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Autore: xholaguys    23/06/2013    3 recensioni
‹Per fortuna che sei malata.› sussurra qualcuno al mio orecchio, mi giro e vedo Harry a due cm da me.
E per la prima volta i miei occhi azzurri incontrano i suoi occhi verdi.
Non so che dire, inizio a balbettare parole senza senso allontanandomi da lui.
‹Posso?› ridacchia avvicinando la mano alla sigaretta, gliela do subito.
Fa subito un tiro, sporcandosi di rossetto.
Faccio un piccolo sorriso e lo pulisco con l'indice; le sue labbra sono molto morbide. Mi incanta con i suoi occhi smeraldo e pochi secondi poco lo ritrovo attaccato alle mie labbra.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‹Mamma ti prego, lasciami andare, ti supplico.› le dico quasi piangendo ‹Ti prego ti prego ti prego.› ripeto, ma la sua risposta è un secco no ‹Spiegami il perché!›
‹Questa cena conta molto per me, non è importante conoscere il tuo futuro patrigno?› incrocia le braccia.
‹No.› sbuffo.
‹Va' a vestirti, e non voglio sentire una parola.› indica la mia stanza
Non cambierà idea facilmente, così le obbedisco.
Potevano scegliere un altro giorno, ma no, roviniamo l'appuntamento ad Alex.
Mando un messaggio ad Harry dicendogli che sono malata, non mi piace dare troppe spiegazioni.
‹Con chi parli?› mia sorella Annie si intrufola in camera mia.
‹Non sono cazzi tuoi!› le urlo; per la paura scappa, sogghigno e chiudo la porta.
 
‹Sapevo che avremmo fatto tardi, ma non credevo di un'ora e mezzo!› urla mia madre suonando il clacson.
‹Tutta colpa di Alex.› mi accusa Annie, ha solo dieci anni, ma è una peste; solo poche settimane fa ha annegato il mio computer mettendolo nella lavatrice, e sono stata anche messa in punizione.
‹Ma non è colpa mia!› per la rabbia faccio cadere il mio telefono, ma lo riprendo subito.
‹Se tu non ti fossi pitturata la faccia in questo momento staremmo già al ristorante.› continua mia sorella.
Mi giro e le tiro i capelli, e lei fa lo stesso; ma nostra madre ci fa smettere, annunciando di essere arrivati.
È un locale davvero elegante, c'è una sala interna e una terrazza, utilizzata nelle giornate estive come questa, che da sul Tamigi.
Saliamo sulla terrazza, dove c'è un grosso tendone bianco copre l'intero perimetro, e delle lanterne.
Ci indicano il nostro tavolo, e la prima cosa che fa mia madre è scusarsi con il suo fidanzato, che dopotutto non so neanche il suo nome, e suo figlio.
Mi sembra di conoscerlo ... CAZZO CERTO CHE LO CONOSCO È HARRY.
Mi blocco a circa due metri dal tavolo, ma dietro di me c'è Annie che mi spinge.
Sono costretta ad andare avanti, anche perché mi ha già visto. Abbasso la testa e cerco di non farmi riconoscere.
 
‹Posso alzarmi?› chiedo a mia madre, hanno appena portato via il secondo e vorrei fumare una sigaretta, a sua insaputa, naturalmente.
Scendo e mi siedo sulla prima panchina libera che vedo. Accendo una sigaretta e incomincio a fumarla tranquillamente.
‹Per fortuna che sei malata.› sussurra qualcuno al mio orecchio, mi giro e vedo Harry a due cm da me. 
E per la prima volta i miei occhi azzurri incontrano i suoi occhi verdi.
Non so che dire, inizio a balbettare parole senza senso allontanandomi da lui.
‹Posso?› ridacchia avvicinando la mano alla sigaretta, gliela do subito.
Fa subito un tiro, sporcandosi di rossetto.
Faccio un piccolo sorriso e lo pulisco con l'indice; le sue labbra sono molto morbide. Mi incanta con i suoi occhi smeraldo e pochi secondi poco lo ritrovo attaccato alle mie labbra; ci baciamo per alcuni minuti e appoggia la sua fronte sulla mia.
‹Meglio rientrare, no?› mi alzo, lui mi prende delicatamente la mano, ma continuo per la mia strada.
 
