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Autore: ChiaraJames    19/09/2004    4 recensioni
Fin dove si può spingere l'amicizia di due amici? E se qualcuno ha un problema,cosa si é disposti a rischiare per risolverlo?

E' la prima fan fiction che scrivo,sostenetemi,grazie in anticipo a chi lo farà e anche a chi leggerà solamente! Baci.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La vera amicizia



Capitolo primo:Una brutta storia.

  Riccardo guidava. Cristo,Davide era un rompi coglioni di prima classe. Ma lui lo sapeva,lo sapeva perché Davide si comportava così. Non a caso era il suo migliore amico da anni.Sapeva dove voleva arrivare,andando in quel locale,ma non osava fermarlo…sapeva che aveva bisogno di dimenticare…ehi,no…non gli avrebbe mai permesso da farsi del male,quello di cui Davide aveva bisogno era solo abbandonarsi alla musica. Musica e nient’altro. Ma Davide aveva paura di dirlo,una stupida e insensata paura di realizzare i propri sogni,forse per vergogna,o per timore di essere troppo felice,o di deludere gli altri e se stesso in primo luogo. Ma per quello,lui lo poteva capire …infondo,quando quello che hai sognato tutta la vita,è così vicino da poterlo toccare,chiunque ne ha paura,paura di vedere il suo sogno realizzato,forse paura di smettere di sognare…ma nella vita ci vuole il coraggio di saper afferrare le cose al momento giusto,ma il suo amico era così stupido,ma molto più probabilmente così spaventato,da non saperlo fare…
-non ti dispiace accompagnarmi vero?
Riccardo pensava al suo notiziario sportivo sul due,e poi guardava l’amico. Solo per Davide. E magari per Giuliano,o Luca. Ma sicuramente non per altri

  Davide era tanto cambiato,in quel periodo. Era cambiato…in meglio,in peggio,Riccardo non avrebbe saputo dirlo…lui conosceva una parte di Davide che non cambiava mai,una parte silenziosa e nascosta,quella parte per cui era diventato suo amico…
 Riccardo sentiva di non poter capire in quel momento,ma si buttò lo stesso in pista,accanto al suo migliore amico,perché in chiunque fosse cambiato,era sicuro almeno di quello.

  Davide si era voltato verso il tavolo e non aveva trovato Riccardo. Non sapendo se arrabbiarsi o essere contento,si sedette semplicemente al tavolo e ordinò un caffè. Aveva smesso con le birre…non gli andavano più da quando Riccardo lo aveva scoperto…non sapeva neanche Davide cosa avesse cambiato in lui: forse se ne vergognava,forse non aveva più il tempo di pensare a ciò che gli faceva tanta rabbia quando si divertiva con lui o forse semplicemente,non ne provava più…fatto sta che in lui era scattato qualcosa,qualcosa che non lo avrebbe fatto tornare in dietro sui propri errori…prese il suo blocco note su cui erano pasticciate e confuse insieme mille parole e note  insieme…grattandosi la testa si dedicò all’unica cosa a cui non avrebbe mai smesso di dare attenzione…la musica.

