Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: lamialadradilibri    23/06/2013    5 recensioni
Primo: io andrò in C.
È la classe più disastrata dell’intera scuola.
È terribile.
Lì è pieno di ragazzi e ... Sì, sono fighi in modo assurdo, ma fanno paura.
Secondo – perché non è finita così.
Dovrò aiutare uno di loro in latino, greco, matematica e storia.
Lui è Andrea. Lo conosco già – di “fama”.
E già lo odio.
(...)
Non so qual è la punizione peggiore.
Per lei è la mia anche se – parole sue! – “Andrea è figo”.
Poi però aggiunge una cosa che mi fa turbare. — Però c’è chi dice che non è esattamente normale ...
Le chiedo più spiegazioni, che non mi sa fornire.
Ottimo!
(...)
CRAC!
Sbarro gli occhi, portandomi una mano alle labbra per soffocare l’urlo, che resta imprigionato tra i miei denti.
O
Mio
Dio
Sara ha tirato un destro dall’aria molto potente – troppo potente – in piena mandibola a Amelia, che ha lasciato cadere la testa di lato, senza più muoverla.
Il cuore mi batte a mille.
No, no!
(...)
“Milady, ce la farò da sola.”
“Non ne dubito. Ma dubito che lei (...) sopravvivrà.”
“Non sono un’assassina.”
(...)
Serro i pugni
Deluso.
Amareggiato.
Solo.
Rinchiuso in una prigione
Odio
Amore
Come posso provarli entrambi?
*
L'amore cambia le persone, la vita cambia le persone
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2.
“Chi trova un amico trova untesoro e farà tutto per non perderlo.”
- Cit.

 
 
È sera.
Mia madre è già arrivata, mentre mio padre questa notte starà via, per lavoro.
Appena mi vede mi chiede cos’ho. Devo avere una faccia tremenda, a questo punto.
Non mi perdo in considerazioni e le dico la verità. In realtà non sa nemmeno degli anni scorsi ... E così non appena scopre il tutto s’infuria. Il suo nome è Serena. Ma non le si addice.
È una bestia, mio dio!
— Voi... Cos’avete... Fatto? — mi domanda, mentre un tic preoccupante le prende l’occhio.
Mi fa paura.
Tanta paura.
Si passa una mano tra i capelli corti e ricci, tentando di calmarsi.
In una parola: inutile.
Mi alzo e mi avvicino in velocità a lei, che s’allontana – per non picchiarmi? Okay ... — Senti mamma! — dico, alzando le mani in segno di resa. Anch’io sono in colpa ora, bene! — Ovviamente la storia non si ripeterà...
— Questo sì che è ovvio, figlia.
Figlia.
Oh, messi bene!
Cerco di trovare una via di fuga, ma non c’è. È guerra. Perché se vai al classico, non puoi comportarti così. Il liceo classico è rigore e competenza ... E non è arrivare tardi il primo giorno.
Ma non mi pento: la mia migliore amica aveva bisogno di sostengo e io, beh, gliel’ho dato.
Si chiama amicizia.
— Lo so... Scusa... Ovvio che non si ripeterà.
— Eccome! — esclama con gli occhi sbarrati e si butta a capofitto sul frigo. Lei è magra, per diversi anni è stata una modella ma poi ha mollato – dice: “Non fa per me non fare nulla tutto l’anno”. Ed ora è medico. — E la punizione è già poco!
Cosa? — Oh mamma, è solo un ritardo...
— Sì! Il primo giorno e si ripete ogni anno. — precisa. Così capisco che oggi non c’è aria. Se non altro non mi darà altre punizioni ... per ora.
Salgo in camera mia.
Non ho più voglia di mangiare né di dormire – ho già dormito per ore!
Ma non posso uscire e – immagino – non potrò farlo per almeno... Tutto l’anno.
C’è una cosa di cui mi pento.
L’ho delusa.
 
