del suo scrittore completamente nudo e già pronto per lei, mentre goccioline d'acqua gli accarezzavano la pelle. Castle afferrò gli asciugamani lì vicino e ne porse uno a lei -Così non sgoccioliamo in giro- disse sorridente.

Dopo che Kate aveva sistemato il bagno, raggiunse Castle, ritrovandosi davanti uno scenario romantico, creato dal suo scrittore. Davanti al camino aveva disteso una grande coperta, aveva accesso delle candele intorno, quasi ricreando la stessa atmosfera nella casa negli Hamptons, e il camino scoppiettante rendeva l'atmosfera ancora più romantica.
Castle si girò e l'ammiro avvolta da solo quell'asciugamano, alzò in aria un bicchiere di vino e le sorrise -Ti unisci a me?- chiese alzando le sopracciglia in modo suggestivo. Kate si morse il labbro inferiore e si avvicinò sempre di più. Prima di sedersi a terra accanto a lui si tolse l'asciugamano che finì a terra. Gli occhi di Castle divennero più scuri, e il cuore batteva sempre più forte, come ogni volta che si mostrava così a lui. Kate si inginocchiò e allungò la mano per prendere il bicchiere -A noi due- disse con uno scintillio negli occhi. Castle sorrise e dopo aver preso un sorso, posò il bicchiere e allontanò anche quello di Kate, per poi tornare a guardarla -Inizia a spuntare quella casella, detective. Stasera ho tutta l'intenzione di far vergognare il camino che si sentirà troppo freddo in confronto a noi due che facciamo l'amore- si avvicinò sempre di più mentre Kate ridacchiò. Castle adorava sentirla ridacchiare. Era sempre una cosa che lo sorprendeva, nonostante tutti quei mesi insieme.
Le stampò un bacio sulle labbra. Poi la guardò e sorrise prima di riavvicinarsi e baciarla con più passione. Kate sospirò nel bacio e si lasciò distendere lungo la coperta. Le labbra di Castle iniziarono a baciare ogni strato di pelle. A tratti coinvolgendo anche la lingua, leccando le goccioline che ancora erano sul corpo e facendola gemere. Ogni volta che facevano l'amore Castle venerava il suo corpo. Era come se la vedesse per la prima volta e la faceva sentire amata.
-Mi chiedevo... sarai disposta a spuntare qualche casella della mia lista?- chiese Castle dopo l'ennesimo bacio. Kate sorrise e fece finta di pensarci -Non so, Castle... conoscendoti potresti chiedermi di voler andare su Marte, oppure di iniziare una relazione a tre con un alieno...-
-Allora ammetti che esistono!- esclamò Castle esaltato. Kate alzò gli occhi al cielo -Era solo per dire, Castle! Gli alieni non esistono!-
-Potrei esporre diversi casi che dicono il contrario ma...- lanciò uno sguardo lussurioso al corpo della detective e sfilò il proprio asciugamano, mostrandosi a lei -In questo momento preferisco far altro- disse ricominciando a baciarla e a carezzare quel corpo vellutato con le sue enormi mani.
-E per la cronaca...- disse lui guardandola -Tu sei mia!- esclamò con un mezzo ringhio, ritornando a baciarla, mentre lei sorrideva. Si, era sua, e le andava benissimo così.
Non c'era più spazio per gli scherzi, non c'erano più risate nell'aria. C'erano solo sguardi, tocchi sensuali, esplorazioni lente dei loro corpi. C'erano gemiti, sospiri, gli schiocchi dei loro baci. I loro corpi incastrati, pelle contro pelle. Era più di unione di corpi. Era un completarsi a vicenda.
Continuarono ad amarsi per tutta la notte, un round dopo l'altro, senza neanche badare il camino che si affievoliva sempre di più, fino a quando non rimasero solo le candele ad illuminare, con la loro fievole luce, i loro corpi sudati, aggrovigliati tra loro.


Era mezzogiorno e Castle andava avanti e indietro per il cucinino, cercando di non fare rumore. Lanciò un'altra occhiata a Kate, ancora aggrovigliata nel lenzuolo, a pancia in giù sulla coperta distesa a terra, profondamente addormentata. Sorrise e riprese a cucinare. Era raro vederla dormire a quell'ora.
Aveva acceso nuovamente il camino. Il clima era freddo e non voleva rischiare di farla ammalare. La detective Beckett non può permettersi di stare male. Sorrise a quel pensiero e si avvicinò a lei.
-Kate?- la richiamò dolcemente, inginocchiandosi accanto -Kate?- riprovò. La donna si mosse leggermente, sospirando. Castle le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si chinò per lasciarle un bacio vicino alle labbra.
Quattro anni fa sicuramente avrebbe riso e  pensato che fosse impossibile che Kate Beckett, la detective più temeraria e testarda di New York, potesse approfittare delle vacanze e dormire fino a mattinata inoltrata.
 -Ehi, bella addormentata... è mezzogiorno- disse con un sorrisino dolce. Non riusciva a non sorridere a quella visione. Lei iniziò a muoversi e iniziò a sbattere le palpebre. Si concesse anche lei un sorriso alla visione del suo uomo con solo addosso un paio di boxer -Mmm, buongiorno- riuscì a biascicare. Poi il sorriso scomparve e si alzò di scatto -Aspetta... hai detto mezzogiorno!?- spalancò gli occhi e non si accorse che nell'alzarsi aveva spostato il lenzuolo. Castle la fissò e schiuse la bocca, non riuscendo ad emettere nessun suono. Avevano fatto l'amore più volte durante la notte ma in quel momento voleva farla sdraiare di nuovo e amarla ancora una volta. Non ne aveva mai abbastanza di lei.
Kate si coprì subito e arrossì -Castle! Chiudi quella bocca o ti ci entreranno le mosche!- esclamò. Era adorabile che nonostante tutti quei mesi insieme, si imbarazzasse ancora sotto il suo sguardo.
Lui distolse lo sguardo e ritornò a guardarla negli occhi -Ehm... si, detective. È mezzogiorno. Ho preparato il pranzo ed è pronto. Ti va se mangiamo qui?- chiese indicando a terra. Lei sorrise e annuì -Ma prima devo andare in bagno e darmi una sciacquata...- si stava per alzare ma lo guardò -Mi sembrava che avessimo stabilito di non lasciarmi dormire fino a tardi- disse riducendo gli occhi a due fessure. Castle aprì e chiuse la bocca un paio di volte, cercando una giustificazione -Ah, io... ehm... ecco, eri così stanca ieri sera e... durante la notte non... non abbiamo riposato molto, ecco. Quindi... non... ho pensato che...- Kate sorrise divertita. Dio, amava quell'adorabile uomo davanti a lei.
-Castle, respira!- esclamò ridacchiando -Stavo scherzando. Piuttosto...- sorrise -Grazie- disse dolcemente stampandogli un bacio, prima di avvolgersi il lenzuolo intorno al corpo e alzarsi per andare in bagno -Inizia a portare il cibo per il nostro pic-nic casalingo, intanto- disse lei dopo qualche passo. Castle la guardò scomparire verso la camera da letto e si alzò sorridente. Avrebbe mai smesso di sorridere con lei intorno? Sperava vivamente di no.

 Passarono cinque minuti prima che Kate tornasse a sedersi sulla coperta, accanto a lui.
-Mmmm, che profumino!- esclamò Kate stampandogli un veloce bacio.
-Assaggia, è una delle mie specialità- disse porgendole un boccone con le dita. Kate indugiò più del dovuto con le labbra intorno alle sue dita -Kate...- l'avvertì lui. Le si allontanò e iniziò a masticare con un sorrisino malizioso sulle labbra.
-Devo dartene atto, Castle. È davvero squisito!-
-Non avevo dubbi!- esclamò lo scrittore gonfiando il petto teatralmente, orgoglioso. Kate alzò gli occhi al cielo, divertita -Assaggia anche questo- disse Castle porgendole un boccone di un'altra sua specialità -E ci sarà anche il dessert alla fine- disse soddisfatto.
-Oh, bene! L'importante è che non si tratti di qualche tuo nuovo esperimento. Quelli mi mettono davvero paura- disse lei divertita dal broncio di Castle -Non sai apprezzare le cose nuove- disse fintamente offeso.
Tra un boccone e un bacio, continuarono a divertirsi e a scherzare -Sai- disse Kate ad un certo punto, finendo di masticare -Da uno che cucina “smorelettes” mi aspettavo di peggio...- disse cercando di non ridere all'espressione sconvolta di Castle.
-Beckett, mi ferisci!- esclamò portandosi una mano al petto, come un attore melodrammatico.
-Beh, Castle... cosa posso fare per lenire il tuo dolore?- chiese cercando di stare al gioco. Il sorriso che comparve sul viso dello scrittore le fece capire che le sue intenzioni non erano caste e pure. Lo scrittore spostò i piatti di lato e si avvicinò, baciandola lentamente. Appoggiò la fronte a quella della donna e sorrise -Va meglio?- chiese Kate ricambiando il sorriso.
-Uhm... non proprio...- disse Castle sospirando. Si staccò da lei e si alzò per andare a prendere qualcosa in cucina. Tornò da lei con una bomboletta di panna spray -Sei pronta ad esaudire uno dei miei desideri?- chiese tornando a sedersi.
-Pensavo di aver già esaudito questo tuo desiderio. Due mesi fa. Ho sentito l'odore di panna sul mio corpo anche dopo essermi fatta la doccia- disse lei divertita.
-Ma Kate... non l'abbiamo mai fatto davanti al camino, però!- esclamò esaltato, sorridendo. Kate si morse il labbro inferiore, cercando di non ridere. Poi si rimpossessò delle labbra dello scrittore, si mise a cavalcioni su di lui e cercò di approfondire il bacio. Si staccò di poco -Sei sicuro che non vuoi mangiare il dolce che hai preparato, prima?- chiese in un sussurro.
-È quello che sto facendo- disse lui sorridente, riprendendo da dove avevano interrotto. Non erano ancora sazi. Le loro lingue e i loro corpi si muovevano come se si cercassero da tempo. Come sempre.