  Davide guardava verso il bancone,con i suoi sogni per la testa,e la sua musica nelle orecchie
-ehi Dav…a che pensi?
-ohi Little,mi hai messo paura…sei qui…
La sua migliore amica si sedette accanto a lui -si….???...
-pensavo…se tu avessi un sogno…un grande sogno,qualcosa che ti sembra impossibile realizzare,ma che vuoi assolutamente almeno provare a fare…a chi lo racconteresti?
-lo racconterei a te
-a me?
-si,a te…perché sarei sicura che lo conserveresti gelosamente,come il migliore dei segreti,e che lo condivideresti con me…a modo tuo…
-quindi?
-quindi lo direi al mio amico…al mio caro amico…così diverso da me,e che mi conosce così bene…
-e poi?
-poi lo direi a Giorgia,che lo farebbe sembrare vero,anche se magari non è come il suo…che mi spingerebbe sempre a combattere ad arrivare…e poi lo direi a Riccardo…che lo farebbe splendere,come uno suoi,che mi starebbe accanto per rialzarmi ogni volta…e che mi lascerebbe godere da sola i risultati che ho ottenuto…l’unico per il quale lo metterei da parte…
-esiste qualcuno per cui rinunceresti al tuo sogno?
-certo,quando so che potrei vivere senza,ed essere lo stesso così felice…
-ma è il tuo sogno!
-si Davide,lo è…e nessuno mi dice di smettere di sognarlo…ma ci sono momenti,in cui sei davanti ad una scelta…continuare a sognare…magari con la speranza di vivere quel momento…o continuare a sognare…con la sicurezza di vivere una realtà meravigliosa,di cui non potresti fare a meno…
-vorrei riuscire a sentire queste cose…
-lo farai  Davide,non preoccuparti…
-lo spero…
-allora,qual è questo grande sogno?
-era una domanda…
-anche la mia…
- posso farti una promessa?
Lei annuì
-prometto di dirti tutto,di tirare fuori tutto quello che ho dentro…quando avrò finito una cosa.
-??
-Lui lo sa?
-Riccardo lo sa…non gliel’ho mai detto,ma lo sa…meglio di me.


  La mattina dopo due amici di sempre erano seduti al tavolo di un bar. Riccardo non parlava più con Davide da tanto tempo…da un po’ preferiva stargli vicino in silenzio,cercando solo di trasmettergli tutta la forza che poteva per affrontare la situazione difficile che gli si era presentata…così tanti ostacoli…
Riccardo guardava Davide abbuffarsi con i cornetti e il cappuccino,e seguì volentieri il suo esempio
-tu sai che c’è qualcosa che devi sapere vero?
-lo so

-bene…
Gli raccontò tutto
-wow Riky!vuoi dire che adesso state proprio insieme?
-credo di si…
-ehi,cazzo Riccà,sono proprio contento…lei mi piace,e le voglio bene…avevi bisogno di una ragazza come lei…
-hai ragione…
-e lei aveva bisogno di un ragazzo come te …
-cosa?
-eh dai stronzone,lo sai che non ci sono tagliato per queste cose!
-neanche io Dav…ma voglio dirti una cosa
-tu sei il migliore amico che io abbia mai avuto Ri…e io …sono fiero e orgoglioso di te…e lo so che credi in me,sempre…hai sempre creduto in me,nella nostra amicizia,anche quando nessuno ci credeva…
-l’ho fatto perché lo volevo Davide!
-lo so!e per questo io…ti voglio bene…e sai che è difficile per me…
-non hai mai mancato di farmelo capire…il tuo aiuto,e il tuo appoggio…valgono molto di più di mille parole per me…e tu lo sai quello che voglio dirti…
-che nulla ci impedirà mai di essere amici?
-esatto…e ricorda Davide…a volte non è facile credere in se stessi…per me lo è,e sai perché? perché io credo in te…e facendolo mi sento più forte,aiutandoti nelle tue sfide,so che posso affrontare le mie…
-che vuoi dire?
-che non sei mai da solo…
Lasciò sul tavolino un foglio scarabocchiato,e uscì dal locale

  Davide guardò il foglio…i suoi accordi erano annotati qua e là…sopra spiccava la scrittura tondeggiante di Riccardo… c’era qualche correzione,e accanto,le parole…un testo!girò il foglio delle sue note,e trovò altre parole,un accenno di note musicali e sulla destra : “accordi di Dav?”
Oh,Dio…come aveva fatto lui a sapere di quel foglio?ma non gli importava…lui e il suo migliore amico avevano appena scritto una canzone…e ora lui voleva il suo aiuto per completarne un'altra…allora Davide capì cosa voleva dire la sua migliore amica…capì come a volte la realtà può essere mille volte più sorprendente di un sogno