Due settimane dopo
 
‹Dove metto queste?› le mie valigie pesano un quintale, ed è solo metà del mio guardaroba.
‹Nell'ultima stanza a destra.› mi dice Des, il padre di Harry.
Entro in quella che dovrebbe essere la nostra nuova camera. Nostra perché dovrò dividerla con Annie. Ma è un buco!
‹Mamma, non accetterò mai quella camera!› urlo, mi fermo sulla soglia della mia camera dei sogni: stereo super accessoriato, divano a tre piazze, plasma da 30" circa, due letti entrambi a due piazze, mini frigo e una scrivania con un portatile. Tutto quello che ho sempre desiderato ‹Questa è la mia camera.›
‹Non ci pensare nemmeno.› Harry spunta da dietro le mie spalle. ‹Questa è la mia camera.› dice, sottolineando mia.
‹Potete condividerla.› suggerisce mia madre.
‹Neanche.morto. › pronuncia queste parole, poi ci si chiude dentro.
‹Io non vivrò mai in quel buco.› indico la stanza dove ho lasciate le valigie. Mamma mi cinge le spalle con un braccio e manda Des a parlare con Harry.
 
‹Le tue valigie sono in camera.› annuncia Des ritornando in cucina.
Casa loro è il triplo della nostra, non sono abituata a tutto questo spazio.
Attraverso l'enorme soggiorno, salgo e scale e mi accomodo nella mia nuova camera.
Harry gioca con il suo cellulare sul letto, che è a pochi metri dal mio.
Le mie quattro valigie sono sparse per tutta la stanza; ne prendo una a caso, la appoggio sul letto ed inizio a sistemare delicatamente i miei vestiti nell'enorme armadio in mogano accanto al mio letto.
 
Sto sistemando i miei reggiseni quando mi accorgo di qualcuno alle mie spalle.
‹Che carino questo, me lo presti? › Harry ne indica uno dei tanti. Molto spiritoso.
‹Questa battuta è così divertente che ho dimenticato di ridere. › dico chiudendo il cassetto.
‹Il tuo guardaroba è molto carino, vuoi mostrarmelo?› ammira alcuni miei vestiti.
‹No.› gli sorrido ‹Ora se non ti dispiace vorrei rilassarmi.› striscio via da lui e mi stendo sul letto, prendo il mio cellulare e metto le cuffiette.
 
