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Autore: ilal    24/06/2013    5 recensioni
Un anno, Harry. Un lunghissimo anno da quando te ne sei andato. Perché lo hai fatto? Perché te ne sei andato? Perché mi hai lasciata sola? 
Dedicata ad Alice (Sweetmeat)
Ah, sono2'438 parole. Lettore avvisato, mezzo salvato ;)
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa OS è un regalo per Alice (Sweetmeat). Vedi che mi sono ricordata? Sono o non sono un genio?? 

Lol buona lettura e ci vediamo in fondo.
 

Over Again
 

Un anno, Harry. Un lunghissimo anno da quando te ne sei andato. Perché lo hai fatto? Perché te ne sei andato? Perché mi hai lasciata sola? Sono sempre queste le domande che ti rivolgo, ma non avranno mai risposta vero? Sono ripetute tante, troppe volte sulle pagine di questo diario, ogni giorno. Ogni giorno di questo lunghissimo anno ti ho scritto, ma non ti ho mai spedito nulla. Non mi hai lasciato il tuo indirizzo quando sei partito. Non mi hai lasciato nulla quando sei partito, se non un cuore infranto e i frammenti della mia fiducia e della mia amicizia...

A volte mi chiedo se mi pensi; io ti penso sempre, sai? Probabilmente tu no, probabilmente ti sarai anche dimenticato di Alice Brandon, quella sfigata che si tagliava e che non aveva amici. Ma io non ti ho dimenticato, come avrei potuto? Tu eri il mio unico amico, la mia salvezza. Quando ti ho conosciuto ho smesso di tagliarmi, non ne avevo più bisogno, con te stavo bene; ora ho ricominciato sai? Ho ricominciato a tagliarmi perché io non sono mai abbstanza, non lo sono mai stata per nessuno, nemmeno per te. Pensavo che mi volessi bene, ma evidentemente mi sbagliavo. Ho ricominciato a tagliarmi perché sono sola, non ho amici, e a volte mi serve sapere che c’è dolore più grande di quello che provo, mi serve distrarmi da quella voragine che ho nel petto che mi comprime lo stomaco…”


Appoggiai la penna sul tavolo, le lacrime ormai scorrevano su mio volto. Era passato un anno, Un intero anno senza Harry. Erano passati 365 giorni da quando se ne era andato, senza lasciare nulla. Non riuscivo a pensarci, non dovevo pensarci.

Decisi di fare una passeggiata per distrarmi. Presi il giubbotto e uscii di corsa senza curarmi del cielo livido che prometteva pioggia sicura.

Camminai per le strade senza pensare, guardando l’asfalto che correva sotto i miei piedi. Ero talmente distratta che ad un certo punto sbattei il naso contro la cassetta della posta di una casa.

< Ahia! > Mi massaggiai il naso dolorante e lessi il nome inciso sul metallo “Styles – Cox”.

Merda.

Perché sono finita qui? Perché, tra tutte le case di Londra, dovevo finire proprio qui? Cercai di convincermi de fatto che sarei comunque andata a casa di Anne per stare un po’ con lei. Da quando Harry se ne era andato Anne e io avevamo legato molto, ci facevamo compagnia e ci consolavamo a vicenda nei momenti di tristezza, era come una seconda madre per me, e le volevo tantissimo bene. Anche con Gemma avevo un bellissimo rapporto, ma ci vedevamo poco perché spesso era via per studio.

Suonai il citofono e dopo qualche secondo sentii la voce di Anne; aveva una voce strana, sembrava che stesse piangendo, ma sperai che fosse solo una mia impressione.

< Chi è? >

< Ciao Anne sono Alice, disturbo? >

< Ah, Alice! No, tranquilla tesoro, tu non disturbi mai. Entra pure. > Sentii lo scatto del cancello che si apriva. Entrai nell’enorme giardino della villa e percorsi il vialetto lastricato che portava alla porta, che trovai socchiusa. Entrai e mi guardai intorno; Anne era seduta sul divano intenta a soffiarsi il naso.

< Permesso. > Esordii. Anne si voltò verso di me e notai gli occhi rossi dal pianto.