  Corse fuori dal locale,per raggiungere l’amico…
-Riccardo…io…so che non parliamo molto in questo periodo ma…
-ehi,non fa niente
-Mi sono mancate le tue chiacchiere…
-a me è mancato poterne parlare con te…
-pensi che qualcosa possa …rovinare ….
-mai,mai!
-io so che questi ultimi fatti ci stanno sconvolgendo la vita…ma sai l’unica cosa in cui credo qual’è?
-???
-la nostra amicizia…questo non cambierà mai per me!
-neanche per me,è la cosa più importante che ho!
Si diedero il5 stringendosi la mano in un gesto d’affetto. Era vero,molto era cambiato di loro,delle loro vite…ma loro erano entrati l’uno nella vita dell’altro dodici anni prima,e nessuno sembrava volerne uscire mai più…era questa la cosa veramente importante…e anche se ora c’era anche Lei nel suo cuore,nella sua mente…lui occupava sempre il posto numero uno,quello del affetto puro e incondizionato…qualunque cosa fosse accaduta.

  Nella vita ci sono tante cose che cambiano,che ruotano inspiegabilmente attorno a noi senza che possiamo fermarle,e entrano ed escono dalle nostre vite senza che niente di quello che facciamo abbia influenza su questo infinito processo…A volte invece le cose non cambiano mai,anche se vorresti con tutte le forze che cambiassero,anche se daresti tutto purchè cambino,purchè certe cose non accadano,e invece accadono lo stesso,e una volta avvenute,nessuno di quelli che ci sono dentro può cambiarle: soltanto sperare che migliorino con il tempo. Davide e Riccardo pensavano e si dicevano tutto questo senza parlare…era difficile affrontare un sacco di situazioni schifose,ma loro erano fortunati…nella vita,è difficile trovare degli amici veri…amici che ti stiano accanto quando accadono quelle cose terribili che fanno paura a tutti…pochi di quelli che credevi veri amici hanno il coraggio di seguirti anche nelle difficoltà...pochi mettono da parte la paura e si ricordano che cosa vuol dire essere amici,cosa vuol dire volere bene ad una persona,che non è volerne il bene,è anche questo,ma un mare di altre cose difficili da dire e da fare…Davide vedeva il mondo in modo diverso,ora,e Riccardo aveva avuto il coraggio di guardarlo da suo punto di vista,senza chiedersi neanche per un attimo se era migliore o peggiore di quello da dove già lo guardava lui…l’aveva fatto e basta,gli era stato vicino in un modo in cui riuscivano a stargli poche persone,perché il suo era un mondo che faceva paura adesso,ma in cui stava piano piano riacquisendo la fiducia… Riccardo…Riccardo aveva abbandonato il suo mondo rose e fiori per calarsi nel buio di quello del suo migliore amico…ma non ne era pentito,non sarebbe tornato indietro…quanta forza gli dava quella situazione,quanta forza gli dava Davide,senza sapere di darla…la forza che moltiplicava,mettendola nelle sue sfide,nelle sue scelte…nei suoi sogni,che,stranamente,erano uguali a quelli delle persone che gli volevano bene

  Lei guardava le foto di quando erano bambini…Riccardo e Davide erano sempre stati così uniti…Riccardo il casinista,Davide il buono…era buffo come le cose fossero cambiate,come le situazioni si fossero ribaltate,come adesso era Riccardo a tirare fuori Davide dai guai,premuroso di non fargli commettere i suoi stessi errori,quegli errori che l’avevano fatto diventare ciò che era…un ragazzo straordinario,un amico favoloso…Riccardo e Davide erano sempre di opinioni divergenti…si prendevano su poche cose…eppure loro riuscivano lo stesso ad essere sempre uniti,anche su strade completamente diverse,anche con due caratteri così opposti,ma che sapevano mescolarsi così bene…c’era un biglietto di Riccardo tra le foto
La vera amicizia è essere complici e rivali in ogni situazione…
Non avrebbe saputo dire quanto aveva ragione…tanta,forse troppa…che importava che la pensassero diversamente sulle cose,sulla vita,sul mondo? Loro sapevano sostenersi comunque,erano complici l’uno nelle scelte dell’altro,erano…amici.