‹AAAAAlex, svegliaaa. › qualcuno mi scuote con violenza.
‹Altri cinque minuti mamma. › dico, dandogli le spalle.
‹Non li abbiamo cinque minuti, ci hanno abbandonato! › la voce di Harry è disperata, preoccupata.
‹Ma che cazzo stai dicendo? Oggi Annie ha lezione di piano, l'avranno accompagnata. Ora lasciami dormire. › sento delle risate, che non sono di Harry.
Mi alzo lentamente e vedo dei ragazzi, molto carini, fissarmi. Ritorno subito sotto le coperte e trascino Harry sotto di esse.
‹Hai invitato i tuoi amici senza avvisarmi? › sussurro.
‹Non credi che questa situazione sia romantica? › cerca di avvicinarsi a me, ma lo respingo mettendogli una mano in faccia e corro in bagno.
Mi guardo allo specchio; i miei capelli sono una massa uniforme che non riesco a spiegare, tutto il trucco è sciolto, somigliando ad un pagliaccio ed il mio alito sa di topo morto.
In meno di cinque minuti mi sistemo ed esco, facendo finta che non sia successo nulla.
Entro in camera; le luci sono spente, i ragazzi stanno vedendo un film, ma non riesco a capire di che genere.
Mi siedo sul letto e appoggio la testa sulle ginocchia e mi godo lo spettacolo; fin da subito capisco che è un film horror. Odio questo genere.
Dondolo avanti ed indietro ripetendomi che non è reale, ma parlo troppo forte: così tanto che i ragazzi si voltano verso di me e mi guardano confusi.
‹Stai bene? › mi chiede Harry trattenendo una risata.
‹Mai stata meglio. › tremo, i film horror mi terrorizzano sempre. Non voglio restare nella penombra, così decido di sedermi sulla poltrona libera che è vicino agli amici di Harry.
‹Ragazzi lei è Alex. › dice d'improvviso Harry; mi volto verso di loro ‹Loro sono Liam, Niall, Louis e Zayn. ›
Li guardo accennando un sorriso, ma al buio sembrano uguali.
Riprendo a guardare il film, con le mani costantemente sugli occhi, ovviamente.
Non è reale, non è reale, non è reale.Un tizio infila la mano in bocca ad un altro tizio. Non è reale. Le dita escono dalle orbite.
Soffoco un urlo, anche se non serve a molto. Harry mi guarda divertito.
‹Vuoi sederti qui? › dice facendo cenno al posto vuoto accanto a lui. Scuoto la testa, ma cambio subito idea e mi fiondo tra le sue braccia.
‹Togli questo film ora. › lo supplico quasi piangendo. Mi da' ascolto e spegne la televisione; faccio un sospiro di sollievo.
Rimango accecata dalla luce, sono ancora sulle gambe di Harry, e sembra che non dia fastidio. Mi alzo di scatto in piedi.
Gli altri mi guardano sorridenti. Ma che sono, maniaci?
‹Allora tu sei..? › mi chiede un mezzo biondino.
‹La sua sorellastra. › gli sorrido.
‹Niall vai a prendere qualcosa da mangiare. › gli ordina un brunetto dalla pelle olivastra. Il biondo obbedisce subito ‹Allora dove andiamo? ›
‹È venerdì sera, andiamo a ballare? › suggerisce un moretto dagli occhi color cielo. Harry si volta verso di me.
‹Vuoi venire? › mi domanda. Perché no?
‹Okay, ma mi serve mezz'ora. › faccio segno ai ragazzi di uscire.
 
‹TI DO CINQUE SECONDI, SE NON SEI QUI CE NE ANDIAMO. › urla Harry dal salotto. Ma quante storie per cinque minuti di ritardo.
Do' un'ultima occhiata allo specchio: indosso un semplice vestito nero che mi arriva fino a metà coscia e dei tacchi neri. Prendo il mio cellulare e scendo le scale.
‹Finalmente! › esclama Harry appena mi vede. Inizia a guardarmi dalla testa ai piedi ‹Perché è così corto questo vestito? ›
‹Corto? È il più lungo che ho! › gli rispondo.
‹Non importa, abbiamo già fatto tardi, andiamo!› ci incoraggia il moretto dagli occhi nocciola.
Andiamo sul vialetto ed entriamo tutti nell'auto di Des, un SUV nero.
 
