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Autore: debbythebest    24/06/2013    1 recensioni
Questa storia è ambientata Dopo The Departed, in un AU dove Stefan è stato soggiogato da Rebekah, ed Elena è morta come nella fine della serie. Ma qualcuno si sentirà in debito nei suoi confronti. Qualcuno la aiuterà con i nuovi e improvvisi cambiamenti. L'amore si nasconde dietro ogni momento. Tutto ciò che dobbiamo fare, è capire se siamo pronti ad accogliere questa consapevolezza.
/Tratto Dal Primo Capitolo/
Prima che potessi rendermene conto, la mia vista si offuscò, ed un senso di smarrimento si fece strada in me. Sentii che provare a respirare sarebbe stato solo tentativo di rianimare un corpo ormai inghiottito dall'acqua. Era dunque questo, ciò che significava morire? Perdere semplicemente conoscenza, e non risvegliarsi più?
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elena Gilbert, Elijah, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'After the Departed - Elena's diary <3'
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32-Katerina...



-Sapete...qualche volta mi sono chiesta sul serio se non fossi solo una mezza matta!!-. Ridendo Itaca continuò a sorseggiare il suo champagne piuttosto serena. Caroline le lanciò un'occhiata amichevole. Non sapeva perché ma si sentiva a disagio con quella ragazza nei paragi. Non che non le stesse simpatica, ma stare dinnanzi ad una semidea bellissima e apparentemente sicura di sé la lasciava un po' interdetta. E oltre a quello guardare che ogni uomo nelle vicinanze la fissasse come fosse un raro reperto archeologico: con un misto di stupore e disagio.
 
-Beh alla fine non lo eri, povero me!-. Rise Klaus fissando la ragazza con charme. L'altra stava quasi per sputare lo spumante nel bicchiere, ma si trattenne il più possibile e ingoiò a forza il contenuto del calice. Conosceva quello sguardo dell'ibrido, quell'espressione da pesce lesso...oh...
E non seppe perché ma si ritrovò a desiderare ardentemente di uscire fuori di lì. Proprio quando stava per alzarsi sul serio da tavola sentì una voce in lontananza, e poi Leo apparire come per magia da dietro il separé  lì vicino.
 
-Hey ragazzi!-. Il semidio si avvicinò al tavolo con disinvoltura,  beccandosi gli sgaurdi incerti di tutti. Sapeva  bene che Klaus aveva una cotta per la ragazza che aveva amato, e dopo quello che aveva fatto a Irina rendergli la vita un inferno era il minimo. Tyler guardò Caroline leggermente contrariato,  mentre Bonnie e Jeremy si scambiarono un'occhiata laconica.
 
-Leo!-. Itaca sembrava stesse per strozzarsi con il paté di tonno quando aveva urlato il suo nome, così il russo sorrise soddisfatto.
 
-Как ты, дорогой? [(Kak ty, dorogoy?)=(Tutto bene, cara?)]-. Si sedette tra lei e Klaus e la fissò intensamente.
 
-Io...benissimo...-. Biascicò lei cercando di riprendere fiato.
 
-Mi era sembrato di capire che non venivi!-. Klaus alzò un sopracciglio mentre piuttosto contrariato pronunciava quelle parole.
 
-Beh si...ma poi ho pensato che la nostra Itaca si sarebbe sentita a disagio con delle persone che non conosce bene, sai io la conosco.-. Si aggiustò la cravatta mentre parlava. -La vera lei, quella indifesa, fragile e puramente femminile...o forse sei tu che ti senti a disagio dato che hai praticamente fatto soffrire tutta Mystic Falls?-. Le sue labbra si sollevarono in un sorriso piuttosto ironico a quell'ultima affermazione. Colpito e affondato.
 
-Sai io non farei tanto lo sbruffone. ..-. Sibilò l'ibrido. Fece per alzarsi ma Itaca lo fermò e lo guardò dritto negli occhi. Scosse leggermente la testa, quel tanto che bastava per fargli capire che non doveva fare il suo gioco.
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Uscendo dal bar un sorriso mi si dipinge troppo facilmente sulla faccia. So di aver combinato un casino, e sinceramente non me ne importa un fico secco. Devo far capire a tutti loro che niente e nessuno potrà distruggere la nuova Elena. Non riusciranno a farmi tornare quella che ero.
L'aria della notte gioca coi miei capelli, e invece di esserne infastidita chiudo gli occhi e inizio a muovere la testa al ritmo di una musica che sento nella testa. È una melodia rossa, vermiglia. Sa di sangue...beh di cosa dovrebbe sapere? Mi pulisco la bocca con poca grazia, dirigendomi verso casa. Non vedo l'ora che lui lo scopra. La sua reazione sarà...degna di uno che vede una strage?
Continuo a fare lenti passi senza fretta alcuna. Poi sento una voce alle mie spalle e sorrido fredda e soddisfatta.
 