  Riccardo guardava il suo amico dormire sul suo divano, e pensava a quante ne aveva passate in quell’ultimo periodo… lui,che si meritava meno si chiunque altro quelle cose orribili…un ragazzo buono,sempre disposto ad aiutare tutti,ma soprattutto lui…fin da quando erano bambini,Davide era sempre stato tra loro due quello”con la testa a posto” e lui il casinista…quante ne aveva sentite “Riccardo maleducato,Riccardo delinquente,Riccardo indesiderato,Riccardo ribelle…” e nessuno riusciva a capire che era soltanto Riccardo spaventato…da un mondo che non gli piaceva,e non sapeva come cambiare…adesso tutto era diverso…da un po’ Riccardo aveva messo la testa sulle spalle,ed era cresciuto. Nessuno sapeva quanto era stato difficile,all’inizio,andare avanti…nessuno ti crede,nessuno può pensare che tu sia cambiato,non dopo tutte le esperienze che hai fatto…ma c’era sempre stato qualcuno che aveva creduto in lui,qualcuno che lo aveva supportato e amato anche quando era il ragazzo che non piaceva  a nessuno…due persone l’avevano fatto…una di queste era Davide,e adesso era venuto per lui il momento di farsi forza,di guardare avanti e di scoprire che c’è ancora strada,anche se in salita,ma c’è…e va percorsa…quella sera Riccardo era felice..felice che il suo amico avesse trovato il coraggio di parlare con lui di quella situazione,ma anche di cose che non c’entrano nulla…quando qualcuno ci abbandona di improvviso,è difficile avere fiducia nelle altre persone,viene da credere che loro prima o poi faranno lo stesso,che ci abbandoneranno e ci lasceranno soli…ma Davide aveva fiducia in se stesso e in lui,una grande fiducia in lui,e in lei…e ne era felice… il fatto è che quella sera era contento,e che non aveva voglia di addormentarsi per godersi quel momento,quello quando fai un respiro profondo e senti un piacevole formicolio nello stomaco,che sale fino in gola e poi si libera…in un sorriso.

  A casa di Davide il telefono squillava insistentemente. Lui andò a rispondere correndo
-si?
- …sono tuo padre.
-ciao   
disse lui freddamente. -io…sono tornato da Praga…
-potevi anche rimanerci!
-ehi!tu madre è ancora arrabbiata per la tedesca?
- non voglio parlarne...
- io si invece!per una volta farai come dico io!
-non voglio ascoltarti…sei ubriaco…
-MI ASCOLTERAI INVECE!
-Papà…mamma piange tutte le notti…io…la sento…e mio fratello…io non ho più un fratello da quando i tuoi errori me l’hanno portato via!
-Davide!io sono tuo padre…tu…
-tu non sei più mio padre…lasciaci in pace,noi non ti volgiamo!
-Davide…non puoi cambiare le cose…
-posso invece…
-non ne sei mai stato capace…come speri di portare avanti una famiglia?!
-io posso!
-chi ti ha messo queste stupide idee in testa?Ma certo…quel buono a nulla dell’amico tuo…Riccardo…oppure è stata la troietta?
-non permetterti…mai più…di dire a Riccardo una cosa del genere…e chiudi quella bocca del cazzo…sulla mia migliore amica…HAI CAPITO?
- che fai ora ti metti a piangere? Come quella volta alla stazione!!!piangi,piangi,tu piangi sempre.
-quel giorno ti imploravo di non lasciarmi papà…
-Però non risolvi mai niente…lasci sempre i conti aperti!
-hai ragione. Una cosa però la voglio chiudere…
-che cosa?
- tu.
Attaccò il telefono con violenza,e si buttò sul letto. Perché? perchè doveva farlo soffrire ancora?se ne era andato via quando aveva bisogno di lui…non c’era mai stato per la loro famiglia…piangeva,e provava a fare come quando c’era ancora lui,quando lui lo trattava male…provava a rifugiarsi in un mondo lontano,dove tutto era come lui voleva che andasse…solo semplice,non chiedeva niente di speciale alla vita: solo un po’ d’amore. Ma questo non gli riusciva più,non riusciva più a ricordare i momenti belli con lui e sorridere…ora piangeva soltanto,perché di momenti belli,se c’erano stati,lui non se li ricordava