Dopo una doccia veloce si prepararono ad uscire per fare una passeggiata e raggiungere la pista per sciare.
-Odoro di panna in alcuni punti!- esclamò Kate sospirando. Castle le cinse i fianchi da dietro e appoggiò le labbra sulla sua spalla nuda -Mmm... panna e ciliegie. Combinazione perfetta- disse facendola voltare verso di lui per baciarla.
-Anche tu sai di panna, Castle- disse a pochi centimetri dalle sue labbra, per poi baciarlo di nuovo.
Finirono di prepararsi ed uscirono. Kate rabbrividì per un attimo, percependo il cambiamento di temperatura.
-Tutto ok?- chiese Castle. Lei annuì e poi passò un braccio dietro la schiena dello scrittore, lasciandolo nuovamente sorpreso -Cosa, Castle? Ho freddo. Ho bisogno di qualcuno che mi scaldi- disse lei cercando di non arrossire. La verità era che voleva solo che camminassero abbracciati, come una normale coppia. A New York non era possibile, qualcuno avrebbe potuto vederli e sarebbero finiti su qualche giornaletto di gossip, ma lì non doveva preoccuparsi. Castle le aveva assicurato che non ci sarebbero stati paparazzi nei dintorni.
La donna sentì il braccio di Castle dietro le spalle, abbracciandola e alzò lo sguardo per incontrare il suo viso, sorridente ed emozionato. Bastava così poco per renderlo felice.

Kate doveva ammettere che da tempo non si divertiva così. Lei e Castle avevano deciso di fare una piccola passeggiata prima di andare a sciare. Erano ancora lì, a rotolarsi insieme sulla neve.
Lei aveva le guance rosse per il freddo e non riusciva a smettere di ridere. Castle sulla neve era peggio dei bambini. Era scivolato una volta, poi una seconda, poi una terza e si era trascinato anche lei. Da quel momento rimasero a terra, lui sdraiato sulla neve, lei sopra di lui. E rotolavano come due bambini. Quando si rialzarono Kate inizio a correre, prese una manciata di neve in mano e colpì lo scrittore -Kate!- esclamò lui fintamente scioccato -Sono caduto già tre volte!- ma sarebbe caduto volentieri altre volte pur di vedere quel sorriso, pur di sentirla ridere.
-Devo preoccuparmi? Forse è meglio non farti andare sugli sci- disse lei avvicinandosi, sempre con un sorriso divertito sulle labbra -Sono molto stabile sugli sci! Chiedilo ad Alexis!- esclamò fiero.
-Va bene. Ci credo. Però conviene andare, prima che inizi a fare buio- disse prendendogli la mano.
-Cosa c'è, detective? Ha paura del buio? Ci sono io...- disse attirandola a sé e stampandole un bacio.
-Lo dico per te, Castle. Se inciampi in pieno giorno, figuriamoci al buio!- esclamò sfottendolo. Castle fece una falsa risata -Non è divertente- disse.
-Dipende dai punti di vista- disse lei mordendosi il labbro, divertita.


-Allora? Che mi dici, Kate? Ammetti che sono bravo!- esclamò preparandosi per un'altra sciata.
-Si, Castle... devo ammettere che non vai tanto male!- disse la detective sorridente.
-Adesso ti mostrerò il mio grandioso “Tail grab”- disse Castle preparandosi.
-Ok... fai attenzione, Castle- disse lei.
Successe talmente così veloce che quasi non se ne rese conto -Oh mio Dio! CASTLE!- urlò in preda al panico. Si tolse velocemente gli sci e corse verso di lui, a terra, che si lamentava.
-Oh Dio... Castle!? Castle, stai bene?- chiese preoccupata inginocchiandosi accanto. Fu in quel momento che si accorse che c'era del sangue sulla neve -Oh mio Dio- disse vedendo la scheggia di legno dentro la gamba. Lo scrittore urlava e si teneva il ginocchio -Il ginocchio, Kate! Il ginocchio! La gamba...- un lamento che le squarciò il cuore -Va tutto bene, Castle. Adesso chiamo i soccorsi!- esclamò Kate afferrando il cellulare. Solo in quel momento si accorse che stava tremando. Vederlo cadere e sentirlo lamentarsi così le aveva bloccato il fiato, e il cuore aveva perso un battito. La vista del sangue di certo non aiutava.
Quando i soccorsi risposero, Kate iniziò a raccontare l'accaduto, incespicando in alcuni punti, mentre con una mano accarezzava il viso di Castle. Quando chiuse la chiamata, rimise il cellulare in tasca e gli prese il volto tra le mani, accarezzandolo -Va tutto bene, Castle- disse in un sussurro dopo l'ennesimo lamento di dolore.
A Kate sembrava essere passata un'eternità quando i soccorsi arrivarono. Lo sapeva che la sua paura era stupida e irrazionale. Castle probabilmente aveva “solo” il ginocchio rotto. Ma l'aveva visto fare un volo e atterrare in malo modo, e il cervello le si era scollegato del tutto. Dio, che paura.
-Lei è la moglie?- chiese uno dei soccorritori.
-No, io... io sono... la fidanzata!- esclamò mentre il suono di quella parola le risultava strano. Non avevano mai stabilito un ruolo. E presentarsi come la sua “ragazza” le sembrava una cosa da adolescenti. Non erano effettivamente fidanzati, ma le sembrava il nome può adatto in quel momento.
-Ha sbattuto altro, oltre il ginocchio?-
-Io... Io non lo so! È stato tutto così veloce. Ha fatto un salto ed è caduto in malo modo e...-
-Va bene signora, stia tranquilla!- esclamò il soccorritore più anziano, cercando di rassicurarla. Ma Kate continuava a guardare Castle con il viso contratto dal dolore, che si dimenava sulla barella, stringendo i denti.


Non la fecero entrare in stanza. Era in sala d'attesa e continuava ad andare avanti e indietro. Non riusciva a starsene seduta mentre sentiva i lamenti di Castle.
Qualche minuto dopo, finalmente, uscì un medico. Kate gli fu subito vicina -Allora, dottore?- chiese ansiosa.
-Il suo fidanzato sta bene!- esclamò sorridente e Kate tirò un sospiro di sollievo -Aveva una scheggia conficcata nella gamba, ma l'abbiamo tolta e dato qualche punto. Il vero problema è la sua rotula! Deve stare circa quattro settimane con un'ingessatura- Kate annuì -E per quanto riguarda il resto? Non ha battuto la testa durante la caduta, vero?- chiese preoccupata.
-No- disse il dottore sorridente -Stia tranquilla. Sotto gli altri punti di vista il signor Castle sta benone! Nulla di cui preoccuparsi!- esclamò.
-Bene!-
-Vivete insieme? C'è qualcuno che si può occupare di lui a casa?- chiese il dottore.
-No, non viviamo insieme. C'è sua madre, sua figlia... ma posso aiutarle anche io in qualche modo- disse Kate.
-Il signor Castle non deve assolutamente sforzare la gamba, soprattutto i primi giorni. Dovrà usufruire delle stampelle, ma sarebbe ancora meglio una sedia a rotelle, in modo da non sforzare troppo l'altra gamba. Per il resto... Questa sera stessa potrà riportarlo a casa- spiegò il dottore.
-Capito. La ringrazio tanto, dottore!- esclamò Kate stringendogli la mano.
-Dovere!-
-Posso... entrare?- chiese prima che il dottore si congedasse.
-Le avverto che è un po' stordito. Tra il dolore e l'antidolorifico che gli abbiano dato... delirava un pochino...- Kate sorrise -Mi chiedo quando non lo faccia!- esclamò divertita, facendo ridere il dottore -Arrivederci- disse lui allontanandosi.
Kate sospirò ed entrò nella stanza.
-Ehiii, bellissima!- esclamò Castle, con un sorriso beato sul volto. Si, decisamente l'antidolorifico stava facendo effetto. Si chiese se almeno l'avesse riconosciuta. Scosse la testa divertita e si avvicinò.
-Ehi, Castle- disse lei dolcemente accarezzandogli la fronte, spostandogli quel ciuffetto ribelle -Mi hai fatto prendere uno bello spavento- disse mentre le palpebre dello scrittore cominciavano a chiudersi.
-Mi dispiace. E anche per il nostro viaggio a Bora Bora...- disse faticando a tenere gli occhi aperti.
-Non ti preoccupare, Castle- gli accarezzò i capelli -Avremo tanto tempo...- disse lei sorridente. Lui annuì flebilmente -Potremmo sempre andarci in viaggio di nozze...- disse quasi in un sussurro. Kate bloccò il movimento della mano e rimase immobile. Si accorse che stava trattenendo il respiro e lo guardò. Era già sprofondato nel mondo dei sogni. Le parole le risuonarono in testa e sorrise. Si avvicinò lasciandogli un bacio sulla fronte -Si... Potremmo sempre andarci in viaggio di nozze- sussurrò, continuando ad accarezzarlo. *


Castle si risvegliò due ore dopo. Era ancora un po' stordito ma stava ascoltando le istruzioni del medico con Kate accanto.
-Sa usare la stampelle, signor Castle?- gli chiese alla fine. Castle annuì -Da adolescente mi sono rotto un piede e ho dovuto usare le stampelle per un paio di settimane. E anche sette anni fa... l'altro piede...- disse mentre Kate scosse la testa.
-Allora non sarà un problema. Ho già parlato con la sua fidanzata, e preferirei lei usasse anche una sedia a rotelle, per non sforzare la gamba- disse. Castle guardò verso Kate quando il dottore pronunciò la parola “fidanzata” e notò che era tranquilla.
-Chiaro. La ringrazio, dottore!- esclamò ritornando a prestargli attenzione.
-Si figuri, signor Castle! La prossima volta stia più attento! Non è più un ragazzino- disse il dottore sorridente, per poi congedarsi. Kate si voltò verso di lui, con un sorriso sulle labbra, ma tornò seria vedendo la sua espressione -Cosa c'è, Castle?- chiese preoccupata.
-Ma l'hai sentito!? Mi ha praticamente dato del vecchio!- esclamò con lo stesso tono di un bambino a cui hanno fatto un dispetto. Kate rise e continuò a guardarlo -Castle, non penso fosse quello il suo intento! Semplicemente non hai più l'età per fare queste cose...-
-Ma bene! Adesso anche la mia... FIDANZATA- disse calcando sulla parola facendole buttare gli occhi al cielo -Insinua che sono vecchio!-
-Castle, non sto insinuando niente! Sto solo cercando di dirti che ho già avuto un arresto cardiaco e non ne ho bisogno di un altro. Mi hai fatto prendere un gran spavento- disse lei seriamente. Castle sospirò -Vieni qui...- disse facendola avvicinare, allungando un braccio per poi stringerla a sé, ancora seduto sul lettino -Mi dispiace. Ti giuro che di solito mi è sempre riuscito!- esclamò mettendo il broncio. Lei ridacchiò e poi lo baciò dolcemente -Andiamo, Castle...- e lo aiutò a scendere dal lettino, porgendogli le stampelle.