‹Siamo arrivati? › mi lamento per l'ennesima volta.
‹Si, porca miseria. › urla Harry contento uscendo dalla macchina, seguito dagli altri.
Il locale non è grande, ma potrebbero entrarci circa duecento persone; dentro ce ne sono almeno la metà.
Al centro c'è una pista da ballo e, al centro di essa, c'è un DJ; ai lati ci sono dei divanetti ed in un angolo un bar.
Non ho molta voglia di ballare, così mi accomodo su uno dei divani liberi che ci sono. Non ho neanche il tempo di pensare a cosa farò dopo che qualcuno si siede accanto a me e poggia una mano sulla mia coscia. Mi volto e vedo Harry guardarmi, i suoi meravigliosi occhi verdi splendono con quelle luci colorate.
Gli sorrido falsamente, intanto allontano la sua mano da me; ma lui si avvicina sempre di più a me, fino a quando le nostre fronti si sfiorano.
Pochi secondi dopo le sue labbra sono sulle mie. Tutto questo è sbagliato; vorrei rifiutarlo, ma con gentilezza: lo spigo lontano e mi precipito al bar, dove ordino un drink.
Dopo circa dieci minuti non lo vedo, forse mi ha lasciata perdere.
Decido di andare sulla pista da ballo, ma non ci rimango per molto; dopo un po' sento qualcuno toccarmi il culo, mi giro in quella direzione e mi trascinano via da lì.
Mi gira la testa, forse quel drink era alcolico, e non poco. I miei occhi cercano di abituarsi alla forte luce del bagno, ma vedo sfuocato.
Mi sembra di conoscere il ragazzo che mi ha portato via, somiglia ad un amico di Harry, ma non riesco a ricordarne il nome.
Inizia a baciarmi e le sue mani, che erano poggiate sui miei fianchi, iniziano a scendere fino al mio culo. Cazzo se ci sa fare.
Mi ritrovo con le spalle al muro, lui mi lascia baci umidi sul collo; d'improvviso si allontana da me.
‹Che cazzo state facendo? › sento la voce di Harry, nessuno gli risponde.
La testa inizia a girarmi molto più forte di prima, mi accovaccio sul pavimento leggermente bagnato. Harry poggia la sua mano sul mio braccio dicendomi qualcosa, ma non capisco niente. Inizio a non vederci molto bene, e poi non vedo più nulla.
 
Qualcuno disturba il mio sonno facendomi il solletico sui fianchi, non c'è niente di più fastidioso.
‹Hai finito di rompermi il cazzo? › dico, mollando dei calci.
‹Miss finezza in persona. › non è la voce di Harry, ma mi è familiare. Mi volto e vedo uno dei suoi amici che sono venuti ieri: abbastanza alto, pelle olivastra, capelli corvini e occhi nocciola.
Aspetta, quando mi sono addormentata e quando sono tornata a casa? E perché lui è qui?
‹Stai bene? › mi domanda, quasi sussurrando.
‹Come dovrei stare? › cerco di ricordare il sogno che ho fatto la scorsa notte, ma ricordo ben poco ‹Come sei entrato? ›
‹Mi ha aperto tua madre, prima di uscire. › mi guarda negli occhi.
‹Siamo soli? › chiedo leggermente spaventata.
‹No, Harry è in bagno. › noto che ha un occhio nero, mi avvicino preoccupata.
‹Che è successo? Ieri non lo avevi. › è messo davvero male.
‹Che ricordi di ieri sera? › cambia argomento, forse non vuole parlarne.
‹In realtà poco, ma ho fatto un sogno davvero strano. › prendo il mio cellulare, ci sono almeno trenta nuovi messaggi.
‹Racconta. › mi sorride.
‹Davvero ti interessa? › annuisce ‹Ero nella discoteca e stavo ballando, ma qualcuno mi porta via, inizia a baciarmi e mi piace; sai ti somigliava molto, poi arriva Harry e fine del sogno. › ride abbassando la testa; lo guardo confuso.
Si avvicina al mio orecchio ‹Non era un sogno. › sussurra.
Sentiamo la porta del bagno aprirsi, lui corre via. Harry entra in camera con un asciugamano in vita.
‹Ti sei svegliata. › mi sorride avvicinandosi a me, poggia la sua mano umida sulla mia fronte per controllarmi la temperatura. ‹C'era Zayn? › Ecco come si chiama.
‹E chi è?> lo copro. Potrebbe essere stato Harry a fargli l'occhio nero? ‹Che è successo ieri sera? › improvvisamente diventa pallido.
‹Non ti sei sentita bene e ti ho portato a casa. › apre il suo armadio.
‹Altro? › mi alzo lentamente.
‹No. › bugiardo.
 