-Ti prego dimmi che non è vero...-. Le sue parole echeggiano tremanti nella mia testa. Per un secondo mi fermo a pensarci. Avevo pensato a rabbia, sfida nel suo tono. Non...che cos'era,  dolore?
 
-Lo è! -. Mi giro con una sorta di piroetta verso di lui. Sorrido ancora malgrado la sua espressione spaventata.
 
-Come hai potuto? Come puoi tu tra tutti provare piacere in una cosa così crudele? Sei davvero così cambiata?-. No. So che sono cambiata ma non so in che modo. Alzo le spalle noncurante. Le mie labbra si piegano in una smorfia incerta. Sono una bambina che non sa quale errore abbia fatto dopotutto...
 
-Andiamo, sono stufo di correrti dietro per tutta la città!-. Salto letteralmente per aria sentendo il suo braccio afferrarmi rigidamente. Un attimo prima era a dieci metri di distanaza...
 
-No!-. Cerco di divincolarmi, ma fissando il rosso nei suoi occhi mi zittisco quasi terrorizzata. Deve davvero essere molto incavolato se ha rinunciato al suo autocontrollo così. Si ferma e continua a guardarmi con quegl'occhi da demone. Forse ho toccato il fondo stavolta.
 
-Adesso andiamo a casa, e poi ti ci rinchiuderò dentro per così tanto tempo che dimenticherai di che colore è il sole...-. Si morde il labbro e sorride crudele. Istintivamente io trasalisco. Non l'ho mai visto così cattivo.
 
-Sarò il tuo peggior incubo! Non sapevo avresti mai conosciuto questo lato di me!!-. Dentro di me non posso fare a meno di rabbrividire. La paura sembra l'unica cosa che sono in grado di provare. Spero solo che lui non se ne accorga.
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-Che cosa ha fatto??-. Dal piano di sotto le urla di Caroline mi arrivano alle orecchie come se la vampira fosse a pochi centimetri di distanza da me. "Ha una voce così squillante!". Sento Elijah ridere leggermente.
 
-Credimi quando ti dico che se ne pentirá amaramente! -. Dice con voce gelida, e io mi ritrovo a pensare che forse stavolta ho esagerato...aspetta! No, non dovrei avere neanche la smania di pensare ad una cosa del genere.
Sono quasi due ore che sto chiusa nella mia camera come un'adolescente in punizione,  e dire che non ho niente da fare è riduttivo.
 
-Cosa intendi fare?-. Chiede ancora la bionda. Elijah non risponde, ma so che sta pensando a qualcosa di diabolico per farmi tornare indietro.  Cosa vuole provare ad inventarsi? Non capisce che sono io a non voler tornare umana? Evidentemente no, perché altrimenti avrebbe preso in considerazione la possibilità di arrendersi.
 
-Non sono stupido, non lo dico ad alta voce!-. Replica pacato il vampiro anziano. "Dannazione!!". Do un colpo alla porta e mi accorgo che hanno smesso di parlare poco prima che l'uscio principale si apra. Non so chi sia, ma forse posso dedurlo.
 
-È vero???-. Domanda la voce piuttosto sconvolta di Bonnie.
 
-Non mi aspettavo facesse una cosa del genere. Chi hai detto che le insegnava a controllare i canini, Care?-. Si accoda anche la voce di Klaus. Starà succedendo un putiferio là sotto, ed io sono qui a perdermelo.
 
-Primo : Non ti azzardare mai più a chiamarmi "Care"!-. Inizia la vampira bionda.
-Secondo: non incolpare tuo fratello. Terzo: Chiudi il becco su questioni che non ti riguardano. Non vedi quanto tutti ci stiamo male?-. Il tono della mia amica è così acido che sono tentata di andare giù e farle ingoiare un po' di zucchero tanto per vedere se riuscisse a calmarla solo quel poco che basta.
 
-Allora dobbiamo trovare un modo per farla tornare in sé! -. Quella voce sbuca dal nulla, come un miraggio nella mia testa. E se l'avessi immaginata?.
 
