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Autore: sofcwrites    24/06/2013    1 recensioni
[...] I volti dei due si avvicinarono, sempre più piano, sempre più vicini. Un bacio lieve a fior di labbra li fuse insieme. Erano uno la metà dell’altro, non potevano fare a meno di quel contatto così appassionato e, nonostante tutto, virile. [...]
Parla di due ragazzi e del loro amore, i quali dovranno andare incontro alle difficoltà tra di loro e tra gli altri e, in seguito, ad essere accettati. Slash.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Ho paura, Fabio-
Fabio gli strinse le mani con le sue, alzò lo sguardo rassicurante verso l'amante e sorrise. 
-Andrà tutto bene, vedrai-
I genitori di entrambi seduti, appena fuori dalla stanza, che aspettavano impazienti.
-Come fai ad esserne sicuro? Forse dovremmo solo scappare prima che la situazione degeneri...-
Marco abbassò lo sguardo, un velo di preoccupazione sul volto. Fabio cercò con gli occhi il suo sguardo, ostinatamente. 
-Guardami bene, Marco-
Subito Marco se ne stette immobile, ma Fabio aumentò la stretta delle mani, ci mise più vigore, e Marco capì di dover assecondarlo. Alzò lo sguardo attentamente, gli occhi sembravano urlare al mondo che cercavano un'ancora cui aggrapparsi per la tensione del momento, ma non si accorgeva che l’ancora di cui disperava ce l’aveva davanti.
-Nulla andrà storto, basterà dire: mamma, papà, sono gay. Non è difficile-
Marco scoppiò in mille lacrime e si tuffò nell'incavo della spalla di Fabio, bagnando la sua felpa. La mano del partner cominciò a carezzargli dolcemente la schiena.
-Avanti, va tutto bene-
Ma Marco continuava a piangere disperato.
-E se invece non andasse tutto bene? Se mi ripudiassero come loro figlio? Se ci obbligassero a smettere di vederci?-
Per un secondo negli occhi di Fabio si potè cogliere la disperazione più totale, non poteva nascondere di essere preoccupato, conosceva i rischi di ciò che stavano per fare. Ma si convinse più volte che doveva essere forte per entrambi.
Per un attimo si distrasse da quella conversazione. Un raggio di sole, riflesso sulla gamba in metallo della sedia, colse la sua attenzione. La luce che sbatteva sul materiale lucido del mobile gli trasmetteva sicurezza e al contempo timore. Come poteva, quel semplice raggio di sole, essere tanto luminoso, puro e vitale, ma allo stesso tempo distruttivo? Era un'arma a doppio taglio. Se ce n'era troppo o troppo poco portava alla morte. 
-Ascolta Marco, anch'io temo questo momento e  va bene aver paura, ma proprio come la luce del sole, la sicurezza non dev'essere né troppa né troppo poca, altrimenti è dannosa. Perciò prendi un bel respiro e fatti coraggio-
Lo baciò lievemente sulle labbra e aprì la porta. Marco si era rassicurato abbastanza da affrontare quella situazione.
-Sei proprio pessimo con gli esempi!-
Mentre Marco sussurrava quest'ultima frase ,gli scappò un risolino al ricordo di qualche sera prima.

Tic, tic, tic.
Fabio si svegliò improvvisamente, scosso da un rumore sospetto che proveniva dalla finestra. Potrebbero essere ladri.
A un certo punto si rese conto che il rumore proveniva dalla finestra, un ticchettio contro il vetro probabilmente. Si alzò di scatto dal comodo letto e si diresse velocemente alla finestra. Quando l'aprì rimase basito nel scoprire che Marco era qualche metro sotto di lui, barcollante, che lo chiamava incessamente dal giardino. Diamine, l'ultima volta che l'aveva visto così ubriaco i due si erano baciati per la seconda volta. E ora stavano insieme.
-Marco, che cavolo ci fai qui?-
-Ti volevo...-
-Mi volevi cosa?-
-Ti volevo!-
Fabio chiuse le finestre e andò più rapido che potè verso il corridoio. Scese le scale e si ritrovò in un lampo in giardino, al fianco del suo ragazzo, il quale fraintese la corsa di Fabio e si avvicinò di più.
-Ti voglio, Fabio-
Fabio lo squadrò con un'occhiata furiosa.
-Sei ubriaco-
Marco ignorò completamente quest'ultima sentenza e fece un sorrisetto grottesco.
Poi portò la mano verso la cerniera di Fabio e si affrettò ad aprirgli i pantaloni: non poteva più aspettare. Mentre l'altro lo guardava perplesso e ingenuo, Marco si inginocchiò e fece scendere i pantaloni a Fabio.
-Marco, che fai?!-

