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Autore: Syryus90    23/06/2013    4 recensioni
dopo un incidente per salvare un bambino, Jack comincia a ricordare pezzi della propria nuova vita che aveva dimenticato.
Grazie ad un dente cadutogli nell'incidente e a Dentolina, accederà ai ricordi perduti.
Cosa avrà ricordato?
chi avrà ricordato?
cosa centrano un drago e un ragazzo vichingo?
se volete scoprirlo non vi resta che leggere ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jack Frost, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles Of Winter Spirit '
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La notte era finalmente passata e il villaggio si stava svegliando, Jack era già sopra il tetto della casa di Hiccup con sdentato e insieme si stavano preparando a svegliarlo rumorosamente.
Jack: Sdentato sei pronto? – disse ricevendo un mugolio come risposta affermativa – perfetto allora – disse prendendo fiato – sveglia dormiglione sveglia – urlando dentro la stanza di Hiccup mentre sdentato saltava allegramente sul tetto.
Stoik da fuori li guardava divertito, e si avvicinò alla casa, Jack entrò nella stanza e andò a scoprire Hiccup che nel frattempo continuava a dormire profondamente e a russare; sembrava non esserci verso di svegliarlo finche, senza che nessuno se ne accorgesse, salì in stanza suo padre.
Jack: Stoik, buon giorno capo – disse salutandolo con la mano.
Stoik: buon giorno a te Jack, non riesci a svegliarlo? – chiese divertito.
Jack: già, a quanto pare ieri doveva essere davvero stanco – disse facendo spallucce.
Stoik: ha solo bevuto una birra di troppo – disse ridendo – mio figlio l’alcol non lo regge proprio – disse scotendo la testa – Sdentato sveglialo nel modo drastico – disse facendogli l’occhiolino.
Il drago accennò un si con la testa e saltò su Hiccup leccandogli tutta la faccia, gli aveva scompigliato i capelli a tal punto che sembravano esplosi sulla sua testa. Jack nel vederli scoppiò in una risata cristallina che contagiò Stoik.
Hiccup si riprese dall’assalto di sdentato e si alzò lentamente portando di sotto con se la sella per metterla a drago e fargli fare il suo giro mattutino.
Hiccup: ei Sdentato vieni qui, andiamo a fare il nostro solito giro – disse lui rincorrendo il drago che per dispetto lo faceva correre a destra e a sinistra – dai così andiamo tutti e tre a sgranchirci un po’ – lo implorò lui.
Jack: vediamo chi arriva primo in cima al crinale ? – disse lui pronto per la gara.
Hiccup: ci sto – disse con aria di sfida.
Stoik: fermi voi due – disse con tono fermo – avrei bisogno di farti alcune domande Jack, spero non ti dispiaccia rimandare ad un’altra volta il vostro giro – disse mettendogli una mano sulla spalla.
Jack  si voltò verso Hiccup cercando il suo sguardo, era ansioso di stare un po’ con lui in totale tranquillità, soli soletti, ma d’altro canto aveva dato la sua parola a Stoik la notte prima, promettendo di raccontargli degli spiriti del mondo per rassicurarlo o avvertirlo di eventuali pericoli.
Hiccup: tranquillo Jack, rimandiamo a dopo la gara, ora porto Sdentato a fare un giro veloce e torno – gli disse sorridendo mentre prese il volo.
Stoik: vieni, parleremo nella sala del consiglio davanti a un pasto caldo – disse lui facendo strada a Jack.
Jack si sentiva un po’ in trappola, non sapeva se poteva o non poteva rivelare le informazioni sugli altri spiriti, specialmente sui guardiani, anche se la sera prima lo aveva già fatto con Sand Man. Stoik si sedette su di una grande sedia con davanti un tavolo in legno e una panca sul quale sedersi, Jack si sedette su di essa; la tensione era palabile e, mano a mano che Stoik finiva di parlare con coloro che gli si erano avvicinati per delle informazioni, lui si sentiva sempre peggio.
 
Stoik: dunque Jack – disse facendolo sobbalzare – cominciamo con le domande – disse fissandolo dritto negli occhi.
