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Autore: Lux_daisy    24/06/2013    4 recensioni
"Lanciarmi oggetti addosso, picchiarmi, minacciarmi di morte e darmi ordini assurdi non è un modo di comandare, è un modo per farmi diventare pazzo! A causa tua finirò al manicomio un giorno di questi… ma non capisco neanche perché te sto parlando, tanto a te frega solo di stesso. Sei un fottuto egoista bastardo!"
Eccomi tornata con una nuova XS perchè di loro due non ne ho mai abbastanza ^^ e dato il periodo stressante causa esami, sentivo il bisogno di una storia leggera e senza pretese. In contesti diversi dal solito, Xanxus e Squalo si troveranno di fronte alla verità sul loro rapporto: riusciranno a chiarirsi? Leggete e scopritelo ;)
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Belphagor, Fran, Lussuria, Superbi Squalo, Xanxus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Say that you want me every day, that you want me every way, that you need me




<< Voooooi! È ora di alzarsi, culo pigro di un Boss! >>. I decibel della voce di Squalo distruggono i timpani di Xanxus, mentre l’improvvisa luce che entra dalle imposte spalancate d’improvviso lo ferisce come lame negli occhi e subito le sue mani cercano le coperte per celarsi a quel fastidio e riprendere la sua attività preferita. Ma il suo vice non sembra intenzionato a lasciarlo riposare. Lo sente avvicinarsi al letto e subito dopo viene scosso per le spalle. << Non pensare di rimetterti a dormire! C’è del lavoro da fare! >>.
Il Boss grugnisce e tenta di scacciarlo con il braccio. << Lasciami in pace, feccia! >>.
<< Ti lascerò stare quando mi avrai fatto il favore di alzarti >> replica l’altro e il moro, pur nell’intontimento da sonno, riesce a cogliere una nota divertita nella sua voce.
<< Ti farò il favore di alzarmi quando la smetterai di svegliarmi con quelle cazzo di urla! Mi mettono di pessimo umore >>.
<< Tu sei sempre di pessimo umore, Boss >> lo prende in giro Squalo, afferrandolo e voltandolo verso di lui, dato che Xanxus si era girato su un fianco, dandogli le spalle.
<< E il tuo modo di fare irruzione nella mia stanza come una scimmia urlatrice non mi aiuta di certo, feccia >> gli fa notare il moro, un solo occhio aperto piantato su Squalo che, come sempre, ha già indosso l’uniforme. Un sorrisetto di sfida si allarga sul volto dello spadaccino. << Pensavo che le mie urla ti fossero mancate l’altro giorno… >>. Con la velocità che non ti aspetti da uno che è stato appena svegliato, Xanxus si mette seduto, afferra Squalo per un braccio e, tiratolo verso di sé, lo fa sistemare sulle sue gambe, tutto questo in un unico fluido movimento che fa spalancare gli occhi al compagno.
<< Ho recuperato con le tue urla di questa notte >>, tenendolo per la schiena, avvicina il volto al suo e lo bacia con passione, << e quelle della notte prima >>, un altro bacio, << e con quelle del nostro breve ma intenso incontro nel mio ufficio >>, un altro bacio ancora, prima di staccarsi da Squalo, il cui volto è rosso per l’imbarazzo. Da quando si sono “chiariti”, Xanxus sembra trovare particolarmente divertente far arrossire Squalo ogniqualvolta se ne presenti l’occasione; quasi come ne volesse fare una forma d’arte.
<< Quel nostro “breve e intenso incontro”, come l’hai chiamato tu, ha rischiato di farci scoprire >> ribatte il capitano, spostandosi dalle gambe dell’altro con l’intento di alzarsi, ma l’altro lo trattiene, stringendolo a sé e inizia a baciarlo come se non desiderasse altro. Senza staccarsi dalla sua bocca, lo fa distendere sul letto, adagiandosi di sopra, un braccio a lato del suo viso e l’altro già intento a infilarsi sotto l’uniforme. Sente un gemito misto a un lamento provenire da Squalo, ma lo ignora volutamente finché l’altro non riesce a staccarsi leggermente dalle sue labbra.
<< Non dirmi che hai ancora voglia di farlo dopo sta notte? >> gli chiede seriamente scettico. Dopo le due volte della notte prima, il suo sedere ha bisogno di un po’ di tregua.
<< Non dovresti fare domande stupide, feccia >> risponde Xanxus ironico, subito prima di avventarsi sul suo collo. Gli sbottona rapidamente la giacca e proprio in quell’istante si rende conto di una cosa; smette di baciarlo e si solleva puntellandosi sui gomiti, un sopracciglio inarcato. << Perché indossi già l’uniforme? >>.
Lo sguardo che Squalo gli riserva è l’emblema della confusione. << Che vuol dire perché? È la mia uniforme; che altro dovrei mettermi? >>.
<< Tsk >> sbuffa il Boss, << certi momenti sei più stupido di quello che sembri >>, - lo spadaccino contrae la bocca come se avesse succhiato un limone - << intendevo dire perché non sei rimasto qua… >>.
L’altro distoglie gli occhi per un istante. << Pensavo che ti piacesse dormire da solo >> gli fa notare, ricordandosi tutte le volte in cui, dopo averlo fatto, o Xanxus tornava nella sua stanza lasciando Squalo da solo o lo spadaccino veniva gentilmente invitato a lasciare la camera del Boss e tornare nella sua, << e poi, a differenza di te, non mi posso permettere di dormire fino a tardi, dato che io ho del lavoro da fare… >> conclude, cambiando discorso, con la speranza di fargli capire la situazione.
Un altro sbuffo del moro. << Lavorare è noioso >>.
Squalo inarca un sopracciglio. << Beh, qualcuno deve pur farlo dato che tu sei così contrario >>.
Ghignando, Xanxus si cala nuovamente su di lui e inizia a baciargli e mordergli il collo. << E cosa ti tengo a fare, secondo te, feccia? >> lo sfotte, mentre le sue mani riprendono a percorrere l’addome muscoloso sotto la camicia.
L’altro soffoca un “Voooi”, a metà tra il seccato e l’offeso. << Ho come l’impressione che non finirò mai di occuparmi del lavoro al posto tuo, vero? >> dice rassegnato all’evidenza, per quanto una parte della sua mente sia grata di quelle attenzioni che il moro gli sta riservando.
Xanxus solleva il volto e lo fissa divertito, la bocca piegata nel solito ghigno, gli occhi rossi e meravigliosamente luminosi. << Forse non sei così stupido come sembri, feccia >> lo prende in giro e Squalo sbuffa, lanciandogli un’occhiataccia.
<< Fottiti, Boss >> replica acido, ma non può impedire alle sue labbra di curvarsi in un sorriso quasi di sfida.
<< Preferisco fottere te, feccia >> risponde a sua volta il moro, gli occhi fissi in quelli del suo vice, il ghigno che non abbandona il suo volto.