-Guarda, guarda chi è tornato...piaciuta la visita d'istruzione? -. Chiede ancora l'ibrido. Io per tutta risposta apro la porta e mi dirigo in men che non si dica di sotto. La prima cosa che faccio è fermarmi sulle scale per osservare la situazione,  ma è più la situazione che osserva me. Tutti gli occhi sono puntati sulla mia figura in una sorta di terrore unanime.
-Che diavolo hai fatto ai capelli?-. Ignorando il commento di Damon sulla porta continuo a scendere di sotto gradino dopo gradino.
 
-Elena, torna immediatamente in camera tua!-. Mi ammonisce severo Elijah. Io però non lo ascolto, e arrivo davanti ad Andromeda con una sensazione.
È come se mi fosse...mancata.
 
-Elena!-. Sento la presa rigida del vampiro sul braccio e il suo corpo dietro al mio. Ora non mi sta ammonendo, me lo sta intimando. Sento il dolore crescere in pochi secondi e con una mossa mi trovo faccia a faccia con lui per fronteggiarlo. Come se non fosse ovvio gli occhi di tutti si puntano amcora una volta su di me.
 
-Non sono una bambina, Lijah!-. Lo canzono piegando la testa di lato. Solo per un secondo vedo una scintilla di dolore nei suoi occhioni scuri. Deve aver capito che ho usato quel gesto contro di lui. Di solito quando facevo così sul mio viso era dipinta un'espressione dolce, invece ora lo sto esplicitamente prendendo in giro, facendomi beffe della sua umanità.
 
-Beh ma a me hai dimostrato esattamente il contrario!-. Ride come se mi stesse prendendo in giro anche lui. Il suo volto è sereno, non mostra neanche per un millisecondo il modo in cui devo averlo ferito.
 
-E allora trova un altro modo per punire questa bambina cattiva, no?-. Con un broncio che sembra quello di Katherine sorrido con gli occhi apparentemente luminosi. Mi avvicino lentamente a lui.
 
-Vai. Subito. È l'ultimo avvertimento! -. Dice accennando appena un po' di calma.
 
-Altrimen...-. Non riesco a finire la frase, sento solo un rumore strano e poi perdo conoscenza. Sembra quasi il rumore di un osso che si spezza.
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Quando apro di nuovo gli occhi sono nel mio letto. Contro la mia spalla sento un peso, e posso immaginare già di chi si tratta. Ci metto un secondo per realizzare quello che è successo quando sento un dolore abbastanza persistente alla laringe.
"Mi ha spezzato il collo!". Penso stupita. Non lo avrei mai creduto capace di una simile azione. Perlomeno non con me. Sono così presa dai miei pensieri che mi spavento quando sento qualcosa tirarmi improvvisamente indietro nel letto. Elijah emette un verso strano e mi usa come cuscino. "Perfetto! ". Sbuffo e gli do una gomitata nello stomaco. Lui per tutta risposta mi copre di più con la coperta e mi fa segno di stare in silenzio.
 
-Non azzardarti a...-. Non so come ma mi ritrovo a pochi centimetri da lui e dalla sua dannata faccia.
 
-Ho sonno: puoi stare zitta? Occupo molto del mio tempo a farti la guardia!-. Lo guardo esasperata. Ma che...?
 
-Io...-. Ho capito che nonostante io non abbia più la mia umanità un po' di paura di far arrabbiare l'originale un po' ce l'ho. Quindi mi appoggio sbuffando alla sua spalla e cerco di prendere sonno. "Se davvero non c'è altro modo...". Qualche volta ultimamente mi sono soffermata a pensare che deve essere bello vivere l'ultimo anno di liceo come una persona normale. Bonnie e Caroline ci stanno riuscendo,  ma io? Per niente. Ma poi a me cosa importa del diploma e di tutte quelle altre cavolate? Non sono umana,  no? Non ci tengo.
Solo che...non so, è come se fossi in un continuo combattimento con le mie emozioni, tentando di farle andare via. Come se fossero ancora lì, da qualche parte dentro di me.
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Aveva sempre pensato che ci fosse qualcosa di poetico nella mattina. Il giorno che inizia, le persone che incominciano una solita giornata...no. Questi erano più pensieri da Elijah. Alla fine l'aveva riaperta quella vecchia catapecchia. Non sapeva come ne perché,  ma alla fine gli era sempre tornata utile. Un posto che potesse chiamare "casa". I suoi fratelli c'erano tutti, mancava solo la piccola Bekah all'appello. Schiarendosi la voce ottenne l'attenzione di tutti nell'atrio che un tempo aveva ospitato la festa in onore di sua madre.
 