  Riccardo ricordava…ricordava un serata scura,di pioggia battente…
Dio,che lampo. E che pioggia di fuori: battente e gelida,quasi glaciale. Riccardo era steso sul letto,a guardare il soffitto della sua stanza. Era pieno di scritte,poster,adesivi luminosi. C’era una scritta che aveva fatto Davide.”England”. Davide era fissato con l’Inghileterra. Amava tutto di lei,era l’unica cosa di cui si fosse mai veramente innamorato.. Ecco il perché di quella scritta. Quel giorno Riccardo pensava che doveva portare Davide lì,prima o poi … Il campanello suonò all’impazzata,e lui corse giù per le scale. La pioggia forte offuscava la vista dalle finestre,così aprii di scatto la porta. Chiunque fosse,non poteva rimanervi per molto...
- Davide!che ci fai qui…?
Era lui. Cazzo,pensa Riccardo. Era tutta bagnato,e non avrebbe saputo dire se quelle sulle sue guance fossero lacrime,o semplici gocce di pioggia…aveva gli occhi lucidi,e respirava pesantemente per la corsa…lo guardava tutto bagnato,con un viso spaventato…
-oddio,entra…sei tutto bagnato…
Lui si inginocchiò a terra,e scoppiò in singhiozzi.
L’abbracciò forte e  in silenzio.
- che cosa è successo?
                                Lui si staccò dall’abbraccio,guardandolo
-se né andato...
 

Una luce fioca entrava dalla finestra,illuminando uno scaffale di libri disordinati. L’ordine non era mai entrato nella vita di Riccardo. Tantomeno ora,quando pensava alla giornata che lo aspettava. La sveglia  segnava le 6:30 di mattina del 16settembre,ma lui non la vedeva,perché aveva gli occhi ancora chiusi. Provò ad alzare le palpebre pesanti.Un tentativo inutile.Fallito. Passò il retro della mano sugli occhi stanchi e li schiuse leggermente,intravedendo la luce elettrica della sveglia illuminare quell’orario da troppo tempo inconsueto per essere accettato. Si alzò leggermente fino a mettersi seduto e poggiò la schiena al muro. Cercò le pantofole ai piedi del letto,senza risultato. Si alzò sentendo il contatto dei suoi piedi caldi di letto con il pavimento gelido,e si avviò verso il bagno. Il corridoio era silenzioso. Tutti dormivano ancora. Passò davanti alla camera di suo fratello,e lo vide dormire profondamente…beato lui,che aveva già finito il liceo. Si scombussolò i riccioli biondi,e le mani strofinarono gli occhi azzurri che gli illuminavano il viso…si sforzò di sorridere alla sua immagine riflessa nello specchio del bagno,ma tutto quello che vide fù un viso stanco e stressato. Fece un sospiro e si preparò. Uscì di casa  quando il cielo era ancora scuro,il vento fresco gli lucidava gli occhi. Si strinse nella felpa leggera,mentre la musica che ascoltava dal lettore cd lo svegliava di più ad ogni passo. Accese il motorino e si allontanò nella mattinata fredda.





Grazie a tutti per aver letto e adesso...commentate mi raccomando!!!
  
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