 
*
 
 
22.45.
Ho parlato tutto il tempo al cellulare con Nella. Sua madre non l’ha presa altrettanto bene e le ha messo dei paletti – molti in realtà. Primo: non uscirà mai più. È ovvio che non andrà così, ma Nel ha bisogno d’uscire spesso e... Impazzirà.
Secondo: non potrà più vedermi oltre che a scuola – cioè: niente scappatelle a casa sua quando sto male per bere: per l’appunto a casa mia non c’è alcol.
Terzo: niente ragazzi. Lei non ce l’ha... Ma nemmeno l’avrà, per un po’.
Mi sembra un po’ esagerato e mi dispiace tantissimo per lei, ma non posso farci nulla.
Insomma, è sua madre. Si chiama Katia, ed è giapponese. Per questo motivo Nel ha i tratti del viso un po’ diversi da noi occidentali, ed è ancora più bella. Comunque, Katia ha circa l’età di mia madre tanto che, spesso, escono assieme.
Non so né voglio sapere che fanno.
La porta di camera mia si apre, piano, e mia madre fa capolino. Ha con sé del cibo, e l’amo per questo: ora sì che ho fame.
Mangio senza nemmeno capire cos’è il tutto, in silenzio, con lei che mi guarda.
Alla fine domanda: perché?
A lei dico la verità su Nel e così finiamo per farci una risata. Inizialmente cerca di dare il buon esempio, rimanendo severa, ma alla fine s’informa: — Katia cos’ha detto? È così severa lei...
Le dico ogni cosa.
— Ah sì? — borbotta, con le sopracciglia inarcate. — Ci parlerò — mi assicura con un sorriso, carezzandomi la guancia. — e si sistemerà tutto vedrai.
Annuisco poco convinta.
La verità è che non voglio andare in C.
Né voglio conoscere Andrea.
Ovviamente non l’ho detto a mia madre. Ho solo detto vaga che “dovrò aiutare qualcuno”. Lei non sospetta che dovrò aiutare il più figo della scuola e che, perciò, sarò spesso a casa sua...
Okay. Sssh. Stupida baba1!
Mia madre mi lascia dormire alla fine.
Ma non dormo.
Penso, penso, penso troppo.
Perché la mia mente è stupida: non si spenge.
Risultato? Il giorno dopo ho una faccia distrutta.
 
