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Autore: _Ery1999_    24/06/2013    4 recensioni
Vi propongo una one-shot in cui Lord Voldemort ha trionfato e il Male ha preso il sopravvento. Draco Malfoy si ritroverà a fare i conti con la realtà, una realtà che lo soffoca ogni giorno che passa.
Se vi ho incuriosito... bhé... leggete.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Due cose belle ha il mondo: amore e morte
(Giacomo Leopardi)



Non ci è dato scegliere da che parte nascere. Se ricchi o poveri, belli o brutti, nobili o plebei. Il Fato si sovrappone a ciò che potrebbero essere i nostri desideri. Desideri eterei e insignificanti. Siamo polvere di fronte al mondo che ci manipola come pezzi su una scacchiera.
Siamo cenere e cenere ritorneremo.
La vita è futile. Il futuro incerto. Le speranze vane. Eppure, spesso, la Fortuna rappresenta il vero ago della bilancia che decreta il destino che ci attende, la bussola che indica la strada da percorrere, la madre che ci accoglie o che ci distrugge. A Draco Malfoy, la Fortuna aveva dato tanto. Ma purtroppo l’essere umano ignora ciò che non conosce, brama ciò che non possiede, disprezza ciò che considera diverso e quindi sbagliato. L’essere umano è cattiveria. L’essere umano è egoismo. L’essere umano è stupidità. La Vita è un viaggio sconosciuto e tremendamente fragile – può spezzarsi ad ogni passo, frantumarsi ad ogni respiro – eppure non la si fa propria. Siamo foglie secche in balia di un vento freddo che ci trasporta lontano.
Un vento che potremmo fermare se solo volessimo davvero.
Draco Malfoy si abbandona volentieri alla Vita che scorre e che spesso lo lascia indietro, lo lascia distante, lo lascia al di fuori da ciò che è la realtà. Ma a lui non è mai importato. E’ più facile rimanere nascosti e al sicuro nei propri limiti, negli schemi che fanno parte della normalità e che, di conseguenza, riteniamo giusti.
Ma come si può ritenere giusto qualcosa che ti provoca orrore? Qualcosa che ti penetra nella mente divenendo lo spettro dei sogni, l’ombra dell’anima? Che ti avvizzisce nel profondo? E lui sa cosa vuol dire svegliarsi ogni notte con un grido rimasto incastrato nello sterno e le unghie conficcate nelle lenzuola, il respiro spezzato, un sapore di sangue in gola e gli occhi ancora ciechi dal terrore di un incubo che lo tormenta. Lo annienta. Lo devasta.
O forse non è semplicemente un incubo. Unico e innocuo frutto della sua immaginazione da ragazzo codardo.

Draco? Sono ancora qui...
Lasciami... Lasciami solo.
Lo sai che non posso.
Perché? Perché non puoi?
Perché io vivo dentro di te. Ricordi quella bambina, Draco?
Ti prego, smettila.
Aveva solo sette anni. E ti implorava, ti implorava con le lacrime ad infradiciarle il volto.
Basta...
E tu? Cosa hai fatto?
Io non le ho fatto niente... Niente!
Esatto, Draco. E ora è morta...
No... Ti scongiuro, basta...
E’ morta a causa tua.

Draco Malfoy non aveva scelto da che parte nascere. Ma avrebbe potuto placare il vento e trasformarsi in un uomo, anziché rimanere una foglia.
Gli altri membri a servizio dell’Oscuro Signore non riescono a vedere la debolezza che si cela nei meandri del suo io, minuscolo e vigliacco, sotto le sembianze di una lastra di ghiaccio infrangibile. Le loro anime sono troppo deturpate dall’orrore, dalle brutalità che ogni giorno non esitano a compiere, soddisfacendo chissà quali bassi istinti animaleschi. Il sangue imbratta le loro mani, la Morte si contorce e riecheggia nei loro corpi maledetti.
Anche la pelle del ragazzo è impura, massacrata da un Marchio che brucia. E lo distrugge.
Il Male trionfa e il mondo – quel mondo di cui perfino lui, come gli altri, fa parte – viene avvolto da tenebre invisibili che hanno l’odore di cadaveri mai sepolti. Coloro che hanno da sempre fatto parte dei buoni – gli stessi che Draco Malfoy disprezza, perché loro non sono mai stati foglie – adesso calpestano il marmo freddo del suo Maniero. Grondanti di sangue e sporcizia, vengono condotti nei sotterranei ormai vuoti, casa di altre vite e altri occhi e altri corpi che mai torneranno alla luce. Le porte dell’Inferno sembrano aprirsi dinnanzi al loro cammino. E Draco Malfoy trema, rabbrividisce ogni volta, fino a quando le grida di dolore che sente provenire da sotto terra, non si placano, liberandolo dalla morsa di angoscia che gli serra il cuore.
 