Kate aveva chiamato Martha mentre Castle dormiva. L'aveva avvisata che sarebbero tornarti con il primo aereo, che purtroppo sarebbe stato solo l'indomani pomeriggio, a causa di una forte tempesta di neve che aveva fatto cancellare parecchi voli.
Una volta arrivati allo chalet, Kate fece sdraiare Castle e iniziò a preparare la cena.
Dopo qualche minuto qualcuno bussò alla porta. Kate inarcò un sopracciglio, non riuscendo a pensare a chi potesse essere. Aprì la porta e si ritrovò i coniugi Kindle -Kate! Come sta? Abbiamo saputo!- esclamò Caroline preoccupata.
Come avevano fatto a scoprirlo?
-Mio nipote lavora all'ospedale! Ci ha raccontato dell'incidente. Come sta?- chiese George, come a leggerle nel pensiero.
-Lui... lui sta riposando ora. Sta bene- disse Kate accennando un sorriso. Era esausta, tutta l'ansia e la stanchezza si stavano facendo sentire.
-Hai bisogno di qualcosa?- chiese Caroline amorevolmente.
-No, grazie. Sto preparando la cena, volete fermarvi?-
-Oh, no cara! Grazie, ma ci sta aspettando nostra figlia a casa con la sua famiglia- disse George -Volevamo solo assicurarci che Richard stesse bene...-
-Grazie per essere passati. Scusate se non vi ho avvisati, ma...-
-Oh, tesoro! Non ti preoccupare... capisco che ti devi essere presa una gran paura- disse Caroline.
-Non ne hai idea... L'ho visto cadere davanti ai miei occhi e... non sapevo cosa pensare in quel momento- disse chiudendo gli occhi e scuotendo la testa.
-Ma l'importante è che lui stia bene, adesso. Quando ripartite?- chiese la donna.
-Domani pomeriggio. Non sono riuscita a trovare un volo prima delle tre- rispose Kate.
-Allora domani verremo a darvi una mano...- disse George.
-Grazie! Vorrei chiedervi se l'auto potesse arrivare fino a qui. Con le stampelle è complicato sulla neve- disse Kate -Il taxi infatti ci ha portati fino a qui...-
-Ma certo! Neanche a chiederlo, tesoro- disse Caroline con un sorriso dolce -A domani, Kate. Buonanotte e cerca di riposare...- disse la donna.
-Lo farò. Buonanotte- disse salutando la coppia di coniugi che si allontanavano. Chiuse la porta e tornò a cucinare. Mentre la pentola era sul fuoco andò a controllare Castle. Si era nuovamente appisolato. Sorrise nel vederlo dormire beato e tornò in cucina.

-Castle!?- lo richiamò dolcemente. Lo scrittore continuò a dormire profondamente -Castle!? È ora di cena- disse smuovendolo leggermente. Iniziò a muoversi e aprì lentamente gli occhi -Mmmm non ho fame- si lamentò.
-Devi mangiare, Castle! Perché devi prenderti le medicine...-
-Uff! Ho sonno...- disse lamentandosi -Sono stanco...- tale e quale ai bambini, pensò Kate sorridente.
-Lo so, ma devi fare un piccolo sforzo...-
Castle sbuffò e si sollevò appena. Kate lo aiutò a mettersi a sedere per poi prendere il vassoio che aveva posato sul comodino. Gli mise un tovagliolo come se fosse un bavaglino e iniziò ad imboccarlo, come fosse un bambino -Così smetti di lamentarti- disse lei divertita. Castle la lasciò fare. D'altronde tutta la faccenda aveva un risvolto positivo, pensò Castle guardandola.
Lo imboccò amorevolmente, come una madre con il proprio bambino. Quello diede a lui l'ulteriore conferma che Kate sarebbe stata una madre straordinaria.


-Kate, voglio uscire!- esclamò lamentandosi.
-Castle, il dottore ha detto che hai bisogno di riposare! L'hai sentito, no!?- disse Kate piegando dei vestiti, riponendoli in valigia.
-Ma è l'ultima sera! Ed è il nostro weekend! Non voglio che si rovini per questo...-
-Castle...- disse Kate sospirando e avvicinandosi a lui -Ascolta... siamo stanchi entrambi, non puoi muoverti più di tanto con questa gamba e...-
-Va bene- disse lui sospirando -Allora è meglio andare a letto...-
-Vieni, ti accompagno in bagno- disse lei aiutandolo ad alzarsi. Una volta dentro lo fece sedere e gli porse spazzolino  e un bicchiere d'acqua per sciacquarsi -Adesso mi sento un invalido...- disse facendo una smorfia.
-Lo sarai per circa quattro settimane. Non lamentarti. Ti è andata bene...- disse lei seriamente. Castle sbuffò e iniziò a lavarsi i denti, mentre Beckett faceva la stessa cosa, di fronte allo specchio. Lui sorrise senza farsi vedere. Kate era sempre più a suo agio nel loro rapporto, lo capiva dalle piccole cose di tutti i giorni.
-Dovrei fare pipì- disse improvvisamente lui, una volta finito di lavare i denti. Kate si voltò verso di lui -Potresti... potresti uscire?- chiese Castle diventando leggermente rosso -Non che io non ti voglia qui, ma ecco... non penso tu possa sentirti a tuo agio mentre io...- lasciò la frase incompleta mentre vedeva il colorito delle guance di Kate farsi più acceso.
-Castle... non puoi stare in piedi, devo almeno darti una mano per sederti...- doveva ammetterlo: quella era una situazione imbarazzante. Si, si erano già visti tante volte nudi. Facevano l'amore ogni giorno quasi, casi d'omicidio permettendo, ma questo era qualcosa di ancora più intimo, quasi.
Kate lo aiutò ad alzarsi dalla sedia e lo fece sedere sul water.
-O-ok- disse lei incerta -Sono qui fuori, quando... quando hai finito...-
-Si, va bene- disse lui accennando un sorriso. Una volta che Kate uscì fece un'altra smorfia. Sperò che non fosse stato così per le prossime settimane.
Una volta finito, afferrò le stampelle e si alzò lentamente. Tirò lo sciacquone e Kate aprì lentamente la porta -Posso entrare?- chiese timidamente.
-Si- disse Castle camminando verso il lavandino, dove si lavò le mani. Kate poi gli fu subito vicina e lo fece nuovamente sdraiare.
-Scusa... è imbarazzante, lo so...- disse lui con un'altra smorfia.
-Castle, va tutto bene...-
-No, non va tutto bene!- esclamò lui frustrato -Doveva essere un weekend fantastico e invece sono riuscito a rovinare tutto per l'ennesima volta!- Kate finì di infilarsi la maglietta che usava come pigiama e si infilò sotto le coperte. Allungò una mano e lo costrinse a guardarla negli occhi -Non hai rovinato niente...- disse dolcemente.
-Niente!? Sono qui a letto alle dieci di sera quando dovremmo essere fuori a divertirci in qualche modo! Volevo portarti a pattinare sul ghiaccio, vederti sorridere e poi ridere mentre sarei caduto. E sarei caduto ancora una volta pur di sentirti ridere! E invece niente! Domani torniamo a casa e per quattro settimane sarò un tormento e io...-
-Castle, basta! Sono stanca, sei stanco... ti prego, dormiamo- disse lei, guardandolo negli occhi. Castle solo in quel momento si accorse che erano lucidi, che c'era qualcosa di strano -Kate...- sussurrò. Una lacrima si fece strada lungo il viso della donna, fino a quando non cadevano copiose, una dopo l'altra -Kate- ripeté di nuovo Castle, allungando le mani verso il suo viso, asciugandogliele. Lei abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi, appoggiandosi al suo tocco -Ho pensato al peggio oggi, Castle- disse quasi in un sussurro -Ho avuto così tanta paura, io...- un singhiozzo le bloccò il fiato in gola.
-Shhh, Kate. Sono qui... sono qui e non è successo niente. Tra quattro settimane tornerò come nuovo...-
-Quel sangue, Castle- disse scuotendo la testa, ignorando le sue parole -Io non voglio perderti...- disse con voce strozzata. Castle l'avvicinò a sé e le stampò un bacio sulla fronte -Non è successo niente, Kate. Sono qui. Dormiamo. È stata una lunga giornata e abbiamo bisogno di riposare. Soprattutto tu- disse lasciandole un altro bacio sulla fronte.
-Tu... tu stai bene? Riesci a dormire così o...-
-Sto bene, Kate. Chiudi gli occhi...- lei annuì leggermente -Buonanotte, Castle- e chiuse gli occhi.
-Buonanotte, Kate...- e aspettò che cadesse nel mondo dei sogni prima di stamparle un altro bacio e sussurrarle -Buonanotte, amore- poi chiuse gli occhi anche lui e lasciò che la stanchezza prendesse il sopravvento.

