I gemelli stavano guardando
un film, seduti insieme sul divano con un sacchetto pieno di pop corn
caldi che li divideva.
Amavano passare le giornate
facendo qualsiasi cosa insieme, per loro era normalissimo.
Quella sera i loro genitori
erano fuori per il loro anniversario di matrimonio mentre il loro
fratello maggiore Kevin studiava in un college molto lontano da casa,
così erano soli.
Improvvisamente il telefono
squillò, e questo fece spaventare entrambi che non si
aspettavano nessuna chiamata.
Edward, il più
giovane dei due, si alzò e andò a rispondere.
"Pronto?" chiese.
"Buongiorno, sono il dottor
James." rispose una voce maschile. "Posso parlare con Edward?"
"Si, sono io. Mi dica."
chiese preoccupato.
"Beh Edward..." il dottore
iniziò lentamente, prendendo un respiro prima di riprendere
la conversazione. "Ho una buona notizia per te."
Edward rimase in silenzio
mentre John lo guardava, cercando di capire con chi stesse parlando.
"Abbiamo trovato un donatore
di cuore per te." disse l'uomo tutto d'un fiato dall'altra parte del
telefono.
Il ragazzo non poteva
crederci, era rimasto scioccato da quella notizia.
"Da...Davvero?"
balbettò, mentre la sua vista venne offuscata a causa delle
lacrime.
"Si. L'aspetto
Giovedì, gli faremo qualche esame prima dell'intervento."
concluse il dottore.
"Grazie."
sussurrò Edward prima di lasciare cadere il telefono a terra.
Si appoggiò
contro la parete vicino e scivolò a terra, tenendo le
ginocchia contro il petto e la testa fra le mani.
Incominciò a
piangere sotto lo sguardo preoccupato di John che corse subito vicino
al gemello.
"Ehi, Edward?" mise una mano
sulla spalla del fratellino. "Ed'ard perchè piangi?"
Il ragazzo gettò
le braccia attorno alle spalle di John mentre seppellì il
viso nell'incavo del suo collo.
"Hanno...Hanno trovato un
donatore di cuore per me, Jawn." cercò di dire, scosso dai
forti singhiozzi. "Non morirò Jawn, hanno trovato un
donatore per me!" gridò mentre le lacrime rigavano il suo
volto.
Il piccolo scoprì
qualche mese prima di avere una grave malattia e gli avevano stimato un
tempo residuo molto breve se nessuno si fosse offerto per donare il suo
cuore.
John abbracciò
forte il fratellino ermeticamente prima di sussurrare.
"Sono così felice
per te, ti avevo detto che sarebbe andato tutto bene."
Una lacrima rigò
anche il suo viso prima di stampare un bacio sul capo del
più piccolo.
"Ti voglio bene."
sussurrò Edward.
"Anche io, più di
qualsiasi cosa." rispose, asciugando le lacrime del gemello e posando
un bacio dolce sulla tempia.
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"...così dopo aver preso questo medicinale, ti addormenterai
dopo qualche minuto." l'infermiera spiegò ad Edward mentre
lui era disteso sul lettino nella sua camera d'ospedale e teneva per
mano John.
La donna aveva il compito di
preparare il ragazzo per l'intervento chirurgico che si sarebbe tenuto
il giorno stesso.
"L'operazione è
prevista per le ore sedici in punto." ha aggiunto, collegando alcuni
cavi delle macchine vicine.
Dopo aver finito di spiegare
ogni particolare, lasciò i due gemelli soli nella stanza.
"Che ore sono?" chiese
Edward, agitato e nervoso.
"Sono solo le 10, Ed'ard."
rispose John, senza dar alcun segno emotivo.
"Cosa c'è che non
và, Jawn? Sei così silenzioso ultimamente..."
notò il più piccolo.
John non rispose, si
limitò solo a baciare la mano del fratello e a sussurrare un
'ti voglio bene' che venne subito ricambiato con un sorriso.
Qualcuno aprì
improvvisamente la porta. Era Susannah, la madre, seguita dal padre e
dal fratello maggiore Kevin.
"Ciao ragazzi."
salutò la madre, avvicinandosi al letto.
"Ehi mommy" entrambi
risposero in coro.
Iniziarono a parlare
dell'intervento, che sarebbe andato tutto bene e che non c'era nulla di
cui preoccuparsi.
"John?" sussurrò
Susannah, cercando di non farsi notare dal resto della famiglia.
"Possiamo parlare solo noi
due?" chiese.
Il ragazzo annuì
e seguì la madre verso il corridoio.
"Sei sicuro della tua
decisione?" domandò la donna.
"Si, mamma. Sono sicuro."
rispose deciso.
"Non devi farlo per forza,
John, troveremo un altro donatore." sussurrò, mentre la
prima lacrima di una lunga serie scese lungo il suo zigomo.
"Lo sto facendo per Edward."
disse, abbracciando la madre.
"Ti amo, piccolo mio." disse
tra i singhiozzi mentre prese ad accarezzare i capelli di suo figlio.
"Anche io, mamma. Anche io."
sussurrò.
"Devo salutare gli altri
ora, il medico mi aspetta." disse dopo qualche minuto, lasciandosi
andare dall'abbraccio della madre e dirigendosi verso la stanza del
fratello.
Entrò di nuovo,
dopo aver bussato e venne accolto dal gemello che, appena lo vide,
sforzò un sorriso.