Jack: O-ok – disse incerto – sia chiaro però, non risponderò a domande che possano mettere a repentaglio l’equilibrio degli altri spiriti – disse in tono deciso per far capire la propria posizione.
Stoik: bene, così sia – disse annuendo con tutta calma – ieri hai accennato a un certo omino del sonno, cosa puoi dirmi di lui ?
Jack: si chiama Sand Man e il suo compito è vegliare sui sogni dei bambini di tutto il mondo – disse brevemente – la sua sabbia d’orata porta i sogni quando tutti dormono.
Stoik: tutto qui? e lo scopo di questo cosa sarebbe? – chiese deluso.
Jack: be, i bambini sono il bene più prezioso, loro sono il futuro e i loro sogni e le loro speranze vanno protetti per poter garantire un domani al mondo – disse guardando dei bambini che giocavano fuori dalla sala del consiglio – quindi non lo definirei tutto qui – disse lui sorridendo certo.
Stoik: capisco – disse guardando i bambini anch’egli -  ci sono altri guardiani dei quali puoi parlarmi? – chiese ora molto curioso.
Jack: ci sono altri tre di guardiani, uno è il coniglietto di pasqua che da dove vengo io è colui che porta la primavera e tutti lo festeggiano cercando le uova che nasconde – disse.
Stoik: un coniglio che nasconde uova? Ma non ha senso – protestò.
Jack: nemmeno per me, però è così che funziona – disse sollevando le spalle – poi c’è la fatina dei denti, lei raccoglie i dentini dei bambini, non so perché lo faccia ma dopo che porta via il dentino caduto lascia un dono.
Stoik: e poi ? – chiese sempre più curioso.
Jack: poi c’è babbo natale – disse sorridendo – lui è un uomo immenso quanto te e ogni anno, una sola volta all’anno, porta i suoi doni ai bambini di tutto il mondo, ma solo se sono stati dei bravi bambini – disse lui facendo l’occhietto.
Stoik: sai, sembra quasi la stessa cosa che fa il nostro dio, Odino, colui che ci porta dei doni una volta l’anno durante lo Snoggletog – disse lui indicando una raffigurazione di Odino ricamata su drappeggio della sala.
Jack: no, non si assomigliano per niente – disse ridacchiando.
Stoik: bene, direi che con questo babbo natale i guardiani sono finiti – disse sorseggiando la sua birra – ci sono altri spiriti oltre a loro? – chiese.
Jack: parecchi, ma non contano quanto loro – disse sollevando le spalle – c’è cupido, colui che colpendo con le sue frecce le persone riesce a farle innamorare, ma non gira spesso dove fa freddo – disse lui ridacchiando pensando all’aspetto molto spoglio del portatore di amore – poi c’è il folletto della fortuna che con il suo bastone posta la fortuna alle persone se riescono a trovarlo alla fine di un arcobaleno; la marmotta che a seconda del fatto che veda o meno la sua ombra indica la venuta della primavera; padre tempo che controlla lo scorrere del tempo e poi c’è lei – disse fermandosi e sospirando - madre natura, uno degli spiriti più importanti e più dolci che ci sia, a parte la fatina dei denti, lei è colei che può dare la vita, con un solo gesto può far nascere dal niente un albero e far sbocciare i fiori – disse con occhi sognanti – ci sono anche degli spiriti minori a questi e io sono tra di loro, Jack Frost lo spirito dell’inverno, poi c’è lo spiritello delle burle, lui combina sempre dei grandi guai ovunque va; ci sono anche le stelle comete, delle stelle che se le vedi cadere puoi esprimere loro un desiderio, se si è fortunati allora loro lo esaudiranno; infine ci sono le fate, delle bellissime creature che anno spazio per un solo sentimento alla volta, quindi è meglio non farle arrabbiare – disse lui osservando Stoik che era meravigliato dalla moltitudine di spiriti che vi erano nel mondo – questi sono gli spiriti buoni senza dimenticare il più importante di tutti, l’uomo della luna, è lui che a messo in questo mondo tutti gli spiriti buoni – disse indicando la luna.