Del resto tra di loro è sempre stato così: insulti, minacce, urla e lanci di bicchieri hanno accompagnato i loro anni trascorsi uno a fianco dell’altro e di sicuro continueranno ad accompagnarli fino a quando resteranno insieme. Ci sono i baci, la passione, il desiderio, il sesso, gli sguardi che valgono più di mille parole; c’è un sentimento di cui entrambi sono diventati consapevoli in tempi e modi diversi, ma che in fondo non hanno mai davvero ignorato, nonostante facessero finta di niente. Quell’amore profondo e totalizzante  per cui Squalo ha  sofferto per anni e quell’amore che Xanxus provava, ma non capiva e accettava, relegandolo in un angolo della sua anima perché troppo difficile da razionalizzare. Quell’amore che non puoi spiegare a parole perché le parole non sono sufficienti quando solo essere accanto ad una persona ti dà la sensazione di essere in paradiso e all’inferno nello stesso momento. Quell’amore che ti spinge a cercare l’altro per primo, sempre e comunque, che sia anche solo per sentire la sua presenza accanto a te o per stuzzicarlo e vederlo arrabbiarsi come al solito. C’è tutto questo, in ogni attimo che sono insieme, in ogni respiro che condividono, in ogni sguardo che li incatena l’uno all’altro. C’è anche una confessione di cui nessuno dei due vuole più parlare, perché loro sono Xanxus e Squalo, mafiosi e assassini, e non hanno bisogno di mostrarsi dolcezza e affetto a parole, così come non hanno bisogno di ripetersi “ti amo”, anche se a Squalo non dispiacerebbe sentirselo dire qualche volta. Ma va bene così, perché non possono comunque fare a meno l’uno dell’altro: lo sanno e non cercano più di negarlo. Restano le urla, gli insulti e le minacce, perché il Boss non cambierà mai e Squalo l’ha capito, ma adesso entrambi sanno cosa l’uno prova per l’altro e questo sarebbe sempre rimasto un punto fermo. Del resto non c’era nessun altro posto in cui sarebbero voluti essere e nessun altro con cui avrebbero voluto condividere le loro vite, ma ovviamente non l’avrebbero mai detto ad alta voce.