 
-Allora, che c’è di tanto importante da dirci?-
Marco e Fabio si guardarono per un attimo. Avevano ancora la possibilità di scappare e pretendere che non fosse mai successo nulla, la porta era a pochi metri da loro. Fu Fabio a parlare per primo.
-Ma’, Pa’, Lucia, Franco…c’è una cosa molto importante che devo, anzi dobbiamo, dirvi…-
-Siamo gay!-
Marco strizzò gli occhi, in attesa di una reazione. Faceva sempre così quando aveva paura, cercava di non guardare strizzando gli occhi e portandosi le dita davanti al viso, squarciando appena la vista con due dita allontanate l’una dall’altra.  Fabio lo vide e sorrise. Quando faceva così era tenerissimo.
-Siete…gay?-
Il padre di Fabio, Michele, si alzò dal tavolo sbattendo i pugni. Sofia, la moglie, si alzò e lo seguì cercando di farlo ragionare. Fabio tuffò il volto tra le mani, sperando di sparire dalla faccia della Terra in quell’esatto istante. Marco voltò lo sguardo e vide in che stato era l’amante. Gli poggiò una mano sulla schiena, carezzandolo lievemente. Sapeva quanto questo lo rilassasse.
 
Fabio si alzò in fretta i pantaloni e si girò per andarsene, ma Marco lo seguì prendendolo per un braccio.
-Marco, non possiamo, non ora, ok?-
Marco aveva uno sguardo perplesso.
-Perché no?-
Marco sembrò quasi vedere la vena, che solitamente si gonfiava quando Fabio s’arrabbiava, esplodere.
-Perché…non lo so! Almeno, credo che mi prima di “svolgere questo grande passo” dovremmo dire ai nostri genitori come stanno le cose...E poi sei ubriaco!-
Marco arretrò di un passo.
-Vuoi dire fare outing? E’ questo che intendi?-
Fabio non sapeva bene cosa voleva. In realtà aveva cercato la prima scusa possibile per allontanare Marco dalle sue parti intime; ma adesso che ci pensava un secondo, prima o poi dovevano rivelarsi al mondo e non c’era momento migliore. Ritirò subito tutti i suoi pensieri: sapeva esattamente come sarebbe andata. Suo padre si sarebbe arrabbiato per alcuna ragione e la madre avrebbe cercato di calmarlo. I rapporti con suo padre non sarebbero poi stati più riallacciati.
-Sì intendo questo, ma…-
-Ma…?-
-Ho paura. Sai, per mio padre, conosci come è fatto…-
Marco comincio ad accarezzargli la schiena dolcemente per calmarlo, funzionava sempre quando era agitato.
-Andrà tutto bene, vedrai-                     
                                                                                                                       