 
‹Tira cazzo! › urla uno dei ragazzi; mi hanno invitato ad Hyde Park a guardarli giocare a calcio, ma lo sport non è il mio forte, così mi sono seduta sotto un albero a leggere.
È sempre stato il mio luogo preferito per leggere, mi rilasso sempre qui.
‹Cinque minuti di pausa. › dice Harry agli altri, intanto corre verso di me per prendere dell'acqua ‹Non ti annoia leggere? Vediti il film. › indica il libro.
‹No. › esclamo incazzata. Intanto si siede accanto a me.
‹Magari con me. › mi chiude il libro.
‹Harry, ti ricordo che i nostri genitori tra due settimane si sposeranno. › metto in chiaro.
‹E per questo possiamo divertirci fino a quando non si sposeranno. › cinge le mie spalle con il suo braccio.
‹Il mio e il tuo concetto di "divertimento" sono totalmente diversi. › mi alzo in piedi ‹Perché non proviamo a frequentare altre persone? › lo guardo dall'alto al basso.
‹Tipo chi? › si alza anche lui, credo stia alludendo a Zayn.
‹I cinque minuti sono finiti. › mi volto ed inizio a camminare.
Dopo pochi minuti qualcuno mi tocca la spalla.
‹Ti sto chiamando da mezz'ora. › dice Zayn affannando ‹Dove stai andando? ›
‹Non lo so. › stringo forte il libro che ho tra le mani.
‹Mi accompagni a prendere qualcosa da mangiare? › mi chiede stando al mio passo.
‹Solo se mi spieghi una cosa. › mi guarda confuso ‹Chi ti ha fatto quest'occhio nero? › ci fermiamo entrambi e rimaniamo in silenzio.
‹Sai ho letto anche io questo libro. › lo indica ‹Che ne dici se ci vediamo il film? › perché sono ossessionati con i film?
‹Che ne dici dici di stasera a casa mia? › mi avvicino a lui.
‹Va bene. › tentenna.
 
Bussano alla porta e non sono ancora pronta, cazzo.
‹Un attimo. › urlo dalla mia camera, e mi precipito ad aprire.
Gli occhi timidi di Zayn iniziano a scrutarmi.
‹Sei bellissima. › arrossisco; si guarda intorno ‹Non ho mai sentito questo silenzio in casa di Harry. ›
‹Be' mia mamma e Des sono a cena fuori, mia sorella a dormire da una sua amica ed Harry non so dove sia, ma non è qui. › svolto l'angolo per salire le scale e faccio cenno a Zayn di seguirmi.
‹Quindi siamo soli? › si ferma.
‹Esattamente. › sorrido.
Poco dopo sento il suo corpo sul mio, mi spinge indietro, fino alla parete del corridoio. Si fionda sulle mie labbra.
Passano alcuni minuti, poi mi prende le gambe e se le porta in vita, mi aggrappo a lui fino a che non mi lascia nel mio letto.
Si stende accanto a me e mi guarda dolcemente negli occhi; avvicina il suo volto al mio lentamente, ed inizia a baciarmi.
Non trascorrono molti minuti che Harry entra furioso in camera, dicendo cose senza senso; non si è accorto che ci siamo. Gli avranno dato buca.
‹Se devi fare dei monologhi perché non vai a casa di qualcun'altro? › mi alzo e gli vado contro.
‹Questa è casa mia, fino a prova contraria. › mi risponde incazzato.
‹Credo sia tardi. › dice Zayn alle mie spalle andandosene.
‹Ma sei qui da cinque minuti! › dico, ma lui ha già lasciato la stanza ‹Grazie mille. › mi volto verso Harry.
‹Se io vado in bianco ci vai anche tu, chiaro? › lo guardo confuso ‹Comunque, che ne dici di un accordo? › si siede sulla poltrona.
‹Di che genere? › mi siedo sul bracciolo.
‹Che renderà felice entrambi. › fa un sorrisetto del genere 'ti porterò via la verginità senza che tu lo sappia'.
‹No. › faccio per andarmene, ma mi trattiene.
‹Almeno ascoltami.> mi guarda negli occhi. Annuisco ‹Una relazione segreta. ›
‹Siamo ritornati alle elementari? › è la mia risposta.
‹Andiamo, so che sei cotta di me. › ancora quel sorrisetto. Non sono cotta di lui, almeno non completamente ‹Tutto finirà il giorno del matrimonio, ho pensato ad ogni cosa. › ammette spavaldo.
‹Se per un miracolo accettassi, quali sarebbero i vantaggi? › chiedo.
‹Staresti insieme a questo figone. › indica se' stesso. Poco egocentrico. Ma dopo tutto cosa ho da perdere?
‹Va bene. › dico con nonchalance.
‹So che lo vorresti... hai detto si? › mi guarda stupito, annuisco.
‹Quindi adesso stiamo insieme? › mi alzo ma Harry mi spinge su di lui.
‹Shhh. › poggia l'indice sulle mie labbra ‹È un segreto. › sorrido. Mi lascia un bacio umido sulle labbra.
 