“Mi basta questo. Mi basta stare con te, fino all’inferno se fosse necessario. Non mi serve nient’altro” si dice Squalo mentre Xanxus gli toglie il fiato con i suoi baci e le mani riprendono il lavoro che avevano interrotto, accarezzando quella pelle liscia e seguendo il contorno dei muscoli con i polpastrelli. Ogni tanto si stacca dalla sua bocca solo per dedicare le sue attenzioni al collo e all’orecchio, lasciando segni rossi al suo passaggio, mentre le mani hanno già liberato l’altro della camicia. Sente Squalo fremere sotto il suo tocco e la sua pelle riscaldarsi, le dita che continuano ad esplorare ogni centimetro di quel corpo che ormai conosce quasi meglio del proprio. Dal canto suo lo spadaccino vorrebbe sottrarsi a quelle mani e a quella lingua che lo stanno mandando in completa confusione, ma sentendo i pantaloni farsi d’un tratto stretti, non riesce a non lasciarsi andare e anche le sue mani iniziano a vagare sul fisico muscoloso e possente del Boss, il quale, dormendo in boxer, risparmia a Squalo la fatica di spogliarlo. In pochissimo tempo si ritrovano nudi sotto le coperte e tutto diventa un intreccio confuso e sudato di braccia e gambe, mentre i gemiti e i sospiri prendono il posto delle parole, superflue in un momento come quello in cui due amanti lasciano che siano i loro baci a parlare, e le loro lingue, e le loro mani.

Quella mattina Xanxus e Squalo hanno fatto talmente tardi alla riunione che Lussuria ha dovuto impedire a Levi di andare a disturbare il Boss nella sua stanza.
 
 


<< Bel-senpai, ti ho portato una tisana >>. La voce di Fran è atona come al solito mentre entra nella camera di Belphegor; una specie di grugnito di risposta si leva da un mucchio informe sul letto.
<< Bel-senpai, ti lascio qua la tisana >> continua l’illusionista posando la tazza sul comodino di fianco al letto. Sta per andarsene quando sente qualcosa afferrargli il braccio.
<< Perché tu non stai male, stupida ranocchia? >> domanda scocciato Bel sepolto sotto le coperte, la voce ovattata.
<< Perché io non mi sono ingozzato di dolci come hai fatto tu, senpai >> risponde Fran, gli occhi fissi sulla mano del biondo che stringe il suo polso.
<< Ma io sono un principe! >> replica l’altro, come se quella fosse chissà quale motivazione.
<< E i principi non possono stare male? >>. L’illusionista sente Belphegor sbuffare infastidito. Rimangono immobili e in silenzio per lunghi istanti, come se uno aspettasse che l’altro facesse o dicesse qualcosa.
<< Bel-senpai >> inizia dopo un po’ Fran, stufo di quella situazione, << hai intenzione di lasciarmi andare prima o poi? >>.
<< Sono io che decido quando lasciarti andare, ranocchia >> risponde il biondino, stringendo ancora di più la presa sul polso dell’altro.
“Per essere uno che sta male di stomaco da due giorni, è ancora arrogante e presuntuoso” si dice Fran, continuando a fissare la mano del principe.
<< Perché non bevi la tisana, senpai? Ti sentirai meglio >> gli propone, sperando così di liberarsi dalla sua presa. Quella storia andava avanti da quando avevano fatto ritorno dalla festa dei Mancuso e Fran si era ritrovato suo malgrado costretto a servire il principe malato e i suoi infantili capricci.
<< Non ho voglia di bere >> risponde Bel col tono di un bambino che non vuole prendere la medicina.
<< Dovresti comportarti più da principe, senpai >> lo stuzzica Fran, provando nel frattempo a liberarsi della sua presa.
<< Allora ti ordino di restare qua a farmi compagnia >>. Se Bel non fosse stato sepolto sotto le coperte, avrebbe potuto vedere gli occhi dell’altro sgranarsi per un istante. Belphegor vuole la sua compagnia? Quella è la prima volta che il biondo gli fa una simile richiesta e Fran non sa come rispondere.

