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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    23/06/2013    2 recensioni
Un passato che non doveva esistere, false amicizie, amori non corrisposti e uno Starkey preso di mira da dei bulli.
Tutto questo gira attorno alla protagonista che si ritroverà costretta a mettere apposto i propri sentimenti ed un passato troppo grande per lei.
Dal 2° capitolo:
Era il primo giorno di scuola per me. Le persone mi guardavano come se mi conoscessero da sempre, però.
C’era anche qualche d’uno che mi salutava.
Tutto questo avviene durante il 1959, quindi dimenticatevi i Beatles. Non se ne parlerà. Ho scritto questa storia sia perchè ci sono troppe poche storie con Ringo per protagonista sia perchè mi sono sempre chiesta come fosse stata la sua vita prima di unirsi ai Beatles.
Buona fortuna a chiunque voglia leggere questa storia, avvertiti: ci saranno delle parolacce. Sarebbero graditi dei commenti, almeno potrei capire se vi piace la storia o meno.
Scusate per il ritardo. Gli ultimi due capitoli saranno presto pubblicati.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Harrison, John Lennon, Nuovo personaggio, Ringo Starr
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Scusate il mio immenso ritardo... domani avverto tutti quelli che mi hanno recensito che il capitolo è stato pubblicato. In questi giorni sono un po' intasata dalla scuola: ho la maturità. Per cui non ho trovato molto tempo prima per recensire.... chiesto scusa vi lascio al capitolo. Vi avverto già da subito, però, che questo capitolo è più corto del solito.



Capitolo 29 – Il momento della verità

 
Pov Richard
 
Era ormai passata una settimana da quando io e Meredith avevamo litigato.
In quella settimana le cose erano andate sempre meglio, prima con la fine della scuola poi con i permessi sempre maggiori dei miei di lasciarmi restare dalla mia meravigliosa ragazza per tutta la sera.
Una cosa che non mi avrebbe dovuto stupire dato che ero maggiorenne.
L’unica nota che stonava in tutto questo era lo strano comportamento di lei iniziato a prendere da quando…  eravamo tornati dal cinema con mia sorella e Lennon.
Meredith si guardava attorno ogni volta che sentivamo un rumore durante i tragitti in autobus, si discostava a volte da me mentre la baciavo e teneva sempre gli occhi aperti in quei casi.
Molte volte, poi, la beccavo che sognava ad occhi aperti o che guardava in modo sognante un foglietto che aveva sempre fra le mani, ma che metteva via tutte le volte che mi avvicinavo. Sapevo che era lo stesso perché era sempre più stropicciato ed una volta ero riuscito a buttarci uno sguardo sopra trovandovi dei numeri.
Che quello fosse un numero di telefono? Possibile che mi stesse tradendo? No, probabilmente la colpa era tutta mia, ero stato io ad illudermi che lei fosse cambiata tutto ad un tratto mesi prima, ero stato io che avevo creduto che il suo amore potesse uguagliare il mio. Che poi chi poteva essere fra i suoi pensieri?
La guardai mentre era ancora addormentata al mio fianco, era bellissima. Ma chi stava davvero dormendo accanto a me?
I suoi pensieri e desideri mi stavano sfuggendo, non ero più il suo punto di riferimento. Non era più mia.
Volevo sapere perché non lo fossi, volevo saperlo… ma lei probabilmente non me lo avrebbe detto. Si era allontanata così tanto da me, che non sapevo più riconoscerla. Non sapevo più se avrei potuto riaverla un giorno o l’altro.
Avevo così tanta paura che mi abbandonasse, che mi lasciasse da solo. Avrei dovuto affrontarle le mie paure.
Appena si fosse svegliata avrei dissolto ogni dubbio, se era me che pensava non avrebbe esitato da dirmelo chiaramente.
Erano solo supposizioni, alla fine, no?
Fino a quando non me lo avrebbe detto chiaramente non potevo esserne certo, no?
Non ero io l’uomo giusto per lei, probabilmente. Ma d’altro canto come lo sarei potuto mai essere?
Ero brutto con questo grosso naso e così basso, ero più ignorante di lei a causa del mio continuo ammalarmi durante l’infanzia, ero... uno stupido, perché mai non mi ero accorto che lei stava pensando a un altro prima di mettermi con lei? Perché l’amavo, ecco perché, ma ora, cos’era cambiato?
Dovevo smetterla, anche perché lei si stava svegliando.
La vidi stiracchiarsi e stropicciarsi gli occhi, con dei gesti lenti e sonnolenti.
 
