Ciao.
Ehi.
Hai
Chissà se ti
manderò mai questa lettera.
Non credo.
Chissà se davvero la
scrivo per te o per me. Forse le parole
iniziavano a pesare un po’ troppo, dovevo lasciarle
giù su qualcosa.
Forse dopo tutte quelle facce che ho
dovuto indossare
stasera voglio solo essere me stesso.
E’che questo foglio se ne
stava con quell’aria fottutamente
innocente sul tavolo e boh, ho pensato di
scrivere, non ne potevo
più, stasera i pensieri mi stavano pesando troppo.
Dev’essere stato
l’ennesimo servizio sui fratelli Gallagher.
Dottori e scienziati che spiegano i loro irrisoltissimi casini. Ho
spento. E ora
sono qui.
Magari dovrei andare per punti.
Ma non ho voglia di pensarci.
Volevo dirti che mi dispiace. Mi
dispiace, mi dispiace e se
non fossimo noi due forse te lo direi a voce. Ma non posso. Per quanto
quei fot
giornalisti ci dipingano come se fossimo due normali fratelli cresciuti
in una
fattoria del Kansas, siamo me e te. Abbiamo un sacco di soldi e occhi
puntati
tra noi. E siamo di Manchester, cazzo.
Non so più cosa pensi
davvero. Non sei mio fratello ormai,
sei il cantante di un gruppo che mi sta sulle palle. Leggo cosa pensi
sui
giornali. Dialoghiamo con interviste. Facciamo a gara a chi insulta
meglio.
Non c’è giorno
che non ripensi a quella sera. Ho sbagliato.
Avrei dovuto aspettare. Ci vuole poco
a rovinare le cose
migliori.
Voi mi avete lasciato andare subito,
voi non eravate la mia
strada, ma avrei potuto evitare un sacco di problemi se avessi
aspettato.
Non riesco ad andare avanti a
scrivere adesso.
Quello che è successo dopo
lo sanno meglio i giornali di
noi.
E mi rendo conto che scrivere non mi
aiuta. Non riesco a
perdonarmi.
E lo griderei al mondo, se non fossero tutti fottu
avvoltoi che cercano
lo scoop. Cosa vuoi che gli interessi? Vogliono i soldi, vogliono i
litigi,
sempre di soldi si parla.
Io vorrei solo perdonarmi e non avere
questo peso. Vorrei
che tornassimo quelli di prima, ma rimanendo chi siamo ora.
Che palle questa lettera.
Non so che pensi di me. Non so se mi
sentirei perdonato, se
non fossi io il prima ad accettare di aver sbagliato.
Non so perché l’ho
scritto.
Non so che fine farà
questo documento.
Vorrei tornare indietro a quella sera
e non uscire dagli
oasis subito, ma non vorrei rivivere ancora i mesi dopo.
Forse è stata solo una
lezione, forse doveva andare così.
Se solo potessi non dispiacermene.
Bo.
Chiudo, vado a suonare un
po’.
Magari domani o tra qualche anno ti
invierò sta roba.
Magari non domani. La ritroverei al
tg delle sei.
Andresti a raccontare i tuoi
sentimenti al canale della
domenica sera, perché sei sempre stato uno str
Sei fatto così.
Anch’io son fatto
così.
Un giorno gli oasis saranno un
ricordo che ci saremo
lasciati alle spalle, non uno da rincorrere.
Penso.
Mi mancano le colazioni a progettare
insieme e i viaggi con
voi.
Ciao,
Noel