< Oh, Anne. > Corsi da lei e la abbracciai dolcemente, mentre sentivo gli occhi inumidirsi.

< E’ un anno che se ne è andato. Mi manca così tanto, Alice. > Singhiozzò sulla mia spalla.

< Anche a me manca tanto, Anne... > Ormai anche io piangevo come lei.

Ci allontanammo e ci guardammo negli occhi, poi lei mi sorrise.

< Grazie per sopportarmi sempre quando sono triste, tesoro. Non sai quanto bene io ti voglia. > Disse.

< Macchè sopportare, sono felice di avere qualcuno che mi capisce. Anche io ti voglio tanto bene Anne. > Risposi, commossa.

Rimasi con Anne tutto il pomeriggio, parlammo, piangemmo, ci consolammo e ricordammo (piangendo) come era Harry prima che partisse senza lasciare traccia.

Quando guardai l’orologio mi accorsi che erano già le 6,30 p.m. e fuori le nuvole erano aumentate.

< Anne mi dispiace, devo scappare; è tardi e sta anche cominciando a piovere. >

< Va bene tesoro, non ti trattengo oltre. Ti presterei l’ombrello se non si fosse rotto proprio ieri. > Mi disse corrugando le fronte.

< Non fa nulla, correrò. Grazie dell’ospitalità, come sempre. Ciao. >

< Ciao tesoro, mi raccomando corri veloce. >

< Lo farò. > Dissi mentre mi chiudevo la porta alle spalle. Diedi una rapida occhiata al cielo e nonostante rischiasse di piovere da un momento all’altro, me la presi comoda. La verità era che io adoravo la pioggia e mi piaceva camminare mentre pioveva, quindi mi incamminai lentamente verso casa con le mani in tasca e lo sguardo tra le nuvole livide.

Dopo circa cinque minuti che camminavo, sentii una goccia sulla guancia e istintivamente sorrisi. In quel momento mi ricordai che anche Harry adorava la pioggia e era stato lui a farmela amare. Il mio sorriso scomparve velocemente come era apparso.

Quando, dopo circa quindici minuti, arrivai all’angolo della via di casa, ormai pioveva forte e forse fu quello, mischiato alla mia poca attenzione, a non farmi accorgere subito dell’imponente figura davanti al cancello di casa mia. Mi avvicinai cercando di capire chi fosse; era proprio alto, sarà stato un metro e ottanta o giù di lì, aveva un fisico slanciato e notai subito che non aveva l’ombrello nonostante ormai diluviasse.

Mi avvicinai ulteriormente, mi sembrava una figura vagamente familiare, ma non capivo chi mi ricordasse.

< Ehm... Cerca qualcuno? > Domandai, incerta. Lui, che probabilmente mi aveva sentita arrivare, non si voltò, ma continuò a scrutare la facciata della casa.

< Si, cercavo una certa Alice Brandon, per caso sa se abita qui? > Quella voce. Era pericolosamente uguale alla sua... No, Alice svegliati, non può essere lui, lui era almeno dieci centimetri più basso di questo qui...

Egli, vedendo che non rispondevo, si voltò.

Era lui. Era Harry.

Avrei riconosciuto quegli occhi ovunque, e i suoi lineamenti... Il suo viso era come me lo ricordavo, forse un po’ più squadrato. Era veramente alto, era cresciuto veramente tanto in quell’anno.

Lessi le espressioni che si susseguirono sul suo viso. Stupore. Sconcerto. Dolore. Rammarico. Ancora stupore. E infine preoccupazione.

< A-Alice? S-sei tu? > Annuii, sconvolta, incapace di parlare. Sentii gli occhi inumidirsi. Era tornato. Era veramente tornato.

< T-tu s-sei t-tornato. > Constatai.

Annuì, preoccupato della mia reazione. E faceva bene.

< COME HAI POTUTO? BRUTTO STRONZO, COME HAI POTUTO LASCIARMI COSI’? E SOPRATTUTTO, DOVE HAI TROVATO LE PALLE DI TORNARE E PRESENTARTI DAVANTI A CASA MIA COME SE NIENTE FOSSE?! > Urlai, le lacrime che mi rigavano il volto.