Stoik: è incredibile – disse meravigliato – sono felice di sapere che vi sono tanti spiriti buoni nel mondo, ma ora ti chiedo, ce ne sono altrettanti malvagi? – chiese lui serio.
Jack: ne conosco solo alcuni di loro – disse abbassando la testa – uno dei peggiori è venuto a farvi visita di recente – disse attirando l’attenzione di Stoik – Pitch Black, chiamato anche l’uomo nero; lui gode nel portare il terrore alle persone, si nasconde nell’ombra e gioca con le paure delle persone – disse guardando Stoik che stranamente tremava mente beveva un sorso – dopo di lui vi è il vampiro che tende la sua trappola alle belle fanciulle e ne beve il sangue lasciandole prive di vita, oppure il lupo mannaro, un uomo posseduto dallo spirito di un lupo rabbioso che si trasforma in una bestia ad ogni luna piena; c’è anche la mummia, lo spirito di un grande re del passato che rivive nel suo stesso cadavere maledicendo chiunque entri nella sua dimora – disse lui gesticolando per creare delle raffigurazioni con i suoi cristalli di brina – altri non ne conosco – concluse risedendosi e aspettando che Stoik si riprendesse.
Stoik: quanti di questi possono trovarsi vicini a noi? – chiese preoccupato.
Jack: solo colui che è già venuto e che sono riuscito a mandare via, per ora siete al sicuro – disse lui sorridendo.
Stoik: meno male – disse trascinando una mano sul viso.
Jack: ho risposto esaurientemente alle tue domande? – chiese lui sapendo di non aver detto niente che non potesse dire.
Stoik: anche meglio di quanto mi aspettassi – disse lui alzandosi in piedi – ora vai pure, divertitevi tu e mio figlio, sai si sta legando davvero molto a te – disse sorridendo – è un bene, credo abbia davvero bisogno di un amico che lo capisca dopo che si è lasciato con Astrid – disse lui sospirando.
Jack: già, un amico – disse guardando altrove e deglutendo.
Stoik: Jack, mio figlio ieri alla festa mi ha detto che lui è il tuo primo amico da quando sei stato creato – disse girandolo verso disse – so che non hai nemmeno una famiglia, ma non te ne dovrai più preoccupare – disse scotendolo allegramente – Berk dora in avanti sarà la tua famiglia.
Jack: grazie Stoik – disse lui sorridendo – spostandosi mentre delle persone cominciavano ad addobbare la sala – cosa stanno facendo?
Stoik: stanno addobbando la sala per la nostra festività annuale, tra poco i draghi andranno all’isola della cova e noi festeggeremo Snoggletog appena ritorneranno con i piccoli – disse lui alzando le braccia al cielo per esultare.
Jack: fantastico, da dove provengo fra sei giorni è natale, la notte nella quale babbo natale porta i doni hai bambini di tutto il mondo – disse guardandosi attorno – che coincidenza – si disse.
Stoik: ci vediamo Jack e raccomanda a Hiccup di stare attento – disse lui salutandolo mentre usciva.
Jack era finalmente libero di raggiungere Hiccup, corse fuori più velocemente che poteva, ma proprio appena fuori si scontrò con qualcuno cadendo atterra per il rimbalzo.
Jack: Ah, accidenti mi dispiace ti ho fatto male? – chiese mortificato.
Jack, sperando in una risposta mentre si rialzava, tendeva una mano per aiutare il malcapitato a rialzarsi finche non lo guardò in viso, allora vide che era Astrid, la ex di Hiccup.
Una strana sensazione si impadronì di lui a quel punto, era come stizzito e svogliato, così si scusò velocemente e fece per andarsene.
Astrid: spirito del grande Odino aspetta – disse lei fermandolo per un braccio – volevo darti il benvenuto a Berk, questo è per te – disse porgendogli una scultura in legno orrenda.
Jack: g-razie mille, non dovevi disturbarti e comunque chiamami solo Jack – disse lui accennando un sorriso forzato.