 
*
 
Ore 7.30, sono a scuola.
Anche la preside – Marta – è già lì; Nella ovviamente non c’è. Sarà a casa a... Dormire. Oggi però non potrò aspettarla: lei invio un messaggio.
Nel. Dove sei? santo Zeus, sei pazza?! Dovresti essere già qui! La preside è fuori PER NOI! Scema!
Invio e mi avvio verso la donna che, a braccia conserte, non muove un passo per raggiungermi né mi fa un sorriso “d’incoraggiamento”.
Appena la raggiungo la saluto – lei non ricambia.
Già questo m’indispone: dov’è finita l’educazione?
Gli adulti non dicono sempre ‘l’educazione prima di tutto’?
Non importa. La seguo fino in C.
La classe è vuota e lei comincia a parlare, guardandomi con perplessità e quasi... ironia. — Andrea Monte. È il peggiore ed il più distratto. — mi dice ora più serena, quasi come se si fosse tolta un ‘peso’. Chissà da quanto tempo voleva dirlo a qualcuno? — Fa in modo che passi l’anno. Sarà tre volte che lo bocciano, ormai dovrebbe già essere fuori di qui.
La guardo e mi sento un po’ come in una missione di quei film d’azione. Messaggi in codice su ciò che devi fare, un obbiettivo preciso e soprattutto – in questo caso più che mai – irraggiungibile.
Nei film gli eroi ce la fanno.
Ma qui siamo nella realtà e...
M’infilo le mani nelle tasche e sposto lo zaino sull’altra spalla. — Farò tutto ciò che è in mio potere.
Dio, non sono riuscita a trattenermi.
Alla preside scappa un sorriso e poi, quasi come fosse un regalo, m’informa: — Se lui passa l’anno, torni nella tua classe.
L’anno.
L’anno che passerò con lui.
Non è un regalo.
Decisamente.
Voglio morire ma le sorrido e la saluto.
Guardo poi la classe. Mi sento come in un film horror.
Dove devo sedermi? Davanti? Dietro? Dov’è Andrea? Verrà lui da me? sa già?
Per quanto ne so, la preside potrebbe essersi divertita a non avvisare nessuno, facendomi fare la figura dell’idiota.
Dio, no.
Non con lui!
E poi... Nella testa mi frulla ancora la frase di Nella.
In che senso non è normale?
Alla fine mi siedo nel banco meno disastrato. Poso i libri su di esso e li fisso per un tempo infinito. Poi metto la testa sul banco. Spero di morire lì.
E invece no. I primi ragazzi entrano ed io sono ancora viva.
— Ehi, che fai qui?
Qualcuno mi sta parlando? A me?
Oddio.
Alzo lo sguardo e incontro quello di una ragazza tatuata ovunque, a quanto pare.
Lei sbarra gli occhi e con una risatina informa quelli che sono lì: “è lei”.
D’accordo, almeno sanno già tutto.
— Andrea dov’è? — sento dire e mollo un sospiro.
Magari non c’è.
Ma poi una voce suadente e assurdamente bella si fa sentire. — Sono qui, amori miei.
No.
Non dirmi che è... Così.
Così stupido.
Così montato.
Alzo lo sguardo e... Così bello.
Alto, magro, muscoloso.
Vestiti stracciati ma... fighi.
Tatuaggi.
Sguardo intenso, blu.
Capelli color del grano in estate.
Il mio cuore perde un battito quando mi sorride... Molto ironico. Gli sento chiedere: “davvero? È lei?”. E poi lo sento ridere.
Che risata.
Okay. Devo stare calma.
Perché qui io detto le regole. Non un ragazzo così... Be’, l’ho già detto.
Proprio quando si siede accanto a me mi arriva un messaggio di Nella.
Adoro tua madre cazzo! L’ha fatta passare a Katia! È così un amore<3 Come va da te? Qui tutto okay... C’è ... “okay”. E Andrea? Ahaha. Buona giornata e auguri!
Grazie, mi serviranno.
Mi volto verso Andrea, con l’intento di fargli capire chi è il capo.
— Sono Caterina de Angelis... Quella che ti farà passare l’anno. Spero.
Il suo sorriso mi manda in estasi. — Certo, tesoro. Continua a sognare.
— No, scusa. Mi chiamo Caterina. Non tesoro. E non è un sogno. È un incubo!
Ho parlato troppo.
Sorride. — Ah già. Però io sono un sogno , no?
Terribilmente!
— No, sei il mio incubo.
I suoi occhi ridono. — Ah sì? E così sono tuo?
— ...Non dicevo questo, lo sai.
Annuisce, visibilmente divertito da quanto sono impacciata.
Ma non è colpa mia.
È che lui è davvero un sogno.
Mi volto dall’altra parte, decisa a seguire la lezione d’un prof che non c’è. Ma dov’è? Cazzo.
Ho le mani sudate. Non posso fare nulla perché sbaglierei.
Ed io sarei un ‘capo’?
Dio. Perché Nel mi mette in situazioni così assurde?
— Ehi! Guarda che sono di qua!
Okay, questo è troppo.
Imbarazzata o no le cose vanno messe in chiaro per bene.
Mi volto con uno sguardo assassino – penso – e sbotto: — Lo so, coglione! Mi farai passare un anno d’inferno!
Si può essere più stupidi?
Mi si avvicina sempre più, alzandosi dalla sedia che ringhia sul pavimento sporco e mi guarda con odio.
Appoggiandosi con una mano allo schienale della mia sedia, e con l’altra sul mio banco, ed abbassandosi così che potessi vedere solo lui, sentire solo lui, assaporare solo il suo profumo e guardare solo le sue iridi blu, sussurra in modo seducente: — Ripeti, non ho sentito bene. Cos’è che sono?
Tutt’attorno a noi cala il silenzio.
Okay. Cazzo.
Fisso un’ultima volta in quegli occhi e lo ripeto a voce più alta.
 
1Baba: ragazza.
 

E questo e’ quanto ... Questo nuovo, affascinante (?) capitolo di Guerra e Paceci ha fatto conoscere (anche se per pochissimo) il nuovo personaggio: Andrea.
Si, è vero, non abbiamo conosciuto solo lui: pure Serena, e Katia. La preside non è stata un po’ maleducata quella mattina? “L’educazione prima di tutto”? ...
Comunque, Andrea è un ragazzo “tipico” stronzo, pieno di sé, che sa d’essere bello ... Ed è così montato che appena Cate gli dice ciò che pensa s’infuria!! :/
Katia è la madre di Nella... e povera Nella!! :D Mentre Serena è molto più dolce: sì, s’incazza perché è comunque una madre ... ma come tale, s’impietosisce pure <3
È interessante ? Chissà che succederà tra Andrea e Caterina? Insomma, sono così vicini ... e lui è così stronzo !...
Mmm <3 Deciderò IO ahah ** In ogni caso ciao e...
Continuo a 1recensione!!
Ps: In caso vi piace come scrivo (wow!) ho fatto anche altre storie: IN THE END e SHE’S ON FIRE. <3 Passate a dare un’occhiata e, magari, recensite??? Ciao!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: lamialadradilibri