Kate dormì poco e niente quella notte. Si svegliava continuamente per controllare se Castle fosse comodo, se non avesse dolore. Ma lui riuscì a dormire beatamente.
Erano le prime luci dell'alba quando Kate, senza cercare di svegliarlo, si spostò e si alzò per andare in cucina. Cominciò a preparare un'abbondante colazione cercando di tenersi impegnata e non pensare a quello che era successo il giorno prima.
Erano più o meno le sette quando Castle si svegliò. Con ancora gli occhi chiusi, tastò l'altro lato non trovando nessuno. Aprì lentamente gli occhi e si guardò in giro. La gamba gli tirava e con qualche smorfia cercò di sollevarsi.
-Cosa stai cercando di fare?- chiese Kate rimproverandolo bonariamente.
-Ehm, io... volevo alzarmi- disse lui guardandola. Kate le porse le stampelle e guardò il cavallo dei suoi pantaloni -Credo che tu debba andare in bagno prima di fare colazione, giusto?- chiese mordendosi il labbro inferiore, divertita. Castle ridacchiò e abbassò lo sguardo anche lui -Già!- lo aiutò ad alzarsi e lo accompagnò in bagno come la sera prima.
Una volta finito, Castle raggiunse Kate in cucina, con le stampelle. Si sedette lentamente e guardò tutto ciò che Kate aveva preparato -Quando ti sei alzata per fare tutto questo?- chiese sbalordito.
-Presto. Non avevo sonno, per cui...- disse bevendo il suo caffé. Castle la guardò per qualche secondo, studiandola -Kate, è tutto ok?- chiese dolcemente. Lei lo guardò e accennò un sorriso, annuendo -Si, tranquillo- disse tornando a bere. Castle continuò a guardarla e lei si sentì osservata. Alzò lo sguardo e sbuffò -Ok, va bene! Mi dispiace!- esclamò poggiando la tazza sul bancone, guardandolo negli occhi. Castle la guardò confuso -Ti dispiace per cosa?- chiese.
-Per ieri sera. Dovrei essere io a prendermi cura di te e non viceversa!- esclamò nervosa.
-Kate, non c'è nulla di cui tu debba scusarti, ok!? Siamo una coppia. E in una coppia l'uno si prende cura dell'altro e viceversa- disse guardandola dolcemente, ma lei non rispose -Ascolta, è normale un crollo emotivo, ok!? L'ho avuto anche io...- lei rialzò lo sguardo e annuì -Lo so. È che... non mi piace perdere il controllo, lo sai- disse. Lui accennò un sorriso -Beh, l'altra notte non mi sembravi di questo parere- disse cercando di sdrammatizzare. Lei gli lanciò una pezza addosso, divertita -Mangia!- esclamò indicandole il vassoio di fronte a lui -La gamba ti fa male?- chiese poi tornando seria.
-Un po'- disse lui -Ma credo sia normale...-
-Si. Allora mangia qualcosa e poi vado a prenderti gli antidolorifici- disse lei finendo il resto della sua colazione.
-Agli ordini!- esclamò lui iniziando a mangiare.

...
Mentre Kate sistemava la cucina e poi il letto, Castle era seduto sul divano, la gamba distesa sul tavolino e il telecomando in mano, continuando a fare zapping.
-Uff, non c'è niente in tv!- esclamò sbuffando.
-Sono le otto, cosa vuoi che ci sia a quest'ora?- chiese Kate dalla stanza da letto.
-Ci sono “I Puffi”, Kate!- esclamò sorridente. Kate scosse la testa sentendo il tono di voce del suo scrittore -Vedi, hai trovato come passare la prossima mezz'ora!- esclamò lei -Basta che alla fine non ricominci con la fissa che vuoi dei Puffi per casa!-
-Kaaaaate, distruggi tutti i miei propositi! Non ti piacerebbe avere degli ometti blu che circolano per casa?- chiese.
-Sinceramente?- chiese Kate finendo di sistemare il letto -No!- esclamò decisa.
-Perché? Non ti lamenti mai delle “teste rosse” in casa ma di alcuni omini blu, si!- lo immaginò col broncio, come i bambini.
-Le “teste rosse”, come le chiami tu, sono tua madre e tua figlia ed è un piacere averle in giro per casa! Soprattutto non devo stare attenta a non pestarle sotto i piedi!- e solo in quel momento Kate si bloccò con un cuscino in mano e corrucciò la fronte -Castle, stiamo davvero discutendo sull'avere o non avere dei Puffi in giro per casa?- domandò perplessa. Quando era arrivata a questo punto?
Sorrise e scosse la testa. La cosa che più la preoccupava è che non le dispiaceva affatto essere entrata nel mondo pazzo di Castle.
Kate finì di sistemare e tornò da lui -Vieni a puffare con me, Kate!- esclamò sbattendo la mano sul divano, accanto a lui. Kate non riuscì a trattenersi dal ridere. Si avvicinò e si sedette, accoccolandosi di più a lui.
Rimasero a guardare la tv, commentando di tanto in tanto. Castle sembrava proprio un bambino. Osservava ogni scena con curiosità. Kate si ritrovò a pensare a lui davanti alla tv con loro figlio e... un momento! Loro figlio? Kate corrucciò la fronte e schiuse la bocca. Da quando stava iniziando a pensare ad avere figli? Con Castle...
-È finito!- esclamò lui distraendola dai suoi pensieri -Cosa vuoi fare ora?- chiese lei guardandolo. Il suo volto si illuminò con un grande sorriso -Che ne dici di guardare il film dei Puffi?- chiese. E Kate non riuscì a rifiutare. Si alzò e mise il dvd. Avrebbe avuto due bambini per casa in futuro. Sorrise al pensiero e tornò a sedersi accanto a lui.
Inesorabilmente si ritrovò coinvolta nel pazzo mondo di Castle, e ricominciarono a parlare dei Puffi, dopo neanche un quarto d'ora dall'inizio.
-Non capisco perché Neil Patrick Harris può avere i Puffi per casa e io no!- esclamò ad un certo punto. Kate ridacchiò -Perché Neil Patrick Harris è un attore. Tu sei un uno scrittore di gialli. Lui recita con gli ometti blu, tu scrivi di assassini e misteri...-
-E se scrivessi dei libri per bambini, anche?- chiese sorridente. Kate lo guardò perplessa e lui iniziò a spiegare -Si! Ho già una trama! Gargamella crea un puffo serial killer che cerca di uccidere uno dei Puffi...-
 -Io non comprerei mai un libro del genere ai miei figli!- esclamò sconvolta, cancellando dalla testa quel pensiero che urlava “nostri figli” -Dì un po'... Ad Alexis raccontavi queste storie prima di andare a dormire?- chiese.
-No. In quelle di Alexis c'erano inclusi alieni, CIA, Men in black, e...-
-Ok, non aggiungere altro!- esclamò lei scuotendo la testa divertita -Il punto è... Non puoi uccidere i Puffi, Castle!-
-Ma io ho detto che “cerca di uccidere”, non è detto che ci riesce! I buoni vincono sempre!- esclamò lui sorridente.
-Nei libri e nei film...- disse lei, quasi in un sussurro. Lui se ne accorse e cercò di dire qualcosa ma lei lo anticipò -A proposito di libri, Castle... dimmi qualcosa di più su “Deadly Heat”!- esclamò sorridente. Castle fece una smorfia buffa -Sai già la trama- disse lui tranquillo, continuando a guardare il film.
-Io non voglio la trama. Voglio qualche anticipazione!- esclamò lei.
-Mi dispiace, ma non posso dirti nulla...- disse lui.
-Cosa!? Oh, andiamo! Sono la tua fidanzata!- esclamò inconsciamente, strappando un sorrisone allo scrittore.
-Kate, l'attesa aumenta il piacere...- disse lui guardandola intensamente. Lei sorrise maliziosa e si sporse leggermente per baciarlo. Il bacio da innocente diventò in poco tempo più intenso, fino a quando Castle lasciò andare un lamento di dolore. Kate si staccò subito e lo guardò preoccupata -Dannazione!- esclamò lui sbattendo il pugno sulla gamba buona.
-Ti fa male la gamba? Scusa, dovevo capire che...-
-Non è colpa tua. È colpa di questa dannata gamba!- esclamò a denti stretti, frustrato -Non credo di resistere per quattro settimane. E soprattutto non credo di resistere a te!- esclamò guardando in basso, sotto la vita. Kate seguì il suo sguardo e subito ritornò a guardare il suo viso, teso e con la mascella serrata -Castle...- gli accarezzò una guancia -Ci sono altri modi, lo sai... è solo questione di tempo, la tua gamba andrà meglio, anche se ingessata...- lui annuì leggermente e chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi. Improvvisamente sentì le mani della detective sul suo membro e aprì gli occhi di scatto. La vide abbassare la cerniera e abbassare di poco i pantaloni -Ci sono altri modi, per il momento, Castle...- lo baciò -Tranquillo. Mi prendo io cura di te- disse sorridendo maliziosa, prima di abbassarsi e far felice il suo scrittore.


Avevano ripreso la visione del film, tranquillamente. Il braccio di Castle intorno alle spalle di Kate e lei appoggiata al suo costato.
-Vedi, Kate!? Sanno anche giocare a “Guitar Hero” e sanno improvvisare!- esclamò sorridente.
-E sono sempre finti...- gli ricordò lei, facendolo sbuffare -Guastafeste- bofonchiò, prima di proseguire la visione.
Quasi a fine film, comparirono gli altri Puffi. Castle sembrava eccitato come un bambino, nonostante lo avesse visto già una decina di volte.
-Ah! Prendi questo stupido Gargamella!- esclamò felice puntando un dito contro la tv. Kate alzò gli occhi al cielo divertita.
-Oh, guarda!- esclamò ad un certo punto lei -Puffo scrittore... logorroico come te!- esclamò punzecchiandolo.
-Kaaaate!- si lamentò.
-Scherzavo- disse sorridente. Castle ricambiò il sorriso -In effetti sei più un misto tra Puffo scrittore e Tontolone- disse facendo scomparire il sorriso di Castle, che si trasformò in un adorabile broncio. Kate stirò meglio il collo e lo baciò -Se metti il broncio diventi anche Brontolone- disse lei sorridente.
Guardarono il finale in silenzio, ridacchiando di tanto in tanto per qualche scena.
-Bene, Castle. Adesso preparo il pranzo- disse sorridente, alzandosi.
-Oh, non lasciarmi solo. Mi annoio!- esclamò in tono lamentevole.