 
‹Andiamo al cinema, ti preeego. › supplico Harry. Nelle ultime due settimane non abbiamo fatto un granché. Almeno l'ultima sera in cui possiamo essere una coppia facciamo qualcosa di divertente! Si stende sul mio letto ed io mi siedo sopra di lui ‹Ti preego. › mi avvicino al suo volto.
‹Lo sai che dobbiamo fare da baby-sitter ad Annie. › sospira giocherellando con i miei capelli.
‹Se non ti piace il cinema basta dirlo, che ne dici di una cena? › mi sorride, sta per darmi un bacio quando qualcuno bussa alla porta. Harry mi spinge facendomi cadere a terra.
‹Noi usciamo. › annuncia mia madre entrando in camera, Harry mi poggia una mano in testa per coprirmi ‹Dov'è Alex? › gli mordo un dito per divertirmi. Trattiene un urlo.
‹In bagno. › si morde le labbra. Mia mamma lo saluta e se ne va.
‹Non provarci mai più. › mi alzo e gli punto un dito contro.
‹Lo stesso vale per te. › mi stendo accanto a lui.
‹Sai, sei molto sexy quando ti mordi le labbra. › ammetto avvicinandomi di nuovo al suo volto.
‹Lo so. › sbruffone ‹Allora vuoi andare a cena fuori? › annuisco ‹Vai a preparati, e indossa quel vestito rosso. › ammicca.
 
‹Noi dovremmo fare che cosa!? › sento urlare dal piano di sotto. Scendo a vedere cosa succede.
Vedo Liam, Louis, Zayn e Niall discutere con Harry.
‹Badare ad Annie. › dice Styles disinvolto. I ragazzi mi guardano.
‹E questi sarebbero i tuoi 'espertissimi baby-sitter'? › gli sussurro ‹Se le baderete vi sarò grata per tutta la vita. › supplico.
‹Per le undici a casa. › ci sorride Louis senza porci nessuna domanda.
 