< Ti rendi conto di quanto mi sei mancato, di quanto sono stata male, mi chiedo ogni giorno che cosa ho sbagliato, perché te ne sei andato, e non trovo mai la risposta, ho ricominciato a stare sola, ho ricominciato a tagliarmi... > Non riuscivo a continuare, i singhiozzi che mi scuotevano rendevano impossibile parlare, mi allontanai da lui, senza guardarlo per paura d essere giudicata, ancora, anche da lui.

Sentii la sua mano sul mio polso e trasalii per il dolore e per i brividi che mi provocò quel contatto. Mi tirò su lentamente la manica, scoprendo il polso sinistro. Io lo guardavo, senza capire; aveva uno sguardo sconvolto, gli occhi rossi e gli tremavano le mani. Quando vide le cicatrici si immobilizzò per qualche secondo poi lasciò andare il mio braccio e si allontanò da me di qualche passo.

< N-no, non è vero. N-non è possibile. N-non è possibile > Continuava a ripetere, le lacrime ormai scendevano copiose sul suo volto, era sconvolto, e lo capivo dai suoi occhi che erano spalancati nonostante piangesse.

< S-scusami, scusa, scusa, scusa, perdonami Alice, ti prego io non volevo ridurti così, io non volevo, n-non volevo, i-io... I-io sono un mostro... T-ti prego perdonami... > Non l’avevo mai visto in quello stato, piangeva e continuava a scusarsi, era sconvolto.

Non ce a facevo a vederlo in quello stato. Mi avvicinai a lui e gli posai dolcemente una mano sulla guancia.

< H-Harry, io non posso perdonarti; mi hai abbandonata, non posso più fidarmi di te, capisci, non posso più soffrire così... >

Lui a quelle parole strinse i pugni abbassando lo sguardo, mentre i singhiozzi continuavano  scuoterlo.
< Ma, ti prego, Harry, dimmi solo una cosa, dimmi perché mi hai lasciata qui a sola, dimmi perché te ne sei andato senza dire nulla, dimmelo, ti prego. >

Lo guardai a lungo, ma sembrava non voler rispondere, mi senti ferita ancora più nel profondo. Non ce la facevo a reggere ancora. Lo guardai per l’ultima volta, poi mi votai, iniziando a correre; le lacrime si mischiavano alla pioggia e scendevano a ritmo della mia corsa.

< Mi chiedi perché me ne sono andato? PERCHE’ TI AMO, ALICE, IO TI AMO! > urlò, la voce rotta.

Mi immobilizzai, smisi di correre, di piangere e sgranai gli occhi.

Aveva detto di... Amarmi?

Mi voltai lentamente e lo guardai: era fermo immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi, le mani chiuse a pugno, aveva la testa china e i capelli bagnati gli ricadevano in fronte, coprendo gli occhi.

< C-cosa hai detto? > Balbettai, il mio cervello si rifiutava di metabolizzare quelle semplici parole.

< Ho detto che ti amo e me ne sono andato perché non riuscivo a sopportare l’idea che tu mi vedessi solo come un amico, mi distruggeva il fatto che tu guardassi gli altri ragazzi mentre eri con me. Non ce la facevo a sopportare tutto questo me e sono andato. Pensando che la lontananza sarebbe riuscita ad affievolire i miei sentimenti, ma solo ora capisco quanto ho sbagliato. Perdonami, Alice, sono stato egoista, non ho preso in considerazione i tuoi sentimenti e ti ho ferita. Perdonami... >

Alzò lo sguardo, i suoi occhi verdi catturarono i miei e sentendo il mio stomaco contrarsi e le pulsazioni accelerare capii tutto: tutti gli sguardi, gli abbracci, le parole dolci, tutto prendeva un altro significato.

Io amavo Harry.

Ero stata una stupida, non avevo riconosciuto quel sentimento e l’avevo scambiato per amicizia, o forse avevo solo paura dalla sua grandezza e avevo cercato di soffocarlo, di nasconderlo, di trasformarlo in semplice amicizia, ma a quanto pare non ci ero riuscita. Mi era mancato così tanto in quell’anno di assenza, avevo sofferto così tanto, il mio cuore aveva smesso di battere, annegato dal dolore e dalle lacrime.