-Allora: mentre Elijah tiene occupata la doppelganger trovo sia opportuno iniziare questa sorta di riunione. A chi la parola?-. Tutti intorno a lui fissarono Itaca all'unisono,  così leggermente imbarazzata la semidea bionda si decise  a proferire parola.
 
-Elena ha spento la sua umanità. Una tragedia per tutti e tutto in questo momento, che sembrerebbe aver reso il viaggio di Andromeda un po'...inutile. "Sembrerebbe"!-. Avvicinandosi alla ragazza la mora appena nominata intervenne.
 
-Elena, o meglio "I Cinque " fanno parte del piano dei Dodici per ristabilire l'equilibrio. Una cosa che i nostri genitori non avevano previsto, è che noi essendo in parte umani avessimo i sentimenti.-. Si guardò intorno per controllare che Leo ed Itaca la stessero guardando. -C'era un equilibrio,  un confine che dovevamo ristabilire nel caso in cui quest'ultimo si rompesse. Beh è successo, si è rotto. Ma proprio per la nostra umanità e il nostro attaccamento ai vampiri non siamo riusciti a ristabilirlo.- Fece segno alla ragazza accanto a lei di continuare.
 
-È una mia opinione che i Dodici abbiano paura di noi. La nostra umanità ci rende potenti, così vogliono spegnerla. Uccidendo Elijah sono riusciti ad innescare due fattori.- . Indicò con le dita il numero due. -Il primo è il ristabilimento temporaneo dell'equilibrio. Il secondo è l'umanità di Elena svanita. Quindi secondo me...-. Leo si avvicinò alle due e interruppe la donna che diceva di amare.
 
-Secondo Miss Winters papà e mamma stanno facendo un"tolto di mezzo il più forte, li togliamo di mezzo tutti". Finito il rischio,  finita la paura.-. Sorrise alzando le spalle e scuoté la testa divertito.  -Quegli infami sanno come sconfiggere i loro nemici!-. Condividendo un'occhiata di preoccupazione con la bionda, Andromeda sospirò.
 
-Ha ragione, stanno ristabilendo sia l'equilibrio che noi. Ci rendono...meno umani. Ma c'è di piu!-. Ecco, proprio in quel momento l'attenzione si spostò su Damon e Stefan.
 
-Che c'è,  dobbiamo venire anche noi lá in mezzo?-. Il commento sarcastico del maggiore dei fratelli Salvatore non scosse minimamente i tre.
 
-Okay lo dico io: Daina, Tatia o comunque si chiamasse è morta.-. Con un colpo d'occhio fece intendere a Stefan che sarebbe dovuto essere lui a continuare.
 
-Per ristabilire l'equilibrio servono tutti i Cinque, e noi ne abbiamo quattro. Però come già detto gli Dei sono Dei, così anche se la prima Petrova è morta, ci  sarebbe qualcosa per farla tornare tra i vivi per far compiere la profezia.-. Tutti si fissarono con una sorta di suspence nella sala, a voler sottolineare lo stupore. Da Bonnie,  a Caroline a Kol, tutti si fissavano perplessi abbastanza da poter girare un documentario sulle loro espressioni.
 
-Come?-. Chiese la vampira bionda per loro.
 
-Con l'Occhio Di Selene!-. Affermò Andromeda piuttosto seria. -È l'unico collegamento tra il mondo dei morti e quello dei vivi ancora esistente! -. Bonnie la fissò perplessa.
 
-Quindi grazie a questo Occhio...Daina tornerà in vita?-. La sacerdotessa annuì. 
 
-L'unica in grado di fermare tutto questo è Elena, ma avendo perso la sua umanità,  ha perso anche i suoi poteri psichici, strettamente legati ad essa!-. Ammise sconsolata la ragazza.
 
-In poche parole ce l'hanno giocata davvero brutta. Speriamo che il "Vichingo Traditore" sappia far tornare quella lagna di Elena Gilbert! -. Commentò ancora Damon.
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Mi aspettavo di trovarli tutti nel mio salotto, ma qui con me c'è solo Elijah. "Meglio per me...". Penso, e inizio a camminare per la cucina senza una meta precisa. Forse qualche volta è necessario essere più che cattivi per trovare se stessi. Io ho fatto una strage giusto ieri, però non mi sento così cattiva. Tutto è in qualche modo cambiato da quando ho baciato Elijah, ma non so come spiegarlo...
È tutta colpa di quell'originario! Sarebbe dovuto morire quando quella macchina c'è venuta addosso. Almeno ora sarei in grado di gestire le mie emozioni....no, ma che dico?
Me ne rendo conto in quel momento. Io ho spento i sentimenti,  ma non so perché devo ancora gestirli...ma allora...sto forse lentamente retrocedendo?
 