Astrid: certo come desideri e un onore conoscerti Jack Frost – disse lei con un sorriso palesemente falso – però.. – si interruppe e gli tirò un pugno allo stomaco – guai a te se metti ancora le tue manacce ghiacciate su Hiccup, lui è mio e di nessun’altro – disse con uno sguardo feroce – vi ho visti ieri sotto la neve, speravo di essermi sognata tutto e invece eccoti qui, dinanzi a me dopo che me lo hai portato via .
Jack: credo di cominciare a capire perché ti ha lasciata sai – disse allontanandola bruscamente – nessuno vorrebbe accanto una persona così irascibile e violenta come te – disse girandosi e andando via volando con tutta calma.
 
Hiccup, che stava tornando dal giro con Sdentato, dall’alto vide tutta la scena e andò in contro a Jack.
Hiccup: Jack tutto bene? Ti ha fatto male? – chiese lui preoccupato.
Jack: no va tutto bene, però – disse interrompendosi e guardando verso Astrid che li fissava con uno sguardo rabbioso – ci ha visti per davvero ieri mentre eravamo dietro la bottega – disse lui.
Hiccup: oh no, spero non lo dica a mio padre – disse girandosi e andando con Jack verso il laghetto ghiacciato.
 
Arrivati al laghetto, i due si misero creare delle sculture di ghiaccio in totale silenzio;  il fatto che Astrid li avesse visti li preoccupava entrambi perché non sapevano che impatto la cosa potesse avere su Stoik e sul villaggio.
Per la rima volta i due si ritrovarono a pensare alle conseguenze delle proprie azioni per loro così naturali, si sedettero su di una roccia e insieme guardarono il sole svanire e le stelle comparire nel cielo della notte.
Jack: sono meravigliose, non trovi? – chiese lui .
Hiccup: mi ricordano la neve che brilla la mattina – disse imbarazzato – mi ricordano te.
Jack: Hiccup, cosa potrebbe succedere se a Berk sapessero cosa succede tra di noi? –chiese lui chinando il viso in avanti – cosa succederebbe a te?
Hiccup: nel peggiore dei casi verrei bandito da Berk e inviato sull’isola dei rinnegati –disse ironicamente.
Jack: verresti cacciato ? – disse spalancando gli occhi invaso dai sensi di colpa – oddio che cosa ho fatto? – disse disperandosi ancora di più.
Hiccup: Jack stavo scherzando, credo, comunque mio padre non mi manderebbe mai sull’isola del suo più grande rivale: Alvin L’infido – disse cercando di farlo riprendere.
Jack: qualunque cosa succeda – disse tirando giù le mani dalla testa – io non voglio rinunciare a te, ne a quello che provo – disse scotendo la testa – non voglio, io ti amo troppo – disse guardandolo con gli occhi seri e lucidi.
Hiccup alla vista di Jack così disperato gli si avvicinò e si appoggiò alla sua spalla, ormai la notte era calata e le stelle erano ben visibili.
Jack nell’osservarle, ne vide cadere una mentre abbracciava Hiccup.
Jack: sai , quando la notte vedi una stella che cade puoi esprimere ad essa un tuo desiderio e se sei fortunato lei lo esprimerà – disse lui guardando prima il firmamento e poi Hiccup.
Hiccup: sarebbe bello se una sola di esse potesse farci vivere il nostro amore in pace – disse lui malinconico.
Jack: si sarebbe bello – disse chinandosi e mettendo la propria fronte contro la sua..
Hiccup ebbe dei tremiti di freddo, Jack poteva solo raffreddare ciò che toccava e finche era giorno la cosa non disturbava il giovane vichingo, ma di notte anche lui cominciava ad avere freddo.
Sdentato, che era li accanto, sentì il bisogno di calore di Hiccup e accese un fuoco davanti a loro.
Appena lo fece Hiccup smise di battere i denti e finalmente poté godersi quella piccola pace che regnava in quel momento tra di loro.
Hiccup: Jack tu cosa chiederesti ad una stella cadente ? – chiese lui curioso.
Jack: vorrei poter essere un umano come te, almeno così non ti congelerei ogni volta che ti stringo a me – disse osservando il cielo per poi dirigere il proprio sguardo verso Hiccup chiedendogli – e tu ?
