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Autore: Oroborus    23/06/2013    2 recensioni
Il livello delle acque aumenta a vista d'occhio, la vita viene sepolta flutto dopo flutto. Cosa resterà di questo mondo, proiettato inesorabilmente verso un'Atlantidea vita?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche il cielo è blu, sembra che il mare abbia inghiottito pure quello...

L'acqua già lambiva le pendici della collina, verde d'erba fresca, in cima alla quale si era rifugiato un uomo, da solo. Si guardava intorno, sconsolato: tutto ciò che poteva vedere era acqua, acqua fino a dove l'occhio poteva vedere. Era questa una sorta di punizione della natura nei confronti dell'uomo? O era una punizione di qualche dio?
L'acqua ha dato la vita a tutto e nello stesso modo la stava sottraendo e seppur l'umanità si credesse estremamente potente, nulla poteva davanti alla marea blu. Blu come il cielo, pesante cappa sopra la collina, ormai per metà ingoiata dalla marea.

Il silenzio era interrotto soltanto dal rumore della risacca della marea, la natura non emetteva alcun suono. Non c'era traccia degli animali, non si sentiva neanche la lontana eco delle melodie degli uccelli, quasi a voler rafforzare l'isolamento di quell'uomo e dell'umanità intera in quella situazione.

In ogni dove le persone si preparavano in qualsiasi modo potessero, chi rubava quell'ultimo litro di carburante per la barca, chi si rifugiava in vetta alla montagna più vicina sperando di salvarsi da ciò che sembrava la fine di tutto. C'era chi pregava il proprio dio per essere salvato, c'era chi si disperava, chi piangeva, chi voleva passare gli ultimi tempi con la famiglia o i cari e c'era chi, silenziosamente, aveva accettato il fluire degli avvenimenti ed aveva accettato il fatto che non c'era scampo; il genere umano era arrivato alla sua ultima spiaggia, reo di aver lacerato la sua terra, di aver inquinato le sue acque, di aver oscurato il suo cielo, di aver odiato se stesso.

Nulla potevano gli uomini dinnanzi alla marea: coloro che pensavano di aver superato il problema venivano cancellati, inghiottiti dalle onde, come se il pianeta si stesse scrollando di dosso un nugolo di insetti ronzanti. Tutti si chiedevano perché stesse succedendo. Non ebbero mai risposta.

 

Il sole è allo zenith. La marea mi ha quasi raggiunto. L'acqua mi lambisce pigramente. Sento le forze abbandonarmi, non riesco a stare in piedi. Cado, mi reggo a stento, il mio respiro si fa affannoso, mi sento soffocare. Mi sento terribilmente pesante, le mie braccia non riescono a sostenermi, cado nell'acqua, mi sento meglio. Sento un formicolio alle mani, non riesco a muoverle, sono paralizzato. La mia vista si offusca, l'acqua mi ricopre completamente, sento solamente il respiro del mare intorno a me. Tutto tace.

Riprese coscienza, aprì lentamente gli occhi ed il nuovo mondo gli si dispiegò davanti: un mondo di acqua e di luce. Respirò tranquillamente, l'acqua gli entrò fluida nei polmoni come fosse aria; la vista non venne irritata dal contatto con il liquido, come se il mare fosse il suo nuovo cielo. Si sentì leggero, il peso di tutte le preoccupazioni ed i pensieri trasportati via dalla corrente. Rimase fermo sul fondale, inerme, ad osservare il rincorrersi delle striature della luce nella corrente. Si sgranchì le mani e le osservò: le dita erano congiunte da una sottile membrana semi-trasparente e la sua pelle era pallida, troppo pallida, ma non si scompose minimamente, non riusciva ad esserne in qualche modo preoccupato. Mosse le braccia in grandi archi per alzarsi ed inconsciamente agitò le gambe, non più tali, sostituite da una robusta coda. Non riuscì ad impressionarsene, non riuscì a spaventarsene, per lui fu come se tutto ciò fosse normale. Niente paura, niente sgomento, niente nervosismo, niente terrore, solo calma, pace, tranquillità e silenzio. L'uomo non fu più uomo. L'uomo si evolse. L'uomo capì la vastità del mare e l'infinità del cielo, capì il sorgere del sole ed il silenzioso volo della luna, capì il lontano brillare delle stelle ed il profondo silenzio del mondo, sepolto sotto il cielo d'acqua. L'uomo capì. L'uomo comprese il fluire della vita e ne saggiò i più reconditi significati, i più nascosti aspetti dell'anima, rivelatigli tutti d'un tratto dalla nuova consapevolezza di sé stesso, del nuovo mondo, di tutto quanto.

In lontananza, sfocati dall'acqua salmastra, apparvero altri uomini, cambiati nel corpo e nell'animo anch'essi, guidati dalla corrente del mare verso ignote destinazioni. Poi si mostrarono, lentamente, le balene, infinite creature immerse nella luce che fendeva il mare. L'uomo non più uomo si allontanò nel blu, unendosi al volo delle creature.

  
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