"Potete lasciarci soli per
un po'?" chiese il più grande, guardando Kevin e il padre.
Essi annuirono e lasciarono
la stanza, salutando Edward.
John si diresse verso il
letto del gemello e gli prese la mano.
"Cosa c'è che non
va Eddy?" chiese John, notando che il più giovane aveva
iniziato a piangere.
"Tutti sembrano sconvolti,
Jawn." singhiozzò.
"Non siete felici che io
abbia trovato un donatore?" continuò mentre le lacrime gli
annebbiarono la vista.
"Ed'ard" iniziò
il più grande, intrecciando le sue dita tra quelle del
fratello mentre accarezzava il dorso della mano con il pollice.
"Certo che siamo tutti
felici. Soprattutto me. Siamo solo preoccupati, non è
un'operazione semplice. Non vogliamo perderti, noi ti amiamo."
finì con le lacrime agli occhi.
"Siamo solo spaventati, ti
vogliamo bene." ripetè John.
"Ho paura."
singhiozzò il più piccolo.
"Non piangere,
andrà tutto bene." lo rassicurò.
Premette le sue labbra
contro la guancia bagnata di lacrime del gemello.
"Sei la persona
più importante per me." disse John, guardandolo negli occhi
e accennando un piccolo sorriso di conforto.
"E ricordati."
continuò. "Io
sarò sempre nel tuo cuore." terminò,
appoggiando la mano sul petto di Edward, dove batteva il suo cuore.
Si allontanò,
uscendo dalla stanza prima di guardare il suo gemello per l'ultima
volta.
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Passarono ore e Edward
dormiva nella sua stanza d'ospedale. Susannah, John Sr. e Kevin si
sedettero intorno al letto . Piansero in silenzio.
Potevano sentire il suono
della macchina che contava i battiti del nuovo, e sano, cuore di
Edward.
Ora stava bene, tutti erano
felici per questo.
Potevano sentire il suo
battito cardiaco regolare.
Il battito del cuore di John.
C'era una busta sul comodino
accanto al ragazzo, intestata a lui.
Quest'ultimo
incominciò a muoversi dopo qualche minuto, aprì
lentamente gli occhi e sbattè più volte le
palpebre per abituarsi alla luce. I suoi genitori e Kevin sorrisero con
le lacrime agli occhi quando notarono che andava tutto bene.
"Dov'è Jawn?"
fù la prima cosa che disse, ancora con voce impastata a
causa del medicinale.
Quando sentirono quel nome,
i sorrisi della sua famiglia scomparvero dai loro volti.
Non risposero. Evitarono il
suo sguardo, guardando altrove, aspettando che qualcuno gli spiegasse
la situazione.
Edward notò la
busta accanto al suo letto e allungò la mano per prenderla.
Notò subito il
suo nome, scritto con una grafia elegante e ordinata.
La grafia di John.
Aprì lentamente
la busta.
Era ancora debole.
Estrasse il foglio piegato e
iniziò a leggere, in silenzio.
Caro Edward,
ho
proibito agli altri di leggere questa lettera.
E' solo
per te, e nessun'altro.
Ti
voglio bene, Ed'ard.
Sei
sempre stato più di un gemello per me. Un migliore amico. La
mia ancora di salvezza.
Ricordi
tutti i pomeriggi passati insieme? Ogni giorno era sempre migliore con
te.
Hai reso
la mia vita completa.
Quando
ero triste tu eri sempre pronto a farmi sorridere.
Quando
non stavo bene tu rimanevi a farmi compagnia e a prenderti cura di me.
Perchè
è questo che fanno i fratelli, no? Si prendono cura a
vicenda.
Questa
volta ho fatto io qualcosa per te, piccolo.
Credo
che ora ti stia chiedendo dove sia. Ti ricordi quello che ti ho detto
prima di uscire dalla stanza? Lo sò che non mi vedi. Ma mi
puoi sentire, Edward. Prendi la tua mano e posizionala sulla parte
sinistra del tuo petto. Lo senti? Riesci a sentire il battito del
cuore? Senti il mio battito cardiaco?
Ti ho
dato il mio cuore. E vi assicuro che rimarrò per sempre
lì.
Vivi la
tua vita, goditela.
Fallo
per me, vivi per me.
Ti amo,
Edward. Per sempre.
Un sacco di baci;
tuo John.
________
Una lacrima bagnò il pezzo di carta, formando un cuore.
Edward singhiozzava, non
riusciva a trattenersi.
Chiuse gli occhi e
portò la lettera contro il suo petto, stringendola forte.
Un urlò di dolore
uscì dalle sue labbra.
Come avrebbe potuto vivere
senza John?
I
fatti accaduti in questa Fan Fiction non potranno mai accadere in
realtà. La Costituzione dice che l' individuo non
può disporre del suo corpo e della propria vita a suo
piacimento, quindi non può donare organi da vivo.
Detto
questo, ringrazio a tutti coloro che leggeranno questa storia.
Un
grazie a chi lascerà un commento positivo o negativo.
Un
grazie soprattutto ai miei idoli che mi ispirano ogni giorno.
Ultima
cosa... VADO A DUBLINO A VEDERLI! Stò lavorando per
guadagnare soldi ma ho già preso volo, albergo e biglietti.
Ragazze
vedrò finalmente i miei idoli per la prima volta! Ancora non
ci posso credere, mi sento la ragazza più felice del mondo.