Mentre Kate si muoveva tranquillamente in cucina, Castle aveva trovato qualcosa per intrattenersi in tv.
-Uhm... Kate!?- la richiamò.
-Dimmi- disse lei assaggiando il sugo.
-A luglio esce il sequel de “I Puffi”... andiamo a vederlo insieme?- chiese speranzoso.
-Castle, lo sai che non possiamo uscire in pubblico...- disse continuando a muoversi.
-Oh... giusto- disse lui, e Kate alzò lo sguardo notando il tono deluso. Sapeva che questa cosa ancora pesava sul loro rapporto.
-Ma... fino a Luglio penso che potremmo organizzarci- disse sorridendogli dolcemente. Lui ricambiò e annuì -Si, penso che potremmo...- e ritornò a guardare la tv.

Un quarto d'ora dopo, Castle era già stanco di quel programma noioso e ricominciò a fare zapping. Niente. Non c'era niente che lo interessasse.
Kate continuava a sistemare in giro, controllando di non aver dimenticato nulla.
-La la la la la la la la la la la, canta insieme a noi! La la la la la la la la la la la puffa più che puoi!- Kate alzò di scatto la testa sentendolo cantare.
-La la la la...-
-CASTLE!- urlò facendolo sobbalzare -Piantala di cantare quella musichetta o ti sparo!-
-Ma mi annoio!- esclamò con la stessa voce di un bambino.  Kate sospirò e chiuse gli occhi -Trovati qualche altro cartone e intanto controllo di non aver lasciato nulla in giro...- e riprese il suo tour in giro per casa.
Pochi secondi dopo, neanche il tempo di raggiungere la camera, sentì lo scrittore canticchiare, quasi in un mormorio, la stessa canzoncina -CASTLE!- urlò e lo scrittore si zittì immediatamente.

Era quasi ora di pranzo quando il cellulare di Castle iniziò a squillare.
-Pronto?-
-Papà, come stai?- chiese Alexis, con tono preoccupato -Nonna mi ha appena avvisata!-
-Ehi, Pumpkin!- esclamò sorridente -Sto bene, tranquilla. Lo sai che ho la pellaccia dura- disse lui divertito.
-Kate sta bene? Non farla impazzire, papà!- Castle guardò la donna accanto a lui e sorrise -Si, sta bene. E no, non la faccio impazzire!- aspettò qualche secondo -Circa...- aggiunse poi.
-Ci vediamo stasera, ok?-
-Ok, tesoro. A stasera- disse Castle sorridendo.
Una volta chiusa la chiamata, Beckett posizionò il vassoio con il pranzo davanti allo scrittore.
-Mmmm, che profumino!- esclamò afferrando la forchetta.


Una volta finito di mangiare, Kate posò il suo vassoio e prese quello di Castle. Mise i piatti, le posate e i bicchieri nel lavabo e iniziò a lavarli.
-Mi dispiace...- disse improvvisamente Castle, facendo una smorfia.
-Per cosa?- chiese la detective corrucciando la fronte.
-Per questo- indicò lei -Tu che devi prenderti cura di me, che devi pulire, fare il letto... mi dispiace- ripeté.
-Castle, l'hai detto tu o sbaglio? Io sono diversa dalla altre. Non ho bisogno di un centro benessere o una suite lussuosa... Questo è perfetto- disse lei per poi sorridergli. Lui accennò un sorriso e sospirò -Due cuori e una capanna... o uno chalet, in questo caso!- esclamò, mentre lei sorrise divertita.
-Mi dispiace che tu non abbia neanche il tempo di riposare, Castle...- disse lei guardando l'orologio -Il tempo di finire di lavare i piatti e arrivano George e Caroline, con l'auto...-
-Non importa. Dormirò un po' sull'aereo...-
-Potrai riposare una volta a casa- disse lei posando i piatti.
-In realtà... credo di avere bisogno di una doccia- disse lui scrocchiandosi il collo -Mi sento pieno di dolori...- sospirò.
-Allora appena arriviamo a casa ti farò una doccia- disse lei tranquillamente.
-Aspetta... TI farò?- chiese non capendo se avesse sentito bene. Kate si voltò a guardarlo -Certo! Come vuoi farla da solo in quelle condizioni!?- disse indicando la gamba.
-Kate... visto quello che è successo prima... non pensi che sarebbe meglio evitare di rimanere nudi in doccia?-
-Castle, il dottore mi ha spiegato bene come lavarti. Dobbiamo avvolgere la gamba in una busta, stretta, non deve entrare acqua, tu devi stare seduto...- vedendo che lui non era convinto, sbuffò -Preferisci che sia tua madre a lavarti?- Castle rabbrividì -Appunto! E non credo che Alexis sia un'opzione plausibile, quindi rimango solo io... o preferisci che chiami qualche infermiera sexy?- chiese tra il divertito e il geloso. Castle la guardò seriamente -Non voglio un'infermiera sexy! Kate, è che... Dio mi fulmini adesso se mento ma... non mi era mai capitato di essere così attratto da una donna fino a quando non ho incontrato te. E ora che stiamo insieme, non riesco a farne a meno... Il solo pensiero che non faremo l'amore in modo decente per circa un mese è...- gesticolò in cerca delle parole -Snervante!- sbottò infine. Kate si avvicinò, asciugandosi le mani in uno strofinaccio -Castle, capisco cosa intendi... Ma è solo un mese!- esclamò -Abbiamo aspettato quattro anni prima di metterci insieme, che vuoi che sia un mese?- chiese divertita. Castle sospirò e sorrise -Vista da questa prospettiva... direi che hai ragione!- esclamò.
-Come sempre- disse lei divertita, ritornando a sistemare la cucina.
-Ehi! Non hai sempre ragione!- esclamò.
-Potrei farti un elenco lungo chilometri con episodi che dicono il contrario, ma finirei domani e tra poco dobbiamo andare in aeroporto- disse lei divertita dalla sua faccia.


I signori Kindle arrivarono dieci minuti dopo.
Mentre il signor Kindle metteva le borse nel cofano, Kate e Caroline aiutavano Castle a scendere le scale. Kate spazzò col piede quel poco di neve che li divideva dall'auto.
-Avete preso tutto?- chiese Caroline.
-Si. Ho ricontrollato due volte- disse Kate sorridente -Possiamo andare- George annuì e mise in moto.
L'aeroporto non era tanto distante, e per fortuna Kate aveva chiamato poco prima per avvisarli del loro arrivo e chiedergli una sedia a rotelle. Ancora meglio, i Kindle conoscevano bene parecchia gente importante, così riuscirono ad entrare nell'aria riservata agli addetti.
Una volta arrivati, ad aspettarli c'era già un uomo sulla quarantina, con la sedia a rotelle già pronta. Si avvicinò e subito Castle si sedette sulla sedia, con un sospiro. Odiava di già questa situazione.
-Salve- disse l'amico dei Kindle -Sono Terence Levingtone, il capo di tutto questo enorme edificio- disse stringendo la mano a Castle e Kate -Visto che siete qui vi eviterete i controlli, ma devo sottoporvi io stesso a dei piccoli controlli...-
-Nessun problema- risposero entrambi, all'unisono.
-Bene!- esclamò l'uomo prendendo il metal-detector lì accanto e controllando entrambi -Perfetto!-
-Se può rassicurarla ancora di più, sono una detective della sezione omidici di New York...-
-La migliore!- esclamò Castle, facendole roteare gli occhi, e facendo ridere il resto dei presenti.
-Allora è un piacere conoscerla, detective!- esclamò -Vi farò salire per primi sull'aereo, in modo da sistemarvi tranquillamente...-
-La ringrazio per questo enorme favore, signor Levingtone!- esclamò Kate.
-Si figuri, detective. Anche se c'è un piccolo pegno da pagare...- Kate e Castle corrucciarono la fronte mentre l'uomo si allontanò di poco, prendendo qualcosa da dentro una borsa. La copertina blu di “Frozen Heat” fu posizionata davanti a Castle -Io e mia figlia siamo suoi grandi fan. Adoriamo ogni libro!- esclamò, quasi imbarazzato. Castle sorrise e prese la penna -A chi devo dedicarlo?- chiese.
-Terence e Grace- rispose prontamente l'uomo. Castle iniziò a scrivere e con un altro sorriso gli diede nuovamente il libro -Grazie, signor Castle!-
-Penso sia il minimo!-
L'uomo guardò l'orologio -Bene, credo sia ora di andare- disse. Lasciò il tempo a Castle e Beckett di salutare i signori Kindle, dicendo che li avrebbe aspettati poco più in là.
I due coniugi abbracciarono la coppia -Non fartela scappare, figliolo!- esclamò George rivolgendosi a Kate. Castle le prese la mano e sorrise -Non ne ho nessuna intenzione, George- disse dolcemente, perdendosi negli occhi della sua donna.
-Abbi pazienza, e prenditi cura di lui- disse la donna rivolgendosi a Kate -A volte può essere un bambino ma...-
-Ma non sarebbe il nostro Castle se non fosse così!- esclamò divertita, facendo ridacchiare gli altri e ricevendo un bacio sul dorso della mano dal suo scrittore.
-Va bene, vi lasciamo andare! Vi aspettiamo di nuovo, eh!- esclamò George.
-Si, magari la prossima volta eviti di fare salti mortali, tesoro- disse Caroline rivolta a Castle che sbuffò -Lo sai che mi è sempre riuscito!- esclamò.
-Salutateci Martha e Alexis- disse ignorandolo.
-Sarà fatto- rispose Kate. Si diedero un ultimo abbraccio -A presto- disse Kate prima di raggiungere l'uomo che li aspettava.


Sull'aereo Castle aveva cercato di camuffarsi, indossando un cappellino da baseball e un paio di occhiali.
Aveva la barba un po' incolta visto che quella mattina non era riuscito a farsela. Kate dal canto suo era esausta visto la notte passata risvegliandosi continuamente. Chiuse gli occhi e appoggiò la testa al sedile. Aveva tre ore per cercare di riposare.


