Inutile dire che sono tornata a casa non a pezzi di più…. Mi sento come una che è appena stata investita da un tir….. anzi che ci si è buttata sotto di sua spontanea volontà.
Ho scalato la cima più pericolosa ma quando mi mancava un passo per arrivare in vetta ho mollato tutto. Ho lasciato la presa e  mi sono lasciata cadere.
Ho ancora i suoi occhi davanti.

Di solito Emiliano non si è mai stupito di nulla, non è il tipo da farsi cogliere impreparato. Piuttosto sono gli altri che sbattono la testa contro il suo muro di cemento. Lui finora è sempre stato là dietro al muro da qualche parte in silenzio, ad aspettare la fine “del pericolo”.

Se pensavo di averlo colto impreparato la prima volta, quando gli ho detto che l’amavo, lui mi aveva respinta prontamente prima che potesse cedere… anche se poi aveva ceduto per 5 minuti.
Il tempo di un bacio.

Questa volta, quella in cui finalmente avevo sbriciolato la sua fortezza, l’ho lasciato a bocca aperta lasciandolo così su due piedi.
Lasciandolo per tutto l’amore che provo per lui.
Lasciandolo lì con gli occhi pieni di lacrime a raccogliere i cocci del cuore che gli avevo appena frantumato.
Mi sento cattiva.
Sono cattiva.

Non volevo farlo soffrire mettendomi in mezzo a tutto sto casino.

Ma tanto  l’ho fatto ugualmente e la peggior cosa è che di Emiliano malgrado tutto non posso dimenticarmi.
Anche se c’è di mezzo Sonia, anche se c’è di mezzo il figlio che porta in grembo.
Sono un’egoista.

Non so se non ho più la forza o se le lacrime che avrei da piangere sono esaurite.
Stanotte mi sono rivista “il nostro film” nella mia testa.
La storia della nostra “storia” se si può chiamare così. Tutto nei minimi dettagli.
Il nostro primo incontro, la sua voce “fuori dal coro”, la sua iniziale freddezza nei miei confronti, il suo viso preoccupato, poi stupito, i suoi occhi profondi, la sua mano che stringe la mia, il suo primo sorriso. 
Tutti i miei tentativi andati male poi il suo bacio. La mia preoccupazione quand’è sparito, il suo cercare di riconciliarsi, Sonia in mezzo a noi, io che lo lascio e la sua incredulità….
Ebbene sì, anche la mia testa “mi rema contro”.
Bel finale, davvero.
Complimenti Anna.

Mio padre è tornato da Parigi, e, in mezzo a tutti i casini della nostra famiglia si è accorto anche di me.
Si è accorto che di Anna ormai non rimaneva che un contenitore.
Una scatola vuota.
Senza lacrime da piangere.
Senza rabbia.
Senza cuore.
Senz’anima.
Senza amore.
Senza Emiliano.

 “ Ti ho detto una bugia: non avevi ragione tu, non è tutto troppo complicato per me ed io non ho bisogno di una storia più semplice. Ho bisogno solo di te. Penso ancora che malgrado tutto ce la faremo a stare insieme. Mi manchi. Anna”
Ecco il messaggio che ho composto di getto sul mio telefonino.
Il cursore lampeggia ancora sull’ultima parola ma quando ho selezionato il destinatario “Emiliano” il mio dito si è poggiato sul tasto “cancella” e ha premuto forte.

Sì, Anna è un’egoista e io non posso farti più male di quello che ti ho già fatto.
Ho spento le luci, tirato per bene le tende e chiuso le porte.
Sono rientrata nel “mio multisala” in attesa del prossimo spettacolo.

Note:
questo è un capitolo molto corto a differenza degli altri, ma visto che stiamo arrivando “alla resa dei conti” vi tengo un po’ tutti sulle spine…. ;) Spero comunque che vi piaccia.
La frase finale è dedicata tutta alla “mia socia di fiction” Intelligentola che saprà dare la risposta migliore alla “mia” Anna da parte di Emiliano vero? ;)