                                                                                   

§

 

Due cadaveri giacciono esangui sul lungo tavolo nero davanti ai suoi occhi spenti. Per un doloroso, raggelante istante, il suo sguardo si posa su due specchi verdi – morti. Specchi che ha odiato profondamente e a cui ora chiede perdono. Si scusa con quei corpi immobili, riversi a pancia in giù, martoriati da ferite spaventose.

Li riconosci, Draco?
Vattene.
Harry Potter e Ronald Weasley, non è così?
No... No...
Ma certo che sì invece, Draco. Non era questo che volevi?
Taci. Io non ho mai voluto...
Oh, ragazzo, su... Quante volte hai desiderato che morissero? Addirittura per mano tua?
Ero solo un bambino. Lo avrei impedito se solo...
Lo avresti impedito, Draco? E allora perché non li hai avvertiti? Tu sapevi, Draco. Sapevi.
Non potevo avvertirli.
Invece sì, non mentire a te stesso. Hai solo preferito non rischiare la pelle anziché salvare qualcun altro, vero?
Io... Io non...
Shh, Draco. Fai silenzio.

I suoi compagni e il suo padrone esultano. Draco Malfoy viene sopraffatto da conati di disgusto, lacrime di impotenza. L’Oscuro gli rivolge uno sguardo pietoso quando lo vede abbandonare la Sala adibita a festa. E’ patetico... Sarebbe un membro più che sacrificabile se non fosse così dannatamente bravo a progettare trappole e imboscate. E’ impossibile coglierlo di sorpresa. Anche se in battaglia è sempre restio al faccia a faccia. Quando la squadra si imbatte in un gruppo di ribelli, Draco fa di tutto per rimanere in disparte, per evitare di combattere. Solo qualche Stupeficium o Pietrificus Totalus parte di tanto in tanto dalla sua bacchetta. Eppure il lavoro che svolge dà i suoi frutti. Oggi, grazie a uno dei suoi piani, sono riusciti a catturare una preda, a detta di qualche Mangiamorte, anche migliore di Potter. Con lei, almeno, potranno divertirsi un po’ prima di ucciderla. Draco Malfoy si guarda le scarpe e l’orlo del mantello inzaccherato di fango e melma mentre piovono su di lui complimenti e pacche sulle spalle. La soddisfazione che dovrebbe e vorrebbe provare, non arriva neanche lontanamente dentro di sé. Non ha neanche il coraggio di guardare di sottecchi la prigioniera venire spogliata selvaggiamente e gettata come uno straccio vecchio in una cella maleodorante. Rimane lì con lei quando tutti gli altri risalgono in sala da pranzo per la cena. Sa che vogliono divertirsi solo a pancia piena e con l’alcol in corpo. Finalmente alza lo sguardo su di lei, tremante di freddo, raggomitolata come un gatto sul pavimento impolverato e macchiato di rosso. I capelli sporchi e incrostati le coprono il volto, lasciandole libera solo parte delle labbra tumefatte e gonfie. Quasi non gli sembra possibile che quella di fronte a lui sia Hermione Granger. La osserva e vorrebbe provare schifo, ribrezzo, anche solo rabbia. Infondo è solo una lurida Mezzosangue. Eppure la sua mente resta annebbiata – annebbiata dall’orrore – e lui rimane in silenzio. Un silenzio irreale che non c’è mai stato tra di loro, riempito soltanto da parole scortesi e sguardi carichi d’odio. Di rancore. E adesso non ha nemmeno la forza di disprezzarla. Lei resta immobile, non un muscolo si contrae. E’ pallida e sudicia – infetta, dovrebbe pensare – con le costole che si intravedono da sotto la pelle del torace. Draco si aspetta che tenti di fuggire da un momento all’altro. Che improvvisamente tiri fuori dal nulla una bacchetta, un pugnale o un qualsiasi altro aggeggio e che gli si avventi contro e lo percuota fino a fargli perdere i sensi. E’ pronto a scattare. Ricorda perfettamente quanto lei fosse acuta ai tempi della scuola. Poi si rende conto che quella tensione da parte sua è semplicemente ridicola. Anche se la Granger riuscisse a scappare dalla cella, non sopravvivrebbe contro una ventina di Mangiamorte. Le fa quasi pena – quasi tenerezza – ora che una lacrima di sangue le ha solcato il volto. Hermione si solleva su un gomito, appoggiando la schiena alla parete. I muscoli tremano per lo sforzo. L’intero corpo è ricoperto di lividi e cicatrici. Ferite ancora sanguinanti che ardono come fiamme una volta a contatto con il freddo del marmo. Restano a guardarsi per un tempo che gli sembra infinito. Non ha mai visto degli occhi così tristi. Così consapevoli. Lei non sembra affatto a disagio nonostante sia completamente nuda. Si porta le ginocchia al petto e le avvolge con le braccia esili. Quando vi appoggia la testa e le sue spalle sussultano impercettibilmente, Draco Malfoy abbandona i sotterranei e si accascia privo di forze sull’enorme letto che troneggia nella sua camera.
Sente che qualcosa dentro di sé si è irrimediabilmente incrinato.