Pov Meredith
 
Cosa mi stava succedendo? Era da una settimana circa che mi sentivo strana. Era da quel maledetto bacio che mi sentivo sporca. Allora perché mi appena tornata a casa avevo cercato il suo stramaledetto numero? Perché appena trovato non lo avevo bruciato o fatto a mille pezzettini?
No, invece, mi ero ritrovata a guardarlo sognante ricordando quelle due labbra sopra le mie. Mi ero persino accorta di starmi mordendo il labbro inferiore. Mentre facevo finta di dormire sentii lo sguardo indagatore di Richard. Lo stavo perdendo. Non riuscivo ancora a decidermi.
Fino a una settimana prima ero certa di aver già compiuto la mia scelta, ma poi c’era stato quel bacio maledetto che mi aveva mandato in pappa il cervello. Da allora non riuscivo più a stare su un autobus calma, ogni volta che sentivo un rumore mi voltavo cercando il nucleo di quest’ultimo, temendo che ci potesse essere George. O lo desideravo?
Ogni volta che baciavo Richiard il mio cervello mi faceva tornare in mente quella maledetta scena.
Il mio cervello ce la doveva avere con me, non c’era altra spiegazione. Non sapevo come comportarmi, non riuscivo a decidermi. Qualsiasi cosa vedessi mi veniva in mente immancabilmente lui e non riuscivo a ricacciarlo nei meandri dei pensieri.
Mi ero accorta che Richy doveva aver capito qualcosa. Mi dispiaceva così tanto... lo amavo, ma amavo anche George, era normale?
Dovevo forse dirglielo, ma se lui mi avesse lasciato? Se fossi rimasta da sola?
Senza Richard… impossibile,avrebbe capito.
Come sarei stata senza di lui? Oh, non ci volevo neanche pensare. Eppure era giusto che lui sapesse. Era arrivato il momento di fare finta di svegliarsi.
Mi stiracchiai e stropicciai gli occhi lentamente facendo un paio di sbadigli per indicare che ero sonnolenta.
Lo trovai a fissarmi.
- Ciao.- Furono le prime parole del mio bellissimo ragazzo.
Gli risposi con un sorriso, beandomi dei suoi occhi.
- Passata bene la notte?- Gli chiesi, senza smettere di guardarlo.
- Insomma... stavo pensando…- Annui, interessata.
- A cosa?-
- Beh, in verità mi chiedevo a cosa pensi tu in questo periodo… Insomma ti ho visto varie volte sognare ad occhi aperti…- Si firmò, guardandomi serio.
Dovevo dirglielo oppure no? Ma in una coppia non bisognerebbe forse dirsi sempre tutto? Sì, gli e lo avrei detto.
- Se ti dicessi a qualcun altro?- Non rispose, si alzò semplicemente.
Lo osservai rivestirsi. Ero stata una stupida. Perché gli e lo avevo detto? Era arrivato, alla fine, il momento di decidere fra George e Richiard.
Si infilò le mutande dopo averle cercate per tutta la stanza.
Se amavo più George…
 Si infilò i pantaloni
…sarei rimasta lì sdraiata nel letto…
Mi strinsi le coperte addosso senza ragionarci, mentre Richie si infilava la maglietta.
…ma forse…
Richiard mi guardò per un attimo, con un espressione imbronciata.
…amavo più Richie quindi…
Si portò una mano verso l’anello che gli avevo regalato.
… mi sarei dovuta alzare.
Fece per sfilarselo, voltandosi dall’altra parte.
Non mi accorsi nemmeno di essere balzata giù dal letto prima di avergli preso un braccio.
- No, ti prego… ti prego, non te ne andare... no, per favore... per favore non te ne andare...-
- Perché non dovrei?- Mi chiese in un sussurro.
Forse lui voleva andarsene perché quel gesto aveva portato rancore contro di me, da parte sua. Per questa ragione rimasi in silenzio.
- Mi sono solamente illuso che tu potessi provare qualcosa anche di vagamente simile a ciò che provo io per te, vero? Ma quanto sono stato idiota? Eppure l’ho sempre saputo di non essere alla tua altezza!- Non stava gridando, ma dal modo in cui alzava ed abbassava la schiena compresi che stava piangendo.
- No, no… io... tu... tu sei la cosa più preziosa e meravigliosa che abbia mai incontrato. Tu sei meraviglioso sia nel tuo aspetto fisico che nel tuo carattere.. tanto prezioso... che io non sono degna di stare con te. Io non sono alla tua altezza. Mi sono comportata come una bambina dal primo momento che ti ho visto... avrei tanto voluto toccarti... perché sei... irresistibile. No, non pensare neanche di avere della colpa. Sono io quella che non so agire quando ho fra le mani qualcosa di così prezioso.- Mentre dicevo quelle parole, mi resi conto che tutto vero. Era quel tipo di verità, però, che non avevi mai voluto vedere.
Io amavo Ringo, ma non mi sentivo alla sua altezza, così finivo irrimediabilmente a pensare a qualcuno più alla mia altezza: George. Ma sapevo anche che senza Richie sarei morta.
Lo vidi scuotere la testa, prima di sussurrare:- Perché mi tradivi se sono così prezioso come dici?-
- Perché… perché io non sono alla tua altezza... così finisco irrimediabilmente a pensare a qualcuno che è meno importante per me. Qualcuno più alla mia altezza. Ma senza di te... io morirei. Non potrei viverci. Per cui non te ne andare... anche se sono sporca, anche se non sono così meravigliosa...- Avevo abbassato la mano e, nello stesso momento anche gli occhi.
Lo vidi voltarsi lentamente.
Non avevo la forza di guardarlo negli occhi, temevo di vedere nei suoi occhi blu così limpidi la sua rabbia, il suo rancore.
- Davvero?- Chiese, invece. Sembrava sorpreso.
Alzai lo sguardo, temendo il peggio, ma potendo solo constatare che mi stava fissando a sua volta e nei suoi occhi si vedeva solo stupore.
- Sì.-
- Io... non ci posso credere... questa è la più bella dichiarazione d’amore che abbia mai sentito... non dovrebbe essere l’uomo a farla?- Chiese, per farmi ridere. La cosa gli riusciva sempre molto bene, proprio come in quel momento.
Ridendo gli balzai al collo, ma mi bloccai quando ero ormai con le braccia su di esso.
- Mi hai perdonato?- Gli chiesi.
- Sì,- Iniziò a dire, facendomi esultare.- Ma...- Continuò.
- Ma?-
- Ma a un patto: mi devi promettere che non mi abbandonerai mai, non mi lascierai solo... il che comporta anche che non farai più niente di quel genere...- Non voleva nemmeno dire il nome “tradire”, era così dolce...
- Ok, se potrò decidere io non lo farò mai. Non ti abbandonerò.- Per firmare questo patto Richiard unì le sue labbra con le mie.
   
 
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