‹Siamo arrivati. › annuncia Harry sorridente. Davanti a noi c'è uno dei ristoranti a cinque stelle di Londra.
‹Sicuro? Perché non andiamo in quella pizzeria a pochi isolati da qui? › dico insicura. Harry mi cinge le spalle con un braccio.
‹Perché dovremmo? E poi siamo già arrivati. › mi da un bacio.
Non so come mai, ma nei ristoranti di lusso non mi sento a mio agio; forse perché non sono il mio genere.
Quando entriamo nel locale mi guardo in torno; il ristorante è gremito di gente.
‹A ripensarci sarebbe meglio andare in pizzeria. › lo guardo confuso ‹Primo, non c'è un tavolo libero, e secondo: guarda là. › mi indica un tavolo a pochi metri da noi. Vedo mamma e Des.
‹E stai li impalato? Andiamo in macchina, coglione. › lo trascino via da lì.
‹Come mi hai chiamato? › domanda appena in auto.
‹Coglione. › ripeto.
‹Stronza. ›
‹Idiota. ›
‹Troia. ›
‹Vuoi continuare così per tutta la serata? › dico incazzata.
‹Se non abbiamo nient'altro da fare. › si rimette alla guida.
‹E cosa vorresti fare? › non parla per qualche minuto, poi sussulto perché sento la sua mano nell'interno coscia avvicinarsi lentamente alla mia intimità, ma lo fermo in tempo ‹No. ›
‹È la tua ultima possibilità. › ferma l'auto in un vicolo.
‹Potrebbero divorziare. › incrocio le braccia.
Inizia a baciarmi il collo salendo pian piano alle mie labbra. Scommetto che mi ha fatto qualche succhiotto questo stronzo.
Abbassa il mio sedile e si mette a cavalcioni su di me. Gli tolgo la giacca e sbottono la camicia. Ha dei pettorali di ferro, cazzo.
Sento la sua erezione premere sulla mia gamba.
‹Guarda nella tua borsa. › mi dice, con il suo sorrisetto da playboy. La apro e vedo un durex.
La sto per chiudere quando il mio cellulare si illumina e controllo l'orario.
‹Cazzo è mezzanotte. › esclamo preoccupata. I nostri saranno già a casa.
Si riveste velocemente, torna al suo posto e inizia a guidare verso casa.
 
È mezzanotte e mezzo, i nostri genitori ci fucileranno. Harry parcheggia sul vialetto e corriamo dentro.
Vedo mia mamma più incazzata che mai aspettarci all'ingresso.
‹Posso spiegarti. › dico varcando la soglia di casa ‹Era un'emergenza, ero svenuta ed Harry mi ha portata al pronto soccorso. ›
‹Vestita così? › indica il mio abito.
‹È inutile mentire, la verità è che ci annoiavamo, così siamo andati ad una festa.› si intromette Harry.
‹Un mese. › annuncia. Salgo in camera ed Harry mi segue.
‹Un mese di cosa? › mi chiede confuso.
‹Di punizione, idiota. › mi siedo sul mio letto stanca.
‹Allora, vogliamo continuare il discorso che abbiamo interrotto? › chiude la porta a chiave.
‹No. › si siede accanto a me.
‹Almeno un bacio d'addio? ›
Si avvicina al mio volto e mi bacia dolcemente.
‹Ti amo.› mi sussurra, una volta staccatosi dalle mie labbra.
‹Anche io. › gli sussurro appoggiando la mia testa sulla sua spalla.
 
‹Allora, come sto? › mi volto verso Harry.
‹Bene. › alza lo sguardo per pochi secondi, poi ritorna a guardare il piccolo schermo del suo cellulare.
‹Ho impiegato tre ore per vestirmi, truccarmi e pettinarmi e sto solo bene? › rubo il suo cellulare.
‹Hai ragione, stai abbastanza bene. › vado su tutte le furie; ritorno allo specchio per mettere del gloss sulle labbra ‹Sei perfetta. › mi sorride ‹Ora dammi il telefono. › glielo lancio, e lui lo prende al volo.
‹Siete pronti? › ci domanda Des entrando in camera; annuiamo. ‹Andiamo. › fa un sorriso a 32 denti.
 
‹Ma quando cazzo arriva? › Harry guarda per l'ennesima volta il suo orologio.
‹È normale che la sposa sia in ritardo. › cerco di calmarlo.
‹Si, ma non di due ore! › finalmente l'organo inizia a suonare.
Mia madre entra in chiesa più bella che mai, tutti gli occhi sono puntati su di lei. Stringo la mano di Harry più forte che posso, ma lui non batte ciglio.
 
‹Tra quanto finisce la cerimonia? › mi sussurra Harry all'orecchio. Ma si lamenta sempre questo?
‹Poco. › rispondo nell'istante in cui dicono 'lo voglio'.
‹Be' allora, ciao sorellina. › mi sorride guardandomi negli occhi.
‹Ciao fratellino. › lo abbraccio.
In fondo cosa c'è di meglio dell'amore fraterno?
  
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