§




Draco... Draco, svegliati.
Che cosa vuoi?
Voglio che tu non ti nasconda, Draco. Voglio che tu veda. Veda con i tuoi occhi.
Ti prego, lasciami dormire.
Sai che cosa le stanno facendo in questo momento? Mentre tu sei qui nel tuo letto caldo?
No... Non voglio.
Svegliati, Draco. Ascolta. ASCOLTA!


Un grido atroce rimbomba a lungo nella camera da letto. L’aria viene smossa da fruscii di lenzuola e passi nella notte. Draco Malfoy sguscia fuori da quella stanza e tende l’orecchio. Percepisce l’odore del sesso. Gemiti e risate alcoliche, folli, invadono il Maniero, riecheggiano fra le pareti. Gli sembra che persino i muri si scansino di fronte a tanto schifo. Non gli viene in mente parola più adatta. Semplicemente schifo. Una parte di lui vorrebbe chiudere il resto del mondo – della sua coscienza – al di fuori di quella porta che ha appena varcato, e tornare a letto, nella speranza che gli incubi lo lascino respirare. O che lo soffochino nel sonno. Sarebbe un’alternativa più che gradevole, certamente migliore di questa vita insulsa e misera.
Ma gli è impossibile fuggire ancora una volta. Vuole vederla, ha bisogno di quegli occhi morti.
Rabbrividisce quando un urlo di pura agonia squarcia quel sottofondo di sospiri eccitati. Una nota acuta e interminabile che provoca altre risate e altro schifo. Altro orrore. Si immerge nei sotterranei, terrorizzato dalla scena che gli appare davanti come un demone. Hermione Granger è distesa supina a terra, un pugno chiuso in bocca che i denti frantumano come sfogo dal dolore, lacrime di rabbia a rigarle le guance arrossate. E su di lei, uno spettacolo raccapricciante di corpi, e mani, e gambe, e lingue, e sorrisi agghiaccianti che la divorano affamati come iene su una carcassa. Che profanano quel corpo immacolato senza pietà. Senza pietà. Qualcuno si accorge della sua presenza e un brusio elettrizzato infesta la cella. Occhi lucidi e diabolici saettano come lampi in un temporale estivo. Vuoi unirti a noi, Malfoy? si sente chiedere da lontano, come se ogni suono fosse attutito da qualcosa che lui stesso non riesce a definire. Qualcosa che va ben oltre l’orrore. Non si cura di rispondere e nessuno ha voglia di insistere. Tutti hanno altro a cui pensare. Gli occhi di Hermione Granger si infrangono nei suoi e il vuoto più assoluto piove su di lui quasi facendogli male. La rassegnazione che vi legge lo frantuma lentamente e gli fa mancare il respiro. Non ha mai visto lo sguardo di lei privo di speranza, di forza, di coraggio. Nemmeno quando la guerra imperversava sul mondo, quando i loro compagni morivano, quando sangue innocente veniva versato. Neppure quando l’avevano trascinata nei sotterranei, strappandole i vestiti di dosso con foga. Ma ora quella luce è spenta, cancellata da unghie che le graffiano il ventre e denti che le tormentano i seni. Più Draco Malfoy la guarda, più capisce che lei non farà niente per salvarsi e non si aspetta che qualcuno, tanto meno lui, lo faccia al suo posto. Aspetterà. Aspetterà che la sua ora arrivi e la colga, fronteggiandola a testa alta. Senza paura.
L’amplesso sfocia in un ennesimo orgasmo e la soddisfazione prende finalmente il sopravvento sugli uomini – ammasso di corpi senz’anima – che lo circondano. Quando gli sfilano accanto, sente i loro sguardi addosso. Battute disgustose che gli fanno venire la pelle d’oca e rizzare i capelli in testa. Passi pesanti echeggiano debolmente sulle scale, poi il silenzio lo avvolge definitivamente. Hermione è rimasta immobile e muta. Imbrattata e sporca di qualcosa che non si può lavare via. Malfoy le si accovaccia accanto e lei si ritrae immediatamente, negli occhi un lampo di terrore e angoscia. Di stanchezza.
- Non voglio farti del male – le sussurra piano all’orecchio, mentre sente il suo corpo rilassarsi contro di lui. Le accarezza piano un braccio con la punta delle dita, sperando che lei non fugga nuovamente il contatto. Infatti stavolta si lascia toccare, i nervi si distendono e il respiro torna regolare.
- Perché? – la voce di lei è roca e impastata. Un fuoco le divampa nella gola e nello sterno, ma non se ne cura. Ha bisogno di risposte.
- Cosa? -
- Perché non mi hai presa anche tu, quando te l’hanno chiesto? – si volta verso di lui e le sue iridi scure lo trapassano da parte a parte. Affondano nella carne. Penetrano nella testa.
- Perché non sono come loro – scandisce bene, con sicurezza. Si fronteggiano come tanti anni fa, esplorandosi l’un l’altra con lo sguardo. Draco la paralizza. I suoi occhi non sono mai stati così vivi. E in quel momento, lei capisce che ciò che ha appena detto non è una menzogna.
                                                                                   