Hiccup: Di poter vivere per sempre come uno spirito assieme a te – disse fissandolo con un sorriso che gli illuminava il volto.
Jack nel sentire quelle parole, dette da qualcuno che amava, si sentì bruciare; senza nemmeno accorgersene si chinò su Hiccup che si era sdraiato appoggiando la testa sulle sue gambe e lo baciò.
I due lentamente si trovarono ad essere sdraiati l’uno accanto all’altro vicino al fuoco guardando le stelle. In quell’istante due stelle cadenti sfrecciarono nel cielo e i due espressero il loro desiderio, se anche uno solo dei due avesse avuto successo, sarebbero potuti rimanere assieme per sempre.
Proprio in quel momento, da lontano, uno stridio li interruppe, i draghi stavano migrando per i giorni della cova e stavano partendo in anticipo per tornare in tempo per festeggiare Snoggletog, partivano tutti tranne uno che rimase li accanto a loro senza nemmeno notare, apparentemente, la migrazione.
Jack: perché sdentato no va con loro? – chiese curioso.
Hiccup: perché lui è l’unico della sua specie, non avrà mai una compagna – disse stringendosi a Jack – ho cercato ovunque tracce di un’altra furia buia, ma non ho trovato niente – disse guardando il cielo e poi Sdentato – lui non proverà mai quello che proviamo noi e loro.
Jack: povero sdentato, chissà come si sente malinconico in queste serate – disse lui osservando il drago che era sopito.
Hiccup nel sentire le parole di Jack si stacco lentamente da lui, si alzò e andò verso il proprio drago, gli si appoggio accanto e lo accarezzò dolcemente, Jack fece lo stesso e solo allora Sdentato apri i suoi enormi occhi, mostrando la propria immensa tristezza.
I draghi erano partiti e il cielo era tornato libero, allora Hiccup salutò Jack e tornò a casa con il suo amico drago; quella sera sapevano che era stata importante, si erano capiti ancora meglio e sapevano cosa volevano; restare sempre assieme.
 
La notte divenne gelida e buia, Jack era nuovamente solo con i suoi pensieri.
Lentamente levò il viso ad osservare il firmamento e questa volta notò qualcosa di diverso, la strana presenza di una luce nel cielo che scendeva lentamente.
Li per li l’albino non gli diede peso pensando che si trattasse solo di una delle luci del cielo che sparivano dopo esser divenute più luminose, ma mano a mano la luce si avvicinava sempre di più, fino ad arrivare al di sopra della sua testa.
L’immensa luce, atterrò dinanzi a lui sopra il laghetto.
Essa prese lentamente forma e divenne una donna, bellissima dai lunghi capelli biondi e le orecchie a punta, addosso aveva una tunica bianca e leggiera che sembrava galleggiasse nell’aria.
Jack: chi sei? – le chiese timoroso.
Stella: mi chiamo Stjerners nella lingua dei celti, nella lingua del luogo al quale provieni mi chiamano Star – disse lei sorridendo.
Jack allora capì, aveva di fronte a se una stella.
Jack: come mai ti trovi qui? – chiese lui mentre si avvicinava ad essa lentamente.
Star: sono qui per esaudire il tuo desiderio Jack – disse lei ridendo dolcemente, come se fosse ovvio.
Jack: Vuoi… tu puoi? – chiese sorpreso.
Star: ma certo che posso e lo farò, ma bada bene – lo avvisò lei – non potrai più tornare ciò che eri con un altro desiderio, perché Io appaio una sola volta nella vita di qualcuno.
Jack: Come potrei mai desiderare di tornare in dietro? Non posso vivere col pensiero fisso in testa che chiunque tocco possa morire assiderato se non faccio attenzione – disse lui con un tono di supplica.
Star: e sia Jack, ma ti farò un regalo extra –  disse accarezzandogli i capelli – non ti toglierò del tutto i tuoi poteri, perché potrebbero servirti ancora per aiutare Berk in futuro, ma non potrai più volare da solo, per questo sull’isola dei draghi ora sta giungendo una nuova amica – disse lei sorridendo.