<< Vieni qua, ranocchia >> aggiunge il principe con tono stranamente serio, scostando finalmente le coperte con la mano libera. L’illusionista nota che indossa un pigiama a righe viola e nere, come la sua maglietta preferita e sa, anche se non può vedere i suoi occhi a causa dei capelli, che lo sta fissando in attesa di una reazione. Fran sospira, rassegnato e si siede sul letto, mentre Bel si sposta per fargli posto, lasciandogli andare il polso. Il ragazzo dagli occhi verdi gli si distende a fianco e a quel punto Bel molla la presa sulle coperte che ricadono loro di sopra, ricoprendoli completamente. Rimangono per alcuni minuti in silenzio con la sola compagnia dei loro respiri, i corpi vicini ma che si sfiorano appena fino a quando Fran decide di rompere la calma del momento.
<< Bel-senpai, per quanto tempo dobbiamo rimanere così? >> chiede sinceramente curioso: sotto quelle coperte comincia ad esserci caldo e un odore non proprio piacevolissimo.
<< Fino a quando non mi sentirò meglio >> dichiara il biondo con voce tranquilla, come se quella situazione non avesse niente di strano. Dal canto suo, Fran potrebbe dire con certezza di sentire la mancanza del solito Belphegor, della sua risata inquietante e persino del suo continuo lancio di coltelli contro la sua persona, perché quel principe malato e apatico non è per niente divertente.

“Che gusto c’è a stuzzicare qualcuno che non reagisce? È così spassoso vedere il senpai prendersela per qualsiasi cosa! Si crede tanto speciale e intelligente, ma non è molto sveglio” si ritrova a pensare l’illusionista e quasi si sorprende nel provare quello strano sentimento di nostalgia verso il suo baka oujii, ma considerando l’idiota dei fulmini, quell’appiccicoso di Lussuria, il capitano con le sue irritanti urla e il Boss che non si fa vedere quasi mai, Belphegor è sicuramente l’unico tra i Varia con cui Fran abbia mai legato, anche se in un modo tutto particolare.
<< Senpai, dovresti bere la tisana prima che si raffreddi >> insiste il kohai nella mai abbandonata speranza di potersene andare via.
<< Ti ho già detto che non voglio bere >> ribatte il biondo.
<< Ma ti farebbe bene, senpai! >>. Prima Bel fosse guarito, prima Fran avrebbe potuto smettere di fargli da schiavo. “Non c’entra niente il fatto che mi manchi l’idiota di sempre”.
<< Starò meglio se la smetterai di insistere con quella dannata tisana! >>.
<< Sei stato tu a chiedermi di restare a farti compagnia >> gli fa notare l’altro col solito tono piatto.
<< Non ti ho mica detto che potevi annoiarmi con le tue chiacchiere! >>.
<< Cosa dovrei fare allora? >>.
<< Sta’ un po’ zitto, ranocchia! >>.
<< Ma Bel-senpai, mi annoio a stare qua senza fare niente… >> si lamenta l’illusionista, anche se la sua voce non ha per niente cambiato tonalità. Con un movimento improvviso il biondo afferra una spalla dell’altro, lo fa voltare verso di lui e gli chiude la bocca con la sua in un bacio veloce ma intenso, a cui Fran si ritrova a rispondere solo un attimo prima che l’altro si stacchi da lui. Le labbra del principe sono atteggiate nel solito sorriso che somiglia più un ghigno mentre con una mano dà una palpata al sedere dell’illusionista.
<< Ushishishi, sembra che abbiamo appena trovato un modo per passare il tempo e anche per farti stare finalmente zitto >> dice divertito, per poi passarsi la lingua sulle labbra in un fare volutamente lascivo.
<< Credevo che stessi male, senpai… >> ribatte Fran, gli occhi fissi sulla bocca del biondo che ridacchia compiaciuto.
<< Fra un po’ mi sentirò meglio, ranocchia >> risponde quello subito prima di riprendere a baciare il suo irritante partner. Forse per questa volta avrebbe evitato di infilzarlo con i suoi amati coltelli.
“In fondo questo principe malato non è poi così male…” si dice Fran, stringendosi maggiormente al suo psicopatico senpai.

Quella mattina Xanxus e Squalo non sono stati gli unici ad arrivare in ritardo alla riunione…




Eccoci arrivati alla fine-fine ^^ ho deciso di aggiungere un piccolo extra anche per Bel e Fran perchè sono davvero troppo adorabili *_* e non sono riuscita a non scrivere su di loro <3 spero che questa conclusione extra vi sia piaciuta. come sempre ringrazio di cuore tutti quelli che hanno letto, recensito e messo la storia tra le seguite: arigatou gozaimasu, minna-san ;D
spero di tornare al più presto con nuove storie: intanto vi saluto qua. ciaossu a tutti <3
Ah il Boss mi ha chiesto di dirvi che se non commentate verrà a cercarvi nelle vostre case XD io gli ho detto che avere Xanxus a casa di sicuro le avrebbe fatte felici (?), magari se si porta pure squ-chan dietro, ma penso che non abbia ben capito il perchè XDXD ma indipendentemente da Zanza, un commento è sempre gradito ;)
*si dilegua prima che di sparare altre scemenze*
  
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