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Autore: _Terens    24/06/2013    3 recensioni
Dal prologo:
Sono Elisa, ho quattordici anni e domani sarà il mio primo giorno al liceo, precisamente il Ruiz a Roma, eh si, è un linguistico.
Non ho mai avuto delle amiche, perchè a quanto pare le ragazze preferiscono quelle che come loro non fanno altro che spettegolare alle spalle dell'altra.
Non ho ancora avuto un ragazzo, il motivo?? Non voglio averlo. E poi i ragazzi preferiscono le ragazze con chili di trucco in faccia, che si comportano da svitate e gli vanno dietro. Io sono diversa.
E ora passiamo alla mia famiglia...
Mia madre è morta per un incidente in macchina causato da mio padre, Giorgio, che odio profondamente con tutta me stessa.
Vivo con mia sorella maggiore, Stella,che è una ragazza vitale e sempre allegra, al contrario di me. Ho un altro fratello, Simone che però sta in riformatorio per dei piccoli crimini commessi.
Beh, ora potete capire il motivo per il quale nessuna ragazza mi vuole essere amica e nessun ragazzo mi guarda.
Beh, ma a me non importa, se troverò mai un'amica questa mi accetterà per quel che sono.
Per quanto riguarda l'amore, l'amore è soltanto uno spreco di tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vivere a colori

Non mi è mai piaciuto il bianco. Pensando al bianco mi veniva sempre in mente il vuoto. Non so perchè, sarà che il bianco è così neutro. Per me non rappresenta nulla.
Sarà il fatto che tutti gli ospedali sono bianchi. Le pareti, i pavimenti, i lettini. Persino i pazienti hanno il volto bianco. I morti sono bianchi.
Forse è per questo che odio il bianco.
Neanche il nero mi piace. Se il bianco mi fa pensare al vuoto, il nero per me rappresenta lo sconosciuto. E si sa, tutti sono spaventati dall'ignoto.
Il nero è oscurità, e a me non è mai piaciuto il buio. L'ho sempre odiato. Sarà perchè quel nero avvolgeva tutte le persone a cui tenevo, sarà perchè mi ha sempre fatto sentire persa, che non mi piace.
Il grigio è quello che mi piace di meno. Cos'è il grigio? Una via intermedia tra bianco e nero? No, grazie.
Il grigio non è un colore. E' qualcosa di indefinito. Non mi piace.
A me piacciono i colori veri, quelli che sono così belli da farti pensare alla vita...