Jack rimase incantato dalla dolcezza della stella e mentre lei esaudiva il suo desiderio lui chiuse gli occhi.
Lei lo sollevò in aria come fece hai tempi la luna e aprì sul laghetto una crepa.
Star: ti avverto che potrebbe essere doloroso poiché devo farti tornare da dove sei venuto per farti rinascere – disse lei in tono un pò dispiaciuto – addio Jack Frost.
Jack non fece a tempo a rispondere che venne scaraventato in acqua e il laghetto si ricongelò sopra di lui; l’aria cominciò a mancargli nuovamente e il gelo lo avvolse assieme al buio.
 
Tutto sembrava essersi fermato, come se fosse sospeso, una luce fece breccia nelle tenebre della notte, ma non era la luna, era gialla e calda e si accendeva e spegneva. Qualcuno stava cercando di tirarlo fuori dal laghetto, qualcuno lo stava portando nuovamente fuori dal buio.
Il ghiaccio cedette e delle fini braccia lo afferrarono e lo avvolsero, trascinandolo fuori dall’acqua.
Hiccup: Jack, mi senti, per il grande odino cosa ti è successo? Rispondi Jack –continuava a urlare dopo averlo tirato fuori dal ghiaccio.
Sdentato mise delicatamente una zampa sopra il petto di Jack facendogli sputare fuori tutta l’acqua che aveva ingerito; era buio e ne lui ne Hiccup vedevano niente in quella notte senza luna. Sdentato accese nuovamente un fuoco e allora Hiccup trasalì urlando dallo spavento, non poteva crederci, Jack era cambiato.
Jack: come mai hai urlato? – chiese con un filo di voce dopo aver rigurgitato l’acqua che aveva nei polmoni – anche Sdentato mi guarda male, cosa mi ha fatto la stella ?
Hiccup: una stella? – chiese sbigottito – la luce di prima era una stella?
Jack: si ha detto che… avrebbe.. espresso – si interruppe e si diresse verso una pozzanghera ghiacciata che rifletteva la sua immagine – il mio desiderio…
Hiccup: sei diventato un umano – disse osservandolo sorpreso.
 
Jack si mise una mano sul petto e senti il proprio cuore veloce come non lo aveva mai sentito, io suoi occhi erano ancora azzurri ma la sua pelle era più scura, era come quella di Hiccup, anche se rimaneva comunque pallida, e anche il colore dei capelli era simile, finalmente sentiva il freddo della neve e il calore del proprio respiro che dinanzi a lui formava una nuvoletta di condensa.
Improvvisamente il ghiaccio attorno a loro si dissolse e formò una sequenza di immagini nelle quali Jack insegnava a pattinare sul ghiaccio ad una bambina.
I due sembravano divertirsi finche il ghiaccio sotto alla bambina non cominciò a rompersi, allora arrivarono anche i suoni dal passato.
Jack: sta tranquilla andrà tutto bene, non guardare giù, guarda me – le disse lui per calmarla dando voce al suo io del passato.
Bambina: Jack ho paura – disse spaventata.
Hiccup: la ragazzina ha parlato! – disse stupito.
Jack: ah, lo so lo so – disse cercando di avvicinarsi a lei – ma andrà tutto bene, non cadrai li dentro, ci divertiremo un mondo invece – disse lui per rassicurarla.
Hiccup: Jack, come fai a sapere ciò che dice quel ragazzo ? – disse non sapendo ancora che lui era Jack.
Ragazzina: no non è vero – disse lei impaurita.
Jack: ti direi mai una bugia? – chiese lui.
Ragazzina: si tu dici sempre bugie – gli ribatte.
Hiccup: Jack , sei tu… - disse osservando la somiglianza.
Jack: be, non questa volta, te lo prometto andrà tutto bene – disse allungando una mano verso di lei – devi credere in me; facciamo un gioco assieme? Ora giochiamo a campana come facciamo ogni giorno – disse lui sorridendole – è facilissimo, guarda, 1 2 3- disse saltellando verso il proprio bastone – ora tocca a te – disse prendendo il suo bastone e portandone la cima accanto a lei – uno , ce la puoi fare due e.. tre –disse mentre la prese col bastone e la trascinò lontano prendendo il suo posto.