§




Nevica quella mattina. Una pioggia di fiocchi candidi si posa sulla pietra del Maniero, sull’erba morta, sugli alberi spogli. Un mantello bianco purifica quel luogo infestato di spettri, di anime che ululano, di assassini. Hermione Granger trema facendo sbattere i denti tra loro. Le labbra le diventano blu dal freddo. Le membra si intorpidiscono. Una mano pallida le tende una coperta consunta attraverso le sbarre di ferro arrugginite. La afferra e finalmente un fievole calore avvolge il suo corpo ogni giorno più debole. Draco Malfoy sa che potrebbe finire nei guai per questo suo atto di pietà – d’amore – verso una Sanguesporco. Eppure non gli importa, non sente la preoccupazione serrargli le viscere, né la paura contorcergli le budella. La guarda stringersi, appallottolarsi come un insulso foglio di pergamena prima di essere gettato nel fuoco, e vorrebbe tenerla stretta fra le braccia. Essere la sua fonte di ristoro – di vita. Essere il suo salvatore. Quante notti è rimasto a rigirarsi nelle coperte gelide, con il sonno che l’aveva abbandonato, e gli occhi ciechi che fissavano il soffitto, mentre un istinto irrefrenabile gli diceva di afferrare la bacchetta, discendere nei sotterranei bui e scardinare quella gabbia con un incantesimo? Liberare la Mezzosangue e urlarle di scappare, di fuggire lontano, di salvarsi? E ogni volta che quel pensiero lo coglie – lasciandolo perplesso ed euforico – si sente quasi alleggerito  da quel macigno che grava sulle sue spalle, ripulito dall’orrore che si é impossessato dei suoi occhi e del suo cuore.
Un cuore che neppure lui sa se pulsi ancora nel suo petto.
 - Malfoy? – la voce di lei si è ridotta ad un sussurro appena udibile. Ormai non ha più neanche la forza per parlare. Ogni tanto, quando può, lui le porta di nascosto gli avanzi del pranzo e della cena, ossa rosicchiate oppure tozzi di pane secco, duri come pietra. Lei divora sempre tutto con ingordigia, come un cane randagio e patetico, poi si addormenta, sfinita.
Draco Malfoy la guarda, lei continua a parlare con le labbra che si muovono appena e il respiro sempre più fioco e misero.
- Perché non mi uccidono e basta? – la frase viene spezzata da un singhiozzo sommesso. Hermione abbandona la testa di lato e una smorfia di sofferenza le deturpa i lineamenti. E’ molto stanca. Draco in un primo momento rimane quasi deluso, quasi arrabbiato. Egoisticamente, non vuole che lei lo abbandoni, facendolo ricadere in quel baratro di solitudine a cui era abituato e che lei è riuscita a colmare. Gli mancherebbe troppo, al mattino, rintanarsi nei sotterranei e guardarla dormire. Il torace che si abbassa e si alza lentamente – troppo lentamente -, i lamenti di un sonno sofferente e discontinuo che riempiono l’aria, la propria mano persa nei capelli scuri di lei. Sentirebbe nostalgia dei pomeriggi trascorsi insieme, faccia a faccia, con solo le sbarre a separarli – sbarre che lui odia profondamente – mentre lui la insulta e la maledice, la chiama topo di fogna, le sputa contro tutto il veleno che sente in corpo e che lo sta dilaniando, cellula dopo cellula. Hermione Granger non ha più voglia di controbattere come faceva un tempo – in un passato che non era invaso dall’orrore –, resta in silenzio e lui scoppia in lacrime, tenendosi il viso tra le mani, e le chiede scusa, la implora, mentre altra acqua continua a bagnargli il volto. Lei allora sorride appena, tenendo gli occhi chiusi e lo salva. Tu non sei come loro. No, non riesce a immaginare ormai la sua vita senza di lei. E’ un sentimento troppo forte e troppo folle per essere definito. Sente che le donerebbe l’anima pur di salvarla.

Draco... Questa è una bugia...
Non é vero, è così.
E allora perché non alzi la bacchetta contro il ferro di quelle sbarre, Draco?

Hermione Granger si desta da quel pianto innaturale e lo guarda, sconvolta, alzarsi e puntare la bacchetta contro la cella. La pressione che esercita sul legno è forte, le nocche sbiancano.
- Bombarda! – l’incantesimo fluttua tra di loro e un boato riempie i sotterranei.

Congratulazioni Draco.
Per cosa?
Ora non sei più una foglia...

Lei sente una stretta gelida serrarle il polso ma è troppo debole per camminare. Rimane in ginocchio, implorandolo con occhi che brillano di speranza. Draco la prende in braccio e corre, corre come non ha mai fatto prima d’ora. Corre per lei, sperando che non sia troppo tardi. Avverte passi e rumori e voci concitate al piano di sopra, ma non si ferma, non esita nemmeno per un istante. Non ascolta quella vocina nella sua testa che gli urla di lasciare cadere Hermione e tornare indietro. Nascondersi e tapparsi le orecchie con le mani per non sentire più nulla. Arranca con foga per le scale e attraversa le enormi stanze, pregando e supplicando che riesca a trarla in salvo da quei mostri che ora li stanno rincorrendo. Devo farcela. Fuori la bufera di neve imperversa ancora, il vento crea mulinelli ghiacciati che vorticano come ballerine leggiadre. Draco posa in terra Hermione e la aiuta ad alzarsi in piedi. I Mangiamorte sono vicini.
- Va’ – quasi grida guardandola profondamente negli occhi. Lei gli stringe la mano con disperazione, vorrebbe baciarlo, vorrebbe dirgli che lo ama e che lo odia perché la sta abbandonando. Perché si sta sacrificando per salvarle la vita. Non c’è tempo nemmeno per un bacio. Un bacio che sarebbe stato il primo e l’ultimo.
- Ti amo – le sussurra piano prima che lei scompaia per sempre, nel fruscio ovattato della Smaterializzazione. Non vedrà mai più quegli occhi spenti. Una lacrima solitaria gli solca la guancia. Quando sente un pugno nella schiena e il crack di una costola che si frantuma, cade carponi sul tappeto di neve che gli intirizzisce le dita. Sputa sangue quando calci violenti gli trapassano il ventre. Non riesce a cogliere le voci che lo insultano e lo disprezzano. Poi, stupidamente, sorride. 