“Prima di te, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità… Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All’improvviso, tutto ha preso fuoco: c’era luce, c’era bellezza. Quando sei sparito, la meteora è scomparsa dietro l’orizzonte e il buio è tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso.”

Mi avvicinai lentamente, un passo dopo l’altro.

< A-anche io... Ti amo, Harry. > Sussurrai abbassando lo sguardo.

Sentii le sue mani sulle mie guance e alzai la testa; il mio sguardo si fuse con i suo e nei suoi occhi lessi incredulità, stupore e tanta, tanta gioia. Mi sorrise e in un attimo appoggiò le sue labbra sulle mie, mille brividi mi attraversarono, il mio stomaco si accartocciò e il cuore abbandonò la sua normale sede per andare a incastrarsi da qualche parte in mezzo alle tonsille, battendo come dannato. Non sentivo nulla, il rumore della pioggia, il vento, le auto che passavano sulla strada, nulla, solo il rimbombo del battito del cuore.

Automaticamente approfondii il bacio, portando le mie mani sulla sua nuca, a intrecciarsi con i suoi capelli e mi alzai sulle punte avvicinandomi ulteriormente al suo corpo.

Non ci importava nulla del resto, non ci importava nulla se la gente che passava ci guardava male, non ci importava nulla del fatto che ormai eravamo completamente fradici per la pioggia; eravamo solo noi due e tutto il resto del mondo poteva anche andare a farfalle.

Dopo quelli che sembravano minuti, ma che potevano benissimo essere anche ore, giorni o eternità, ci allontanammo dolcemente, entrambi con i respiri accelerati, i cuori a mille e gli stomaci pieni di quelle che, più che farfalle, sembravano una mandria di bufali.
Scrutai la sua espressione: era felice, infinitamente felice. Un sorriso sincero spuntò sul suo viso e con lui fecero capolino due tenerissime fossette; le fissai come incantata poi le baciai teneramente.

Harry sorrise ancora di più e mi avvolse in un caldo (e bagnato) abbraccio e quando ci dividemmo mi sussurrò solo un semplice < Grazie > all’orecchio mentre mi prendeva per mano mentre io avvertivo un insolito calore nello stomaco che risaliva fino al cuore e che scioglieva finalmente quel peso che mi attanagliava da quando se ne era andato.

< Grazie > risposi.

 
“If you’re pretending from the start
Like this, with a tight grip
Then my kiss can mend your broken heart
I might miss
Everything you said to me
And I can lend your broken parts
That might fit, like this
And I will give you all my heart
So we can start it all over again.”

 

***

 
NOTE AUTRICE:
Allora, innanzitutto grazie per aver letto la mia OS fino in fondo e non esserti addormentato a metà, caro lettore.

Come dicevo in alto, questa os è un regalo per la mia dolce (e stronza) Alice (Sweetmeat).
Grazie per sopportarmi ogni giorno senza sclerare, grazie per tutti i video pàxxèrèllìì xDxD (momento bìmbòmìnkìòsò on) e assolutamente deliranti, grazie per essere la mia migliore amica. Ti voglio tanto bene lattuga-mollusco-crostaceo mio (insomma un essere non ben specificato lol).

Ma ora passiamo alla OS. E’ stata completamente ispirata a “Over Again” (ma non mi dire?!). A me non convince molto, forse perché non sono pratica nel raccontare di baci e slinguazzamenti vari lol.

Quindi RECENSITE!! Vi è piaciuta? RECENSITE!! Non vi è piaciuta? RECENSITE!! Vi ha fatto letteralmente cagare? RECENSITE!! Oggi avete mangiato gamberi avariati a pranzo e ora state per vomitare? CAZZI VOSTRI!!

Credo che il concetto sia passato lol
Grazie per aver letto.
Alice

Se vi servo sono anche su Twittah: @slartjbartfast

PS: avete notato la citazione? E’ di Twilight. Io adoro quella frase e ci stava benissimo là in mezzo c:
  
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