Il ghiaccio sembrava non cedere e la ragazzina era in salvo, ma proprio in quel momento il ghiaccio cedette facendo sprofondare Jack nell’abisso di ghiaccio, fuori la bambina chiamava il suo nome e il Jack del presente fece scendere una lacrima nel vedere il pianto della bambina, della sua sorellina alla quale aveva salvato la vita.
 
I cristalli di ghiacci caddero al suolo e l’immagine del passato svanì.
Hiccup si avvicinò a Jack e lo fece avvicinare al fuoco per farlo scaldare, sdentato si mise dietro di loro per infondere maggiore calore.
Jack: ero umano – disse guardando il fuocherello.
Hiccup: quindi, quello che abbiamo visto era come tu sei…- non riuscì a finire la frase.
Jack: Morto? Si, credo di si – disse sorridendo e scoppiando a ridere.
Hiccup: Tutto bene? – chiese preoccupato per la risata strana che aveva appena fatto.
Jack: Tutto bene?! Tutto benissimo, ora so perché mi ha scelto – disse guardandolo sorridente – mi ha scelto perché io ho salvato la vita a mia sorella, mi sono sacrificato per lei – disse ridacchiando – questo spiega tutto quanto.
Hiccup: quindi la luna ti ha lasciato in vita perché tu potessi proteggere altri bambini in futuro,  giusto? – chiese lui.
Jack: si credo di si – disse sorridendogli dolcemente.
Hiccup: ma ora che sei di nuovo umano, non potrai aiutarli per sempre, potrai farlo solo in questa vita e solo qui a Berk – disse lui guardandolo triste.
Jack: A me basta questo Hic, mi basta toccarti senza congelarti e mi basta poter dare gioia ai bambini che ci sono qui – disse lui per rassicurarlo.
Hiccup: ma come farai se sei umano? – chiese lui.
Jack: La stella mi ha tolto solo uno dei miei poteri, non posso più volare – disse guardando il cielo – ma posso ancora far nevicare e posso ancora controllare il vento come prima- disse facendo scendere dei lievi fiocchi, radunando poche nubi - con la sola differenza che per sollevare il mio corpo attuale servirebbe una tempesta invece che una leggera brezza – disse ridacchiando tentando di rialzarsi.
Hiccup: non ti sforzare, sei ancora debole – disse tenendolo su da un braccio – forse è meglio se vieni da me, così dormirai al caldo – disse lui sorridendo.
Jack: Hiccup ci credi che da oggi in poi dovrai insegnarmi ad addestrare un drago? – disse guardandolo incredulo.
Hiccup: be allora……  benvenuto nell’accademia del drago Jack Frost – disse aiutandolo a montare su sdentato.
Jack : Ne sono onorato – disse tirandolo su e baciandolo.
 
Quel bacio fu diverso per entrambi, non era caldo e freddo ma solo caldo e questo fece sentire ancora di più in sintonia i due ragazzi.
Mentre spiccavano il volo in quella notte buia, videro una luce candida in lontananza risalire verso il cielo, da dentro di essa si vide una bellissima donna dai capelli biondi che sorrideva loro e li salutava; capirono così che la visione del passato era stata frutto della magia della stella. Entrambi la ringraziarono e in quel momento Jack abbracciò Hiccup per poter percepire il calore che creavano assieme i loro corpi.
Hiccup sorrise, deciso a farsi che il suo gesto e la sua rinuncia non risultassero vani.





Chi sarà l'amica di cui parlava Stjerners? se siete curiosi di saperlo ci troviamo nel prossimo capitolo
cap 6 : Calien ( luminosa )

se vi piace la storia vi prego, recensite, aspetto con ansia i vostri commenti e le vostre opinioni :)
ps: le immagini di fine capitolo sono mie personali realizzazioni ;) spero vi piacciano, le aggiungerò appena posso :)
  
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