-Perché non sei in camera tua? -. Ero talmente distratta da me stessa che non mi accorgo della sua presenza se non quando sento la sua voce.
 
-Avevo fame, forse? -. Domando un po' divertita.
 
-Beh dato che ti sei nutrita abbastanza ieri sera, sappiamo entrambi che non è questo il motivo!-. Si alza sulla sedia dalla quale si era seduto e mi fissa dall'alto al basso. Il mio sguardo scettico lo percorre tutto, fermandosi sui suoi occhi scuri e completamente vuoti di emozione. Rabbrividisco leggermente nel fissarli per di più di due secondi.
 
-Dì la verità: ti annoiavi!-. Faccio spallucce. Si, penso sia questo il motivo. Dunque?
 
-Forse si. E allora?-. Chiedo sbattendo le ciglia. In quel preciso istante le sue iridi si illuminano di qualcosa. Non so cosa sia, ma da i brividi.
 
-Eri annoiata. È una sensazione,l'ombra di un'emozione chiamata tristezza!- . Spalanco gli occhi e indietreggiò fino ad andare a sbattere contro il frigo. No, no,no.
È una tattica, quella di cui parlava. Mentire... Dev'essere questo,  deve.
 
-E di cosa sei rattristata, amore? Del fatto che ti abbia tarpato le ali?-.
Noto che sul suo volto ora c'è un'espressione di divertimento e che sta trattenendo un sorriso. Si, mi sta imbrogliando. Allora rido di me stessa e mi avvicino a lui.
 
-Non so se tu stia mentendo o meno, ma la noia non è l'anticamera della tristezza. Gli umani sono tristi,  non io!-. Gli appoggio una mano sulla spalla e ammiro il suo sguardo di sfida. -La noia è solo un periodo di tempo nella quale posso escogitare piani per liberarmi di te e di quegli avvoltoi che un tempo chiamavo amici! Sta attento,  sono una dea. Prima o poi troverò qualcosa!-. Rido e lo bacio sulle labbra. Con mia grande sorpresa non si ritira, ma mi cinge la vita e dopo aver allontanato la sua bocca dalla mia si avvicina al mio orecchio.
 
-Che patetica,  patetica esistenza devi star conducendo se non ti importa nemmeno di te stessa amore mio...-. Un attimo dopo sono sola. Mi ha fatto male, mi ha...
No, non può avermi ferito!! Prendo una tazza e la scaglio contro il lavandino mettendomi letteralmente le mani nei capelli.
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-E per quanto riguarda appunto l'umanità di Elena,  cosa pensiamo di fare?-.
Jeremy compì un passo avanti e si ritrovò faccia a faccia con il gruppo intero.
 
-Elijah ha un piano!-. Iniziò Caroline. -Non so quale, ma ha l'aria di essere un gran bel piano che saprà metterla alla prova...-. Non sapeva neanche lei cosa saltasse in mente all'originario, ma era di sicuro qualcosa di eccellente se per secoli era stato lui a pianificare tutte le mosse strategiche di Klaus.
 
-Lo sarà infatti...-. Quella voce si fece strada tra tutte come la lama affilata di un coltello. La figura avanzò lentamente ponendosi proprio dinannzi al fratello.
 
-Ci serve Katerina, Niklaus! -. Esclamò deciso Elijah dando l'ordine al fratello minore. Normalmente il vampiro l'avrebbe aggredito e avrebbe ribadito che l'ibrido era lui,  che a dettare legge sarebbe dovuto essere egli, ma questa situazione non era normale, così Klaus annuì silenzioso e evitò di guardarlo negli occhi. Quegli occhi ora tinti di una cosa che ultimamente non aveva osato neanche sfiorarli: speranza.


NDA:Allora...innanzi tutto scusatemi tantissimo per l'enorme ritardo, ma spero di essermi fatta un po' perdonare...spero... ;-) Nei prossimi capitoli se ne vedranno delle belle ve lo assicuro, e ci avviciniamo sempre di più al gran finale...

Un bacione enorme a chi mi sostiene sempre, ossia Elyforgotten e Sere Le Fay <3 ragazze thank you so much... ;-)

Scusate se per la fretta non  scrivo altro, ma ultimamente di tempo non ne avevo più neanche per pubblicare :-/
Un bacione enorme a chi mi segue, chi mi legge e chi mi preferisce :-*
♥ Debbythebest ♥
   
 
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