*****
 
Dopo quaranta minuti mi trovo dentro l'ospedale. Al banco all'ingresso riconosco la signora con cui abbiamo parlato l'altra volta io e Simone.
-Cerchi tua sorella, no?-
Annuisco senza dire niente.
La signora, forse sulla cinquantina, mi sorride -Devi andare dritto. E' l'ultima stanza a destra.-
La ringrazio, e lei mi risponde semplicemente che è il suo lavoro. Seguo le sue indicazioni. Il corridoio mi sembra improvvisamente lunghissimo e la stanza irragiungibile. 
Le pareti sono semplicemente troppo bianche. Troppo vuote. 
Alla fine arrivo alla stanza che mi sembrava irragiungibile ed apro preoccupata la porta.
Ciò che mi si presenta davanti agli occhi mi fa sentire subito il cuore più leggero. Un sorriso spontaneo mi spunta sulle labbra.
Stella e Simone, che stavano ridendo fino a un attimo fa, si accorgono della mia presenza e mi sorridono.
Io vado verso di loro e subito abbraccio Stella.
Ovviamente Simone interrompe anche un momento come questo -Guarda che così la soffochi.-
Mi stacco, sbuffando e gli faccio la linguaccia. Alla mia reazione sia lui che Stella scoppiano a ridere.
Poi fisso Stella. Lei sembra stare bene. Certo, ha dei lividi, cerotti, fili attaccati un po' dappertutto. Ma lei sta bene. E' viva.
Così subito ripenso al giorno prima, a quando per poco abbiamo rischiata di perderla per sempre. Non posso evitare che una lacrima scenda sul mio viso.
Stella se ne accorge e stringe la mano ad Elisa sorridendole dolcemente -Ehi, non pensavi davvero che sarei morta?.-
Il mio silenzio le da la conferma. -Come hai potuto pensarlo?-
Non è un rimprovero, solo una domanda. Ed effettivamente me lo chiedo anche io guardandola nello stato in cui è messa.
Non è al massimo delle forze, ovviamente. Ma è viva.
E' una combattente. Lo è sempre stata. Sempre avanti fino alla fine.
Così le rispondo -Non lo so.-
Veniamo interrotti dall'infermiere -Scusate il disturbo, ma ora dovrei fare delle visite a vostra sorella. Domani potrete tornare a trovarla.-
Noi annuiamo e salutiamo Stella. Prima di chiudere la porta Simone gli dice -Vedi di rimettirti presto!-
Ovvio che si rimetterà presto. Il prima possibile. Perchè lei non mollerà mai. Perchè lei è una combattente. Lo è sempre stata.
Per questo l'ho sempre invidiata, è brutto da pensare, lo so. E' mia sorella...
Ma lei ha sempre avuto questa capacità di rialzarsi, di combattere, anche quando niente andava per il verso giusto. Lei ci ha tirato su, quando nessun altro è stato in grado di risistemare le nostre vite.
Lei continuava a combattere, nonostante tutto. Lei è stata in grado di fare tutto quello che io avrei sempre voluto.
Ma io sono sempre stata troppo debole, non sono stata in grado di fare neanche la metà di quello che ha fatto mia sorella.
Così mi sento davvero inutile. Stella ha fatto tantissimo per me, per noi. Per rimettere in sesto tutta la famiglia, quando ormai nessuno più ci credeva.
E io non le sono mai stata grata abbastanza. Ci sto pensando solo adesso, che era in punto di morte.
E ho deciso che anche io voglio rendermi utile, che voglio fare qualcosa per lei. Per farla sentire meglio.
 