-Ehi, va tutto bene?-
Fabio se ne stava seduto sul bordo della vasca da bagno, il viso che affondava tra le piccole mani e gli occhi che versavano barili di lacrime. Quando sollevò il viso rosso e gonfio, Marco si spaventò un poco.
-Secondo te? Mio padre è nell'altra stanza a rinnegarmi come figlio e tu mi chiedi se va tutto bene?-
La faccia di Marco esprimeva profonde scuse, ma al momento Fabio non era nello stato psico-fisico per accettarle. Singhiozzò ancora più forte, mentre una parte del suo cuore era convinta che suo padre di là pensasse che in quel momento stessero facendo quelle che lui avrebbe chiamato, zozzerie da finocchi.
-Perché Marco, perché?-
L'altro si lasciò andare un sospiro di compassione e si sedette velocemente vicino a Fabio, abbracciandolo. Quest'ultimo appoggiò la testa sulla sua spalla e si lasciò cullare, calmandosi un poco.
Clack.
Il chiavistello della porta. La sorella di Marco.
-Ragazzi, di là c'è un pandemonio!-
Marco la fulminò con gli occhi per farle capire che non migliorava la situazione. 
-Ehi Fabio... Che hai?-
Marco persisteva con l'occhiataccia e Fabio invece perdeva piano piano la forza di starsene lì ad ascoltare Sonia. Che importava, tanto?
-Tua madre ha calmato tuo padre, non c'è motivo di preoccuparsi! Il pandemonio è perché vogliono sapere come è successo, no sono più minimamente arrabbiati-
La sorellina capì finalmente perché Fabio era tanto triste, non era stato aggiornato sulla situazione dell'altra stanza.
Marco si prese una forte testata a causa di Fabio, che alzò il viso veloce quanto una cane che sente parlare di cibo. I suoi occhi sembravano essersi asciugati per miracolo, sembrava improvvisamente rinato.
-Mio padre non è più arrabbiato?!-
-No. Da quello che ho capito, ha detto che gli ci vorrà un po' per accettarlo, ma sei pur sempre suo figlio e ti vorrà bene comunque, o qualche cosa del genere...-
Fabio si voltò verso Marco e gli stampò un bacio sulle labbra.
-Ti amo, ti amo, ti amo! Anzi vi amo entrambi!-
-Ehi!-
Marco lo guardò con una stizza di gelosia negli occhi. Fabio era suo, solo suo.
-Marco, non essere geloso-
Fabio saltellò da tutte le parti, fece un respiro, e annunciò di essere pronto a tornare in sala.
Il padre l'aveva accettato e questo significava che era la giornata più bella che potesse esistere.

-Ma se mio padre non mi acccettasse per quello che sono, se non lo facesse davvero?-
-Ti dico io quello che faremo. Scapperemo in una cittadina fra le Alpi e vivremo per sempre insieme.-
Fabio sorrise per il tentativo.
-Siamo minorenni, ma apprezzo il pensiero-
-In quel caso ce ne fregheremo e basta!-
-Adoro il tuo piano-
Si avvicinarono e si scambiarono un lungo bacio. In quel momento Fabio sapeva che nulla sarebbe potuto andare storto finché c'era Marco con lui.


Fabio era sul punto di uscire dalla stanza del bagno, ma approfittò dell'assenza di Sonia. Socchiuse la porta e si girò verso Marco, che sorpreso chiese perchè non uscivano, ora che era tutto a posto. 
-Prima di uscire, mi sento di dirti una cosa-
Marco piegò lievemente la testa come usava fare quando era curioso e assunse un'aria interrogativa.
-Hai presene l'altro giorno? Quando abbiamo deciso di uscire allo scoperto con i nostri genitori?-
Marco annuì, riportando alla mente la tenera scena del loro bacio, quando Fabio l'aveva fatto infiammare dentro per l'emozione che gli faceva provare, nonostante l'alcool che aveva in corpo.
-In quel momento ho capito che nulla poteva andare storto, anche se mio padre si fosse arrabbiato, perchè ci sei tu con me. Quando sto con te mi sento tra le nuvole, mi emozioni e mi rendi più felice ogni giorno che passa. Sono veramente felice di averti conosciuto, e...Ti amo!-
I denti di Marco si sentirono in bisogno di mostrare la loro approvazione al discorsetto improvvisato, sfornando il più bello dei sorrisi che la sua bocca avesse mai fatto. Come poteva non amare quel ragazzo?
-Anche io ti amo-
Si abbracciarono e si scambiarono un bacio prima di aprire una volta per tutte la porta che li separava dai genitori.


ANGOLO AUTRICE

Ed eccomi qui con questa cosa azzardata che mi è venuta in mente mentre scrivevo il prequel (che ho quasi finito). In qualche modo dovevo introdurre l'argomento outing, con l'argomento perquel e l'argomento sesso. Risultato: Marco arrapato e ubriaco. Nel prossimo capitolo ci sarà quindi il prequel, quindi, alla prossima!



C'è una buona probabilità che ci metta ere per aggiornare, mi è venuto un blocco e nel frattempo ho anche iniziato una challenge, perciò mi scuso in anticipo!

   
 
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