Entrambi stavano lì.
Lei lo osservava da dietro una colonna del locale, sapendo che lui poteva percepirla.
Sentiva brividi scorrergli fra i pori della pelle, la sensazione di conoscere quelle spalle, quegli occhi, le divorava lo stomaco, di una percezione bellissima ma allo stesso tempo di terrore, che la sua mente aveva già appreso in un recente passato.
Lui non poteva o non voleva farsi riconoscere e pur sapendo di essere scrutato, continuava ad affogare il suo dolore, i suoi pensieri, Elena e Stefan, nel bourbon versato nel bicchiere di fronte a sé.
Neanche il profumo di lei era riuscito a scacciare via il dolore dal suo cuore infranto, o forse Sì?
Dal momento che lei aveva spinto quella porta del locale, che il suo profumo gli aveva annebbiato il cervello e con esso l’amarezza che portava dentro, aveva ripreso per un solo attimo a respirare. Per un solo istante gli aveva donato la libertà condizionata, perché dopo, quando sarebbe tornato a casa tutto sarebbe rimasto lo stesso.
Ma c’era qualcosa che lo spingeva a dire “ o forse no?”
Fece smorfie di dolore, posò il bicchiere freddo come il suo cuore, lasciò i soldi come abbandonò l’Anima al tormento, si voltò per andarsene, ma la trovò lì, dietro e ora davanti, che lo guardava, con i suoi soliti occhi grandi e verdi, quegli occhi che un tempo gli avevano donato amore.
Non era cambiata, pensò tra sé. Stessi occhi, stessi lineamenti dolci, stesso profumo, stessa pelle candida.
Lei di contro lo osservò perdendosi in quegli occhi e lì fu sicura, adesso ne era certa, era lui lo straniero che bussò alla sua porta, pochi anni prima, quando lei era poco più di una ragazzina, stringendo un legame tanto forte da non dimenticare nemmeno per un giorno la speranza di rivederlo.
Le guance le erano diventate rosee, e vedendo che lui continuava a restare fermo, fece lei il primo passo.
Sorridendogli disse: -Ciao!-
Resto fermò, ma si lasciò andare a un sorriso dolce – Ehi! – la invitò a bere qualcosa
-E’ passato molto tempo...- fece una pausa – ma ti ricordavo esattamente com’eri! – Disse.
Lui Sorrise.
Non si dissero molto e poco dopo uscirono dal locale.
Restarono fermi sul portico del locale.
-Vuoi essere accompagnata a casa? –
-Certo.. –
Passeggiarono.
-Chi è la ragazza? –
Fece un sorriso triste – Elena, si chiama Elena, la ragazza di mio fratello. –
-Oh… bè hai un debole per le ragazze che non ti amano – Disse con un tono un po’ severo. Per tutto il tempo in cui erano stati amici l’aveva amato in segreto, e ora quei sentimenti che erano stati repressi, stavano venendo di nuovo in superficie.
Si fermarono e lui la guardò dritto negli occhi.
-Io sono il cattivo e l’egoista, non posso innamorarmi delle ragazze che mi amano. – Sentenziò.
-Dovresti provare. – Proferì, afferrando la frecciatina.
Adesso nell’aria c’era tensione e ansia.
Se fosse stato ancora vivo il suo cuore avrebbe cominciato a battere ad un ritmo veloce e costante, nel modo esatto in cui batteva il cuore di Elanor.
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Saaaaaaalve a tutti ^______^
Fiiinalmente ho aggiornato la FF!!! Spero che vi piaccia ^____^ un bacio lasciate tante recensioni!!! :*