-Kate!?- la richiamò Castle -Kate, sveglia- disse scuotendola leggermente. Aveva la testa appoggiata sulla sua spalla e dormiva beatamente. Si risvegliò lentamente -Siamo arrivati?- chiese con la voce impastata dal sonno.
-Si. È passato uno degli assistenti e ci ha detto di attendere che scendano tutti. Kate annuì e guardò fuori dal finestrino. Era già buio. Stirò gli arti davanti a sé, intorpidita da quelle ore di volo.
Dopo che scesero tutti gli altri passeggeri, un assistente aiutò Castle ad alzarsi. Una volta posizionata la pedana, Castle riuscì a scendere con la sedia a rotelle della compagnia, seguito da Kate. Ringraziarono l'assistente e proseguirono lungo il rettilineo.
-Già ne ho piene le scatole di questa situazione- disse sbuffando.
-Vedi il lato positivo, Castle... hai viaggiato comodo, hai saltato i controlli quindi non ti sei dovuto lamentare per la fila e in più siamo già qui ad aspettare le valigie- disse lei fermandosi davanti al nastro trasportatore per il ritiro bagagli.

Una volta recuperate le valigie, Kate si fece aiutare da un addetto. Il ragazzo mise le valigie nel cofano mentre Kate sistemava il sedile per Castle. Lo aiutò a sedersi -Va bene così?- chiese mentre lui si allacciava la cintura.
-Si, va benissimo- disse sorridente -Grazie- e Kate gli lasciò una carezza. Ringraziò il ragazzo e passò dall'altro lato, mettendosi alla guida.
-Ho dimenticato di chiamare tua madre. Devi dirle che tra circa tre quarti d'ora arriveremo a casa, di farsi trovare lì con la sedia a rotelle, come avevamo stabilito- disse Kate uscendo dall'aeroporto.
Castle effettuò la chiamata e la madre rispose prontamente dicendogli che li avrebbe aspettati nel parcheggio.
-Mi ha mandato un messaggio Lanie- disse Kate guardando attentamente la strada -Dice che più tardi passano a trovarci, per un saluto...-
Castle fece una smorfia -Espo e Ryan vengono solo per prendermi in giro!- esclamò sospirando.
-Non glielo permetterò!- esclamò lei sorridente -Sanno già cosa rischiano se lo fanno...- disse lei divertita. Castle si girò sorpreso, un po' gongolante -Aspetta... mi vuoi dire che li hai minacciati!?- i suoi occhi brillavano quasi -Aaaw, Kaaate!- esclamò felice -Sei così tenera!-
-Non ti ci abituare!- esclamò lei, non riuscendo a nascondere l'ennesimo sorriso.

Arrivati a casa, nel parcheggio c'era già Martha con una sedia a rotelle. Kate parcheggiò e la donna aprì la portiera dal lato del figlio -Oh, tesoro. Ti ho detto centinaia di volte di non metterti in mostra facendo cose pericolose... non mi ascolti mai!- esclamò la donna.
-Ciao madre, è un piacere ritornare a casa e ascoltare la tua ramanzina- disse Castle con un finto sorriso. Kate scese e aiutò Castle a sollevarsi, facendolo sedere sulla sedia.
-Ciao Phil!- esclamò Castle salutando il portiere del palazzo.
-Signor Castle, cosa è le è successo?- chiese.
-Sono caduto mentre sciavo- disse con una scrollata di spalle.
-Le auguro una buona guarigione allora!- esclamò l'uomo cordialmente.
-Grazie!- e presero l'ascensore. Appena aprirono la porta una testa rossa venne loro incontro -Papà!- esclamò abbassandosi e abbracciandolo -Ehi, tesoro- le stampò un bacio tra i capelli. Poi abbracciò Kate. Il rapporto tra le due migliorava di giorno in giorno. Alexis era sempre un po' diffidente, più che altro perché pensava che se qualcosa fosse andato storto tra Kate e il padre, probabilmente nessuno dei due l'avrebbe superata facilmente. E aveva già visto suo padre cadere in uno stato semi-catatonico a causa di Kate.
-Andate a riposare?- chiese Martha.
-Uhm, no... ecco, io avrei bisogno di una doccia...- disse guardando Kate.
-Oh, si! Certo- disse Kate togliendosi il cappotto -Martha, c'è ancora quell'enorme busta di plastica che ho visto l'altro giorno?- chiese.
-Oh no, darling! L'ho usata per portare delle cose alla mia scuola- disse la donna -Ma potresti sempre usare uno dei sacchetti dell'immondizia!- esclamò lei aprendo uno sportello.
-Si, credo che potrebbe andare bene. Mi serve solo un laccio più resistente di quello che c'è...-
-Credo di avere un elastico grande in borsa. Aspetta!- esclamò Alexis allontanandosi di poco -Eccolo!- tornò da loro e lo porse a Kate.
-Perfetto!- esclamò la detective per poi girarsi verso Castle -Sei pronto?- l'uomo annuì e la detective lo guidò fino in camera da letto e in bagno.
Martha e Alexis si guardarono, con un sorrisino in volto -Credo che non usciranno tanto presto da quel bagno- disse la più adulta.
-Nonna!- esclamò schifata Alexis -Ewww. Stai parlando di mio padre! Non voglio sentirle certe allusioni!- esclamò tappandosi le orecchie e salendo le scale, mentre la donna più anziana ridacchiò divertita.

Kate spogliò lentamente Castle, cercando di non urtare con la sua gamba destra. Quando fece scivolare le mani lungo le spalle, per togliergli la camicia, sentì i muscoli tesi dello scrittore. Dopo la caduta e quelle ore di volo, era del tutto normale.
Gli tolse lentamente i pantaloni, facendo attenzione. Lo vide sussultare mentre sfiorava la ferita sulla gamba. Alzò lo sguardo su di lui e lo vide teso. Poggiò leggermente le labbra sulla garza, lasciandogli un bacio. Lui le sorrise dolcemente, accarezzandole i capelli. Portò una sedia nel boxe doccia, facendolo sedere lì. Poi si spogliò anche lei, rimanendo in intimo.
-Rimani così? Non ti spogli?- chiese lui, con un sorriso malizioso.
-Castle, lo faccio per te. Adesso rilassati...- entrò nel boxe insieme a lui -Mi prenderò cura di te- si abbassò per lasciargli un bacio sulle labbra e poi aprì il getto d'acqua, portandola ad una temperatura appropriata. Afferrò lo shampoo e ne mise un po' tra i suoi capelli. Iniziò a massaggiare delicatamente il cuoio capelluto di Castle, che emise un mormorio d'approvazione. Sciacquò accuratamente fino a togliere ogni traccia. Prese il bagnoschiuma e se ne mise un po' sulla mano. Iniziò a massaggiare le spalle di Castle, lentamente, cercando di far distendere ogni singolo muscolo. Castle chiuse gli occhi e buttò leggermente la testa all'indietro -Oh, Kate... hai delle mani d'oro...- mormorò facendola ridacchiare -Neanche le tue sono male, Castle...- disse lei abbassandosi all'altezza del suo orecchio, con voce maliziosa.
-Kate, non prendermi in giro...- disse mentre lei continuava a massaggiarlo. Accarezzò le sue spalle, la schiena, e poi passò al petto ampio. Si parò davanti a lui e abbassandosi iniziò a massaggiargli i fianchi e i glutei -Credo che tu stia andando in un campo minato, Kate...-
-Correrò il rischio- disse lei mordendosi il labbro inferiore, mentre le mani iniziavano a fare movimenti lenti sopra la coscia e l'inguine -Kate!- il tono di Castle era di avvertimento -Rilassati, scrittore... ho detto che mi prendo io cura di te- e detto questo continuò il suo massaggio, toccando Castle nei punti giusti e donandogli altro piacere con le mani lungo il suo membro. Castle la fece rialzare immediatamente e la baciò con passione. Kate divaricò le gambe, mettendole ai lati delle cosce dello scrittore, rimanendo in piedi per non pesargli addosso.
-Kate- mormorò tra le sue labbra, per poi far scorrere una mano lungo la schiena fino a slacciare il reggiseno.
-Castle- disse staccandosi lentamente.
-Shhh, rilassati anche tu, detective- disse lui con un sorrisino divertito, baciandole il collo e poi il seno -Se non posso fare l'amore con te, allora permettimi almeno i preliminari...-
-Tra qualche giorno potremmo farlo, Castle. Attentamente ma potremmo farlo... Il dottore è stato chiaro...- Castle si fermò e la guardò corrucciando la fronte -Avete parlato di questo con il dottore?- chiese indicando entrambi -No!- esclamò Kate -Ma è stato chiaro sul non avere qualsiasi tipo di attività per i primi 5 giorni, almeno...-
-5 giorni... ok. Me ne farò una ragione... ma adesso continuiamo a rilassarci- disse con un sorriso malizioso per poi baciarla. D'altronde non era la prima volta che si rilassavano in doccia...