*****
 
Circa un'ora dopo sono a casa da sola. Mio fratello è andato in una pizzeria insieme a Veronica. In questo modo la può tenere aggiornata sugli ultimi avvenimenti.
Così mi ritrovo al telefono ad ordinare pizza al taglio. Si prospetta davvero interessante questa serata... Poi mi viene un'idea e mando un messaggio a Luca.
Alla sua risposta sorrido. Chiamo di nuovo la pizzeria: la pizza che ho ordinato non basta per due persone.
Poi vado in camera di Stella e mi guardo intorno. La stanza è così vuota, e così bianca che non è da lei.
Mi viene in mente un'idea che potrebbe essere carina, per farla stare meglio. Così cerco nel cassetto del suo comodino una chiave. Sorrido quando finalmente la trovo.
Scendo giù. Al piano terra c'è un magazzino. Entro dentro e a fatica riesco a respirare. Tossisco un paio di volte, per poi riprendere il fiato. Qui dentro c'è tantissima polvere.
Accendo la luce, anche se illumina davvero poco. Mi guardo intorno alla ricerca di alcune cose. 
Poi le trovo proprio in fondo allo stanzino. Prendo due secchi di vernice, e ringrazio mentalmente perchè c'è l'ascensore, così salgo a portarli su casa.
Scendo di nuovo giù visto che ce ne sono altri due. Li prendo e a fatica riesco a reggerli. Per chiudere il magazzino, per poco non mi casca un secchio su un piede, ma qualcuno riesce ad afferarlo, seppur con fatica. 
-Stai attenta.- alzo lo sguardo incontrando gli occhi azzurri di Luca.
-Ehi!- mi spunta un sorriso spontaneo.
Lui prende anche l'altro secchio di vernice e mi fa -Ci penso io.-
Lo ringrazio mentre gli faccio spazio nell'ascensore. Lui sembra voler evitare il mio sguardo a tutti i costi. -Hai fatto presto a venire.- dico io per rompere il ghiaccio.
Lui continua a non guardarmi negli occhi -In realtà ero qui vicino.- mi confessa, più imbarazzato di prima.
-Ok.- è l'unica cosa che riesco a dire.
Finalmente punta il suo sguardo nel mio -Avevo intenzione di venire a trovarti, comunque.-
Mi schiarisco la gola, per poi chiedergli sorpresa -Davvero?-
Lui annuisce -Sai... volevo sapere come sta Stella.-
Stella. Certo, come ho fatto a non pensarci prima. Lui sapeva tutto. In fondo sono stata io a confidarmi con lui ieri. Ieri...
Solo ora mi torna in mente il mio gesto. Il bacio, cavolo. Come ho fatto a dimenticarmene?
Distolgo lo sguardo da lui e guardo la porta dell'ascensore. L'ho sempre detto che quest'ascensore va troppo lento.
Finalmente la porta si apre, dopo quello che mi è sembrato un'eternità di tempo. Usciamo e gli faccio strada verso casa mia.
Entrati gli rispondo -Sta bene, però per il momento sta ancora in ospedale. Sai, volevo farle una sorpresa per quando tornerà a casa.-
Luca indica i secchi di vernice -E questi c'entrano con la sorpresa?-
Annuisco. Poi gli chiedo -Mi aiuti?-
Lui mi sorride -Certo, non avevo per niente voglia di stare a casa.-
Adesso l'imbarazzo sembra non esserci più, per tutti e due. Solo ora mi accorgo che sta ancora tenendo i secchi con la vernice -Tranquillo, poggiali pure lì.-
Lui fa come gli dico, poi mi segue in cucina.
-Prepari qualcosa te?- mi chiede.
-Se vuoi morire avvelenato, ok.- alla mia affermazione posso notare un velo di preoccupazione negli occhi di Luca.
-Scherzavo, comunque ho ordinato la pizza.-
Lui sospira, sembra davvero sollevato. Io d'altro canto lo fulmino con lo sguardo.
-Allora, qual è la sorpresa per tua sorella?- 
Qualcuno suona al citofono -Devono essere arrivate le pizze.-
Così scendiamo tutti e due. Quando sto per prendere i soldi per pagare, Luca mi anticipa e porge al fattorino venti euro.
Ce ne torniamo su casa, quando io lo ammonisco -La vuoi smettere di pagare tu?-
Lui alza in alto le mani in segno di resa -Giuro che questa è l'ultima volta.-
Io scuoto la testa rassegnata. Andiamo in cucina e cominciamo a mangiare.
-Allora, mi vuoi spiegare la sorpresa?- insiste Luca. Così comincio a spiegargli, bene o male, quello che ho in mente. Lui annuisce più volte.
Appena ho finito chiedo il suo parere -Che ne pensi?-
-Si potrebbe fare.-
Sorrido e lo trascino per un braccio verso la camera di Stella. Lui si lamenta -Ma non ho finito di mangiare!- 
-Hai mangiato fin troppo!-
Lui continua a lamentarsi ma io non lo ascolto. Porto qui i secchi di vernici e prendo dei pennelli per pareti, dei rulli che non credevo di avere e delle spugne.
-Da dove cominciamo?-
Io scrollo le spalle e di tutta risposta apro il secchio con la vernice gialla. Poi gli passo un rullo -Io direi di cominciare dal giallo!-
Prendo l'altro rullo e cominciamo a passarlo un po' a caso sulla parete bianca di fronte a noi.
Il giallo da subito luce alla parete. Giallo è il colore del sole. Giallo è sinonimo di luminosità. Giallo mi fa pensare a quella "luce" che ha salvato Stella. Giallo è miracolo.
-Stai facendo un casino!- mi rimprovera Luca.
Io lo ignoro, e apro un altro secchio di vernice. Ora tocca al blu.
Comincio a schizzare col pennello un po' di colore in alcuni punti della parete.
Guardo gli occhi di Luca, che sono azzurri, più chiari del blu, ma sempre della stessa tonalità.
Solo ora mi accorgo quanto questo colore mi dona un senso di pace e tranquillità. Sarà perchè immediatamente lo ricollego al mare, oppure al cielo di notte, e mi da un senso di rilassamento.
E' questo più o meno l'effetto che hanno i suoi occhi con me. 
Lui se ne accorge che è da un po' che lo sto fissando e mi chiede -Che c'è?-
-Niente. Hai dei begli occhi.- dico semplicemente, lasciandolo un po' perplesso.
-Comincia a passare un po' di verde.- gli dico.
-Non ti sembra di mettere un po' troppi colori?-
Io lo fulmino con lo sguardo, lui d'altro canto si arrende e comincia a stendere un po' di verde. Sorrido come un'ebete mentre lo guardo stendere il colore.
Mi piace il verde. Mi è sempre piaciuto. Il verde rappresenta la speranza, giusto?
Beh, credo che questo sia il colore che meglio rappresenti Stella, perchè lei nonostante tutto, non ha mai messo di sperare, e ha continuato a lottare contro tutto e tutti.
Per ultimo passiamo il rosso. Per sbaglio uno schizzo di colore arriva sulla maglietta di Luca.
-Scusa non l'ho fatto apposta!- tento di giustificarmi, ma è inutile perchè lui mi ha già sporcato la guancia, lasciando un lungo tratto rosso. 
Mi giro di scatto, e col pennello, gli stendo un po' di colore sul naso -Così ti impari!- gli faccio la linguaccia.
Cominciamo a tirarci un po' di colore addosso fino a che lui non mi riesce a bloccare, tenendomi ferma per i polsi.
Mi fermo a fissare una linea rossa, tracciata lungo il suo collo. Così, giusto per curiosità, passo le dita proprio lungo quel tratto.
Rosso è il colore dell'amore.
Mi accorgo solo ora che le sue mani, che prima mi tenevano le mani, ora sono lungo i miei fianchi.
E non so neanche come mai, ma mi ritrovo con le mie labbra premute contro le sua, un'altra volta.
Forse questo è il bacio più consapevole che ci siamo dati. Un bacio che sa di rosso. Un bacio che sa di amore...