 
                          

§

 


Teste incappucciate e mantelli neri si agitano attorno al ragazzo, inginocchiato dinnanzi al Signore Oscuro che cammina tranquillo avanti e indietro, accompagnato dalla sua voce gelida e maligna, vibrante, da serpente. Sibila lentamente quanto sia disgustato e deluso per ciò che Draco Malfoy ha compiuto poco prima. Prestare il proprio aiuto ad una nemica, prigioniera, macchiandosi di tradimento, disonorando la propria famiglia e la propria discendenza. Quelle parole non lo sfiorano minimamente, non gli provocano sensi di colpa, né verso se stesso, né verso la sua famiglia. Alza lo sguardo, nella speranza di scorgere per l’ultima volta i suoi genitori.
Un uomo e una donna che stonano tremendamente in quel cerchio di anime rivoltanti. Vede sua madre aggrapparsi con prepotenza alla spalla di Lucius, implorandolo di fare qualcosa, di salvare suo figlio. Grida e trema di una disperazione folle, di un desiderio impotente, perché sa che suo padre non potrebbe salvarlo in alcun modo. Le sue guance restano asciutte, non ha più lacrime da versare. Poi, lo sguardo di Draco si immerge in due occhi identici ai suoi, plumbei e traboccanti di sofferenza – di un amore sconfinato che non potrà dimostrargli mai più. Eppure vorrebbe fuggire da quel grigio opaco, perché teme di leggervi anche l’umiliazione, il disprezzo verso un figlio ingrato. La delusione per il gesto che ha compiuto, innamorandosi di ciò che ha sempre considerato feccia o semplicemente per essersi innamorato. Ma bastano poche parole mute ad allontanare ogni sua paura. Sono fiero di te, sillabano labbra sottili e pallide, tremolanti per lo sforzo nel trattenere le lacrime. Draco Malfoy sente il cuore scoppiare di qualcosa che non è solo felicità. Avverte il peso dell’orrore scomparire dalle sue spalle esili e perdersi nell’aria come polvere. Non ode nemmeno l’Oscuro pronunciare le due parole che manderanno in pezzi la sua giovane vita – una vita diventata sporca di sangue – e abbraccia la Morte come una vecchia amica, beandosi del buio che lo accoglie. Finalmente può respirare senza provare dolore – un dolore profondo che gli risiedeva dentro, un tarlo che gli divorava l’anima – e sentirsi leggero senza più le grida dei demoni ad annebbiargli la mente. Una luce abbagliante lo investe, un fascio immacolato che lo purifica. Si ritrova su di un prato bianco, soffice, mentre la neve continua a volteggiare silenziosamente. Distesa sui fiocchi appena caduti, Hermione Granger si volta e gli sorride. Un sorriso talmente vivo da accecarlo. Mentre si siede accanto a lei e assapora le sue labbra dolci, un solo pensiero gli sfiora il cuore.
Due cose belle ha il mondo: amore e morte.


Angolo Autrice

In attesa che mi venga l’ispirazione per continuare l’altra fic Aria fresca, ho dato vita a quest’altra one-shot, incentrata (ovviamente) su Draco Malfoy. Ho impiegato qualche giorno a finirla ma devo dire che sono più che soddisfatta del risultato. Se vi va, fatemi sapere che ne pensate.
Un bacio,
 
_Ery1999_
  
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