-Oh, ragazzi! Benvenuti!- esclamò Martha facendo accomodare Lanie, Esposito, Ryan e Jenny.
-Come stai, Martha?- chiese Lanie.
-Una meraviglia, darling!- esclamò andando verso la cucina, mentre il suo vestito svolazzava.
-Si vede!- esclamò Espo -Martha, ti mantieni sempre in gran forma!-
-Oh, siete troppo buoni!- esclamò Martha -Sedetevi. Vi offro un drink!-
-Ah, per me niente alcolici, Martha- disse prontamente Jenny -Il dottore ha detto che non posso bere per via della cura- si affrettò a dire, non volendo rivelare ancora di aspettare un bambino. Si scambiò una fugace occhiata con il marito, che le sorrise felice.
-Ma dove sono i due piccioncini?- chiese Lanie guardandosi intorno.
-In doccia!- esclamò Alexis scendendo le scale per poi salutare ad uno ad uno i ragazzi e stringere Lanie in un forte abbraccio.
-In doccia?- chiese Espo.
-Insieme?- chiese il suo partner. Poi si scambiarono un'occhiata maliziosa e Alexis fece una smorfia -Ewww. Piantatela! Non voglio sapere cosa stanno facendo lì dentro, ok!?- disse andando vicino alla nonna e sedendosi su uno degli sgabelli.
-Beh, la nostra ragazza si sta prendendo cura del suo scrittore!- esclamò Lanie felice, scambiandosi un'occhiata divertita con Jenny e Martha.
-Non dovrebbe stare a riposo?- chiese Ryan.
-Infatti non ci siamo strapazzati tanto, Kevin- disse Kate uscendo dalla camera spingendo la sedia di Castle -Ho solo fatto un bagnetto al nostro bambinone- disse sorridente, beccandosi un'occhiataccia da Castle.
-Ehi, scrittore! Cosa ci combini?- chiese Lanie.
-Sai, avevo voglia di farmi un tuffo nella neve, c'era caldo...- disse scrollando le spalle.
-Bro, la prossima volta che decidi di fare un salto mortale... accertati di essere in grado di farlo!- esclamò Espo ridacchiando insieme a Ryan.
Castle mise il broncio e Kate gli accarezzò il collo -Pensavo di essere stata chiara prima di partire- disse alzando un sopracciglio, facendo scomparire i sorrisi dai loro volti -Ehm... devo dartene atto, Castle... noi non ci saremmo mai riusciti...- disse Espo.
-Già!- esclamò subito Ryan, mentre le donne presenti ridevano.
-I vantaggi dell'avere una fidanzata che è il capo dei tuoi amici!- esclamò sorridente Castle.
-Iniziate a prendere posto a tavola- disse Martha uscendo l'arrosto dal forno.
-Oh no. Madre, hai cucinato?- chiese preoccupato. Martha alzò gli occhi al cielo e sbuffò -Ho seguito la ricetta che mi ha dato Kate alla lettera!-
-E poi c'ero io a supervisionare tutto- disse Alexis sorridendo.
-Ok, mi fido...-
-Che figlio ingrato...-
Castle osservò la sua gamba, appoggiata lungo l'appoggio messo apposta per tenerla distesa. Fece una smorfia e si chiese cosa dovesse fare per non importunare nessuno sotto il tavolo. Kate si accorse del disagio e lo guardò teneramente -Ryan, potresti scalare di un posto, per favore?- chiese lei. L'irlandese si spostò senza problemi e Kate spostò la sedia libera, avvicinando la sedia a rotelle di Castle -Kate...- lei si sedette di fronte a lui e gli sorrise -A me non da fastidio. È casa tua e devi stare comodo, specialmente adesso. Quindi non crearti problemi inutili...- Castle sorrise dolcemente e allungò una mano, afferrando quella della detective che gli accarezzò il dorso, lentamente.
-Oh, che teneri!- esclamò Lanie, facendoli quasi sobbalzare. A volte era come se il mondo intorno a loro non esistesse. Kate abbassò lo sguardo e arrossì lievemente, sotto lo sguardo amorevole del suo scrittore.


La serata passò in tranquillità, tra battute, risate e altro. Dopo cena si erano spostati sul divano.
-Allora... come è andata veramente?- chiese ad un certo punto Ryan.
-Beh, stavamo sciando- iniziò a spiegare Kate -E ad un tratto Castle si è ricordato che doveva mostrarmi questo salto, “Tail grab”... allora è partito tranquillo, ha fatto il salto e... è caduto!- esclamò lei, e solo Lanie e Martha accanto a lei si accorsero che rabbrividì -Mi sono tolta gli sci e mi sono avvicinata immediatamente. Ho visto del sangue, lui che si lamentava e... ho chiamato i soccorsi. L'hanno portato nell'ospedale del posto e il risultato è questo: rotula rotta e alcuni punti sulla gamba...-
-Beh, poteva andare peggio- disse Castle sospirando.
-Beh, non succederà più!- esclamò Kate con tono autoritario -Non voglio passare un altra mezzora andando avanti e indietro per la sala d'aspetto perché il mio ragazzo è un idiota che voleva mostrarmi quanto fosse bravo a fare un salto... idiota!- Castle mise il broncio -Non volevo mostrarmi! E poi che fine ha fatto la parola “fidanzato”? Sono tornato “ragazzo”?- chiese imbronciato. Kate lo fulminò con lo sguardo -Ok, ti prometto che non farò più salti pericolosi. Ma Kate... sono davvero bravo!- esclamò con tono lamentevole. Kate sbuffò e alzò gli occhi al cielo -Anche io... a spararti se lo rifai!- esclamò facendo ridere i presenti.
-Sai, in fondo mi piace la cosa... adoro come ti prendi cura di me- disse dolcemente. Kate gli sorrise e si sporse per dargli un bacio sulle labbra. Ovviamente si alzò un coro di “Aaaaw” e “Eeew” contemporaneamente. Per gli uomini erano troppo sdolcinati, anche se in fondo vederli in quel modo li rendeva felice. Ma questo non lo avrebbero mai confessato.
Per le donne, invece, erano dolcissimi. Castle non aveva mai faticato a mostrare le sue emozioni in pubblico, ma vedere Kate così tranquilla, così aperta alle smancerie, era un piacere per gli occhi. Lanie si morse il labbro per cercare di non far uscire le lacrime. Conosceva Kate da tempo e vederla così felice e spensierata come non l'aveva mai vista, le riempiva il cuore di gioia.
-Che fai, chica, ti emozioni?- chiese Javier in un orecchio, avvicinandosi.
-Sono emotiva quando si tratta di Kate, lo sai...-
-Oh, la mia romanticona- disse cingendole le spalle.
Kate si accorse che Castle faticava a tenere gli occhi aperti. In effetti la stanchezza c'era, e di certo gli antidolorifici non aiutavano.
-Andiamo Castle, ti porto a letto- disse alzandosi.
-Oh, no! Posso ancora rimanere- disse subito lui.
-Sei stanco, lo vedo. Hai bisogno di riposare...- insistette lei. Castle sospirò e annuì -Va bene. Mi dispiace ragazzi...-
-Non dirlo neanche, bro- disse Espo -Pensa a riposarti- e sbatté il pugno contro quello dello scrittore, a mò di saluto. Stessa cosa Ryan -Si, Castle. Non possiamo resistere senza le tue folli teorie!- esclamò. Esposito corrucciò la fronte -Ci saresti comunque tu. Castle junior!- lo sfotté l'amico, facendo ridacchiare Castle.
Nel frattempo Kate si avvicinò alle donne -Potete... potete aspettare prima di andare?- chiese rivolta a Lanie e Jenny.
-Si, tesoro... c'è qualche problema?- chiese l'amica guardandola negli occhi.
-No, no!- esclamò lei sorridente -Solo... ho bisogno di parlarvi di una cosa- disse prima che Castle la richiamasse.
-Buonanotte fanciulle- disse lo scrittore rivolto alle ragazze.
-Riposati, writer-boy!- esclamò Lanie dandogli un pugno leggero sul braccio -Writer-man!- esclamarono contemporaneamente lui e Kate. Lo scrittore sorrise soddisfatto, mentre Kate arrossì sotto lo sguardo della sua migliore amica -Ok, andiamo!- esclamò per togliersi dall'imbarazzo, spingendo la sedia di Castle.
Una volta arrivata in camera aspettò che uscisse dal bagno, al solito, e poi lo aiutò a sdraiarsi.
-Kate!?- la richiamò Castle -Grazie...- disse dolcemente.
-Per cosa?- chiese corrucciando la fronte.
-Per essere qui. Per non essertene andata. Quando ho avuto la febbre Meredith aveva chiamato un infermiere per accudirmi perché lei doveva fare un provino importante. Quando mi sono rotto il piede Gina mi ha costretto a scrivere, dicendo che non avevo scuse per non farlo. Tu... tu invece sei qui. Grazie...- Kate si chinò e gli prese il volto tra le mani -Io non sono loro, Castle... l'hai detto anche tu- disse ad un soffio dalle sue labbra -Non ho intenzione di lasciarti- lo baciò dolcemente e poi si sollevò.
-Nessuno è come te, Kate- e detto questo chiuse gli occhi, troppo stanco per poter ancora resistere.