Angolo dell'autrice:
Yes, here I am. Lo so che sono scomparsa, perdonatemi. Lo so che mi vorrete ammazzare perchè sono in un mega-ritardo.
O mi vorrete ammazzare per la schifezza che è venuta fuori, ma vi prego, scusatemi.
Mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, ma l'ultimo mese di scuola è stato decisamente il più duro, tutte interrogazioni e verifiche. Però ne è valsa la pena, niente debiti :)
Ok, so che non ve ne frega niente e passo al capitolo.
Voi che ne pensate? Come ho già detto a me non piace, però spero che almeno a voi sia piaciuto...
Poi che altro devo dirvi? Ah si... Non credo che manchi molto alla fine della storia, non so di preciso quanti capitoli, ma davvero, non manca molto. Comunque finita questa storia, ho già in mente di pubblicare qualcos'altro, e spero che continuerete a seguirmi.
Un'altra cosa... un po' di tempo fa avevo pubblicato due one-shot.
Se vi piace Hunger Games provate a leggere questa storia: 
http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1884159&i=1
Poi ho provato a scrivere una one-shot drammatica, non so bene cosa ne sia venuto fuori, però se vi va date un'occhiata anche qui: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1868730&i=1
Detto questo spero di aggiornare presto. Insomma, è pur sempre estate, ce la dovrei fare.
Ah giusto... Passate tutte una buona estate <3
E mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo ;)
Un bacione <3
  
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