Qualche minuto dopo, Kate tornò in sala. I ragazzi si erano spostati in cucina, Esposito seduto con Lanie in piedi, appoggiata su di lui e i coniugi Ryan allo stesso modo.
-Ehi, eccoti! Avanti, sputa il rospo! Di cosa volevi parlarci?- chiese Lanie curiosa. Kate sorrise e si sedette, Castle si era addormentato nel giro di pochi minuti. Era davvero stanco.
-Allora... sapete tutti che il 1° aprile è il compleanno di Castle, giusto!?- gli amici annuirono -Visto che il viaggio a Bora Bora salta, avevo pensato...-
-Woah! Aspetta! Hai detto Bora Bora?- chiese Lanie sorpresa.
-Ehm si... avevamo prenotato già...-
-Perché non mi hai detto nulla?- chiese l'anatomopatologa.
-Perché abbiamo organizzato tutto l'altro giorno, e io e te non siamo rimaste neanche un minuto da sole, ultimamente...-
-Ok, hai ragione. Dobbiamo organizzare presto una serata solo donne!-
-Ad ogni modo...- disse Kate continuando -Dicevo, visto che salta... mi è venuta in mente una cosa. Lo so, probabilmente direte che è una pazzia ma almeno voglio provarci...-
-Di che si tratta, darling?- chiese Martha sorridendole dolcemente.
-L'idea è venuta pensando al suo commento il giorno di San Valentino, sul fatto che conoscevo i suoi gusti perché il regalo secondo lui era il caso complicato che stavamo affrontando. In realtà non era così, ovviamente. E poi ho pensato ad un film rivisto l'altra sera... “La finestra sul cortile”, penso lo conosciate...- disse guardandoli annuire.
-Oh, tesoro! Sto iniziando ad intuire qualcosa...- disse Martha con un sorriso materno e una luce diversa negli occhi.
-Stavo pensando che potremmo organizzare una festa a sorpresa con finto-omicidio- disse per poi guardare le facce perplesse dei presenti.
-Cioè?- chiese Esposito non capendo -Cosa dovremmo fare?-
-Ho capito!- esclamò Martha eccitata. Sembrava Castle in quel momento dopo aver creato una nuova teoria. Kate si voltò di nuovo verso gli amici e sorrise -Castle è annoiato quando non ha niente da fare...-
-E non riesce a scrivere quando è con qualcosa di rotto o sta male...- disse Alexis continuando. Kate annuì e tornò a spiegare -Quindi, per rendere il compleanno più divertente, potremmo organizzargli un finto-omicidio... prendendo spunto dal film...- i ragazzi annuirono ma Kate capì che non ci erano ancora del tutto arrivati e sospirò -Ok, spiego i ruoli. Ryan, Espo, voi due dovrete essere i soliti. Quando verrete a casa, tre giorni prima del compleanno di Castle, o due, non so... e lo spronerete a guardare fuori dalla finestra con il binocolo. Non so, inventate che state guardando qualcosa... anche una donna nuda. Voi uomini siete attirati da quello!- esclamò Kate mentre le donne annuirono tutte, contemporaneamente.
-Ma non è vero!- esclamarono in coro gli unici due uomini rimasti.
-Fatto questo...- disse Kate ignorandoli -L'unica cosa che dovrai fare tu, Lanie, è l'invitata! Anzi, mi dovresti aiutare nell'atto finale per i vari preparativi...-
-Non c'è problema, dolcezza!- esclamò Lanie. Kate guardò Jenny -Ovviamente a te non chiedo nulla, visto che Kevin mi ha detto che hai un altro impegno per quel giorno, se non erro...-
-Si, esatto! Mi dispiace non poter partecipare!- esclamò Jenny.
Poi Kate si voltò verso Martha e Alexis, guardandole seriamente, mezza imbarazzata -Per voi, va bene?- chiese timorosa -Voglio dire, si tratta di tuo padre- indicò Alexis -E di tuo figlio- disse guardando Martha.
-Oh, darling! È un'idea magnifica!- esclamò la rossa più anziana.
-Si, Kate. Nonna ha ragione!- esclamò guardandola negli occhi -Lo so che sei timorosa per via del nostro strano rapporto, Kate, ma non ho nulla contro di te. Ho sempre questa paura costante che qualcuno gli faccia del male... Ma adesso sono più tranquilla- disse la rossa -Tu lo ami davvero- e Kate trattenne il respiro e deglutì, mentre intorno nessuno fiatava. Alexis stessa si pentì di averlo detto. Forse lei non era ancora pronta per ammettere i suoi sentimenti...
-Quindi io sarò la regista e scenografa, giusto?- chiese Martha cambiando discorso. Kate si riscosse appena e annuì -Si. Stavo pensando di coinvolgere qualcuno dei tuoi studenti...-
-Ma certo! Ne ho già in mente qualcuno tra i più bravi! In questi giorni cercherò di organizzare le scene e ne parleremo- disse Martha.
-Va bene, allora è perfetto! Grazie ragazzi- disse sorridente.
-Lascia fare a noi, capo!- esclamò Espo -Ci pensiamo noi a papi!- e Ryan annuì.
-Perfetto bambini- disse divertita -Anche perché ho bisogno del vostro appoggio per un'altra cosa...- disse mordendosi il labbro. Esposito e Ryan la guardarono semi-preoccupati -Cosa?-
-Gates. Deve essere coinvolta!- esclamò.
-Cosa? Perché? Neanche lo sopporta, Castle!- esclamò Esposito, adesso del tutto preoccupato.
-Appunto! Conoscete Castle... se lui si mette nei guai, la Gates lo sbatterà fuori senza problemi! Se invece sa che cosa stiamo organizzando, anche se Castle si mette nei guai, lo rimprovererà soltanto!- spiegò.
-Giusto!- esclamò Ryan -Ma perché noi?-
-Andremo tutte e tre insieme...- l'ispanico e l'irlandese si guardarono -Oh, avanti, ragazzi!- esclamò Kate -Cosa dovrei fare? Andare lì e dire cosa ho pensato di fare per il compleanno di Castle? Sarebbe come urlargli in faccia che stiamo insieme!-
-Va bene. Verremo con te- disse Esposito rassegnato, mentre Ryan annuì.

Ryan guardò l'orologio -Beh, direi che è tardi. Tu sei stanca e ti aspetta un'altra lunga giornata domani. Castle sarà ancora più annoiato di oggi- disse sorridente. Kate sbuffò -Già. In montagna si è messo a guardare “I Puffi” e parlavamo sull'avere un puffo per casa o meno...- disse scuotendo la testa, divertita, mentre gli altri ridevano.
-Tipico di Castle!- esclamò Esposito ancora ridendo -Almeno con lui non ti annoi mai- disse rivolto all'amica.
-Infatti. Non corro questo pericolo!-
-Va bene, prenditi cura del tuo scrittore!- esclamò Lanie abbracciandola, poi sottovoce aggiunse -E non strapazzarlo troppo- Kate alzò gli occhi al cielo -Lanie!- non sarebbe cambiata mai!
-Per altro... non pensare mi sia sfuggito il fatto che hai detto “casa”, come se vivessi già qua!- esclamò facendole l'occhiolino, mentre Kate arrossì.
Salutò gli altri fino a quando il loft non si svuotò, rimanendo in tre.
-Se vuoi compro io il binocolo, Kate- disse Alexis -C'è un negozio che papà adora, dove ci sono aggeggi da spia anche... Si trova a pochi isolati da qui, non è un problema- Kate annuì -Va bene, Alexis!-
-Adesso se non vi dispiace vado a dormire- disse la giovane rossa -Domani devo svegliarmi presto e studiare. Ho un esame in vista!- esclamò.
-Vai pure, tesoro. Buonanotte- disse Martha abbracciandola. Abbracciò anche Kate, che però la bloccò prima di salire -Aspetta!- esclamò Kate -Volevo chiedervi se potevo rimanere qui fino a quando Castle non si toglierà l'ingessatura...-
-Kate, non dovresti neanche chiederlo- disse Alexis -Questa è anche un po' casa tua- disse sorridente -Notte!- e salì al piano di sopra.
-Non devi crearti questi problemi, Katherine...- disse Martha sorridendole. Kate non aveva mai amato che la chiamassero con il suo nome intero, ma con Martha era diverso. A Martha era permesso tutto.
Kate la guardò seriamente -Pensi che gli piacerà?- chiese -La festa a sorpresa e tutto il resto, intendo...-
-Amerà ogni singola cosa, Katherine- disse la donna prendendole le mani tra le sue -Vieni, sediamoci sul divano...-
Si sedettero e Martha la guardò attentamente -Ti sei presa un gran bello spavento, vero?- chiese, ricordando che poco prima aveva rabbrividito raccontando la scena. Kate sospirò e chiuse gli occhi -L'ho visto cadere davanti ai miei occhi, e ho visto quel sangue, lui che si lamentava e io... ho avuto paura- ammise in un sussurro. Martha le strinse una mano e Kate la guardò -Ho pensato a cosa deve aver passato lui quando mi hanno sparato e... mi sono sentita così meschina. Ho pensato di non meritare una persona meravigliosa come lui...-
-Tesoro, ne avete passate tante insieme... ma non pensare mai una cosa del genere. Ho cresciuto Richard da sola, adesso sai anche il perché- disse ricordando le parole di Castle sul padre -E l'ho sempre visto accompagnato da donne che non lo meritavano. L'ho visto sposare Meredith e sapevo che non era quella giusta per lui. Ma lei era incinta, e Richard fece la cosa che ritenne più giusta. Ricordo ancora quando mi chiamò per dirmi che Meredith se ne era andata, lasciandolo solo con Alexis. Ricordo quando mi disse che avrebbe sposato Gina. Anche in quel caso sapevo che non era quella giusta. Lui prende sempre seriamente il matrimonio, ma le donne che ha avuto per niente...- sospirò -Ma poi sei arriva tu, Kate- e gli occhi di Kate si concentrarono su quelli della donna che la guardavano amorevolmente -E ho visto cambiare mio figlio. L'ho visto crescere, maturare. E questo grazie a te, Katherine, perché nonostante tutto il tempo che avete aspettato, nonostante il male che vi siete fatti a vicenda, io sapevo dall'inizio che eravate fatti per stare insieme...- Kate la guardò e le sorrise dolcemente. Martha le diede una carezza, e Kate si sentì avvolgere da quel calore materno che dalla morte di Johanna non ricordava quasi più.
-Grazie Martha- disse commossa, stringendole la mano ancora di più.
-Vai pure a dormire, darling. Sei stanca...-
-Si, vado. Grazie ancora Martha, a domani...- sorrise e andò in camera da letto.
Si fermò sulla porta, osservando Castle dormire beatamente. Sembrava un bambino, a pancia in su, con i capelli scompigliati, la bocca un po' aperta, un braccio ai lati della testa, sul cuscino, con la mano semi aperta, e l'altra mano appoggiata sulla pancia. Sorrise e iniziò a spogliarsi. Indossò la solita maglia larga e strisciò sotto le coperte. Si teneva sollevata su un gomito e continuò ad osservarlo. Con una mano gli accarezzò i capelli. Sapeva che quando era troppo stanco non avrebbe sentito neanche le cannonate. Sospirò e ripensò a poco fa. Alexis aveva ragione... lo amava. Immensamente.
Ma ancora non riusciva ad esprimerlo ad alta voce. Sperava solo che lui capisse, anche dai piccoli gesti, quanto ci tenesse. Magari presto sarebbe riuscita a pronunciare quelle due paroline che non aveva più detto dalla morte della madre, a nessuno dei suoi ragazzi.
Si, ci sarebbe riuscita presto. Sorrise e si chinò a baciarlo.
Per adesso, quelle due paroline, sarebbero rimaste nel suo cuore.

Ti amo, Rick.


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Per quanto riguarda l'asterisco trovato ad un certo punto della storia:

*Dopo la visione degli ultimi episodi della quinta stagione, ero indecisa se mettere o meno questo pezzo. È una cosa che avevo pensato post-5x19, e sapete che sono spesso smielata... quindi ho deciso di scriverlo comunque! Anche grazie all' “OK” della “festeggiata”, Sofia, e di Elena [Lanie]. D'altronde... anche se Castle avesse detto una cosa del genere, i dubbi di Kate negli ultimi episodi ci sarebbero comunque stati [purtroppo, aggiungere -.-], magari pensando che quella frase l'abbia detta mentre era sotto effetto dei farmaci. È Kate. Bisogna aspettarsi di tutto da quella donna : D


Fine! Allora, che mi dite? Se non fosse per Elena sarei ancora ad un punto morto visto che non mi convinceva quasi per niente! XD ahahah
Va beh, è fatta! Ormai è pubblica e potete giudicare voi stessi! : )
Un bacione enorme e grazie in anticipo per chi lascerà un commento!
   
 
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